Добірка наукової літератури з теми "Catene globali del valore"

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Статті в журналах з теми "Catene globali del valore"

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Buciuni, Giulio. "Manifattura, servizi e innovazione nelle catene globali del valore." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (May 2013): 184–86. http://dx.doi.org/10.3280/es2013-001011.

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2

Brino, Vania. "Diritti dei lavoratori e catene globali del valore: un formante giurisprudenziale in via di definizione?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 167 (October 2020): 451–70. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167001.

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Анотація:
Il saggio, muovendo dalla difficoltà di prevedere strumenti rimediali efficaci nelle ipotesi di violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori nelle catene globali del valore, sostiene la tesi della necessaria introduzione di meccanismi dotati di implicazioni extraterritoriali al fine di su-perare i vincoli imposti dalla territorialità della legge e dal dogma della personalità giuridica separata delle imprese. L'Autrice riprende alcune pronunce che, intervenute sia su profili di diritto sostanziale che processuale, concorrono a definire nuovi percorsi interpretativi promuo-vendo una più ampia giustiziabilità dei diritti.
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3

De Marchi, Valentina, Gary Gereffi, and Roberto Grandinetti. "Distretti che evolvono nelle catene globali del valore: lezioni di resilienza dal Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (September 2017): 34–43. http://dx.doi.org/10.3280/es2017-002003.

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4

Greco, Lidia. "Produzione globale, lavoro e strategia sindacale: alcune riflessioni a partire dalla teoria delle catene globali del valore." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 49–81. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123004.

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Анотація:
Partendo dai processi di riorganizzazione globale della produzione secondo catene del valore, l'articolo riflette sulle implicazioni per il lavoro, sulle sfide che esso si trova a fronteggiare e sulle risposte che sembrano delinearsi. Dopo un periodo di inevitabile disorientamento, l'articolo dŕ conto del rinnovato attivismo da parte del sindacato che si traduce, da un lato, nell'elaborazione di strategie più adeguate alla mutata organizzazione del lavoro e, dall'altro, nella collaborazione con nuovi soggetti sociali e verso forme di regolazione del lavoro diverse da quelle tradizionali. La ristrutturazione della produzione con cui il capitale tenta incessantemente di superare la criticitŕ del lavoro si scontra infatti con una dimensione sostantiva incontrovertibile che consiste nel suo bisogno ultimo di realizzare l'accumulazione: esisterŕ sempre quindi un momento nel quale il capitale avrŕ la necessitŕ di definire una dialettica socio-spaziale.
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Bonfanti, Angelica. "Accesso alla giustizia per violazioni dei diritti umani sul lavoro lungo la catena globale del valore: recenti sviluppi nella prospettiva del diritto internazionale privato." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 171 (December 2021): 369–90. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171001.

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Анотація:
Il presente contributo esamina gli aspetti di diritto internazionale privato relativi all'accesso alla giustizia da parte delle vittime di violazioni dei diritti umani sul lavoro nell'ambito delle catene globali del valore di imprese multinazionali con società madri europee. In questa pro-spettiva, dopo avere analizzato la disciplina prevista dai Regolamenti europei Bruxelles I-bis, Roma I e Roma II, il contributo si focalizza sulle soluzioni offerte da due strumenti normativi oggi allo studio rispettivamente delle Nazioni Unite e dell'Unione europea: il progetto di trat-tato sulla regolamentazione delle attività di impresa e i diritti umani e la proposta di direttiva in materia di dovuta diligenza e responsabilità delle imprese, la cui adozione è stata richiesta dal Parlamento europeo nel marzo 2021.
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Micelli, Stefano. "Il lavoro artigiano nella globalizzazione." ARGOMENTI, no. 32 (September 2011): 53–70. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-032003.

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Анотація:
La figura dell'uomo artigiano ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione da parte della ricerca socioeconomica internazionale. In questa nuova prospettiva di analisi, il saggio si propone di esaminare il suo effettivo contributo economico rispetto alla competitivitŕ dei settori tipici Made in Italy alla luce delle grandi trasformazioni che hanno segnato il sistema industriale italiano nel corso del decennio passato. Il saggio discute il contributo del lavoro artigiano nella media impresa industriale e riflette sulle modalitŕ con cui il lavoro artigiano caratterizza alcune funzioni chiave nell'ambito delle catene globali del valore. In termini di politiche, il paper discute il modo in cui rilanciare la competitivitŕ della piccola impresa promuovendone nuove politiche di formazione e di promozione a scala internazionale.
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Nuzzo, Valeria, and Valerio Speziale. "Il diritto del lavoro e la frantumazione dei confini dell'impresa." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 164 (December 2022): 162–82. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164009.

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Анотація:
Il saggio approfondisce il confronto tra giuslavoristi e sociologi del lavoro sui con-fini dell'impresa, sottolineando come l'assetto e la conformazione dell'impresa sia uno dei temi rimasti lungamente estraneo a tale dialogo. I cambiamenti organizza-tivi degli anni '90 inducono entrambi i settori a una riflessione, ma essi procedono per lo più paralleli, con richiami e citazioni reciproche estremamente rare ed episo-diche, in gran parte limitate al rinvio a una differente prospettiva di indagine. Solo negli ultimi anni tale confronto diventa più rilevante, quando si accentuano i fe-nomeni di outsourcing e si determina, con essi, una fuga dalla regolamentazione che vi si applica, grazie alla possibilità di organizzare la produzione sfruttando i differenziali regolativi e salariali esistenti fra le diverse aziende, fra i diversi settori industriali e anche fra diversi Paesi. Il saggio guarda, dunque, alle differenziazioni e alle asimmetrie che si sono prodotte sfruttando i confini e i differenziali ad essi associati, indagando sui diversi strumenti giuridici utilizzati, dall'appalto alle reti di impresa fino alle catene globali del valore.
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Borghi, Vando, and Federico Chicchi. "I capricci della merce: produzione di merci come produzione di rapporti sociali." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 20–30. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116003.

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Анотація:
Karl Marx, in un contesto sociale a dire il vero molto diverso da quello presente, ha dimostrato come il processo di produzione delle merci č, allo stesso tempo, anche un processo di (ri)produzione sociale; un processo in cui non solo le merci, ma anche i rapporti sociali, sono continuamente prodotti in una forma adeguata allo stesso sviluppo capitalistico. Il saggio parte dalla considerazione che questa certamente ancora oggi valida assunzione, deve perň essere interpretata alla luce di due principali metamorfosi: da un lato la dicotomia tra produzione e consumo non puň piů essere considerata in modo cosě netto e radicale (come invece in una considerevole parte delle interpretazioni di origine marxista); dall'altro lato il fatto che le nuove catene di produzione globale del valore coinvolgono, sempre piů direttamente, nuove risorse che riguardano le facoltŕ umane fondamentali (lingua, comunicazione, socievolezza, capacitŕ cognitive e simboliche, capacitŕ sociali, ecc.). Alla fine del saggio, ci si propone inoltre di evidenziare alcune contraddizioni che i piů recenti sviluppi della relazione tra merci e rapporti sociali di produzione stanno causando in termini di rischio di auto-distruzione delle basi morali del capitalismo e di persistenza e crescita di rilevanza economica di pratiche di lavoro che cercano di evitare, come modalitŕ intrinseca della loro organizzazione, l'esercizio dello sfruttamento capitalistico.
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9

Solinas, Giovanni, Raffaele Giardino, Eleonora Di Maria, and Stefano Micelli. "Distretti industriali, imprese multinazionali e catene del valore." ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 3 (August 2011): 179–92. http://dx.doi.org/10.3280/poli2011-003008.

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Borelli, Silvia, and Giovanni Orlandini. "Lo sfruttamento dei lavoratori nelle catene di appalto." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 173 (May 2022): 109–33. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-173005.

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Анотація:
Il contributo presenta le conclusioni della prima fase della ricerca sulle catene di appalto (sub-contracting chains), coordinata dalla Confederazione europea dei sindacati (CES). I sei casi-studio svolti hanno mostrato come, nei settori esaminati (l'agroalimentare, le costruzioni, i tra-sporti e l'industria dell'abbigliamento), l'appalto sia divenuto "il" business model, ossia la normale strategia da adottare per diminuire il costo del lavoro e aumentare i profitti, soprattutto quando si partecipa a mercati globali altamente competitivi. Nel contributo vengono illustrate le forme legali e illegali di sfruttamento lavorativo che hanno luogo nelle catene di appalto e ven-gono evidenziate le difficoltà dei lavoratori di organizzarsi collettivamente a causa della fram-mentazione del ciclo produttivo.
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Дисертації з теми "Catene globali del valore"

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Ongaro, Gian Luigi <1988&gt. "Cluster e Catene Globali del valore nell'industria del mobile. Italia, Usa e Canada a confronto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2040.

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Анотація:
La tesi analizza, attraverso la nozione di catena del valore aggiunto, il distretto del mobile del Livenza/Quartier del Piave. Dopo un primo capitolo concentrato nella descrizione del modello teorico delle Global Value Chain, l'elaborato presenta l’analisi del distretto del Livenza/Quartier del Piave. Viene proposta una descrizione del cluster alla luce del modello delle GVC. Nel terzo e ultimo capitolo si passa ad un confronto con il distretto di High Point in North Carolina e con l'industria del mobile canadese, evidenziando similitudini e differenze con la realtà italiana.
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Lullo, Simona <1988&gt. "Il Made in Italy nelle catene globali del valore. Il caso studio Classic Light." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6444.

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Анотація:
Il lavoro è suddiviso in sei capitoli attraverso il quale si cerca di illustrare la realtà delle aziende che si occupano della produzione e della commercializzazione di oggetti in vetro di Murano. L’azienda che viene analizzata più da vicino a partire dal primo capitolo si chiama Classic Light. Dopo un’attenta presentazione di quest’ultima viene analizzato il distretto di Murano. L’analisi che viene svolta nel primo capitolo permette di verificare quali siano le strategie che rendono possibile il successo competitivo, ovvero quali siano le caratteristiche delle imprese ‘vincenti’. Analoga analisi viene poi estesa a livello di realtà distrettuale. Dopo aver richiamato nel terzo capitolo le principali teorie sull’internazionalizzazione e il suo ruolo strategico, nel quarto dapprima si analizza lo sviluppo dei distretti dagli anni ’80 ad oggi per poi cercare di fotografare la situazione attuale. Nel quinto capitolo si analizza più da vicino il Made in Italy, analisi intrapresa avendo come riferimento la teoria del Country of Origin Effect. Nel sesto capitolo, infine, si analizza il ruolo della conoscenza e dell’innovazione e delle filiere globali quali strumenti per superare la crisi degli ultimi anni da parte del Made in Italy. La delocalizzazione del made in Italy appare attualmente la migliore modalità organizzativa possibile per riuscire ad essere competitivi sui mercati mondiali, sebbene non vi sia una forma organizzativa ottimale che sia valida per le diverse imprese. Il caso pratico analizzato, Classic Light, e lo studio del distretto di Murano mostrano come di fatto tale strategia sia inevitabile per poter continuare a crescere nel momento in cui il mercato interno è stagnante ed in grave recessione. Nel paese di provenienza vengono mantenute le produzioni di livello alto – destinate prevalentemente al mercato estero – per valorizzare al massimo il know how del Made in Italy e salvaguardare il brand con prodotti di eccellenza.
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Roesel, Lorenzo. "Le Catene globali del valore e la loro sfida alla rappresentanza collettiva: Quale ruolo per le relazioni industriali nel settore agroalimentare?" Doctoral thesis, Università di Siena, 2023. https://hdl.handle.net/11365/1226474.

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Анотація:
Le relazioni industriali del XXI secolo sono chiamate ad affrontare una sfida particolarmente impegnativa e direttamente collegata alle trasformazioni che l’organizzazione del lavoro e l'impresa attraversano. È possibile riassumere l’attuale modello globale, entro il cui schema le grandi imprese mondiali si sono ordinate, nella definizione di "Catene globali del valore”, un tema intorno a cui si è sviluppato un significativo corpus di studi. In questo modello, il processo produttivo viene separato dentro la stessa azienda o tra aziende diverse in particolare per quello che riguarda le sue parti meno precipue (o "non-core"). La frammentazione della produzione che ne consegue necessita di un coordinamento da parte dell’azienda che domina la Catena globale e che si rivela in molti casi di tipo coercitivo nei confronti delle altre aziende. I rapporti di filiera così sbilanciati si acuiscono in particolare nel settore agroalimentare sia perché dominato dalle grandi catene di distribuzione organizzata sia per la particolarità della “merce” prodotta (che è prima di tutto cibo e alimento, con le conseguenze sociali che si possono immaginare). Tale modello produttivo pone quindi una sfida all’organizzazione collettiva dei lavoratori: come far evolvere le forme di rappresentanza sindacale e come modificare la rappresentazione del “conflitto”? Occorrono nuovi approcci coraggiosi al tema che si sviluppino “dentro” le Catene globali e “lungo” di essa: è infatti necessario essere contemporaneamente attivi a livello locale e mantenere una prospettiva ed un coordinamento globale. Il presente contributo propone quindi alcune possibili risposte sperimentate dai differenti sistemi di rappresentanza sociale e individuate attraverso l’analisi della letteratura scientifica in merito. Viene proposta una innovativa classificazione di queste modalità di organizzazione, facendo coincidere per ognuna di queste definizioni teoriche l’esperienza pratica che ne sussume e da cui nasce. In tale sistematizzazione innovativa trovano posto: il “Sindacalismo internazionale”, che sembra tuttavia non riuscire a eliminare il problema di avere differenziali di diritto del lavoro tra le nazioni coinvolte ed eccessivamente burocratico; l’ “Internazionalismo” (o il “Movimentismo”) che si rivelano ultimamente inefficaci per la divisione a compartimenti degli ambiti di azione politica e dell’inefficace azione di coordinamento di attività di mobilitazione già autonomamente svolte a livello locale; il “Sindacalismo legislativo”, cioè l’individuazione di nuovi strumenti regolativi nei rapporti di filiera che abbiano una base pattizia (sia essa legislativa o privata) ma che si rivela inefficace se non controproducente nella tutela dei lavoratori; il “Sindacalismo contrattualista di filiera” che a livello territoriale propone un coordinamento tra sigle sindacali di diverse categorie produttive, efficace per le Catene globali poco estese internazionalmente; il “Sindacalismo regolatorio” di cui il modello svedese di “memorandum d’intesa” è un innovativo e interessante caso che viene approfondito nel contributo. La ricerca qui presentata tenta quindi, di fronte ad un problema complesso del mondo del lavoro, di utilizzare il metodo delle relazioni industriali e del dialogo sociale per come è stato tracciato da Marco Biagi. L’analisi e la valutazione delle migliori esperienze in campo sono la chiave per tentare di conciliare il legittimo localismo delle esigenze dei siti produttivi con una necessaria prospettiva globale e di filiera. Il lavoro di ricerca, svolto a svolta all’interno e nell’ambito di un percorso di apprendistato di alta formazione e ricerca presso la FAI Cisl (Federazione nazionale agricola, alimentare, ambientale e industriale del sistema di rappresentanza cislino), vuole essere quindi un’opportunità di apprendimento collettivo e individuale per la comunità sindacale a cui fa riferimento.
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PESCOSOLIDO, VALENTINA. "Le imprese italiane nelle Catene Globali del Valore: il ruolo dei sistemi territoriali nei processi di internazionalizzazione ed innovazione." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1638693.

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Анотація:
This work aims to study the phenomenon of Global Value Chains in Italy, their characteristics and their diffusion throughout the territory. Many studies affirm that there is a correlation between the participation of firms in Value Chains and increased productivity, and that innovation activities facilitate the internationalization of firms and help them to position themselves more "upstream" in the Value Chains, enabling them to carry out activities with higher added value. Business-to-business partnerships and collaborations with universities, chambers of commerce, and other local entities also facilitate internationalization. Using a database from a sample survey of Italian manufacturing firms, a geographical mapping of Italian firms participating in Global Value Chains is carried out. The data shows that Northern companies participate more in Global Value Chains, export more, are more involved in partnerships and collaborations with other local companies and institutions (e.g. Chambers of Commerce), are more innovative, and make more investments in the green economy and Industry 4.0. In addition, Northern Italian companies carry out more subcontracting activities, placing them in a medium-high position in Value Chains, while Southern companies have fewer foreign relationships and carry out less subcontracting, focusing more on product exports, thus placing them in a lower position in GVCs, compared to Northern companies. Also analyzed are the internationalization policies of firms in Lombardy and Emilia Romagna, which encourage training, digitization, meetings with potential foreign business partners, collaborative projects between firms and universities, and projects to foster the creation of international supply chains and promote typical local products. The consequences of the Covid-19 pandemic are also analyzed, observing the impact that the crisis has had on the Value Chains that unite Italy and Germany, and exploring possible structural changes in the Value Chains. It shows that internationalized companies suffered less during the pandemic than non-internationalized companies. In addition, many companies want to increase their level of digitization to meet future challenges. Many governments are considering the reshoring of manufacturing operations, while the European Union is aiming to regionalize the value chains of strategic sectors (e.g. health care manufacturing) within its borders. It would be desirable to aim for the regionalization of Value Chains without going too far in nationalistic policies, which would lead to increased costs and loss of investment.
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Maraniello, Diego. "Le strategie di sviluppo delle grandi catene alberghiere nei mercati globali: il caso del gruppo Accor." Tesi di dottorato, 2010. http://www.fedoa.unina.it/8052/1/Maraniello_Diego_23.pdf.

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MARANO, Jonathan Francesco. "CHINA’S NEW NORMAL: DEVELOPMENTAL MODEL REFORM AND IMPLICATIONS FOR FOREIGN BUSINESSES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251083.

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Анотація:
L’elaborato affronta la tematica del New Normal in Cina, inteso come il programma di riforme che la Repubblica Popolare Cinese ha predisposto per accompagnare la nuova fase di transizione, che vede il sistema-Paese abbandonare il vecchio paradigma della “Fabbrica del Mondo”, alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo. Tale modello passa attraverso la ricollocazione verso l’alto dell’economa nazionale nella catena del valore globale ed una maggiore attenzione nei confronti degli aspetti maggiormente qualitativi della crescita economica, nonché di una accresciuta integrazione nell’economia mondiale, grazie ad una promozione dello stato di diritto e di un ambiente economico maggiormente trasparente ed aperto nei confronti degli operatori internazionali. Nell’analisi delle politiche e delle riforme che accompagnano questo cambiamento, svolta attraverso l’analisi di settori considerati strategici e particolarmente significativi (ambiente, sanità e food safety), la premessa alla base del lavoro è che tale transizione non è semplicemente descrivibile come mera convergenza verso un modello ricalcante i sistemi politici ed economici delle economie avanzate occidentali. La riforma è bensì intesa come un processo incrementale, che all’adozione delle cosiddette best practices internazionali affianca un approccio pragmatico, che non recede la linea di continuità con il background storico, politico, istituzionale e culturale -spesso contraddittorio- di quella che è considerata essere la più antica civiltà ortogenetica del mondo. Il contributo chiave del presente lavoro è la problematizzazione, nei suoi vari aspetti, di questa congiuntura storica e del suo portato nei confronti delle strategie di medio e lungo termine degli operatori economici stranieri che decidono di operare in Cina, i quali da un lato possono godere di grandi opportunità di mercato liberate dalle riforme, dall’altro devono essere consapevoli delle sfide inevitabilmente poste dal cangiante contesto giuridico, economico ed istituzionale e delle sue traiettorie di sviluppo.
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Книги з теми "Catene globali del valore"

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Barrucci, Paolo. Le divisioni del lavoro sociale: Dagli spilli di Smith alle catene transnazionali del valore. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2014.

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Тези доповідей конференцій з теми "Catene globali del valore"

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Cerasoli, Mario, and Biancamaria Rizzo. "Il futuro tecnologico dei centri storici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

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Анотація:
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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