Дисертації з теми "001 Conoscenza"

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Lorenzini, Lisa <1974&gt. "La Scuola Media tra conoscenza e formazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3759/1/lorenzini_lisa_tesi.pdf.

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Lorenzini, Lisa <1974&gt. "La Scuola Media tra conoscenza e formazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3759/.

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Neva, Sara <1981&gt. "La testimonianza come fonte di conoscenza irriducibile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4179/1/Neva_Sara_tesi.pdf.

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Анотація:
La testimonianza è riconosciuta in epistemologia come una fonte fondamentale di conoscenza. Meno consenso c’è riguardo lo status epistemico delle credenze formate e intrattenute su base testimoniale: la questione è se la testimonianza fornisca di per sé le ragioni per affidarvisi, o se tali ragioni siano riducibili alla giustificazione fornita da percezione, memoria e ragionamento. Il dibattito circa lo status epistemico delle credenze acquisite tramite testimonianza ha dato origine a due linee di pensiero contrapposte: il riduzionismo e l’anti-riduzionismo. Secondo gli antiriduzionisti, che si rifanno al pensiero di Thomas Reid, la testimonianza è una fonte basica di giustificazione, alla pari di percezione, memoria e ragionamento. Ciò significa che il soggetto che riceve testimonianza è giustificato a crederne il contenuto in assenza di defeaters rilevanti. I riduzionisti, che fanno capo al lavoro di David Hume, sostengono al contrario che, oltre all’assenza di defeaters rilevanti, per poter credere giustificatamente il contenuto di una testimonianza il soggetto deve essere in possesso di ragioni positive non-testimoniali. Queste ragioni sono normalmente rintracciate in un’induzione che parte dalla memoria dell’osservazione di una generale conformità tra i fatti e le testimonianze, e conclude che un certo tipo di testimone, di circostanza, di contesto, o di contenuto veicolato sono fonti attendibili di informazioni. La critica principale che viene mossa contro l’antiriduzionismo è che sembra approvare la credulità e l’irresponsabilità epistemica . Mostrerò al contrario che la conoscenza testimoniale non sia riducibile ad alcun tipo di inferenza e che la giustificazione che fornisce è in linea con un resoconto del processo che costituisce testimonianza in termini di norme e di committment. Sosterrò una tesi antiriduzionista basata su un resoconto affidabilista della giustificazione che si spiega nei termini dell’esercizio di abilità epistemiche acquisite entro un ambiente epistemico dove le stesse sono profondamente radicate. Un resoconto dell’asserzione nei termini delle norme da cui è regolata mostrerà che la credenza testimoniale è giustificata in virtù della conoscenza che è presupposta dall’asserzione, che della testimonianza è la forma paradigmatica.
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Neva, Sara <1981&gt. "La testimonianza come fonte di conoscenza irriducibile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4179/.

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Анотація:
La testimonianza è riconosciuta in epistemologia come una fonte fondamentale di conoscenza. Meno consenso c’è riguardo lo status epistemico delle credenze formate e intrattenute su base testimoniale: la questione è se la testimonianza fornisca di per sé le ragioni per affidarvisi, o se tali ragioni siano riducibili alla giustificazione fornita da percezione, memoria e ragionamento. Il dibattito circa lo status epistemico delle credenze acquisite tramite testimonianza ha dato origine a due linee di pensiero contrapposte: il riduzionismo e l’anti-riduzionismo. Secondo gli antiriduzionisti, che si rifanno al pensiero di Thomas Reid, la testimonianza è una fonte basica di giustificazione, alla pari di percezione, memoria e ragionamento. Ciò significa che il soggetto che riceve testimonianza è giustificato a crederne il contenuto in assenza di defeaters rilevanti. I riduzionisti, che fanno capo al lavoro di David Hume, sostengono al contrario che, oltre all’assenza di defeaters rilevanti, per poter credere giustificatamente il contenuto di una testimonianza il soggetto deve essere in possesso di ragioni positive non-testimoniali. Queste ragioni sono normalmente rintracciate in un’induzione che parte dalla memoria dell’osservazione di una generale conformità tra i fatti e le testimonianze, e conclude che un certo tipo di testimone, di circostanza, di contesto, o di contenuto veicolato sono fonti attendibili di informazioni. La critica principale che viene mossa contro l’antiriduzionismo è che sembra approvare la credulità e l’irresponsabilità epistemica . Mostrerò al contrario che la conoscenza testimoniale non sia riducibile ad alcun tipo di inferenza e che la giustificazione che fornisce è in linea con un resoconto del processo che costituisce testimonianza in termini di norme e di committment. Sosterrò una tesi antiriduzionista basata su un resoconto affidabilista della giustificazione che si spiega nei termini dell’esercizio di abilità epistemiche acquisite entro un ambiente epistemico dove le stesse sono profondamente radicate. Un resoconto dell’asserzione nei termini delle norme da cui è regolata mostrerà che la credenza testimoniale è giustificata in virtù della conoscenza che è presupposta dall’asserzione, che della testimonianza è la forma paradigmatica.
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Carrozza, Maria Antonietta <1954&gt. "La conoscenza scientifica a scuola: problemi concettuali, metodologici e didattici." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1017.

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Анотація:
Una grande messe di dati ha messo in evidenza che l’insegnamento delle scienze a scuola appare problematico per una molteplicità di fattori; in primo luogo le pratiche di insegnamento/apprendimento sono epistemologicamente scorrette, nella realizzazione infatti mirano maggiormente alla ricezione delle informazioni piuttosto che porre attenzione ai processi di produzione della conoscenza. Si è proposto un modello di laboratorio scientifico come modo tipico del procedere epistemologico. Le ipotesi che hanno guidato il percorso di ricerca si sono incentrate sulla formulazione e sperimentazione di un modello di laboratorio scientifico messo in pratica da azioni didattiche incentrate sulla ricostruzione dei concetti scientifici e sul mutamento concettuale. Sulla base degli esiti di molte indagini attuali che mettono in evidenza l’esistenza di teorie naif sulla concezione dei fenomeni scientifici che compromettono l’apprendimento delle teorie della scienza accreditata, si è ideato e realizzato un modello che ha comportato un lavoro su due piani, quello degli studenti della secondaria inferiore della comunità in cui è stata svolta la ricerca e quello degli insegnanti. Gli studenti sono stati coinvolti in attività sperimentali o problemi concettuali che hanno consentito la ristrutturazione dei concetti scientifici o il mutamento delle concezioni naif, come ad esempio la concezione della materia, in favore delle teorie scientificamente accreditate. Gli studenti sono stati impegnati con attività che hanno sfruttato l’interazione cognitiva e la progettualità dei gruppi. I docenti sono stati coinvolti, con incontri fuori d’aula, in azioni di riflessività sulla disciplina e sulle pratiche didattiche per attivare l’evoluzione di nuovi modi di concepire “l’insegnabilità” delle discipline scientifiche e per ricercare pratiche più efficaci nell’insegnamento/apprendimento delle scienze. In affiancamento in aula, infatti, sono stati coinvolti in azioni di osservazione/dimostrazione dell’efficacia di nuovi modelli di insegnamento delle scienze sul campo.
A large amount of data has shown that science teaching in schools is problematic for a variety of factors; at first, the practice of teaching / learning are epistemologically incorrect because aimed more to the receipt of information rather than to pay attention to the processes of knowledge production. We proposed a model of scientific laboratory as a typical way for the epistemological proceed. The research basic assumptions have been focused on the formulation and testing of a laboratory model of science where the teaching actions are finalized to the reconstruction of scientific concepts and conceptual change. Based on the results of many surveys which show the existence of naive theories on the conception of scientific phenomena that undermine the learning of scientific theories, a model was designed and realized that has led to work on two levels, the level of students of secondary school (age 11th-14th) and the level of teachers. The students were involved in practical experimental activity or in conceptual problems solution that allowed the restructuring of scientific concepts or the change of naive conceptions, such as the conception of matter, to scientific theories. Students were busy with activities that have exploited the cognitive interaction and the groups planning. The teachers have been involved, outside of the classroom, in reflexivity actions on the teaching discipline and the teaching practices to enable the development of new ways of conceiving the "ability to teach" science and to research the best practice in teaching and learning of science. Moreover, with a tutor supervision in the classroom, teachers have been involved in actions to observe and demonstrate the in-field effectiveness of science education new models.
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POZZI, CRISTINA. "LE METAFORE DELLA MEDICINA CINESE: IL PROCESSO DI TRASMISSIONE DELLA CONOSCENZA NELLE CLASSI DI STUDENTI INTERNAZIONALI DELLA BEIJING UNIVERSITY OF CHINESE MEDICINE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/305238.

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Анотація:
La progressiva globalizzazione della medicina cinese ha moltiplicato le questioni già numerose riguardanti la sua origine e la sua efficacia, mettendo in discussione il modo in cui essa crea la sua tradizione e mantiene la sua integrità e autenticità culturale. Porsi l’interrogativo di come la medicina cinese possa preservare la sua essenza, la sua identità, contribuisce alla reificazione di questo sapere, portando a concepirlo come una conoscenza tradizionale che proviene da un passato antico e lontano, passivamente trasformata e standardizzata nell'incontro con la modernità. Quella che chiamiamo medicina tradizionale cinese è il risultato di un processo in continua evoluzione che coinvolge attori, tempi e luoghi ben definiti. Per comprendere appieno le dinamiche che concorrono nel plasmare la medicina tradizionale cinese, ho frequentato un corso di studi semestrale per studenti internazionali presso la Beijing University of Chinese Medicine. Tramite un’analisi dei processi comunicativi, sia espliciti che impliciti, che stanno alla base della trasmissione della conoscenza, e delle opacità e delle discrepanze che vengono a crearsi, nel presente lavoro di tesi ho cercato di mettere in luce il ruolo dell’analogia e della metafora nel permettere il passaggio di determinati concetti teorici dal sistema di pensiero che sta alla base della medicina cinese e quello degli studenti internazionali con una formazione biomedica. In questa analisi intendo mostrare, inoltre, come il sapere venga a costruirsi all’interno del rapporto tra i due sistemi di pensiero in questione in un continuo rimando ai concetti di modernità e tradizione, permettendo così di sottolineare quali siano le continuità con il passato e le innovazioni.
Chinese medicine is now a global phenomenon. Since it is spread internationally, questions about how Chinese medicine can maintain its integrity and cultural authenticity arose, especially in its encounter with biomedicine. This way of thinking contributes to the reification of Chinese medicine, viewed as traditional knowledge that comes from an ancient and distant past, passively transformed and standardized in the encounter with modernity. The transformation of Chinese medicine is the result of a concrete process that involves well defined actors and places. Attending a course for international student at Beijing University of Chinese Medicine, I took part in the learning process, analyzing the transmission of Chinese medicine to international students, observing how teachers organize lessons and evaluating the impact of these methods on the healing knowledge itself. Through an analysis of the communication processes, explicit and implicit, which are at the basis of the transmission of knowledge, and of the opacities and discrepancies that arise in this context, in this thesis I have tried to highlight the role of analogies and metaphors in allowing the passage of certain theoretical concepts from Chinese medicine to international students with a biomedical background. In this analysis, I also intend to show how knowledge is built within the relationship between the two systems of thought in question in a continuous reference to the concepts of modernity and tradition, thus allowing to underline what are the continuities with the past and the innovations.
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7

Minen, Francesca <1989&gt. "La pelle e le conoscenze dermatologiche nella medicina assiro-babilonese." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13455.

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Анотація:
Il presente lavoro di tesi rappresenta il primo studio storico-medico sistematico sulla pelle e sulle sue sintomatologie nel panorama degli studi di medicina mesopotamica. Esso è comprensivo sia di fonti scientifiche che di riferimenti isolate da fonti estranee ai corpora medici. Il Capitolo I rappresenta un'analisi storico-antropologica sul concetto di pelle. Il Capitolo II si concentra sulle nozioni di lesioni e malattie cutanee, approfondendo le credenze ad esse correlate. I Capitoli III e IV sono dedicati all'analisi del lessico, rispettivamente, delle lesioni e delle malattie cutanee. Il Capitolo V indaga i parametri di diagnosi dermatologica presenti nelle fonti. Il Capitolo VI offre un'analisi delle applicazioni terapeutiche in ambito dermatologico.
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8

PISCIARELLI, FRANCESCHINA. "La tutela brevettuale dell’innovazione biotecnologica. Privatizzazione della conoscenza nel settore della ricerca e dello sviluppo." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242742.

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Анотація:
Il legame appropriazione-innovazione che ha, da sempre, rappresentato la giustificazione economica delle privative industriali è entrato in crisi con la tutela del vivente oggetto delle invenzioni biotecnologie; queste ultime rappresentano una delle tappe di svolta della storia moderna del sistema brevettuale, profondamente cambiato anche per effetto della celebre decisione “anything under the sun that is made by mann” pronunciata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1980. La rivoluzione brevettuale è frutto del progressivo mutamento dell’obiettivo da tutelare. I diritti di proprietà intellettuale, destinati originariamente a promuovere l’innovazione tecnica e l’espressione artistica, riguardano, nella loro attuale configurazione, la tutela della conoscenza in quanto tale; rappresentano efficaci strumenti di assoggettamento alla logica proprietaria di aree di conoscenza pura, piuttosto che della sua dimensione applicativa, attraverso i quali possono essere recuperati gli ingenti investimenti connessi alla ricerca biotecnologica. Se l’estensione delle privative garantisce, per un verso, il progredire della ricerca, da cui nascono importanti risorse (si pensi, in particolare, a quelle farmacologiche), dall’altro il fenomeno rischia di ridurre eccessivamente gli spazi di libero accesso ai beni immateriali con conseguenti possibili costi in termini sociali. In un’economia dove si assiste ad una crescente privatizzazione della conoscenza, si riflette sull’esigenza di rivedere i regimi di stimolo all’innovazione impiegando, a tal fine, la categoria dei beni comuni ed i modelli d’interazione di natura cooperativa; in un sistema che garantisca l’accesso alla giustizia e permetta di configurare gli interessi oppositivi in termini di pretese costituzionalmente garantite, valorizzando quindi i diritti fondamentali nella loro funzione di apertura delle sfere d’esclusiva, anche il circuito giurisdizionale potrà offrire un valido canale di emersione del retroterra non proprietario, congiunturalmente al (o in supplenza del) tradizionale processo politico.
With the protection of biotechnological inventions, the link between appropriation and innovation that has always represented the economic justification for industrial property rights has now entered a crisis phase. These types of invention represent one of the turning points in the modern history of the patent system which also underwent profound change following the celebrated “anything under the sun that is made by man” decision made by the United States Supreme Court in 1980. The patent revolution is the outcome of progressive change in the objective to be protected. In their present configuration, intellectual property rights, originally designed to encourage technical innovation and artistic expression, regard protection of knowledge as such; they represent effective instruments of subjection to the proprietary logic of areas of pure knowledge, rather than of its application, by means of which the substantial investments into biotechnological research can produce returns. If the extension of rights, on the one hand, guarantees progress in research thus generating substantial resources (particularly in pharmacology), on the other the phenomenon runs the risk of excessively reducing free access to intangible assets with consequent possible social costs. In an economy which is seeing a growing privatisation of knowledge, questions are raised about the need to review methods of stimulating innovation by using the category of common property and models of cooperative interaction. In a system that guarantees access to justice and also allows for opposing interests to be constitutionally guaranteed, thus enhancing fundamental rights in their role of opening spheres of exclusivity, courts too can offer a valid channel for the emergence of the non-proprietary hinterland, in parallel to (or in the place of) the traditional political process.
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Tanzarella, Anna. "Rappresentare il cambiamento: fonti storico-cartografiche per la conoscenza e l'agire territoriale: il caso trentino." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2012. https://hdl.handle.net/11572/367856.

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Анотація:
La presente ricerca espone i risultati di un primo censimento e dello studio sulle fonti cartografiche storiche conservate in archivi trentini, nazionali ed esteri, che hanno ad oggetto la rappresentazione del Tirolo meridionale, e del Trentino in particolare, prima dell’annessione al Regno d’Italia nel 1919. Particolare attenzione è stata rivolta alle testimonianze cartografiche a grande e grandissima scala (catastali, peritali, topografico-militari), comprese fra il XVII e il XIX s., e per buona parte insondate nel loro valore euristico di documenti del territorio. Si tratta di un lavoro di carattere esplorativo, che ha dato priorità da un lato al censimento delle fonti (al momento quantificato in più di 1000 pezzi cartografici), con una prima sistematizzazione delle stesse e l’ideazione di una scheda ragionata di classificazione, dall’altro, attraverso una selezione dei materiali censiti, all’elaborazione di alcuni exempla metodologici, ricostruttivi e applicativi, su aree campione (la conca di Trento, la Valle del Rio Cavallo, la Valle del Basso Sarca). Pertanto la ricerca d’archivio è stata accompagnata dall’indagine sul campo mirata all’individuazione delle componenti territoriali restituite dalla rappresentazione cartografica, dei sedimenti che hanno segnato i precedenti cicli di territorializzazione e che oggi possono costituire l’oggetto di una rinnovata progettualità. La pianificazione paesaggistica e il governo del territorio devono potersi confrontare con le indagini geostoriche come chiave di lettura per comprendere e spiegare la complessità culturale e paesaggistica dei territori attuali.
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Tanzarella, Anna. "Rappresentare il cambiamento: fonti storico-cartografiche per la conoscenza e l'agire territoriale: il caso trentino." Doctoral thesis, University of Trento, 2012. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/751/1/TESI_TANZARELLA.pdf.

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Анотація:
La presente ricerca espone i risultati di un primo censimento e dello studio sulle fonti cartografiche storiche conservate in archivi trentini, nazionali ed esteri, che hanno ad oggetto la rappresentazione del Tirolo meridionale, e del Trentino in particolare, prima dell’annessione al Regno d’Italia nel 1919. Particolare attenzione è stata rivolta alle testimonianze cartografiche a grande e grandissima scala (catastali, peritali, topografico-militari), comprese fra il XVII e il XIX s., e per buona parte insondate nel loro valore euristico di documenti del territorio. Si tratta di un lavoro di carattere esplorativo, che ha dato priorità da un lato al censimento delle fonti (al momento quantificato in più di 1000 pezzi cartografici), con una prima sistematizzazione delle stesse e l’ideazione di una scheda ragionata di classificazione, dall’altro, attraverso una selezione dei materiali censiti, all’elaborazione di alcuni exempla metodologici, ricostruttivi e applicativi, su aree campione (la conca di Trento, la Valle del Rio Cavallo, la Valle del Basso Sarca). Pertanto la ricerca d’archivio è stata accompagnata dall’indagine sul campo mirata all’individuazione delle componenti territoriali restituite dalla rappresentazione cartografica, dei sedimenti che hanno segnato i precedenti cicli di territorializzazione e che oggi possono costituire l’oggetto di una rinnovata progettualità. La pianificazione paesaggistica e il governo del territorio devono potersi confrontare con le indagini geostoriche come chiave di lettura per comprendere e spiegare la complessità culturale e paesaggistica dei territori attuali.
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PAGANO, ANTONIETTA. "La mobilità internazionale del capitale umano come strumento di sviluppo e competitività territoriale nella società della conoscenza." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2012. http://hdl.handle.net/2108/202025.

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Corazza, Laura <1966&gt. "Educazione democratica e società della conoscenza. Tecnologie per la libertà, l'informazione/formazione democratica, l'educazione interculturale: una scelta possibile?" Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/274/1/TESI_LAURA.pdf.

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Corazza, Laura <1966&gt. "Educazione democratica e società della conoscenza. Tecnologie per la libertà, l'informazione/formazione democratica, l'educazione interculturale: una scelta possibile?" Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/274/.

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Dalledonne, Vandini Chiara <1992&gt. "Gestione della conoscenza e negoziazione dell'autorita epistemica nei colloqui tra genitori e insegnanti: Competenza interazionale ed efficacia epistemica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9184/1/dalledonne%20vandini_chiara_tesi%20.pdf.

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Анотація:
A partire dalle teorie di Bronfenbrenner sull'ecologia dello sviluppo umano (1979), una quantità impressionante di ricerca è stata dedicata ad esplorare i modi in cui i mondi di socializzazione primaria dei bambini ( famiglia e scuola) si connettono e creano (o meno) un ambiente ecologico in cui stabilire legami e in cui far circolare conoscenze e competenze allo scopo di favorire uno sviluppo armonioso del bambino. Da allora, i colloqui scolastici tra genitori e insegnanti sono stati legalmente stabiliti in molti paesi, come fondamentali occasioni in cui realizzare e incentivare la partnership e il dialogo costruttivo tra scuola e famiglia. Durante i colloqui, genitori e insegnanti dispongono di un “tempo” e di uno “spazio” istituzionale all’interno del quale è possibile costruire un terreno condiviso di pratiche, esperienze, vissuti e possibili preoccupazioni (Davitti, 2013). Poiché i colloqui tra genitori e insegnanti possono essere considerati come “la chiave di volta” della comunicazione istituzionale tra scuola e famiglia volta a favorire e incentivare le alleanze (Sanchez e Orellana, 2006: 212), una grande quantità di ricerche è stata dedicata all'analisi delle percezioni e dei vissuti di insegnanti e genitori, principalmente attraverso metodologie di self-report (Epstein & Salinas, 2004; Milani, 2008). Tuttavia, sono ancora pochi gli studi che si sono occupati di analizzare come i colloqui tra genitori e insegnanti si realizzano in quanto eventi comunicativi. Pertanto, lo studio dei colloqui tra genitori e insegnanti come evento comunicativo può gettare luce su come le conoscenze e le esperienze relative alla famiglia e alla scuola domestici vengono "portati in essere" (Heritage, 1984) dai partecipanti, su come l’autorità e i ruoli siano negoziati e sul modo in cui questa negoziazione possa avere un impatto sul lavoro degli insegnanti e - in ultima analisi - anche sulla carriera scolastica dei bambini.
Since Bronfenbrenner’s claims on the ecology of human development (1979), an impressive amount of research in child development has been devoted to exploring the ways in which children’s primary social worlds (i.e. the family and the school) connect and create (or not) an osmotic ecological milieu where information circulates. Since then, mandatory and/or optional encounters between parents and teachers have been established in many countries as one of the major institutional loci where such an osmosis should take place (Milani, 2012). The general pedagogical frame defines these encounters as a common ground for family and school, with their institutional aim being communicating the evaluation of the child’s school performance, along with possible problems and ways to solve them (Kotthoff, 2015; Pillet Shore, 2003). Since parent-teacher conferences are the cornerstone of the institutional communication between schools and families, a great amount of research has been devoted to analyzing teachers’ and parents’ perception as well as students’ perceptions mostly by means of self-report methodologies (Epstein & Salinas, 2004; Milani, 2008, Granata, Mejeri & Rizzi, 2015). Comparatively, there are relatively few studies on how PTC are accomplished as an interactive achievement (but see Baker & Keogh, 1995; Pillet-Shore, 2003, 2012, 2013, 2015; Kotthoff, 2015; Howard & Lipinoga, 2010; MacLure & Walker, 2000). Hence, studying parent-teacher conferences as communicative events may shed light on how domestic and scholastic epistemic territories are “talked into being” (Heritage, 1984) by partcipants, how their relative epistemic rights are negotiated and how this negotiation can impact on teachers’ work and - ultimately - on the children’s career. We advance that a detailed analysis of how the management of knowledge and the negotiation of epistemic authority occur in parent-teacher conference, will also help in critically rethinking some “pedagogical certainties” concerning school-family communication and their possible outcomes.
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Vio, Filippo <1996&gt. "IL LAVORO NELLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA E DELLA TECNOLOGIA DIGITALE Tracce di ricerca sulle competenze per l’agire lavorativo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20980.

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Анотація:
Il dirompente impatto delle tecnologie digitali ha generato profonde trasformazioni non solo nella tradizionale divisione del lavoro manuale ed intellettuale, ma anche nella capacità dei soggetti di essere protagonisti della loro vita. Si presentano quindi brevi cenni sulla divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale dall’antica Grecia al Novecento, proponendo una riflessione sull’impatto delle nuove tecnologie digitali su tale distinzione. Dopo aver approfondito i modelli di competenza finora utilizzati, si decrive il caso di un’azienda metalmeccanica del Nordest italiano che nel 2020 ha investito in azioni formative mirate al rafforzamento delle competenze digitali dei propri lavoratori, al fine di mantenere i livelli di competitività nel mercato internazionale. Dal caso particolare, ci si proietta verso vero un’analisi dei rapporti DESI e INAPP, i quali presentano un Italia non ancora pienamente allineata alle politiche di sviluppo europee. Delineate quindi le coordinate principali della “rivoluzione digitale”, apparirà evidente come un modello di competenza digitale basato sull’accumulo di nozioni tecniche non sia sufficiente ad accogliere un cambiamento così sostanziale nell’agire lavorativo. Si è pertanto verificato sul campo la connessione tra competenze trasversali e digitali, interrogando le ipotesi che alcune delle prime possano agire sulle seconde. Lo scopo di questa indagine è fornire un ulteriore strumento di lettura, dal punto di vista formativo, del rapporto tra agire lavorativo e soggettività nei processi di digitalizzazione.
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Bortolami, Fiorenza <1989&gt. "Contributo alla conoscenza dell'età del Bronzo recente nel territorio polesano. La capanna di località Amolara (Adria): analisi dei materiali ceramici." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3631.

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Анотація:
Il contributo presenta parte del materiale ceramico proveniente dallo scavo della capanna alfa rinvenuta ad Adria in località Amolara. Questo contesto è cronologicamente attribuibile a fasi di Bronzo recente pieno e avanzato, affine all'ambito culturale palafitticolo - terramaricolo e con forti influssi di cultura subappenninica.
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MORGANDI, TIZIANA. "Esperienze e processi di conoscenza dei bambini: un percorso di ricerca e formazione nei Centri per Bambini e Famiglie." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88068.

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Questa ricerca si colloca nell’ambito degli studi di pedagogia dell’infanzia ed esplora, attraverso un percorso di indagine empirica, la qualità dell’esperienza educativa dei bambini in alcuni Centri per Bambini e Famiglie (CBF) a Milano (Mantovani, 2005). Lo studio nasce dai risultati di una ricerca internazionale sulla funzione sociale di questi servizi oggi in Italia (Musatti, Mantovani, 2013), Belgio, Francia, Giappone (Hoshi-Watanabe et al., 2012). Molte ricerche sulla prima infanzia sono state condotte in ambiente domestico o nel nido, pochi studi riguardano le esperienze educative dei bambini nei CBF, tradizionalmente più orientati alla genitorialità; in specifico poco indagate risultano le potenzialità di apprendimento dei bambini in questi contesti educativi di compresenza adulto-bambino (0/3 anni). La ricerca si iscrive nel modello teorico della ricerca-formazione e si basa sull’ipotesi che le esperienze dei bambini nei CBF, seppure non quotidiane, abbiano oggi una valenza educativa saliente proprio per le specificità sociali e pedagogiche di questi luoghi basati sulla compresenza di adulti (familiari e non) e bambini; ciò richiede un ri-allineamento della formazione degli educatori, oggi un po’ allentata, alla complessità del ruolo. A livello metodologico, il lavoro ha combinato strumenti qualitativi propri della tradizione di ricerca sul campo in educazione (Mantovani, 1998; Mortari, 2007; Caronia, 2011; Denzin e Lincoln, 2005), con indicazioni inerenti la videoricerca (Goldman et. al., 2007; Derry et. al., 2010; Haw, Hadfield, 2011) rilette in prospettiva pedagogica (Bove, 2009; Braga, 2009). A livello empirico, la ricerca si è articolata in due fasi: nella prima sono state realizzate 12 videoregistrazioni di giornate tipo in 4 CBF e sono stati realizzati interviste e focus group con educatrici e genitori; nella seconda è stata condotta un’esperienza pilota di ricerca-formazione in uno dei 4 CBF coinvolti che ha previsto la videoregistrazione di 4 proposte educative riviste e discusse con le educatrici. I dati emersi sono stati analizzati mediante il supporto del software NVivo seguendo le indicazioni metodologiche dell’analisi del contenuto. I risultati evidenziano: la complessità e la variabilità delle esperienze di apprendimento dei bambini nell’ecologia di questi contesti educativi e la necessità di renderle visibili per sostenerle mettendole al centro del “confronto tra genitori e educatori” in una prospettiva pedagogica di sostegno allo sviluppo; cambiamenti nelle interpretazioni delle educatrici con una riconsiderazione delle competenze dei bambini e del proprio ruolo in relazione a proposte educative e “didattiche” situate in contesti di compresenza bambini e adulti; alcuni “movimenti formativi” che hanno innescato interventi di riprogettazione educativa. Nel complesso la ricerca ha confermato le potenzialità educative e sociali (di inclusione) di questi servizi esposti a una variabilità crescente di stili parentali e modelli di sviluppo/apprendimento e ha evidenziato la necessità di sostenere il ruolo degli educatori attraverso percorsi formativi mirati, sostenibili, efficaci.
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Zapperini, Annalisa <1979&gt. "Il farsi della professionalità docente nelle prospettive della società della conoscenza : uno studio di caso: il Tirocinio Formativo Attivo." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4611.

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La globalizzazione dell’economia e della finanza, prima, e l’avvento della crisi economica nel 2008 sono tra gli eventi che maggiormente hanno rivoluzionato gli scenari della competizione internazionale richiedendo all’Europa di rispondere con strategie di crescita adeguate, basate sul nuovo paradigma della “conoscenza”. (OECD, 2012). In risposta ai cambiamenti di contesto, la strategia europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva – Europa 2020 (COM, 2010) afferma che le strade da percorrere per garantire una ripresa economica duratura e per ripristinare la coesione sociale sono quelle della “conoscenza” e dell’“innovazione”, rendendo pertanto cogente la necessità di dare priorità agli investimenti in educazione e formazione. La grande importanza assunta dai concetti di “conoscenza” e di “apprendimento” procede di pari passo con il riconoscimento della necessità di garantire a tutti cittadini occasioni di formazione continua lungo tutto l’arco della vita (COM, 2000). Un simile contesto apre inevitabilmente nuove sfide per i sistemi educativi, i quali non solo sono chiamati a rivestire un nuovo protagonismo nel rispondere alle richieste provenienti dal mondo del lavoro, ma anche a diventare i principali interlocutori per la diffusione e il radicamento degli attuali paradigmi basati sulla “conoscenza”. Allo stesso modo, appare altresì evidente come entro questa nuova strategia di sviluppo dell’Unione Europea, gli insegnanti non possano che essere individuati quali interpreti chiave del cambiamento strutturale e dell'innovazione in materia di istruzione. (Cresson, 1995) Questo intenso clima di trasformazione, tuttavia, racchiude in sé dei versanti insidiosi per i quali non sempre agli indirizzi forniti nell’ambito delle policy europee corrispondono interventi adeguati sul piano delle politiche nazionali; il risultato è che a fronte del crescente rilievo attribuito al ruolo, in molti degli stati membri – Italia compresa – gli insegnanti sono sovente gli agenti dimenticati dalle riforme sull’istruzione. (Eurydice, 2002) Nello specifico, l’obiettivo di questa riflessione è quello di considerare l’allineamento dell’attuale sistema di formazione iniziale in Italia – il TFA – al primo anno di sperimentazione, e di stabilire se vi siano i presupposti di attivazione di quel bagaglio di competenze e conoscenze in linea con il primo stadio di sviluppo professionale (Margiotta, 2007). La fase empirica viene presentata nel terzo capitolo, dove attraverso uno studio di caso ci si propone di isolare le variabili che possono decretare l’avvicinamento o lo scostamento del profilo in uscita dal TFA rispetto al profilo di insegnante delimitato a livello europeo Tra le intenzioni conclusive di questo contributo, infatti, figura la volontà di dare avvio ad una riflessione capace di tratteggiare nuovi orizzonti pedagogici riferibili alla formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria così da prospettare, assieme a nuovi ambiti di valorizzazione, delle azioni concrete declinate in “assiomi” che possano risultare di sostegno agli attuali indirizzi politici.
The globalization of economy and finance first, and the advent of the economic crisis in 2008 are among the events that have revolutionized most scenarios of international competition, calling for Europe to respond with appropriate growth strategies, based on the new paradigm of "knowledge". (OECD, 2012). In response to contexts changing, the European strategy for smart, sustainable and inclusive growth - Europe 2020 (COM, 2010) states that the keys to ensure a long term economic recovery and to restore social cohesion are "knowledge" and “innovation." The priority to invest in education and training are thus mandatory. The great importance of the concepts of "knowledge" and "learning" goes hand in hand with the recognition of the need to ensure that all citizens have opportunities to continue education throughout life (COM, 2000). Such an environment will inevitably open up new challenges to educational systems, which are requested to play a leading role in responding to the new demands from the world of work, and also to become the main stakeholders for the diffusion and the establishment of the current paradigms based on "knowledge". Similarly, it is also clear that within this new development strategy of the European Union, teachers are identified as key interpreters of structural change and innovation in education. (Cresson, 1995) Unfortunately, the policies that are defined at the European level do not always reflect an appropriate response in terms of policy-making from the member states. The result is that despite the growing importance of the role of teachers, they are often underestimated as the agents on education reforms. (Eurydice, 2002) Specifically, the aim of this discussion is to consider the alignment of the current system of initial training in Italy - TFA – during the first year of the trial and to decide whether there are grounds for activation of that set of skills and knowledge in line with the first stage of professional development (Margiotta, 2007). The empirical phase is presented in the third chapter, where, through a case study we propose to isolate the variables that can decree the approach or the deviation of the output profile from the profile of TFA compared to the teacher defined at European level Among the intentions of concluding this contribution, in fact, there is the willing to rise a reflection capable of outlining new pedagogical horizons related to the initial training of secondary school teachers so as to suggest, along with new areas of enhancement, concrete actions declined in "axioms" that may be of support to the current political direction.
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VEZZANI, DANIELE. "Definizione, sviluppo ed employability delle soft skills. Dalle conoscenze tecniche alle competenze trasversali nella formazione." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1245187.

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Da più parti il futuro del mondo del lavoro viene prospettato in forte evoluzione, quando non pesantemente preoccupante, a causa di una serie di evoluzione anche repentine che si stanno riversando dal mondo della scuola e dell’università al mondo del lavoro. I quattro assi evolutivi a livello mondiale sono ritenuti: • evoluzione demografica (immigrazioni di massa, crescita non bilanciata di skills e a livello geografico, invecchiamento) • evoluzione del mondo del lavoro (instabilità, riconfigurazione delle organizzazioni, robotizzazione, nuovi lavori emergenti, VUCA) • globalizzazione (concorrenza planetaria di prodotti, servizi e lavoratoti, economie emergenti) • tecnologia (sviluppo rapido, digital divide) I giovani che potrebbero entrare nel mondo del lavoro nel 2030, se frequenteranno solo il percorso minimo obbligatorio di 10 anni, inizieranno la scuola nell’A.S. 2019-20, mentre se diplomati, hanno iniziato il percorso scolastico nel 2016, o nel 2011 se conseguiranno una laurea magistrale. La scuola, oltre ad una serie di aggiornamenti metodologici da affrontare, ha la prerogativa di dover anticipare il futuro. Una domanda quindi sorge spontanea: come potrà la scuola superiore, all’alba del 2020, formare al lavoro laureati che usciranno nel 2030? Scopo della ricerca è quindi fare il punto sulla importanza e richiesta di competenze, con focus sulle competenze trasversali, da parte delle entità del mondo del lavoro, in particolare in Italia ed Europa. Successivamente si analizzano le basi epistemologiche di sviluppo delle competenze e le indicazioni in tal senso formulate a livello mondiale, europeo e nazionale, proseguendo con un ex-cursus sulle modalità didattiche idonee al loro sviluppo, analizzando la loro funzionalità nella successiva employability degli studenti. Ci si concentra infine sulla metodologia educativa della Alternanza Scuola Lavoro (ASL), resa obbligatoria dalla legge 107/2015 e modificata nella legge finanziaria del 2018 in “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento” (PCTO). A livello statistico si vuole verificare se l’alternanza scuola lavoro contribuisca allo sviluppo di alcune soft skills, in particolare quelle raggruppate nella macro-competenza di enterpreneurship, oppure rappresenti un inutile dispendio di tempo (tempo-scuola) e di energie per la sua organizzazione, come sostenuto da un settore del corpo docente e dei genitori, attraverso la proposizione di un questionario agli alunni delle 3^ classi della Scuola media superiore di ogni ordine
From many sides the future of the world of work is expected to evolve strongly, when not heavily worrying, due to a series of sudden changes that are pouring from the world of school and university to the world of work. The four evolutionary axes worldwide are considered: • demographic evolution (mass immigration, unbalanced growth of skills and geographical level, aging) • evolution of the world of work (instability, reconfiguration of organizations, robotization, new emerging jobs, VUCA) • globalization (global competition for products, services and workers, emerging economies) • technology (rapid development, digital divide) Young people who could enter the world of work in 2030, if they will only attend the minimum compulsory course of 10 years, will start school in the scolar period 2019-20, while if they graduated, they started schooling in 2016, or in 2011 if they will obtain a master's degree. The school, in addition to a series of methodological updates to be addressed, has the prerogative of having to anticipate the future. A question then arises spontaneously: how can high school, at the dawn of 2020, train graduates who will be released in 2030? The aim of the research is therefore to take stock of the importance and demand for skills, with a focus on transversal skills, on the part of entities in the world of work, particularly in Italy and Europe. Subsequently the epistemological bases of competence development and the indications in this sense formulated at world, European and national level are analyzed, continuing with an ex-cursus on the didactic methods suitable for their development, analyzing their functionality in the subsequent employability of the students. Finally, the focus is on the educational methodology of the Alternanza Scuola Lavoro (ASL), made compulsory by law 107/2015 and modified in the 2018 finance law in "Paths for Soft Skills and Guidance". On a statistical level we want to verify if the alternating school work contributes to the development of some soft skills, in particular those grouped in the macro-competence of enterpreneurship, or represents a useless waste of time (time-school) and energy for its organization , as supported by a sector of the teaching staff and parents, through the proposal of a questionnaire to the students of the 3 ^ classes of the secondary school of each order.
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CULOTTA, VINCENZO. "Composizione di un sapere pedagogico nell’ascolto musicale attuativo." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262899.

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Questa ricerca esplora le possibilità che si aprono offrendo ad adulti (professionisti in formazione) una particolare e originale esperienza artistico-musicale al fine di sviluppare consapevolezza, ascolto e apprendimento trasformativo. Ho progettato e realizzato due laboratori di ascolto musicale enattivo analizzandone gli effetti e i processi con l’intento di individuare alcune dimensioni strutturali dell’ascolto che possono divenire un’esperienza e una pratica educative. Gli elementi costruttivi dei laboratori, che fanno capo a una epistemologia pedagogica incorporata ed enattiva, sono: i corpi in azione del formatore e dei formandi e i gesti formativi, condizioni di possibilità di un setting formativo/trasformativo visto come un campo interattivo di esperienza e di costruzione di conoscenza. L’ipotesi teorica, discussa nella prima parte della tesi, di un’analogia strutturale tra il gesto musicale e il gesto formativo evidenzia le qualità materiali di quest’ultimo in termini di temporalità, spazialità, intensità e forma. Il senso espressivo del gesto è intransitivo: ciò suggerisce che un’esperienza formativa (qui, radicalmente intesa come formazione della persona) potrebbe non basarsi sulla comunicazione di contenuti (affettivi o intellettuali) ma sugli effetti performativi delle azioni e dei gesti compiuti dal formatore e dai formandi, organicamente orchestrati come in una composizione musicale. Nel mio progetto, l’esperienza dell’ascolto diviene il fulcro di questa analogia tra i gesti musicali e pedagogici, e il cuore dei laboratori che si strutturano concretamente come processi di ascolto di un brano di musica attraverso cicli in cui l’azione corporea e la co-riflessività si alternano ricorsivamente. Attraverso tali processi, l’esposizione enattiva dei partecipanti alle strutture musicali facilita il riconoscimento delle loro stesse azioni, schemi e posture corporei, e così anche, dei loro posizionamenti simbolici come educatori. Inoltre, il processo di formazione innescato da questo tipo di ascolto comporta la possibilità di modificare/rifinire quegli schemi e posture, grazie alla mediazione del gruppo. La seconda parte della tesi è focalizzata sul progetto, realizzazione e analisi di due laboratori, a cui hanno partecipato rispettivi gruppi di professioniste in formazione dall’Università di Milano Bicocca, condotti nell’anno accademico 2018/19. Come ricercatore, ho preso parte attiva nei laboratori; il mio processo riflessivo e di auto-formazione è tra gli obiettivi del mio studio e uno dei suoi rilevanti risultati. La metodologia impiegata è enattiva, interpretativa e critica, volta a costruire una teoria sufficientemente buona di questa esperienza. La scrittura auto-biografica e auto-etnografica, l’uso delle video-riprese e le note di campo, il coinvolgimento dialogico delle partecipanti in tutte le fasi del progetto, sono gli ingredienti di un processo enattivo di costruzione della conoscenza. Similmente, la scelta di un’analisi ricorsiva, narrativa e riflessiva dei contesti e dei processi laboratoriali (dopo una fase iniziale più induttiva) è stata intesa a far luce sugli effetti incrociati di azioni e significazioni multipli e embricati, messi in atto dalle partecipanti e dal conduttore. L’analisi mostra: come i processi di ascolto, conoscitivi e formativi si siano svolti ponendo al centro i corpi, con le loro percezioni e sensazioni, azioni e posture; come sia andato co-costruendosi un metodo dell’ascolto, tale che le sensazioni di movimento di ciascuna potessero circolare ed essere ridefinite attraverso la mediazione trans-individuale svolta dall’azione del gruppo; come, attraverso l’ascolto attuativo, le partecipanti abbiano generato delle metafore educative incorporate contattando aspetti essenziali di una competenza ad educare.
This research explores the possibilities opened by offering a specific and original kind of artistic-musical experience to adults (namely, professionals in education) in order to develop awareness, listening, and transformative learning. I designed an “enactive musical workshop”, proposed it to two groups of participants, and analysed its effects and process in order to identify some structural dimensions of musical listening that might become an educational experience and a training practice. The building blocks of the workshops, based on the gnoseological and epistemological framework of embodied and enactive pedagogy/knowledge, are the acting bodies of the trainer and trainees, and the formative gestures which leads to the conditions of a transformative/educational setting, as an inter-active field of experience and knowledge-building. The theoretical hypothesis – discussed in the first part of the thesis – of a deep analogy between musical and formative gestures highlights the material qualities of the latter in terms of temporality, spatiality, intensity, and form. The expressive sense of gesture is intransitive: this suggests that a formative experience (here, radically understood as the formation of the person) might not be based on the communication of content (affective or intellectual), but on the performative effects of the trainer and trainees’ gestures and actions, organically orchestrated, as in musical composition. In my project, the experience of listening becomes the centre of this analogy between musical and educational gestures/knowledge and the heart of the designed workshop, which is specifically structured as the implementation of enactive listening to a piece of music (I chose the Prelude “La cathédrale engloutie” by Debussy and the Impromptu No 1 by Schubert) through cycles where bodily action and co-reflexivity phases alternate recursively. Through this process, the enactive exposition of the participants to the sound-relational structures of the piece facilitates the acknowledgment of their own actions, patterns, and bodily postures, therefore of their symbolic positions as educators. Besides, the training process triggered by enactive musical listening entails the possibility of modifying/refining those patterns and postures, thanks to the fundamental mediation of the group. The second part of the thesis focuses on the design, realization, and analysis of two workshops with two groups of professionals in education from the University of Milan Bicocca, carried out in the 2018/19 academic year. As a researcher, I took an active part in the workshops; my own self-training and reflexive process is among the objectives of my study and one of its relevant outcomes. The chosen methodology is enactive, interpretative, critical, and aimed at building a good enough theory of this experience. Auto-biographical and auto-ethnographic writing, the use of video-registrations and field notes, the dialogical involvement of my participants in all the phases of the project are the ingredients of an enactive process of knowledge construction. Similarly, the choice in favour of an ongoing, narrative and reflexive analysis of the contexts and processes carried out in each workshop (after a more inductive initial phase) was meant to highlight the cross-effects of multiple and entangled actions and meanings, performed by the participants and the conductor. The analysis has highlighted: 1) a knowing process that places at the center the body with its perceptions and feelings, the actions and postures; 2) the enactive co-construction of a listening method, such that the movement feelings of each could loop, contaminate and be refined through the mediation of a group action; 3) the generative process carried out by the participants, through the enactive listening, of some embodied educational metaphors thanks to which they could contact some structural elements of a competence to educate.
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DIANIN, Marilina. "PROFILI DI RILEVANZA DELLA CONOSCENZA E DELLA CONOSCIBILITÀ DEL DIFETTO DI CONFORMITÀ NELLE VENDITE MOBILIARI B-TO-C Dal Codice civile italiano alla Direttiva (UE) 2019/771." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2022. https://hdl.handle.net/11392/2497136.

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La tesi di dottorato è diretta all’approfondimento del principio in base al quale il venditore non è chiamato a rispondere dei difetti del bene, laddove questi fossero conosciuti o conoscibili al compratore, al momento della conclusione del contratto, nell’ambito della vendita B-to-C di beni mobili. Il principio in esame vanta carattere generale e transazionale: sorto dapprima nella vendita romanistica e consacrato nel brocardo “caveat emptor”, è giunto fino all’opera di codificazione del 1800, per poi approdare nella vendita internazionale di beni mobili, attraverso l’adozione della Convenzione di Vienna del 1980. Nel diritto dell’Unione europea, esso viene ratificato per la prima volta dalla direttiva 1999/44/CE che, all’art. 2, par. 3, prevede che ove il difetto fosse conosciuto o ragionevolmente conoscibile al consumatore, al momento della stipula del contratto, questi non potesse far valere alcun difetto di conformità nei confronti del professionista. L’approdo del principio in esame nell’ordinamento comunitario ha suscitato diverse criticità sul piano ermeneutico e applicativo: tale principio invero seppur poteva trovare una giustificazione negli ordinamenti di carattere nazionale, appare incompatibile con le peculiarità dell’ordinamento dell’Unione europea. Di assoluta importanza dunque l’intervento della direttiva (UE) 2019/771, relativa a determinati aspetti dei contratti di vendita di beni – che abroga la direttiva 1999/44/CE – con la quale si addiviene al superamento definitivo del principio che faceva dipendere dagli stati soggettivi del consumatore la responsabilità del professionista per difetto di conformità e, in un’ottica di valorizzazione dell’autonomia privata, alla contestuale introduzione della facoltà di scostamento, espressamente e separatamente accettato dal consumatore, dai requisiti oggettivi di conformità (art. 7, par. 5, attuato senza variazioni all’art. 130, comma 4, cod. cons., come sostituito dall’art. 1 del d.lgs. n. 170 del 4 novembre 2021). D’altro canto, seppur il modello costituito dalla nuova direttiva comporti il superamento delle criticità suscitate dalla precedente disciplina in tema di vendita di beni di consumo, esso suscita nuovi e non meno rilevanti profili di criticità. Infine, posto che la conoscibilità del difetto non rileva più quale esimente della responsabilità del professionista, rimane da chiarire l’effettiva rilevanza della conoscenza del difetto da parte del consumatore, al momento della conclusione del contratto: ci si può infatti chiedere se la condotta del consumatore, il quale pur a conoscenza del difetto decida ugualmente di stipulare il contratto di vendita, per poi azionare i rimedi riparatori, possa essere valutata alla stregua del canone di buona fede e di correttezza.
The dissertation is aimed at the examination of the principle according to which the seller is not liable for defects in the goods, if these are known or knowable to the buyer, at the time of the conclusion of the contract, in the context of the B-to-C sale of movable goods. The principle under consideration has a general and transactional character: arising first in the Romanistic sale and enshrined in the brocard "caveat emptor," it came to the codification work in the 1800s, and then achieved the international sale of goods, through the adoption of the Vienna Convention in 1980. In the European Union law, this principle was regulated, for the first time, by Directive 1999/44/EC, which, in Article 2(3), provides that if, at the time the contract was concluded, the consumer was aware or could not reasonably be unaware of the lack of conformity, the consumer could not claim the lack of conformity against the seller. The adoption of the principle in question in the European Union system has risen several critical questions in terms of its interpretation and application: this principle, although it could be justified in national legal systems, appears to be incompatible with the specific features of the European Union law. Therefore, the intervention of Directive (EU) 2019/771, related to certain aspects concerning contracts for the sale of goods – repealing Directive 1999/44/EC –, is of absolute importance. Indeed, the principle that the liability of the trader for lack of conformity depended on the subjective states of the consumer is definitively exceeded. Moreover, with a view to enhance private autonomy, the faculty of deviation, expressly and separately accepted by the consumer, from the objective requirements for conformity is introduced (Art. 7(5), implemented without changes to Art. 130(4), Code of consumers, as replaced by Art. 1 of Legislative Decree No. 170 of Nov. 4, 2021). On the other hand, although the model constituted by the new directive entails the overcoming of the critical issues raised by the previous regulation on the sale of consumer goods, it raises new and no less relevant critical profiles. Eventually, since the knowability of the defect is no longer relevant as an exemption to the liability of the seller, it remains to clarify the actual relevance of the consumer’s knowledge of the defect at the time of the conclusion of the contract: the question arises as to whether the conduct of the consumer who, despite being aware of the defect, decides to enter into the contract of sale, and then to take remedial action, can be assessed in the same way as the principle of good faith and fair dealing.
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BIANCHI, FEDERICO. "Corpus-based Comparison of Distributional Models of Language and Knowledge Graphs." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/263553.

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L'intelligenza artificiale cerca di spiegare come gli agenti intelligenti si comportano. Il linguaggio è uno dei media di comunicazioni più importanti e studiare delle teorie che permettano di definire il significato di espressioni naturali è molto importante. I linguisti hanno usato con successo linguaggi artificiali basati su logiche, ma una theory che ha avuto un impatto significativo in intelligenza artificiale è la semantica distribuzionale. La semantica distribuzionale afferma che il significato di espressioni in linguaggio naturale può essere derivato dal contesto in cui tali espressioni compaiono. Questa teoria è stata implementata da algoritmi che permettono di generare rappresentazioni vettoriali delle espressioni del linguaggio natural in modo che espressioni simili vengano rappresentate con vettori simili. Negli ultimi anni, gli scienziati cognitivi hanno sottolineato che queste rappresentazioni sono correlate con l'associative learning e che sono anche in grado di catturare bias e stereotype del testo. Diventa quindi importante trovare metodologie per comparare rappresentazioni che arrivano da sorgenti diverse. Ad esempio, usare questi algoritmi su testi di periodi differenti genera rappresentazioni differenti: visto che il linguaggio muta nel tempo, trovare delle metododoloie per comparare come le parole si sono mosse è un task imporante per l'intelligenza artificiale (e.g., la parola "amazon" ha cambiato il suo significato principale negli ultimi anni) In questa tesi, introduciamo un modello comparative basato su testi che permette di comparare rappresentazioni di sorgenti diverse generate con la semantica distribuzionale. Proponiamo un modello che è efficiente ed efficace e mostriamo che possiamo anche gestire nomi di entità e non solo paorle, superando problemi legati all'ambiguità del linguaggio. Alla fine, mostriamo che è possibile combinare questi metodi con approcci logici e fare comparazioni utilizzando costrutti logici.
One of the main goals of artificial intelligence is understanding how intelligent agent acts. Language is one of the most important media of communication, and studying theories that can account for the meaning of natural language expressions is an important task. Language is one of the most important media of communication, and studying theories that can account for the meaning of natural language expressions is a crucial task in artificial intelligence. Distributional semantics states that the meaning of natural language expressions can be derived from the context in which the expressions appear. This theory has been implemented by algorithms that generate vector representations of natural language expressions that represent similar natural language expressions with similar vectors. In the last years, several cognitive scientists have shown that these representations are correlated with associative learning and they capture cognitive biases and stereotypes as they are encoded in text corpora. If language is encoding important aspects of cognition and our associative knowledge, and language usage change across the contexts, the comparison of language usage in different contexts may reveal important associative knowledge patterns. Thus, if we want to reveal these patterns, we need ways to compare distributional representations that are generated from different text corpora. For example, using these algorithms on textual documents from different periods will generate different representations: since language evolves during time, finding a way to compare words that have shifted over time is a valuable task for artificial intelligence (e.g., the word "Amazon" has changed its prevalent meaning during the last years). In this thesis, we introduce a corpus-based comparative model that allows us to compare representations of different sources generated under the distributional semantic theory. We propose a model that is both effective and efficient, and we show that it can also deal with entity names and not just words, overcoming some problems that follow from the ambiguity of natural language. Eventually, we combine these methods with logical approaches. We show that we can do logical reasoning on these representations and make comparisons based on logical constructs.
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Candiotto, Laura <1981&gt. "Platone e la scrittura di dialoghi socratici : strategie, interlocutori e finalità." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1110.

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Nella presente ricerca vengono interpretati i dialoghi socratici scritti da Platone attraverso un'analisi letteraria e socio-politica, oltre che filosofica. Platone, attraverso l'uso di personaggi storici, ha lo scopo di andare ad incidere sul pubblico (elenchos retroattivo) che partecipa alle letture dei dialoghi, allo stesso modo di come Socrate cercava di incidere, attraverso il metodo dialogico, sui propri interlocutori e uditori. Lo stile dialogico, oltre a fornire un esempio del metodo filosofico, permette di incidere sugli uditori e di riformare la società. Il metodo dialogico viene analizzato nei suoi aspetti maieutici, indicando quali sono le strategie che utilizza, quali sono le finalità che persegue e che tipo di conoscenza permette di ottenere. Si forniscono delle catalogazioni degli elementi stilistici e drammaturgici e delle analisi testuali (Lachete, Carmide, Gorgia, Epistola VII) che permettono di cogliere nel dettaglio il filosofare socratico-platonico.
The topic of this research focuses on Plato's Socratic dialogues, of which a literary and socio-political analysis is proposed. By employing real historical characters, Plato aims at influencing his readers ("backwards élenchos"), just as Socrates aimed at influencing, via the dialogical method, his audience and his interlocutors. Besides providing an example of philosophical method, the dialogical style impacts on auditors and allows a reformation of society. Such a method is then analyzed in its maieutic aspects, by pointing at its strategies, its aims, and at the kind of knowledge it allows. A catalogue is provided of stylistic and dramaturgical elements, as well as textual analyses (Lachetes, Carmides, Gorgias, the Seventh Letter), which allow a detailed grasp of the Socratic and Platonic philosophical style.
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Altobrando, Andrea. "Il problema dell'infinito nell'orizzonte fenomenologico husserliano." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422914.

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The aim of this work is to elucidate the meaning of 'infinity' from a phenomenological perspective, especially within the framework of Husserl’s theory of knowledge and perception. In the first chapter I firstly sketch the basics of Husserl’s phenomenology of knowledge. Thereafter I delve into the questions concerning the reduction to the 'reellen Bestand', which is hold to be the ground of verification of purports in the "Logical Investigations". I then propose an interpretation of the categorial intuition as directed to the laws an 'Auffassung' follows when it organizes the sensual contents related to an object. In the second chapter I briefly expound Husserl’s phenomenology of perception and I show how perception can be hold as an intentional experience. Afterwards I concentrate on the constitution of space and of thing (Ding). I show in which sense the structures of both constitutions are dependent on the sensations and kinesthesis (i.e. proprioceptions) experienced by the subject. In the third chapter I finally deal with the problem of infinity. I face some recent interpretations of Husserl’s theory of perception according to which infinity is somehow intertwined in and even intuited through thing-perception (Dingwahrnehmung). I claim that thing-perception can not be hold as an access to infinity, i.e. no thing-perception is a perception of something as infinite. Following I show how some other kinds of sensual experience can correspond to a perception of infinity. On the base of some Husserl’s manuscripts and through a brief confrontation with Kant’s Analytic of the Sublime I sustain that infinity can be sensually intuited in the senses of limitlessness and of formlessness. I then show that categorial intuition is necessary in order to constitute the meaning of mathematical infinity, i.e. an endless whole of discrete parts. In fact, the idea of such an “entity” is dependent on the capacity of grasping the law of a serial production. In the conclusion I establish that mathematical infinity is the only kind of infinity which can not find any sensual correlate. This is due to the fact that it is a meaning composed by two contradictory prescriptions: 'reach the limitless' and 'go on without an end'. I consequently argue that the idea of infinity is grounded on sensual experience and does not need any supernatural origin.
Scopo del presente lavoro è la chiarificazione del significato di 'infinito' all’interno di una prospettiva fenomenologica, in particolare nel quadro della teoria della conoscenza e della percezione di Husserl. Nel primo capitolo descrivo sommariamente i tratti fondamentali della fenomenologia husserliana della conoscenza. Dopo di che approfondisco le questioni concernenti la riduzione al 'reellen Bestand', il quale nelle "Ricerche logiche" è considerato il terreno di verificazione delle intenzioni. Quindi propongo un’interpretazione dell’intuizione categoriale come diretta alle leggi seguite da un’'Auffassung' nell'organizzazione dei dati sensoriali relativi a un oggetto. Nel secondo capitolo espongo brevemente la fenomenologia della percezione di Husserl e mostro in che modo la percezione si possa considerare un’esperienza intenzionale. Dopo di che mi concentro sulla costituzione dello spazio e della cosa (Ding). Mostro in che senso le strutture di entrambe le costituzioni dipendono dalle sensazioni e dalle cinestesi che un soggetto esperisce. Nel terzo capitolo giungo infine ad affrontare il problema dell’infinito. Mi confronto dapprima con alcune recenti interpretazioni della teoria della percezione di Husserl secondo le quali l’infinito è in qualche modo connesso con - e persino intuito attraverso - la percezione di cosa (Dingwahrnehmung). Sostengo che la percezione di cosa non può essere considerata un accesso all’infinito, vale a dire che nessuna percezione di cosa è percezione di qualcosa in quanto infinito. Sulla base di alcuni manoscritti di Husserl e attraverso un confronto con l’Analitica del sublime di Kant, giungo a sostenere che l’infinito può essere intuito a livello sensibile nei sensi di illimitato e di informe. Quindi mostro che l’intuizione categoriale è necessaria al fine di costituire il significato dell’infinito matematico, vale a dire un intero senza fine di parti discrete. Infatti, l’idea di una tale “entità” dipende dalla capacità di cogliere la legge di una produzione seriale. Nelle conclusioni rilevo che l’infinito matematico è l’unico tipo di infinito che non può trovare un correlato sensibile. Questo dipende dal fatto che esso è un significato composto da due prescrizioni contraddittorie tra loro: 'raggiungi l’illimitato' e 'vai avanti senza fine'. Conseguentemente affermo che l’idea di infinito è fondata sull’esperienza sensibile e che non necessita di alcuna origine sovrannaturale.
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SAMPALEAN, NICULINA IUDITA. "ESPLORAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEI CONSUMATORI NEI CONFRONTI DELLE DIVERSE ETICHETTE RELATIVE AGLI ALIMENTI DI QUALITÀ CERTIFICATA DALL'UNIONE EUROPEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/115280.

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Qualsiasi prodotto alimentare che si trova sul mercato contiene diverse etichette che aiutano i consumatori nel loro processo decisionale quando fanno acquisti. Questo aiuto può essere garantito solo se i consumatori comprendono il significato di queste etichette, le differenze tra loro e le informazioni che certificano. La tesi ha esplorato il ruolo delle etichette nel settore del marketing alimentare usando studi condotti sull'approccio del consumatore. Utilizzando diversi metodi (statistici ed econometrici), abbiamo analizzato le percezioni, la consapevolezza e la conoscenza dei consumatori verso alcune etichette alimentari e le loro preferenze e comportamenti verso i prodotti alimentari che portano queste etichette (etichette nutrizionali sul fronte della confezione e marchi di qualità europei). I prodotti alimentari certificati di qualità sono stati scelti perché sono drammaticamente rilevanti per il settore agroalimentare europeo, e ancora di più per quello italiano dove costituisce la DOP Economy, data la sua densità. Sulla base dei risultati abbiamo formulato alcune raccomandazioni di marketing, policy, e di comunicazione che potrebbero essere utilizzate dai consorzi per migliorare l'impegno dei consumatori per i prodotti con marchi di qualità. Le raccomandazioni sono state rivolte anche ai policy maker e ai produttori dei prodotti DOP/IGP/STG/Organici ma anche ai policy maker dell'Etichettatura Nutrizionale.
Any food product found on the market contains several labels that help consumers in their decision making when shopping. This help can be guaranteed only if the consumers understand the significance of those labels, the differences between them and the information that they certify. The thesis explored labels’ role in the food marketing sector and studies were carried out according to consumer approach. Using different methods (statistics and econometrics), we analyzed consumers perceptions, awareness, knowledge towards some food labels and their preferences and behavior toward food products bearing these labels (Front of Packaging Nutritional Labels and Quality labels). Quality certified food products were chosen because are dramatically relevant for the European agri-food sector, even more of the Italian one where it forms the DOP Economy, due to its density. Assessments of several food labels from a consumer behavior perspective was carried out. Based on the findings we formulated some policy, marketing recommendations and communication suggestions that could be used by the consortia to enhance consumers’ engagement for products with quality certifications (PDO/PG/TSG or organic). The recommendations were also addressed to policy makers and producers of the PDO/PGI/TSG/Organic products but also to the policy makers of the Nutritional Labelling.
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Placentino, Giovanna. "Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (1923–2003)." Thesis, 2013. http://eprints.bice.rm.cnr.it/18856/1/IL%20CONSIGLIO%20NAZIONALE%20DELLE%20RICERCHE%20%20%281923%20-%202003%29.pdf.

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Lo scopo di questa tesi di laurea è di descrivere la nascita della cosiddetta seconda amministrazione e lo sviluppo delle amministrazioni parallele, con particolare attenzione alla storia del Consiglio Nazionale delle Ricerche e del suo Istituto di Matematica Applicata e TecnologieInformatiche” E. Magenes”.
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CAMARA, LIANET. "Recupero del “saper fare” andino per la produzione agricola." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11562/920388.

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Le tendenze dello scenario economico mondiale mettono fortemente in discussione l'attuale modello di sviluppo in ambito agricolo, poiché si sono dimostrate sfavorevoli sia per l'ambiente che per gli aspetti culturali, sociali ed economici. In tale contesto le comunità andine costituiscono uno dei migliori esempi di sperimentazione nell'uso sostenibile del territorio su larga scala e nel lungo periodo. La ricerca si è avvalsa di un approccio di tipo qualitativo, affidandosi ad interviste non strutturate realizzate a contadini, operatori agricoli e studiosi del settore e dei sopralluoghi condotti sul campo in alcune comunità della sierra peruviana. L'indagine mira al recupero delle conoscenze tradizionali agricole perdute e alla valorizzazione di quelle che rischiano di scomparire. Gli agricoltori utilizzano numerose pratiche che riguardano l'uso di terrazzamenti nelle valli interandine, di camellones sull'altopiano del Titicaca, di terreni lavorati in settori di cicli lunghi lasciati a maggese, o su brevi rotazioni e associazioni di colture di numerose varietà, diversificati sistemi d'approvvigionamento idrico che consentono sia il consumo che l'irrigazione dei campi. Il sapere tradizionale e le pratiche locali fanno parte di complessi sistemi sociali e rappresentano molto più di un semplice elenco di soluzioni tecniche, sono un sistema multifunzionale che fa parte di un approccio integrato tra la società, la cultura e l'economia basato su un'attenta gestione delle risorse locali. Sulla base dei risultati della ricerca l'indagine intende gettare le basi per il riconoscimento, la gestione dinamica e l'attuazione delle conoscenze, vuole mettere particolarmente in evidenza la fattibilità del suo utilizzo non solo a livello locale ma su una più ampia scala, contribuire agli sforzi di rivitalizzazione delle comunità per un modo di produzione sostenibile con ricadute economiche positive nelle aree rurali.
Trends in the global economic environment strongly put into question the current model of development in agriculture, as proved unfavorable for the environment and the cultural, social and economic aspects. In this context, the Andean communities are one of the best examples of experimentation in the sustainable use of land on a large scale and in the long-term. The research used a qualitative approach, relying on unstructured interviews made to farmers, agricultural workers and scholars on agriculture sector and on the field surveys conducted in some communities of the Peruvian highlands. The survey seeks the recovery of lost agricultural traditional knowledge and appreciation of those in danger of disappearing. Farmers use a large of practices regarding the use of terraces in the Andean valleys, of raised fields on Titicaca Plateau, land worked in areas of long cycles fallow, or on short rotations and associations of many varieties of crops, diversified systems water supply, facilities that allow both consumption and irrigation of the fields. Traditional knowledge and local practices are part of complex social systems and represent much more than just a list of technical solutions, they are a multi-functional system that are part of an integrated approach between society, culture and economy based on a careful management of local resources. Based on the results of the survey research aims to lay the foundations for the recognition, dynamic management and implementation of traditional knowledge, especially wants to put in evidence the viability of its use not only locally but on a wider scale, contribute the revitalization efforts of the community for a sustainable mode of production with positive economic impact in rural areas.
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