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Статті в журналах з теми "Cooperazione europea"

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La Barbera, Francesco. "La convivenza dilemmatica: identità sociale, fiducia, interdipendenza." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2012): 31–42. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002004.

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Анотація:
Barbera Questo studio mirava a stabilire se l'interdipendenza percepita avesse un effetto significativo sulla cooperazione e se la fiducia fosse un mediatore di tale effetto. Alla ricerca hanno partecipato 82 studenti, di entrambi i sessi, che hanno preso parte individualmente ad un gioco dilemmatico con un partner fittizio di un'altra nazione europea. Č stato misurato il livello d'interdipendenza percepita dei soggetti con gli altri cittadini europei, ed č stata inoltre misurata la fiducia nel partner europeo con cui ciascun partecipante aveva giocato. I risultati mostrano che l'interdipendenza percepita ha un effetto significativo sulla cooperazione, che č mediato totalmente dalla fiducia. Tali risultati vengono discussi insieme alle loro implicazioni teoriche ed applicative.
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Bellardi, Marco. "La strategia macroregionale europea nell'area Adriatico-Ionica." ARGOMENTI, no. 34 (June 2012): 5–36. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034001.

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Le proposte legislative per la politica di coesione dell'UE per il periodo 2014-'20 fanno riferimento alla strategia macroregionale vista come sistema evoluto di cooperazione territoriale. Non esiste una definizione normalizzata per la strategia europea macroregionale; questo termine, si riferisce a "un'area comprendente un certo numero di territori di differenti Paesi e regioni associati per una o più caratteristiche o problematiche" (geografiche, culturali, economiche, sociali, altre). I territori AI, già da tempo legati da importanti iniziative di integrazione e cooperazione, hanno iniziato nel 2010 un percorso per ottenere il riconoscimento di una strategia europea macroregionale. Il valore aggiunto che deriva dall'avvio di una strategia macroregionale consiste in un‘azione comune che coinvolge diversi attori, diverse politiche e diversi programmi di finanziamento.
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Pisani, Elena. "Recenti evoluzioni nella valutazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043005.

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Анотація:
L'articolo presenta un'analisi dei differenti approcci e criteri di valutazione nel settore della cooperazione allo sviluppo da parte del Ministero degli Affari Esteri italiano e delle Organizzazioni internazionali quali FAO, IFAD e dalla Commissione Europea (Europeaid). L'analisi considera in un primo momento l'evoluzione di modelli di pianificazione incentrati sulla fornitura di risorse (umane, finanziarie e materiali) e successivamente l'attenzione č posta su modelli maggiormente attenti al conseguimento sostenibile di obiettivi e risultati, attraverso l'adozione di approcci partecipativi. Sono, quindi, presentate specifiche problematiche legate alla valutazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo; le conclusioni segnalano la necessitŕ di un uso sistematico delle metodologie di valutazione economica degli investimenti che, al momento attuale, appaiono sottoutilizzante, specialmente da parte della cooperazione allo sviluppo italiana.
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Turco, Eugenio. "Obiettivo: I progetti europei di gemellaggio (twinning) e l'esperienza albanese." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 3 (July 2009): 123–32. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003012.

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- I twinning projects sono strumenti di cooperazione internazionale, elaborati dalla Commissione europea, che prevedono la diretta assistenza di uno Stato membro in favore di uno Stato beneficiario per il raggiungimento di specifici obiettivi nel rispetto delle politiche di allargamento della Unione. Il twinning di supporto all'Alto Consiglio della giustizia in Albania č stato il primo progetto al quale ha partecipato il Consiglio superiore della magistratura italiano: iniziato nel febbraio del 2007, e realizzato unitamente al Consiglio superiore dei giudici di Spagna, esso si č concluso nel dicembre del 2008. I positivi risultati ottenuti rendono auspicabile un maggior impegno del CSM in tali forme di cooperazione.
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Burigana, David. "La "grande illusion": lo Spazio sovietico visto dalla Francia fra scienza, tecnologia e politica estera dagli anni Sessanta agli anni Ottanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 319–41. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002016.

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Анотація:
Gli scienziati occidentali incontravano i "colleghi" del blocco sovietico. L'obiettivo politico-diplomatico era mostrare disponibilità al dialogo, quello ovvio avere canali alternativi di informazione sui progressi sovietici. Questi contatti dovevano avvenire nel quadro di una collaborazione occidentale in funzione della traiettoria impressa allo sviluppo tecno-scientifico statunitense. Vennero tuttavia delineandosi negli anni Sessanta quei caratteri di una competizione/cooperazione euro-atlantica giunti fino ai giorni nostri, senza che il processo di costruzione europea ne intaccasse gli ambiti più strategici. Come in questo contesto rapportarsi con il mondo sovietico? E che immagine trarne? Nuove evidenze sembrano emergere grazie all'incrocio di diversi archivi tratti dall'esperienza più indicativa, quella francese, dalle commissioni scientifiche franco-sovietiche alla "cooperazione" spaziale con le missioni dello spationaute Jean-Luc Chrétien nel 1982 e nel 1988, e poi con la fase di maggior cooperazione durante le missioni Vega 1 e 2 nell'Armata Halley per far intercettare la cometa dalla sonda ESA Giotto nel marzo 1986.
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Trupiano, Gaetana. "Lo strumento finanziario della politica europea di vicinato (European Neighbourhood and Partnership Instrument)." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (December 2010): 181–91. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001009.

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Анотація:
Il lavoro si occupa dell´European Neighbourhood and Partnership Instrument (ENPI), strumento finanziario che rende operativa la Politica europea di vicinato (European Neighbourhood Policy: ENP). Dopo aver illustrato gli obiettivi e la struttura dell´ENP e il ruolo degli Action Plans, che identificano le prioritŕ della cooperazione tra l´Unione Europea (UE) e i suoi vicini, l'analisi approfondisce il ruolo dell´ENPI presentandone, quindi, in dettaglio, gli aspetti finanziari. Nelle conclusioni, dopo aver espresso un giudizio in generale positivo sullo strumento, si sottolinea la vastitŕ dell'area coperta dall´ENP e, di conseguenza, dall´ENPI; sono evidenziate anche le difficoltŕ di attuazione delle sue procedure complesse, la non sempre sufficiente attrattivitŕ per i paesi vicini e la scarsitŕ dei fondi assegnati dall´UE a fronte di obiettivi molto ambiziosi.
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Laborie, Léonard. "Le telecomunicazioni dagli anni Cinquanta agli anni Novanta. Tra concorrenza e armonizzazione: genesi di una nuova icona dell'Europa integrata." MEMORIA E RICERCA, no. 30 (July 2009): 89–97. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-030009.

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Анотація:
- This article aims at placing in an historical perspective the changes that gave birth in the Eighties and Nineties to the contemporary "transnational and liberalized" European telecommunications landscape. Telecommunications networks are articulated around a triangle linking operators (services providers), manufacturers (gears providers) and regulators (providing operating rules). In Europe, this triangle formed strong national monopoly till the Eighties within each nation: a compartmentalized organisation highly contrasting with the idea and prospect of a common market. This landscape was swept away from the Eighties on, the telecommunications sector becoming an icon of an integrated and dynamic Europe, around a common policy combining technical harmonisation (the GSM standard for instance) and deregulation. This article addresses the questions of the origin, goals and stakeholders of a common policy for a long time impossible to achieve, redefined at several occasions, and, at the end, emblematic.Parole chiave: Telecomunicazioni, Cooperazione europea, Armonizzazione tecnica, CEPT, CEE, GSM Telecommunications, European cooperation, Technical Harmonization, CEPT, CEE, GSM
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Guasconi, Maria Eleonora. "Prove tecniche di politica estera: la Comunitŕ economica europea e lo sviluppo del dialogo euro-arabo negli anni Settanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2012): 35–56. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002002.

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L'articolo ricostruisce i negoziati che, all'indomani dello shock petrolifero del 1973, si svolsero tra i nove membri della Comunitŕ economica europea e i paesi della Lega araba nella cornice della cooperazione politica, mettendo in luce il tentativo europeo di trovare una via d'uscita autonoma alla crisi energetica degli anni Settanta. Grazie a un'ampia documentazione archivistica, l'autrice dimostra che, pur tra numerose difficoltŕ e ostacoli, attraverso il dialogo euro-arabo la Comunitŕ sperimentň per la prima volta, dopo gli accordi di Yaoundé/Lomé, un'esperienza di relazioni collettive con un gruppo di paesi terzi, promuovendo un negoziato che, seppur limitato a questioni economiche che esulavano dal petrolio, portň ad alcuni significativi risultati, come la dichiarazione di Venezia del 1980, considerata una pietra miliare della posizione europea nei confronti del conflitto arabo-israeliano. La ricostruzione dello svolgimento del dialogo euro-arabo rappresenta inoltre un interessante esempio della crescita della dimensione delle relazioni esterne della Cee durante gli anni Settanta.
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Venditti, Sara. "L'assemblea dell'Ueo nella cooperazione aeronautica: l'Italia tra costruzione europea e offerta statunitense (1973-1985)." VENTUNESIMO SECOLO, no. 40 (November 2017): 123–41. http://dx.doi.org/10.3280/xxi2017-040008.

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Marino, Silvia. "Use of standard forms in EU Civil Judicial Cooperation: the case of the European Certificate of Succession = L’uso di formulari standard nella cooperazione giudiziaria civile: il caso del certificato successorio europeo." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, no. 1 (March 5, 2020): 627. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5209.

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Анотація:
Abstract: The present paper analyses the recent judgment of the Court of Justice of the European Union in the Brisch case. The reference for preliminary ruling concerns the optional or mandatory nature of the application form established by the Succession Implementing Regulation for the issue of an European Certificate of Succession. The present paper tackles the general framework, from the current CJEU’s case law on the Succession Regulation’s provisions on the ECS, to the main procedural issues. Then, an analysis of the case and of the CJEU’s reasoning is offered. The concluding remarks submit some considerations on the impact of the standard forms established by the EU Regulations within the civil judicial cooperation.Palabras clave: European Certificate of Succession, Standard Forms, Succession Regulation No 650/2012, Implementing Regulation No 1329/2014.Riassunto: Il presente contributo analizza la recente sentenza Brisch della Corte di giustizia dell’Unione europea. La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sulla natura del modello di domanda di emissione del certificato successorio europeo, previsto dal regolamento di esecuzione del regolamento sulle successioni transfrontaliere. Pertanto, il contributo affronta lo stato attuale della giurisprudenza della Corte di giustizia sul certificato successorio europeo e le regole procedimentali fondamentali per il suo ottenimento. Quindi, è analizzato il caso con particolare attenzione alla motivazione della Corte. Infine, le conclusioni presentano alcune considerazioni più generali sul valore e sugli effetti dei moduli standard, previsti nei regolamenti dell’Unione in materia di cooperazione giudiziaria civile.Parole chiave: certificato successorio europeo, moduli standard, regolamento 650/2012 sulle successioni transfrontaliere, regolamento d’esecuzione 1329/2014
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Ferri, Federico. "Convergenza delle politiche migratorie e di cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea e accordi con Stati terzi." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (February 2017): 39–69. http://dx.doi.org/10.3280/diri2016-003003.

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Nato, Alessandro. "La politica d'asilo dell'Unione europea tra crisi e sovranismi: quale futuro per il principio di solidarietà?" CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2020): 191–213. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001007.

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L'efficacia del principio di solidarietà ex art. 80 TFUE è stata influenzata dalle resistenze degli Stati membri sovranisti del c.d. gruppo di Visegrad sul ricollocamento dei richiedenti asilo giunti nell'UE durante la crisi migratoria. Nondimeno, il generale funzionamento della politica di asilo UE e la solidarietà tra Stati Membri risentono delle carenze strutturali degli elementi chiave dell'architettura del sistema europeo comune di asilo, quali la ripartizione delle responsabilità, la cooperazione, il sostegno finanziario dell'UE. In tale contesto, la Cor-te di Giustizia è intervenuta nella diatriba accesa dai Paesi Membri sovranisti chiarendo cau-tamente alcuni aspetti inerenti la discrezionalità dell'azione statale sui ricollocamenti e la portata del principio di solidarietà, come dimostra anche la recente sentenza Commissione c. Polonia, Ungheria e Slovacchia. Allo scopo di illustrare il ruolo del principio di solidarietà nella politica di asilo UE, il contributo esaminerà sia le carenze strutturali degli elementi chiave dell'architettura del sistema europeo comune di asilo sia la recente giurisprudenza della Corte di Giustizia in materia.
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Boon, H. N. "Ruggiero Cafari Panico, La cooperazione europea in campo spaziale, Cedam, Padova 1983, XII + 243 pp., L. 18.000." Netherlands International Law Review 32, no. 01 (May 1985): 162. http://dx.doi.org/10.1017/s0165070x00010664.

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Lombardi, Niccolo, Elena Varoni, Alberto Pispero, and Giovanni Lodi. "Disturbi orali potenzialmente maligni: una risorsa educativa di e-learning gratuita realizzata da una cooperazione europea internazionale." Dental Cadmos 91, no. 03 (February 2023): 251. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.03.2023.11.

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Zilio, Francesca. "Le relazioni fra Roma e Bonn durante il primo governo Brandt fra Ostpolitik e Csce." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (December 2012): 5–34. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002001.

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Анотація:
Sulla base di fonti primarie italiane e tedesche e di documenti pubblicati, l'articolo analizza le opinioni italiane sulla Ostpolitik e le posizioni di entrambi i paesi sulla progettata Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (Csce), discusse negli incontri bilaterali fra capi di governo e ministri degli Esteri. L'autrice evidenzia le paure italiane causate in particolare dalla velocitŕ dei primi negoziati della Ostpolitik e poi dalla lentezza delle trattative su Berlino che ritardarono l'apertura dei negoziati preliminari sulla Csce. All'inizio Roma temeva che la fretta dei tedeschi di ottenere risultati per la loro questione nazionale, insieme alla pericolosa politica europea di Mosca, portasse ad eccessive concessioni da parte di Bonn che avrebbero potuto danneggiare gli interessi occidentali. In seguito l'Italia si preoccupň che l'attesa per la conclusione degli accordi su Berlino, che era stata posta dall'Ovest come precondizione per la convocazione dei preliminari sulla Csce, potesse causare una perdita del momentum per prendere le redini della distensione e combattere gli obiettivi e la propaganda orientali. Al contrario, Bonn intendeva approfittare dell'impazienza orientale per l'apertura della Csce, in opposizione alla disponibilitŕ occidentale a prendersi il suo tempo, per ottenere migliori risultati nella Ostpolitik e garanzie sulla Csce.
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Gerbasi, Giampaolo. "Dalla "fuga" al "ritorno" del sindacato accentrato di costituzionalità nel processo di integrazione europea tra Carte dei diritti e cooperazione tra le Corti." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 151–221. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001006.

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Анотація:
In un quadro caratterizzato da convergenti spinte verso un "sindacato diffuso" delle leggi, il saggio analizza il tentativo della Corte costituzionale italiana di attrarre nel sindacato accentrato di costituzionalità le situazioni di ‘doppia pregiudizialità' in materia di diritti fondamentali, l'autore si propone di dimostrare che il nuovo filone giurisprudenziale pone le condizioni per realizzare un'integrazione più equilibrata tra il sistema europeo di tutela dei diritti fondamentali e quello nazionale nonché tra i rispettivi rimedi giurisdizionali, per chiedersi infine se il sindacato accentrato di costituzionalità possa considerarsi un principio supremo dell'ordinamento opponibile sia al diritto dell'Unione che allo stesso legislatore di revisione costituzionale.
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Chiapponi, Giovanni. "Can harmonized time limits in European civil procedure enhance the effectiveness of the enforcement of EU Law? = Possono termini processuali armonizzati in materia civile incre-mentare l’ effettività nell’esecuzione del diritto dell’Unione Europea?" CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, no. 1 (March 5, 2020): 543. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5202.

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Анотація:
Abstract: The article focuses on the judgment Al Bosco, rendered by the ECJ on 4th October 2018. Al Bosco gives a new insight as to how the ECJ interprets the following questions: firstly, it clarifies the relationship between the doctrine of extended effects and that of equivalent effects; secondly, it underlines the importance of the principle of legal certainty; finally, it addresses issues concerning the time limit for the enforcement of a provisional measure issued in a Member State other than the Member State in which enforcement is sought. Against such a background, I will examine the pos-sibility of introducing a uniform and autonomous concept of harmonized time limits within the EU.Keywords: Time limits, provisional measures, recognition and enforcement of judgments in civil and com-mercial matters, civil judicial cooperation, harmonisation.Riassunto: lo scritto è di commento alla sentenza “Al Bosco”, pronunciata dalla CGUE il 4 ottobre 2018. L’arresto in parola si segnala per il quid novi introdotto dalla Corte di Lussemburgo sull’interpretazione di talune questioni: inizialmente, chiarifica il rapporto tra il principio di estensione dell’efficacia e quello di equivalenza degli effetti; sottolinea, quindi, la centralità del principio di legalità giuridica. Affronta, da ultimo, talune problematiche relative all’applicazione del termine per l’esecuzione di una misura cautelare (un sequestro conservativo) in un contesto transfrontaliero. La sentenza mi fornisce lo spunto per svolgere alcune brevi considerazioni circa l’opportunità di valutare l’introduzione di un concetto autonomo ed uniforme di termini processuali armonizzati all’interno dell’Unione Europea. Parole chiave: termini processuali, misure cautelari, riconoscimento ed esecuzione di decisioni in materia civile e commerciale, cooperazione giudiziale in materia civile, armonizzazione.
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Campagna, Desirée. "Il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT)." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2014): 119–24. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2013-002007.

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Spinaci, Gianluca. "Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT). Prove di coesione territoriale." ARGOMENTI, no. 26 (September 2009): 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/arg2009-026001.

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- Mid-2006, the European Union adopts the Regulation establishing the European Grouping of Territorial Cooperation (EGTC), new legal instrument supporting the cooperation between different levels of territorial government across the borders. The paper presents some early findings on the application of the Regulation, in the hopeful wait for the ratification of the Lisbon Treaty, which would endow the Union with the new objective of territorial, in addition to economic and social, cohesion. The analysis focuses on those EGTCs already established and those which are close to be, striving to identify their potential added value in terms of enhanced cohesion and multilevel governance for an European territorial policy still in fieri.Parole chiave: coesione, territorio, cooperazione, governance, GECT.Keywords: cohesion, territory, cooperation, governance, EGTC.
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Bariviera, Francesca. "La cooperazione intercomunale per la pianificazione: prospettive in Italia." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 96 (September 2010): 92–112. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096004.

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Il tema dell'intercomunalitŕ rappresenta una problematica attuale, soprattutto nell'ottica di una riforma globale del governo del territorio. In questo saggio se ne fornirŕ un inquadramento tematico, per poi sviluppare un'analisi del tema in ambito urbanistico e nella pianificazione e analizzare lo stato dell'arte in alcune regioni italiane (con alcuni accenni al panorama europeo); si concluderŕ con qualche riflessione sul ruolo della cooperazione intercomunale per la formazione dei piani urbanistici e territoriali in Italia e sulle relative potenzialitŕ.
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Lorenzo Zichi, Gian. "Tra diplomazia e cultura. La dimensione culturale della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 381–97. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002019.

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La rilevanza della cultura nelle relazioni internazionali durante la Guerra Fredda fu riconosciuta, ma politicamente ben presto accantonata, dai 35 paesi che il 1° agosto del 1975 firmarono l'Atto Finale di Helsinki, documento istitutivo della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE) e acme multilaterale della Détente. Il presente saggio - basato principalmente su fonti documentarie degli archivi CSCE, Nato e dei National Archives del Regno Unito - intende far luce su una delle dimensioni meno studiate del "cesto umanitari" della Conferenza per comprendere se gli aspetti culturali furono elementi facilitatori oppure ostativi nelle discussioni tra i paesi membri, dei quali si ripercorrerà la condotta. Una particolare sottolineatura sarà dedicata al ruolo avuto dalle «cultural personalities» dei due blocchi che, al seguito dei diplomatici, presero parte agli specifici appuntamenti destinati alla cooperazione culturale. Un'analisi dunque volta al passato, ma utile anche per interpretare attuali dinamiche della diplomazia culturale e riflettere su quale può essere oggi, dinnanzi al risorgere degli egoismi nazionali, il ruolo della cultura nelle relazioni internazionali.
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Migani, Guia. "La politica di cooperazione allo sviluppo della CEE: dall'associazione alla partnership (1957-1975)." MEMORIA E RICERCA, no. 30 (July 2009): 27–36. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-030003.

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- This article analyses the EEC development policy between 1957, year of the signature of the Rome's Treaties, and 1975, signature of the Lomé Convention. In the first part, we examine the origins of the development policy, also called "Association policy" because the African colonies were associated to the EEC. In the second part, we analyse the two Yaoundé Conventions of Association (1963 and 1969) signed by the European and the African states. During this period the Six concentrated their discussions on the reform of the Convention after the independence of the African countries and the creation of UNCTAD. In the last part, the article focuses on the Seventies and on the Lomé Convention which renewed the instruments of the European Development policy and the relationship between the Nine and the Developing states. The negotiations of the three Conventions (Yaoundé I, Yaoundé II and Lomé) represent good opportunities to study the motivations and the role of the most important actors. Also, the evolution of the European development policy is analysed in relation with the changes of the international context.Parole chiave: Politica di associazione, Cooperazione allo sviluppo, Convenzione di Yaoundé, Convenzione di Lomé, Paesi ACP, Relazioni esterne della CEE EEC Association Policies, EEC Development Policies, Yaoundé Convention, Lomé Convention, ACP Countries, EEC External Relations
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Vegliante, Angela. "Una breve storia dell’adozione." Mnemosyne, no. 8 (October 15, 2018): 13. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i8.13933.

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L’adozione, e cioè la pratica che consente di creare un legame giuridico tra soggetti che generalmente non sono legati da vincoli di sangue, è stata conosciuta fin dall’antichità. Molto diffusa in epoca romana, aveva lo scopo di assicurare la succession nel patrimonio e il culto dei Lari. Quasi dimenticata nel Medio Evo, divenne di nuovo popolare nel XVII secolo e fu infine disciplinata nel Codice Napoleonico, che ne influenzò la regolamentazione in diversi Paesi europei. L’adozione ‘moderna’ e cioè l’adozione di minori, ebbe inizio dal punto di vista giuridico molto più tardi, negli Stati Uniti e in Europa fu disciplinata verso la metà del secolo XX. La legislazione in questa materia è attualmente molto vasta e dettagliata, a livello sia nazionale che internazionale. Dal momento che le adozioni, e soprattutto le adozioni internazionali sono diventate sempre più diffuse, diverse convenzioni internazionali sono state adottate per garantire la protezione dei diritti dei minori e per promuovere la cooperazione e la facilitazione delle procedure a livello nazionale e internazionale.
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Ferretti, Federico. "Intellettuali anarchici nell'Europa del secondo Ottocento: i fratelli Reclus (1862-1872)." SOCIETÀ E STORIA, no. 127 (July 2010): 63–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127003.

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L'articolo analizza il percorso di formazione di due intellettuali europei cosmopoliti e politicamente eterodossi, i fratelli Elie ed Élisée Reclus, nel contesto politico, sociale e culturale dell'Europa della seconda metÀ dell'Ottocento. Il decennio preso in esame si struttura nei tre fondamentali passaggi della cooperazione in Francia, dell'Internazionale dei Lavoratori e della Comune di Parigi. La principale problematica scientifica č valutare il peso di questo binomio parentale, intellettuale e politico, da una parte nell'elaborazione del futuro pensiero anarchico dei suoi componenti, dall'altra nella costituzione di quel milieu di studiosi e militanti che dal decennio successivo contribuirÀ alla costruzione delle opere geografiche e delle teorie sociali del piů celebre fra i due fratelli, Élisée.
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Porcarelli, Cristiana. "Prime riflessioni su modalità, percorsi e nuovi spazi di cooperazione per garantire l’apprendimento permanente di giovani e adulti." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 88–99. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13455.

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Se l’orientamento europeo appare quantomai centrato sulla persona e sulla sua unicità anche in termini di sviluppo delle competenze e di opportunità formative, di pari passo si stanno sviluppando nuovi e sempre più interconnessi spazi di apprendimento che implicano il coinvolgimento di varie tipologie di attori, diversi livelli di governance, di partnership pubblico/privato e di una rinnovata attenzione al territorio. Interventi co-progettati e multi-attoriali (scuola, famiglia, organizzazioni del Terzo settore, privato sociale, istituzioni pubbliche) sembrano sempre più necessari ma con peculiari caratteristiche di flessibilità e adeguatezza al territorio di riferimento. Inoltre, il miglioramento della qualità della vita nei centri urbani passa quasi obbligatoriamente attraverso la cultura e l'educazione e varie sono le iniziative focalizzate su questi temi a partire dal programma dell’UNESCO Global Network of Learning Cities. In questa prospettiva anche la scuola si rinnova e anela a diventare un learning hub attraverso peculiari accordi denominati “Patti educativi di comunità” che rappresentano un esempio di buona pratica caratterizzato da un approccio orientato alla co-progettazione e alla valorizzazione della dimensione territoriale. If the European orientation appears to be focused on people also from the point of view of skills development and training opportunities, at the same time new and increasingly interconnected learning spaces are being developed with the consequent involvement of various types of actors, different levels of governance, public private partnerships as well as a renewed attention to the territory. Co-designed and multi-actor interventions (school, family, third sector organizations, private social, public institutions) are more and more necessary but with characteristics of flexibility and adequacy to territorial needs. In addition, the improvement of the quality life within urban centres must go through culture and education; there are various initiatives focused on these issues starting from the UNESCO Global Network of Learning Cities program. In this perspective, the school also renews itself and yearns to become a learning hub through specific agreements called "Community agreements for education" which represent an example of good practice characterized by a co-planning approach and the enhancement of the territorial dimension.
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Montani, Guido. "IDEOLOGY, UTOPIA AND THE CRISIS OF POLITICS." Il Politico 252, no. 1 (June 22, 2020): 5–23. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.294.

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I partiti politici che si ispirano ai valori del liberalismo, della democrazia e del socialismo non riescono più a concepire un progetto di lungo periodo per i propri concittadini e per l’umanità. Dopo il crollo del Muro di Berlino, grandi e piccole potenze hanno avviato una sordida lotta per la supremazia mondiale, alimentando conflitti locali e globali, e il ritorno del nazionalismo come ideologia dominante. In questo saggio si intende mostrare che la tesi sulla “fine delle ideologie” è infondata: le ideologie tradizionali sono incapaci di progettare un futuro di progresso perché subiscono passivamente l’ideologia della sovranità assoluta degli stati e della guerra giusta per difendere gli interessi nazionali. Il futuro dell’umanità è minacciato da una nuova corsa agli armamenti nucleari e convenzionali, ai quali i governi dedicano immense risorse, che dovrebbero invece servire per salvare il Pianeta dal surriscaldamento climatico, dallo sterminio della vita animale e vegetale e dalle pandemie. La via intrapresa dai popoli europei, con la costruzione della prima Unione sovranazionale della storia, dovrebbe ispirare anche le politiche necessarie per la costruzione di un ordine mondiale fondato sulla cooperazione pacifica tra stati e l’avvio di politiche che si propongano di consentire ai cittadini del mondo di godere dei medesimi diritti di libertà e solidarietà che, seppure imperfettamente, si sono realizzati in Europa. Il progresso dell’umanità è un’utopia positiva che può diventare realtà.
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Grieco, Cristina. "The role of party autonomy under the regulations on matrimonial property regimes and property consequences of registered partnerships. Some remarks on the coordination between the legal regime established by the new regulations and other relevant instruments of European Private International Law = Il ruolo dell’autonomia della volontà nei regolamenti sui rapporti patrimoniali tra coniugi e sugli effetti patrimoniali delle unioni registrate. Alcune considerazioni sul coordinamento tra il regime giuridico stabilito dai nuovi regolamenti e altri strumenti di diritto internazionale privato europeo." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 10, no. 2 (October 5, 2018): 457. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2018.4384.

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Abstract: The new Regulations (No. 2016/1103 and No. 2016/1104) recently adopted through an enhanced cooperation by the European Legislator aim to deal with all the private international law aspects of matrimonial property regimes and property consequences of registered partnerships, both as concerns the daily management of matrimonial property (or partner’s property) and its liquidation, in particular as a result of the couple’s separation or the death of one of the spouses (or partners). This paper aims to address the prominent role of party autonomy in the two Regulations and to focus on the coordination between the legal system embodied in the new two Regulations, and other relevant instruments of European private international law in force, such as the Succession Regulation and the Bruxelles II- bis Regulation.Keywords: party autonomy; successions; matrimonial property regime, partnership property regi­me, applicable law, choice of law, private international law.Riassunto: I due nuovi regolamenti (No. 2016/1103 e No. 2016/1104), recentemente adottati nell’ambito di una cooperazione rafforzata dal legislatore europeo, si propongono di regolare tutti gli aspetti internazional privatistici legati ai regimi patrimoniali tra coniugi e alle conseguenze patrimoniali delle partnership registrate, sia per ciò che concerne la regolare amministrazione dei beni sia per ciò che riguarda la liquidazione degli stessi beni facenti parte del regime matrimoniale (o della partnership regi­strata) nel caso si verifichino vicende che ne alterino il normale svolgimento, come la separazione della coppia o la morte di uno degli sposi (o dei partner). Il presente scritto si propone di esaminare il ruolo prominente che, all’interno di entrambi i regolamenti, è riservato alla volontà delle parti e di focaliz­zarsi sul coordinamento tra i due nuovi strumenti e gli altri regolamenti di diritto internazionale privato europeo attualmente in vigore e, particolarmente, il regolamento sulle successioni transfrontaliere e il regolamento Bruxelles II- bisParole chiave: autonomia della volontà; successioni; rapporti patrimoniali tra coniugi; effetti pa­trimoniali delle unioni registrate; legge applicabile; scelta di legge; diritto internazionale privato.
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Grazia, Cristina, and Giulio Malorgio. "La performance della filiera ortofrutticola di esportazione dei Paesi Terzi del Mediterraneo nel mercato europeo: tra concorrenza e cooperazione." ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no. 1 (April 2013): 73–101. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2013-001004.

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Carretero García, Ana. "Impactos sociales, económicos y medioambientales derivados de la pérdida y el desperdicio de alimentos." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 127–39. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.9.

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Lo scopo dell’articolo è di presentare le condizioni sociali, economiche e ambientali della perdita e dello spreco di cibo. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono sprecate in tutto il mondo e circa 1 miliardo di persone soffrono di malnutrizione. Per contrastare queste tendenze negative,la Commissione europea ha preparato una nuova piattaforma Internet europea dedicata alle questioni relative alla lotta contro la perdita e lo spreco alimentare. È una forma di sostegno per tutti i soggetti che operano per eliminare lo spreco alimentare in ogni fase di produzione, un luogo per divulgare le migliori pratiche di mercato nel campo della produzione agricola, uno strumento per monitorare i progressi nella lotta contro la perdita e lo spreco alimentare e una forma di incoraggiamento per avviare le cooperazioni intersettoriali. Secondo l’autrice, le azioni intraprese dall’Unione europea nell’ambito discusso meritano l’approvazione, tuttavia non sono sufficienti. Il fenomeno dello spreco alimentare è condizionato da molti fattori che influenzano la finale e reale qualità del prodotto. In particolare si tratta dei costi sociali e ambientali generati dalla produzione e dal trasporto, nonché in relazione al processo di preparazione degli alimenti per il consumo. Al fine di contrastare la situazione, andrebbero intraprese azioni volte a introdurre cambiamenti significativi nel modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito e consumato, il che contribuirebbe a creare un processo produttivo più sostenibile dal punto di vista ambientale e socialmente responsabile.
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Luciano, Adriana, and Roberto Di Monaco. "Prevedere la domanda di lavoro e di formazione. Il caso delle professioni sociali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 105–38. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120006.

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L'analisi dei fabbisogni di competenze degli occupati ha attratto grandi investimenti per realizzare ad hoc ricerche professionali a livello e professionale, cosě come sono carenti modelli condivisi a livello nazionale. Al fine di contribuire a definire modelli standardizzati, gli autori suggeriscono l'uso di dati amministrativi, per quanto possibile in modo da rendere le analisi piů affidabili e meno costose. Inoltre, essi forniscono un modello di analisi per misurare il divario di competenze professionali sulla base del quadro europeo delle qualifiche. Il modello č stato sperimentato sui lavoratori sociali della regione Piemonte, sottoponendo un questionario ad un campione di circa 500 professionisti e manager impiegati nel settore dei servizi sociali locali. Č emersa una rappresentazione delle professioni e delle esigenze di formazione che mette in evidenza la divergenza tra l'attuale orientamento delle politiche sociali verso una maggiore integrazione e cooperazione locale e le competenze professionali principalmente focalizzate sul rapporto con gli utenti. I predetti risultati sottolineano la necessitŕ di realizzare processi di training on the job di concerto con le modifiche organizzative che risultano piů coerenti con le attuali politiche.
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Bertelé, Matteo. "Un ambasciatore del "Realismo" italiano: Gabriele Mucchi nella Repubblica democratica tedesca negli anni Cinquanta." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 87–101. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002005.

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L'articolo esamina il ruolo di Gabriele Mucchi (1899-2002) nel contesto delle relazioni culturali tra Italia e Repubblica democratica tedesca nel corso degli anni Cinquanta, quindi prima di un reciproco riconoscimento giuridico e della firma di accordi bilaterali. Pittore realista e militante comunista, Mucchi fu una figura chiave nel dibattito artistico della DDR, all'interno del quale il "Realismo" italiano costituì un contributo determinante al processo di autodeterminazione di un'arte tedesca e socialista. L'artista fu oggetto di una crescente attenzione da parte delle istituzioni culturali della DDR, che nel 1956 lo invitarono a ricoprire la cattedra di pittura presso la Scuola d'arte di Berlino Est, città dove avrebbe continuato a risiedere, pur alternandosi con l'Italia, anche in seguito alla caduta del Muro. Sulla base di documenti d'archivio inediti e di uno spoglio della stampa, l'articolo mette in luce le premesse e gli esordi della sua poliedrica attività nella DDR in ambito formativo, critico ed espositivo, analizzando al tempo stesso il suo particolare status come esempio di cooperazione tra Europa occidentale e orientale, e quindi come caso di studio della Guerra Fredda culturale.
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Laschi, Giuliana. "La CEE e i paesi in via di sviluppo: le contraddizioni emerse dalla politica agricola (1957-1992)." MEMORIA E RICERCA, no. 30 (July 2009): 37–46. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-030004.

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- The EEC doesn't have a proper foreign policy, so the international dimension of the Community has grown on a sui generis foreign policy, in which doesn't always coexist community and national interests. Given the intergovernmental nature of the external issues of the EEC, on international policy of the Community has been relevant the member states and their individual action in foreign policy. The international role of the EEC was not produced by overall political choices, but rather from external action of internal policies. Action that often produces and has produced incoherent results between the European policies of agriculture, trade and development cooperation, which are often in conflict with each other and thus threaten to undermine their potential positive effects. The policies analysed in historical perspective are able to outline not only the inside action of the Community as expression of the composition of national positions, but also the international aims of the EEC, even in the absence of a proper foreign policy.Parole chiave: Politiche della CEE, Studi storici sulla CEE, Politica agricola comune, Politica estera della CEE, Cooperazione allo sviluppo della CEE, Politiche incoerenti EEC Policies, EEC Historical Perspective, Common Agricultural Policy, EEC Foreign Policy, EEC Development Policy, EEC Incoherent Policies
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De Pasquale, Andrea. "I-Tal-Ya books: il censimento digitale dei libri ebraici d’Italia. Un progetto di cooperazione dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, della Biblioteca nazionale centrale di Roma e della Biblioteca nazionale di Israele." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 106–16. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00018.

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Si presenta il progetto recentemente denominato I-Tal-Ya books, iniziato nel 2018, realizzato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) come capofila, con la partnership della Biblioteca nazionale centrale di Roma (BNCR), della Biblioteca nazionale di Israele (NLI) e della Rothschild Foundation Hanadiv Europe (RFHE) che ha garantito il supporto finanziario. L’obiettivo è la realizzazione di un censimento, in un database bilingue, di tutti i volumi presenti nelle biblioteche italiane, dalle origini della stampa ebraica fino al 1960, utilizzando come riferimento il catalogo della NLI per la trascrizione ebraica e il sito Worldcat della Library of Congress, per la traslitterazione in caratteri latini. Ai dati bibliografici si aggiungono anche quelli di esemplare (segnalazioni di marginalia, censure, note di possesso, legature di pregio) e la localizzazione. I volumi inoltre sono digitalizzati nelle pagine principali e più significative. Tutte le informazioni sono allocate nella teca digitale della Biblioteca nazionale centrale di Roma, opportunamente adattata. Si prevede che l’intero progetto includerà un numero complessivo di 35.000 volumi di 14 comunità ebraiche e 25 istituzioni statali.
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da Empoli, Domenico. "The Italian Law for the Protection of Competition and the Market." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 69–78. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344956.

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Abstract Gli studi attinenti alla «politica della concorrenza” sono uno dei settori nei quali da maggior tempo collaborano economisti e giuristi, dato che, in assenza di questa cooperazione, i soli strumenti di cui dispone l’economista, senza quelli del giurista, non sono sufficienti ad interpretare ed applicare le norme antitrust.Soprattutto sulla spinta di queste esigenze si è sviluppato nelle Università americane l’insegnamento di corsi di «Law and Economics», disciplina ormai consolidata.Da un punto di vista intellettuale, pertanto, non vi è dubbio che il tema della concorrenza sia di particolare interesse.Peraltro, già da qualche tempo le opinioni degli studiosi circa gli effetti della politica della concorrenza e, quindi, sull’opportunità di introdurre una specifica legge al riguardo e, poi, di applicarla in modo rigoroso, non sono molto concordi.L’atteggiamento critico nei riguardi dell’intervento pubblico che caratterizza l’epoca attuale e che si può sintetizzare nella nozione di «fallimento dello Stato», non ha risparmiato neppure la politica della concorrenza, sui cui effetti sono state avanzate, e permangono, numerose incertezze.Peraltro, se un atteggiamento critico poteva avere un suo fondamento apprezzabile nei momento in cui si discuteva dell’opportunity o meno di introdurre questa legge, non vi è dubbio che, una volta che questa sia entrata in vigore, essa debba essere oggetto di studio, sempre critico, ma costruttivo.Per questo motivo, è apparsa molto utile la pubblicazione su questo numero di Economia delle Scelte Pubbliche degli atti di un convegno internazionale, organizzato a Reggio Calabria nei dicembre del 1990 dall’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici, che ha avuto come oggetto la nuova legge italiana della concorrenza, confrontata con le normative già in vigore presso altri Paesi OCSE, oltre che con la normativa CEE.Assieme ai testi delle relazioni, viene anche pubblicato il testo della legge, sia nella traduzione inglese che in quella francese (ambedue non ufficiali).L’ordine di pubblicazione dei diversi contributi segue il seguente schema: dopo questa presentazione della legge italiana, segue l’articolo di Claudio Menis sulle relazioni tra legislazione CEE e legge italiana. Successivamente, vengono pubblicati (seguendo l’ordine alfabetico per paese) gli scritti che riflettono valutazioni della legge italiana alla luce dell’esperienza nazionale di ciascuno dei Paesi OCSE rappresentati: Belgio (van Meerhaeghe), Francia (Charrier), Germania (Ruppelt), Spagna (Canivell), Svizzera (Baldi) e Regno Unito (Howe).Infine, un articolo di Eric Lacey confronta i lineamenti essenziali della struttura della legge italiana con quelli della media dei Paesi OCSE.La presentazione della legge italiana, non è compito facile per un economista, per la necessità di ricorrere a termini giuridici molto specialistici.La legge considera tre principali fattispecie che sono suscettibili di danneggiare la concorrenza: i cartelli che restringono la libertà di concorrenza, l’abuso di posizione dominante e le concentrazioni.I «cartelli” (o «intese») sono definiti dalla legge come «gli accordi e/o le pratiche concordati tra le imprese, nonché le deliberazioni, anche se adottate ai sensi di disposizioni statutarie o regolamentari, di consorzi, associazioni di imprese ed altri organismi similari». Esse sono vietate quando «abbiano per oggetto, o per effetto, di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante” (art. 1).L’«abuso di posizione dominante” è vietato dall’art. 3, che include anche una casistica, peraltro non del tutto esauriente, circa situazioni identificabili come abuso di posizione dominante.Le «operazioni di concentrazione», d’altra parte, hanno luogo, secondo l’art. 5, «quando due o più imprese procedono a fusione», «quando uno o più soggetti in posizione di controllo di almeno un’impresa ovvero una o più imprese acquisiscono direttamente o indirettamente [...], il controllo dell’insieme o di parti di una o più imprese», e «quando due o più imprese procedono, attraverso la costituzione di una nuova società, alla costituzione di un’impresa comune». Sulla base dell’art. 6, tali operazioni sono vietate quando costituiscono o rafforzino una posizione dominante sul mercato.L’organo che ha il compito di garantire l’appHcazione della legge è l’Autorità, che è stata creata appositamente e che è composta da quattro membri, più il presidente, nominati sulla base di una determinazione adottata d’intesa dai presidenti dei due rami del Parlamento.Una caratteristica fondamentale del nuovo organo per la tutela della concorrenza è la sua indipendenza dal potere politico, che viene attenuata soltanto a proposito delle operazioni di concentrazione. Come afferma, infatti, l’art. 25, il Consiglio dei Ministri può elaborare criteri di carattere generate che autorizzino operazioni che sarebbero vietate ai sensi dell’art. 6 e, inoltre, può anche vietare specifiche operazioni di concentrazione qualora vi partecipino «enti o imprese di Stati che non tutelano l’indipendenza degli enti o delle imprese con norme di effetto equivalente a quello dei precedenti titoli o applicano disposizioni discriminatorie o impongono clausole aventi effetti analoghi nei confronti di acquisizioni da parte di imprese o enti italiani».Oltre ai poteri d’istruttoria e decisione nei riguardi delle tre fattispecie di cui si è detto, con la possibilità d’imporre anche sanzioni pecuniarie, l’Autorità ha anche poteri conoscitivi e consultivi, sulla cui base può esprimere pareri, o di sua iniziativa o su richiesta del presidente del Consiglio dei Ministri.
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"Appendice di Osservatorio europeo. Documenti." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (December 2011): 1–24. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-003021.

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Анотація:
Commissione europea, Bruxelles, 26.9.2011, COM(2011) 564 definitivo. Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. La cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni all'interno del partenariato orientale.
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De la Peña Rodríguez, Luis. "Ferraro, Luigi: La cooperazione «anomala» nello stato composto spagnolo. Analisi comparata dei rapporti tra autonomie territoriali e Unione Europea." Revista de las Cortes Generales, April 1, 2011, 591–97. http://dx.doi.org/10.33426/rcg/2011/82/1304.

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Анотація:
Recencsión sobre la obra: FERRARO, Luigi: La cooperazione «anomala» nello stato composto spagnolo. Analisi comparata dei rapporti tra autonomie territoriali e Unione Europea Editoriale Scientifica. Seconda Università degli Studi di Napoli. Collana di Studi Italo-Spagnoli. Universidad de Granada, Nápoles, 2010 (302 pp.).
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Saponaro, Fabio. "La cooperazione amministrativa in materia fiscale nell'Unione Europea: analisi e prospettive." Revista de Estudos Constitucionais, Hermenêutica e Teoria do Direito 11, no. 1 (June 24, 2019). http://dx.doi.org/10.4013/rechtd.2019.111.01.

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Ehrmann-Herfort, Sabine. "„Dass Gerechtigkeit und Friede sich küssen“ – Repräsentationen des Friedens im vormodernen Europa. Ein interdisziplinäres Verbundprojekt." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 96, no. 1 (January 1, 2017). http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2016-0018.

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Riassunto Il contributo illustra il progetto interdisciplinare di cooperazione sul tema „Dass Gerechtigkeit und Friede sich kussen“ - Reprasentationen des Friedens im vormodernen Europa, che intende indagare l’eco trovata dai processi di pace durante l’eta moderna europea negli ambiti delle arti figurative e della musica, della teologia, storia e letteratura. Vi collaborano istituti, biblioteche e musei di ricerca di diverse discipline. Nella cornice del progetto (durata dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2018) si studiano presso la Sezione di Storia della Musica dell’Istituto Storico Germanico i topoi di rappresentazione della pace emersi nella cantata italiana e nei generi affini durante il XVII e XVIII secolo.
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Vilasi, Felicia. "La strategia dell'Unione Europea per la lotta alla criminalità organizzata: la centralità dell’informazione e le prospettive di riforma futura." Rivista di Studi e Ricerche sulla criminalità organizzata 7, no. 2 (December 18, 2021). http://dx.doi.org/10.54103/cross-16849.

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Il contributo si propone di analizzare la Strategia ad hoc in materia di criminalità organizzata presentata dalla Commissione europea il 14 aprile 2021 al fine di tracciare le linee di intervento prioritarie in tema di contrasto ai gruppi criminali mediante il rafforzamento dello scambio di informazioni e della cooperazione tra le autorità dei singoli Stati e una valutazione in merito alla capacità della Decisione Quadro 2008/841/GAI del Consiglio del 24 ottobre 2008 di garantire un’azione di contrasto efficace alla criminalità organizzata.
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Casini, Carlo. "VII Programma quadro europeo di ricerca: la questione etico-giuridica delle cellule staminali." Medicina e Morale 55, no. 4 (August 30, 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.347.

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Il contributo esamina la recente e complessa vicenda europea relativa al finanziamento comunitario della ricerca su cellule staminali embrionali. La particolarità della questione è che tale ricerca verrebbe svolta nei Paesi che la consentono anche con gli incentivi economici dei Paesi che la vietano (come per esempio l’Italia). Com’è noto, la questione è legata a due episodi in stretta relazione reciproca: da un lato l’avvio delle procedure per l’approvazione del VII Programma Quadro (VII PQ) di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007- 2013); dall’altro il ritiro arbitrario da parte del Ministro per l’Università e la Ricerca, on. Fabio Mussi, dell’adesione italiana alla c.d. “dichiarazione etica” contraria all’uso di cellule staminali embrionali. Il VII PQ dell’Unione Europea, rappresenta lo strumento più importante per la realizzazione dello “spazio europeo della ricerca”, processo già avviato con il VI PQ con l’obiettivo di rafforzare la competitività scientifica dell’Europa. Articolato in quattro programmi specifici (cooperazione, idee, persone, capacità), che corrispondono ad altrettanti obiettivi fondamentali della politica europea di ricerca, il VII PQ è frutto dell’azione coordinata di tre grandi organismi: la Commissione europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio dei Ministri competenti per materia. Al fine di rendere più comprensibili – nel contesto europeo – i termini in cui si è posta la questione del finanziamento della ricerca utilizzante le cellule staminali embrionali, l’articolo si sofferma sia su alcuni profili di carattere tecnico sia sulla storia del precedente programma quadro, conclusosi con una moratoria circa la ricerca basata sull’impiego di embrioni umani e di cellule staminali embrionali. Questa volta il confronto serrato è avvenuto, in seno al Parlamento europeo, tra tre diverse posizioni: quella espressa dall’“emendamento Gargani” (divieto assoluto di distruzione di embrioni umani); quella espressa dall’“emendamento Niebler” (limitazione della ricerca alle linee di cellule staminali embrionali create prima del 31 dicembre 2003), quella espressa dalla Commissione industria (ITRE) del Parlamento europeo (finanziamento della ricerca sull’uso di cellule staminali umane anche allo stadio embrionale). Nonostante il voto del 15 giugno con cui il Parlamento europeo ha approvato la proposta più permissiva, l’Autore dimostra – numeri alla mano – che in realtà la preferenza del Parlamento europeo è per il diniego dell’incentivo economico per la distruzione di embrioni umani. Di qui una serie di considerazioni che toccano anche il paragrafo 73 dell’Enciclica Evangelium Vitae e la frettolosa e solitaria decisione del Ministro Mussi. Nonostante tutto, resta l’auspicio che l’Italia nell’Unione Europea non si lasci condizionare da un complesso d’inferiorità, ma anzi, avverta la sua funzione di motore nella costruzione di un’Europa cementata dall’idea della dignità umana e dei diritti umani. ---------- This contribute examines the recent European vicissitude of the communitarian financing on stem cells research. Such research would take place in Countries that allow it, also with the economic incentives of Countries that prohibit it (Italy, for example). The issue is tied up to two events closely connected: 1. starting procedures for the approval of the 7th Framework Program (FP7), Building the Europe of Knowledge (2007-2013); 2. the arbitrary withdrawal of the Italian adhesion to the “ethical declaration” against the use of embryo stem cells, by Italian Minister of University and Research, Fabio Mussi. FP7 represents the most important instrument in order to realize “an European space of research” which has been already started with the 6th Framework. The new Program identifies four main objectives (cooperation, ideas, people and capacities), which correspond to the four main specific programmes around which the European research effort is to be structured. In order to make the financing embryo research question more comprehensive, the paper takes into account technical questions and part of the Framework Program’s background, including moratorium on embryonic stem cells-based research. In such issue the comparison took place between three different positions: “Gargani amendment” (absolute prohibition to destroy human embryo); “Niebler amendment” (limiting research to embryo stem cells line created before December 2003); the position of the Committee of Industry, Research and Energy (ITRE) (financing research of human stem cells including the embryonic stage). In spite of the approval, coming from the European Parliament on last June, of the most permissive proposal, the Author demonstrates that in reality the preference of the European Parliament was for the refusal of the economic incentive. In spite of everything, the auspice is that Italy – inside the European Union – doesn’t let itself carry away because of an inferiority complex, but indeed, it perceives its function as mover in the construction of Europe, cemented on the idea of human dignity and human rights.
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Marino, Silvia. "Strengthening the European Civil Judicial Cooperation: the patrimonial effects of family relationships = Verso il rafforzamento della cooperazione giudiziaria civile nell’Unione Europea: gli effetti patrimoniali delle relazioni familiari." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 9, no. 1 (March 8, 2017). http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2017.3621.

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"Nuovo approccio alla cooperazione con i Paesi terzi. Creazione di un nuovo quadro di partenariato con i Paesi terzi nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione. Comunicazione della Commissione europea COM(2016)385 del 7.6.2016." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (February 2017): 261–92. http://dx.doi.org/10.3280/diri2016-003011.

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Barbosa, Jannyne Lima Meira. "O turismo cultural e gastronômico para o fortalecimento da identidade e competitividade dos destinos: entrevista Jordi Tresserras." Caderno Virtual de Turismo 16, no. 2 (November 5, 2016). http://dx.doi.org/10.18472/cvt.16n2.2016.1346.

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Jordi Tresserras é especialista em patrimônio alimentar, gastro regiões e turismo cultural e gastronômico. Doutor em geografia e história pela Universidade de Barcelona. Diretor do LABPATC Laboratório de Patrimônio e Turismo Cultural da Universidade de Barcelona. Diretor do Museu da cozinha da costa Catalã de Tossa do Mar. Consultor UNESCO Quito escritório de representação para Bolívia, Colombia, Equador e Venezuela. Membro do ICOM e ICOMOS. Presidente da rede IBERTUR. Membro da Cátedra UNESCO “Cultura, Turismo e desenvolvimento” coordenada pela Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Membro da rede de universidades do Instituto Europeu de Itinerários Culturais do Conselho da Europa. Coordenador de I+D na European Cultural Tourism Network. Na atualidade coordena junto com F.X. Medina e Pepa Aymamí o Projeto de Salvaguarda do Patrimônio culinário da Catalunha, impulsionado pela Fundação Instituto Catalão da Cozinha e Cultura Gastronômica. Esta iniciativa é candidata para ser inscrita no registro de boas práticas de salvaguarda do Patrimônio Cultural Imaterial da UNESCO. Especialista da Rede de Cidades Criativas da UNESCO para Gastronomia. Membro do Comitê de Especialistas de IGCAT - International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism, promotor de iniciativas com a Região Europeia da Gastronomia. Membro do Comitê Acadêmico da Marca da Cozinha Espanhola, da Seleção Espanhola de Cozinhas Profissionais, promovida pelo World Gastronomy Institute e Fundação Arte e Gastronomia. Consultor de organismos internacionais (Banco Mundial, BID, OMT, UNESCO, Conselho da Europa, União Europeia, OEI, SICA) e agências de cooperação (AECID, Alliance Française, Cooperazione Italiana all Sviluppo, Cooperation Suisse, GTZ). https://es.linkedin.com/in/jordi-tresserras-juan-21610934
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"Cooperazione UE-Africa. The European Union's cooperation with Africa on migration. Comunicato stampa del 22 aprile 2015." DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 3 (February 2017): 195–255. http://dx.doi.org/10.3280/diri2016-003009.

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