Добірка наукової літератури з теми "Arbitrato. Contratti pubblici. Appalti pubblici"

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Статті в журналах з теми "Arbitrato. Contratti pubblici. Appalti pubblici"

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Crepaldi, Gabriella. "Gli acquisti eco-sostenibili nel nuovo Codice dei contratti pubblici italiano: considerazioni sul life cycle costing." Revista do Direito 1, no. 54 (January 8, 2018): 86. http://dx.doi.org/10.17058/rdunisc.v1i54.12046.

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Анотація:
L’inquadramento normativo degli appalti verdi in Italia - II. Costi, prezzi e offerte più vantaggiose - III. Il costo del ciclo di vita – IV. Il ciclo di vita come canone di pertinenza: cautele – V. Medie-piccole-micro imprese, produzioni chilometri zero e filiera corta – VI. Osservazioni conclusive sulla qualificazione ambientale delle stazioni appaltanti (e degli enti)
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Дисертації з теми "Arbitrato. Contratti pubblici. Appalti pubblici"

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DE, LUCA GIOVANNI BATTISTA. "La disciplina arbitrale nei contratti pubblici." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2013. http://hdl.handle.net/11385/201011.

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Анотація:
L’arbitrato nei lavori pubblici: dalla Legge n. 2248/1865 al D. lgs. n. 163/2006. La disciplina arbitrale nel Codice dei contratti pubblici. Il lodo arbitrale e la sua impugnazione. Le spese del procedimento arbitrale nei contratti pubblici.
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SCARAMUZZA, FRANCESCA. "Discrezionalità, lotta alla corruzione e tutela della concorrenza nei contratti pubblici." Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2016. http://hdl.handle.net/11385/201098.

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Анотація:
The focus of this research is the corruption, defined as the abuse of entrusted power for private gain, and its impact on public contracts. The research proposes possible solutions against corruption and describes the role of this phenomenon in Italy. As we know, economically, corruption depletes national wealth. The corruption leads a significant loss in terms of GDP, in terms of missed foreign investment in our country. It implies, furthermore, increasing costs (+40%) of the Great Works with supplementary costs on public budgets (60 billion euro estimated for year), according to the latest Court of Auditors estimates. In the latest report prepared by Transparency International (2015), in which is reported the Corruption Perceptions Index as measure of the perceived levels of public sector corruption worldwide, Italy was at the sixty-second place, along with other countries such as Lesotho, Senegal, South Africa and Montenegro and its score was the worst in European Union, after Bulgaria. The research describes, in detail, the failure of regulation on public contracts sector as a result of corruption’s phenomenon. The democratic system, in the nineties, after the emergence of the corrupt system as called "Tangentopoli", has tried to fight corruption through a process of hyper-regulation. This process didn’t solve the problem of corruption and it has generated inefficiency in the legal system. The Government has reduced the discretion of the public administration by creating contractual models that guarantee the respect of competition between economic operators through automatic and rigid procedures. Conversely, economic studies show that the proper use of discretion brings benefits on public choices and reduces information asymmetries that characterize public-private relationships. The research distinguish “corruption” and “inefficiency” so that it is possible to analyze them starting from different perspectives identifying specific solutions. Corruption is a hidden phenomenon. Inefficiency can be found in the facts and statistics. In Italy people spend more than in other countries for public works, which have longer lead times and that often remain unfulfilled. In the present paper, we argue that it must be achieved a reversal of approach concerning the corruptive phenomena, so that the efficiency's improvement could implies as result the reduction of corruption. The corruption is often hidden behind the inefficiency. Improving the efficiency, lower costs, the shortening of time and ultimately the achievement of the performance, these are the elements on which it will be possible to reduce the corruption impacts. The research shows that if arrangements achieved full efficiency there would be no room for corruption. The contrast against corruption phenomena should be carried out of the race, because it is necessary to pursue primarily the efficiency of public procurement. It’s in the same spirit that seem to go the main provisions of the European directives on public contracts. Finally, the research shows some proposals for achieving efficiency system that also involve the reduction of corruptive episodes, implementing the principles outlined in the "Best Value". The current moment of transposition of European directives is favorable for the adoption of measures needs to ensure greater system efficiency, simplification of procedures, greater discretion for contracting, balanced by the performance control systems, which may have as an indirect effect the reduction of corruption phenomena areas.
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FRANCARIO, Simone. "Principi e regole dei contratti pubblici aggiudicati in base al diritto internazionale." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2022. https://hdl.handle.net/11695/114429.

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Анотація:
Lo scopo della presente tesi è quello di analizzare i principi fondamentali e le regole degli appalti pubblici aggiudicati in base al diritto internazionale, partendo, in maniera diametralmente opposta, proprio dal dato normativo nazionale. Come è noto, l’art. 16 del codice appalti di cui al D. Lgs. 50/2016 prevede che gli appalti aggiudicati o organizzati in base a norme internazionali (quali, ad esempio norme derivanti da un trattato internazionale o stabilite da un’organizzazione internazionale), insieme agli appalti finanziati per intero o per la maggior parte da organizzazioni internazionali, siano esclusi dall’ambito di applicazione delle norme del codice degli appalti, propendendo per l’applicazione delle regole derivanti dalle rispettive fonti sovranazionali. Questa norma, che rappresenta il punto di collegamento tra l’ordinamento nazionale e l’ordinamento internazionale in materia di appalti pubblici, costituisce anche il punto di partenza della ricerca. Ci si chiede, infatti, se tali contratti aggiudicati in base alle norme di diritto internazionale non sono soggetti alle regole e ai principi del codice appalti, a quali norme e principi ubbidiscono? Vi è divergenza oppure convergenza tra le regole nazionali e internazionali? Per rispondere a questo interrogativo, si è reso necessario, in primo luogo, ricostruire in chiave storico sistematica l’evoluzione dei principi in materia di evidenza pubblica nell’ordinamento italiano, iniziando dal principio contabilistico all’epoca delle prime leggi di contabilità di Stato, al quale si sono poi aggiunti anche i principi di anticorruzione e concorrenza. Nella seconda parte della ricerca poi sono state esaminate le principali fonti internazionali in materia e in questa analisi sono state prese in considerazione fonti di natura molto eterogenea tra di loro al fine di coprire l’intero ambito descritto dall’art. 16 del codice appalti. Ad esempio, la UNCITRAL model law on p.p., un trattato internazionale il quale è carente del requisito della obbligatorietà nei confronti degli Stati firmatari ma che funge come guida/suggerimento ai legislatori nazionali al fine di modernizzare e aggiornare il proprio sistema di aggiudicazione dei contratti pubblici. Il GPA, un accordo internazionale stipulato all’interno di una organizzazione internazionale quale l’OMC, il quale è obbligatorio nei confronti delle parti firmatarie qualora il valore della commessa pubblica superi una certa soglia. E infine le regole della Banca Mondiale, ossia le regole di una organizzazione finanziaria internazionale che si applicano obbligatoriamente a tutti gli appalti finanziati per intero o anche solo in parte dalla WB. La terza e ultima parte della ricerca è dedicata al confronto dei principi che sono emersi nell’ordinamento nazionale e nell’ordinamento internazionale. Da tale comparazione sembra poter emergere una sostanziale coincidenza di principi che, seppur declinati in forme differenti a seconda della fonte normativa di riferimento, possono comunque essere pur sempre ricondotti alle ragioni classiche dell’evidenza pubblica, ossia contabilità, concorrenza e anticorruzione.
The purpose of this thesis is to analyze the fundamental principles and rules of public contracts awarded on the basis of international law, starting, in a diametrically opposed manner, from the national law. As is well known, Article 16 of the Legislative Decree 50/2016 provides that contracts awarded or organized on the basis of international rules (such as, for example, rules deriving from an international treaty or established by an international organization), together with contracts financed wholly or for the most part by international organizations, are excluded from the scope of application of the Italian national rules, leaning towards the application of the rules deriving from the international law. This article, which represents the point of connection between national and international law on public procurement, is also the starting point of the research. If these international public contracts are awarded on the basis of the rules of international law and, therefore, they are not subject to the rules and principles of the procurement code, which rules and principles do they obey? Is there divergence or convergence between national and international rules and principles? In order to answer this question, it was first necessary to reconstruct the evolution of the principles of public procurement in the Italian legal system, starting from the accounting principle, to which the principles of anti-corruption and competition were later added. The second part of the research is focused on the analysis of the main international sources of public procurement regulations. The UNCITRAL model law on public procurement: an international treaty which is not compulsory to the signatory States but serves as a guide/suggestion to national legislators in order to modernize and update their own system. The GPA, an international agreement concluded within an international organization such as the WTO, which is binding on the signatory parties if the value of the public contract exceeds a certain threshold. And finally, the rules of the World Bank, i.e. the rules of an international financial organization which are compulsorily applied to all contracts financed in whole or in part by the WB. The third and last part of the research is dedicated to the comparison of the principles that have emerged in the national and international systems. From this comparison, it is possible to identify a substantial coincidence of principles that, although declined in different forms depending on the source of reference, can still be traced back to the classic reasons of public evidence, namely accounting, competition and anti-corruption.
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Chicco, Donatella. "Profili penali negli appalti pubblici: dallo schema legislativo alla normativa antimafia." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8610.

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Анотація:
2011/2012
La presente trattazione affronta un settore specifico del diritto penale con l’obiettivo di contribuire alla riflessione su una materia, quella degli appalti pubblici, che è in continua, magmatica evoluzione e costantemente al centro dell’attenzione giuridica non meno che politica e sociale. Del resto, è ormai da due decenni che il settore delle gare d’appalto italiano è testimone di una serie di cambiamenti che, da un lato, sono la conseguenza di un necessario adeguamento della normativa nazionale a quella comunitaria, ma, dall’altro, rappresentano i diversi passaggi della vita economica ed istituzionale del Paese. Il primo aspetto considerato interessa la ricostruzione del contesto entro il quale si colloca il Codice dei contratti, per poi passare alla legislazione penale con particolare riferimento ai reati dei pubblici ufficiali e dei privati contro la Pubblica amministrazione, fino ad arrivare alle più recenti evoluzioni legislative, prime fra tutte le nuove disposizioni introdotte dal Codice antimafia. In una seconda fase vengono affrontate tematiche rilevanti, sia in dottrina che in giurisprudenza, quali la disciplina relativa alle cause di esclusione dei soggetti concorrenti alla contrattazione pubblica, ai sensi dell’art. 38 del d.lgs. 163/2006 e s.m.i. Sotto un profilo strettamente penalistico, sono messe in luce le criticità di un sistema vittima di una evidente iper-regolamentazione che ha comportato solo il proliferare, a ritmo incalzante, di regole, sia sostanziali che processuali, le prime doppiate, poi, in gran parte, nelle varie sedi regionali e, infine, accompagnate da sempre più analitiche disposizioni regolamentari. Nell’ambito di questo percorso, l’indagine prosegue approfondendo il sistema di condizionamento mafioso all’interno delle gare ad evidenza pubblica e le misure adottate dal nostro ordinamento per arginare tale fenomeno. Infine, si allungherà lo sguardo ad altri sistemi penali e, in particolare, a quelli europei di civil law, nonché alle più recenti iniziative sovranazionali nel campo della lotta alla criminalità organizzata, al fine di completare il bagaglio di conoscenze utili per proporre alcune ipotesi di riorganizzazione normativa concernente i temi trattati, in un’ottica di semplificazione e di perfezionamento del sistema delle gare d’appalto.
XXV Ciclo
1982
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5

MARIANI, CARLO. "I poteri del giudice amministrativo nel processo appalti." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199205.

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Анотація:
Scopo della riflessione è, in particolare, offrire una analisi storica e sistematica dei poteri del giudice amministrativo nell’ambito del processo appalti e ciò anche al fine di saggiare il grado di effettività della tutela dei ricorrenti che il menzionato processo è in grado di fornire. Essendo, infatti, passato più di un lustro dalla sua entrata in vigore, si rende opportuna una sua “messa a punto” in ordine a questioni interpretative che la prassi applicativa, ed invero già la dottrina in sede di primo commento, non hanno mancato di evidenziare. Gli snodi problematici selezionati riguardano, in particolare, aspetti nevralgici della struttura processuale, i quali a loro volta fungono da punti di riferimento per l’inizio di una riflessione più ampia circa l’individuazione del modello processuale che si sta venendo a delineare e il suo rapporto con il processo amministrativo ordinario
investigates the issue of special jurisdiction competence on disputes about public contracts The study illustrates the doctrinal and jurisprudential debate on the limits of Administrative jurisdiction in public services and develops topics regarding the consequences in terms of greater protection of the citizen deriving from the Administrative jurisdiction.
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6

Auriemma, Barbara. "Profili della contrattazione pubblico-privato in materia di appalti pubblici e scelta del contraente in diritto italiano e comparato." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/250.

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Анотація:
2008 - 2009
Una profonda trasformazione ha consentito alla pubblica amministrazione di passare da una posizione di originaria supremazia e di potere a quella di soggetto prevalentemente al servizio della collettività. Il nuovo modo di operare della p.a. ha avuto come conseguenze inevitabili sia il mutamento delle funzioni esercitate dal potere pubblico sia il mutamento degli strumenti di esercizio di tali funzioni. Alcuni compiti istituzionali sono stati devoluti a soggetti privati, in altri casi amministrazioni e privati concorrono alla realizzazione di obiettivi di interesse generale, attraverso il ricorso agli istituti di diritto comune e a nuove forme organizzative. Il settore delle opere pubbliche, in particolare, ha visto lo sviluppo di forme di azione concordata nelle quali, pur sussistendo una forte componente pubblicistica dal punto di vista gestionale ed organizzativo, è divenuta fondamentale la partecipazione degli interessati. ricorrendo all'organizzazione imprenditoriale e finanziaria dei privati per i procedimenti di scelta. Vengono utilizzati istituti tipici del diritto civile per regolare settori di competenza della pubblica amministrazione; regole pubblicistiche e regole privatistiche sono in continua e reciproca interazione. Nella contrattazione pubblico-privato si assiste alla compresenza. quindi, di due momenti fondamentali: 1. il soddisfacimento dell'interesse pubblico (fase pubblicistica); 2. la utilizzazione degli strumenti di diritto privato (fase privatistica). Il primo, si realizza attraverso la previsione dell'obbligo di rispettare i canoni fondamentali di trasparenza., efficienza, efficacia, parità di condizioni nell'accesso al mercato, economicità, ragionevolezza. ecc.. Il secondo. consente la stipulazione dei contratti mediante la utilizzazione di tutti gli strumenti del diritto civile, nel rispetto dell'autonomia contrattuale in base alla quale le parti sono libere di determinarne il contenuto, ovviamente nei limiti imposti dalla legge e sempre che si realizzino interessi meritevoli di tutela. I modelli privatistici utilizzati dall'amministrazione a volte presentano alterazioni, limiti. prescrizioni integrative e derogatorie... [a cura dell'Autore]
VIII n.s.
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Esposito, Antonella. "Sopravvenienze e contratto di appalto." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/165.

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Анотація:
2009 - 2010
L’indagine prende le mosse dallo studio da un lato dell’intreccio delle regole civilistiche e pubblicistiche, partendo dall’assunto che l’attività amministrativa, volta alla cura di interessi pubblici, ben può essere esercitata attraverso istituti di diritto privato, nella considerazione che l’autonomia negoziale debba necessariamente innestarsi nell’autonomia funzionale della quale l’amministrazione è portatrice, e dall’altro lato dallo studio del fatto che il perdurare nel tempo del rapporto contrattuale e delle relative situazioni giuridiche possa venire intralciato da accadimenti esterni che possono ostacolare l’attuazione e la realizzazione degli interessi sottesi. La scelta di esaminare proprio il contratto di appalto dipende dal fatto che trattasi di fattispecie in grado di coniugare i due momenti fondamentali della ricerca: per un verso infatti racchiude, quando si tratta di appalto pubblico, sia la fase pubblicistica contraddistinta dall’attività della pubblica amministrazione quale il soddisfacimento dell’interesse pubblico affidato alla sua cura, attraverso l’obbligato rispetto dei canoni fondamentali di trasparenza, efficienza, parità di condizioni nell’accesso al mercato ed economicità, sia la fase privatistica della stipulazione di un contratto, utilizzando tutti quegli strumenti posti a disposizione dei contraenti dal diritto civile e costituenti l’autonomia contrattuale (art. 1321 c.c.), secondo cui le parti sono libere di determinare il contenuto, ovviamente nei limiti imposti dalla legge e sempre che si realizzino interessi meritevoli di tutela secondo il nostro ordinamento. La stessa scelta del contraente dovrà avvenire secondo procedure di evidenza pubblica che, ai sensi dell’art 2, co. 1 d. lgs. 163/2006, dovranno “svolgersi nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, tempestività e correttezza, di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, pubblicità”. L’altro momento della ricerca riguarda un’analisi più strettamente privatistica dello schema negoziale del contratto di appalto, in cui l’interesse del committente e dell’appaltatore alla realizzazione del risultato pone in primo piano le vicende che intercorrono tra la conclusione del contratto di appalto ed il compimento dell’opera. Infatti l’appalto è suscettibile di subire nel corso del suo svolgimento una serie di trasformazioni mutamenti e alterazioni riconducibili alla nozione di modificazione. La ricerca analizza la fase successiva alla stipulazione contrattuale, perché è proprio in questa fase che si fondono i due temi della ricerca. La conclusione del contratto rappresenta il momento finale attraverso il quale si esprimono e si consolidano gli effetti dell'atto negoziale, a sua volta comprendente il bilanciamento delle opposte aspettative controfattuali degli stipulanti. Successivamente alla conclusione, ognuno dei contraenti beneficia della tranche favorevole della stipula, ponendo conseguentemente in essere i comportamenti che, da soli o in concorso con quelli della propria controparte, hanno la funzione di eseguire il contratto. Proprio dallo studio di questo momento si comprende come la stipulazione non sia idonea a cancellare il dna di autorità della pubblica amministrazione che, pur dopo la stipula del contratto, può tornare a valutare l’interesse pubblico per il quale si è determinata a contrarre, decidendo di annullare l’aggiudicazione per motivi di legittimità (entro un termine ragionevole e tenendo conto, ai sensi dell’art. 21 nonies, degli interessi dei destinatari e dei controinteressati) o di revocarla, ai sensi dell’art. 21 quinquies, per sopravvenuti motivi di pubblico interesse per mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario. Assumono, altresì, rilevanza giuridica quelle sopravvenienze in grado di alterare notevolmente sul piano qualitativo (impossibilità e presupposizione) o quantitativo (eccessiva onerosità) la prestazione. In linea di principio, secondo il diritto privato, non è in discussione che il contratto possa subire modifiche le quali possono intervenire o in esecuzione di una specifica clausola di rinegoziazione, inserita preventivamente nel contratto, oppure perché le parti si accordano per rivedere il regolamento contrattuale successivamente alla sua definizione. Dopo una panoramica sull’attività contrattuale della pubblica amministrazione, che conduce al riconoscimento per la pubblica amministrazione della piena soggettività giuridica e quindi la piena e generale possibilità di essere titolare di tutte le posizioni giuridiche tipiche del diritto privato; si analizza, brevemente, la procedura di aggiudicazione dei contratti di appalti pubblici al fine di ricostruire la stessa seguendo lo schema negoziale tipico del diritto privato. Da una siffatta analisi si deduce che soltanto la stipulazione e non l’aggiudicazione equivale ad accettazione dell’offerta, e per tali ragioni si affrontano le vicende modificative successive alla stipula del contratto. Particolare rilievo è dato alla cessione del contratto e al sub-appalto, istituti osservati spesso con sfavore perché in grado di incidere in profondità lo stretto rapporto fiduciario insito nel rapporto tra committente ed appaltatore; da tale sfiducia ne è derivata, infatti, l’impossibilità di disporre mutamenti nella figura del privato contraente senza apposita adesione della stazione appaltante, che autorizzi la modifica soggettiva del rapporto contrattuale. Da tener presente sono anche i casi di successione di un soggetto giuridico nella titolarità di un’impresa appaltatrice, in cui il principio cardine su cui ruota tale interpretazione è quello dell’immodificabilità del soggetto partecipante alla gara, in quanto “l’immutabilità della persona dell’esecutore delle opere ha sempre rivestito per l’amministrazione particolare importanza, se non altro per il fatto che lo stesso viene scelto o dovrebbe essere scelto di regola al termine di un complesso procedimento concorsuale volto innanzitutto a consentire la più ampia partecipazione di imprese e poi ad individuare il soggetto meglio qualificato”. Le modifiche contrattuali affrontate nel lavoro comprendono anche il fenomeno del cd. jus variandi dell’amministrazione sui progetti di opere pubbliche già posti in esecuzione. La relativa disciplina consente all’amministrazione, ove se ne verifichi il bisogno, di introdurre nei progetti di lavori, già in corso di esecuzione, “variazioni od aggiunte” che non siano previste dal contratto e di provvedere a tale scopo “mediante una perizia suppletiva che servirà di base ad una distinta sottomissione o ad un’appendice al contratto principale”. Nel caso di varianti e addizioni oltre i limiti consentiti, l’interesse dell’appaltatore è tutelato mediante il diritto potestativo allo scioglimento del contratto. E da qui parte lo studio circa le fattispecie di estinzione dell’appalto diverse dalle cause tipiche di estinzione dell’appalto comuni ai altri contratti, quali l’adempimento, la risoluzione per inadempimento o per impossibilità sopravvenuta della prestazione dell’appaltatore, il mutuo consenso, il decorso del tempo. Infine, non può mancare un considerevole riferimento alla sorte del contratto nel caso di annullamento dell’aggiudicazione, ed il correlato tema del risarcimento dei danni. Molti degli atti del procedimento amministrativo in tema di pubblici appalti sono infatti suscettibili di essere riguardati sia sotto l’angolo visuale del diritto pubblico, sia sotto quello del diritto privato. Si pensi, per esempio, al bando di gara, che può essere considerato come atto amministrativo, lex specialis della procedura selettiva, sia come invito a offrire; e così all’aggiudicazione, che può essere vista come l’atto conclusivo del procedimento amministrativo in cui la pubblica amministrazione esprime definitivamente la propria volontà (certamente impugnabile davanti al giudice amministrativo) o come accettazione della proposta contrattuale. Dall’analisi effettuata si evidenzia l’impossibilità di descrivere compiutamente il fenomeno rappresentandolo nella rigida contrapposizione di due distinte fasi, senza tener conto degli effetti che ciascuna produce sull’altra, facendone sfumare peraltro i connotati anche in ragione della frequente possibilità di qualificare sotto il profilo privatistico le medesime fattispecie a seconda del particolare caso concreto che di volta in volta occorre affrontare e risolvere. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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NAPOLEONE, ANDREA. "Gli appalti di grandi opere infrastrutturali: dalla legge obiettivo (L. 443/2001) al terzo decreto correttivo del nuovo codice dei contratti pubblici (D.lgs. 163/2006 e ss.mm.ii.)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1150.

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Анотація:
Analizzando i peculiari profili normativi della disciplina in materia di opere di preminente interesse nazionale, la tesi giunge alla conclusione di ritenere la normativa sugli appalti di infrastrutture strategiche, non una legislazione "speciale", ma un sottoinsieme settoriale di disposizioni normative, volta per volta utilizzabile dall'interprete, al fine di risolvere problemi ermeneutici e applicativi in tema di appalti di opere pubbliche tout court.
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9

CALLOPOLI, CLAUDIO. "L’Istituto del collegio consultivo tecnico nell'ambito della disciplina dei contratti pubblici." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1646357.

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Анотація:
Il collegio consultivo tecnico è un istituto già conosciuto nel nostro ordinamento: introdotto con l’art. 207 del d.lgs. n. 50 del 2016, è stato abrogato per effetto dell’art. 121 del d.lgs. n. 56 del 2017 (c.d. decreto correttivo del codice dei contratti). Di recente la disciplina dell’istituto subisce nuove modifiche ed integrazioni; sulla Gazzetta Ufficiale n.55 del 07 marzo 2022, è stato pubblicato il Decreto MIMS n. 12 del 17 gennaio 2022, recante adozione delle Linee Guida per le funzioni del Collegio Consultivo Tecnico. Unitamente a tale Decreto è stato anche pubblicato il Decreto MIMS n. 23 del 01 febbraio 2022 di istituzione dell’Osservatorio Permanente per il monitoraggio dell’attività dei Collegi Consultivi Tecnici. Con la presente ricerca si vuole effettuare anche una ricostruzione delle varie formulazioni delle norme che hanno regolato l’Istituto oltre ad analizzare la disciplina ad oggi prevista per dare concreta attuazione al Collegio stesso, istituto operante nell’ambito della fase esecutiva dei contratti di lavori pubblici e istituito allo scopo di deflazionare il contenzioso, quale risoluzione delle controversie alternativa al rimedio giurisdizionale.
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ANTONELLI, GIOVANNI. "Appalti verdi e codice dei contratti pubblici: i criteri ambientali minimi (cam) nell’attuazione delle direttive dell’Unione Europea sui contratti pubblici di quarta generazione e profili di diritto comparato." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1231289.

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Анотація:
Il tema della tutela dell’ambiente rappresenta una delle aree tematiche più indicative delle dinamiche evolutive che hanno interessato negli ultimi anni l’impianto originario del diritto amministrativo in generale, così come, nello specifico, del codice dei contratti pubblici. Attraverso il prisma della nozione di ambiente come recepita nel tempo sul piano positivo e giurisprudenziale, sembra possibile per l’interprete acquisire quella base conoscitiva necessaria per cogliere l’evoluzione del diritto amministrativo, nonchè le coordinate ermeneutiche utili all’individuazione dell’attuale equilibrio del sistema ordinamentale. L’esame dei profili ambientali all’interno del microsistema degli appalti pubblici (c.d. appalti verdi o green public procurement) sottende la convergenza di più piani ed esprime tutta la tensione esistente tra favor naturae e favor libertatis, tra impostazione “massimalista” ed impostazione “migliorista” della protezione dell’ambiente, tra tutela dell’ambiente e promozione della concorrenza. Gli scopi dell’indagine sono quelli di registrare da un lato il dato storico e giuridico dell’evoluzione della c.d. governance contrattuale pubblica (c.d. government by contract) resasi necessaria quale particolare forma di regolazione a seguito del processo di privatizzazione (c.d. outsourcing) e realizzatasi nel contesto dell’ordinamento dell’Unione europea, così come nell’ambito di altri contesti ordinamentali , attraverso la progressiva integrazione delle c.d. politiche orizzontali (ambientali e sociali) nell’ambito degli appalti pubblici anche grazie al concetto di economia circolare dei modelli economici e dei modelli istituzionali e al tema dei cc.dd. beni comuni; dall’altro, di evitare la “tirannia” del diritto dell’ambiente nei confronti delle altre situazioni giuridiche costituzionalmente riconosciute che costituiscono complessivamente espressione della dignità della persona, risultato che di regola esiterebbe dalla aprioristica affermazione della primarietà assoluta del bene ambiente rispetto agli altri beni-interessi anch’essi costituzionalmente rilevanti. In tale contesto si posiziona il particolare dialogo tra valori ambientali e procedure ad evidenza pubblica , rappresentato dal tema dei criteri ambientali minimi (cam) oggetto della presente indagine, dove i principi sottesi alla protezione dell’ambiente e quelli che presiedono le procedure di gara (favor partecipationis, trasparenza, non discriminazione) possono trovare una non facile composizione, soprattutto in ragione della considerazione del rischio associato all’adozione di fattori regolativi del mercato che, fondati sulla promozione di sistemi di produzione a basso impatto ambientale, rischino di alterarne la tradizionale impostazione pro-concorrenziale e non discriminatoria.
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Книги з теми "Arbitrato. Contratti pubblici. Appalti pubblici"

1

Vaccà, Cesare. L'arbitrato negli appalti pubblici, privati, internazionali. Italia: Giuffrè, 2007.

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2

Santoro, Pelino. I contratti pubblici: Gestione, vicende modificative, controlli, responsabilità, la riforma degli appalti e recepimento delle direttive CE, le novità delle leggi finanziarie e della riforma Bassanini : in appendice il massimario del controllo aggiornato. 2nd ed. Rimini: Maggioli, 1997.

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