Дисертації з теми "Carbonio del suolo"
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DE, SANCTIS GIACOMO. "Cambiamenti climatici, sistemi colturali e dinamica del carbonio nel suolo." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2007. http://hdl.handle.net/11566/242478.
Повний текст джерелаCoslovich, Davide. "Stima del sequestro potenziale di carbonio nei suoli agricoli del Veneto con il GEFSOC modellyng system." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4597.
Повний текст джерелаI suoli globalmente contengono circa 2500 Pg di C in forma minerale ed organica (ca 1550 Pg) ed il flusso annuo da e verso l’atmosfera – che attualmente contiene circa 760 Pg C – coinvolge circa 120 Pg di C. Questi scambi di carbonio sono clima-dipendenti; l’effetto del cambiamento climatico sui depositi di carbonio del suolo è perciò di importanza critica, in quanto anche piccole variazioni di un deposito di tale entità possono determinare importanti conseguenze sulla concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, innescando meccanismi retroattivi positivi. Per fare delle previsioni sui cambiamenti dei depositi di carbonio per effetto dei cambiamenti climatici o di altre variabili è neccesario ricorrere a dei modelli; in particolare, per le stime a scala nazionale e regionale si impiegano dei modelli che operano a livello di ecosistema e che vengono abbinati a dei SIT. Vista la forte sinergia con la mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, la ricerca è stata volta a stimare il potenziale di sequestro e accumulo di sostanza organica nei terreni agricoli del Veneto, con un occhio di riguardo per la gestione sostenibile. In secondo luogo, a fornire uno strumento per la contabilizzazione del sequestro di carbonio nei sistemi agricoli. Si è individuato nel GEFSOC Modelling Sistem uno strumento idoneo per il perseguimento di questi obiettivi; il GEFSOC MS integra due modelli meccanicistici ampiamente sperimentati – Century e RothC – ed il metodo empirico dell’IPCC e li interfaccia con un SOTER-DB e con un GIS. L’uso e la gestione del suolo ed i loro cambiamenti sono variabili fondamentali nel determinare il contenuto di carbonio nei depositi del terreno; poiché manifestano i loro effetti anche secoli dopo che si sono verificati, è necessario ricostruire la loro storia almeno negli ultimi 100 anni. Nel corso della ricerca è stato ideato e sperimentato per la prima volta in questo settore un approccio spazialmente esplicito alle transizioni di uso e gestione del suolo, utilizzando materiale cartografico di varia natura e completando la raccolta dati con statistiche agrarie e fonti storiche. Le simulazioni sono state fatte contemplando due diversi scenari di cambiamento climatico (PCM-B1 e Had3A1FI) spinti fino al 2100. L’analisi dei risultati prodotti evidenzia che i terreni più ricchi in carbonio sono maggiormente soggetti a perdite, mentre quelli poveri, anche se in misura modesta, incrementano il loro contenuto; la tendenza, quindi, è di avvicinarsi ad una maggiore omogeneità. Per quel che riguarda gli usi del suolo, seminativi ed aree agricole eterogenee sono le categorie che hanno manifestato tassi di incremento superiori. I tassi di variazione, comunque, sono tendenzialmente in calo e, per lo scenario di cambiamento climatico meno marcato, ad un certo punto (2070 ca) si portano su valori negativi: questo fatto si ripercuote sui depositi del terreno, che complessivamente mostrano un incremento nel lungo periodo, ma via via più contenuto, fino a raggiungere un massimo e quindi cominciare ad emettere negli ultimi decenni della simulazione. I depositi dei terreni sottoposti allo scenario di cambiamento più marcato, invece, non hanno subito flessioni ed hanno garantito, anche se in misura calante, il sequestro lungo tutto il periodo della simulazione. Questo dato può essere di qualche interesse nello studio degli effetti della temperatura sul rapporto produzione di biomassa-accumulo/decomposizione. L’analisi delle mappe dei depositi e dei tassi di variazione annua ad ettaro prodotte con la sperimentazione, ed il confronto delle stesse con carte del contenuto del carbonio nei terreni di doversa origine e natura, rivelano l’utilità dell’approccio spazialmente esplicito nella definizione delle transizioni dell’uso e gestione del suolo; è possibile infatti riconoscere, dalla zonizzazione, i tematismi che possono avere avuto un peso preponderante nel determinare peculiari situazioni; questo consente di indagarle, verificare la validità delle assunzioni fatte in fase di progettazione, modificare eventualmente la parametrizzazione e reindirizzare le simulazioni. Ad una livello di risoluzione comparabile a quello degli strati informativi di partenza. Alla luce della sperimentazione effettuata, si ritiene che il GEFSOC Modelling System meriti grande considerazione per quanto attiene la contabilizzazione del carbonio nei sistemi agricoli – problematica inevasa fino ad oggi in Italia; quale strumento a supporto del processo decisionale; per le possibili sinergie nella pianificazione di campionamenti e sperimentazioni attinenti; per l’approfondimento della ricerca nell’ambito delle relazioni tra clima e suolo.
XXIII Ciclo
1970
Maines, Martina. "Stoccaggio del carbonio nel suolo: stima dell'effetto di diverse rotazioni culturali con il modello RothC." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Знайти повний текст джерелаAngeletti, Carlo. "Long term and short term effects of crop rotations in organic farming on soil organic matter content and stabilization dynamics." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/243104.
Повний текст джерелаSoil management can contribute significantly to increasing agricultural soil quality. Practices such as reduced tillage, organic amendments application and cover cropping are all recognized as valuable ways to restore the depleted SOM pools and sequester CO2 from the atmosphere, hence reducing the environmental impact of farming. The amount of organic carbon (OC) in the soil is controlled by the amount of OC returning to the soil during cultivation, and the decomposition rate, i.e. stability, of the organic input. Therefore, it is of key importance to understand the mechanisms that allow SOM to stabilize within the soil matrix. Soil organic matter (SOM) resistance to degradation depends on its chemical properties and, more importantly, on the interactions between organic molecules and the soil matrix i.e. occlusion within soil aggregates and interaction with mineral particles surfaces. Cultivation has a profound effect on of these mechanisms, as it determines the amount and chemical composition of the organic inputs that reach the soil, and includes tillage practices that disrupt soil aggregates, decreasing SOM stability. The aim of this research was to provide a scientific contribution to the understanding of how crop rotations affect the processes that underlie SOM accumulation within cropland soils. The study examined the effects of two long term (13 y) crop rotations, one characterized by low tillage intensity and N rich crop residues (ALF) and the other by higher tillage intensity and lower N input from plant residues (CON), on SOM stabilization. The effects of the introduction of a cereal-legume cropping sequence in the two fields were also observed on SOM amount and chemical composition. This experimental design allowed gaining an insight on both the long term and the short term consequences of cultivation on soil organic matter stabilization dynamics. In a first experiment, a sequential chemical fractionation was conducted on soil samples from ALF and CON in order to isolate: light fraction (LF), water soluble organic carbon (WSOC), fulvic acids (FAs) and humic acids (HAs). In a second experiment the same soil samples were subjected to a combined aggregate size and density fractionation, in order to isolate fPOM, oPOM from macro and micro-aggregates, and mineral associated organic matter in macro-aggregates, micro-aggregates and in silt and clay size particles. Our results showed that cultivation intensity and plant residues chemical composition both affected the extent to which SOM stabilizes within the soil profile, mostly via occlusion within soil aggregates and association with mineral particles. Tillage exerted a disrupting action against soil aggregates, which allowed more coarse aggregates to form in ALF, as compared to CON. Nevertheless, tillage operations conducted during the cultivation of winter wheat and chickpea, despite affecting negatively the amount of macro-aggregates in ALF, did not determine the mineralization of occluded POM, due to high level of inorganic C which acted as a cementing agent for soil aggregates. The continuous input of organic material which occurred in ALF during the 13 years before the beginning of the experiment, determined high levels of microbial activity, which determined in turn a high capacity to mineralize fPOM once the continuity of the organic input was interrupted. SOM chemical composition changed significantly in the two soils following the cultivation of winter wheat and chickpea, as it emerged from both the chemical fractionation experiment and the combined aggregate size and density fractionation experiment. In the former, we observed a consistent increase of HAs and FAs content in both the soils at 0-10 following the cultivation of chickpea. In the latter this corresponded to a complex pattern of changes occurring in the two soils across different aggregate and density fractions. In ALF, the conversion to the more intensive cropping system caused coarse fPOM to mix with finer and more degraded fPOM, as a consequence of the interruption of the continuous OC inputs. SOC content decreased in the macro-aggregates and relocated towards the silt and clay size particles, as an effect of the total macro-aggregates mass lost. The cultivation of winter wheat and chickpea in CON determined the introduction of fresh N rich plant residues. This in turn allowed for OC and N to accumulate in close association with silt and clay size particles. In addition, the cereal-legume cropping sequence caused new SOM to accumulate within soil aggregates, possibly as an effect of microbial mediated reactions. Our study showed that the effect of crop rotations on SOM accumulation and stability is not determined only by tillage disrupting action towards soil aggregates, as organic inputs quality and microbial mediated processes affect the mechanisms that allow for SOM protection via spatial inaccessibility and interaction with mineral surfaces.
MARTANI, ENRICO. "Conversion of perennial cropping systems to arable land: keyelements for an ecologically sustainable transition." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/96576.
Повний текст джерелаThe cultivation of perennial cropping systems on marginal lands combines the production of sustainable biomass for multiple uses with environmental benefits such as carbon (C) sequestration in soil. In this thesis, we studied the effect of perennial cropping system on soil C considering the scenario of perennial cropping systems reversion to arable land. The limited longevity (10-20 years) of perennial cropping systems, gives the possibility of using these crops as a temporary- option to restore soil fertility of marginal lands and to study the long-term legacy of these cropping systems on soil C. In this thesis I aimed to study the effect of perennial cropping systems reversion to arable land on soil C: to achieve this objective, I combined a literature meta-analysis on the effect of reversion of perennial cropping systems on soil C, with a long-term field experiment on perennial cropping systems, an incubation experiment and the use of a process-based soil C model. The combined use of these approaches gave me the chance to show the potential of perennial cropping systems to support C sequestration even after their reversion. Therefore, perennial cropping systems are a promising sustainable practice which could be integrated on a 13-year agricultural rotation on marginal lands of northern Italy to restore soil C.
MARTANI, ENRICO. "Conversion of perennial cropping systems to arable land: keyelements for an ecologically sustainable transition." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/96576.
Повний текст джерелаThe cultivation of perennial cropping systems on marginal lands combines the production of sustainable biomass for multiple uses with environmental benefits such as carbon (C) sequestration in soil. In this thesis, we studied the effect of perennial cropping system on soil C considering the scenario of perennial cropping systems reversion to arable land. The limited longevity (10-20 years) of perennial cropping systems, gives the possibility of using these crops as a temporary- option to restore soil fertility of marginal lands and to study the long-term legacy of these cropping systems on soil C. In this thesis I aimed to study the effect of perennial cropping systems reversion to arable land on soil C: to achieve this objective, I combined a literature meta-analysis on the effect of reversion of perennial cropping systems on soil C, with a long-term field experiment on perennial cropping systems, an incubation experiment and the use of a process-based soil C model. The combined use of these approaches gave me the chance to show the potential of perennial cropping systems to support C sequestration even after their reversion. Therefore, perennial cropping systems are a promising sustainable practice which could be integrated on a 13-year agricultural rotation on marginal lands of northern Italy to restore soil C.
Bampa, Francesca. "Options for climate change mitigation in agricultural soils and impact on crop and grassland production: a multi-scale study." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424061.
Повний текст джерелаLa ridotta fertilitá dei suoli è riconosciuta dall’Unione Europea (UE) come preludio di una minore produttivitá delle aree agricole. La Strategia tematica del suolo, prodotta dalla Commissione Europea nel 2006, aveva identificato il declino della sostanza organica come una delle otto principali minacce dei suoli in UE, in quanto il contenuto di carbonio organico è un indicatore della qualitá dei suoli. Molti studi si sono concentrati su esperimenti a lungo termine a taglio locale. Questo lavoro ha un approccio diverso: a partire da dati ed informazioni a livello UE viene indagato un caso studio a taglio regionale. L’obiettivo generale di questo lavoro è valutare e quantificare quali sono le pratiche agricole piú promettenti nel preservare o sequestrare carbonio organico nei suoli dell’UE. La tesi è strutturata in cinque capitoli: il primo è un’introduzione generale sulla necessitá di preservare il carbonio organico presente nei suoli agricoli e una review della legislazione disponibile a livello internazionale ed Europeo. Il secondo capitolo indaga e confronta i dati disponibili sui livelli di carbonio nel suolo a livello UE. Il terzo è una meta-analisi su dati in letteratura sulla capacitá di sequestrare carbonio da parte delle pratiche agricole utilizzate dei suoli dell’UE. Nel quarto capitolo viene applicato il modello CENTURY a livello regionale per ricostruire i valori di stock di carbonio organico attuali e modellare l’applicazione di pratiche agricole promettenti in due diversi scenari climatici. Infine, l’ultimo capitolo riporta le conclusioni generali del lavoro e alcune linee guida.
Padarian, Campusano José Sergei. "Modelación geoestadística del contenido de carbono orgánico del suelo entre las regiones de Valparaíso y de Los Ríos, Chile." Tesis, Universidad de Chile, 2011. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/112320.
Повний текст джерелаEl suelo es uno de los grandes reservorios de carbono del planeta. El cambio que se genera al pasar de ecosistemas naturales a agroecosistemas genera pérdidas importantes del carbono orgánico (CO) acumulado, por lo que es necesario disponer de métodos adecuados que permitan evaluar su estado. Para esto se utilizaron 440 series de suelos con el objetivo de modelar la distribución espacial del CO en los suelos de Chile entre las Regiones de Valparaíso y de Los Ríos (32o 9’ 2” – 40o 40’ 52” lat. S y 0 – 600 m.s.n.m.) mediante el uso de técnicas geoestadísticas con el fin de estimar la cantidad de CO almacenado en los primeros 25 cm de suelo. Se utilizaron dos líneas de modelación, una con todos los datos (0,3 – 20% CO) y otra que excluyó 19 outliers (0,3 – 11,8% CO) y se utilizaron cuatro métodos: Kriging Ordinario, Co-Kriging, Kriging Ordinario con semivariogramas locales y Kriging de residuales de red neuronal. Todos los métodos mostraron buenos resultados (R2 > 0;67) luego de comparar los valores reales de CO con los predichos por los modelos mediante validación cruzada. Sus desempeños mostraron ser dependientes de la línea de modelación, reforzando la influencia de los outliers en el proceso de modelación. La cantidad total y promedio por hectárea de los suelos del área de estudio fue estimada en 873,58 43 Tg (1012 g) y 75,12 3,18 Mg ha-1 respectivamente.
Soil is one of the major reservoirs of carbon on Earth. Changes generated when moving from natural ecosystems to agroecosystems cause significant losses of the organic carbon (OC) accumulated on it, making necessary to have appropriate methods to evaluate its status. To achieve this, data of 440 soil series were used with the objective of modelling the spatial distribution of soil organic carbon (SOC) between Valparaíso and Los Ríos Regions (32o 9’ 2” – 40 o 40’ 52” lat. S and 0 – 600 m.a.s.l) using geostatistical techniques, in order to estimate the amount of OC stored in the first 25 cm. Two modelling lines were used, one with all the data (0,3 – 20% OC) and another that excluded 19 outliers (0,3 – 11,8% OC), using four methods: Ordinary Kriging, Co-Kriging, Ordinary Kriging with local semivariograms and Artificial Neural Network Residual Kriging. All methods showed good results (R2 > 0;67) after comparing the real values of SOC with those predicted by the models using cross-validation. Performance proved to be dependent on the modelling line, reinforcing the influence of outliers in the modelling process. Total SOC and average SOC per hectare in the study area was estimated at 873,58 43 Tg (1012 g) and 75,12 3,18 Mg ha-1 respectively.
Corvalán, Francisco Martín. "Variación del contenido de materia orgánica en suelos agrícolas de Guaymallén desde 1963 a 2018, utilizando machine learning." Bachelor's thesis, Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Agrarias, 2019. http://bdigital.uncu.edu.ar/16665.
Повний текст джерелаFil: Corvalán, Francisco Martín. Universidad Nacional de Cuyo. Facultad de Ciencias Agrarias.
Plaza, Bonilla Daniel. "Emisiones de gases de efecto invernadero y protección del carbono orgánico del suelo en secanos Mediterráneos: efectos del laboreo y de la estrategia de fertilización." Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2013. http://hdl.handle.net/10803/130013.
Повний текст джерелаEl objetivo principal de este estudio fue cuantificar el efecto de diferentes tipos de laboreo del suelo y dosis de fertilización nitrogenada sobre la emisión de gases de efecto invernadero (CH4, CO2 y N2O) del suelo a la atmosfera y la agregación del suelo como mecanismo de protección del carbono orgánico en agroecosistemas de secano semiárido Mediterráneo. Para alcanzar este objetivo se plantearon cinco campos experimentales en los que se comparaban sistemas de laboreo (siembra directa y laboreo intensivo) y tipos (minerales y orgánicos) y dosis de fertilizantes nitrogenados, localizados en el centro y el este del valle del Ebro. En Agramunt (Lleida, establecido el año 1996) y Senés de Alcubierre (Huesca, establecido el año 2010) se cuantificaron las emisiones de CO2, CH4 y N2O a lo largo de dos y tres años, respectivamente, los stocks de C y N orgánicos del suelo y el rendimiento de cosecha y se calculó la emisión de equivalentes de CO2 per kg de grano producido. Además, en Agramunt se determinó la proporción de macroagregados y microagregados estables al agua y la concentración de C de ambos así como otras fracciones del suelo. Por otro lado, en otro experimento en Agramunt se estableció una cronosecuencia de siembra directa de cinco fases con 0, 1, 4, 11 y 20 años, en las que se determinó la distribución de agregados estables al agua y tamizados en seco y su concentración de C orgánico. En St. Martí Sesgueioles (Barcelona, establecido el año 2007) se compararon dosis crecientes de fertilizantes mineral en un manejo del suelo en siembra directa. En Conill (Barcelona, establecido el año 2008) se estudió la aplicación de purín a dos dosis de N, gallinaza y un tratamiento control también bajo siembra directa. En ambos experimentos se realizó un seguimiento de la dinámica temporal de la agregación del suelo, la protección del carbono en los agregados y el carbono de la biomasa microbiana durante dos campañas de cultivo. Finalmente, se realizó una incubación de macroagregados para observar el impacto del tipo de laboreo y del tipo de fertilización (mineral y orgánica con purín porcino) sobre la producción de CH4, CO2 y N2O. En general, los sistemas de laboreo y el manejo de la fertilización nitrogenada afectaron las emisiones de gases de efecto invernadero del suelo a la atmosfera y, en el caso del laboreo, la estabilización física del carbono orgánico del suelo. Así, para los sistemas de laboreo, en el experimento de corto plazo, bajo siembra directa se generaron unas mayores emisiones de N2O y CO2 y una menor oxidación del CH4 que en laboreo intensivo. No obstante, al compararlos a largo plazo, ambos sistemas de laboreo presentaron la misma emisión de N2O y la oxidación de CH4 fue mayor en siembra directa, hechos que también se observaron al incubar los macroagregados. Además, al aumentar el número de años bajo siembra directa, el suelo presentó una mayor proporción de macroagregados estables y una mayor formación de microagregados de elevada concentración de C. Por lo que respecta al impacto de la fertilización nitrogenada sobre la emisión de gases de efecto invernadero, la aplicación de dosis crecientes de N tanto orgánico como mineral provocó un aumento de la emisión de N2O del suelo. En cambio, para una misma dosis, estos dos tipos de fertilizante emitieron una cantidad de N2O similar. Por otro lado, la fertilización nitrogenada mineral no mejoró la protección del C en los agregados del suelo mientras que la orgánica solo promovió un leve incremento en la estabilidad de éstos. En los secanos semiáridos Mediterráneos, la combinación del uso de la siembra directa y la fertilización con dosis medias de purín porcino es una estrategia de manejo óptima ya que minimiza las emisiones de gases de efecto invernadero y mantiene la productividad del cultivo. Además, ambas prácticas mejoran la estabilidad de los agregados, maximizando la cantidad de carbono orgánico secuestrado y mejorando el estado estructural del suelo.
The main objective of this study was the quantification of the effects of different types of soil tillage and types and rates of nitrogen fertilization on the emission of soil greenhouse gases (CH4, CO2 and N2O) to the atmosphere and the soil aggregation as an organic carbon protection mechanism in the dryland semiarid Mediterranean agroecosystems. In order to achieve that objective five experimental fields were established comparing different tillage systems (notillage and intensive tillage) and types (mineral and organic) and rates of nitrogen fertilizers, localized in the center and East of the Ebro Valley. In Agramunt (Lleida, established in 1996) and Senés de Alcubierre (Huesca, established in 2010) CO2, CH4 and N2O emissions were quantified during two and three years, respectively. Soil organic C and N stocks, crop yield and the emission of CO2 equivalents per kg of grain produced were also determined. Moreover, in Agramunt, water-stable macroaggregates, microaggregates within macroaggregates and their C concentration and other different soil fractions were quantified. In turn, in another experiment in Agramunt a no-tillage chronosequence with 0, 1, 4, 11, 20 years was established and the water-stable and dry-sieved aggregates distributions and their C concentration were determined. In St. Martí Sesgueioles (Barcelona, established in 2007) increasing rates of mineral fertilizer under no-tillage were compared. In Conill (Barcelona, established in 2008) the application of pig slurry at two N rates, poultry manure and a control treatment under a no-tillage management were studied. In both experiments the soil aggregation dynamics, the C protection within aggregates and their C concentration and the microbial biomass carbon were analyzed during two cropping seasons. Finally, an incubation of macroaggregates was carried out in order to study the impact of the type of tillage and fertilizer (mineral and organic with pig slurry) on the production of CH4, CO2 and N2O. In general, tillage systems and nitrogen fertilizer management affected the emissions of soil greenhouse gases to the atmosphere while tillage also impacted the physical stabilization of organic carbon. In the case of tillage system, in the short-term experiment, greater N2O and CO2 emissions and lower CH4 oxidation were observed. However, in the long-term, both tillage systems presented the same N2O emission and the CH4 oxidation was greater under no-tillage, aspects that were also observed in the macroaggregate incubation. Moreover, the soil presented a greater proportion of water-stable macroaggregates and greater C-enriched microaggregates within those macroaggregates when increasing the number of years under no-tillage. In the case of the impact of the nitrogen fertilization on the greenhouse gases emission, the application of increasing N rates by both organic and mineral sources increased the soil N2O emission. As a difference, for a given N rate, similar amount of soil N2O was quantified for both fertilizer types. The mineral nitrogen fertilization did not improve the C protection within soil aggregates while the organic fertilization caused a low increase in their stability. In the dryland semiarid agroecosystems of the Mediterranean, the combination of no-tillage and fertilization with medium N rates of pig slurry is an optimum strategy in terms of greenhouse gases minimization and maintenance of crop productivity. Moreover, both practices improve the aggregate stability maximizing the amount of organic carbon protected and improving soil structure.
Almagro, Bonmatí María. "Reservorios y flujos de carbono en un gradiente de intensificación de usos del suelo de un ecosistema mediterráneo: factores de control y capacidad de secuestro de carbono." Doctoral thesis, Universidad de Murcia, 2011. http://hdl.handle.net/10803/77754.
Повний текст джерелаThis thesis provides a useful database of carbon (C) pools and fluxes under different land uses (open forest, old-field, olive grove) in a dry Mediterranean ecosystem of Southeast Spain. To understand how global climate change and alterations in land use are affecting Mediterranean soil biogeochemical processes, I completed four studies that investigated the different C components within the C balance of each land use type, the interactions between them, and their controlling factors. The main objectives were: 1) to quantify C pools and fluxes (outputs and inputs) under different land uses over a three-year period (2006-2009); 2) to compare two C balance approaches based on steady-state or non-steady-state conditions in order to assess the relative importance of the different C fluxes within the C balance of each land use type; and 3) to identify the factors controlling the main C fluxes within each land use type.
Camargo, Pun Adrian Pablo. "Distribución de carbono orgánico con la profundidad del suelo en el bosque de aliso (Alnus acuminata), Cullpa, Huancayo, 2017." Bachelor's thesis, Universidad Continental, 2018. http://repositorio.continental.edu.pe/handle/continental/5026.
Повний текст джерелаNangarí, Piña Amanda. "Variación de la actividad enzimática del suelo en formaciones vegetacionales esclerófilas de la zona central de Chile." Tesis, Universidad de Chile, 2012. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/112232.
Повний текст джерелаEn ecosistemas de clima Mediterráneo en Chile central se estudiaron cuatro situaciones vegetacionales del bosque esclerófilo, formadas por distinto grado de intervención antrópica, en las cuales se determinaron las actividades enzimáticas (deshidrogenasa, celulasa, β-glucosidasa y ureasa), así como también carbono orgánico del suelo (COS). Se extrajeron muestras compuestas en intervalos de profundidad de 0-6 y 6-12 cm desde ecosistemas de (menor a mayor perturbación): Peumo (PEU), Peumo-Litre-Quillay (PLQ), Quillay-Trevo-Colligüay (QTC) y Espino (ESP). El COS del suelo respondió al grado de intervención antrópica, siendo mayor en ecosistemas de PEU y menor en ESP. Por su parte, las enzimas del grupo de las hidrolasas: (celulasa, β-glucosidasa y ureasa) no respondieron a la cantidad de SOC, sin embargo éstas enzimas mostraron relación con la calidad de la materia orgánica del suelo (relación C/N, contenido de lignina). Deshidrogenasa mostró diferencias sólo de 6-12 cm, respondiendo al tipo de vegetación. El efecto de las copas de los arboles fue significativo sobre las propiedades medidas (QTC y ESP), observándose que la actividad enzimática y el COS fueron mayores bajo la influencia de las copas de los árboles que en los sectores de pradera abierta, en que la acumulación de hojarasca y el efecto de las copas de los árboles no existe.
Four sclerophyll vegetation ecosystems of Central Chile characterized by with different degrees of anthropogenic disturbances were studied in terms of soil enzymatic activities (deshidrogenase, celulase, β-glucosidase and urease) and soil organic carbon (SOC). Composite soil samples at 0-6 and 6-12 cm depth were extracted (low to highly perturbed) from Peumo (PEU), Peumo-Litre-Quillay (PLQ), Quillay-Trevo-Colligüay (QTC) and Espinal (ESP) ecosystems. SOC was correlated to the degree of anthropogenic disturbances, with the greatest SOC amounts in the PEU sites and the lowest under ESP. The group of enzymes hydrolases (celulase, β-glucosidase and urease) was not correlated to the amount of SOC, nevertheless, the quality of soil organic matter (C/N ration, lignin content) seem explain those enzymatic activities. Deshidrogenase levels were different between vegetation types but only in the 6-12 cm depth. The measured proprieties were significantly affected by the effect of the canopy (QTC and ESP), finding higher amount of SOC and enzymes activities was found under canopy as compared to open pasture in which accumulation of plant litter and the effect of the canopy was not existent.
Rodríguez, Gutiérrez Natalia Margarita. "Evaluación de la actividad microbiana global de un suelo bajo dos sistemas de manejo, orgánico y convencional." Tesis, Universidad de Chile, 2014. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/148408.
Повний текст джерелаActualmente se promueve la importancia de rescatar el potencial de captura de carbono (C) en suelos con uso agrícola, para mitigar los efectos del cambio climático y revertir los procesos de degradación de los suelos; por ello es clave favorecer el mejoramiento y protección de la materia orgánica presente y la dinámica de los microorganismos. Se evaluó la actividad microbiana global medida in situ (0 – 5 cm) de un suelo tipo Mollisol (Serie Santiago), sujeto a dos sistemas de manejo: orgánico (TO), enmendado con compost y una capa de rastrojos superficial; y un sistema convencional (TC), en estado de barbecho y arado. Se midió el contenido de agua del suelo, la materia orgánica por calcinación, densidad real, aparente y porosidad. La actividad microbiana se estimó por el método de respirometría con cámaras de incubación fijadas al terreno. Se utilizó un diseño experimental completamente aleatorizado con 6 repeticiones por tratamiento más dos controles; la variable respuesta fueron los mg C-CO2 m-2día-1 emitidos durante 5 días de incubación. La actividad microbiana se identificó con la existencia o no de diferencias significativas entre cada tratamiento y entre intervalos del día y la noche, luego se realizó un ajuste a un modelo de predicción y una correlación con la temperatura del suelo. Finalmente, se calcularon las tasas de mineralización del carbono orgánico para cada parcela. Las propiedades del suelo (a excepción del cálculo de densidades) y los desprendimientos de carbono a las 24 hrs, fueron mayores en TO que en TC (P ≤ 0,05), pero al comparar los valores de los intervalos diurno y nocturno, el sistema convencional emite mayor CO2. El modelo ajustado entregó un r2 de 0,9999 para TC y de 0,9997 para TO. Se encontraron diferencias significativas en las tasas de mineralización (P ≤ 0,05), con un nivel mayor en TC. Los resultados demostraron la variabilidad y la sensibilidad del sistema suelo frente al manejo y las variaciones en la temperatura del suelo. En conclusión la actividad microbiológica del tratamiento orgánico da cuenta de un mayor potencial para almacenar carbono en los estratos estables, en comparación al sistema de manejo convencional.
In our present day it has been highly promoted the importance of rescuing the potential of carbon capture in soils used for agriculture, to mitigate the effects of climate change and revert the degradation process in the soils. Thus it is highly important to favor the improvement and protection of the organic material and microorganism dynamic. The global microbial activity was evaluated, it measured in-situ (0-5 cm) in a soil type Mollisol (Santiago series), under to two systems of management: Organic (TO) amended with compost and a layer of superficial stubble, and a conventional system (TC), in a state of fallow and plow. The content of water in the soil was measured, the organic matter by calcinations, particle and bulk density and porosity. The microbial activity was estimated by the respirometry method with incubation chamber fixed to the ground. An experimental design was used completely randomized with 6 replicates per treatment plus 2 controls; the variable result was the mg C-CO2 100g-1day-1 emitted during the 5 days of incubation. The microbial activity was identified, with or without the existence of significant differences between each treatment and in intervals of day and night, both an adjustment of a model of prediction was performed and a correlation with the temperature of the soil were performed. Finally, the rates of mineralization of organic carbon for each parcel where calculated. The properties of the soil (except for the calculation of density) and the releases of carbon in 24 hours, were higher in TO that in TC (P <_ 0,05), but at the moment of comparing the values of the intervals of day and night, the conventional system emits more CO2. The adjusted system gave a R2 of 0,9999 for TC and 0,9997 for TO. There was found significant differences in the rates of mineralization (P <_ 0,05) with a higher level in TC. The results demonstrated the variability and the sensibility of the soil system, versus the management and variation in the soil temperature. In conclusion the microbiological activity of the organic treatment shows a higher potential for storing carbon in the stable strata, in comparison to the conventional system of management.
Galarce, Toro Mónica Alejandra. "Variación de materia orgánica del suelo en ecosistemas esclerófilos con diferentes grados de perturbación antrópica en la Reserva nacional Roblería del Cobre de Loncha, Región Metropolitana." Tesis, Universidad de Chile, 2013. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/116357.
Повний текст джерелаEn la región del Bosque Esclerófilo, se analizó la variación de materia orgánica del suelo mediante fraccionamiento físico y químico, en cuatro situaciones vegetacionales esclerófilas con diferentes gradientes de perturbación antrópica, desde una situación menos perturbada (Peumo) (Cryptocarya alba (Mol.) Looser), hasta otras con mayor grado de perturbación PLQ (Peumo-Litre-Quillay) (Lithraea caustica (Mol.)) Hook et Arn. (Quillaja saponaria (Mol.)), QTCc (Quillay-Tevo-Colliguay bajo cobertura colliguay) (Retanilla trinervia (Gillies et Hook.) Hook. et. Arn. (Colliguaja odorífera Mol.), E (Espino bajo copas) (Acacia caven (Mol.) Mol. Se determinó la variación de materia orgánica particulada (MOP) del suelo en las fracciones fina (limo+arcilla) y gruesa (arena) a dos profundidades: 0-6 y 6-12 cm. También se determinó el carbono asociado a ácidos húmicos (CAH) y carbono asociado a ácidos fúlvicos (CAF) en ambas profundidades. Estas propiedades fueron evaluadas mediante la obtención de muestras compuestas de suelo. La MOP se determinó mediante pérdida de peso por calcinación a 650 ºC. El CAH y CAF se determinaron mediante el método de Kononova y colorimetría según Rheim Ulrich. El mayor porcentaje de materia orgánica (13,75%) se encontró bajo P en la fracción fina del suelo y en el rango de profundidad 0-6 cm del suelo. Los valores más bajosse encontraron en E (6,43%), los cuales fueron significativamente menores (p<0,05) que el resto de las situaciones estudiadas. En la fracción gruesa (arena) no se encontraron diferencias significativas entre las situaciones vegetacionales ni entre profundidades (0-6 y 6-12cm), sin embargo E fue la situación vegetacional que mostró los más altos porcentajes de MOP (2,39% y 2,16% en las profundidades antes indicadas). Los mayores porcentajes de CAH se encontraron en PLQ (2,7%). En contraste, los menores valores se encontraron bajo E (0,81%). Para el caso del CAF, QTCc representó la mayor contribución a esta fracción (1,7%) y, al igual que en la fracción húmica, E representó la menor contribución (0,74%). Estos resultados se asocian de manera adecuada a la tendencia de perturbación analizada,a excepción de E al obtener mayores niveles de materia orgánicaen fracción gruesa y QTCc en CAF en 0-6 y 6- 12 cm de profundidad del suelo. El fraccionamiento físico o químico de la materia orgánica permite obtener información específica sobre la calidad del suelo, por lo tanto estas fracciones de la materia orgánica fracción fina y CAH pueden ser utilizados como indicadores de perturbación de los ecosistemas analizados.
Jebari, Asma. "Integrating upscaling simulation methods for predicting soil organic Carbon changes in Spain." Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2022. http://hdl.handle.net/10803/674047.
Повний текст джерелаLa evaluación de stocks de C orgánico del suelo (COS) y emisiones de efecto invernadero (GEI) a escala regional bajo escenarios de cambio climático es de fundamental importancia a la hora de implementar estrategias de manejo para mitigar el cambio climático. El principal objetivo de esta Tesis es evaluar los cambios del COS y GEI en diferentes sistemas agrícolas (e.g., tierras de cultivo y pastos) y diferentes condiciones climáticas (Mediterráneo y templado húmedo) de España bajo diferentes escenarios climáticos. Además, evalué las estrategias de manejo con el objetivo de mitigar los efectos del cambio climático. En el estudio de modelización espacial, se adoptó una versión calibrada del modelo de COS RothC para estimar los cambios en los stocks de COS en condiciones de cambio climático en las tierras de cultivo de la España mediterránea en una superficie total de 23 300 km2 durante el período 2010 a 2100. También simulé las presentes y futuras (2010-2100) emisiones netas para unos 4050 km2 de pastos asociados a la producción lechera de la zona templada húmeda de España. Para la estimación del COS, se modificó el modelo RothC para adaptarlo a los pastos templados húmedos considerando: (1) la incorporación de los diferentes componentes de los residuos vegetales (parte aérea, parte subterránea y rizodeposición) diferenciando su calidad y cantidad, la diferenciación de la calidad de la excreta de los rumiantes, y la extensión de la función de humedad del suelo considerando condiciones de saturación. Para la estimación de los GEI, se usó la metodología refinada del IPCC (Tier 2) considerando emisiones de CH4 and N2O provenientes de la fermentación entérica, del manejo de la excreta y del suelo de los pastos. Según los resultados encontrados en ambos agroecosistemas (es decir, tierras de cultivo y pastos), el cambio climático generalmente condujo a una disminución en el contenido de COS en comparación con los escenarios baseline de referencia. Concluimos que el aporte de C es el factor clave del almacenamiento de COS en las tierras de cultivo mediterráneas y los pastos templados húmedos y que la temperatura del aire es el factor climático que contribuyó más a las variaciones en el COS. Además, la densidad ganadera fue el factor que más afectó a las emisiones netas en los pastos asociados a la producción lechera en el Norte de España. En conclusión, las alternativas de manejo mejoraron la cantidad de COS almacenado y eran estrategias efectivas para reducir las emisiones GEI bajo las condiciones futuras del cambio climático. La siembra directa, en el caso de los cultivos de secano, y la cubierta vegetal, para los olivares y otros cultivos leñosos, fueron las alternativas de manejo eficaces para reducir los efectos del cambio climático y la pérdida de COS. Además, en el caso de pastos templados y húmedos asociados a la producción lechera, las prácticas alternativas de manejo del estiércol (en particular, la digestión anaeróbica) ayudaron a mitigar los efectos del cambio climático y a reducir los GEI netos, mientras que se podría lograr una mayor mitigación mediante la optimización de la densidad ganadera.
Soil organic carbon (SOC) stocks and greenhouse gas (GHG) emissions assessment at the regional scale under climate change scenarios are of paramount importance in implementing management practices to mitigate climate change effect. The main objective of this Thesis was to assess SOC changes and GHG emissions under different agricultural systems (croplands and grasslands) and climatic conditions (Mediterranean and moist temperate) in Spain under different climate scenarios. Furthermore, different alternative management practices to mitigate climate change effects for the considered agroecosystems were also evaluated. A calibrated version of the SOC model RothC was constructed to estimate the changes in SOC under climate change conditions for croplands of Mediterranean Spain across a total surface area of 23 300km2 during the 2010 to 2100 period. It was also simulated current and future (2010–2100) net GHG emissions in more than 4050 km2 of moist temperate Spanish grasslands associated to dairy production under different climate scenarios. For SOC dynamics estimation, the RothC model was modified to fit to managed moist temperate grasslands considering: (1) the incorporation of distinction for plant residues components (i.e., above- and below-ground residues and rhizodeposition) in terms of quantity and quality, (2) ruminant excreta quality, and (3) the extension of soil moisture up to saturation conditions. For GHG estimation, it was used mainly Tier 2 IPCC methodologies to estimate the CH4 and N2O emissions from enteric fermentation, manure storage and handling, and grassland soils. According to my findings, among both agroecosystems (i.e., croplands and grasslands), climate change generally led to a decline in SOC content compared with baseline scenarios. Furthermore, C input was the key factor of SOC storage across Mediterranean croplands and moist temperate Spanish grasslands. Additionally, it was found that air temperature rather than precipitation was the climatic factor contributing to most of variation in SOC changes values. Moreover, livestock density was the main factor affecting net GHG emissions in the grasslands associated to dairy production of Northern Spain. It was concluded that changes in management could enhance the amount of SOC sequestered and reduce GHG emissions under climate change conditions. Under Mediterranean croplands, no-tillage, in the case of rainfed crops, and vegetation cover, for olive groves and other woody crops, were the alternative management strategies to alleviate climate change effects and SOC loss. In addition, under moist temperate grassland-based dairy livestock systems, alternative manure management practices (particularly, anaerobic digestion) were efficient to mitigate the climate change effects and to reduce the net GHG emissions, while more mitigation could be achieved by optimising the livestock density management.
Studdert, Guillermo Alberto. "Rotaciones de cultivos en el sudeste de la provincia de Buenos Aires (Argentina): una herramienta para el manejo de la dinámica del nitrogeno y del carbono en el suelo." Doctoral thesis, Universitat de Lleida, 2006. http://hdl.handle.net/10803/8334.
Повний текст джерелаLlambías, Unda María Jesús del Sol. "Respiración del suelo en un matorral de la región bioclimática mediterránea desértico - oceánica de Chile en condición natural y forestado con Acacia Saligna." Tesis, Universidad de Chile, 2009. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/112446.
Повний текст джерелаEl suelo es el mayor reservorio de carbono en los ecosistemas terrestres. La respiración del suelo (Rs) corresponde a un importante flujo de transferencia de dióxido de carbono (CO2) desde el suelo hacia la atmósfera. La Rs está compuesta por la respiración de las raíces y la respiración de la biota del suelo (descomposición de la materia orgánica). Se caracteriza por tener variaciones temporales y espaciales debido a la interacción de factores biológicos, físicos y químicos. La investigación fue realizada en el Campo Experimental Agronómico Las Cardas durante los días julianos (DJ): 28-31, 56-59, 91-94, 126-129 del año 2008, en un matorral desértico costero de Flourensia thurifera. La finalidad de este estudio fue medir y comparar la Rs del matorral en un sitio de condición natural y otro forestado con Acacia saligna. Las mediciones de Rs fueron realizadas por el método de cámara cerrada dinámica con el equipo LI-8100 Automated Soil CO2 Flux System (LI-COR, Inc., Lincoln, NE, USA) conectado a una cámara de 20 cm de diámetro y provisto de sensores de temperatura y humedad de suelo. Los modelos empíricos para estimar la Rs han sido asociados a la temperatura de suelo y humedad de suelo, sin embargo los resultados obtenidos en esta investigación, indicaron que durante un año seco, la Rs fue explicada mejor por la temperatura del aire y humedad relativa. La Rs fue baja en ambos sitios, pudiendo deberse principalmente a la sequía que afectaba a la región. El sitio de matorral natural presentó significativamente mayores flujos que el sitio forestado, lo cual estaría relacionado a la mayor superficie de suelo desnudo, al menor contenido de materia orgánica en el suelo y al bajo prendimiento y sobrevivencia de A. saligna. Se observó en ambos sitios que la Rs disminuyó con los DJ, siendo el quiebre más evidente el que se produjo entre las campañas de los DJ 56-59 y 91-94, coincidentes con el cambio de estación de verano a otoño. Como la investigación fue realizada sólo en una fracción de la temporada seca, se recomienda realizar observaciones en otras épocas del año.
The main objective of this investigation was to compare soil respiration in a shrubland of the Mediterranean Desertic-Oceanic biclimatic region of Chile in natural condition and afforested with Acacia saligna.. The specific objectives were: · Identify the major environmental factors controlling of daily variability of soil respiration. · Quantify soil CO2 efflux during dry season. The results show that in a dry year, soil respiration was related to temperature and relative humidity. Soil respiration was low in both sites, mainly due to the drought affecting the region. The natural site higher CO2 fluxes than the afforested one (p < 0,05), probably as a result of surface of bare soil, a lower content of organic matter in the soil and to lower growth rate and survival of A. saligna. In both sites, soil respiration decreased as Julian Day increased. This was most evident between measurements of dates 2 and 3, coinciding with the seasonal change from summer to autumn. This research was carried out in part of the dry season, therefore it is advisable to monitor other seasons.
Nadeu, Puig-Pey Elisabet. "Erosión del suelo y movilización de carbono orgánico a escala de cuenca: factores, procesos e impacto sobre el balance de carbono = Soil erosion and organic carbon mobilization at the catchment scale : factors, processes and impact on the carbon balance." Doctoral thesis, Universidad de Murcia, 2013. http://hdl.handle.net/10803/120510.
Повний текст джерелаSoils are an important component of the terrestrial carbon (C) sink that contributes to the reduction of atmospheric carbon. Several studies underline the capacity of soil erosion processes to enhance or diminish this terrestrial C sink, but their net effect remains unclear. This thesis investigates the role of soil erosion processes in the redistribution of soil organic C over the landscape and its impact on the C balance of a Mediterranean catchment. By using various methodologies, the importance of tracing sediment sources and dominant erosion processes when studying the redistribution of C by soil erosion was underlined, as well as their implications on the preservation of mobilized C. During the studied period (27 years), it was estimated that erosion-induced C fluxes reduced soil C stocks on the hillslopes. However, a net C sink was created since ~80% of the C mobilized by erosion remained inside the catchment.
Emran, Khaled Abd El Aziz Mohamed. "A multiapproach study of soil attributes under land use and cover change at the Cap de Creus Península, NE Spain." Doctoral thesis, Universitat de Girona, 2012. http://hdl.handle.net/10803/98404.
Повний текст джерелаEl treball de tesi doctoral ha estudiat els trets espacials i temporals de paràmetres mes rellevants del sòl, amb especial atenció en la dinàmica biològica i bioquímica que es dona en un àrea molt fràgil situada en la Península del Cap de Creus, NE Espanya. L’objectiu principal ha estat establir la qualitat dels sòls mitjançant l’estudi de la dinàmica del carboni (pèrdues i embornals) i la interacció amb l’ecosistema sòl. Els ambients estudiats s’han classificats en termes de qualitat del sòl, relacionant les seves propietats amb la coberta vegetal, especialment al llarg d’una seqüència d’abandonament agrícola on la presencia de pertorbacions com incendis o pluges causen sovint una dinàmica regressiva en la successió natural de la vegetació espontània i activen processos d’erosió i degradació. Tanmateix, en cas d’incendis freqüents, es registra un ràpid deteriorament de les propietats del sòl que provoca una pèrdua de biodiversitat i, mes tard, una desertificació.
PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.
Повний текст джерелаROMOLO, Felice. "La componente suolo nel bilancio del carbonio di un oliveto." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/95108.
Повний текст джерелаKoritschoner, Julius José. "Mineralización y estabilización de residuos de raíces de soja, maíz y sorgo en distintas fracciones del carbono orgánico total del suelo." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11086/17003.
Повний текст джерелаNormalmente se denomina a las raíces “la mitad oculta” de las plantas. Las raíces representan un importante porcentaje del carbono que ingresa y se estabiliza en el suelo. A pesar de su importancia, el conocimiento acerca de los factores que modifican su comportamiento es aún limitado. La hipótesis planteada fue que la distribución del carbono de residuos de raíz entre formas estabilizadas y mineralizadas es dirigida por la composición de la raíz y de las propiedades del suelo. El objetivo general de este trabajo fue estudiar la estabilización y mineralización de raíces de soja, maíz y sorgo en suelos con diferentes características edáficas de la región central de Argentina. Para ello, se caracterizó la mineralización de la materia orgánica del suelo (MOS) en diferentes suelos representativos de la variabilidad edáfica de la provincia de Córdoba en la región central de Argentina. Se evaluaron las relaciones existentes entre los atributos edafo-climo-topográficos y la mineralización de la MOS a corto plazo. En segundo lugar, mediante incubaciones de suelo con adición de raíces de soja, maíz y sorgo se examinó la relación de la composición de raíces y las propiedades del suelo con la mineralización de residuos de raíz a corto plazo, así como las interacciones suelo-raíz existentes. En tercer lugar, utilizando tanto incubaciones como fraccionamiento físico y químico de la MOS se evaluó el efecto de la adición de raíces sobre la distribución del C en distintas fracciones de la MOS. Por último, se utilizó un modelo de simulación (EPIC) y se predijo la mineralización de MOS y de C de raíces en las incubaciones. Los resultados mostraron que en los suelos se mineralizó entre un 2 % y un 31 % del C orgánico. La mineralización de la MOS de los suelos de la región central de Argentina fue dirigida de manera conjunta por propiedades edáficas, en especial la textura, el P y Cu extractables y la MOS. Se generaron mapas temáticos, de utilidad para diferenciar los suelos de acuerdo a su potencialidad y velocidad de mineralización del C de la MOS. Se mostró que con información de suelo y de raíz es posible predecir de manera satisfactoria la mineralización de las raíces en diferentes suelos. Se observó interacción entre el suelo y el tipo de raíz. Las raíces con más celulosa se mineralizaron más en los suelos de menor pH. El contenido de N total de los suelos se correlacionó fuertemente con la mineralización de C de raíces. Aquellas con mayor contenido de fracción soluble (sorgos) presentaron mayor mineralización de C que las con menor contenido de solubles (soja y maíz), que además mostraron una fase de retardo en los primeros días de incubación. En cuanto a la estabilización de C, la incorporación de C al suelo a partir de raíces mostró que, en los 175 días que duró el experimento, la fracción que reflejó mayores cambios cuantitativos fue la del carbono ubicado en la fracción >53 micras. Este patrón se replicó en todos los suelos con la adición de raíces de soja y maíz. Los suelos con mayor contenido de arcillas presentaron una tendencia a incrementar el C en la fracción<53 micras. La adición de raíces de soja y maíz también incrementó de manera significativa el C en ácidos fúlvicos y el C en ácidos húmicos. Los suelos tratados con raíz de sorgo mostraron en algunos suelos mayor tasa de polimerización que los residuos de soja y maíz. Este comportamiento sería compatible con la estabilización del C por procesos microbianos. La intensa mineralización ocurrida en los primeros días en los suelos con adición de raíces de sorgo aporta evidencia para esta hipótesis de estabilización biológica del C del suelo, y no sólo por provenir de estructuras recalcitrantes. La composición bioquímica de las raíces estuvo asociada a diferente estabilización y mineralización de C. Si bien EPIC subestimó el C mineralizado tanto para la MOS como para las raíces, captó de manera satisfactoria el efecto del suelo para modificar la mineralización de las raíces, por ello aportó resultados promisorios para ser utilizado en el modelado de la mineralización de C en experimentos de condiciones controladas.
The roots are usually called "the hidden half" of plants. The roots represent a significant percentage of the carbon that enters and stabilizes in the soil. Despite its importance, knowledge about the factors that modify its behavior is still limited. The hypothesis raised was that the distribution of carbon from root residues between stabilized and mineralized forms is directed by the composition of the root and soil properties. The general objective of this work was to study the stabilization and mineralization of soya, corn and sorghum roots in soils with different edaphic characteristics of the central region of Argentina. For this, the mineralization of soil organic matter (SOM) was characterized in different soils representative of the edaphic variability of the province of Córdoba, in the central region of Argentina. Existing relationships between the edafo-climate-topographic attributes. and short term SOM mineralization were evaluated. Secondly, by means of soil incubations with the addition of soy roots, corn and sorghum, the relationship of the composition of roots and the properties of the soil with the mineralization of short-term root residues was examined, as well as the soil-root interactions existing. Thirdly, using both incubations and physical and chemical fractionation of the SOM, the effect of adding roots on the distribution of C in different fractions of the SOM was evaluated. Finally, a simulation model (EPIC) was used and the mineralization of SOM and root C in the incubations was predicted with it. The results showed that between 2% and 31% of the organic soil C was mineralized. The mineralization of the SOM of the soils of the central region of Argentina was jointly directed by edaphic properties, especially the texture, the extractable P and Cu and the SOM. Thematic maps were generated, useful for differentiating soils according to their potential and speed of SOM-C mineralization. It was shown that with soil and root information it is possible to satisfactorily predict the mineralization of the roots in different soils. Interaction between soil and root type was observed. Roots with more cellulose became more mineralized in lower pH soils. The total N content of the soils was strongly correlated with the mineralization of C roots. Those with higher soluble fraction content (sorghum) had higher C mineralization than those with lower soluble content (soy and corn), which also showed a delay phase in the first days of incubation. Regarding the stabilization of C, the incorporation of C to the soil from roots showed that, in the 175 days that the experiment lasted, the fraction that reflected the greatest quantitative changes was that of carbon located in the fraction> 53 microns. This pattern was replicated in all soils with the addition of soy and corn roots. The soils with higher clays content showed a tendency to increase the C in the fraction <53 microns. The addition of soy and corn roots also significantly increased C in fulvic acids and C in humic acids. Soils treated with sorghum root showed in some soils a higher polymerization rate than soybean and corn residues. This behavior would be compatible with the stabilization of C by microbial processes. The intense mineralization that occurred in the first days in soils with the addition of sorghum roots provides evidence for this hypothesis of biological stabilization of soil C, and not only because it comes from recalcitrant structures. The biochemical composition of the roots was associated with different stabilization and mineralization of C. Although EPIC underestimated the mineralized C for both the SOM and the roots, it satisfactorily captured the effect of the soil to modify the mineralization of the roots, therefore provided promising results to be used in the modeling of C mineralization in laboratory experiments.
Fil: Koritschoner, Julius José. Universidad Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Agropecuarias; Argentina.
Fil: Hang, Susana Beatriz. Universidad Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Agropecuarias; Argentina.
Massei, del Papa Lara. "Efecto del fuego sobre el contenido de Carbono del suelo y su distribución en fracciones de la MOS en áreas pastoreadas del Chaco Árido." Bachelor's thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11086/22103.
Повний текст джерелаSe ha propuesto que el fuego, al transformar las estructuras químicas de la materia orgánica del suelo (MOS) y modificar sus interacciones con la matriz del mismo, puede generar pérdidas del C total contenido en la MOS, y que estas pérdidas serían más importantes en la materia orgánica particulada (MOP) al representar una fracción menos protegida con respecto a la materia orgánica asociada a minerales (MOAM). Por su parte, las moléculas transformadas por el calor y los residuos de combustión podrían acumularse en la MOAM, aumentando el contenido de C en esa fracción. Nos propusimos como objetivo analizar los efectos del fuego sobre la cantidad de C total de la MOS y sobre sus dos fracciones principales en áreas del Chaco Árido cordobés. Medimos la cantidad de C orgánico total (COT) y el contenido de C en la fracción fina (donde puede encontrarse la MOAM) y gruesa del suelo (donde pueden encontrarse la MOP) en parcelas que habían pasado por un evento de incendio y en áreas adyacentes que no había sido afectadas por el mismo. Al mismo tiempo, considerando la heterogeneidad espacial característica del área de estudio, dentro de cada parcela (quemadas y sin quemar), tomamos muestras de suelo bajo arbustos y en interespacios. Encontramos un aumento en el contenido de C en las parcelas quemadas en comparación a las que no fueron afectadas por el disturbio. El aumento fue consistente en el contenido de C total y el contenido en la MOAM en los interespacios de las parcelas afectadas por incendios ocurridos 1 a 4 años atrás. En parcial contradicción con nuestras hipótesis, tanto el C total como el contenido en la MOAM y en la MOP de los parches bajo arbustos no difirió entre parcelas quemadas y no quemadas. Estos resultados podrían ser evidencia de una redistribución de los recursos luego de este disturbio y de la efectiva incorporación de moléculas transformadas y residuos de combustión a la fracción fina del suelo.
Fil: Massei del Papa, Lara. Universidad Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas, Físicas y Naturales; Argentina.
Fil: Massei del Papa, Lara. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Instituto Multidisciplinario de Biología Vegetal; Argentina.
Bustos, Ana Natalia. "Carbono orgánico total y particulado : potenciales indicadores de calidad en suelos de la región pampeana bajo siembra directa." Bachelor's thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11086/4521.
Повний текст джерелаEl objetivo del siguiente trabajo fue evaluar la potencialidad que posee el carbono orgánico total y el de sus fracciones como indicadores de calidad de un suelo de la región pampeana de Córdoba. El estudio se realizó en un ensayo iniciado en 1995 en la EEA INTA Manfredi sobre un Haplustol típico. Se evaluaron 4 secuencias de cultivos bajo siembra directa y un testigo definido por la situación prístina, 5 tratamientos en total, durante dos campañas agrícolas (2012/2013- 2014/2015). En cada tratamiento se determinó el contenido de carbono orgánico total (COT) y contenido de carbono orgánico particulado de las fracciones >200μm, entre 53-200 μm y <53 μm en dos profundidades, entre 0-5cm y entre 5-10cm. Para el análisis estadístico se ajustaron modelos lineales mixtos con diferente estructura de correlación del término de error, incluyendo correlaciones del tipo espacial. El modelo incluyó como efectos fijos el tratamiento, la profundidad, la campaña y sus interacciones para evaluar la respuesta en los niveles de carbono orgánico (CO). Los resultados mostraron que los contenidos de CO fueron indicadores del cambio en el uso de la tierra, denotando una pérdida del 37% entre la situación original y los sistemas en producción en todo el espesor estudiado, observado esto en el COP de las fracciones menores e intermedias. En el análisis del COT se observó un efecto positivo del cultivo de cobertura cuando el antecesor de la secuencia fue soja. El carbono de la fracción >200μm entre 5-10 cm fue la más sensible para detectar los efectos de las prácticas agrícolas en el corto plazo.
Fernández, Catinot Franco Nicolás. "Evaluación del estado de saturación de la fracción mineral del suelo para la incorporación de carbono orgánico en pastizales de las Sierras Grandes de Córdoba." Bachelor's thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11086/23482.
Повний текст джерелаLa materia orgánica del suelo (MOS) constituye el reservorio terrestre más importante de carbono (C) activo, y se considera uno de los más estables, por lo que es imperante preservarla, e incluso incrementarla, como una estrategia de mitigación del cambio climático. Entre los reservorios de CO (carbono orgánico) terrestre más importantes se destacan los suelos de los ecosistemas de pastizales, no sólo por su extensión a nivel mundial, sino también porque se consideran un reservorio relativamente estable. Estudios previos en los pastizales de las Sierras Grandes de Córdoba, muestran que distintas fisonomías de la vegetación difieren en la cantidad de materia muerta que aportan al suelo, pero esas diferencias no se traducen en diferencias en el contenido de CO en la MOS, al menos en los primeros 30 cm de profundidad. Asimismo, el contenido de CO de estos suelos es alto, comparados con el de otros pastizales templados. Así, se postula que estos suelos podrían estar saturados en su capacidad de retener CO en la fracción fina del suelo o materia orgánica asociada a minerales (MOAM). Para evaluar esta hipótesis, se utilizó la combinación de aproximaciones teóricas y experimentales. En primer lugar, estimamos la capacidad máxima de contener CO en la MOAM de los suelos de estos pastizales a partir de sus características texturales, utilizando diferentes modelos de estimación teórica. En segundo lugar, utilizamos manipulaciones experimentales del ingreso de materia muerta sobre suelos de la fisonomía de céspedes que se presumen saturados, respecto a suelos de la misma fisonomía que se presumen no saturados. La aplicación de aproximaciones teóricas evidenció que los suelos superficiales se encontrarían saturados, e incluso sobresaturados en su capacidad para retener CO en la fracción fina del suelo, mientras que los suelos a partir de los 5 cm de profundidad, podrían retener CO adicional en su fracción fina. Las aproximaciones experimentales, sin embargo, no mostraron evidencias consistentes de saturación, ya que ni los suelos más profundos acumularon CO en su MOAM, ni se registraron cambios en la fracción gruesa o materia orgánica particulada (MOP, la cual se asume no saturable) tanto de suelos superficiales como profundos. Es interesante destacar que tanto los suelos superficiales como profundos habrían perdido parte de su CO total, aunque no pudimos detectar de qué fracción habría provenido esta pérdida. Proponemos que para evaluar de manera más apropiada la capacidad de los suelos de retener CO, es necesario que las aproximaciones a través de modelos teóricos contemplen las condiciones biofísicas del área de estudio, mientras que las aproximaciones experimentales deberían considerar períodos de incubación de mayor duración.
Fil: Fernández Catinot, Franco Nicolás. Universidad Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas, Físicas y Naturales. Cátedra de Biogeografía - Depto. Diversidad Biológica y Ecología; Argentina.
Fil: Fernández Catinot, Franco Nicolás. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Instituto Multidisciplinario de Biología Vegetal; Argentina.
MASTROLONARDO, GIOVANNI. "The impact of wildfires on the abundance, composition and recalcitrance of soil organic matter." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/802673.
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