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Статті в журналах з теми "Apprendimento attivo"

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Giampaolo, Mario. "Game based methodologies. Apprendimento attivo per lo sviluppo professionale." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (June 2020): 5–18. http://dx.doi.org/10.3280/erp2019-002001.

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Freddano, Michela, Anna Siri, and Mauro Palumbo. "Indicatori per una valutazione partecipata: l'esperienza del Corso di Metodologia della Ricerca Sociale II (A.A. 2009/2010)." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 46 (April 2011): 21–42. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046003.

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Анотація:
Il contributo intende proporre un modello di valutazione degli apprendimenti quale vero e proprio processo partecipato, in grado di sviluppare metodi valutativi e auto-valutativi appropriati, in quanto frutto dello stesso contesto interattivo che produce l'evento formativo. Gli autori sviluppano una riflessione critica su una sperimentazione condotta nell'ambito dell'insegnamento di Metodologia e tecniche della ricerca sociale II, riguardante la realizzazione di una valutazione partecipata e condivisa dagli studenti del "rendimento all'esame", articolata in modo da poter costruire indicatori adeguati. In una prospettiva valutativa, sono affrontati alcuni dei principali problemi relativi al processo di costruzione e validazione di indicatori condivisi. Inoltre, all'intento teorico e pratico di costruire indicatori adeguati attraverso un processo partecipativo, si affianca anche il proposito di realizzare un percorso di apprendimento, mediante l'impegno attivo degli studenti nella valutazione e nella costruzione della conoscenza, attraverso metodi di.
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Rossetti, Francesca. "Una chiave per l’inclusione: l’uso del denaro." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 11 (May 18, 2022): 135–56. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.11.7.

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La convinzione che sta alla base del percorso presentato è che l’uso del denaro sia una competenza fondamentale per gli alunni, in particolare per gli studenti con disabilità; la capacità di riconoscere banconote e monete e di usarle permette infatti di conquistare autonomia e di ridurre la necessità di assistenza da parte di altri, contribuendo così a migliorare la qualità della vita del soggetto. Oltre a mettere in evidenza le potenzialità inclusive sottese all’uso del denaro, viene posto in risalto come la competenza matematica in ambito finanziario sia ben sottolineata anche dal Quadro di riferimento europeo delle competenze chiave per l’apprendimento permanente del 2018.Il percorso che viene presentato è stato proposto agli alunni di una classe quarta della scuola primaria; in tale occasione è stato ricreato un contesto di apprendimento significativo in grado di permettere ai ragazzi di partecipare attivamente al processo di apprendimento. È stato privilegiato un approccio concreto ed esperienziale, così da favorire il coinvolgimento attivo e stimolare la motivazione.
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Ruffino, Marco. "Individualizzazione della diseguaglianza sociale e politiche delle capacitazioni." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 34–49. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120003.

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Анотація:
L'articolo analizza in modo critico l'approccio dellenelle politiche di welfare attivo, viste in rapporto al "paradigma debole" della. Focalizzando l'attenzione sul rapporto fra capacitazione ed apprendimento, sonoevidenziati due tipi di rischi:) una maggiore individualizzazione della diseguaglianza, se le capacitazioni divengono un terreno di conflitto sociale, che riproduce, invece di correggere, iiniziali;) la riduzione della libertŕ sostantiva, se il diritto ad apprendere si trasforma nell'obbligo di adattamento. L'approccio delle capacitazioni resta indubbiamente essenziale, ma richiede di trovare un equilibrio fra responsabilitŕ personali e responsabilitŕ istituzionali. Alcune evidenze relative all'Europa ed all'Italia mostrano la necessitŕ di andare verso "istituzioni capacitanti", come condizione per utilizzare l'approccio per lo sviluppo di una effettiva libertŕ individuale di scelta.
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Marcarini, Mariagrazia Francesca. "Il progetto “Rompiscatole”. Gli studenti drop-out come progettisti per migliorare soft skills, creatività e STEAM." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 150–78. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.345.

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Il progetto “Rompiscatole” ha coinvolto due gruppi di studenti drop-out tra i 16 e i 18 anni della scuola secondaria CIA (Centro d’Istruzione per l’Adulto e l’Adolescente) “A. Manzoni” del Comune di Milano, che propone due anni in uno, per aiutare studenti che hanno avuto percorsi scolastici travagliati a ritornare a scuola. La sperimentazione svolta nell’ambito dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) prevedeva attività di laboratorio e progettazione collaborativa di ambienti della scuola poco utilizzati, per promuovere e migliorare motivazione, creatività, STEAM, riflessione metacognitiva attraverso un’autovalutazione sulle attività, e per orientarsi nel progetto di vita, proponendo un apprendimento attivo, in cui l’insegnante svolge un ruolo di mentore.
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Lami, Isabella M., and Beatrice Mecca. "Architectural project appraisal: an active learning process [Valutazione del progetto architettonico: un processo di apprendimento attivo]." Valori e Valutazioni 28 (July 2021): 3–20. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212802.

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Анотація:
Reflecting on how economic evaluation is taught in architecture courses opens up a discussion between those who structure problems with design and those who structure problems with different approaches (specifically estimation approaches) and where this design and these methods can intersect and hybridise. The paper presents some reflections, and a methodological proposal, related to the way of teaching economic evaluation in architecture courses. The aim of this paper is to propose an integrated assessment operative framework applied according to the active learning strategy, aimed at supporting students in dealing with design decision-making processes in a structured way and providing them with a problem representation scheme. Riflettere sulle modalità insegnamento della valutazione economica nei corsi di architettura consente di aprire una discussione tra chi struttura i problemi con il progetto e chi struttura i problemi con approcci diversi (nello specifico quelli estimativi) e dove questo progetto e questi metodi si possono incrociare e ibridare. L’articolo illustra alcune riflessioni, e una proposta metodologica, relative alla modalità di insegnamento della valutazione economica nei corsi di architettura. Lo scopo di questo documento è di proporre un quadro operativo di valutazione integrato applicato secondo la strategia dell’apprendimento attivo, volto a sostenere gli studenti nell’affrontare processi decisionali di progettazione in modo strutturato e a fornire loro uno schema di rappresentazione del problema.
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Curtarelli, Maurizio, Maija Lyly-Yrjanainen, and Greet Vermeylen. "Qualitŕ e sostenibilitŕ del lavoro in Europa. Evidenze dall'Indagine europea sulle Condizioni di lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 127 (September 2012): 92–115. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127007.

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L'articolo presenta alcuni risultati della 5a Indagine europea sulle condizioni di lavoro, condotta nel 2010 dalla Fondazione Europea per il Miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) con sede a Dublino. I risultati illustrati fanno riferimento a quattro specifici ambiti della qualitŕ del lavoro: salute e fattori di rischio connessi; motivazione, ricompense intrinseche e soddisfazione; skills, formazione e apprendimento sul lavoro; infine, conciliabilitŕ tra lavoro e vita privata. Tali ambiti concorrono alla definizione di "sostenibilitŕ" del lavoro, concetto strettamente connesso con quello di qualitŕ e che riflette la possibilitŕ di tenere il piů a lungo possibile i lavoratori nell'occupazione, in una logica di invecchiamento attivo. I risultati riflettono un'estrema varietŕ di situazioni, frutto sia di aspetti oggettivi delle specifiche realtŕ lavorative e sia della percezione che l'individuo ha del proprio lavoro e delle condizioni in qui opera.
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Bianchi, Francesca. "La formazione continua tra apprendimento organizzativo e nuovi diritti individuali: i risultati di un'indagine comparata in Francia e Italia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 153–69. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120008.

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L'obiettivo del saggio č il confronto dei sistemi di formazione continua francese e italiano attraverso due specifici studi di caso. Sono state realizzate interviste ai direttori delle risorse umane e/o dell'ufficio Formazione e a lavoratori di due grandi aziende bancarie per verificare l'introduzione nel 2004 di nuovi strumenti normativi tra cui il diritto individuale alla formazione (Dif), in Francia, e i Fondi paritetici interprofessionali in Italia. Se anche in ambito normativo si afferma una concezione della formazione continua che sembra evidenziare il ruolo piů attivo del lavoratore per cui la formazione viene considerata come un vero e proprio diritto individuale, una scelta che non dipende soltanto dalle decisioni imprenditoriali ma che vuole invece essere intrapresa con maggiore autonomia dal lavoratore, occorre capire fino a che punto i nuovi provvedimenti normativi sembrano rendere possibile una reale attivazione e responsabilizzazione dei soggetti.
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Bearzi, Francesco, and Andrea Tarantino. "Processi co-valutativi ed equità agentiva nella didattica trasformativa pandemica e post-pan." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 126–38. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12506.

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Le istanze di una didattica trasformativa incentrata sulle competenze trasversali di sostenibilità impongono una profonda riconsiderazione dei processi valutativi, auspicata dagli organismi internazionali di ricerca, anche alla luce delle dinamiche squisitamente democratiche e sotto il segno della corresponsabilità educativa che rappresentano le più efficaci e feconde risposte all'emergenza pandemica. Il costrutto di "equità agentiva", proposto nel contesto di ricerche transdisciplinari a impronta neuroscientifica, disegna un saliente connotato delle pratiche co-costruite dalle microcomunità di ricerca germinanti in seno ai sistemi educativi. I processi autenticamente co-valutativi costituiscono un essenziale tassello di una relazione di insegnamento-apprendimento votata alla ridefinizione del senso di sé, degli altri e dell'ecosistema in cui si è immersi. Apprezzando metodologicamente le opportunità situazionali e informali, tali processi acquisiscono generativa consistenza in una dimensione strutturalmente transizionale, caratterizzata dall'ascolto attivo e dalla proattiva apertura alla trasformazione 
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Giugliano, Giovanna, Mario Buono, and Sonia Capece. "Design per configurare nuovi luoghi e spazi di apprendimento adattivi." i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 16 (December 16, 2021): 107–24. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2021.v16i.12804.

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Анотація:
Diseñar formas y espacios de aprendizaje es un proceso que requiere creatividad pe­dagógica, arquitectónica, social, cultural y política.La literatura científica nacional e internacional (OCDE, 2017) sobre innovación educa­tiva destaca la estrecha relación que conecta la didáctica con el entorno de aprendiza­je. Por ello, los procesos de renovación educativa no pueden prescindir de una nueva visión de los espacios escolares y de los entornos educativos.Surgen nuevas pautas de planificación escolar, se enfatiza el aprendizaje como un pro­ceso activo y constructivo en el que cada niño tiene un papel «protagonista».De hecho, en el escenario contemporáneo, los estudiantes se convierten en partici­pantes activos en la creación de información y nuevas ideas en el entorno educativo. En consecuencia, la educación del siglo XXI se basa en tres principios pedagógicos (McLoughlin & Lee, 2008): personalización, participación y productividad (Luna Scott, 2015).El estudio de estos aspectos, acompañado del análisis evaluativo y comparativo de experiencias de diseño en el ámbito escolar, nos ha permitido configurar el nuevo concepto SINAPSI 0-14, un sistema de mobiliario que adapta y adopta tecnologías avanzadas para satisfacer las necesidades de los niños y profesores, actuales y futuras, según una perspectiva holística.El objetivo era diseñar un sistema de celdas «orgánicas» modulares, flexibles y adap­tables que pudieran ser utilizadas de forma transversal por usuarios de diferentes edades, desde jardines de infancia hasta centros de enseñanza primaria y secundaria. SINAPSI 0-14 se configura en formas que pertenecen a un universo de geometrías que se remontan a una única matriz de elementos orgánicos. El conjunto de símbolos que pueden agregarse definen diferentes formas del sistema de mobiliario, haciendo que el espacio educativo sea «cronotópico» y capaz de cambiar según el tiempo y el lugar que se cree y según el uso y las necesidades.Estos estudios en profundidad han permitido reconstruir un repertorio analítico crítico sobre el tema de los espacios educativos y la arquitectura escolar, entrelazando sus cambios en función de los modelos pedagógicos y los instrumentos normativos, para definir la escuela del futuro. Progettare forme e spazi di apprendimento è un processo che richiede creatività pedagogica, architettonica, sociale, culturale e politica.La letteratura scientifica nazionale e internazionale (OECD, 2017) sull’innovazione educativa evidenzia la stretta relazione che connette la didattica all’ambiente di apprendimento. Per tale ragione, i processi di rinnovamento della didattica non posso prescindere da una nuova visione degli spazi scolastici e dei setting educativi.Emergono nuove linee guida per la progettazione scolastica, si enfatizza l’apprendimento come un processo attivo e costruttivo nel quale ogni bambino ha un ruolo di “protagonista”.Difatti, nello scenario contemporaneo, gli studenti divengono partecipanti attivi alla creazione di informazioni e di nuove idee nell’ambiente educativo. Di conseguenza, l'istruzione del ventunesimo secolo si basa su tre principi pedagogici (McLoughlin & Lee, 2008): personalizzazione, partecipazione e produttività (Luna Scott, 2015).Lo studio di tali aspetti, accompagnato dall’analisi valutativa e comparativa di esperienze progettuali in campo scolastico, ha consentito di configurare il nuovo concept allestitivo SINAPSI 0-14, un sistema d’arredo che adatti e adotti le avanzate tecnologie per rispondere ai bisogni di bambini e insegnanti, attuali e futuri, secondo una prospettiva olistica.L’obiettivo è stato progettare un sistema di cellule “organiche” modulari, flessibili e adattabili che possano essere utilizzate in maniera trasversale da utenti di diverse età, dalle scuole d’infanzia alle scuole primarie e secondarie di primo grado. SINAPSI 0-14 si configura in forme appartenenti a un universo di geometrie riconducibili a un’unica matrice di elementi organici. L’insieme dei simboli aggregabili definiscono differenti forme del sistema di arredo rendendo lo spazio didattico “cronotopico” atto a modificarsi in funzione del tempo e del luogo che si crea e in funzione dell’uso e delle esigenze.Tali approfondimenti hanno consentito di ricostruire un repertorio critico analitico sul tema degli spazi educativi e delle architetture scolastiche intrecciandone i cambiamenti in linea con i modelli pedagogici e gli strumenti normativi, al fine di definire la scuola del futuro.
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North, Brian. "THE CEFR COMPANION VOLUME AND THE ACTION-ORIENTED APPROACH." Italiano LinguaDue 14, no. 2 (January 18, 2023): 1–23. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19566.

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This article is organized in two parts: Sections 1-3 concern the CEFR Companion Volume, describing briefly what it is, what it contains, the paradigm shift it seeks to foster, and how it was developed. The second part, sections 4-6, goes into more detail on the action-oriented approach, giving an overview in section 4, an explanation of the crucial concept of the social agent in section 5, and a discussion of the three key aspects of the approach – affordances, agency and collaborative tasks – in section 6. Il QCER Volume complementare e l’approccio orientato all’azione Questo articolo è organizzato in due parti: Le sezioni 1-3 riguardano il Volume Complementar del QCER, descrivendo brevemente che cos’è, cosa contiene, il cambiamento di paradigma che cerca di promuovere e come è stato sviluppato. La seconda parte, le sezioni 4-6, approfondisce l’approccio orientato all’azione, fornendo, nella sezione 4, un quadro di riferimento, nella sezione 5 una spiegazione del cruciale cruciale di agente sociale e, nella sezione 6, una discussione sui tre aspetti chiave dell’approccio: opportunità di azione, apprendimento attivo e task collaborativi.
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Pinello, Vincenzo. "UNA DIDATTICA IMMERSIVA PER MIGRANTI E PER TUTTI." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 21, 2022): 14–18. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18149.

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L’articolo descrive il modello didattico di ItaStra ponendone in rilievo i caratteri fondamentali, incentrati sul ruolo attivo dell’apprendente in quanto soggetto artefice di cittadinanza democratica e sulla considerazione specifica delle dinamiche di repertorio. I contenuti del modello si sviluppano su quattro direttrici teorico-settoriali analiticamente descritte. Esse chiamano in causa la variazione linguistica interna ed esterna al soggetto apprendente, le (neo)compentenze, la multidisciplinarità, i contesti di apprendimento. I contenuti del modello sono il frutto delle esperienze sul campo e delle rielaborazioni teoriche maturate in quindici anni di attività sul fronte della didattica inclusiva. L'articolo da conto anche di queste interconnessioni. Immersive teaching for migrants and for all The article describes the teaching model of ItaStra and its fundamental characteristics: the active role of the learner as the creator of democratic citizenship and attention to repertoire dynamics. The contents of the model are developed through four analytically-described theoretical and sectoral guidelines which call into question the linguistic variation that is internal and external to the learner, the (neo) skills, the multidisciplinarity, the learning contexts. The contents of the model are the result of the experiences and of the theoretical re-elaborations that have been developed in fifteen years of activity in the field of inclusive teaching. The article also takes into account these interconnections.
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Cigognini, Maria Elisabetta, and Margherita Di Stasio. "Formative Assessment. From pandemic practices to sustainable perspective through active learning approaches." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 2 (June 30, 2022): 91–110. http://dx.doi.org/10.36253/form-13028.

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The contribution examines the assessment aspects and the approaches of formative assessment in an active teaching perspective in support of the learning outcomes in the context of the Pandemic school. For this purpose, we will discuss the data from a survey conducted in 2020 by the Indire Observatory which involved over 3,700 Italian teachers of all school levels. Statistical findings show that forced distance teaching has highlighted school limit and potential. Emerges a need for active teaching and the support of formative evaluation in order to develop metacognition and critical thinking in learning processes. La valutazione formativa. Dalle pratiche in pandemia verso approcci sostenibili di didattica laboratoriale. Il contributo approfondisce gli aspetti valutativi e gli approcci della valutazione formativa in una prospettiva di didattica attiva a sostegno dei risultati degli apprendimenti nel contesto della scuola della Pandemia. In proposito, si discutono i dati di un’indagine condotta nel 2020 dall’Osservatorio di Indire che ha coinvolto oltre 3.700 docenti italiani di tutti gli ordini di scuola. Dai riscontri statistici si rileva come la didattica forzatamente a distanza abbia messo in luce limite e potenzialità della scuola forzatamente a distanza. Emergono la necessità di una didattica attiva e del sostegno di una valutazione formativa per lo sviluppo della metacognizione e del senso critico nei processi di apprendimento.
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Cardona, Mario. "Apprendere le lingue nella terza età è possibile ed è salutare. Il cervello ci dice perchè." Revista Italiano UERJ 12, no. 2 (July 13, 2022): 21. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.67581.

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ABSTRACT: L’invecchiamento della popolazione è un dato demografico mondiale che assume carattere rilevante in molti Paesi del cosiddetto “primo mondo”, Il concetto di anzianità oggigiorno non può più basarsi su dati misurabili che stabiliscono quando un individuo, nell’arco della sua vita, entra nella fase della vecchiaia. Si tratta di un concetto molto più ampio e articolato che riguarda dimensioni socio-sanitarie, psico-affettive, cognitive e culturali. È necessario dunque ripensare il ruolo attivo della popolazione anziana in una società complessa e plurilingue. Nell’ottica dell’invecchiamento di successo (succesful ageing) e in base al principio di cittadinanza attiva (active citizenship) l’apprendimento delle lingue diviene un aspetto educativo rilevante sia per la partecipazione attiva nella società, sia per i vantaggi cognitivi specifici che tale tipo di apprendimento comporta. Oggi la ricerca neuropsicologica dimostra come l’apprendimento possa avvenire lungo tutto l’arco della vita e come il nostro cervello sia in grado di attivare importati fenomeni di compensazione in grado di arginare il declino cognitivo. In questo contributo si prenderanno in considerazione alcuni aspetti neuropsicologici che dimostrano come l’apprendimento linguistico nell’anziano non solo sia possibile, ma sia auspicabile. Su questi presupposti è importante che la linguistica educativa sviluppi un adeguato modello glotto-geragogico.Parole chiave: Glotto-geragogia. Anziani. Linguistica educativa. Plasticità neuronale. Riserva cognitiva. Modello STAC (Scaffolding Theory of Aging and Cognition). RESUMO: O envelhecimento da população é um dado demográfico global que assume um caráter relevante em muitos países do chamado "primeiro mundo". Hoje o conceito de antiguidade não pode mais ser baseado em dados mensuráveis que estabelecem quando um indivíduo, durante sua vida, entra na fase da velhice. É um conceito muito mais amplo e articulado que diz respeito às dimensões sócio-saúde, psicoafetiva, cognitiva e cultural. É, pois, necessário repensar o papel ativo da população idosa numa sociedade complexa e multilingue. Com vista a um envelhecimento bem sucedido e com base no princípio da cidadania ativa, a aprendizagem de línguas torna-se um aspecto educativo relevante tanto para a participação ativa na sociedade como para as vantagens cognitivas específicas que tal tipo de aprendizagem acarreta. Hoje, a pesquisa neuropsicológica demonstra como o aprendizado pode ocorrer ao longo da vida e como nosso cérebro é capaz de ativar importantes fenômenos de compensação capazes de conter o declínio cognitivo. Neste artigo, serão levados em consideração alguns aspectos neuropsicológicos que demonstram como a aprendizagem de linguagem em idosos não é apenas possível, mas desejável. Com base nesses pressupostos, é importante que a linguística educacional desenvolva um modelo gloto-hieragógico adequado.Palavras-chave: Gloto-hieragogia. Idosos. Linguística educacional. Plasticidade neuronal. Reserva cognitive. Modelo STAC (Scaffolding Theory of Aging and Cognition). ABSTRACT: Population aging is a world demographic data which assumes a relevant character in many of the countries of the so called “first world”. The concept of aging, nowadays, cannot be anymore based on measurable data that establish when a human being, throughout his life, enters the stage of old age. It deals with a much wider and more complex concept that concerns socio-health, psycho-affective, cognitive and cultural dimensions. It is therefore necessary to rethink the active role of old population in a complicated and multilingual society. With a view to a successful aging and according to the principle of active citizenship, language learning becomes an educational aspect relevant both in order to achieve an active social participation and for the specific cognitive advantages that type of learning provides with. Nowadays, the neuropsychological research shows how learning could happen throughout the entire life and how our brain is capable to activate important cognitive compensation phenomena capable of stemming the cognitive decline. This essay will take into consideration some neuropsychological aspects that demonstrate how language learning in old people is not only possible, but desirable. On these assumptions it is important that educational linguistic develops an adequate foreign language learning geragogic model. Keywords: Foreign language learning geragogic model. Old age. Educational linguistics. Neural plasticity. Brain reserve. STAC Model (Scaffolding Theory of Aging and Cognition).
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Ferrari, Luca. "Il questioning mediato digitalmente come alleato del feedback." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 327–43. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12480.

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La promozione di processi interattivi, mediati digitalmente, è diventato un elemento strategico in ambito universitario per promuovere didattiche attive. A partire da una breve analisi della letteratura, il contributo presenta una serie di indicazioni metodologiche e operative con l'intento di fare emergere la stretta relazione tra la capacità del docente di creare "buone domande" e l'implementazione di didattiche attive e inclusive mediate da student response systems. Le domande, infatti, rappresentano il mezzo chiave attraverso cui i docenti scoprono ciò che gli alunni già sanno, identificano le lacune e sostengono lo sviluppo dello studente colmando il divario tra le loro attuali conoscenze e gli obiettivi di apprendimento. La letteratura scientifica e i risultati di alcune sperimentazioni condotte in ambito nazionale mettono in luce che l'uso ricorsivo del feedback durante sessioni didattiche di questioning, mediate digitalmente, può favorire la transizione da un modello d'insegnamento centrato sui contenuti disciplinari, a strategie aperte alla collaborazione e all'apprendimento significativo.
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Romano, Franco. "Aspetti socioculturali nella prassi glottodidattica." Studia Polensia 9, no. 1 (November 24, 2020): 89–101. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2020.09.01.05.

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L’insegnamento della lingua italiana non può essere separato mai del tutto dagli aspetti culturali della nostra storia e civiltà, in quanto esiste tra i due una profonda e intima interconnessione. Diversi esiti linguistici e altrettanti enunciati o idiomatismi si spiegano proprio con l’ausilio di ragioni storiche, sociali e antropologiche, in una parola “culturali”, proprie del Paese. Una delle possibili chiavi di volta per trasmettere ai discenti stranieri elementi della nostra civiltà è quella di partire dalle loro osservazioni critiche e coinvolgerli in qualità di giudici dei nostri stili di vita, delle nostre abitudini e della nostra mentalità per porli al centro del processo di apprendimento in una veste più attiva, partecipe e interlocutoria.
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Muscarà, Marinella, and Alessandro Romano. "Le poliferie educative come modello organizzativo a sostegno del processo d'inclusione." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 24–36. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12913.

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Il contributo propone una riflessione sugli aspetti del processo d'inclusione come azione sistemica e suggerisce il modello delle poliferie educative - intese come "comunità locali di apprendimento" - per promuovere e supportare sinergicamente gli interventi educativi. L'esperienza della pandemia di Covid-19 ha confermato che il contrasto all'isolamento e all'esclusione dei soggetti più vulnerabili, come gli studenti con BES, possa avvenire con la collaborazione attiva di tutti stakeholders del territorio, di cui fanno parte anche le università e i centri di ricerca. Il contributo individua nell'azione di partecipazione, riflessione e trasformazione un'opportunità di altissimo valore per elaborare efficaci schemi interpretativi e di intervento a sostegno del lavoro degli insegnanti e di tutta la comunità educante.
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Fabbri, Loretta. "Le metodologie attive di ricerca. Che cosa hanno a che fare azione, partecipazione, apprendimento e ricerca." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (June 2020): 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/erp2019-001002.

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Maria Xanthoudaki, Matteo Villa, Fabrizio Stavola, Patrizia Cerutti, and Stefano Buratti. "Recuperare la Dimensione Estetica dell’Educazione alle STEM." IUL Research 1, no. 2 (December 1, 2020): 82–93. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i2.79.

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L’articolo propone una riflessione metodologica sull’educazione alle STEM che pone l’attenzione su alcuni elementi che possano rappresentare un’innovazione del modo in cui si concepisce l’apprendimento in questo ambito. Lo fa attraverso l’analisi di Future Inventors, un progetto del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, che aspira a creare un nuovo approccio all’educazione alle STEM trasferibile nella pratica scolastica. La riflessione pone attenzione particolare sull’esperienza estetica – qui intesa come una chiave di lettura del mondo che considera come inseparabili l’esperienza cognitiva e quella affettiva; integra la costruzione del sapere con l’apprezzamento della bellezza e della forza delle idee; e attiva un processo trasformativo attraverso cui comprendiamo meglio le cose e noi stessi – in un tentativo di riposizionarla al suo posto primario nel processo di un apprendimento nelle STEM più interdisciplinare ed ecologico.
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Stefani, Silvia, and Paola Cereda. "Fare insieme una cosa difficile. Dal teatro comunitario argentino alla compagnia integrata assaiASAI." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 133–45. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002010.

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L'articolo analizza l'esperienza della compagnia integrata di teatro comunitario assaiASAI, attiva a Torino dal 2010. La compagnia, che dal 2010 a oggi è stata attraversata da più di trecento persone, è costituita da un gruppo eterogeneo che comprende persone diverse per età, provenienza geografica, (dis)abilità, professione, formazione, background socioculturale. Le autrici discutono il ruolo del teatro comunitario argentino e delle riflessioni che ne sono sorte sull'Arte per la Trasformazione Sociale che ispirano il lavoro di assaiASAI. A seguire, la compagnia integrata torinese viene analizzata in quanto "comunità di pratica". Questa lente analitica permette di discutere alcuni elementi portanti della compagnia: la pratica come contesto di apprendimento, la collaborazione oltre le differenze, la creazione di una comunità aperta. Infine, le autrici riflettono sulle difficoltà e le sfide nella relazione con altre realtà del welfare locale.
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Costa, Massimiliano. "Formatività e lavoro nella società delle macchine intelligenti." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 89–106. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9379.

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Nell'economia digitale e delle macchine intelligenti, il paradigma di lavoro - che è definito nella sua dematerializzazione cognitiva e produttiva - impone un nuovo collegamento tra azione, sviluppo economico e umano. La generatività dei nuovi contesti sociali e lavorativi del nuovo Cyber Phisical Systems (CPS) è caratterizzata da una più forte plasticità funzionale e da una riorganizzazione attiva e autonoma dei processi di conoscenza. Ciò rende fondamentale ripensare la formazione non come un fattore di produzione ma come una condizione di crescita integrale della persona all'interno di un modello di learnfare basato su un diritto di apprendimento e la promozione della capacitazione del cittadino. Questa sfida coincide, per la ricerca pedagogica, con la necessità di promuovere un modello di formazione capacitativo in grado di favorire un habitus riflessivo e aperto all'alterità. Questo nuovo habitus si basa sulla connessione tra competenza, abilità e capacità di formare una cultura tecnologica umanizzante non pensata come strumento di potere o controllo ma piuttosto di speranza, intersoggettività per uno sviluppo umano consapevole e partecipato
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Rossini, Valeria, and Francesco Pizzolorusso. "Qualità dell'inclusione e didattica cooperativa. Una R-A in una scuola secondaria di secondo grado pugliese." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 192–221. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9419.

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Il presente contributo descrive un percorso di ricerca-azione realizzato in una scuola secondaria di secondo grado pugliese. La ricerca intende avviare una riflessione circa la qualità dell'inclusione scolastica, con il fine di apportare un miglioramento della professionalità docente e delle pratiche educative e didattiche. Lo studio descrive il processo di progettazione, realizzazione e valutazione di strategie inclusive, dall'osservazione del funzionamento degli studenti con bisogni educativi speciali secondo il modello ICF, alla sperimentazione di metodologie cooperative in classe. I risultati raggiunti mostrano l'importanza di una progettualità attenta sia al piano delle relazioni e sia a quello degli apprendimenti, in grado di integrarsi in una visione sistemica della qualità della scuola. La ricerca conferma inoltre come la partecipazione attiva di docenti e studenti nella promozione di una migliore convivenza scolastica risulti essere uno strumento fondamentale per rendere la classe (e la scuola) uno spazio aperto e accogliente, all'interno del quale l'inclusione sia intesa non solo come coinvolgimento di tutti, ma anche come valorizzazione di ciascuno.
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D'ambrosio, Mariangela. "Educare alle emozioni: l'approccio pedagogico dell'agire emotivo." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 504–19. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9292.

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Il benessere emotivo ed affettivo degli individui, soprattutto dei minori, diventa uno fra gli obiettivi primari, seppur sfidante, della comunità educativa adulta che ha il compito di ripensare il proprio ruolo in un'ottica sociologicamente e pedagogicamente orientata dove le emozioni rivendicano il proprio posto al centro della relazione. Utilizzare l'approccio pedagogico dell'agire emotivo consente ai docenti e agli educatori tutti, da un alto, di ri-leggere e ri-costruire nel discente gli stili e le diverse sue modalità di apprendimento, orientando il proprio lavoro in maniera più efficace ed efficiente; dall'altro, di collettivizzare il processo conoscitivo e di acquisizione di nuovi saperi, in un rispecchiamento dinamico. Per gli insegnanti e gli educatori, focalizzarsi sulla comprensione emotiva dei propri ragazzi attraverso modalità, strumenti e attività specifiche proposte, in coerenza con gli obiettivi prefissati, diventa strumento non solo di approfondimento di tematiche umane più ampie ma anche possibilità per intercettare e prevenire condotte devianti o a rischio, e stimolare il benessere complessivo. I minori, d'altra parte, focalizzandosi sulle emozioni, diventano protagonisti attivi della loro crescita e del loro divenire, nonché del processo formativo, motivando e orientando comportamenti. Ritornare all'agire umano come agire emotivo consapevole significa, dunque, educare le giovani generazioni alla complessità societaria sia come individui che come gruppo all'interno di una comunità sia reale che virtuale.
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Montalbetti, katia. "Innovare la valutazione all'università: si può,." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (December 2021): 359–77. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12397.

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Una didattica universitaria di qualità mira a promuovere la maturazione di competenze – generali e specifiche – indispensabili per il successo accademico, per l'esercizio di una cittadinanza attiva e per un positivo inserimento nello scenario professionale.  Il contributo prende le mosse da una costatazione: le pratiche valutative (dichiarate oltreché praticate) influiscono sull'approccio ai contenuti e orientano le strategie di studio degli studenti favorendo apprendimenti più o meno profondi; di conseguenza esse rappresentano una leva strategica per innalzare la qualità della formazione universitaria. Una sollecitazione per certi versi rivoluzionaria a ri-pensare la valutazione è arrivata dalla pandemia; la rottura con il noto si è configurata in alcuni casi come occasione per avviare forme di educative assessment. In questa cornice trova collocazione la pratica valutativa, resa oggetto di investigazione empirica, di cui si intende rendere conto nel contributo. Senza indulgere in letture eccessivamente ingenue o disconoscere le complessità della macchina organizzativa che rendono faticoso ipotizzare una messa regime di simili pratiche, esperienze di nicchia come quella presentata testimoniano che è non solo possibile ma anche doveroso andare in questa direzione.
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Mazza, Caterina, and Samuele Calzone. "Spazi di apprendimento virtuali e integrati: l’esperienza di alcune scuole italiane impegnate nei progetti ‘PON per la scuola’ nell’affrontare l’emergenza COVID-19." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 46–61. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.307.

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Negli ultimi anni il dibattito sull’educazione si è arricchito di una nuova componente che prevede, come proposto da Loris Malaguzzi (I cento linguaggi dei bambini. L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia, 2010), di considerare lo spazio come il “terzo educatore”, capace di sostenere l’apprendimento in una prospettiva di inclusione e di ascolto. È ormai riconosciuto il ruolo dello spazio nei processi di rinnovamento dei sistemi scolastici, così come promosso dalle ricerche dell’OCSE: l’ambiente fisico risulta determinante nello sviluppo del benessere degli studenti (Cuyvers, 2011), nella possibilità di accedere all’istruzione e infine nell’acquisizione di competenze chiave (Von Ahlefeld, 2009). A partire dal 2020, l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 ha costretto le scuole di ogni ordine e grado a ripensare la didattica online e a rivedere, di conseguenza, l’ambiente scolastico. L’iniziale sospensione delle attività didattiche in presenza e la realizzazione, successivamente, di una didattica mista (presenza-online) ha alterato l’organizzazione degli spazi scolastici, accentuando in alcuni casi forme di diseguaglianza (relative, ad esempio, all’accesso ai device tecnologici) che hanno contribuito ad aumentare il divario e la povertà educativa nei territori (Save The Children, 2 marzo 2021). In tale prospettiva, il presente studio ha approfondito la risposta che le scuole secondarie di secondo grado, all’interno dell’opportunità offerta dal Programma Operativo Nazionale PON Per la Scuola 2014-2020, hanno sperimentato in termini di didattica a distanza, durante i mesi del primo lockdown (marzo-giugno 2020) e nel primo quadrimestre dell’a.s. 2020/2021. Sono state individuate 12 scuole particolarmente attive che sono state coinvolte in una analisi qualitativa: l’indagine ha permesso anche di individuare alcuni casi virtuosi di istituti che hanno organizzato lo spazio di apprendimento virtuale sia acquistando strumentazione tecnologica per dotare il proprio istituto di attrezzature adeguate, sia offrendo una formazione specifica al corpo docente in relazione all’uso delle TIC e delle metodologie didattiche maggiormente funzionali all’erogazione della didattica a distanza e digitale integrata. L’obiettivo è capire come un ripensamento dello spazio, in forme miste (presenza-online), abbia promosso il recupero della dimensione di inclusione e di collaborazione che sono alla base dello sviluppo delle competenze: l’ambiente fisico facilita infatti l’espressione di bisogni e di esigenze specifiche ma richiede, allo stesso tempo, una metodologia didattica adeguata e una disponibilità di tecnologie. Questa analisi intende cogliere le prospettive di miglioramento e gli ambiti su cui sarebbe auspicabile pianificare interventi di tipo formativo e di supporto alle scuole per il futuro, oltre che estendere ulteriormente l’analisi esplorando altre realtà. Un’ulteriore prospettiva di ricerca futura potrebbe coinvolgere gli studenti che hanno sperimentato la didattica a distanza in una riflessione meta-cognitiva sul loro processo di apprendimento in relazione allo spazio fisico e virtuale in cui si svolge la relazione pedagogica.
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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara, and Vincenzo Todisco. "Editoriale." DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no. 1 (November 9, 2021): VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Kahn, Ruth, Steven Stemler, and Janice Berchin-Weiss. "Enhancing Parent Participation in Early Intervention Through Tools That Support Mediated Learning." Journal of Cognitive Education and Psychology 8, no. 3 (October 2009): 269–87. http://dx.doi.org/10.1891/1945-8959.8.3.269.

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The Ready to Learn parent–infant education program of the Lexington School for the Deaf in New York is a family-centered early intervention program. The staff used two new measurement instruments to scaffold their efforts to establish a collaborative relationship with parents who represent a variety of cultures and socioeconomic levels. The results demonstrate that these instruments can effectively measure changes in parents’ interactive behavior with teachers and with their children, as well as their active participation as mediators of their children’s learning opportunities over time. Specifically, the results indicate that parents contributed to setting goals for their children and the domains of the goals were consistent with the cognitive and family-centered focus of the program. Further, parents made significant gains in their ability to share information with staff, address their children’s hearing and communication needs, participate in meetings, and collaborate during assessment and team meetings over time. Le programme d’éducation parent—bébé « Prêt pour Apprendre » de l’École Lexington pour les Sourds de New York est un programme familial centré sur l’intervention précoce (Family-Centered Early Intervention). L’équipe utilisait deux nouveaux outils de mesure afin d’étayer leurs efforts pour établir une relation de collaboration avec les parents représentant une variété de cultures et de niveaux socio-économiques différents. Les résultats démontrent que ces instruments se révèlent effectivement capables de mesurer des changements dans le comportement interactif des parents avec les enseignants et avec leurs enfants. Ils sont aussi efficaces pour mesurer leur participation active comme médiateurs des opportunités d’apprentissage offertes à leurs enfants au fil du temps. Plus spécifiquement, les résultats indiquent que les parents ont contribué à fixer des objectifs à leurs enfants et que la nature des objectifs choisis était consistante avec la centration cognitive et familiale du programme cognitif et la famille. De plus, les parents ont fait des progrès significatifs dans leur capacité à partager des informations avec l’équipe, à s’ajuster aux capacités auditives de leurs enfants et à leurs besoins de communication, à participer aux réunions et à collaborer pendant l’évaluation et les réunions d’équipe. Das “Ready to Learn” (bereit zum Lernen)-Eltern-Kind-Erziehungsprogramm der Lexington School für Taube in New York ist ein familienzentriertes Frühinterventionsprogramm (FCEI). Das Personal nutzte zwei neue Messinstrumente, um seine Bemühungen zur Etablierung einer kollaborativen Beziehung mit Eltern aus einer Vielfalt von Kulturen und sozioökonomischen Schichten zu stützen. Die Ergebnisse demonstrieren, dass diese Instrumente effektiv Veränderungen im interaktiven Verhalten der Eltern mit den Lehrern und mit ihren Kindern sowie auch ihre aktive Partizipation als Mediatoren der Lerngelegenheiten ihrer Kinder im Zeitverlauf messen können. Die Ergebnisse zeigen, dass Eltern dazu beitrugen, Ziele für ihre Kinder zu setzen, wobei die Bereiche der Ziele konsistent waren mit dem kognitiven und familienzentrierten Fokus des Programms. Weiterhin machten die Eltern signifikante Gewinne in ihrer Fähigkeit deutlich, Information mit dem Personal zu teilen, die Hör- und Kommunikationsbedürfnisse ihrer Kinder anzusprechen, an Treffen teilzunehmen und bei der diagnostischen Erfassung wie bei den Treffen der Teams über die Zeit mitzuwirken. El programa para la preparación de los padres en la educación de sus hijos pequeños de la “Lexington School” para Sordos en Nueva York es un programa de intervención temprana centrado en la familia. El equipo de profesores utilizó dos nuevos instrumentos de medida para estructurar sus esfuerzos con el fin de establecer una relación colaborativa con los padres, los cuales representan una amplia variedad de niveles culturales y socioeconómicos. Los resultados demostraron que esos instrumentos pueden medir de forma efectiva cambios en el comportamiento interactivo de los padres con los profesores y con sus hijos, así como en su participación activa como mediadores de las oportunidades de aprendizaje de sus hijos a lo largo del tiempo. Específicamente, los resultados indican que los padres contribuyeron a centrar los objetivos de sus hijos y a dominar los objetivos de forma consistente relativos al foco del programa cognitivo centrado en la familia. Además, los padres pueden lograr significativas ganancias en sus habilidades para compartir información con el equipo de profesores, para dirigir la escucha y las necesidades de comunicación de sus hijos, para participar en las reuniones y para colaborar durante la evaluación y enseñar el modo de conducir una reunión a lo largo del tiempo. Il programma di educazione per bambini piccoli e per genitori Pronti ad imparare della Lexington School per sordi di New York è un programma di intervento precoce centrato sulla famiglia (FCEI). Lo staff ha usato due nuovi strumenti di misura per sostenere i propri sforzi di stabilire una relazione collaborativa con i genitori che presentavano una varietà di culture e livelli socio economici. I risultati dimostrano che questi strumenti possono misurare efficacemente i cambiamenti nel comportamento interattivo dei genitori con gli insegnanti e con i loro bambini, così come la loro partecipazione attiva a lungo termine come mediatori delle opportunità di apprendimento dei loro bambini. In specifico i risultati indicano che i genitori hanno contribuito a stabilire degli obiettivi per i propri figli ed il dominio degli obiettivi era coerente con il focus cognitivo e familiare del programma. Inoltre i genitori hanno arricchito in modo significativo la loro abilità di condividere informazioni con lo staff, indirizzare l’udito dei loro bambini e i bisogni comunicativi, partecipare alle riunioni e collaborare durante la valutazione e le riunioni di team.
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Dipace, Anna, and Alessia Scarinci. "Formazione metodologica, tecnologie didattiche ed esperienze nella promozione delle competenze di insegnamento e apprendimento." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, January 2021, 95–111. http://dx.doi.org/10.3280/exioa0-2021oa11130.

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La situazione di emergenza rinveniente dalla diffusione del Covid-19 ha determinato una condizione straordinaria per tutte le istituzioni formative. In questo contributo l'attenzione è focalizzata in modo particolare sull'università che ha visto migliaia di docenti improvvisamente alle prese con la necessità di adottare soluzioni di didattica a distanza per i propri studenti pur non avendo specifiche competenze ed esperienze maturate in questo ambito. Questa situazione ha messo in evidenza una serie di bisogni collegati ad una specifica domanda di formazione che interessa tanto gli aspetti formativi quanto quelli di ricerca didattica che sta cercando di fornire una lettura del fenomeno al fine di alimentare una riflessione matura sul rapporto tra media, ambienti (reali o virtuali) di apprendimento e strategie di insegnamento. Tuttavia, da questa situazione di emergenza possono derivare situazioni inedite di riprogettazione qualificata della formazione superiore innanzitutto attraverso un aggiornamento della didattica universitaria e, dunque, di specifiche competenze dei propri docenti in grado di utilizzare strategie, metodi e strumenti (sia in presenza che a distanza) per favorire l'apprendimento attivo, costruttivo e interattivo. Il contributo, partendo dal framework di innovazione nell'alta formazione proposto da Gilly Salmon, presenta un'analisi esplorativa sui MOOC offerti da alcune delle principali piattaforme a livello internazionale come opportunità di formazione metodologica per i docenti durante il periodo più difficile dell'emergenza Covid-19.
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Cinotti, Alessia, Luca Ferrari, Giulia Righini, and Enrico Emili. "Il progetto MUSE. Migliorare l'accesso, la partecipazione e l'apprendimento degli studenti disabili nelle università dell'America Latina." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (July 2018). http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2018oa6014.

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Il contributo intende presentare le attività svolte nell'ambito del Progetto europeo MUSE, con particolare riguardo al Work Package "Modernizzazione e rafforzamento del capitale umano", condotto dall'Università di Bologna. Uno dei principali obiettivi di questo progetto è la creazione - in Cile, Messico e Argentina - di Servizi di supporto per gli studenti con disabilità e relative strategie - a lungo termine - per favorire il loro accesso e permanenza nel sistema di istruzione superiore. Al fine di progettare e implementare questi Servizi di supporto, l'Università di Bologna ha formato 30 amministrativi e accademici, dell'America Latina, sulle principali questioni strategiche relative a: l'Approccio inclusivo, la progettazione universale dell'apprendimento, le TIC per l'inclusione, la progettazione pedagogica di ambienti di apprendimento attivo. La formazione intende promuovere l'acquisizione di competenze pedagogiche e didattiche - in particolare sull'uso delle TIC - per sostenere l'inclusione di studenti con disabilità all'università.
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Digiacomo, Alexander. "TEACHING ITALIAN LANGUAGE AND CULTURE THROUGH DANTE’S INFERNO / INSEGNARE LA LINGUA E LA CULTURA ITALIANA ATTRAVERSO L’INFERNO DI DANTE." European Journal of Foreign Language Teaching 6, no. 1 (February 8, 2022). http://dx.doi.org/10.46827/ejfl.v6i1.4158.

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Анотація:
<p>Italian theorists have developed an inductive text-centred approach to L2 language learning that encourages students to be more autonomous and active in the language-learning classroom than traditional language learning approaches. This method contrasts with traditional language-teaching methodologies, which use teacher-centred approaches that focus solely on grammar fundamentals and the variety of rules that describe mainstream language-learning procedures. It is well known that language students can benefit from learning about the culture and the literature of the target-language nation because it leads to the heightened curiosity and a deeper understanding of the various rules and truths associated with the language. Significantly, this exercise draws the inference that links cultural awareness, language learning, and development and creates a strategic learning platform that emphasises the learner’s contribution to learning. This paper puts theory into practice by proposing a contextualised learning unit in which students learn about culture, literature, and language through the lens of Dante’s Inferno. The proposed didactic unit is framed upon six instances of inductive learning: motivation, globality, analysis, synthesis, reflection, and verification. This paper also discusses teachers' considerations when selecting authentic texts and highlights the benefits of teaching literary texts to language students.</p><p> </p><p>I teorici italiani hanno sviluppato un approccio induttivo centrato sul testo per l’apprendimento della lingua L2 che incoraggia gli studenti ad essere più autonomi e attivi nell’apprendimento della lingua in classe rispetto agli approcci di apprendimento linguistico tradizionali. Questo metodo contrasta con le metodologie tradizionali di insegnamento delle lingue, che utilizzano approcci centrati sull’insegnante i quali si concentrano esclusivamente sui fondamentali grammaticali e sulle varietà di regole che descrivono le procedure convenzionali di apprendimento linguistico. È ben noto che gli studenti di lingue possono trarre beneficio dall’apprendimento della cultura e della letteratura della nazione della lingua di destinazione, perché questo porta a una maggiore curiosità e a una più profonda comprensione delle varie regole e verità associate alla lingua. In modo particolare, questo esercizio formula l’inferenza che collega consapevolezza culturale, apprendimento linguistico e sviluppo, e crea una piattaforma di apprendimento strategica che enfatizza il contributo dello studente all’apprendimento. Questo elaborato mette in pratica la teoria proponendo un’unità di apprendimento contestualizzata in cui gli studenti imparano la cultura, la letteratura e la lingua attraverso la lente dell’Inferno di Dante. L’unità didattica proposta si basa su sei esempi di apprendimento induttivo: motivazione, globalità, analisi, sintesi, riflessione e verifica. Questo elaborato discute anche le considerazioni degli insegnanti nella scelta di testi autentici e mette in evidenza i benefici dell’insegnamento di testi letterari agli studenti di lingue. </p><p> </p><p><strong> Article visualizations:</strong></p><p><img src="/-counters-/edu_01/0926/a.php" alt="Hit counter" /></p>
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Letizia Cinganotto, Silvia Panzavolta, and Elena Mosa. "Quando la webcam è accesa e la testa spenta. Strategie per una didattica attiva in DAD e DDI." IUL Research 2, no. 3 (July 17, 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.126.

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Анотація:
La crisi sanitaria generata dalla pandemia sta avendo un impatto profondo e trasformativo sugli assetti globali in ogni settore dell’organizzazione sociale. Il settore dell’istruzione è stato tra quelli più duramente colpiti dal lockdown generalizzato e dalle varie chiusure totali o parziali che si sono susseguite a livello regionale. Le principali problematiche iniziali sono state connesse al digital divide e all’enorme difficoltà, da parte delle scuole, di includere gli studenti più fragili in una situazione di Didattica a Distanza o di Didattica Digitale Integrata. Un ulteriore aspetto critico è emerso in relazione al totale spaesamento di gran parte del personale docente di fronte ad una situazione inedita per la scuola sul panorama mondiale che ha disorientato anche quei docenti che erano già soliti lavorare con le tecnologie a scuola. I dati della prima indagine condotta da Indire durante il lockdown (periodo marzo-giugno 2020, Report pubblicati a luglio e dicembre 2020) confermano queste difficoltà evidenziando che nella maggior parte dei casi, la didattica a distanza si è tradotta in “lezione frontale a distanza”, come nella fase “Substitution”, del modello SAMR di R. Puentedura (2006). I Movimenti di Indire delle Avanguardie educative e delle Piccole Scuole, insieme ad eTwinning, hanno tenuto oltre 200 webinar per le scuole in difficoltà al fine di condividere l’applicazione virtuosa di metodologie didattiche attive quali il Debate, la Flipped Classroom, Making Learning and Thinking Visible o il Digital storytelling. Il Debate consente agli studenti un lavoro che ben si adatta al lavoro in autonomia e in gruppo da remoto. Consiste nel confronto regolamentato tra due o più squadre che sostengono posizioni diverse rispetto ad un tema. La preparazione al Debate, che ha uno specifico protocollo, prevede di realizzare laboratori di ricerca sulle fonti, reperendo esempi, dati ed evidenze per sostenere la propria tesi. Questo lavoro può essere svolto inizialmente in maniera individuale e poi nel piccolo gruppo, all’interno del quale la squadra (PRO o CONTRO) mette a punto la propria strategia argomentativa. La condivisione di fonti, strategie, tecniche di public speaking può senz’altro essere realizzata anche a distanza, attraverso l’uso di piattaforme che aiutano a strutturare le informazioni, così come a realizzare la performance vera e propria. La Flipped è un altro esempio di metodologia che consente una diversa strutturazione del lavoro, che alterna momenti in presenza (in classe) o in sincrono (in DAD) e momenti in asincrono, individuale o in gruppo. Il docente, organizzando dei veri e propri “learning cycles”, può ripensare i tempi della lezione dedicati all’attivazione delle conoscenze, alla costruzione di artefatti o alla problematizzazione di quanto elaborato ibridando momenti di didattica sincrona/asincrona e in presenza/in remoto. Dalla combinazione di queste modalità possiamo avere diverse configurazioni che potrebbero ulteriormente avvalersi anche di gruppi di studenti appartenenti a classi diverse (gruppi eterogenei per età, classi parallele, ecc.). Con MLTV, invece, abbiamo l’utilizzo di particolari protocolli che stimolano il group learning e aiutano ad appropriarsi di particolari forme di pensiero profondo, come le Thinking Routine, ottimi dispositivi per imparare a partire dalle idee e dal pensiero degli altri, anche a distanza. Inoltre, grazie alla documentazione educativa come chiave di valutazione formativa, offre importanti elementi per la fornitura di feedback efficaci agli studenti. Infine, il lavoro sul curricolo, riorganizzando i nuclei fondanti delle discipline in forma di storytelling, offre una modalità di ricucire i saperi attraverso la lente della scrittura creativa. Tali metodologie hanno contribuito ad un ripensamento delle pratiche di insegnamento/apprendimento e valutazione e hanno restituito quella centralità dello studente che mai, come adesso, era necessaria per tenere acceso l’interesse (oltre che la webcam!). Nell’articolo verranno esemplificate alcune buone pratiche di applicazione di queste metodologie.
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