Статті в журналах з теми "Catene globali del valore"

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Buciuni, Giulio. "Manifattura, servizi e innovazione nelle catene globali del valore." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (May 2013): 184–86. http://dx.doi.org/10.3280/es2013-001011.

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Brino, Vania. "Diritti dei lavoratori e catene globali del valore: un formante giurisprudenziale in via di definizione?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 167 (October 2020): 451–70. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167001.

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Анотація:
Il saggio, muovendo dalla difficoltà di prevedere strumenti rimediali efficaci nelle ipotesi di violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori nelle catene globali del valore, sostiene la tesi della necessaria introduzione di meccanismi dotati di implicazioni extraterritoriali al fine di su-perare i vincoli imposti dalla territorialità della legge e dal dogma della personalità giuridica separata delle imprese. L'Autrice riprende alcune pronunce che, intervenute sia su profili di diritto sostanziale che processuale, concorrono a definire nuovi percorsi interpretativi promuo-vendo una più ampia giustiziabilità dei diritti.
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De Marchi, Valentina, Gary Gereffi, and Roberto Grandinetti. "Distretti che evolvono nelle catene globali del valore: lezioni di resilienza dal Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (September 2017): 34–43. http://dx.doi.org/10.3280/es2017-002003.

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Greco, Lidia. "Produzione globale, lavoro e strategia sindacale: alcune riflessioni a partire dalla teoria delle catene globali del valore." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 49–81. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123004.

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Анотація:
Partendo dai processi di riorganizzazione globale della produzione secondo catene del valore, l'articolo riflette sulle implicazioni per il lavoro, sulle sfide che esso si trova a fronteggiare e sulle risposte che sembrano delinearsi. Dopo un periodo di inevitabile disorientamento, l'articolo dŕ conto del rinnovato attivismo da parte del sindacato che si traduce, da un lato, nell'elaborazione di strategie più adeguate alla mutata organizzazione del lavoro e, dall'altro, nella collaborazione con nuovi soggetti sociali e verso forme di regolazione del lavoro diverse da quelle tradizionali. La ristrutturazione della produzione con cui il capitale tenta incessantemente di superare la criticitŕ del lavoro si scontra infatti con una dimensione sostantiva incontrovertibile che consiste nel suo bisogno ultimo di realizzare l'accumulazione: esisterŕ sempre quindi un momento nel quale il capitale avrŕ la necessitŕ di definire una dialettica socio-spaziale.
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Bonfanti, Angelica. "Accesso alla giustizia per violazioni dei diritti umani sul lavoro lungo la catena globale del valore: recenti sviluppi nella prospettiva del diritto internazionale privato." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 171 (December 2021): 369–90. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171001.

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Анотація:
Il presente contributo esamina gli aspetti di diritto internazionale privato relativi all'accesso alla giustizia da parte delle vittime di violazioni dei diritti umani sul lavoro nell'ambito delle catene globali del valore di imprese multinazionali con società madri europee. In questa pro-spettiva, dopo avere analizzato la disciplina prevista dai Regolamenti europei Bruxelles I-bis, Roma I e Roma II, il contributo si focalizza sulle soluzioni offerte da due strumenti normativi oggi allo studio rispettivamente delle Nazioni Unite e dell'Unione europea: il progetto di trat-tato sulla regolamentazione delle attività di impresa e i diritti umani e la proposta di direttiva in materia di dovuta diligenza e responsabilità delle imprese, la cui adozione è stata richiesta dal Parlamento europeo nel marzo 2021.
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Micelli, Stefano. "Il lavoro artigiano nella globalizzazione." ARGOMENTI, no. 32 (September 2011): 53–70. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-032003.

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Анотація:
La figura dell'uomo artigiano ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione da parte della ricerca socioeconomica internazionale. In questa nuova prospettiva di analisi, il saggio si propone di esaminare il suo effettivo contributo economico rispetto alla competitivitŕ dei settori tipici Made in Italy alla luce delle grandi trasformazioni che hanno segnato il sistema industriale italiano nel corso del decennio passato. Il saggio discute il contributo del lavoro artigiano nella media impresa industriale e riflette sulle modalitŕ con cui il lavoro artigiano caratterizza alcune funzioni chiave nell'ambito delle catene globali del valore. In termini di politiche, il paper discute il modo in cui rilanciare la competitivitŕ della piccola impresa promuovendone nuove politiche di formazione e di promozione a scala internazionale.
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Nuzzo, Valeria, and Valerio Speziale. "Il diritto del lavoro e la frantumazione dei confini dell'impresa." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 162–82. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164009.

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Анотація:
Il saggio approfondisce il confronto tra giuslavoristi e sociologi del lavoro sui con-fini dell'impresa, sottolineando come l'assetto e la conformazione dell'impresa sia uno dei temi rimasti lungamente estraneo a tale dialogo. I cambiamenti organizza-tivi degli anni '90 inducono entrambi i settori a una riflessione, ma essi procedono per lo più paralleli, con richiami e citazioni reciproche estremamente rare ed episo-diche, in gran parte limitate al rinvio a una differente prospettiva di indagine. Solo negli ultimi anni tale confronto diventa più rilevante, quando si accentuano i fe-nomeni di outsourcing e si determina, con essi, una fuga dalla regolamentazione che vi si applica, grazie alla possibilità di organizzare la produzione sfruttando i differenziali regolativi e salariali esistenti fra le diverse aziende, fra i diversi settori industriali e anche fra diversi Paesi. Il saggio guarda, dunque, alle differenziazioni e alle asimmetrie che si sono prodotte sfruttando i confini e i differenziali ad essi associati, indagando sui diversi strumenti giuridici utilizzati, dall'appalto alle reti di impresa fino alle catene globali del valore.
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Borghi, Vando, and Federico Chicchi. "I capricci della merce: produzione di merci come produzione di rapporti sociali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 20–30. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116003.

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Анотація:
Karl Marx, in un contesto sociale a dire il vero molto diverso da quello presente, ha dimostrato come il processo di produzione delle merci č, allo stesso tempo, anche un processo di (ri)produzione sociale; un processo in cui non solo le merci, ma anche i rapporti sociali, sono continuamente prodotti in una forma adeguata allo stesso sviluppo capitalistico. Il saggio parte dalla considerazione che questa certamente ancora oggi valida assunzione, deve perň essere interpretata alla luce di due principali metamorfosi: da un lato la dicotomia tra produzione e consumo non puň piů essere considerata in modo cosě netto e radicale (come invece in una considerevole parte delle interpretazioni di origine marxista); dall'altro lato il fatto che le nuove catene di produzione globale del valore coinvolgono, sempre piů direttamente, nuove risorse che riguardano le facoltŕ umane fondamentali (lingua, comunicazione, socievolezza, capacitŕ cognitive e simboliche, capacitŕ sociali, ecc.). Alla fine del saggio, ci si propone inoltre di evidenziare alcune contraddizioni che i piů recenti sviluppi della relazione tra merci e rapporti sociali di produzione stanno causando in termini di rischio di auto-distruzione delle basi morali del capitalismo e di persistenza e crescita di rilevanza economica di pratiche di lavoro che cercano di evitare, come modalitŕ intrinseca della loro organizzazione, l'esercizio dello sfruttamento capitalistico.
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Solinas, Giovanni, Raffaele Giardino, Eleonora Di Maria, and Stefano Micelli. "Distretti industriali, imprese multinazionali e catene del valore." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 3 (August 2011): 179–92. http://dx.doi.org/10.3280/poli2011-003008.

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Borelli, Silvia, and Giovanni Orlandini. "Lo sfruttamento dei lavoratori nelle catene di appalto." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 173 (May 2022): 109–33. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-173005.

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Анотація:
Il contributo presenta le conclusioni della prima fase della ricerca sulle catene di appalto (sub-contracting chains), coordinata dalla Confederazione europea dei sindacati (CES). I sei casi-studio svolti hanno mostrato come, nei settori esaminati (l'agroalimentare, le costruzioni, i tra-sporti e l'industria dell'abbigliamento), l'appalto sia divenuto "il" business model, ossia la normale strategia da adottare per diminuire il costo del lavoro e aumentare i profitti, soprattutto quando si partecipa a mercati globali altamente competitivi. Nel contributo vengono illustrate le forme legali e illegali di sfruttamento lavorativo che hanno luogo nelle catene di appalto e ven-gono evidenziate le difficoltà dei lavoratori di organizzarsi collettivamente a causa della fram-mentazione del ciclo produttivo.
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Sanguineti Raymond, Wilfredo. "Le catene globali di produzione e la costruzione di un diritto del lavoro senza frontiere." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 166 (July 2020): 187–226. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-166003.

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Bauer, Roland. "L'informatizzazione dell'Atlante Linguistico Sonoro ALD I (Atlante Linguistico del ladino centrale e dialetti limitrofi I)." Linguistica 32, no. 2 (December 1, 1992): 197–212. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.197-212.

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Анотація:
L’ALD sonoro rappresenta, all'interno del progetto di ricerca ALD I, il settore più innovativo in merito alle strutture informatiche. Si tratta infatti dell'incorporazio­ ne di tutti i dati acustici (raccolti sul campo) in una delle varie catene di pubblicazione. Ciò comporta non solo notevoli vantaggi materiali (conservazione della qualità dei dati sonori a lungo termine, accesso rapido alla realta acustica e facile duplificazione dei risp. dati), ma anche un considerevole incremento delle attuali possibilità di tratta­ mento strettamente linguistico dei dati, oltre al valore generale dell'intera base docu­ mentaria messa a disposizione della ricerca diacronica dei secoli futuri.
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Mongillo, Vincenzo. "Imprese multinazionali, criminalità transfrontaliera ed estensione della giurisdizione penale nazionale: efficienza e garanzie "prese sul serio"." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 170 (August 2021): 179–213. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170002.

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Анотація:
In un mondo in cui l'attività economica si è globalizzata e la dimensione transfrontaliera del crimine di impresa è esponenzialmente cresciuta, il tema dell'estensione spaziale delle leggi penali nazionali assume rilievo centrale. La parcellizzazione della produzione in gruppi societari, joint venture e catene di approvvigionamento globali, oltre a fomentare reati e violazioni di diritti umani da parte delle imprese multinazionali o transnazionali, erode la capacità di enforcement degli Stati. Il saggio si concentra, così, sulle nuove forme di giurisdizione extraterritoriale - sia autentiche che "mimetizzate" sotto una nozione di territorialità dilatata all'estremo - da una duplice prospettiva: efficacia della risposta punitiva e tutela dei diritti fondamentali dei soggetti (individui e società) sottoposti a procedimento penale da parte di molteplici autorità nazionali, nell'ottica di un equilibrio ragionevole.
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Deluigi, Rosita. "Distanze globali, interdipendenze sociali e prossimità umane: dalla ricerca di relazione alle progettualità condivise." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 432–43. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9592.

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Анотація:
Il bisogno degli altri è una costante nella nostra esistenza costellata da incertezze e precarietà. Come intessere relazioni significative, anche in chiave educativa, a fronte di tempi e spazi che sempre di più assumono valore solo nel presente sottraendo speranza al futuro? Questo interrogativo farà da sfondo al saggio che intende riflettere sulla necessità di orientarsi in contesti plurali e globali, senza trascurare la specificità di ogni luogo esperienziale. L'intento è di delineare alcuni orientamenti pedagogici per superare i muri di segregazione, eretti per proteggere identità effimere, e per promuovere la crescita consapevole di soggetti dialogici e di comunità generative. La profondità del tempo presente può costituire il substrato per declinare potenziali cambiamenti e per ampliare le prospettive progettuali del singolo e della collettività. Andare alla ricerca delle interdipendenze che connotano l'esistere umano significa aver cura dei legami, alimentando processi di conoscenza di sé e di partecipazione corresponsabile. Ecco perché, per favorire logiche comunitarie sostenibili, lo sguardo attento dell'educatore non trascura le distanze, le differenze e le disuguaglianze
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Torre, Salvo. "Accumulazione e Spoliazione della Biosfera in Sicilia Orientale - Appunti per L'elaborazione di un Modello di Lettura delle Crisi Socio-Ecologiche." Revista Movimentos Sociais e Dinâmicas Espaciais 6, no. 1 (July 25, 2017): 195. http://dx.doi.org/10.51359/2238-8052.2017.229936.

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Анотація:
Il caso della Sicilia Orientale può essere utilizzato per ragionare su un modello di lettura delle modalità con cui nell'ultimo quarantennio si sono verificate diverse crisi ecologiche e sul modo con cui si sono affermati molti processi di impoverimento ed erosione delle risorse. Il quadro che emerge è quello di un'area mediterranea in cui la crisi industriale degli anni Settanta del Novecento non ha prodotto un alleggerimento della pressione sull'ambiente locale, si sono solo modificate le modalità di sfruttamento. I principali processi che si sono realizzati, come la dismissione industriale, la crisi dell'agricoltura, la nascita dei nuovi poli commerciali e l'espansione urbana, hanno avuto uno stretto legame con le grandi trasformazioni globali e hanno partecipato alla produzione di una crisi ambientale. Il risultato semba essere un quadro in cui l'insieme delle attività umane è stato segnato dai processi di accumulazione per spoliazione e dall'estrazione di valore dalla biosfera.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Анотація:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Azevedo, Mário Luiz Neves de. "Bem público, teoria do capital humano e mercadorização da educação: aproximações conceituais e uma apresentação introdutória sobre "público" nas Declarações da CRES-2008 e CRES-2018 (Public good, human capital theory and commodification of education)." Revista Eletrônica de Educação 13, no. 3 (September 2, 2019): 873. http://dx.doi.org/10.14244/198271993591.

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Анотація:
The purpose of this article is to analyze the so-called human capital theory and to clarify the concept of public good, as well as the frequency of the expression "public" in the Declarations adopted at the Regional Conferences of Higher Education in Latin America and the Caribbean in 2008 and 2018. For this, in methodological terms, this article analyzes documents from certain International Organizations (UNESCO, World Bank and OECD) and seeks theoretical support in Reinhart Koselleck's History of Concepts and other authors such as Roger Dale, Susan Robertson, Bob Jessop, Stephen Gill, Paul Samuelson , Karl Polanyi and Pierre Bourdieu.ResumoO presente artigo tem o objetivo de analisar a chamada teoria do capital humano e precisar o conceito de bem público, bem como a frequência da expressão “público” nas Declarações aprovadas nas Conferências Regionais de Educação Superior na América Latina e Caribe, em 2008 e 2018. Para isto, em termos metodológicos, o presente artigo analisa documentos de determinadas Organizações Internacionais (UNESCO, Banco Mundial e OCDE) e busca apoio na História dos Conceitos de Reinhart Koselleck e em autores como Roger Dale, Bob Jessop, Stephen Gill, Paul Samuelson, Karl Polanyi, Pierre Bourdieu.Keywords: Public good, Human capital theory, Commodification, Education, CRES 2008 and CRES 2018.Palavras-chave: Bem público, Teoria do capital humano, Mercadorização, Educação, CRES 2008 e CRES 2018.ReferencesALVES, Giovanni. O que é o precariado? Blog da Boitempo. Extraído de <https://blogdaboitempo.com.br/2013/07/22/o-que-e-o-precariado/>, 22 Jul 2013, acesso em 28 fev 2019.ARENDT, Hannah. A crise na educação. In: Entre o passado e o futuro. Tradução: Mauro W. Barbosa de Almeida. 3ª reimpressão da 5ª ed. de 2000. São Paulo: Perspectiva, 2005.AUDITORIA CIDADÃ DA DÍVIDA. Dividômetro: quanto pagamos (juros e amortizações) – dívida pública federal. Auditoria Cidadã da Dívída. 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Анотація:
Esperienze educative e progettazione pedagogica si misurano con le differenze e le peculiarità del territorio, sono locali. Ma la qualità e la reale incisività dei processi formativi si proiettano oggi in uno scenario inedito, suscitando pressanti interrogativi in chi ha a cuore un’idea di civiltà imperniata sulla ricerca del bene comune. É imprescindibile il riferimento, per quanto approssimato e allusivo, alla pervasività delle trasformazioni politiche e sociali, tecnologiche e sanitarie, educative e religiose che interessano l’intero pianeta. Il dialogo tra economia e pedagogia richiama al compito di rendere lo sviluppo davvero umano ovvero plausibile e adeguato alla pienezza della realizzazione personale e comunitaria, cui abbiamo il dovere di aspirare. Si nasce umani e si deve imparare ad esserlo. L’arena della comunicazione pubblica, l’attività finanziaria e la ricerca scientifica non possono essere arbitrariamente ridotte a misura dei social network o dei sostenitori dell’economia di mercato, per i quali sovente ogni cosa ha il suo prezzo ma nulla ha in realtà valore. Il saggio, alla luce di una visione antropologica pedagogicamente legittimata, accredita l’ipotesi che anche, e in misura considerevole, «dai risultati della ricerca scientifica e dai modelli educativi proposti dipende la possibilità di continuare a garantire il benessere sin qui raggiunto, ampliandone il grado di coinvolgimento dei popoli» (Ornaghi, 2007, p. VII). Tra pedagogia e economia, educazione e politica, fondamentale è pensare il civile, tra dinamiche globali e agire locale. Secondo una prospettiva storica e sistemica (Pasquino, 2020), occorre riconoscere la centralità della dimensione relazionale per la costruzione della cittadinanza democratica, di una economia e di una pedagogia civile.
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