Статті в журналах з теми "550 Scienze della Terra"

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Pitrone, Angelo. "Terre di Racalmuto, casa della Noce." Quaderns d’Italià 27 (December 22, 2022): 193–96. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.552.

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Buongiorno, Erasmo. "L'aferesi tra arte e scienza." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 4_suppl (July 23, 2013): S5—S8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1080.

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Анотація:
Arte e scienza, emozione e ragione rappresentano i fondamentali strumenti di conoscenza e di relazione dell'uomo con ciò che lo circonda, in un rapporto talora armonico, più spesso conflittuale, ma, sempre, fecondo. Oggi, quando solo le scienze sperimentali sembrano produrre conoscenze riproducibili, verificabili e in grado di spiegare il mondo com'è, relegando le scienze umane a un ruolo secondario, appare evidente, in realtà, come non possa esistere una scienza separata dalla filosofia di coloro che la coltivano, perché essa, sia nelle direzioni che intraprende che nei contenuti in cui si concretizza, è l'esito delle complesse stratificazioni culturali degli scienziati e vive nel suo tempo. L'Aferesi Terapeutica è una terra di confine, in cui le applicazioni tecnologiche seguono da vicino l'avanzamento della scienza, ma, talvolta, sembrano precederla, sembrano, cioè, crearsi loro stesse la strada e dettare i tempi della ricerca, in un nobile tentativo dell'uomo di superare la sua finitezza.
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Candela, Andrea. "Per una storia sperimentale delle Scienze della Terra: dal documento alla prova sul terreno." Rendiconti Online della Società Geologica Italiana 44 (March 2018): 37–44. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2018.06.

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4

Bonci, Maria Cristina, Davide Dagnino, Andrea Mandarino, Aaron Mazzini, and Michele Piazza. "Revision of Ostrea (Gigantostrea) gigantica Solander var. oligoplana Sacco and Ostrea (Ostrea) isseli Rovereto (Oligocene, Tertiary Piedmont Basin, NW Italy)." Carnets de géologie (Notebooks on geology) 21, no. 3 (February 24, 2021): 55–66. http://dx.doi.org/10.2110/carnets.2021.2103.

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Анотація:
The aim of this paper is the revision and redocumentation of Ostrea (Gigantostrea) gigantica Solander var. oligoplana Sacco, 1897, Ostrea (Ostrea) isseli n. denom. Rovereto, 1897, and Ostrea (Ostrea) isseli n. denom. var. elongata Rovereto, 1897. These taxa are from the Oligocene strata of the Molare Formation (Tertiary Piedmont Basin, southern Piedmont - central Liguria, NW Italy). The syntypes of O. (G.) gigantica var. oligoplana are in the "Collezione Bellardi e Sacco", at the Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino; the syntypes of O. (O.) isseli and O. (O.) isseli var. elongata are in the "Collezione BTP" (BTP Collection, at the Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita - DISTAV - of the Università di Genova). The var. oligoplana is here moved to the species rank and allocated to the genus Pycnodonte Fischer von Waldheim, 1835. O. (O.) isseli and O. (O.) isseli var. elongata are recognized as junior synonyms of the Sacco's taxon. Rovereto (1897) compared his new species with Ostrea subgigantea Raulin & Delbos, 1855, a poorly known taxon, that is here figured for the first time and shown to represent a species different from P. oligoplana (Sacco, 1897).
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Cirrincione, R., and R. Cristofolini. "Contributi italiani alla nascita della Petrografia." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 50, no. 380 (May 5, 2017): FP392—FP406. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v50i380.11.

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Анотація:
Verso la fine del XVIII e nei primi decenni del XIX secolo alcuni esperti italiani nella prospezione e sfruttamento minerario ed interessati nelle Scienze della Terra, G. Arduino, G. Marzari Pencati, G. Brocchi, e S. Breislak, hanno correttamente riconosciuto in base ad osservazioni sul campo la natura che oggi definiremmo magmatica di corpi sia intrusivi che vulcanici all'interno di sequenze sedimentarie, in contrasto con quanto previsto dalle teorie nettunistiche di Werner, allora dominanti. Ma anche celebrati studiosi di Storia Naturale, come L. Spallanzani e G. Gioeni hanno dato un importante contributo alle ricerche sulle rocce, ed al termine del periodo è da ricordare anche C. Gemmellaro, successore di Gioeni. La Petrografia si stava allora sviluppando, nella cornice della Storia Naturale, come disciplina autonoma dalla Mineralogia e dalla Geologia quando fu possibile classificare le rocce, già suddivise da Werner in gruppi fondati su criteri sistematici embrionalmente petrografici, sulla base dei primi fondamentali lavori di Cordier (1816), von Leonhard (1823) e Brongniart (1827), che hanno introdotto una tassonomia delle rocce, ancora affetta da inconsistenze ed ingenuità, in base alla loro composizione ed origine.
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Messina, Nunziata. "IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no. 1 (July 2, 2016): 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Анотація:
Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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Marciani, Giulia, Giulia Capecchi, Vincenzo Spagnolo, Astolfo G. Mello Araujo, Sérgio A. De M. Chaves, Fabio Parenti, and Adriana Moroni. "Gestão, pesquisa e valorização do sítio arqueológico Grotta Dei Santi (Toscana - Itália)." Revista Memorare 5, no. 2 (August 14, 2018): 86. http://dx.doi.org/10.19177/memorare.v5e2201886-111.

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Анотація:
Grotta dei Santi-GDS é um sítio préhistórico do Paleolítico Médio, situado na região da Toscana (Itália Central). Apresenta vestígios da ocupação neandertalense entre 50.000 e 40.000 anos antes do presente. Por sua importância no panorama paleolítico italiano, o Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente-Unità di Ricerca di Preistoria e Antropologia dell’Università di Siena (Itália), há mais de dez anos, conduz as pesquisas, escavações e ações de valorização patrimonial com a finalidade de aprofundar o conhecimento sobre o comportamento neandertal na região e também valorizar um sítio que, por sua própria importância científica e localização, se apresenta como único em seu gênero. Neste capítulo, apresentamos o projeto desenvolvido no sítio GDS com foco numa gestão integrada do território.
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Giuliani, Silvia, Luca Giorgio Bellucci, Renata Łapińska-Viola, and Armida Torreggiani. "Il progetto ENGIE e le sue strategie per incoraggiare lo studio delle Scienze della Terra tra le nuove generazioni." Quaderni di Comunicazione Scientifica 2 (2022): 41. http://dx.doi.org/10.17454/qdcs02.05.

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Rappaport, Rhoda. "Giovanni Arduino (1714-1795): Il contributo di uno scienziato veneto al dibattito settecentesco sulle scienze della Terra. Ezio Vaccari." Isis 86, no. 3 (September 1995): 497–98. http://dx.doi.org/10.1086/357280.

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Reitano, Agatino, Fabio Liberto, Maria Stella Colomba, Ignazio Sparacio, and Rossana Sanfilippo. "Notes on some interesting species of Mollusca Gastropoda of the Monterosato collection preserved into the “Museo di Scienze della Terra” of Catania (Italy)." Biodiversity Journal 10, no. 4 (December 4, 2019): 499–516. http://dx.doi.org/10.31396/biodiv.jour.2019.10.4.499.516.

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Oberti, Roberta, Massimo Boiocchi, Frank C. Hawthorne, Neil A. Ball, Fernando Cámara, Renato Pagano, and Adriana Pagano. "Ferro-ferri-hornblende from the Traversella mine (Ivrea, Italy): occurrence, mineral description and crystal-chemistry." Mineralogical Magazine 80, no. 7 (December 2016): 1233–42. http://dx.doi.org/10.1180/minmag.2016.080.060.

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Анотація:
AbstractFerro-ferri-hornblende is a new member of the amphibole supergroup (IMA-CNMNC 2015-054). It has been found in a rock specimen from the historical collection of Leandro De Magistris, which was collected at the Traversella mine (Val Chiusella, Ivrea, Piemonte, Italy). The specimen was catalogued as ‘speziaite', and contains a wide range of amphibole compositions from tremolite/actinolite to magnesio-hastingsite. The end-member formula of ferro-ferri-hornblende is A□BCa2c(Fe+Fe3+)T(Si7Al) O22W(OH)2 , which requires SiO2 43.41, Al2O3 5.26, FeO 29.66, Fe2O3 8.24 CaO 11.57, H2O 1.86, total 100.00 wt.%. The empirical formula derived from electron microprobe analysis and single-crystal structure refinement for the holotype crystal is A(Na0.10K0.13) Σ=0.23B(Ca 1.93Na0.07)Σ=2.00C(Mg1.16Fe2+3.21Mn0.O6Fe3+0.45 Al0.12Ti 0.01)Σ=5.01T(Si7.26Al0. 74)Σ=8.00 O22W(OH1.89F0.01C10.10)Σ=2.00- Ferro-ferri-hornblende is biaxial (-), with α = 1.697(2), P = 1 .722(5), γ = 1.726(5) and 2V (meas.) = 35.7(1.4)°, 2V (calc.) = 43.1°. The unit-cell parameters are a = 9.9307(5), b = 18.2232(10), c = 5.3190(3) Å, β = 104.857(1)°, V= 930.40 (9) Å3, Z= 2, space group C2/m. The a:b:c ratio is 0.545:1:0.292. The strongest eight reflections in the powder X-ray pattern [d values (in Å), I, (hkl)] are: 8.493, 100, (110); 2.728, 69, (151); 3.151, 47, (310); 2.555, 37, (); 2.615, 32, (061); 2.359, 28, (); 3.406, 26, (131); 2.180, 25, (261). Type material is deposited in the collections of the Museo di Mineralogia, Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente, Università di Pavia, under the catalogue number 2015-01. Sample M/U15285 from the historical collection of Luigi Colomba, presently at the Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, was also checked, and the presence of ferro-ferri-hornblende was confirmed.
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Oberti, Roberta, Massimo Boiocchi, Frank C. Hawthorne, Neil A. Ball, and Günter Blass. "Ferri-obertiite from the Rothenberg quarry, Eifel volcanic complex, Germany: mineral data and crystal chemistry of a new amphibole end-member." Mineralogical Magazine 81, no. 3 (June 2017): 641–51. http://dx.doi.org/10.1180/minmag.2016.080.117.

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Анотація:
AbstractPink-orange crystals of a composition within the ferri-obertiite compositional space were found in vesicles in a pale beige silicate vein found from a basalt quarry at Mount Rothenberg, Eifel district, Germany. Associated minerals are potassic feldspar, alpha quartz paramorphic afterbeta quartz, eifelite (the second occurrence after the Caspar quarry at Bellerberg volcano, Eifel region), tridymite, rutile, roedderite and other amphiboles. The ideal formula of ferri-obertiite is ANaBNa2C(Mg3Fe3+Ti)TSi8O22WO2; the empirical formula derived for the holotype specimen from Mount Rothenberg from the results of electron-microprobe analysis and single-crystal structure refinement is A(Na0.76K0.22)∑0.98B(Na1.61Ca0.35Mn0.042+)∑2.00C(Mg3.58Mn0.112+Fe0.623+Ti0.664+Cr0.013+Zn0.01Ni0.01)∑5.00T(Si7.82Ti0.124+Al0.06)∑8.00O22W[O1.26F0.55(OH)0.19]∑2.00. The unit-cell dimensions are a = 9.7901(7), b = 17.9354(13), c = 5.2892(4)Å, β= 104.142(2)°, V = 900.58 (11) Å3. The space group is C2/m, Z = 2. Ferri-obertiite is biaxial (+), with α = 1.664, β = 1.680, γ = 1.722, all ±0.002 and 2V (meas.) = 66.4(3)o, 2V (calc.) = 64.7o.The strongest eight reflections in the powder X-ray pattern [d values (in Å), I, (hkl)] are: 2.704, 100, (151); 3.116, 76, (310); 3.388, 72, (131); 8.931, 72, (110); 2.529, 67, (202); 2.583, 39, (061); 2.160, 38, (261); 3.260, 37, (240). Both the mineral and thename have been approved by the Commission on New Minerals, Nomenclature and Classification of the International Mineralogical Association (IMA 2015-079); the rock specimen has been deposited at the Museo di Mineralogia, Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente, Universitàdegli Studi di Pavia, under the code 2015-02.
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POGLIANO, CLAUDIO. "J. NEEDHAM, Scienza e civilt in Cina. Vol. III: la matematica e le scienze del cielo e della terra, Torino, Einaudi 1985-86, pp. 1115, in due tomi, L. 60.000 + 70.000." Nuncius 2, no. 1 (1987): 271. http://dx.doi.org/10.1163/182539177x01114.

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Мингазов, Шамиль Рафхатович. "БУЛГАРСКИЕ РЫЦАРИ ЛАНГОБАРДСКОГО КОРОЛЕВСТВА". Археология Евразийских степей, № 6 (20 грудня 2020): 132–56. http://dx.doi.org/10.24852/2587-6112.2020.6.132.156.

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Анотація:
Настоящая работа является первым общим описанием на русском языке двух некрополей Кампокиаро (Кампобассо, Италия) – Виченне и Морионе, датируемых последней третью VII в. – началом VIII в. Культурное содержание некрополей показывает прочные связи с населением центральноазиатского происхождения. Важнейшим признаком некрополей являются захоронения с конем, соответствующие евразийскому кочевому погребальному обряду. Автор поддержал выводы европейских исследователей о том, что с большой долей вероятности некрополи оставлены булгарами дукса–гаштальда Алзеко, зафиксированными Павлом Диаконом в VIII в. на территориях Бояно, Сепино и Изернии. Аналогии некрополей Кампокиаро с погребениями Аварского каганата показывают присутствие в аварском обществе булгар со схожим погребальным обрядом. Из тысяч погребений с конем, оставленных аварским населением, булгарам могла принадлежать большая часть. Авары и булгары составляли основу и правящую верхушку каганата. Народ Алзеко являлся той частью булгар, которая в 631 г. боролась за каганский престол, что указывает на высокое положение булгар и их большое количество. После поражения эта группа булгар мигрировала последовательно в Баварию, Карантанию и Италию. Несколько десятков лет проживания в венедской, а затем в лангобардской и романской среде привели к гетерогенности погребального инвентаря, но не изменили сам обряд. Булгары лангобардского королевства составляли новый военный слой, который представлял из себя профессиональную кавалерию, получивший землю. Эта конная дружина является ранним примером европейского феодального воинского и социального сословия, которое станет называться рыцарством. Библиографические ссылки Акимова М.С. Материалы к антропологии ранних болгар // Генинг В.Ф., Халиков А.Х. Ранние болгары на Волге (Больше–Тарханский могильник). М.: Наука, 1964. С. 177–191. Амброз А.К. Кинжалы VI – VIII вв, с двумя выступами на ножнах // СА. 1986. № 4. С. 53–73. Безуглов С.И., Ильюков Л.С. Памятник позднегуннской эпохи в устье Дона // Средневековые древности Дона / Ред. Ю.К. Гугуев. М.–Иерусалим: Мосты и культуры, 2007. C. 25–48. Бешевлиев В. Пръвобългарите. История, бит и култура. Пловдив: Фондация «Българско историческо наследство», 2008. 505 с. Гавритухин И.О., Иванов А.Г. Погребение 552 Варнинского могильника и некоторые вопросы изучения раннесредневековых культур Поволжья // Пермский мир в раннем средневековье / Отв. ред. А.Г. Иванов. Ижевск: УИИЯЛ УрО РАН, 1999. С. 99–159. Добиаш–Рождественская О.А. Ранний фриульский минускул и одна из проблем жизни и творчества лангобардского историка VIII в. // Вспомогательные исторические дисциплины / Под ред. А. С. Орлова. М.; Л.: Изд–во АН СССР, 1937. С. 109–140. Засецкая И.П. Культура кочевников южнорусских степей в гуннскую эпоху (конец IV–V вв.). СПб.: АО "Эллипс", 1994. 221 с. Казанский М.М. Оногуры в постгуннское время на Дону // Дивногорский сборник / Труды музея-заповедника «Дивногорье». Вып. 6. / под ред. А. З. Винникова. Воронеж: Изд.– полигр. центр «Научная книга», 2016. С. 96–111. Казанский М.М. Хронологические индикаторы степных древностей постгуннского времени в Восточной Европе // НАВ. 2019. Т. 18 (2). С. 109–124. Кардини Ф. Истоки средневекового рыцарства // Пер. с ит. В.П. Гайдук / Общ. ред. В.И. Уколова, Л.А. Котельникова. М.: Прогресс, 1987. 384 с. Комар А.В., Кубышев А.И., Орлов Р.С. Погребения кочевников VI–VII вв. из Северо–Западного Приазовья // Степи Европы в эпоху средневековья. Т. 5. Хазарское время / Гл.ред. А.В.Евглевский Донецк: ДонНУ, 2006. С. 245–376. Кондукторова Т.С. Антропологическая характеристика черепов из Верхнего Чир–Юртовского могильника в Дагестане // ВА. 1967. Вып. 25. С. 117–129. Красильников К.И. Могильник древних болгар у с. Желтое на Северском Донце // Проблеми на прабългарската история и култура. София: БАН, Нац. Археол. институт с музей филиал Шумен, Аргес, 1991. Т. 2. С. 62–81. Красильников К.И., Красильникова Л.И. Могильник у с. Лысогоровка – новый источник по этноистории степей Подонцовья раннего средневековья // Степи Европы в эпоху средневековья. Т 4. Хазарское время / Гл.ред. А.В. Евглевский. Донецк: ДонНУ, 2005. С. 187–244. Красильников К.И., Руженко А.А. Погребение хирурга на древнеболгарском могильнике у с. Желтое // СА. 1981. № 2. С. 282–289. Кузнецова Т.И. Павел Диакон. Из «Истории лангобардов» // Памятники средневековой латинской литературы IV–IX веков / Отв. ред. М. Е. Грабарь-Пассек и М. Л. Гаспаров. М.: Наука, 1970. С. 243–257. Медникова М.Б. Трепанации у древних народов Евразии. М.: Научный мир, 2001. 304 с. Мингазов Ш.Р. Болгары Алзеко в Баварии, Карантании и Италии как пример автономной части этнокультурной общности // Восточная Европа в древности и средневековье. Античные и средневековые общности: XXIX Чтения памяти члена-корреспондента АН СССР В.Т. Пашуто. Москва, 19–21 апреля 2017 / Отв. Ред. Е. А. Мельникова. М: Институт всеобщей истории РАН, 2017. С. 160–164. Мингазов Ш.Р. Следы взаимовлияния европейской и азиатской социокультурных моделей: булгары в Италии (VI–VIII вв.) // Восточная Европа в древности и средневековье. Сравнительные исследования социокультурных практик: XXXII Чтения памяти члена корреспондента АН СССР В.Т. Пашуто. Москва, 15–17 апреля 2020 / Отв. Ред. Е. А. Мельникова. М.: Институт всеобщей истории РАН, 2020. С. 162–166. Нестеров С.П. Конь в культах тюркоязычных племен Центральной Азии в эпоху средневековья. Новосибирск: Наука. Сиб. отд–ие АН СССР, 1990. 143 с. Павел Диакон. История лангобардов / Пер. с лат., ст. Ю.Б. Циркина. СПб.: Азбука–классика, 2008. 318 с. Решетова И.К. Население донецко–донского междуречья в раннем средневековье: Палеоантропологическое исследование. СПб.: Нестор–История, 2015. 132 с. Решетова И.К. Описание индивидов с трепанированными черепами среди носителей Салтово–маяцкой культуры: медицинская практика или культ? // Этнографическое обозрение. 2012. № 5. С. 151–157. 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"RISPOSTA ALLEGORICO ROMANZESCA DI VONIANGI RIDUANO, OSSERVATORE LONGOBARDO, AL CELEBRE ORITTOLOGO VIAGGIATORE SIGNOR GIOVANNI - GIACOMO FERBER DEL COLLEGIO METALLICO DI SVEZIA, SOPRA LA GENESI DELLA PRESENTE FACCIA DELLA TERRA." Nuncius 6, no. 2 (1991): 189–212. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x00830.

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Анотація:
Abstracttitle RIASSUNTO /title La pubblicazione della manoscritta Risposta allegorico-romanzesca a J. J. Ferber evidenzia un aspetto inedito quanto cruciale del pensiero geologico di Giovanni Arduino. Il concetto di epoca applicato alla storia dei mutamenti subiti dalla crosta terrestre viene infatti qui postulato in anticipo sulle Epoques de la Nature di Buffon. Le riflessioni arduiniane aprono inoltre una terza via moderata tra l'ipotesi catastrofista e quella uniformista, superando nel contempo la rigida antitesi tra nettunismo e plutonismo che costituir l'elemento condizionante degli studi di scienze della terra tra fine Settecento ed inizio Ottocento.
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Golser, Karl. "La fondazione filosofico-teologica dell’etica dell’ambiente." Medicina e Morale 54, no. 1 (February 28, 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.409.

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Анотація:
Storicamente si può affermare che la Santa Sede è stata all’avanguardia nell’attenzione posta ai problemi ecologici, perché le sue prime prese di posizione risalgono all’inizio degli anni ‘70. Un’etica teologica cattolica si è sviluppata dalla metà degli anni ’80, dopo che le scienze bibliche hanno dovuto confutare l’accusa che l’antropocentrismo della Bibbia sia stata una delle cause dello sfruttamento della terra. Le ragioni storiche di un atteggiamento sbagliato verso la natura sono da vedere piuttosto nel pensiero filosofico moderno che si è sviluppato spesso in contrapposizione al cristianesimo, mentre la Bibbia e la teologia hanno in verità una visione teocentrica della creazione. I tentativi filosofici, che al posto dell’uomo vogliono mettere al centro della riflessione etica la natura stessa o la vita o anche la possibilità di soffrire, non hanno consistenza perché soltanto la persona umana come essere consapevole e libero può assumersi una responsabilità etica. Bisogna però tener conto di tutte le altre creature che in quanto create hanno una loro dignità propria. Essere creati significa essere relazionati a Dio; la fede in Dio Creatore comporta così un l’antropocentrismo relazionale. Da questi presupposti può essere sviluppata un’etica ecologica teologica che ha due percorsi, uno che insiste sul cambiamento necessario degli atteggiamenti di fondo verso la natura (le virtù ecologiche), ed uno che da determinati principi e da esperienze consolidate formula delle norme concrete per l’agire ecologico responsabile. ---------- Historically, one can say that the Holy See has been a pioneer for the attention paid to ecological issues, as it started taking a stance on the topic already in the early ‘70s of XX century. A catholic theological ethics was developed in the mid-‘80s, after the biblical sciences had to refuse the accusation that made biblical anthropocentrism one of the main causes of the exploitation of the earth. The historical reasons for a wrong attitude toward nature are to be found instead in the contemporary philosophical thinking that often developed against Christianity, while theology and the Bible promote a theocentric vision of creation. The philosophical attempts that place nature or life, or even the chance to suffer in lieu of man at the center of the ethical way of thinking, have no grounds because only human beings, self-aware and free, can take ethical responsibility. One needs to consider all creatures that, being created, have a dignity of their own. Being created means having a relation with God. Hence, the faith in the Creator involves a relational anthropocentrism. Departing from such assumptions, a theological environmental ethics can be developed along two paths, one insisting on the necessary change of the basic stance toward nature (i.e. ecological virtues), the other starting from recognized principles and experiences and postulating actual rules for responsible ecological behavior.
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D. Di Mauro, E. Armadillo, E. Bozzo, V. Cerv, A. De Santis, M. Gambetta, and A. Meloni. "GDS (Geomagnetic Depth Sounding) in Italy: applications and perspectives." Annals of Geophysics 41, no. 3 (August 18, 1998). http://dx.doi.org/10.4401/ag-4354.

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Анотація:
The analysis of geomagnetic field variations is a useful tool to detect electrical conductivity contrasts within the Earth. Lateral resolution of outlined patterns depends on the array dimensions and density of measurement sites over the investigated area. The inspection depth is constrained by the period of geomagnetic variations considered in data processing. Regions with significant geological features such as boundaries of continental plates, marginal areas of contact between tectonic units or other geodynamical processes, are of primary interest for the application of the MagnetoVariational (MV) method. In the last ten years, in the frame of the ElectroMagnetic (EM) sounding techniques in applied geophysics, this method has been applied in Italy by researchers of the Istituto Nazionale di Geofisica, Rome, the Dipartimento di Scienze della Terra, Universitá di Genova and the Czech Science Academy of Prague. The Ivrea body in the Northwestern Alps and their junction with the Apennine chain, the micro-plate of the Sardinian-Corsican system and, recently, the central part of the peninsula along Tyrrhenian-Adriatic lithospheric transects were investigated. Studies in time and frequency-domain used in the first investigations, have been followed by more refined analysis involving tests on the induced EM field dimension, computations of single site Transfer Functions (TFs) through Parkinson arrows' and Fourier maps in the Hypothetical Event technique (HE). It was possible to describe the electrical conductivity distribution in the inner part of the SW Alpine arc and to confirm the presence of lithospheric and asthenospheric anomalies obtained by other geophysical methods. For the Sardinia-Corsica system, 2D and 3D inversion models highlighted the existence of two major conducting bodies, one north of Corsica, and the other south of Sardinia. In Central Italy, the regional electrical conductivity distribution pointed out a deep conductive structure beneath the Apennines and a very resistive root for this part of the mountain chain.
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Di Rienzo, Paolo, Aline Sommerhalder, Massimo Margottini, and Concetta La Rocca. "Apprendimento permanente, saperi e competenze strategiche: approcci concettuali nel contesto di collaborazione scientifica tra Brasile e Italia (Lifelong learning, knowledge and Strategic Competence: conceptual approaches in the context of scientific collaboration between Brazil and Italy)." Revista Eletrônica de Educação 12, no. 3 (October 7, 2019). http://dx.doi.org/10.14244/198271993584.

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Анотація:
This essay aims to show some approaches in the understanding of the lifelong learning concepts, knowledge, competence, from a literature review with the contributions of Dewey, Bruner, Freire, Schon and Tardif among others. Coming from theoretical studies carried out by Italian researchers and a Brazilian researcher, through their Research Centers/Laboratories and international collaborative partnership between Brazilian and Italian Universities, this text addresses from the undertake scientific literature, key terms which support the held studies. From the considerations, it is highlighted the regular understanding around lifelong learning concept, which considers the human condition for the permanent learning and valuing experiences from different contexts, such as family and school (basic and higher education). In view of this, the approximation between the concepts of competence and knowledge was also highlighted, recognized and valued as fundamental elements for the learning process and for the development of critical and reflexive thinking, and consequently transforming daily problems and challenges. The task reinforces the research network, pursuing the improving theoretical knowledge to subsidize the scientific research production in the educational field, besides Brazilian or Italian academic walls.SommarioQuesto saggio ha l’obiettivo di presentare gli approcci sulla definizione dei concetti di apprendimento permanente, saperi e competenze, partendo da una revisione della letteratura, con i contributi,tra gli altri, di Dewey, Bruner, Freire, Schon e Tardif. A partire dall’analisi teorica condotta da ricercatori italiani e una ricercatrice brasiliana, mediante i loro centri di ricerca/laboratório, e l’accordo di collaborazione internazionale tra l’università brasiliana e italiana, questo testo affronta, in base alla letteratura scientifica, i termini chiave che supportano gli studi realizzati. Dalle argomentazioni espresse, emerge la posizione comune sul concetto di apprendimento permanente o per tutta la vita, che considera l’approccio umanistico e la valorizzazione delle esperienze provenienti da diversi contesti come la famiglia e la scuola (in particolare di base e superiore). In questa prospettiva, si mette in evidenzia anche l'approssimazione semantica tra i concetti di competenza e saperi, riconosciuti e valorizzati come elementi fondamentali per il processo di apprendimento e per lo sviluppo del pensiero critico e riflessivo, e di conseguenza trasformatore rispetto ai problemi e alle sfide quotidiane della vita. Il presente contributo rafforza la rete di ricerca congiunta, con l'obiettivo di migliorare le conoscenze teoriche per supportare lo sviluppo di ricerche in campo educativo, al di là delle mura accademiche brasiliane o italiane.Keywords: Lifelong learning, Knowledge, Strategic competence, Reflexive competence.Parole chiave: Apprendimento permanente, Saperi, Competenze strategiche, Competenze di riflessione.Palavras-chave: Aprendizagem permanente, Conhecimento, Competência estratégica, Competência reflexiva.ReferencesALBERICI, A. La possibilità di cambiare. Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita. Milano: Franco Angeli, 2008.ALBERICI, A.; DI RIENZO, P. Learning to learn for individual and society. In: R. Deakin CRICK, C. S.; K. REN (Eds), Learning to Learn. International perspectives from theory and practice. New York: Routledge, 2014, p. 87-104.BALDACCI M. Trattato di pedagogia generale, Roma: Carocci Editore, 2002.BANDURA A. 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Montaldi, Massimo. "Anthropology applied to the analysis of social deviances and the effects of uprooting on individual trans-generational behavior / Antropologia applicata all’analisi delle devianze sociali e gli effetti dello sradicamento sul comportamento individuale trans generazionale / Antropología aplicada al análisis de las desviaciones sociales y de los efectos del desarraigo en el comportamiento transgeneracional individual." Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, October 8, 2019. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.64.

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Анотація:
This article aims to clarify some points of view and aspects on the relationship between multiculturalism and migration, and the relationship between minor and major normative jurisprudences, against the dynamic background of historical and anthropological processes, in a criminological perspective, and using some theories that argue why the phenomena of deviance are associated with intercultural and ethnic contexts. The interaction between outgroup and ingroup, while modern societies are engaged in solving problems related to the management and control of regulatory deviance, seems to bring out spaces to think, thanks to the onset of the ethnographic method in criminological studies. Criminology and ethnography can therefore profitably experiment with a scientific relationship, in the light of the sociology of deviance. New concepts invite to formulate a different approach, less constrained by specializations, but tending to obtain a result of a balanced scientific exchange full of perspectives. In this way, some of the reasons behind the deviant behavior among minorities will appear clearer. It can be argued, for example, that concepts of proximal and distal stress expand the translations of the problem. The cessation of the social bond, the semantic differences between landless and native minorities, seem to have a role in the dynamics of deviance, psychopathology, and crime. The sub-cultural community, the training and educational conditions are all recurrent themes, but they often assume an unexpected value in the eternal struggle for space. The class struggle and the reasons behind the enormous amount of laws appear to be the result of contrasting relationships between majorities and minorities. The problem of cultural deviances does not always seem clear and complete, if interpreted by the individual sciences, they easily run into scientific reductionism and redundancy. Stitching together edges that tend to remain far away could be possible only provided that the different perspectives can be connected, and that the tool of comparative ethnography is regarded as a fruitful link with criminology. Semantics is enriched with concepts, such as the syndrome of socio-cultural adoption, probes the implications of the cultural bond that redefines the existential plots of the condition of the migrant in modernity. The disruptive effects of the stress of minorities, or the disbelief of minorities towards the normative majority, are only some of the concepts with which I have tried to represent the motivations that are at the base of a basic hostility of some social communities to the rules. A multi-scientific approach has an experimental structure, a crossroads of different experiences, which aims to build lexicons and widen and diversify the semantics of deviance, questioning the particularisms and the singular exasperation of the perspectives of hermeneutic excesses. As Europe prepares to deal with the impact of epochal migration, the comparative method is able to provide empirical considerations for a reading consistent with history, and less involved with academic speculation, and ideological needs. Understanding the dynamics that underlie the criminal deviance between minorities, is not only an exercise of absolute social vanguard, but tends to build new bases and theoretical and practical references better systematized, which dictate complex work agendas, expanding the knowledge on the real relationship between criminal deviance and ethnic communities. RiassuntoQuesto articolo si propone di chiarire alcuni punti di vista e aspetti sulle relazioni tra multiculturalismo e migrazione, e il rapporto tra minoranze e maggioranze normative, sullo sfondo dinamico di processi storici e antropologici, in una prospettiva criminologica, e utilizzando alcune teorie che argomentano i motivi per i quali le fenomenologie della devianza si associano ai contesti interculturali ed etnici. L'interazione tra outgroup ed ingroup, mentre le società moderne sono impegnate nella soluzione di problemi legati alla gestione ed al controllo della devianza normativa, sembra far emergere spazi di riflessione grazie all’irruzione del metodo etnografico negli studi criminologici. Criminologia ed etnografia, possono dunque proficuamente sperimentare una relazione scientifica, alla luce della sociologia della devianza. Nuovi concetti invitano a riformulare un approccio meno costretto dalle specializzazioni, ma tendente ad ottenere un risultato di uno scambio scientifico equilibrato e denso di prospettive. Appariranno più chiare in tal modo, alcuni delle motivazioni retrostanti alla condotta deviante tra le minoranze. Si può sostenere, per esempio, che concetti di stress prossimale e distale, ampliano le traduzioni del problema. La cessazione del legame sociale, le differenze semantiche tra minoranze senza terra e minoranze native, sembrano avere un ruolo nella dinamica della devianza, della psicopatologia, della delinquenza. La comunità sub culturale, la formazione e le condizioni di istruzione, sono temi ricorrenti, tuttavia assumono sovente un valore imprevisto nella lotta eterna per lo spazio. La lotta di classe e le ragioni che stanno dietro alla enorme mole di normativa, appaiono il frutto di rapporti di contrasto tra maggioranza e minoranze. Non appare sempre chiaro e completo il problema delle devianze culturali, se interpretato dalle singole scienze, incorrono facilmente nel riduzionismo e nella ridondanza scientifica. Un lavoro di ricucitura di margini che tendono a mantenersi lontani, è possibile a patto che le prospettive sappiano comunicare tra loro, e lo strumento dell’etnografia comparata si profila una proficua connessione con la criminologia. La semantica si arricchisce di concetti, come ad esempio la sindrome dell’adozione socioculturale, sonda le implicazioni del legame culturale che ridefinisce le trame esistenziali della condizione del migrante nella modernità. Gli effetti dirompenti dello stress delle minoranze, o la diffidenza delle minoranze verso la maggioranza normativa, sono solo alcuni dei concetti con cui ho cercato di rappresentare le motivazioni che stanno alla base di un'ostilità di fondo di alcune comunità sociali, rispetto alle regole. Un approccio multi scientifico ha un assetto sperimentale, incrocio di esperienze diverse, che mirano a costruire lessici e ampliare e diversificate le semantiche della devianza, mettendo in discussione i particolarismi e l'esasperazione singolare delle prospettive degli eccessi ermeneutici. Mentre l'Europa si appresta ad affrontare l'impatto di una migrazione epocale, il metodo comparativo è in grado di fornire le considerazioni empiriche per una lettura coerente con la storia, e meno coinvolte con la speculazione accademica, e le esigenze ideologiche. Capire le dinamiche che sotto intendono la devianza criminale tra le minoranze, è un esercizio non solo di assoluta avanguardia sociale, ma tende a costruire basi nuove e riferimenti teorici e pratici meglio sistematizzati, che dettano agende di lavoro complesse, allargando la conoscenza sul rapporto reale tra devianza criminale e comunità etniche. ResumenEste artículo se propone aclarar los puntos de vista y aspectos sobre las relaciones entre multiculturalismo y migración, y la relación entre minorías y mayorías normativas, en el fondo dinámico de procesos históricos y antropológicos. En una perspectiva criminológica, y utilizando algunas teorías que argumentan los motivos por los cuales las fenomenologías de las desviaciones se asocian a los contextos interculturales y étnicos. La interacción entre outgroup e ingroup, mientras las sociedades modernas están ocupadas en la solución de los problemas ligados a la gestión y al control de la desviación normativa, parece que hacen surgir espacios de reflexión gracias a la introducción de la metodología etnográfica en los estudios criminológicos. Criminología y etnografía, pueden entonces experimentar rentablemente una relación científica, bajo la luz de la sociología de la desviación. Nuevos conceptos invitan a reformular un enfoque menos forzado por las especializaciones, pero con la tendencia en obtener un resultado de un intercambio científico equilibrado y lleno de perspectivas. Aparecerán más claras de esta manera, algunas de las motivaciones que están detrás de la conducta desviada entre las minorías. Se puede sostener, por ejemplo, que conceptos como stress proximal y distal, amplían las traducciones del problema. La ruptura del lazo social, las diferencias semánticas entre minorías sin tierra y minorías nativas, parecen tener un rol en la dinámica de la desviación, de la psicopatología y de la delincuencia. La comunidad sub-cultural, la formación y las condiciones de instrucción, son temas recurrentes, sin embargo, asumen a menudo un valor imprevisto en la lucha eterna por el espacio. La lucha de clase y las razones que están detrás a la gran masa normativa, parecen el fruto de relaciones de contraste entre mayorías y minorías. No parece siempre claro y completo el problema de las desviaciones culturales, si es interpretado por las ciencias individuales, incurren fácilmente en el reduccionismo y en la redundancia científica. Un trabajo de reparación de márgenes que tienen la tendencia a mantener la distancia, es posible siempre y cuando las perspectivas sepan comunicarse entre ellas, y el instrumento de la etnografía comparada pueda conectarse rentablemente con la criminología. La semántica se enriquece de conceptos, como por ejemplo el síndrome de la adopción sociocultural, sondea las implicaciones del lazo cultural que redefinen la parte existencial de la condición del migrante en la modernidad. Los efectos disruptivos del stress de las minorías, o la diferencia de las minorías hacia las mayorías normativas, son solo algunos de los conceptos con los que busqué representar las motivaciones que están en la base de la hostilidad de algunas comunidades sociales, con respecto a las reglas. Un enfoque multicientífico tiene un corte experimental, cruce de experiencias diferentes, que velan por construir léxicos, ampliar y diferenciar las semánticas de la desviación, poniendo en discusión los particularismos y la exasperación singular de las perspectivas de los excesos hermenéuticos. Mientras Europa se alista para afrontar el impacto de una migración épica, la metodología comparativa puede suministrar las consideraciones empíricas para una lectura coherente con la historia, y menos involucrada con la especulación académica, y las exigencias ideológicas. Entender las dinámicas que definen la desviación criminal entre las minorías, es un ejercicio no solo de absoluta vanguardia social, sino que tiene la tendencia en construir bases nuevas y referencias teóricas y prácticas mejor sistematizadas, que dictan agendas de trabajo complejas, engrandeciendo el conocimiento sobre la relación real entre desviación criminal y comunidades étnicas.
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