Добірка наукової літератури з теми "Acwue sotterranee"

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Статті в журналах з теми "Acwue sotterranee"

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Bonatesta, Antonio. "Paesaggi invisibili. Ricerca storica e acque sotterranee." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 300 (November 2022): 289–308. http://dx.doi.org/10.3280/ic300-oa4.

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2

Diviacco, G., and S. Ruffo. "NUOVI BOGIDIELLIDI DELLE ACQUE SOTTERRANEE AFRICANE (CRUSTACEA AMPHIPODA)." Monitore Zoologico Italiano. Supplemento 20, no. 1 (January 1985): 135–48. http://dx.doi.org/10.1080/03749444.1985.10736694.

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3

Rossetto, Rudy. "Towards new challenges." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 10, no. 2 (June 30, 2021): 5–6. http://dx.doi.org/10.7343/as-2021-522.

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Анотація:
Our journal Acque Sotterranee-Italian Journal of Groundwater is now indexed in the Scopus database. Scopus (www.scopus.com) is one of the largest abstract and citation database of peer-reviewed literature: scientific journals, books and conference proceedings. Delivering a comprehensive overview of the world’s research output in the fields of science and technology, Scopus features smart tools to track, analyze and visualize results and trends from the research world.
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4

Desiderio, Giovanni, Rusi, Sergio, and Tatangelo, Felice. "Caratterizzazione idrogeochimica delle acque sotterranee abruzzesi e relative anomalie." Italian Journal of Geosciences, no. 2 (June 25, 2010): 207–22. http://dx.doi.org/10.3301/ijg.2010.05.

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5

Mazzanti, Bernardo, Isabella Bonamini, Gaia Checcucci, Lucia Fiumi, Francesco Consimi, Stefano Bartalesi, and Giovanni Montini. "Il sistema di water accounting delle Nazioni Unite (SEEA-W) e la gestione delle acque sotterranee: l’esperienza dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno nel progetto europeo PAWA." Acque Sotterranee-Italian Journal of Groundwater, no. 3/137 (September 2014): 073–77. http://dx.doi.org/10.7343/as-083-14-0113.

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6

Vigna Taglianti, Augusto, and Paolo Magrini. "DIECI NUOVI DUVALIUS DEL LAZIO (COLEOPTERA, CARABIDAE)." Fragmenta Entomologica 40, no. 1 (April 30, 2008): 9. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2008.104.

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Анотація:
Dieci nuovi taxa del genere <em>Duvalius</em> Delarouzée, 1859 sono descritti del Lazio, risultato di oltre trent’anni di ricerche in grotte o nell’ambiente sotterraneo superficiale. Quattro specie appartengono al “gruppo franchettii”, che comprende specie eucavernicole ad elevato livello di specializzazione troglomorfa, caratterizzate da dimensioni medie o grandi, due sole setole discali elitrali, tempie glabre, tegumenti glabri, lamella copulatrice costituita da un solo pezzo, sempre priva di fanero mediano impari.<em> Duvalius auruncus</em> n.sp., nota di una cavità dei Monti Aurunci centrali, è ben riconoscibile per le appendici allungatissime (è la più “afenopsiana” delle specie italiane) e per la lamella copulatrice piuttosto corta e subparallela, con apice poco ristretto ed asimmetrico, accorciato sul lato sinistro. <em>Duvalius ausonicus</em> n.sp., nota di alcune grotte dei Monti Ausoni sud-occidentali e nord-occidentali, è simile a <em>D</em>. <em>lepinensis</em> Cerruti, 1950, ma ben riconoscibile per la lamella ampia alla base, con apice stretto, allungatissimo e ricurvo. <em>Duvalius dattii</em> n.sp. della Grotta di Bellegra (Montagna di Roiate) viene separata da <em>D. franchettii</em> (Luigioni, 1926), dei Monti Simbruini, con cui era finora confusa, per la morfologia dell’edeago e soprattutto della lamella, più breve e massiccia. <em>Duvalius avoni</em> n. sp., di una grotta dei Monti Simbruini, si distingue per il maggior grado di specializzazione, le dimensioni maggiori, e soprattutto per la lamella, più lunga, massiccia, subparallela, con apice evidenziato e rialzato. Tre specie sono da riferire al “<em>gruppo</em> <em>cerrutii</em>”, che comprende specie dell’ambiente sotterraneo superficiale o cavernicole, a medio livello di specializzazione morfologica, caratterizzate da dimensioni generalmente medie o piccole, più di due setole discali elitrali (normalmente da tre a otto), tempie con brevi setole, tegumenti pubescenti, lamella copulatrice spesso con fanero mediano impari basale. <em>Duvalius latellai</em> n.sp., nota solo di una grotta di bassa quota presso San Giovanni Incarico, si distingue per avere due sole setole discali elitrali e la lamella corta, tozza, ad apice arrotondato, priva di fanero impari. <em>Duvalius franziniorum</em> n.sp. è specie endogea e dell’ambiente sotterraneo superficiale (MSS), occasionalmente cavernicola, dei Monti Lepini (Monte Semprevisa, Monte Gemma, Monte Lupone), simile a <em>D. bastianinii</em> Magrini, 1998, ma ben riconoscibile per la lamella più corta, a doccia con apice asimmetrico (accorciato a destra), costituita da due faneri laterali riuniti all’apice, priva di fanero impari. <em>Duvalius nardii</em> n.sp., di grotte con acque sulfuree dei Monti Lepini sud-occidentali (Monte Acquapuzza), si riconosce per la lamella corta, robusta e ben sclerificata, in visione ventrale a forma di doccia con apice asimmetrico (accorciato a destra), costituita da due corti e robusti lobi laterali uniti da una lamina arcuata, priva di fanero impari. Una specie, <em>Duvalius lydiae</em> n.sp., nota di una sola grotta dei Monti Aurunci orientali, apparentemente riconducibile al gruppo cerrutii per il livello medio di specializzazione morfologica, le dimensioni medio-piccole, le due o tre setole discali elitrali, le tempie fortemente setolose, appare però ben caratterizzata da peculiari apomorfie (numerose e lunghe setole foveolate su capo, pronoto ed interstrie elitrali; lobo mediano dell’edeago con una convessità ventrale; lamella copulatrice con torsione della porzione distale sul proprio asse), per cui viene isolata nel nuovo “gruppo <em>lydiae</em>”. Infine, due taxa, <em>Duvalius virginiae</em> <em>marinae</em> n.ssp. e <em>Duvalius brandmayri</em> n. sp. rientrano nel “gruppo <em>straneoi</em>”, che comprende specie a medio livello di specializzazione morfologica, caratterizzate da dimensioni piccole o medio-piccole, con due sole setole discali elitrali, tempie glabre, tegumenti glabri, lamella copulatrice costituita da due faneri laterali simmetrici, saldati insieme alla base, e fornita di un fanero mediano impari. Il primo taxon, di una grotta dei Monti Sabini, va considerato sottospecie distinta di <em>Duvalius virginiae</em> Magrini, Vanni &amp; Cirocchi, 1996, finora nota di due sole cavità dei Monti Martani nell’Umbria meridionale, inclusa nel “sottogruppo <em>cirocchii</em>”. Le due popolazioni, umbra e laziale, differiscono leggermente per la diversa forma del lobo mediano dell’edeago e della lamella copulatrice, con faneri più larghi a livello apicale in <em>virginiae</em>. La seconda specie, endogea e perinivale del Monte Terminillo, è molto simile a <em>D. straneoi</em> Jeannel, 1931 (“sottogruppo <em>straneoi</em>”) del Monte La Pelosa, ma si distingue per la morfologia dell’edeago, con lobo mediano più breve e robusto e lamella più piccola, con doccia più stretta.
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Rossetto, Rudy. "Buone notizie per gli acquiferi… dal 2023 …" Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater, June 30, 2020. http://dx.doi.org/10.7343/as-2020-470.

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Анотація:
Con l’inizio della stagione estiva abbiamo il secondo volume per l’anno 2020 della rivista Acque Sotterranee – Italian Journal of Groundwater. Anche in questa occasione pubblichiamo contributi rilevanti per la gestione dei sistemi idrologici superficiali e sotterranei, proprio in un periodo dell’anno in cui l’impatto antropico dovuto ai prelievi si fa importante. andando spesso ad alterare sia lo stato quantitativo che lo stato chimico dei corpi idrici sotterranei.
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8

Beretta, Giovanni Pietro, Iacopo Borsi, Paolo Cerutti, Francesco La Vigna, and Rudy Rossetto. "Acque Sotterranee 2.0." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater, June 21, 2016. http://dx.doi.org/10.7343/as-2016-216.

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9

Capelli, Giuseppe, Roberto Mazza, Alessio Argentieri, and Società Geologica Italiana. "Acque sotterranee nell’Etruria meridionale laziale. Una ricerca che perdura da millenni." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater, December 21, 2018. http://dx.doi.org/10.7343/as-2018-370.

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Анотація:
Questa breve nota analizza la capacità di ricerca, gestione e studio delle acque sotterranee da parte di popolazioni, civiltà e culture che si sono succedute per millenni nell’Etruria meridionale, nel versante tirrenico del Lazio, dall’antichità sino ai giorni nostri. Dei popoli antichi conosciamo le tecniche di captazione e canalizzazione, ma nulla sappiamo degli studi sulle acque sotterranee che pure devono aver preceduto tali manufatti.
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10

La Vigna, Francesco. "Acque sotterranee e cambiamenti climatici." Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 4, no. 3 (November 30, 2015). http://dx.doi.org/10.7343/as-122-15-0149.

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Дисертації з теми "Acwue sotterranee"

1

Jenny, Migliorini. "PIANIFICAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE MEDIANTE LA MODELLAZIONE ED IL MONITORAGGIO DELLE ACQUE SOTTERRANEE: L’ESEMPIO DELL’ACQUIFERO ALLUVIONALE DEL FIUME ROIA A VENTIMIGLIA." Doctoral thesis, Università di Siena, 2019. http://hdl.handle.net/11365/1114762.

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Анотація:
L’importanza dell’acqua sia per la vita, sia come componente dell’ecosistema globale sta diventando sempre più evidente. Essa è una risorsa che non solo soddisfa i bisogni fondamentali della popolazione umana, ma è anche vitale per tutti gli ecosistemi globali. Una domanda ricorrente è quella di trovare soluzioni per sopperire alla carenza di acqua che si avverte nei periodi estivi; questo “stato di calamità” va a dimostrare la scarsa conoscenza idrogeologica della risorsa idrica disponibile. Il tutto si traduce in una mancanza di strumenti idonei per affrontare con competenza e con tranquillità anche le situazioni più critiche che si possono presentare. L’obiettivo fondamentale di questo progetto è quello di mostrare come il monitoraggio delle falde sotterranee e l’applicazione della modellazione numerica allo studio degli acquiferi possa fornire un valido supporto scientifico alla progettazione e alle politiche di gestione per il corretto utilizzo e la salvaguardia delle risorse idriche del territorio. Nello specifico, è stato preso come riferimento il territorio del Bacino trasfrontaliero del Fiume Roia concentrando le analisi soprattutto nella parte sud dello stesso, in un’area di circa 1,8 km2, collocata poco a nord dell’abitato di Ventimiglia, dove il Fiume Roia si incontra con il suo maggiore affluente, il Torrente Bevera. L’acquifero presente in quest’area, per quantità e qualità, è uno dei più importanti serbatoi naturali della Liguria. Per quanto riguarda l’utilizzo della risorsa, infatti, le sue acque soddisfano i fabbisogni idrici sia del territorio francese (Mentone, Nizza, Montecarlo, ecc.) sia del territorio italiano (Ventimiglia, Bordighera, Imperia, Sanremo, ecc.), “dissetando” circa 350.000 utenze in Italia e circa 120.000 utenze in Francia. In particolare, questo studio idrogeologico, dopo una preventiva analisi ed un monitoraggio di dati di natura idrologica e idrogeologica (dati pluviometrici, idrometrici, piezometrici, di portata fluviale e di qualità delle acque sotterranee), ha affrontato la ricostruzione geometrico-strutturale del sottosuolo sulla base delle indagini geognostiche a disposizione grazie alle quali è stata evidenziata la presenza di un unico corpo acquifero, a falda libera, di spessore medio di circa 29,8 m, composto in prevalenza da ghiaie sabbiose, talvolta limose, con ciottoli e caratterizzato da un elevato grado di permeabilità (0,8-1 × 10-2m/s), limitato alla base da un substrato a bassa permeabilità costituito dai Flysch di Ventimiglia. E’ stata definita la caratterizzazione idrodinamica dell’acquifero mediante l’utilizzo dei dati raccolti durante una campagna di rilevamento piezometrica su 28 punti di misura nel periodo Luglio 2012 – Luglio 2013. Sulla base di queste conoscenze è stato realizzato il modello concettuale dell’acquifero, base fondamentale della modellazione numerica. Il sistema acquifero è stato quindi rappresentato, per mezzo di un modello numerico tridimensionale ad elementi finiti (FEM), con l’utilizzo del codice numerico FEFLOW (Finite Element subsurface FLOW system), operando in regime permanente e transitorio. I dati di input sono stati inseriti el sistema attraverso l’assegnazione di condizioni ai limiti (Boundary Condition) di carico idraulico, di trasferimento di flussi, di emungimenti e delle proprietà dei materiali (Material Properties) come la permeabilità, la porosità e l’infiltrazione. I risultati finali hanno permesso di stimare i quantitativi d’acqua presenti all’interno della porzione di acquifero in studio mettendo in risalto l’importanza e il ruolo che ricopre il fiume Roia e la quantità d’acqua che esso scambiata con la falda idrica che riesce a bilanciare e a mantenere in equilibrio tutto il sistema anche a fronte dei circa 44 × 106 m3 annui (circa 1,4 m3/s) prelevati dai pozzi presenti. Al fine di mostrare le potenzialità di questa tipologia di studio e ipotizzare possibili scenari di sfruttamento futuro 3 scenari di flusso dove si è ipotizzato un incremento dello sfruttamento della falda a scopo idropotabile. I risultati hanno messo in evidenza le enormi potenzialità di questo acquifero, il quale risulta in grado di sostenere fino ad un incremento del 70% delle attuali portate emunte, purché esse siano ben distribuite e non concentrate in un unico punto. Infine è stata effettuata la modellazione di trasporto dove sono stati analizzati due probabili scenari di inquinamento che hanno messo in evidenza quanto l’acquifero risulti essere suscettibile all’inquinamento idroveicolato da cui deriva, conseguentemente, la necessità di progettare adeguate misure per la sua salvaguardia, anche per l’importanza che esso ricopre come fonte strategica di approvvigionamento idropotabile.
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2

Martina, Costanza. "L'impatto ambientale delle operazioni di bonifica delle acque sotterranee." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10044/.

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Анотація:
Il lavoro di tesi è stato svolto presso l’azienda Ecosurvey® - 3000 Srl, con sede a Bologna. Ecosurvey® fornisce servizi e consulenze nel campo della geologia e delle scienze ambientali e opera in diversi ambiti, tra cui le bonifiche del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee. L’inquinamento del suolo e del sottosuolo è, infatti, il contesto dello studio di questa tesi. Tale inquinamento è persistente: con riferimento ai fenomeni di contaminazione, il sottosuolo registra la storia industriale di un sito. L’approccio che tenta di coniugare i bisogni dell’uomo nella società con il rispetto dell’ambiente è lo sviluppo sostenibile, ovvero, secondo la World Commission on Environment and Development, uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Tra i molti ambiti in cui si applica il concetto di sostenibilità, è da ricordare quello delle bonifiche dei siti contaminati. A tal proposito, l’United States Environmental Protection Agency nel 2008 ha introdotto il concetto di “green remediation” come la pratica del considerare tutti gli effetti ambientali di un’azione di bonifica, includendo nel processo opzioni in grado di minimizzarne l’impronta ambientale. Nel 2013 la società Battelle, con i servizi tecnici ambientali di U.S. Navy, e U.S. Army Corps of Engineers ha sviluppato un applicativo denominato SiteWiseTM per la valutazione degli impatti ambientali associati alle tecnologie di bonifica delle acque sotterranee. Nell’ambito di questa tesi, in riferimento ad un intervento di bonifica presso un impianto di produzione di bitumi in attività, contaminato da idrocarburi, idrocarburi aromatici e composti organo-clorurati, con l’applicativo sono stati esaminati i principali indicatori dell’impronta ecologica (emissioni di gas serra, di ossidi di azoto, di zolfo e di polveri sottili; consumi di acqua, suolo ed energia) per tre diverse opzioni di bonifica, effettuandone poi il confronto.
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Bucci, Antonio. "Analisi e caratterizzazione della facies microbica in acque sotterranee." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2010. http://hdl.handle.net/11695/66360.

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Анотація:
L’obiettivo del lavoro è stato quello di analizzare le comunità microbiche in acquiferi caratterizzati da differenti peculiarità idrochimiche (acque oligominerali fredde; acque saline ed ipersaline fredde; acque saline calde) e da differenti fattori di condizionamento del circuito delle acque sotterranee. Ciò al fine ultimo di verificare sperimentalmente se le suddette comunità possono essere utilizzate efficacemente come nuovi traccianti naturali per studiare alcune dinamiche idrogeologiche in contesti a differente grado di complessità. L’obiettivo è stato conseguito mediante l’utilizzo di due differenti tecniche di fingerprinting genetico: DGGE e T-RFLP. La DGGE permette di risolvere, separare frammenti di DNA della stessa dimensione, basandosi esclusivamente sulle differenze nella sequenza nucleotidica. La T-RFLP è basata sulla digestione con endonucleasi di restrizione di prodotti di PCR; uno o entrambi i primers utilizzati sono legati ad una molecola fluorescente che permette di rilevare, mediante elettroforesi capillare, solo la presenza del frammento di restrizione terminale. I risultati principali conseguiti nel corso del dottorato possono essere sintetizzati come segue. All’interno degli ambienti acquatici analizzati è stata riscontrata la presenza di comunità microbiche “sito-specifiche”, piuttosto che “sistema-specifiche”, ed il carattere “sito-specifico” di tali comunità è apparso fortemente influenzato anche da fattori ambientali arealmente poco rappresentativi nell’ambito dei sistemi acquiferi esaminati. Ciò porta a ritenere che, contrariamente a quanto riportato nella recente letteratura, non esista necessariamente un’unica comunità microbica autoctona acquatica all’interno di sistemi naturali che possono essere considerati un “unicum” dal punto di vista idrogeologico. Dal punto di vista metodologico è emerso che l’attesa frammentazione e diversificazione delle comunità microbiche all’interno di un sistema acquatico può essere accertata e caratterizzata soprattutto mediante il prelievo di campioni in punti ubicati anche all’interno del sistema stesso e non esclusivamente presso il collettore principale (ad esempio, una sorgente) del corpo idrico sotterraneo.
The aim of the research was to characterize microbial communities in aquifers with different hydrochemical properties (oligomineral cold waters; saline and hypersaline cold waters; saline hot waters) and different factors affecting the hydrogeological behaviour of the aquifer systems. The goal of the work was to experimentally verify if microbial communitites can be used as new effective natural tracers to analyze hydrogeological phenomena within different aquifer systems, characterized by different degrees of complexity. Two fingerprinting techniques have been used: DGGE and T-RFLP. DGGE is based on the separation of PCR amplicons of the same size but with different sequences. T-RFLP is based on the digestion with restriction endonucleases of PCR products: one or both the primers used in the PCR reaction are labeled with a fluorescent dye which allow to detect, through capillary electrophoresis, only the presence of the terminal restriction fragment. The main results obtained can be summerized as follows. In the aquatic environments analyzed, “site-specific” microbial communities were detected, instead of “system-specific” communities. The character “site-specific” of these communities is strongly influenced even by environmental factors little representative in the general context of the aquifers examined. Differently from the existing knowledge, this leads to the possible absence of single autochtonous microbial communities also in natural systems that can be considered as an “unicum” from a hydrogeological point of view. From a methodological point of view, the fragmentation and diversification of microbial communities in an aquatic system can be determined and characterized especially sampling at different points inside the system itself and not solely at the principal collector (for example, a spring) of the groundwater system.
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Alberti, Giulia <1989&gt. "Composti perfluoroalchilici: aspetti tecnologici ed impatto nelle acque sotterranee." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7712.

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Анотація:
I composti alchilici perfluorurati sono diventati un'importante classe di sostanze inquinanti delle acque di falda e stanno causando seria preoccupazione per la loro diffusione e tossicità. Lo scopo della presente tesi è quello di approfondire la conoscenza delle caratteristiche chimico fisiche dei più utilizzati di questi composti, sugli impieghi tecnologici e sugli aspetti tossicologici nei confronti in particolare della salute umana. La tesi si è svolta in collaborazione con ARPAV.
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MOITRE, BARBARA. "STUDIO IDROGEOCHIMICO SUL CONTENUTO DI LANTANIDI NELLE ACQUE SOTTERRANEE." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2013. http://hdl.handle.net/11583/2507430.

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Анотація:
La presente Tesi di Dottorato si propone di affrontare lo studio sul contenuto dei lantanidi (Lantanio, Cerio, Praseodimio, Neodimio, Promezio, Samario, Europio, Gadolinio, Terbio, Disprosio, Olmio, Erbio, Tulio, Itterbio, Lutezio) nelle acque sotterranee appartenenti ad acquiferi impostati in diversi contesti litologici, al fine di verificare la possibilità di usare questi elementi come impronta specifica del complesso idrogeologico in cui risiede l’acquifero. Tale caratterizzazione è stata sempre eseguita attraverso il contenuto degli elementi maggiori disciolti in acqua, che hanno portato all’individuazione delle facies idrogeochimiche. Tuttavia si è visto che, attraverso gli elementi maggiori, non è sempre possibile cogliere delle differenze che, seppur non molto evidenti, possono essere importanti per comprendere al meglio il funzionamento di alcuni sistemi acquiferi. Nel presente studio sono state campionate 17 sorgenti, impostate in complessi carbonatici, detritici, metamorfici e arenaceo-marnosi del Piemonte, 10 sorgenti appartenenti a complessi vulcanici laziali e 10 sorgenti termali localizzate in 3 siti distinti (Valdieri, Vinadio e Acqui Terme). La scelta di campionare sorgenti in due regioni diverse è stata dettata dal fatto che in Piemonte non sono presenti complessi vulcanici. Questa parte della ricerca può essere definita come uno studio a grande scala per caratterizzare, se possibile, le acque circolanti nei diversi complessi idrogeologici. Per il caso studio è stato scelto il sistema carsico di Bossea, dove è presente una cavità percorsa da un importante collettore carsico, il Torrente Mora, che la percorre interamente e torna alla luce attraverso una serie di emergenze localizzate in prossimità dell’alveo del Torrente Corsaglia. Il collettore riceve le acque da numerosi apporti secondari, che sono stati campionati insieme al collettore principale e ad una sorgente esterna al sistema, il cui acquifero che l’alimenta è impostato nel complesso basale, costituito da metavulcaniti, che travasa acque nel complesso carbonatico. La scelta del sistema carsico di Bossea è stata dettata dal fatto che nella grotta è presente un laboratorio sotterraneo, gestito dal CAI Cuneo e dal DIATI del Politecnico di Torino, che si occupa di monitorare in continuo, ormai da parecchi anni, il collettore principale e gli apporti secondari attraverso una serie di strumentazioni che rilevano la portata idrica, la temperatura, la conducibilità elettrica e il contenuto di Radon delle acque.
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Di, Sipio Eloisa <1978&gt. "Le falde freatiche dell'entroterra veneziano: sede di acque dolci o di acque salate?: relazioni acque superficiali-acque sotterranee-laguna." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/578.

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FAIT, GABRIELLA. "Monitoraggio della percolazione di erbicidi e nitrati nelle acque sotterranee." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/248.

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Анотація:
Lo scopo principale di questa ricerca è stato di monitorare la concentrazione di nitrati, dell'erbicida terbutilazina e di un suo metabolita, la desethylterbuthylazina, in acque sotterranee superficiali, secondo le normali pratiche agronomiche in differenti aree italiane rappresentative della coltura maidicola. Il primo passo è stato identificare i siti di monitoraggio, quindi è stata creata una procedura generale al fine di individuare aree rappresentative per il mais in Italia. Dentro tali aree sono stati selezionati dei siti di: 4 in Lombardia, 2 in Emilia Romagna, 2 in Veneto, 2 in Piemonte e uno in Friuli-Venezia Giulia. In Aprile 2005 il monitoraggio ha avuto inizio e i campionamenti sono stati eseguiti ogni due mesi. L'indice “IDPR”, strumento per la mappatura della vulnerabilità a livello regionale e nazionale, è stato applicato alle aree oggetto di studio. L'indice riflette l'influenza che le formazioni geologiche del sottosuolo hanno sullo scorrimento superficiale e sull'infiltrazione. L'analisi della probabilità di distribuzione dei risultati ha mostrato che una bassa probabilità di superare i limiti fissati per legge, questa probabilità è risultata più alta per il metabolita. Le concentrazioni dei nitrati nelle acque sotterranee sono risultate molto basse. Inoltre, è stato applicato un modello matematico (MACRO vs 5.1) di previsione che calcola la percolazione dei pesticidi.
The main aim of the research was to monitor the concentrations of nitrates, the herbicide terbuthylazine and its products of the environmental degradation, desethyl-terbuthylazine, in shallow groundwater, according to the normal agricultural practices in different Italian areas representative of maize crop. The first step was to identify the monitoring sites, therefore it was necessary to create a general procedure to individuate maize representative areas in Italy. Inside these area 11 monitoring sites were selected: 4 in Lombardy, 2 in Emilia Romagna, 2 in Veneto, 2 in Piedmont and one in Friuli-Venezia Giulia. In April 2005 the monitoring started. Groundwater samplings were carried out every two months. The IDPR index, a tool for national and regional vulnerability mapping, was applied. The index reflects the influence of the subsurface geological formations on the surface water runoff or infiltration. The distribution probability analysis of the results showed that there was a very low probability of exceeding the limit fixed by law, this probability was higher for the metabolite. The greater probability of exceed the 0.1 μg/L occurred in two sites, both irrigated with basin irrigation system. Nitrate concentrations resulted to be very low in shallow groundwater. Moreover, it was used a mathematical model which calculate the leaching of pesticides (MACRO 5.1).
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FAIT, GABRIELLA. "Monitoraggio della percolazione di erbicidi e nitrati nelle acque sotterranee." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/248.

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Анотація:
Lo scopo principale di questa ricerca è stato di monitorare la concentrazione di nitrati, dell'erbicida terbutilazina e di un suo metabolita, la desethylterbuthylazina, in acque sotterranee superficiali, secondo le normali pratiche agronomiche in differenti aree italiane rappresentative della coltura maidicola. Il primo passo è stato identificare i siti di monitoraggio, quindi è stata creata una procedura generale al fine di individuare aree rappresentative per il mais in Italia. Dentro tali aree sono stati selezionati dei siti di: 4 in Lombardia, 2 in Emilia Romagna, 2 in Veneto, 2 in Piemonte e uno in Friuli-Venezia Giulia. In Aprile 2005 il monitoraggio ha avuto inizio e i campionamenti sono stati eseguiti ogni due mesi. L'indice “IDPR”, strumento per la mappatura della vulnerabilità a livello regionale e nazionale, è stato applicato alle aree oggetto di studio. L'indice riflette l'influenza che le formazioni geologiche del sottosuolo hanno sullo scorrimento superficiale e sull'infiltrazione. L'analisi della probabilità di distribuzione dei risultati ha mostrato che una bassa probabilità di superare i limiti fissati per legge, questa probabilità è risultata più alta per il metabolita. Le concentrazioni dei nitrati nelle acque sotterranee sono risultate molto basse. Inoltre, è stato applicato un modello matematico (MACRO vs 5.1) di previsione che calcola la percolazione dei pesticidi.
The main aim of the research was to monitor the concentrations of nitrates, the herbicide terbuthylazine and its products of the environmental degradation, desethyl-terbuthylazine, in shallow groundwater, according to the normal agricultural practices in different Italian areas representative of maize crop. The first step was to identify the monitoring sites, therefore it was necessary to create a general procedure to individuate maize representative areas in Italy. Inside these area 11 monitoring sites were selected: 4 in Lombardy, 2 in Emilia Romagna, 2 in Veneto, 2 in Piedmont and one in Friuli-Venezia Giulia. In April 2005 the monitoring started. Groundwater samplings were carried out every two months. The IDPR index, a tool for national and regional vulnerability mapping, was applied. The index reflects the influence of the subsurface geological formations on the surface water runoff or infiltration. The distribution probability analysis of the results showed that there was a very low probability of exceeding the limit fixed by law, this probability was higher for the metabolite. The greater probability of exceed the 0.1 μg/L occurred in two sites, both irrigated with basin irrigation system. Nitrate concentrations resulted to be very low in shallow groundwater. Moreover, it was used a mathematical model which calculate the leaching of pesticides (MACRO 5.1).
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9

Laghi, Mario <1979&gt. "L'interazione tra acque fluviali superficiali e acque sotterranee in zona costiera: il sistema dell'estuario del fiume Lamone." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2595/1/Laghi_Mario_tesi.pdf.

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10

Laghi, Mario <1979&gt. "L'interazione tra acque fluviali superficiali e acque sotterranee in zona costiera: il sistema dell'estuario del fiume Lamone." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2595/.

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Книги з теми "Acwue sotterranee"

1

Ferrara, Vincenzo. Le acque sotterranee dell'Etna. Bologna: Pitagora, 2012.

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2

Bianucci, Giovanni. La chimica delle acque sotterranee: Origine, composizione, inquinamento. Milano: U. Hoepli, 1985.

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3

Capri, Ettore. La previsione della contaminazione delle acque sotterranee da prodotti fitosanitari. Bologna: Pitagora, 1999.

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4

Capri, Ettore, and Marco Trevisan. I metalli pesanti di origine agricola nei suoli e nelle acque sotterranee. Bologna: Pitagora, 2002.

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5

1947-, Filippi Gian Giuseppe, ed. I fiumi sacri: Corsi celesti e correnti sotterranee : le acque viventi nel macrocosmo e nel microcosmo. Venezia (Italia): Cafoscarina, 2009.

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6

Marco, Trevisan, ed. I nitrati di origine agricola nelle acque sotterranee: Un indice parametrico per l'individuazione di aree vulnerabili. Bologna: Pitagora, 2002.

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7

Beretta, Giovanni Pietro. Il trattamento e l'interpretazione dei dati ambientali: Qualità dei suoli e delle acque sotterranee nella bonifica dei siti contaminati. Bologna: Pitagora, 2004.

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8

Atti del 2. Convegno internazionale di geoidrologia: La cooperazione nella ricerca con i paesi in via di sviluppo e quelli dell'Est Europa : Firenze, 29 ... 1993 (Protezione delle acque sotterranee). Pitagora, 1995.

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Частини книг з теми "Acwue sotterranee"

1

Molfetta, Antonio, and Rajandrea Sethi. "I contaminanti presenti nelle acque sotterranee." In Ingegneria degli acquiferi, 179–96. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1851-8_10.

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