Статті в журналах з теми "Collegio medico di S"

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Rodriguez, Daniele. "Dono, commercio, esproprio di organi." Medicina e Morale 39, no. 4 (August 31, 1990): 717–34. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1167.

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Анотація:
Nell'articolo sono sviluppati alcuni aspetti problematici connessi alle procedure relative all'accertamento della morte finalizzato al prelievo d'organi per trapianto. In tema di commercio d'organi, sono citati i riferimenti normativi del caso. Si ipotizza che la scarsa propensione alla donazione da parte dei parenti del morto scaturisca dall'interrogativo se il soggetto sia realmente morto. La questione è analizzata nelle sue varie articolazioni. Si dimostra che, in fatto di congruità dell'accertamento della realtà della morte, il probabile donatore è garantito più degli altri soggetti non destinati al prelievo. Si illustrano gli atti che, considerati nel loro insieme, realizzano una sorta di tripode garantista di cui l'accertamento è il momento prioritario, e la certificazione e l'informazione sono i necessari corollari. E' individuato nel medico legale, facente parte del collegio medico chiamato a diagnosticare la realtà della morte, la figura del garante della correttezza delle procedure.
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Del Negro, Piero. "La Scuola militare di Modena: caratteristiche istituzionali e ruolo politico." SOCIETÀ E STORIA, no. 124 (October 2009): 319–24. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-124005.

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Анотація:
- Bruno Giordano's book on the officers educated at the Modena military school opens a number of different paths of research. This comment focuses on institutional and political aspects: what is the place of the Modena experience in the history of military training? And how did it affect the relations between politic and the military in the Cisalpino-Italic system? In the first area special attention s given to the Italian tradition of military academies and especially to the model represented by the Collegio militare of Verona; in the second field the case of Modena is used to emphasize the difficulties and contradictions arising as a consequence of the predominance of the French influence.Parole chiave: esercito; periodo napoleonico; ingegneri; Scuola di Modena.Key Words: Army; Napoleonic age; engineers; Modena military School.
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Basso, Ingrid. "Kant nel dibattito filosofico e giuridico danese del primo Ottocento." Estudos Kantianos [EK] 7, no. 2 (January 14, 2020): 55–72. http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2019.v7n2.05.p55.

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Анотація:
La cosiddetta disputa-Howitz che si accese a Copenaghen nella seconda metà degli anni Venti dell’Ottocento rappresentò il primo dibattito filosofico autenticamente danese occorso in Scandinavia nel XIX secolo. Il nome si deve al medico legale Frantz Gotthard Howitz (1789-1826) che nel 1824 pubblicò il trattato filosofico-giuridico Su follia e imputabilità. Un contributo alla Psicologia e al diritto, che fu pubblicato in forma di articolo nella Rivista giuridica diretta dal giurista e futuro primo ministro danese Anders Sandøe Ørsted (1778-1860), che nel 1798 aveva pubblicato un trattato sulla dottrina kantiana della libertà, opera considerata oggi il frutto più maturo del kantismo in Danimarca. Quale membro del Collegio di Sanità, Howitz doveva valutare l’imputabilità dei criminali. Nel suo testo egli accusò la giurisprudenza danese dell’epoca di essere fondata sul sistema kantiano della moralità; criticò dunque la concezione kantiana della libertà come capacità di determinare le proprie azioni sulla base di un fondamento puramente razionale. Secondo Howitz l’essere umano non è propriamente dotato di libertà in questo senso, poiché ogni azione umana è necessariamente determinata da un motivo che pesa più di altri e la cosiddetta razionalità altro non è che capacitas motivorum. La libertà dovrebbe essere intesa dalla giurisprudenza come capacitas motivorum, ovvero una libertà che non ha nulla a che vedere con la moralità. Howitz sostiene contro la visione morale kantiana che la stessa moralità nasce e si sviluppa sulla base dell’organizzazione cerebrale. Quando apparve, il trattato di Howitz suscitò immediatamente le reazioni critiche di figure di intellettuali di spicco quali lo stesso Anders Sandøe Ørsted, il teologo e futuro vescovo Jacob Peter Mynster, il drammaturgo e critico letterario Johan Ludvig Heiberg e il filosofo Frederik Christian Sibbern, futuro professore e mentore del giovane of Søren Kierkegaard. L’articolo mira a esplorare i fondamenti filosofici del dibattito e soprattutto il ruolo che ebbe in esso la filosofia morale di Kant. Recebido / Received: 4.9.2019.Aprovado / Approved: 28.10.2019.
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Manacorda, Daniele. "Siena e Roma nell’alto Medioevo : qualche lume sui secoli bui." Mélanges de l École française de Rome Moyen Âge 119, no. 1 (2007): 5–23. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2007.9431.

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Анотація:
Il riesame dei documenti relativi al Monastero di S. Sebastiano in Pallara sul Palatino mette in luce l’esistenza di rapporti significativi tra Roma e Siena nel corso del X secolo. L’iniziativa di Pietro medico de Seni, fondatore del monastero, si colloca nell’ambito dell’evergetismo che è all’origine di altri insediamenti coevi e induce ad approfondire le conoscenze circa le prime fasi di vita della Cattedrale di Siena sul colle di S. Maria e dell’annesso ospedale, che prenderà poi il nome di S. Maria della Scala. Un’analisi della bolla di Celestino III, che nel 1192 riconferma i beni della chiesa di S. Maria domine Rose in castello aureo, permette di avanzare ipotesi circa la natura di questo insediamento, attestato nella seconda metà del IX secolo, e l’eventuale presenza di personaggi rappresentanti del potere imperiale e legati alla famiglia di Winighis, conte franco di Siena nell’età di Ludovico II e dei suoi immediati sucessori.
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Cipolli, Carlo, and Marco Poli. "L'insegnamento delle discipline psicologiche nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia: il contributo di Marcello Cesa-Bianchi." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 103–20. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11604.

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Marcello Cesa-Bianchi (1926-2018) è stato professore ordinario di Psicologia generale per 40 anni nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Statale di Milano. Una parte rilevante della sua attività istituzionale è stata indirizzata alla valorizzazione delle funzioni didattiche delle discipline psicologiche nellaformazione degli studenti dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia. Questo obiettivo è stato perseguito fin dagli anni '70, in parallelo con a) l'evoluzione delle competenze richieste ai nuovi medici dal nuovo approccio centrato sul paziente in medicina, b) l'incremento di complessità delle attività cliniche all'interno degli ospedali generali, c) l'armonizzazione dei corsi di studio per la formazione dei medici come presupposto per la loro libera circolazione negli stati aderenti alla Comunità (poi Unione) Europea.L'avvio di questo processo di armonizzazione, all'inizio degli anni '80, fornì l'opportunità di coordinare le indicazioni derivate da esperienze didattiche innovative realizzate in alcune facoltà mediche (in particolare, nelle Università di Milano Statale, Bologna, Napoli Federico II) e di presentarle alle commissioni ministeriali impegnate prima nella revisione dell'ordinamento didattico del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1986 (la cosiddetta Nuova Tabella XVIII) e nel suo adeguamento nel 1996, e poi al definitivo ordinamento, nell'ambito della generale riorganizzazione degli studi universitari disposta dal Decreto Legislativo n. 509 del 1999.Per stimolare le innovazioni nella didattica delle discipline psicologiche e la presentazione di proposte ufficiali per le modifiche degli ordinamenti didattici prima del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e poi di tutti i corsi di laurea e laurea specialistica dell'area sanitaria Cesa-Bianchi promosse numerosi convegnia partire dal 1986 e la costituzione del Collegio dei docenti e ricercatori di discipline psicologiche nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia nel 1993. Attraverso questo organismo vennero elaborate e presentate ufficialmente le proposte che hanno portato ad inserire definitivamente la psicologia generale tra le discipline per la formazione di base del medico e dei laureati delle professioni sanitarie, e la psicologia clinica tra le discipline caratterizzanti per gli stessi corsi di studio. Un risultato altrettanto importante e duraturo è stato l'inserimento di specifiche competenze professionali (comunicative relazionali) da acquisire attraverso le discipline psicologiche.
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Guerra, Giovanni. "La relazione medico paziente: dialogo tra psicologia e medicina sull'adattamento." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2021): 137–51. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11606.

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Анотація:
Il rapporto medico-paziente, tema ampiamente dibattuto in letteratura, viene qui proposto indicando l'adattamento come terreno di incontro nel quale medicina e psicologia possano dialogare, condividendo lo stesso punto di osservazione, pur mantenendo le loro specificità di lettura dei fenomeni e di intervento.La vita è un continuo processo adattativo la cui storia è il risultato deterministico e imprevedibile del gioco delle risorse, delle possibilità, dei vincoli, dei limiti, delle occasioni propri sia del soggetto sia della realtà.Questa formulazione dell'adattamento si applica tanto allo sviluppo biologico quanto allo sviluppo psicologico e, pur nella differenza dei "materiali" osservabili, offre un comune vertice di osservazione.La malattia è un evento quasi inevitabile della vita e coinvolge il soggetto in tutta la sua complessità bio-psico-sociale. Da qui, la sollecitazione a includere il malato con la sua soggettività (valori, storia, emozioni, fantasie …) all'interno del campo clinico. Tale inclusione, peraltro, pone due domande: da una parte, sulle ragioni dell'eclissi dell'interesse per la soggettività e, da un'altra parte, sul potenziale valore aggiunto apportato dalla presenza della soggettività del paziente nel campo clinico.La logica dello sviluppo del sapere e delle tecniche in medicina spiega le ragioni del progressivo disinteresse per la soggettività, ma lo stesso sviluppo implica la valorizzazione dell'individualità biologica. L'individualità non è, di per sé, la soggettività ma costituisce indubbiamente la via per prendere in considerazione la singolarità dei processi adattativi alla malattia.L'inclusione della soggettività se appare evidentemente vantaggiosa per il paziente, offre anche al clinico il vantaggio di una partecipazione attiva e di adesione ai percorsi diagnostici e terapeutici. Nella narrazione che il paziente fa della storia della malattia, infatti, si può rintracciare e comprendere anche la sua strategia adattativa. In particolare, si avanza la proposta di lettura della narrazione ipotizzando il vissuto della malattia e le aspettative nei confronti del curante come organizzatori della narrazione.
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Sgreccia, Elio, and Antonio G. Spagnolo. "L’insegnamento di bioetica nel Corso di laurea in Medicina e Chirurgia." Medicina e Morale 45, no. 4 (August 31, 1996): 639–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.900.

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In seguito all'attivazione anche nel sesto anno del corso di laurea in Medicina e Chirur gia della nuova Tabella XVIII relativa al riordinamento didattico in vigore già dall'a.a. 1988-1989, gli autori hanno ritenuto opportuno fornire alcuni ragguagli in merito all'esperienza dell'insegnamento della bioetica così come è stato attuato nella facoltà di Medicina e Chirurgia "A.Gemelli" dell’Università Cattolica del S. Cuore di Roma. Nella prima parte dell'articolo pertanto essi espongono ampiamente le modalità con cui si è articolato finora tale insegnamento nel corso dell'iter formativo dello studente di medicina, dando ragione anche del perché si sono operate certe scelte metodologiche, come pure di alcune opportune modifiche che potrebbero migliorare il coordinamento della formazione bioetica nei diversi anni e fra le discipline strettamente connesse. Loro obiettivo per i prossimi anni è quello di attivare una serie di seminari di bioetica clinica all'interno di altre aree cliniche, in stretta collaborazione con i docenti soprattutto delle aree di medicina clinica, di ginecologia e di ostetricia, delle emergenze medico-chirurgiche e della pediatria. Nella seconda parte dello scritto, invece, gli autori hanno voluto presentare alcune loro riflessioni in merito alla collocazione della bioetica all'interno del progetto di revisione dell'Ordinamento tabellare approvato già nel corso dell'anno precedente dal Consiglio Nazionale Universitario (CNU), ma mai pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale.
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Spadavecchia, Elisa. "Internet 2.0 e Open Source per la didattica scolastica." Interaction Design and Architecture(s), no. 7_8 (September 20, 2009): 103. http://dx.doi.org/10.55612/s-5002-007_8-022.

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E' possibile individuare strumenti e strategie per condividere buone pratiche fra colleghi, comunicare e sfruttare efficacemente le capacità di apprendimento degli studenti, il tutto a costi molto contenuti? E come? Con un semplice laptop, i tools cooperativi del Web 2.0 e il software Open Source. L’e-learning, sia nei suoi risvolti formali (le cosiddette “piattaforme”) che informali (wiki, blog, podcast, VOIP), può diventare un agevolatore o un integratore della didattica scolastica, sia consentendo una maggiore individualizzazione dei percorsi, sia mettendo lo studente in condizione di favorire tecniche di sostegno aggiuntivo, peer tutoring ecc.
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Di Mari, E., G. P. Segoloni, and M. Talaia. "L'emodialisi e la politerapia farmacologica: indagine sull'aderenza ai farmaci in un gruppo di pazienti in emodialisi presso il Centro Dialisi S. Vito." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 4 (January 26, 2018): 46–49. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1173.

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L'aderenza alla terapia rappresenta uno dei fattori principali di successo clinico soprattutto per i pazienti con patologie croniche come quelli con I.R.C. Spesso però, sono numerosi i fattori che la compromettono e il medico e l'infermiere sono chiamati ad intervenire per rafforzare l'alleanza terapeutica con il paziente al fine di migliorare l'aderenza. L'indagine condotta in questo studio su 56 dei 70 pazienti emodializzanti nell'ospedale S. Vito di Torino, ha permesso di individuare quali elementi influenzano la loro aderenza alla terapia farmacologica domiciliare, soprattutto nell'ambito delle conoscenze sui farmaci assunti e del supporto informativo fornito dai medici e gli infermieri del Centro Dialisi. La dimenticanza nell'assumere la terapia si è rivelata tra i fattori principali di non aderenza, seguita dalla posologia delle prescrizioni farmacologiche poco coniugabili con lo stile di vita del paziente. I risultati del questionario somministrato agli assistiti, hanno dimostrato che la conoscenza da parte del paziente sulla terapia assunta e un minor numero di farmaci prescritti, influenzano positivamente la sua aderenza. A1 contrario, la chiarezza delle informazioni ricevute dal personale sanitario non è risultata significativa in questo ambito. Al termine dello studio sono stati individuati alcuni interventi atti ad affrontare le criticità emerse dall'indagine. (sian) (nursing)
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Giampieri, Emanuela, Alessandra Ratti, Alessandra Beretta, Cinzia Mattavelli, Elena Ferrarini, Carlo Pruneri, and Italo Carta. "Determinants of hospitalization from psychiatric E.R. from S. Gerardo hospital in Monza: epidemiological cross-sectional study." Epidemiology and Psychiatric Sciences 11, no. 4 (December 2002): 266–76. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005844.

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RIASSUNTOScopo – Individuare i fattori predittivi di ricovero in pazienti che giungono presso il Pronto Soccorso con problem psichiatrici. Disegno – Studio epidemiologico trasversale condotto presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale S. Gerardo di Monza, tra il 1 giugno 1995 ed il 31 maggio 1997. Sono stati inclusi tutti i soggetti di età maggiore di 18 anni per i quali sia stata richiesta una valutazione psichiatrica. E' stato sondato il peso di variabili socio-demografiche, di variabili cliniche e di variabili di servizio sulla decisione di ricovero. Principali misure utilizzate – I dati sono stati raccolti mediante una scheda appositamente costruita, compilata dal medico di guardia al momento della visita. I dati sono stati analizzati tramite analisi univariata e regressione logistica. Risultati – Sono stati raccolti dati inerenti 2076 casi. All'analisi univariata la probabilita di ricovero è risultata più elevata per soggetti tra i 39 ed i 48 anni, celibi o nubili, disoccupati, affetti da schizofrenia, da disturbi deH'umore o da disturbi di personalità. Il ricovero è più probabile in proporzione alia gravità, all'ideazione suicidiaria ed a precedenti ricoveri. Tra i sintomi troviamo che l'ansia protegge dal ricovero laddove allucinazioni, delirio, assenza di critica di malattia, blocco psicomotorio, agitazione psicomotoria, stato confusionale, crisi pantoclastiche, bizzarrie comportamentali, alterazioni dello stato di coscienza e precedenti ricoveri incrementano la probabilità di ospedalizzazione. Il lunedì ed il venerdì sono i giorni a più alta frequenza di ricoveri. La regressione logistica conferma il ruolo predittivo di età, sintomi, aggressività, gravità ed ideazione suicidiaria, e dei giorni della settimana tra le variabili di servizio. Conclusione – Tra i fattori predittivi di ricovero in SPDC le variabili cliniche mantengono un ruolo predominante, rispetto a fattori socio-demografici. Accanto a queste, tuttavia, si nota un peso rilevante deH'organizzazione del servizio con un aumento del tasso di ricoveri proprio nei giorni a cavallo del fine settimana, quando i servizi territoriali chiudono.
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Panigada, G., M. Campanini, A. Fontanella, and R. Nardi. "Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel Dipartimento Medico e continuità assistenziale." Italian Journal of Medicine 3, no. 1 (December 31, 2015): 499. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.6.

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Анотація:
<img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel dipartimento medico e continuità assistenziale</strong> 499<br /><em>G. Panigada, I. Chiti</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni3.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Organizzazione delle Medicine Interne della Toscana: analisi specifica delle criticità</strong> 503<br /><em>R. Laureano, S. Meini</em></p><p class="titolo"><strong>Risultati di una <em>survey</em> sulla complessità promossa da FADOI</strong> 509<br /><em>M. Gambacorta, A. Montagnani, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><strong><em>Fare di più non significa fare meglio</em>: il contributo FADOI al programma di <em>Slow Medicine</em> per una medicina sostenibile</strong> 513<br /><em>L. Lusiani, R. Frediani, A. Fortini, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Gli effetti della riorganizzazione ospedaliera sulla comunicazione medico-paziente: un’analisi di cambiamento necessario</strong> 523<br /><em>M. Felici, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>Survey sui fabbisogni di formazione e aggiornamento degli internisti FADOI</strong> 528<br /><em>C. Canale, M. Cannone, M. La Regina, R. Risicato, M. Silingardi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni21.jpg" alt="" /> <br /><p class="titolo"><strong>L’internista ospedaliero: dentro o fuori?</strong> 531<br /><em>F. Orlandini, F. Pietrantonio</em></p><p class="titolo"><strong>La telemedicina in Medicina Interna</strong> 537<br /><em>A. Sciascera</em></p><p class="titolo"><strong><em>Red flags</em> e modelli di <em>fast track</em> per accedere rapidamente alla diagnosi precoce</strong> 541<br /><em>F. Pieralli, F. Corradi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni4.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Sovraffollamento e qualità assistenziale in Ospedale: sono previste soluzioni nei patti per la salute?</strong> 544<br /><em>A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>L’area critica di medicina interna: stato dell’arte nella Regione Puglia. Quali motivazioni? Per quali pazienti? Secondo quali normative?</strong> 548<br /><em>F. Ventrella</em></p><p class="titolo"><strong>Il <em>medico tutor</em> nell’ospedale per intensità di cura</strong> 556<br /><em>M. Alessandri</em></p><p class="titolo"><strong>L’<em>Hospitalist</em></strong> 563<br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>Il dipartimento medico è tuttora una soluzione per il governo clinico della complessità assistenziale?</strong> 567<br /><em>G. Landini</em></p><p class="titolo"><strong>Modalità organizzative e clima interno nell’area medica</strong> 569<br /><em>S. De Carli, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie endocrino-metaboliche in area medica: percorsi clinico-assistenziali ed implicazioni economiche</strong> 575<br /><em>M. Cappagli, S. Barbieri, V. Scardigli, C. Rossi, L. Sanna, E. Romano</em></p><p class="titolo"><strong>Cure palliative: nuova branca specialistica o competenze da riscoprire?</strong> 583<br /><em>G. Chesi, P. Montanari, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Strumenti di comunicazione esterna per la continuità assistenziale: dimissioni protette, percorsi integrati ospedale territorio, integrazione di servizi</strong> 588<br /><em>G. Chesi, E. Scalabrini, N. Branchetti, C. Sarti, F. Bencivenni, A. Giudici</em></p><p class="titolo"><strong><em>Integrated delivery system</em>: effetti su costi e qualità. Quale futuro?</strong> 599<br /><em>E. Desideri</em></p><p class="titolo"><strong>L’ospedale del futuro tra assistenza in acuzie e continuità di cura: il modello inglese può essere implementato anche nei nostri ospedali?</strong> 601<br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Montagnani</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/concl.jpg" alt="" /><p class="titolo"><strong>Conclusioni: chi garantisce il coordinamento e la continuità delle cure?</strong> 608<br /><em>C. Nozzoli</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>I documenti FADOI</strong> 610<br /><em>M. Campanini</em></p>
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Zulian, F., M. Campanini, L. Lusiani, L. Magnani, G. Pinna, and R. Nardi. "Saper desistere per curare fino in fondo: come intraprendere il migliore percorso di assistenza nel Paziente con grave insufficienza d’organo in Medicina Interna?" Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (April 11, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.5.

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<img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>La futilità in medicina e le difficoltà a desistere</strong><br /><em>L. Lusiani, L. Magnani</em></p><p class="titolo"><strong>Le prospettive Slow Medicine sulla desistenza terapeutica</strong><br /><em>S. Spinsanti, S. Vernero</em></p><p class="titolo"><strong>La desistenza terapeutica: il punto di vista del magistrato</strong><br /><em>V. Castiglione, V. Pedone</em></p><p class="titolo"><strong>La <em>desistenza terapeutica</em> è giustificabile sul piano etico?</strong><br /><em>E. Furlan</em></p><p class="titolo"><strong>Il punto di vista di un credente</strong><br /><em>G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong>Il buon samaritano, la misericordia del medico e desistenza terapeutica: concetti fra loro compatibili?</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, L. Cascavilla, G. Fasanella</em></p><p class="titolo"><strong>Le grandi insufficienze d’organo <em>end stage</em>: il documento SIAARTI</strong><br /><em>G.R. Gristina, L. Riccioni</em></p><p class="titolo"><strong>I determinanti della mortalità a breve termine dei pazienti non oncologici ricoverati in medicina interna: un’esperienza sul campo</strong><br /><em>M. Tiraboschi, S. Ghidoni, A. Zucchi, A. Carobbio, A. Ghirardi, M. Casati, F. Dentali, A. Squizzato, D. Torzillo, F. De Stefano, V. Gessi, E. Tamborini Permunian, S. Moretti, A. Assolari, A. Brucato</em></p><p class="titolo"><strong>Le parole per dirlo: la comunicazione al paziente, ai familiari e al <em>caregiver</em></strong><br /><em>M. Felici, S. Lenti, L. Occhini, A. Pulerà</em></p><p class="titolo"><strong>Le alternative possibili che il medico internista può proporre alla dimissione, rispetto all’aumento di intensità di cura e l’assistenza ospedaliera ordinaria: <em>la rete di cure palliative</em></strong><br /><em>D. Valenti, F. Moggia</em></p><p class="titolo"><strong>Scompenso cardiaco avanzato: dalla terapia attiva alle cure palliative</strong><br /><em>G. Mathieu</em></p><p class="titolo"><strong>Ictus ischemico ed emorragia cerebrale: problematiche di fine vita</strong><br /><em>C. Trocino</em></p><p class="titolo"><strong>Demenza avanzata</strong><br /><em>M. Coveri</em></p><p class="titolo"><strong>La dispnea al termine della vita</strong><br /><em>M. Giorgi-Pierfranceschi, S. Orlando</em></p><p class="titolo"><strong>Dialisi</strong><br /><em>M. Meschi, S. Pioli, A. Magnano, F. Spagnoli, M. Saccò</em></p><p class="titolo"><strong>Ventilazione meccanica invasiva e non</strong><br /><em>M. La Regina, F. Orlandini</em></p><p class="titolo"><strong>Il diabete mellito</strong><br /><em>L. Morbidoni</em></p><p class="titolo"><strong>Comunicare la scelta di desistere in medicina: una esperienza sul campo</strong><br /><em>C. Bullo, G. Bordin, L. Lusiani</em></p><p class="titolo"><strong>Le prospettive future in Italia e all’interno del nostro SSN</strong><br /><em>A. Fontanella</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>APPENDICE<br />Metodi di riconoscimento e di valutazione del paziente in fase terminale o a rischio di elevata mortalità in ospedale: le malattie più frequentemente riscontrabili in Medicina Interna</strong><br /><em>R. Nardi, G. Belmonte, P. Gnerre, G. Pinna, D. Borioni, M. Campanini, R. Gerloni, A. Fontanella</em></p>
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Ferri, Letizia. "Le discipline umanistiche e la riflessivit&agrave;: un connubio felice dalla scuola alla sanit&agrave;." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (July 2023): 22–36. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2023oa15894.

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Il contributo, partendo dal bisogno della societ&agrave; attuale di formare persone competenti per resilienza e autoregolazione (Pellerey, 2023), dopo aver brevemente tentato di esplicitare il significato di alcuni vocaboli inerenti alla riflessivit&agrave; e circoscritto quali aspetti di essa si &egrave; interessati a mettere in luce, introduce l'importanza dell'utilizzo di tutte le discipline umanistiche, portando alcuni esempi del loro impiego in contesti formativi all'apparenza molto distanti tra loro: quello medico e quello scolastico. Le tecniche utilizzate negli ultimi anni nell'ambito della formazione dei professionisti riflessivi sono molteplici e hanno ampiamente dimostrato la loro validit&agrave; e utilit&agrave;; nella formazione in itinere degli adulti, dove l'apprendimento trasformativo (Mezirow, 2016) si evidenzia sempre pi&ugrave; come una via preferenziale per lo sviluppo di nuove competenze, gli educatori e i formatori sono alla ricerca di nuovi dispositivi didattici che possano favorire una pratica riflessiva nei discenti, aiutandoli a decifrare la gamma di significati che porta con s&eacute; la loro esperienza; in questo contesto si sta affermando una nuova attenzione alle discipline umanistiche e alla ricchezza dei loro contenuti e linguaggi. In ambito sanitario si &egrave; affermato fin dagli anni ‘60 il concetto delle Medical Humanities (Zannini, 2008), mentre in altri ambiti si utilizzano aspetti delle discipline umanistiche pi&ugrave; o meno noti; l'intento del contributo &egrave; quello di realizzare una panoramica che evidenzi l'utilizzo di tutti i costrutti delle discipline umanistiche nell'ambito dei pi&ugrave; diversi tipi di formazione riflessiva degli adulti, oltre ogni prospettiva settoriale. Muovendo da tali intenti, si analizzano diversi dispositivi didattici "umanistici" e pratiche progettate e realizzate per promuovere la riflessivit&agrave;. All'interno di una molteplicit&agrave; di proposte sia nell'area didattica che in quella sanitaria si &egrave; scelto di citare due percorsi formativi in particolare, per la ricchezza e variet&agrave; di dispositivi "umanistici" utilizzati.
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Rohman, Mojibur, Marji ., Dwi Agus Sudjimat, and R. Machmud Sugandi. "Dukungan Keluarga dan Kesiapan Kerja di Kalangan Siswa SMK di Indonesia: Efek Mediasi dari Wawasan Dunia Kerja." Jurnal Pendidikan Teknik Mesin Undiksha 10, no. 1 (March 31, 2022): 1–9. http://dx.doi.org/10.23887/jptm.v10i1.43409.

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Abstrak Kesiapan kerja siswa kejuruan di Indonesia menjadi salah satu isu penting yang terus dibahas. Hal tersebut dikarenakan lulusan pendidikan kejuruan tersebut masih menduduki posisi teratas untuk angka pengangguran dibandingkan tingkat pendidikan yang lain. Rendahnya kesiapan kerja di kalangan siswa dipengaruhi oleh banyak faktor yang perlu diidentifikasi. Penelitian ini bertujuan untuk menguji secara empiris pengaruh dukungan keluarga terhadap kesiapan kerja siswa kejuruan yang dimediasi oleh wawasan dunia kerja. Untuk itu 115 siswa dipilih melalui teknik cluster random sampling dari 4 SMK yang ada di Jawa Timur, Indonesia. Pengumpulan data menggunakan kuesioner untuk mengukur skala dukungan keluarga, wawasan dunia kerja dan kesiapan kerja siswa. Pengujian hipotesis dilakukan dengan analisis jalur pada tingkat signifikansi 0,05. Hasil penelitian menujukkan bahwa dukungan keluarga berpengaruh signifikan terhadap kesiapan kerja siswa, baik secara langsung maupun tidak langsung melalui wawasan dunia kerja. Dengan demikian, keterlibatan keluarga harus maksimal dalam memberikan dukungan yang dibutuhkan oleh siswa. Di sisi lain, sekolah harus mampu menyediakan informasi pekerjaan yang tepat untuk membantu siswa dalam memperluas wawasan mereka tentang dunia kerja.Kata kunci: kesiapan kerja; dukungan keluarga; wawasan dunia kerja; SMK. AbstractJob readiness of vocational students in Indonesia is one of the important issues that continues to be discussed. This is because vocational education graduates still occupy the top position for unemployment rates compared to other levels of education. The low job readiness among students is influenced by many factors that need to be identified. This study aims to empirically examine the effect of family support on vocational students' job readiness mediated by the world of work insight. For this reason, 115 students were selected through a cluster random sampling technique from 4 vocational schools in East Java, Indonesia. Collecting data using a questionnaire to measure the scale of family support, insight into the world of work and student work readiness. Hypothesis testing was carried out by path analysis at a significance level of 0.05. The results of the study show that family support has a significant effect on students' work readiness, both directly and indirectly through insight into the world of work. Thus, family involvement should be maximized in providing the support needed by students. On the other hand, schools must be able to provide appropriate job information to assist students in broadening their horizons about the world of work.Keywords : working readiness; family support; insight into the world of work; SMK.DAFTAR RUJUKANSuswanto, H., Asfani, K., and Wibawa, A.P. (2017). Contribution of teaching performance, learning satisfaction and achievement motivation to students’ competence achievement. Global J. of Engng. Educ., 19, 1, 66-71.Billett, S. (2011). Vocational Education Purposes, Traditions and Prospects. New York: Springer,.Pavlova, M. (2009). Technology And Vocational Education For Sustainable Development : Empowering Individuals for the Future. Queensland: Springer.Badan Pusat Statistik (BPS), Tingkat Pengangguran Terbuka (TPT) sebesar 5,34 persen (2018), 14 May 2019, https://www.bps.go.id/pressrelease/2018/11/05/1485/agustus-2018--tingkat-pengangguran-terbuka--tpt--sebesar-5-34-persen.htmlSasmito, A.P., Kustono, D. & Patmanthara, S. (2015). Kesiapan Memasuki Dunia Usaha/Dunia Industri (DU/DI) Siswa Paket Keahlian Rekayasa Perangkat Lunak di SMK. Teknologi dan Kejuruan, 38, 1, 25-40.Caballero, C., Walker, A., & Fuller-Tyszkiewicz, M. (2011). The Work Readiness Scale (WRS): Developing a measure to assess work readiness in college graduates. J. of Teaching and Learning for Graduate Employability, 2, 2, 41-54.Caballero, C., & Walker, A. (2010). Work readiness in graduate recruitment and selection: A review of current assessment methods. J. of Teaching and Learning for Graduate Employability, 1, 1, 13- 25.Setyawati, R., (2017). Pengaruh Pengalaman Praktik Kerja Industri, Pelaksanaan Bimbingan Kejuruan dan Dukungan Keluarga terhadap Kesiapan Kerja Siswa SMK Swasta di Kabupaten Bantul. Jurnal Sosial Humaniora dan Pendidikan, 2, 1, 36-45.Grant, K.B. & Ray, J.A., (2010). Home, School, and Community Collaboration. United Stae of America: SAGE Publication, Inc.,King, R.B., & McInerney, D.M., (2019). Family-support goals drive engagement and achievement in a collectivist context: Integrating etic and emic approaches in goal research. Contemporary Educational Psychology 58, 338-353.Igberadja, S., (2015). Factors Influencing Performance In Basic Technology Among Secondary School Students of Delta South Senatorial District in Delta State, Nigeria, Journal of Technical Education and Training (JTET), 7, 2, 24-34.Odo, M. I. (2015). Sustaining Occupational Information for Career Choice and Development in Students of Technical Colleges in Enugu State, Nigeria. Journal of Technical Education and Training (JTET), 7, 1, 1-9.Saniter, N., Schnitzlein, D.,D., & Siedler, T. (2019). Occupational Knowledge and Educational Mobility: Evidence from the Introduction of Job Information Centers. Economics of Education Review, 69, 108-124.Feldt, L.S., & Brennan, R.L., (1989). Reliability educational measurement. New York: McMillan Publishing Company.Isarabhakdi, P. & Pewnil, T. (2016). Engagement with family, peers, and Internet use and its effect on mental well-being among high school students in Kanchanaburi Province, Thailand, International Journal of Adolescence and Youth, 21, 1, 15-26.Smitsa, J. & Hosgor, A.G. (2006). Effects of family background characteristics on educational participation in Turkey, International Journal of Educational Development, 26, 545-560.Ismail, M.E., Hashim, S., Hamzah, N., Samad, N.A., Masran, S.M., Mat Daud, K.A., Amin, N.F.M.,, Samsudin, M.A. & Kamarudin, N.Z.S. (2019). Factors that Influence Students’ Learning: An observation on Vocational College students, Journal Of Technical Education And Trainin, 11, 1, 93-99.Ainane, S., Bouabid, A. & Sokkary, W.E. (2019). Factors that influence the high percentage of women enrolled in engineering in the UAE and preparing for careers in the oil and gas industry, Global Journal of Engineering Education., 21, 1, 62-68.
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CAROTI, STEFANO. "DANIELA MUGNAI CARRARA, La biblioteca di Nicolò Leoniceno. Tra Aristotele e Galeno: cultura e libri di un medico umanista, Leo S. Olschki, Firenze, 1991 («Accademia toscana di scienze e lettere "La Colombaria". Studi», CXVIII), 247 pp., ind." Nuncius 7, no. 1 (1992): 321–22. http://dx.doi.org/10.1163/182539192x00730.

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Burg, A. "A. Fyrigos e. a., Il Collegio greco di Roma. Ricerche sugli alunni, la direzione, lʼattività (Analecta Collegii Graecorum 1). Roma, Pont. Collegia Greco S. Atanasio, 1983. 24 x 17, XIV-398 p., VI tav." Het Christelijk Oosten 38, № 1 (12 листопада 1986): 67. http://dx.doi.org/10.1163/29497663-03801025.

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Gentilcore, David. "Giovanna Ferrari, L'Esperienza del passato. Alessandro Benedetti, filologo e medico umanista, Biblioteca di Nuncius, studi e testi XXII, Florence, Leo S Olschki, 1996, pp. 357, no price given (88-222-4465-6)." Medical History 43, no. 1 (January 1999): 137–38. http://dx.doi.org/10.1017/s0025727300064917.

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Zulian, F., M. Campanini, L. Lusiani, L. Magnani, G. Pinna, and R. Nardi. "Problematiche di fine vita: il ruolo della medicina interna ospedaliera." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (April 10, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.4.

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<img src="/public/site/images/pgranata/PREFAZIONE.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Etica cristiana e malattia</strong><br /><em>E. Bianchi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Le problematiche di fine vita: quale consapevolezza da parte degli internisti?</strong><br /><em>M. Gambacorta, M. Campanini, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Il concetto di terminalità: certezze e incertezze</strong><br /><em>L. Lusiani, C. Bullo</em></p><p class="titolo"><strong>Traiettorie di malattia: non sempre i pazienti e le famiglie sono informati</strong><br /><em>L. Magnani</em></p><p class="titolo"><strong>La dignità come fattore di cura: pratica clinica nel fine vita nella medicina <em>patient centered</em></strong><br /><em>M. Felici, A. Pulerà, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>L’assistenza nel fine vita: quali responsabilità? Un approccio medico-legale al tema</strong><br /><em>A. Aprile, M. Bolcato, D. Rodriguez</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente terminale: aspetti di tipo etico</strong><br /><em>R. Cavaliere</em></p><p class="titolo"><strong>Cure palliative, assistenza domiciliare e <em>caregiver burden</em>: il modello dell’efficienza terapeutica</strong><br /><em>L. Occhini, A. Pulerà, M. Felici</em></p><p class="titolo"><strong>Nutrizione ed idratazione nei malati terminali</strong><br /><em>R. Risicato</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione del dolore nel paziente terminale</strong><br /><em>G. Civardi, M. Bosco, R. Bertè</em></p><p class="titolo"><strong>Sedazione di fine vita: aspetti decisionali clinici ed etici</strong><br /><em>M. Carassiti, A. De Benedictis, M. Del Prete, B. Vincenzi, V. Tambone</em></p><p class="titolo"><strong>La rimodulazione della terapia negli anziani in fase terminale</strong><br /><em>A. Cester, F. Busonera</em></p><p class="titolo"><strong>Ruolo dell’infermiere nel <em>comfort care</em> del paziente a fine vita in Medicina Interna</strong><br /><em>D. Simonazzi, M. Lince, S. Tanzi, G. Bordin</em></p><p class="titolo"><strong>Percorso di fine vita e diagnosi di terminalità: l’esperienza dell’Ausl di Modena e Reggio Emilia</strong><br /><em>G. Chesi, E. Scalabrini, P. Vacondio, G. Pinelli, G. Carrieri, G. Cioni</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>APPENDICE I<br />Metodi di riconoscimento e di valutazione del paziente in fase terminale o a rischio di elevata mortalità in ospedale</strong><br /><em>R. Nardi, G. Belmonte, L. Lusiani, M. Gambacorta, G. Pinna, M. Campanini, A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>APPENDICE II<br />RECENSIONE - Riflessioni sul dolore </strong>di Umberto Eco<br /><em>R. Nardi</em></p>
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Marin, Francesca. "La salute approda nel mercato. Le questioni etiche relative alla fornitura di informazioni sui rischi di salute / Putting health in the marketplace. Ethical issues about providing online health risk information." Medicina e Morale 66, no. 1 (March 15, 2017): 31–43. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.474.

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Nell’ottobre 2015 l’azienda 23andMe ha ottenuto da parte della Food and Drug Administration (FDA) l’approvazione a vendere direttamente ai consumatori alcuni test genetici, acquistabili quindi senza la supervisione di professionisti sanitari. I 36 test approvati forniscono informazioni sul rischio riproduttivo di malattie quali fibrosi cistica e Tay-Sachs. Al momento 23andMe non può commercializzare i test di suscettibilità genetica (GST), ma spera di ottenere l’approvazione della FDA per fornire informazioni anche sul rischio di insorgenza di malattia. L’idea è che, acquisendo tali informazioni, i consumatori possano intraprendere stili di vita più idonei per evitare che si sviluppi la patologia. “È in arrivo la sanità su misura dei consumatori”, ha esclamato Anne Wojcicki, co-fondatrice della 23andMe. Effettivamente, accanto ad altre modalità (quali mobile health, telemedicina, ecc.) di accesso online all’informazione sanitaria, i test genetici diretti ai consumatori incoraggiano un approccio consumistico alla salute. Tuttavia, questo è vantaggioso per la medicina e i consumatori? La promozione della salute richiede attitudini meramente consumistiche? Per discutere tali questioni, il paper affronterà innanzitutto i problemi di validità clinica e di utilità dei GST così come le loro implicazioni sul sistema sanitario: sebbene la ricerca continui, i GST hanno un potere predittivo limitato e le misure preventive o terapeutiche non sono sempre disponibili, comportando sovramedicalizzazione e minori risorse sanitarie per altri (i consumatori potrebbero richiedere ulteriori test per confermare o invalidare i risultati ottenuti). Verranno poi analizzate le questioni etiche relative alla commercializzazione della salute e al progressivo passaggio dal rapporto fiduciario medico-paziente al rapporto consumistico fornitore-fruitore. ---------- In October 2015 the company 23andMe gained the Food and Drug Administration (FDA)’s approval to market genetic tests directly to consumers, without supervision of healthcare professionals. The FDA approved 36 carrier tests to provide health information on inherited disorders, including cystic fibrosis and Tay-Sachs. 23andMe is still prohibited in marketing genetic susceptibility testing (GST), but the company hopes to gain the FDA’s approval to provide health risk information. The idea is that informing customers of their genetic susceptibility may motivate them to change their health-related behavior, reducing the risk of the disease’s onset. “Direct-to-consumer healthcare is coming!”, said Anne Wojcicki, co-founder of 23andMe, after the FDA’s approval. Actually, besides other ways (such as mobile health, telemedicine, etc.) of getting access to health information and services through internet, direct-to-consumer genetic tests fosters a consumerist approach to healthcare. Nevertheless, is such an approach advantageous for medicine and consumers? Can we consider health as a mere consumer good whose promotion requires consumerist attitudes? To discuss these issues, the paper will firstly address problems with clinical validity and utility of GST as well as their implications for healthcare systems: although research is ongoing, GST have limited predictive power and therapeutic or preventive measures are not always available, leading to overmedicalization and fewer healthcare resources for others (consumers could require follow-up tests to confirm or deny obtained results). Secondly, ethical concerns regarding putting health in the marketplace will be analyzed by examining the progressive shift from healthcare professional-patient fiduciary relationship to provider-user consumerist relationship.
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Bernatowicz, Tadeusz. "Jan Reisner w Akademii św. Łukasza. Artysta a polityka króla Jana III i papieża Innocentego XI." Roczniki Humanistyczne 68, no. 4 Zeszyt specjalny (2020): 159–91. http://dx.doi.org/10.18290/rh20684-10s.

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Jan Reisner (ca. 1655-1713) was a painter and architect. He was sent by King Jan III together with Jerzy Siemiginowski to study art at St. Luke Academy in Rome. He traveled to the Eternal City (where he arrived on February 24, 1678) with Prince Michał Radziwiłł’s retinue. Cardinal Carlo Barberini, who later became the protector of Regni Poloniae, was the guardian and protector of the artist during his studies in 1678-1682. In the architectural competition announced by the Academy in 1681 Reisner was awarded the fi prize in the fi class, and a little later he was accepted as a member of this prestigious university. He was awarded the Order of the Golden Spur (Aureatae Militiae Eques) and the title Aulae Lateranensis Comes, which was equivalent to becoming a nobleman. The architectural award was conferred by the jury of Concorso Academico, composed of the Academy’s principe painter Giuseppe Garzi, its secretary Giuseppe Gezzi, and the architects Gregorio Tommassini and Giovanni B. Menicucci. In the Archivio storico dell’Accademia di San Luca, preserved are three design drawings of a church made by Jan Reisner in pen and watercolor, showing the front elevation, longitudinal section, and a projection. Although they were made for the 1681 competition, they were labelled with the date 1682, when the prizes were already being awarded. Reisner’s design reflected the complicated trends in the architecture of the 1660s and 1670s, especially in the architectural education of St. Luke’s Academy. There, attempts were made to reconcile the classicistic tendencies promoted by the French court with the reference to the forms of mature Roman Baroque. As a result of this attempt to combine the features of the two traditions, an eclectic work was created, as well as other competition projects created by students of the St. Luke’s Academy. The architect designed the Barberini temple-mausoleum, on a circular plan with eight lower chapels opening inwards and a rectangular chancel. The inside of the rotund is divided into three parts: the main body with opening chapels, a tambour, and a dome with sketches of the Fall of Angels. Inside, there is an altar with a pillar-and-column canopy. The architectural origin of the building was determined by ancient buildings: the Pantheon (AD 125) and the Mausoleum of Constance (4th century AD). A modern school based of this model was opened by Andrea Palladio, who designed the Tempietto Barbaro in Maser from 1580. In the near future, the Santa Maria della Assunzione in Ariccia (1662-1664) by Bernini and Notre-Dame-de-l’Assomption (1670-1676) in Paris by Charles Errard could provide inspiration. In particular, the unrealized project of Carlo Fontana to adapt the Colosseum to the place of worship of the Holy Martyrs was undertaken by Clement X in connection with the celebration of the Holy Year in 1675. In the middle of the Flavius amphitheatre, he designed the elevation of a church in the form of an antique-styled rotunda, with a dome on a high tambour and a wreath of chapels encircling it. Equally important was the design of the fountain of the central church in Basque Loyola (Santuario di S. Ignazio a Loyola). In the Baroque realizations of the then Rome we find patterns for the architectural decoration of the Reisnerian church. In the layout and the artwork of the facades we notice the influence of the columnar Baroque facades, so common in different variants in the works of da Cortona, Borromini and Rainaldi. The monumental columnar facades built according to Carlo Rainaldi’s designs were newly completed: S. Andrea della Valle (1656 / 1662-1665 / 1666) and S. Maria in Campitelli (designed in 1658-1662 and executed in 1663-1667), and Borromini San Carlo alle Quatro Fontane (1667-1677). The angels supporting the garlands on the plinths of the tambour attic are modelled on the decoration of two churches of Bernini: S. Maria della Assunzione in Ariccia (1662-1664) and S. Andrea al Quirinale (1658-1670). The repertoire of mature Baroque also includes the window frames of the front facade of the floor in the form of interrupted beams and, with the header made in the form of sections capped with volutes. The design indicates that the chancel was to be laid out on a slightly elongated rectangle with rounded corners and covered with a ceiling with facets, with a cross-section similar to a heavily flattened dome. It is close to the solutions used by Borromini in the Collegio di Propaganda Fide and the Oratorio dei Filippini. The three oval windows decorated with C-shaped arches and with ribs coming out of the volute of the base of the dome, which were among the characteristic motifs of da Cortona, taken over from Michelangelo, are visible. The crowning lantern was given an original shape: a pear-shaped outline with three windows of the same shape, embraced by S-shaped elongated volutes, which belonged to the canonical motifs used behind da Cortona by the crowds of architects of late Baroque eclecticism. Along with learning architecture, which was typical at the Academy, Reisner learned painting and geodesy, thanks to which, after his return to Poland, he gained prestige and importance at the court of Jan III, then with the Płock Voivode Jan Krasiński. His promising architectural talent did gain prominence as an architect in Poland, although – like few students of St. Luke’s Academy – he received all the honors as a student and graduate.
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Lenti, S., M. Felici, M. Campanini, A. Fontanella, R. Nardi, and G. Gussoni. "La comunicazione con il paziente e tra professionisti nella gestione del paziente complesso in Medicina Interna." Italian Journal of Medicine 5, no. 1 (March 21, 2017): 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.1.

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Анотація:
<p class="titolo"><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /></p><p class="titolo"><strong>Introduzione</strong><br /><em>M. Campanini</em></p><p class="titolo"><strong>La comunicazione tra professionisti</strong><br /><em>A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>Il valore della comunicazione in medicina interna</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, G. D’Onofrio, D. Sancarlo</em></p><p class="titolo"><strong>Le <em>Communication Skills come Evidence Based Medicine</em></strong><br /><em>M. Felici, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>La procedura comunicativa Calgary-Cambridge</strong><br /><em>L. Sammicheli, C. Nozzoli</em></p><p class="titolo"><strong>La procedura comunicativa Macy Model</strong><br /><em>V. De Crescenzo, M. Manini</em></p><p class="titolo"><strong>La Medicina e la Ricerca <em>disease, patient </em>e<em> person-oriented</em></strong><br /><em>G. Gussoni, L. Bellesia, S. Frasson, A. Valerio, E. Zagarrì</em></p><p class="titolo"><strong>I contesti clinici e comunicativi della medicina</strong><br /><em>M. Felici, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>L’<em>illness</em> del paziente: una <em>Evidence Based Medicine</em> nella medicina della complessità</strong><br /><em>L. Occhini, A. Pulerà, M. Felici</em></p><p class="titolo"><strong><em>Illness</em> e comportamento di malattia</strong><br /><em>L. Occhini, A. Pulerà, M. Felici</em></p><p class="titolo"><strong>Il paradosso della prognosi: il dilemma della comunicazione nella prognosi in medicina interna</strong><br /><em>R. Ruggeri, L. Magnani, M. Murolo, G. Colombo, F. Colombo</em></p><p class="titolo"><strong>Il terzo incomodo, ovvero, come la tecnologia informatica ha influenzato la relazioni medico-paziente</strong><br /><em>S. De Carli, M. Rondana, V. Moretti</em></p><p class="titolo"><strong>La comunicazione efficace come strumento per aumentare l’aderenza alla terapia ovvero l’<em>alleanza terapeutica</em></strong><br /><em>A. Galanti, L. S. Martin Martin, M. Semprini, D. Terracina</em></p><p class="titolo"><strong>Il valore della comunicazione nei sistemi sanitari</strong><br /><em>M. Sandroni</em></p>
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Novak, V., O. Tarasyuk, S. Primak, O. Tushnytskyi, and I. Myskiv. "Results of donor`s blood screening on the presence of hepatitis C antibodies in the blood service of Ukraine for 2019-2021." Lviv clinical bulletin 2, no. 42 (July 23, 2023): 17–24. http://dx.doi.org/10.25040/lkv2023.02.017.

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Introduction. An indicator of social and medical well-being, in particular, during wartime in Ukraine, is the level of spread of one of the hemotransmissive infections – hepatitis C. After being contaminated with hepatitis C virus donor blood is transformed from a life-saving treatment to a source of deadly disease, all the above accompanied by lack of statistics on cases of infection transmission during blood transfusions. There is an urgent need for the blood service of Ukraine to implement method of polymerase chain reaction, widely used in global practice, which will make it possible to detect blood transmissive pathogens even in the early phases of infection. Detection of potential infectious agents should be established in Ukraine at an appropriate level with the mandatory use of methods and quality test systems that are implemented in countries of European Union and United States of America. The aim of the study. To analyze the donor`s blood screening results on the presence of hepatitis C antibodies according to the blood service of Ukraine reports for the years 2019-2021. Materials and Methods. An epidemiological, single-moment, continuous, retrospective analysis was carried out using biostatistical data in accordance with the order of the Ministry of Health of Ukraine № 353 of 10.12.98 “On ensuring the safety and quality of donated blood, its components and derivatives preparation” (reports of regional centers for blood transfusion of Ukraine) for the period 2019-2021 while applying medico-statistical methods: retrospective, copying, mathematical, graphic, abstract, deductive awareness, structural and logical systemic analysis. Screening of donor blood for the presence of hepatitis C antibodies was accomplished by the enzyme immunoassay method. The dynamics of the prevalence of hepatitis C markers among donors per 100,000 studies with deviation indices (DI+/-) were analyzed. Results. The number of tests conducted for the presence of antibodies to hepatitis C virus in 2019, 2020 and 2021 was 502155, 445224 and 474488 respectively, indicating certain decrease of donor blood screening potential. According to the quantitative hierarchy, the highest peak in the prevalence of hepatitis C markers in 2019 was detected in Ivano-Frankivsk region, while the lowest value of this same index documented in Sumy region. According to the obtained database, the average all-Ukraine index of the hepatitis C virus prevalence in donor`s blood decreased from 832.0 in 2019 to 527.3 in 2021 per 100.000 probes. Conclusions. Taking into consideration the overall epidemic situation related to the prevalence of hepatitis C markers in donor’s blood in Ukraine due to period 2019-2021, the Parliamentary view on the problem, with regard to the Order of the Ministry of health care of Ukraine “On the approval of measures and means for preventing infections during patient care”, there is acute necessity for the implementation of modern diagnostic methodology (namely – the polymerase chain reaction) for the detection of potential hemotransmissive infections in donor`s blood, with simultaneous enhancement of elucidative activities of public organizations regarding the prevention of infections with special regard to the hemotransmissive infections. Keywords: screening for hepatitis C markers, donor’s blood, regions of Ukraine, prevalence per 100,000 probes.
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Grendler, Paul F. "Paolo Renzi. I libri del mestiere. La Bibliotheca Mureti del Collegio Romano. Florence: La Nuova Italia, 1993. 325 pp. IL35.000. - Agostino Sottili. Università e cultura. Studi sui rapporti italotedeschi nell'età dell'Umanesimo. Goldbach: Keip Verlag, 1993. xiii + 431 pp. - Agostino Sottili, ed. Documenti per la storia dell'Università di Pavia nella seconda metà del ‘400. Vol. 1: (1450-1455). Presentazione di Ettore Cau. (Fonti e studi per la storia dell' Università di Pavia, 21.) Bologna: Cisalpino, 1994. 225 pp. - Armando F. Verde. Lo Studio fiorentino 1473-1503. Ricerche e Documenti. Vol. 5: Gli stanziamenti. Presentazione di Eugenio Garin. Florence: Leo S. Olschki, 1994. xiv + 596 pp. IL125,000." Renaissance Quarterly 50, no. 2 (1997): 587–90. http://dx.doi.org/10.2307/3039196.

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Lo Gullo, A., A. Becciolini, S. Parisi, P. Del Medico, A. Farina, E. Visalli, A. Molica Colella, et al. "AB1101 THERAPEUTIC EFFECTS OF APREMILAST ON ENTHESITIS AND DACTYLITIS IN REAL CLINICAL SETTING: AN ITALIAN MULTICENTER STUDY." Annals of the Rheumatic Diseases 82, Suppl 1 (May 30, 2023): 1777–78. http://dx.doi.org/10.1136/annrheumdis-2023-eular.2779.

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BackgroundTo date only few real-world setting studies evaluated apremilast efficacy in psoriatic arthritis (PsA). Enthesitis and dactylitis are difficult-to-treat features of PsA leading to disability and affecting quality of life.ObjectivesThe aims of this study is to evaluate the leed enthesitis index (LEI) and dactlitis index (DAI) at 6 and 12 month in patients on treatment with apremilast.MethodsAll PsA consecutive patients treated with apremilast in fifteen Italian rheumatological referral centers were enrolled. Anamnestic data, treatment history, and PsA disease activity (DAPSA), LEI, DAI at baseline (T0), 6 month (T1) and 12 months (T2) were recorded. The Mann-Whitney test and chi-squared tests assessed the differences between independent group, whereas the Wilcoxon matched pairs signed-rank test assessed the differences between dependent samples. A p-value<0.05 was considered statistically significant.Resultsthe total cohort consisted of 209 patients (M/F 94/105) of whom 72 (34.4%) (M/F 29:43) patients had an enthesitis with a median LEI of 3 and 65 patients (31.1%) had dactylitis with a median of DAI of 1; DAPSA at base line was 24.1 in the enthesitis group, and 27.2 in the dactylitis group(Table 1). Prior DMARDs use and concomitant DMARDs drugs were more common in LEI groups with respect to DAI group. Compared to base line, Apremilast 30 mg two times per day demonstrated at 6 and 12 months a significantly improvements in LEI(Figure 1a; p<0.001 for both T1 vs T0, T2 vs T1), DAI (Figure 1b;p<0.001 for both T1 vs T0, T2 vs T1) and DAPSA (Figure 1c; p<0.001 for both T1 vs T0, T2 vs T1). In the LEI group, 29 patients (28.7%) reached a remission with LEI=0 at six months and 40 (44%) patients had a sustained improvement with LEI=0 at 12 months. In the DAI group 45 patients (52.9%) had a remission of dactylitis at 6 months and 43 patients (56.6%) had no dactylitis at T1.ConclusionApremilast demonstrated significant and sustained efficacy in real-life Psa patients, including improvements in enthesitis and dactylitis for up to 12 months.References[1]Ariani A, Parisi S, Del Medico P et al. Apremilast retention rate in clinical practice: observations from an Italian multi-center study. Clin Rheumatol 2022 Oct;41(10):3219-3225.[2]de Vlam K, Toukap AN, Kaiser MJ. Real-World Efficacy and Safety of Apremilast in Belgian Patients with Psoriatic Arthritis: Results from the Prospective Observational APOLO Study Adv Ther. 2022 Feb;39(2):1055-1067.Table 1.Baseline CharacteristicTotal CohortDactylitis subgroupEnthesitic subgroupN2096572M:F94:10530:3529:43Age, median [IQR] yrs60[53-67]59[53-65]59[52-65]Smokers, n (%)YesFormerNoUnknown36 (17,2)27 (12,9)144 (68,9)2 (1,0)13 (20,0)10 (15,4)42 (64,6)011 (15,3)14 (19,4)47 (65,3)0Body Mass Index, median [IQR] kg/m^226,5[23,8-29,6] (*)27,1[23,7-29,9] (**)26,1[23,2-29,9] (***)PsA Duration, median [IQR], months50[19-97]42[15-85]51[15-85]PsO Duration, median [IQR], months72[28-140]84[21-141]67[17-142]SJC, median [IQR]3[2-4]3[2-4]3[2-4]TJC, median [IQR]5[3-8]5[3-7]6[4-12]LEI, median [IQR],--3[1-4]Dactylitis, median [IQR], fingers-1[1-2]-CRP, median [IQR], mg/dl1,8[0,7-4,8]2,3[1,0-5,0]3,6[0,9-6,7]PGA Patient (0-10), median [IQR]7[6-8]7[6-8]7[5-8]VAS pain (0-10), median [IQR]7[6-8]7[6-8]7[6-8]DAPSA, median [IQR]24,1[19,4-31,5]24,2[19,5-31,2]27,2[22,9-35,6]Concomitant csDMARDs use, n (%)49 (23,4)22 (33,8)19 (26,3)Prior bDMARDs use, n (%)69 (33,1)34 (52,3)20 (27,8)Concomitant relevant disease, n (%)94 (44,8)37 (56,9)31 (43,1)Figure 1.Acknowledgements:NIL.Disclosure of InterestsAlberto Lo Gullo Grant/research support from: BAYER, GALAPAGOS, NOVARTIS, Andrea Becciolini: None declared, Simone Parisi: None declared, Patrizia Del Medico: None declared, antonella farina: None declared, elisa visalli: None declared, Aldo Molica Colella: None declared, Federica Lumetti: None declared, rosalba caccavale: None declared, Palma Scolieri: None declared, Romina Andracco: None declared, Francesco Girelli: None declared, Elena Bravi: None declared, Matteo Colina: None declared, Alessandro Volpe: None declared, Aurora Ianniello: None declared, Maria Chiara Ditto: None declared, Valeria Nucera: None declared, Veronica Franchina: None declared, Ilaria Platé: None declared, eleonora Di Donato: None declared, Giorgio Amato: None declared, Carlo Salvarani: None declared, Lucia Gardelli: None declared, Gianluca Lucchini: None declared, Francesco De Lucia: None declared, Francesco Molica Colella: None declared, Daniele Santilli: None declared, Natalia Mansueto: None declared, Giulio Ferrero: None declared, Antonio Marchetta: None declared, eugenio arrigoni: None declared, Rosario Foti: None declared, Gilda Sandri: None declared, Vincenzo Bruzzese: None declared, Marino Paroli: None declared, Enrico Fusaro: None declared, ALARICO ARIANI: None declared.
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Attardo, Tiziana Marcella, Letizia Tesei, Dario Manfellotto, and Federico Dentali. "L’interprofessionalità medico-infermieristica in Medicina Interna." Italian Journal of Medicine, Quaderni 2024 (March 18, 2024). http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2024.2.

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Анотація:
L’interprofessionalità tra evidenze scientifiche e best practiceT.M. Attardo, L. Tesei, A. Montagnani L’impatto della collaborazione interprofessionale nell’organizzazione e nella qualità di curaF. Dentali, G. Catania La nutrizione nei pazienti terminali: quali migliori approcciP. Gnerre, G. Riggi, G. Filannino L’iperglicemia e l’ipoglicemia: come prevenirle, come gestirleT.M. Attardo, A. Morselli La sindrome ipocinetica: cosa non ha funzionato? La collaborazione interprofessionale può fare la differenza?M. Frualdo, S. Brovarone, M. Piasentin, S. Lenti L’impatto dell’interprofessionalità sull’incidenza delle infezioni correlate all’assistenzaI. Lo Burgio, A. Toccaceli, D. Dalla Gasperina La cirrosi epatica: quali strategie clinico-assistenziali per migliorare la qualità di vita dei pazientiP. Piccolo, N. Cosentino L’interprofessionalità come strumento per un corretto management del deliriumP. Gnerre, R. Rocchi, D. Clemente Il giro visita congiunto come strumento per una migliore cogestione dei pazientiF. Dentali, A. Vitiello La dimissione dall’ospedale: percorso di condivisione del teamO. Para, R. Rapetti, S. Di Bernardino Quando l’interprofessionalità coinvolge anche il paziente: come fare buona sanità oltre la curaL. Tesei, D. Manfellotto Pillole di interprofessionalità: decalogo FADOI/ANIMO: punti comuni e rilevanti per creare collaborazioni tra professionistiT.M. Attardo, L. Tesei
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Fontanella, Guest Editors: A., P. Gnerre, and R. Nardi. "La responsabilità professionale medica oggi." Italian Journal of Medicine, April 9, 2019, 1–98. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.3.

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Анотація:
La responsabilità penale e civile del medico oggi: oneri e onori delle linee guida nella legge Bianco-GelliG. Gallone, C. Palermo La responsabilità contrattuale ed extracontrattuale: quali differenze?D. Amati, A.P. Rossi La legge Gelli-Bianco dal punto di vista della giurisprudenzaS. de Vito La posizione di garanzia del primarioA. de Palma, M. Alessandri La responsabilità dell’organizzazione sanitaria: adeguatezza di strumenti e dotazioni strutturaliG. Lo Pinto La responsabilità delle Direzioni Mediche nel Middle managementC. Coppo, S. Nola Il dipartimento come modello di responsabilità organizzativaR. Tassara, P. Gnerre I requisiti di validità del consenso nel trattamento sanitarioG.B. Ferro Assicurazione obbligatoria e rischio sanitarioL. Longo A che punto ci troviamo con le assicurazioni o polizze per le professioni sanitarie dopo la legge Gelli-Bianco?S. de Vito, P. Gnerre, D. Montemurro, M. Zippi Medicina difensiva ed errore in ambito internisticoM. La Regina, E. Romano La responsabilità nella sperimentazione clinica: Sperimentatore, Sponsor e Comitato EticoG. Gussoni, A. Crespi, S. Frasson, A. Valerio, C. Vertulli, E. Zagarrì La responsabilità dello specializzando: diritti e doveriP. Di Silverio, M. d’Arienzo La responsabilità del medico di Pronto Soccorso e del medico di guardia: ruoli e responsabilità all’interno di una struttura ospedalieraC. Rivetti, A. Spedicato Il trattamento di fine vita alla luce delle ultime novità legislativeA.N. Rosato, F. Rosati, C. Santini Il trattamento sanitario obbligatorioF. Bandini La responsabilità professionale medica secondo il codice di deontologiaL. Corti ConclusioniA. Fontanella
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Garcia Peñuela, J. M. Vazquez, and Miguel A. Ortiz. "A ottant’anni dai Patti Lateranensi. “La Storia documentata della Conciliazione tra la Santa Sede ed il Governo d’Italia” del Card. Gasparri." Stato, Chiese e pluralismo confessionale, June 11, 2024. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/23661.

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Анотація:
Contributo destinato alla pubblicazione a stampa nella rivista "Il Diritto ecclesiastico". SOMMARIO: Premessa - Proemio del Card. Gasparri - Storia documentata della Conciliazione tra la Santa Sede ed il Governo d’Italia (11 febbraio 1929) - Cap. I. Colloquio privato coll’On. Benito Mussolini nel luglio 1921 - Cap. II. Trattative previe alla Conciliazione. Art. I. Trattative segrete non autorizzate - Art. II. Trattative segrete autorizzate - Art. III. Trattative officiali - Cap. III. Firma degli Accordi - Cap. IV. Assensi dopo la firma degli Accordi - Art. I. Ricevimento al Corpo Diplomatico - Art. II. Indirizzo di adesione del Sacro Collegio dei Cardinali - Art. III. Banchetto di ringraziamento al Corpo Diplomatico - Cap. V. Voci discordanti - Cap. VI. La ratifica degli Accordi, Inizio dei rapporti diplomatici fra la Santa Sede ed il Governo d’Italia - Art. I. La ratifica degli Accordi - Art. II. Inizio dei rapporti diplomatici fra la Santa Sede ed il Governo d’Italia - Cap. VI. Importanti avvenimenti in rapporto all’avvenuta Conciliazione - Art. I. La processione del “Corpus Domini” - Art. II. La visita dei Sovrani d’Italia a Sua Santità - Art. III. Il giorno festivo: 20 settembre 1870 soppresso e rimpiazzato dal giorno festivo: 11 febbraio 1929 - Art. IV. Visita di S.E. Mussolini al S. Padre
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Gnerre, Guest Editors: Paola, Roberto Frediani, Roberto Risicato, Massimo Rondana, and Roberto Nardi. "Alimentazione, salute e longevità nei pazienti adulti." Italian Journal of Medicine, September 6, 2019, 1–138. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.7.

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La dieta occidentale ha modificato le ancestrali attitudini alimentari dell’uomo dell’era paleolitica? R. Nardi, P. Gnerre Alimentazione e longevità A. Mazza, G. Torin Rischio cardiovascolare e alimentazione: punto della situazione E. Filippini, G. Di Pasquale Ripensare gli obiettivi terapeutici: abbassare il colesterolo LDL o ridurre l’insulino-resistenza e lo stato pro-infiammatorio? L. Briatore La dieta DASH nelle malattie cardiovascolari e dismetaboliche A. Bosio, G. Pinna I falsi miti: quello che il medico deve dire al suo paziente per evitare i preconcetti ai fini di una buona educazione alimentare M. Malta Focus su alcool e salute M. Visconti Il paradosso francese; vantaggi e svantaggi presunti o certi del consumo quotidiano di vino S. Maccariello, G. Ballardini Olio e salute: le diverse tipologie in commercio, miti, preconcetti, metodi di cottura, svantaggi e alimentazione sana C. Parodi, E. Ottaviano La nutrizione nell’anziano fragile R. Risicato, M. Rondana Anoressia: lo stato dell’arte G. Tenconi Obesità sarcopenica F. Macchi, P. Brandimarte, A. Babbanini, G. Amadio, A. Martini, A. Zanotelli, G. Zoso, A.P. Rossi FODMAP e gluten sensitivity: quali evidenze e quale dieta? C. Tieri Dieta priva di glutine: quali rischi (in assenza di celiachia)? F. Tangianu Cibi crudi o cotti, quali tutele per i consumatori? E. Guberti Integratori alimentari: uso e abuso C. Parodi, F. Pivari Ruolo della nutraceutica in Medicina Interna: indicazioni e limiti A.F.G. Cicero, F. Fogacci Dieta chetogenica: pro e contro A. Casola, L. Bianchi, S. Detrenis, M. del Mar Jordana-Sanchez, S. Pioli, M. Meschi
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Araújo, Angela Amorim De, Arthur Tibério De Lacerda Vieira, Ivanilda Lacerda Pedrosa, Márcia Virgínia Di Lorenzo Florêncio, Pablo Raphael Oliveira Honorato Da Silva, and Suely Amorim De Araújo. "Annegamento negli anziani in Paraíba-Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, November 15, 2020, 66–82. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/anziani.

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Анотація:
L’annegamento è un problema globale, ed è tra le principali cause di morte nel mondo, e gli anziani fanno parte di questa nuova realtà come gruppo speciale che subisce anche incidenti di immersione. Lo scopo di questo studio era analizzare le morti dovute all’annegamento negli anziani nello stato della Paraíba dal 2005 al 2015. Si tratta di uno studio retrospettivo e descrittivo associato all’analisi spaziale delle regioni con una maggiore incidenza di annegamento in persone di età pari o superiore a 60 anni nello stato della Paraíba. I dati sono stati raccolti dai registri IML (Gemol e Numol) dal 2005 al 2015, per un totale di 80 casi di annegamento. Caratteristiche sociodemografiche come fascia d’età, sesso, spazialità e descrizione locale dell’evento (fiumi, dighe, mare, cascata, cacimbas, dighe e ambienti domestici), fornitore di assistenza, file dell’Istituto medico legale della polizia scientifica, codice internazionale delle malattie – CID 10 (codice W74), spostamento dell’occorrenza. Come risultato abbiamo localizzato la regione del settore Mari della regione selvaggia di Paraíba- Açude Olho D’agua (Latitudine 7.11º S e Longitudine 35.2º ), era il luogo con il maggior numero di annegamenti, dove dighe/laghi (55%), maschi (91%), sposati (46%), di età compresa tra i 60 e i 69 anni (60%), la popolazione locale ha effettuato la prima assistenza (41%), 14 ore è stata di maggiore frequenza (11%) e la domenica (29%). Possiamo concludere che l’annegamento avviene in diversi scenari acquatici, e in questo studio si è verificato in acqua dolce, diversi fattori sono stati associati all’annegamento negli anziani, come deficit di cognizione, polifarmaci e limitazioni fisiche, tali risultati possono aiutare a incoraggiare le politiche di protezione per questo gruppo e i membri della famiglia guidano nelle regioni d’acqua dolce e accentuano l’assistenza.
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Liborio, Fabrizio, and Pablo Requena Meana. "L’utilizzo del placebo secondo l’ultima versione della Dichiarazione di Helsinki. Dibattito fra due posizioni etiche." Medicina e Morale 64, no. 1 (February 28, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2015.33.

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Nell’ottobre 2013, a Fortaleza (Brasile), durante la 64ª Assemblea Generale dell’Associazione Medica Mondiale (AMM) è stata approvata l’ultima versione della Dichiarazione di Helsinki (DoH), documento chiave nell’etica della sperimentazione sugli esseri umani, che nel 2014 ha festeggiato il suo 50° anniversario. Tra i punti di maggiore confronto spicca sicuramente quello relativo all’uso del placebo nella ricerca scientifica, soprattutto nei casi in cui sono già disponibili farmaci efficaci per le patologie oggetto di sperimentazione. La domanda di fondo riguarderebbe l’adeguatezza etica e le eventuali condizioni secondo cui si può offrire il placebo a dei pazienti che fanno parte del gruppo di controllo di un protocollo di ricerca su un nuovo farmaco, quando un trattamento efficace per quella malattia già esiste ed è utilizzato con un qualche beneficio. Nel nostro contributo viene offerto un attento esame delle due grandi correnti etico-scientifiche sull’argomento, anche alla luce dell’ultimo aggiornamento della DoH. La prima di quest’ultime, i cui principali autori sono F. G. Miller e H. Brody difende un uso esteso del placebo puntando sulla distinzione tra etica medica ed etica sperimentale. L’altra grande corrente, di cui sono rappresentanti di spicco B. Freedman, C. Weijer e S. Garattini, non vede una distinzione tra ricerca e medicina per l’obbligo del medico di offrire sempre i migliori standard di cura, e pertanto, limita l’utilizzo del placebo a pochi casi. Abbiamo quindi cercato di mostrare le seguenti tesi. 1. La problematicità della Dichiarazione, anche nel suo ultimo aggiornamento. Essa infatti da una parte promuove il principio di beneficenza, specificando che i pazienti coinvolti nella sperimentazione devono essere trattati allo stesso modo dei pazienti ordinari (art. 4), e dall’altra legittima i PCT nel caso di “convincenti e scientificamente solide ragioni metodologiche” (art. 33). 2. La scarsa considerazione rivolta alla DoH o una sua interpretazione in senso ampio e permissivo riguardo l’uso del placebo, da parte delle due agenzie del farmaco Food and Drug Administration (FDA) americana, e European Medicines Agency (EMA) europea. 3. La nostra preferenza per la posizione dell’uso limitato del placebo, sia per ragioni scientifiche sia perché più consona alla tradizione etica dell’obbligo terapeutico alla cura, e del principio di non disponibilità della persona. 4. L’ineccepibilità dal punto di vista teorico della DoH nella parte in questione – indubbiamente più vicina alla posizione dell’uso limitato del placebo – che però nella pratica risulta in una facile vulnerabilità a spinte economiche ed etiche lontane dallo spirito di beneficenza, che per 50 anni l’ha caratterizzata e distinta. ---------- In October 2013, at Fortaleza (Brazil), during the 64th General Assembly of the World Medical Association (WMA), the latest version of the Helsinki Declaration (HD) was approved, a key document in the ethics of experimentation on human beings, which in 2014 celebrated its 50th anniversary. Among the major controversial points certainly stands that relating to the use of the placebo in scientific research, especially in cases where effective drugs are already available for the pathologies which are the object of experimentation. The fundamental question concerns the ethical adequacy of and circumstantial conditions according to which the placebo can be offered to patients who are part of the control group of a research trial on a new drug, when an effective treatment for that disease already exists and is utilized with some benefit. Our contribution offers a careful examination of the two great ethical- scientific approaches to the question, especially in the light of the last updating of the HD. The first great approach, whose main authors are F.G. Miller and H. Brody, defend an extensive use of the placebo focusing on the distinction between medical ethics and experimental ethics. The other great approach, prominent representatives of which are B. Freedman, C. Weijer and S. Garattini, does not see a distinction between research and medicine for the obligation of the physician to always offer the best standards of care, and therefore, limit the use of the placebo to a few cases. We have thus tried to show the following propositions. 1. The problematic nature of the Declaration, even in its latest update. In fact, on the one hand, it promotes the principle of beneficence, specifying that the patients involved in the trial should be treated the same way as ordinary patients (art. 4), and on the other hand it legitimates the PCT in the case of “convincing and scientifically sound methodological reasons” (Art. 33). 2. The scarce consideration given to the HD, or a wide and permissive interpretation regarding the use of the placebo, by the two pharmeceutical agencies the American Food and Drug Administration (FDA) and the European Medicines Agency (EMA). 3. Our preference for the position of the limited use of the placebo, both for scientific reasons and because it is more consonant with the ethical tradition of the therapeutic obligation to care, and of the principle of non-disposability of the person. 4. The unacceptability from the theoretical point of view of the HD in the part in question – undoubtedly closer to the position of the limited use of the placebo – which however, in practice results in a facile vulnerability to economic pressures and distances ethics from the spirit of beneficence, that for 50 years has characterized and distinguished it.
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Richie, Cristina. "Medical Technologies, Health Care, and Environmental Conservation." Medicina e Morale 65, no. 6 (December 20, 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.465.

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Van Rensselaer Potter riteneva che fossimo giunti ad un punto in cui “la conoscenza si accumula più velocemente della saggezza per gestirla”. Ciò è certamente vero per la tecnologia medica, ma si riferisce anche ai cambiamenti climatici. Sappiamo, per esempio, che l’inquinamento atmosferico è oggigiorno il più grande rischio per la salute ambientale del mondo. Eppure la nostra società non ha la saggezza di creare strategie per arrestare i cambiamenti climatici, e lasciamo che questi si implementino autonomamente. La bioetica ambientale è una fonte di saggezza che può fornire strategie per affrontare il cambiamento climatico, ossia “una saggezza per gestirlo”. Il presente articolo intende in primo luogo individuare le origini concettuali della “bioetica” all’interno della lunga tradizione della teologia morale cattolica, seguita dal più recente avvento della bioetica all’interno dell’etica secolare. In seguito, si analizzeranno in dettaglio i due filoni fondamentali della bioetica attuale a partire dal 1970: la bioetica ambientale e il “mantra” della Georgetown University. Dopo aver fornito tale sfondo teorico, sarà affrontato il punto cruciale dell’articolo: si tenterà di sintetizzare in tre modelli essenziali, costitutivi della bioetica ambientale, gli innumerevoli dibattiti che avvengono nell’ambito delle tecnologie mediche, dell’assistenza sanitaria e della conservazione ambientale. Li ho chiamati “il modello tecnologico”, “il modello dell’assistenza sanitaria” e “il modello ecologico”. Il mio obiettivo non è tanto quello di sostenere un paradigma piuttosto che un altro. Al contrario, un’adeguata categorizzazione potrebbe portare ad un dialogo più dinamico ed efficace sulla sostenibilità ambientale in ambito medico. L’assistenza sanitaria del XXI secolo sarà definita dagli sforzi per riunire l’ecologia e la bioetica. E, a partire dai distinti approcci all’interazione tra ecologia, assistenza sanitaria e tecnologia, le radici comuni dell’etica ambientale e della bioetica potranno produrre una perfetta cifra per un reale bio-etica (etica della vita). ---------- Van Rensselaer Potter believed that we are at a point where “knowledge is accumulating faster than the wisdom to manage it”. This applies to medical technology, certainly. But it also applies to climate change. We know, for instance, that air pollution is now the world’s largest single environmental health risk. Yet we, as a society, do not have the wisdom to create strategies for halting climate change, let alone implement them. Environmental bioethics is one source of wisdom that can provide strategies for addressing climate change, that is, “the wisdom to manage it”. This article will first locate the conceptual origins of “bioethics” within the long tradition of Catholic moral theology, followed by the more recent advent of bioethics within secular ethics. Then, I will detail the two basic strands of modern bioethics since the 1970’s: environmental bioethics and the Georgetown mantra. After this background has been provided, the crux of my article will be put forth. I will synthesize the many conversations occurring within medical technologies, health care, and environmental conservation into three basic models constitutive of environmental bioethics. I have named these “the technology model”, “the health care model” and “the ecology model”. My objective is not to advance one paradigm over another. Rather, categorizing should lead to a more dynamic and effective conversation on environmental sustainability in the medical industry. Efforts at reuniting ecology and bioethics will be a defining feature of health care in the 21st century. And, with variegated approaches to the interplay between ecology, health care, and technology, the common roots of environmental ethics and bioethics can produce a seamless garment for a truly bio (life) ethic.
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