Дисертації з теми "Cokeria"
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Eom, Ig-Chum. "Ecotoxicité d'un sol de cokerie contaminé par des hydrocarbures aromatiques polycycliques (HAP)." Metz, 2006. http://docnum.univ-lorraine.fr/public/UPV-M/Theses/2006/Eom.Ig_Chun.SMZ0608.pdf.
Повний текст джерелаA cokery soil polluted by PAHs was assessed for its toxicity and genotoxicity to soil and aquatic organisms. Total mean 16 PAH concentration was determined to 2634 241 mg/kg d. W. The heavy metals were in the range of the respective regional reference values. The effective concentration (EC) values based on concentration-response relationships were calculated. Toxicity of water extracts in chronic bioassays (algal growth and reproduction of C. Dubia) was high compared to acute toxicity (bacterial luminescence and daphnid viability). The Ames and Mutatox tests indicated mutagenicity of water extracts, while no response was found with the Umu test showing lower sensitivity. Germination of the tested plant species was not affected, contrary to plant growth. Fresh biomass was a more sensitive parameter than dry biomass. The results of terrestrial toxicity showed that toxic effect of contaminated soil was high, when survival and reproduction of collembola, reproduction of earthworm and survival of juvenile earthworm were measured. Different concentrations of the contaminated soil mixed with the artificial ISO or loamy natural soil were tested to determine influence of the control soil on toxicity. There was a significant trend that toxicity of contaminated soil was lower in the natural soil tested than in ISO, when reproduction of collembola and earthworm was studied. The transfer of PAHs from contaminated soil to biota (earthworm and plant) was inferior to 1, indicating no major problem in trophic chains. The earthworm bioaccumulation of high- molecular-weight PAHs with 5-6 aromatic rings was higher than the one of low-molecular-weight PAHs with 3-4 aromatic rings
Knani, Adib. "Faisabilité d'une conduite entièrement automatique des machines desservant les fours de cokerie." Lille 1, 1994. http://www.theses.fr/1994LIL10148.
Повний текст джерелаBiache, Coralie. "Evaluation des composants organiques d'un sol de cokerie en contexte d'atténuation naturelle." Thesis, Nancy 1, 2010. http://www.theses.fr/2010NAN10043/document.
Повний текст джерелаCoking plant soils are highly heterogeneous and are made of building materials and various organic constituents such as coke, coal, coal –tar and road asphalt. Those materials can strongly influence soil properties. Thus, the retention of the various contaminants will depend on the nature and the degradation of the soil organic constituents. This work deals with the ageing of a coking plant soil and its consequences on the fate of both organic and metallic pollutants. The multi-scale approach applied in this study allows to consider the different levels of complexity through the use of (i) pure compounds, isolated organic fraction of soils such as coal tar and coal and a soil with its mineral fraction, and (ii) experimental devices gradually integrating the processes involved in natural attenuation : laboratory oxidation and biodegradation experiments, simplified device allowing the study of few grams of samples exposed to natural attenuation, and the GISFI (French Scientific Interest Group – Industrial Wasteland) lysimeter plots allowing the study at field scale). Two major evolutions were evidenced: (i) the oxidation led to a condensation suggesting a stabilization process of the organic compartment; (ii) the biodegradation induce the formation of smaller molecular units and the release of organic compounds from the non extractable part of the organic matter. The trends identified during the natural attenuation experiments suggest that the biodegradation is the major process involved in our ageing experiments. The sorption of copper varied according to the different organic constituents that were tested but was clearly enhanced by the degradation of these constituents
Di, Monte Luca. "Idrocarburi policiclici aromatici in aria, suoli e biota. Studi analitici ed ambientali su sorgenti, distribuzione e bioaccumulo nella provincia di Trieste." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3166.
Повний текст джерелаGli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), generati da processi di combustione o dispersi a seguito di sversamenti di petroli, risultano essere tra i microinquinanti organici più diffusi nell’ambiente. Essi sono spesso veicolati dal particolato atmosferico emesso da sorgenti in cui avvengono combustioni incomplete, quali motori presenti in autoveicoli o navi, sistemi di riscaldamento, impianti industriali. Le emissioni possono quindi contaminare il comparto atmosferico e le deposizioni secche o umide di particolato aerodisperso trasferiscono gli inquinanti a suoli, specchi d’acqua e indirettamente ad organismi viventi. Un ulteriore elemento di possibile criticità ambientale è associato ai residui solidi della combustione (es. ceneri pesanti), che possono contenere vari microinquinanti, tra cui gli idrocarburi policiclici aromatici, che hanno un potenziale tossico e cancerogeno, e che nel passato sono stati smaltiti sul territorio in discariche non sempre adeguatamente costruite e gestite. Lo studio sviluppato per la preparazione della presente tesi riguarda un ambito territoriale costiero, compreso tra Trieste e Muggia, in cui insiste – accanto a sorgenti comuni e diffuse quali il traffico auto-veicolare e portuale, impianti di riscaldamento e attività industriali quali un cementificio ed un inceneritore – una sorgente di idrocarburi policiclici aromatici di una certa rilevanza, costituita da una cokeria che è parte dell’impianto siderurgico a ciclo integrale situato nel rione di Servola, a Trieste. Il processo di distillazione del carbone, in particolare quando avviene in modo imperfetto ed in impianti di vecchia concezione, è una sorgente emissiva di contaminanti che non permette il rispetto degli standard ambientali nella sua prossimità, in particolare per quel che riguarda gli IPA e il particolato aerodisperso. Un significativo lavoro di caratterizzazione ambientale nella prossimità dell’impianto è stato eseguito dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, che mette in atto campagne di monitoraggio istituzionale. Il presente lavoro, svolto nell’ambito del dottorato di ricerca, si è posto l’obiettivo di fornire informazioni complementari ed integrative al quadro ambientale disponibile, mettendo a punto procedure analitiche e di campionamento robuste che consentano di integrare i dati generati dalla ricerca universitaria con quelli prodotti dagli organi istituzionali di controllo ambientale. Una prima serie di campagne di indagini, svolta tra febbraio e luglio del 2006, ha consentito di determinare le concentrazioni di IPA nelle polveri fini, campionando per la prima volta il PM2.5 nel territorio giuliano, in un sito urbano a Trieste e in un sito posizionato lungo la costa, sottovento, rispetto ai venti prevalenti, alla zona industriale e portuale, che è potenziale sorgente di inquinanti organici persistenti. Le concentrazioni di PM2.5 risultano più critiche rispetto ai valori obiettivo di quanto lo sia il PM10 rispetto ai limiti vigenti. Sono stati determinati gli IPA nel PM2.5, in collaborazione con ARPA-FVG, evidenziando situazioni comparabili e non critiche rispetto al valore obiettivo per le concentrazione di benzo[a]pirene in atmosfera, con sporadici sforamenti rispetto alla media annuale di 1ng·m-3. È stata rilevata una marcata stagionalità nelle concentrazioni di IPA, con valori relativamente elevati in inverno e molto bassi in estate. La presenza di maggiori concentrazioni di ossidanti in atmosfera nel periodo estivo, attesa ad esempio per l’ozono, può giocare un ruolo, non ancora esplorato, nell’abbassare le concentrazioni di IPA nel particolato. È stata quindi messa a punto, presso i laboratori universitari, una procedura di trattamento dei campioni – basata sull’estrazione accelerata con solvente e su uno stadio di purificazione dell’estratto – e di analisi degli IPA in gas cromatografia accoppiata alla spettrometria di massa, che ha consentito di indagare, con modeste modifiche, matrici diverse provenienti da vari comparti ecologici. La validità della filiera analitica è stata verificata con la determinazione delle concentrazioni di IPA in matrici certificate (mitili liofilizzati SRM2977, sedimento di porto di acqua dolce BCR535, fango di impianto di trattamento BCR088) e con un'intercalibrazione con i laboratori ISPRA, ARPA-FVG ed INCA di Marghera per le analisi sul particolato atmosferico. Nella seconda serie di indagini si sono eseguiti monitoraggi nell’arco di otto mesi del 2007, campionando gli IPA aerodispersi totali (su filtro per le polveri totali sospese e su schiuma poliuretanica per la frazione più volatile), PM10 e PM2.5 in prossimità del perimetro dell’impianto siderurgico presente nel rione di Servola a Trieste ed in un sito relativamente remoto identificato nei pressi dell'Università. La caratterizzazione sperimentale della contaminazione da IPA aerodispersi ha permesso di identificare nella cokeria una sorgente di IPA molto rilevante. Si sono determinate concentrazioni totali di benzo[a]pirene (BaP) aerodisperso (nelle immediate vicinanze della Ferriera quasi sempre oltre il valore obiettivo medio annuale di 1ng·m-3) e di IPA totali, che risultano mediamente 100 volte superiori a quelli misurati presso l'Università (presso la quale non si sono mai registrati valori critici). Si è potuto mostrare anche come i profili di concentrazione degli IPA nei due siti (distanti quasi cinque chilometri) siano molto simili; contributi da altre sorgenti (es. emissioni tipicamente urbane come traffico veicolare e riscaldamento domestico/aziendale) non risultano marcatamente evidenti nel periodo di osservazione considerato. Anche a seguito dei risultati della seconda campagna, sono stati implementati degli adeguamenti per diminuire le emissioni incontrollate dall’impianto. Una validazione dei risultati sperimentali conseguiti durante tale campagna di monitoraggio è stata effettuata grazie ad un interconfronto in cui sono stati coinvolti i laboratori dell'Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici (ora ISPRA), dell'ARPA Friuli Venezia Giulia, del Consorzio Interuniversitario INCA di Marghera e dell’Unità di Ricerca in Chimica Ambientale dell’Università. I risultati dell'interconfronto hanno confermato la buona qualità delle metodologie di campionamento e analisi eseguite presso i nostri laboratori, dando un riscontro positivo sulle prestazioni sulle analisi di IPA nel particolato atmosferico, ma anche in fanghi e sedimenti. A seguito di ciò si sono iniziate caratterizzazioni di suoli – nell’ambito di sperimentazioni sul fitorimedio di siti contaminati da IPA – non riportate nella presente tesi. Un’ulteriore campagna di campionamenti ed analisi è stata svolta nel 2008, raccogliendo campioni di particolato atmosferico nell'area abitata di Servola, focalizzando l’attenzione sul contenuto di BaP nel particolato PM10, secondo una norma entrata in vigore con il Decreto Legislativo 152/07 pubblicato il 13 settembre 2007, che recepisce la direttiva europea 2004/107/CE e con il recepimento della norma tecnica EN 15549:2008. Ciò ha comportato una ritaratura delle metodiche di campionamento; in particolare sono stati scelti due siti di campionamento rappresentativi di aree abitate a Servola (“ex-Scuola” e via Pitacco) sono stati acquisiti campionatori di PM10 ad alto volume, integrando la rete di monitoraggio di ARPA-FVG con informazioni nel centro abitato prossimo all’impianto. I risultati di questa campagna di campionamento – conseguiti successivamente agli adeguamenti impiantistici della Ferriera – evidenziano come nelle aree prese in esame le situazioni di criticità riscontrate nelle precedenti campagne non vengano registrate; si verificano ancora sforamenti del valore limite di PM10 di 50μg·m-3, ma gli sforamenti al valore obiettivo di BaP di 1ng·m-3, sono molto più sporadici (1 sforamento su 43 giornate nel sito “ex-Scuola”, e 6 sforamenti su 47 in via Pitacco). Si è ritrovata una stagionalità nell'andamento delle concentrazioni di PM10 e di BaP nell'aria, con situazioni più critiche registrate nei mesi invernali. La presenza degli IPA è stata indagata anche nel comparto marino, vicino alla sorgente industriale di IPA aerodispersi. L'indagine sul bioaccumulo di IPA in Mytilus galloprovincialis nello specchio di mare prossimo all’impianto siderurgico e al terminal petroli – finalizzata ad evidenziare l’ingresso degli IPA nelle acque costiere ed in particolare la possibile contaminazione del biota a seguito di esposizioni di breve durata (cinque mesi) – ha fornito indicazioni sulle cinetiche di bioaccumulo caratteristiche delle diverse situazioni ambientali considerate, evidenziando una situazione di criticità nei pressi dell'area industriale ed una elevata biodisponibilità degli IPA disciolti in quello specchio d'acqua. La differenziazione delle analisi in diversi organi bersaglio (epatopancreas, branchie ed il resto del corpo) e l'integrazione dei livelli di contaminazione rilevati nei tessuti con il contenuto lipidico degli stessi ha mostrato una correlazione diretta fra livello di IPA accumulati e contenuto lipidico, confermando l'epatopancreas come organo bersaglio per l’accumulo di questa classe di inquinanti idrofobici. L'utilizzo di un organismo bioaccumulatore come Mytilus galloprovincialis si è rivelato essere un utile mezzo per la valutazione del grado di contaminazione di acque marine soggette a forte pressione antropica, anche in campagne di misura di durata relativamente breve. In conclusione, grazie all'attività svolta nel presente dottorato di ricerca è stato possibile approfondire vari aspetti sull'entità della contaminazione da idrocarburi policiclici aromatici sul territorio triestino, evidenziando alcune criticità in prossimità dell'impianto siderurgico di Servola. Misure di mitigazione delle emissioni in atmosfera, attuate durante l’arco di sviluppo del lavoro qui riportato, paiono contenere significativamente la criticità correlabile alla presenza di questi cancerogeni nell’aria ambiente. IPA bioaccumulabili sono tuttavia ancora significativamente presenti nelle acque costiere antistanti l’area industriale di Servola. Gli sviluppi del lavoro qui riportato sono orientati allo studio dei processi che modificano stagionalmente le concentrazioni degli IPA nel particolato, associabili all’azione di ossidanti atmosferici, quali l’ozono, sul PMX raccolto sui filtri e sull’impiego delle metodologie di estrazione ed analisi messe a punto per lo studio della contaminazione di campioni biologici, sedimenti e terreni. Si sono iniziati studi ad esempio nel contesto della valutazione di tecniche di fitorimedio per il recupero di aree contaminate da idrocarburi policiclici aromatici e ricerche in merito all'uso di gasteropodi terrestri e marini come bioaccumulatori di IPA, per la valutazione di potenziali rischi per l’ecosistema e la salute umana in siti inquinati.
XXI Ciclo
1974
Benhabib, Karim. "Transport dans les sols de cokerie de HAP issus de particules de goudron de houille." Vandoeuvre-les-Nancy, INPL, 2005. http://www.theses.fr/2005INPL024N.
Повний текст джерелаCoke production processes caused the incorporation of coal tars (NAPL or particle) into soils, these coal tars contain high amount of PAH. The aim of the present work was the investigation of the dynamics of the source term, nainely coal tar particles, as weIl as the transport of PAH through aged contaminated soils. Ln this goal, soil and coal tar samples were collected from brown field of an ancient coking plant. They were characterised by the analytical techniques of organic geochemistry (GC-MS, IR microspectroscopy). PAH transfer from coal tar particles into water was investigated by mean of closed loop laboratory column experiments. Results were interpreted by an equilibrium partitioning model and a mass transfer model. These models enabled us to compute a partitioning constant as weIl as effective diffusivities at various particle sizes and temperatures. PAH release and transport through contaminated soil was studied by laboratory column experiments, followed by phase separation of the collected fractions (ultrafiltration and ultracentrifugation). This method enabled us to show that PAH concentrations in the aqueous phase were most often higher than their aqueous solubility, and that the transport of a major fraction was facilitated by colloids and/or high molecular weight macromolecules. The com- parison between the data obtained by organic analysis showed analogy between the PAH spectra in the different phases. FinaIly, the potentiality of reactive tracers to measure global parameters (organic carbon fraction foc and sorbant organic phase/water interface are a) was tested. Conversely to phenol, toluene tracing enabled us to measure foc whereas sodium octylbenzenesulfonate did not allow the measurement of the interface area. As a conclusion, this research brought new results on the source term dynamics and PAH transport through contaminated soil from a former coking plant in aqueous and colloidal phases, that are the basis of a conceptual model and a first point to upscaling at the pilot and field scales
Gallienne, Nicolas. "Modélisation thermomécanique de maçonneries : endommagement d’un piédroit de cokerie sous l’effet de la poussée du charbon." Thesis, Orléans, 2014. http://www.theses.fr/2014ORLE2032/document.
Повний текст джерелаTo face coke and steel market requirements, the coking process has to be more flexible. Changing process parameters such as coking temperature, blend composition and cooking time can damaged coke oven battery heating wall. Indeed, the coking process generates a swelling pressure on wall which depends on a lot of parameters. To study this point, a European project named « Swelling PRessure In a coke oven, Transmission on oven walls and COnsequences on wall » has been set up. This work is a part of it and aims to determine the admissible pushing pressure for the coke oven heating walls to prevent crack formation. To model large masonries composed of numerous bricks, a mesoscopic point of view is more appropriate. Bricks and mortar are replaced by a Homogeneous Equivalent Material (HEM) whose behaviour depends on the joint state. In order to represent joint opening mechanism, a Mohr-Coulomb criterion in stress is used. This criterion compares the level of stress to the ultimate tensile or shear stress at mesoscopic scale. Ultimate stresses are obtained thanks to an experimental campaign using a new protocol developed at PRISME Laboratory. The brick-Mortar behaviour is experimentally characterised at high temperature (20°C to 1000°C). To validate the tensile test developed, a second experimental campaign using “wedge splitting tests” has been done at Leoben University. Results are similar and confirm the importance of the brick surface state. Depending on the initial damage of the structures, mesoscopic stresses are obtained by localization tensor or by sub-Modelling. The sub-Modelling step aims to simulate a local part of the masonry at the mesoscopic scale. This step aims to simulate with a mesoscopic point of view a local part of the global model. This numerical tool has been validated thanks to a literature test. Finally, the numerical tool has been used to characterise the influence of some parameters (thermal, force due to the cross tie rod,..). Next, the simulation of the whole coke oven heating wall has been performed (undamaged or initially damaged masonry). These FE simulations show the influence of initial damage on the final masonry damage. Finally, a two flues model with beams is proposed to take into account compression due to cross tie rod and to limit computational cost. It permits to obtain better results than the existing two flues model used at CPM with a lower cost compared to the whole coke oven heating wall model
Raizer, Neto Ernesto. "Amélioration de la stabilité de fonctionnement et des performances des stations d'épuration biologique d'effluents de cokerie." Vandoeuvre-les-Nancy, INPL, 1991. http://www.theses.fr/1991INPL134N.
Повний текст джерелаDOUILLY, CHRISTIAN. "Travail en cokerie et exposition professionnelle : etude retrospective des causes de mortalite chez les cokiers de chocques." Lille 2, 1991. http://www.theses.fr/1991LIL2M336.
Повний текст джерелаVessigaud, Sandrine. "Re-mobilisation des hydrocarbures aromatiques polycycliques de terres industrielles de cokerie et mécanismes impliqués dans le "vieillissement" du fluoranthène." Phd thesis, Institut National Polytechnique de Lorraine - INPL, 2007. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00339421.
Повний текст джерелаGrégori, Thierry. "Influence de l'hydrodynamique sur les performances d'épuration d'un réacteur biologique de traitement d'effluents industriels : cas de l'eau de cokerie." Vandoeuvre-les-Nancy, INPL, 1991. http://www.theses.fr/1991INPL128N.
Повний текст джерелаThe optimisation of the performance of the industrial waste water treatment by activated sludge, requires a good knowledge of the biological processes used. The main problem of industrial waste water treatment is the influent component toxicity. The objective of this work is to present a study about, influence of aeration basin hydrodynamic on the filtering performances of coke oven waste water treatment. The two principal pollutants are phenol and thiocyanate. The comparison of the fonctionning of two different aeration basins (1 CSTR of 20 litres and 5 CSTR’s of 4 litres each in series), shows the great influence of water Residence Time Distribution on pollutant degradation. Due to the toxic character of the influent, the higher stability is obtained in single CSTR, where the toxicity is quickly diluted. So, for this kind of industrial influent, a single CSTR, for the aeration basin, is the more capable waste water treatment plant to have a good removal pollution efficiency, and, particularly to absorb the variations of pollutant concentrations in the influent. Howewer, the study in the 5 CSTR’s in series shows that, the main pollutants (phenol, and, thiocyanate) are sequentially degraded, with an inhibition of thiocyanate degradation by residual phenol concentration. All the experimental results, have permitted to determinate kinetic parameters. At last, a new type of bio-reactor, CSTR’s in series with counter-lfow feeding, is studied. It allows, to obtained in continuous, an adapted biomass for toxic influent biodegration
Vessigaud, Sandrine Schiavon Michel. "Re-mobilisation des hydrocarbures aromatiques polycycliques de terres industrielles de cokerie et mécanismes impliqués dans le "vieillissement" du fluoranthène." S. l. : S. n, 2007. http://theses.abes.fr/2007INPL013N.
Повний текст джерелаJeannée, Nicolas. "Caractérisation géostatistique de pollutions industrielles de sols : cas des hydrocarbures aromatiques polycycliques sur d'anciens sites de cokeries." Phd thesis, École Nationale Supérieure des Mines de Paris, 2001. http://pastel.archives-ouvertes.fr/pastel-00001233.
Повний текст джерелаPernot, Audrey. "Réactivité des hydrocarbures aromatiques polycycliques dans une terre de cokerie : influence de réparation des contaminants et de l'introduction de matière organique fraîche." Thesis, Université de Lorraine, 2013. http://www.theses.fr/2013LORR0237/document.
Повний текст джерелаThe end of industrial activities associated to coal exploitation left many huge areas of wastelands especially in the Northeast of France. A former coking plant soil was studied with a combination of soil science and organic geochemistry tools in order to understand the evolution of the contaminants dynamic. In a first step, the soil and its pollution were characterized. The results showed that the fine silt fraction (2-20 µm) was the most reactive with the highest PAH concentration (extractable or occluded) and the lowest PAH availability. This fraction played a protective role toward the pollution. Moreover, solvent extractions of the anthropogenic organic matter showed that the anthropogenic organic matter was not a structuring agent between the particles in the soil. These observations were confirmed by SEM observations. In a vegetation growth context, (i) under controlled conditions with incubation of organic residue during 15 months and (ii) in situ in lysimetric plots planted with alfalfa during 6 years, the soil structure and the microbial biomass were promoted and the fresh organic matter was preferentially incorporated and stored in the fine silts. However, the pollution was not affected by the fresh organic matter addition. Both PAH concentration and availability showed a trend to decrease with the time of experiment. Thus, the fresh organic matter did not appear as a mobilizing agent for the pollution and would most probably contribute to pollution stabilization on the long term
Clendenin, L. Mitchell. "Development of coker feeds from aromatic oil and bituminous coal digests." Morgantown, W. Va. : [West Virginia University Libraries], 2004. https://eidr.wvu.edu/etd/documentdata.eTD?documentid=3549.
Повний текст джерелаTitle from document title page. Document formatted into pages; contains ix, 193 p. : ill. (some col.). Includes abstract. Includes bibliographical references (p. 150-156).
Rodríguez, Lichtenheldt José Edwin Adalberto. "Determinación de polifenoles, actividad antioxidante, antielastasa, anticolagenasa y elaboración de una fórmula dermocosmética a partir del extracto hidroalcohólico de Eisenia cokeri M.A. Howe." Doctoral thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2017. https://hdl.handle.net/20.500.12672/7149.
Повний текст джерелаTesis
Nguyen, Minh Tuan. "Support acidity effects of NiMo sulfide catalysts in hydrodenitrogenation of quinoline, indole and Coker Gas Oil." Thesis, Lyon, 2016. http://www.theses.fr/2016LYSE1209/document.
Повний текст джерелаThe thesis objective is to identify the support acidity effects of sulfide catalysts in hydrodenitrogenation (HDN) reactions in order to improve the HDN catalysts.Kinetic data obtained from quinoline and indole HDN, over NiMo(P)/Al2O3 and NiMo(P)/ASA catalysts were analyzed by a Langmuir-Hinshelwood kinetic model, including liquid-vapor mass transfer, in order to estimate kinetic and adsorption parameters. Kinetic modeling results indicated that the NiMo(P)/ASA catalyst favored the hydrogenation of 1,2,3,4-tetrahydroquinoline into decahydroquinoline, which is the rate limiting step of quinoline HDN. However, the promoting effect of the NiMo(P)/ASA in hydrogenation steps of indole HDN was not evidenced. In quinoline and indole HDN, the NiMo(P)/ASA showed a strong promoting effect in N-removal reactions. Nitrogen compounds adsorb more strongly over NiMo(P)/ASA. Characterization by Infra-Red spectroscopy of CO suggested that these results might be related to the modification of the electronic properties of promoted NiMoS phase due to higher acidity of ASA.The HDN of quinoline-indole mixture showed a strong inhibiting effect of quinoline on indole HDN whereas the inhibiting effect of indole on quinoline HDN was negligible over NiMo(P)/Al2O3 and more important over NiMo(P)/ASA. The HDN of a mixture of Straight Run and Coker Gas Oil allowed an access to the HDN mechanism and comparison of reactivity towards HDN of different compounds. The HDN of neutral compounds was inhibited by the stronger adsorption of basic compounds. Carbazole-type and quinoline-type compounds were refractory. The NiMo(P)/ASA likely favored more cracking reactions and as well showed a faster deactivation rate than the Al2O3 counter catalyst
Leal, Valenzuela Andrés Antonio. "Estudio de las Variables Críticas de Operación Divisiones: Refinería, Etileno y Coker Enap Refinerías Bio Bio." Tesis, Universidad de Chile, 2009. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/103441.
Повний текст джерелаKoulali, Yahya. "Influence de la monensine sur la morphogenèse fongique : conséquences cytologiques et biochimiques chez Achlya bisexualis coker [masculin]." Toulouse 3, 1992. http://www.theses.fr/1992TOU30057.
Повний текст джерелаCaulker, Tcho Mbaimba. "The African-British long eighteenth century and Sierra Leone a reading of diplomtic [sic] treaties, economic and anthropological discourse, and Syl Cheney-Coker's "The last harmattan of Alusine Dunbar /." Diss., Connect to online resource - MSU authorized users, 2008.
Знайти повний текст джерелаHanser, Ogier. "La matière organique dissoute issue de sols contaminés par des goudrons de houille : vers une meilleure compréhension de sa nature et de sa réactivité." Thesis, Université de Lorraine, 2015. http://www.theses.fr/2015LORR0019/document.
Повний текст джерелаA large amount of wastelands inherited from former industrial activities contains persistent organic contamination (coal, coal tar…). While the regulation requires an evaluation of the contamination degree of these soils, it doesn’t take into account the transformation by-products such as polar compounds, poorly studied. Yet they solubilize in aqueous phase by percolation of meteoric waters through these contaminated sites. Despite the fact that literature targeting the fresh DOM is abundant, it is not directly transposable to the anthropogenic DOM coming from wastelands, which still need to be more precisely defined to improve our knowledge of this specific DOM and its evolution over time. A multi-technical approach was developed to comprehend the anthropogenic DOM coming from former coking and gas plant soils, thanks to a combination of laboratory experiments (under controlled conditions) and on field devices (lysimeters). Their study show that they contained high polycyclic aromatic compound (PAC) contents, whose proportions in polar PACs exceed the ones in soil measurements. However, these PACs only consist of a low proportion of the total DOM. Complementary experiences targeting the influence of some parameters (pH, hydrophobicity) show a major hydrophobic characteristic and suggest a strong link between the pH and the spatial DOM organization. Artificial aging experiences show an enrichment in polar compounds leading to their water mobilization
Meinert, Mônica. "Efeito da inoculação dos fungos micorrízico arbuscular, Glomus clarum (Nicol. & Schenck), ectomicorrízico, Pisolithus tinctorius (Pers.) Coker & Couch, sobre a colonização radicular, crescimento e nutrição de Eucalyptus globulus Labill /." Florianópolis, SC, 1998. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/77591.
Повний текст джерелаMade available in DSpace on 2012-10-17T05:38:39Z (GMT). No. of bitstreams: 0Bitstream added on 2016-01-09T00:40:51Z : No. of bitstreams: 1 142408.pdf: 16224321 bytes, checksum: fcd5876223664b04f33872246c37a375 (MD5)
Landreau, Matthieu. "Modélisation thermomécanique d'un piédroit de four à coke." Phd thesis, Université d'Orléans, 2009. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00503876.
Повний текст джерелаOosterbaan-Eritzpokhoff, Jasha. "Utilisation des méthodes de l'analyse exploratoire de données environnementales pour l'établissement de descripteurs macroscopiques de la dynamique des termes sources polluants dans la géosphère : application à la caractérisation de la pollution par des hydrocarbures aromatiques polycycliques (HAP) de sites industriels anciens ayant utilisé la pyrolyse de la houille (usines à gaz et cokeries)." Paris, ENMP, 2000. http://www.theses.fr/2000ENMP0905.
Повний текст джерелаCokesa, Željko [Verfasser]. "Mikrobieller Abbau von Iminodisuccinat / vorgelegt von Željko Cokesa." 2004. http://d-nb.info/972068635/34.
Повний текст джерелаJankovic, Jasna. "Simulation of the Scrubber Section of a Fluid Coker." Thesis, 2005. http://hdl.handle.net/2429/16542.
Повний текст джерелаApplied Science, Faculty of
Chemical and Biological Engineering, Department of
Graduate
Escallon, Maria M. Schobert Harold H. "Petroleum and petroleum/coal blends as feedstocks in laboratory-scale and pilot-scale cokers to obtain carbons of potentially high value." 2008. http://etda.libraries.psu.edu/theses/approved/WorldWideIndex/ETD-3588/index.html.
Повний текст джерелаFreddy, Batsirai. "A study of an 'African aesthetic' in character designs for animation through an analysis of the work by Kenneth Shofela Coker." Thesis, 2016. http://hdl.handle.net/10539/19393.
Повний текст джерелаThis research paper attempts to define what constitutes towards an ‘African aesthetic’ and how this can be applied to character designs so as to have an African identity in animation. The African continent has a multitude of diverse cultures that have a distinct visual language. The research investigates how culture and religion influence these motifs and how they are given meaning. The Yoruba people are an ethnic group that resides in West Africa and they have one of the oldest art histories on the continent making them ideal to reference in this paper. There is a very limited amount of archived information on African art in the pre-colonial era especially when it comes to specific visual reference, so the research also explores how mythology and oral tradition can be used by an artist as inspiration. There are difficulties in defining an African aesthetic due to the diverse number of cultures; however, many scholars like Susan Vogel and Rowland Abiodun, have come up with elements that they found common in most in African art. These elements are also investigated as part of this report and analysed to see how they can be implemented in character design. Psychologists believe that people can identify an individual’s personality from their behavioural traits that create a general impression. This is due to human social interaction. Part of this research will look at the theoretical principles of character design and how visual stereotypes are a great tool for an artist to use, to get an idea across. The paper will break down a character’s physical features in terms of shape, colour and proportions and discuss how these can contribute to a character’s visual design. The case study in this research paper will examine the work of Kenneth Shofela Coker, who is an African character designer and animator who is currently based in the United States of America. It will mainly concentrate on the character designs in his two animated short films entitled Oni Ise Owo (2007) and Iwa (2009), and how he implemented some of the principles discussed in this paper. This research provides a platform for African artists to explore the possibility of an African character design style and encourages more scholars to study what constitutes an African aesthetic so as to build a more comprehensive visual archive.