Добірка наукової літератури з теми "001 Conoscenza"

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Статті в журналах з теми "001 Conoscenza"

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Grassi, G. "Forest Ecology. Basic knowledge of forest ecosystems." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 1, no. 1 (October 12, 2004): 16. http://dx.doi.org/10.3832/efor0198-001.

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Giardini, Anna, Marcella Ottonello, Carlo Pasetti, Debora Pain, and Ines Giorgi. "Cosa voglio fare alla fine della vita? Consapevolezza della malattia, conoscenza delle procedure cliniche e delle direttive anticipate in pazienti con malattie croniche progressive / What do I want to be done at end-of-life? Disease awareness, knowledge of clinical procedures and of advanced directives in patients with chronic progressive diseases." Medicina e Morale 67, no. 1 (March 23, 2018): 11–24. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.525.

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Анотація:
Scopo del nostro studio osservazionale cross-sectional è di studiare la consapevolezza di malattia, la conoscenza delle procedure cliniche e delle dichiarazioni anticipate di trattamento in pazienti italiani affetti da patologie croniche progressive. Metodo. Sono stati valutati 115 soggetti (23 con Sclerosi Laterale Amiotrofica – SLA; 30 con Scompenso Cardiaco Cronico – SCC; 32 con Insufficienza Renale Cronica – IRC; 30 con Tumore Avanzato –TA) su: conoscenza sui temi della salute, diritto ad essere informati, significato delle Direttive Anticipate (DA) e delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT). Risultati. 86% dei pazienti hanno evidenziato il diritto di conoscere diagnosi e prognosi e di essere informati sull’evoluzione di malattia. Molti pazienti non conoscevano il significato di procedura invasiva (52%) o di trattamento aggressivo (81%). Il 72% non conosceva il significato di DA e di DAT; il 94% riteneva che le DA o le DAT potessero parzialmente o totalmente garantire il desiderio del paziente di prendere parte alle decisioni sulla gestione del fine vita. Una volta informati sul significato delle AD (vincolanti) e delle DAT (non vincolanti) I pazienti con SLA preferivano la scelta di direttive vincolanti rispetto ai pazienti con TA e con SCC (SLA vs SCC p=.005; SLA vs TA p=.001). I pazienti con IRC preferivano direttive vincolanti rispetto ai pazienti con SCC (p=.02). Conclusioni. Deve essere parte integrante nella pratica clinica l’informare e il guidare il paziente dal momento della diagnosi fino alle fasi ultime di vita. ---------- Introduction. Many steps forward within the legal field to facilitate end-of-life communication have been taken, but Mediterranean countries can be considered as a step back. Aim of our observational cross-sectional study is to observe disease awareness, knowledge of clinical procedures and of advanced directives in patients with chronic progressive diseases in Italy. Methods. 115 subjects (23 with Amyotrophic Lateral Sclerosis – ALS, 30 with Chronic Heart Failure - CHF, 32 with Chronic Kidney Failure – CKF, and 30 with Advanced Cancer – AC) were assessed on health literacy, their right to be informed and meaning of Advance Directives (AD) and of Advance Declaration of Treatment (ADT). Results. 86% of patients claimed the right to know diagnosis and prognosis and to be informed of disease progression. Patients did not know the meaning of invasive therapy (52%) and of aggressive treatment (81%). 72% did not know the meaning of AD and of ADT; 94% believed that AD or ADT could partially or totally guarantee patient’s will to make decisions on end-of-life, with frequency difference on AD or ADT efficiency between CHF and ALS patients (p=.01). Once informed on the definitions of AD (legally binding) and ADT (not legally binding), ALS patients preferred legally binding directives, compared to patients with AC and with CHF (ALS vs CHF p=.005; ALS vs AC p=.001). Patients with CKF would prefer legally binding proposal compared to CHF patients (p=.02). Conclusion. To inform and to guide patients from diagnosis to end-of-life should be an integral part of medical practice.
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Morong Reyes, Germán, and Matthias Gloël. "El orden del Inca: gobierno virreinal y sujeción político-laboral de los indios del Perú colonial (1560-1570)." CHEIRON, no. 1 (January 2022): 68–93. http://dx.doi.org/10.3280/che2020-004.

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Анотація:
Durante il decennio 1560-1570, nel giovane vicereame peruviano, la produzione di testi di ordine investigativo e informativo, legittimati sull'esperienza in situ e richiesti dai sovrani spagnoli, favorì la circolazione di conoscenze sugli indios e sugli Incas che risultarono fondamentali, strumentalmente parlando, al progetto di sottomissione lavorativa promossa dalla Corona iberica. Poiché furono proprio i funzionari reali del XVI secolo ad applicare la cultura della moderna conoscenza empirica alle pratiche di dominazione e amministrazione, l'articolo - che si basa sull'analisi di un corpus limitato di documenti, composto da lettere, informes e tratados - mostra le sostanziali differenze ravvisabili nella descrizione delle popolazioni assoggettate. Mentre la descrizione degli indios si basava su criteri atavici di inferiorità e incapacità, quella degli Incas mostra come i viceré, gli studiosi e i governatori suggerissero frequentemente al regime coloniale di ripristinare le leggi precedentemente in vigore presso questa popolazione, dal momento che il loro antico sistema normativo, oltre a fornire elementi utili al disciplinamento e alla convivenza politica degli indigeni, aveva anche favorito il massimo impegno lavorativo delle comunità assoggettate.
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Borghetti, M. "Basic principles, mosaic of knowledges and adaptive silviculture." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 9, no. 4 (July 23, 2012): 166–69. http://dx.doi.org/10.3832/efor0699-009.

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Ciancio, O. "Scientific research in silviculture and forest ecology: between dogmatic realism and forest understanding." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 6, no. 1 (November 23, 2009): 376–78. http://dx.doi.org/10.3832/efor0602-006.

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Leonardi, Andrea, Paolo Fioravanti, Sonia Scavelli, and Francesco Velicogna. "Programma Conoscenza: Psycho-Educational, Integrated and Evolved Treatment for Cocaine Addiction." International Journal of Mental Health and Addiction 7, no. 4 (April 3, 2008): 513–29. http://dx.doi.org/10.1007/s11469-007-9143-z.

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Scardicchio, Antonia Chiara. "Forme della realtà, forme della conoscenza. Verso un’estetica della formazione dei ricercatori." ECPS - Educational, Cultural and Psychological Studies, no. 8 (December 2013): 237–54. http://dx.doi.org/10.7358/ecps-2013-008-scar.

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Sassi, Maria Michela. "L’equilibrio dopo il movimento: percezione e conoscenza fra Democrito e i medici ippocratici." Elenchos 39, no. 2 (November 30, 2018): 187–204. http://dx.doi.org/10.1515/elen-2018-0013.

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Анотація:
Abstract This paper analyses chapter 58 of Theophrastus’ De sensibus, where Democritus’ account of phronein is famously presented. Democritus traces phronein to symmetria of the soul, that is conceived, in turn, as a state of thermic equilibrium, depending on his consideration of psyche as an aggregate of spherical and thin atoms flowing throughout the body and giving it life, movement, and perception. As a consequence, according to him, psychic states go hand in hand with changes in the body. In the following section of this paper, I offer additional evidence in favor of the controversial manuscript reading μετὰ τὴν κίνησιν. As a result, a consistent theory by Democritus can be reconstructed, according to which the balanced state of mobility and temperature of the psychic atoms concentrated in the head that generates a correct thinking necessarily follows the movement of sensible eidola throughout the body. In fact, a number of passages from Hippocratic writings attest that Democritus shared the key features of this explanation with the physiological and medical approach of the time.
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Fusco, Idamaria, and Gaetano Sabatini. "Conoscenza del territorio e governo dell'emergenza ai confini del Regno di Napoli a fine Seicento." CHEIRON, no. 1 (January 2022): 44–67. http://dx.doi.org/10.3280/che2020-003.

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Анотація:
Uno dei contesti nei quali la capacità di governo del territorio della monarchia spagnola fu tradizionalmente messa a più dura prova fu certamente quello delle aree di confine, che per la loro stessa natura costituivano più facilmente luogo di presenza di elementi di alterazione dell'ordine pubblico. La lotta che al principio degli anni Novanta del Seicento conduce contro il banditismo Marco Garofalo marchese della Rocca, capo dei presidi miliari delle province d'Abruzzo ai confini settentrionali del Regno di Napoli, in un'area di frontiera con lo Stato della Chiesa, costituisce un esempio della capacità dei ministri della monarchia di dinamizzare tutti i mezzi a propria disposizione per conseguire il controllo sul territorio, accompagnando l'uso della forza all'esercizio della diplomazia.
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Casella, Federico. "Escatologia e conoscenza salvifica in Empedocle: una rilettura della metempsicosi alla luce delle teorie fisiologiche sulla mente." Elenchos 40, no. 2 (November 26, 2019): 265–96. http://dx.doi.org/10.1515/elen-2019-0014.

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Анотація:
Abstract The presence of a theory of the transmigration of the soul or, according to Empedocles’ words, of the δαίμων is a controversial issue among scholars. A major difficulty arises when one tries to read the fragments of the Purifications – where this theme is particularly recurrent – in conjunction with those usually attributed to the poem On nature. The aim of this paper is to suggest a ‘method’ to analyse the extant fragments, and to offer a possible interpretation of the nature of the so–called cycle of the δαίμων. On the one hand, I shall try to show that the two poems, if read together, can provide a ‘salvific’ message. As a matter of fact, the description of the cosmic order that emerges from the poem On nature might convey the same prescription as stated in the Purifications for following the universal laws, which would ultimately allow human beings to be happy even in an age of universal evil. On the other hand, I shall propose to identify the δαίμων with the roots, which can escape from the cycle – i.e. become happy – when they are shaped as human minds, thanks to the way in which the processes of knowledge work.
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Дисертації з теми "001 Conoscenza"

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Lorenzini, Lisa <1974&gt. "La Scuola Media tra conoscenza e formazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3759/1/lorenzini_lisa_tesi.pdf.

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Lorenzini, Lisa <1974&gt. "La Scuola Media tra conoscenza e formazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3759/.

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Neva, Sara <1981&gt. "La testimonianza come fonte di conoscenza irriducibile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4179/1/Neva_Sara_tesi.pdf.

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Анотація:
La testimonianza è riconosciuta in epistemologia come una fonte fondamentale di conoscenza. Meno consenso c’è riguardo lo status epistemico delle credenze formate e intrattenute su base testimoniale: la questione è se la testimonianza fornisca di per sé le ragioni per affidarvisi, o se tali ragioni siano riducibili alla giustificazione fornita da percezione, memoria e ragionamento. Il dibattito circa lo status epistemico delle credenze acquisite tramite testimonianza ha dato origine a due linee di pensiero contrapposte: il riduzionismo e l’anti-riduzionismo. Secondo gli antiriduzionisti, che si rifanno al pensiero di Thomas Reid, la testimonianza è una fonte basica di giustificazione, alla pari di percezione, memoria e ragionamento. Ciò significa che il soggetto che riceve testimonianza è giustificato a crederne il contenuto in assenza di defeaters rilevanti. I riduzionisti, che fanno capo al lavoro di David Hume, sostengono al contrario che, oltre all’assenza di defeaters rilevanti, per poter credere giustificatamente il contenuto di una testimonianza il soggetto deve essere in possesso di ragioni positive non-testimoniali. Queste ragioni sono normalmente rintracciate in un’induzione che parte dalla memoria dell’osservazione di una generale conformità tra i fatti e le testimonianze, e conclude che un certo tipo di testimone, di circostanza, di contesto, o di contenuto veicolato sono fonti attendibili di informazioni. La critica principale che viene mossa contro l’antiriduzionismo è che sembra approvare la credulità e l’irresponsabilità epistemica . Mostrerò al contrario che la conoscenza testimoniale non sia riducibile ad alcun tipo di inferenza e che la giustificazione che fornisce è in linea con un resoconto del processo che costituisce testimonianza in termini di norme e di committment. Sosterrò una tesi antiriduzionista basata su un resoconto affidabilista della giustificazione che si spiega nei termini dell’esercizio di abilità epistemiche acquisite entro un ambiente epistemico dove le stesse sono profondamente radicate. Un resoconto dell’asserzione nei termini delle norme da cui è regolata mostrerà che la credenza testimoniale è giustificata in virtù della conoscenza che è presupposta dall’asserzione, che della testimonianza è la forma paradigmatica.
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Neva, Sara <1981&gt. "La testimonianza come fonte di conoscenza irriducibile." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4179/.

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Анотація:
La testimonianza è riconosciuta in epistemologia come una fonte fondamentale di conoscenza. Meno consenso c’è riguardo lo status epistemico delle credenze formate e intrattenute su base testimoniale: la questione è se la testimonianza fornisca di per sé le ragioni per affidarvisi, o se tali ragioni siano riducibili alla giustificazione fornita da percezione, memoria e ragionamento. Il dibattito circa lo status epistemico delle credenze acquisite tramite testimonianza ha dato origine a due linee di pensiero contrapposte: il riduzionismo e l’anti-riduzionismo. Secondo gli antiriduzionisti, che si rifanno al pensiero di Thomas Reid, la testimonianza è una fonte basica di giustificazione, alla pari di percezione, memoria e ragionamento. Ciò significa che il soggetto che riceve testimonianza è giustificato a crederne il contenuto in assenza di defeaters rilevanti. I riduzionisti, che fanno capo al lavoro di David Hume, sostengono al contrario che, oltre all’assenza di defeaters rilevanti, per poter credere giustificatamente il contenuto di una testimonianza il soggetto deve essere in possesso di ragioni positive non-testimoniali. Queste ragioni sono normalmente rintracciate in un’induzione che parte dalla memoria dell’osservazione di una generale conformità tra i fatti e le testimonianze, e conclude che un certo tipo di testimone, di circostanza, di contesto, o di contenuto veicolato sono fonti attendibili di informazioni. La critica principale che viene mossa contro l’antiriduzionismo è che sembra approvare la credulità e l’irresponsabilità epistemica . Mostrerò al contrario che la conoscenza testimoniale non sia riducibile ad alcun tipo di inferenza e che la giustificazione che fornisce è in linea con un resoconto del processo che costituisce testimonianza in termini di norme e di committment. Sosterrò una tesi antiriduzionista basata su un resoconto affidabilista della giustificazione che si spiega nei termini dell’esercizio di abilità epistemiche acquisite entro un ambiente epistemico dove le stesse sono profondamente radicate. Un resoconto dell’asserzione nei termini delle norme da cui è regolata mostrerà che la credenza testimoniale è giustificata in virtù della conoscenza che è presupposta dall’asserzione, che della testimonianza è la forma paradigmatica.
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Carrozza, Maria Antonietta <1954&gt. "La conoscenza scientifica a scuola: problemi concettuali, metodologici e didattici." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/1017.

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Анотація:
Una grande messe di dati ha messo in evidenza che l’insegnamento delle scienze a scuola appare problematico per una molteplicità di fattori; in primo luogo le pratiche di insegnamento/apprendimento sono epistemologicamente scorrette, nella realizzazione infatti mirano maggiormente alla ricezione delle informazioni piuttosto che porre attenzione ai processi di produzione della conoscenza. Si è proposto un modello di laboratorio scientifico come modo tipico del procedere epistemologico. Le ipotesi che hanno guidato il percorso di ricerca si sono incentrate sulla formulazione e sperimentazione di un modello di laboratorio scientifico messo in pratica da azioni didattiche incentrate sulla ricostruzione dei concetti scientifici e sul mutamento concettuale. Sulla base degli esiti di molte indagini attuali che mettono in evidenza l’esistenza di teorie naif sulla concezione dei fenomeni scientifici che compromettono l’apprendimento delle teorie della scienza accreditata, si è ideato e realizzato un modello che ha comportato un lavoro su due piani, quello degli studenti della secondaria inferiore della comunità in cui è stata svolta la ricerca e quello degli insegnanti. Gli studenti sono stati coinvolti in attività sperimentali o problemi concettuali che hanno consentito la ristrutturazione dei concetti scientifici o il mutamento delle concezioni naif, come ad esempio la concezione della materia, in favore delle teorie scientificamente accreditate. Gli studenti sono stati impegnati con attività che hanno sfruttato l’interazione cognitiva e la progettualità dei gruppi. I docenti sono stati coinvolti, con incontri fuori d’aula, in azioni di riflessività sulla disciplina e sulle pratiche didattiche per attivare l’evoluzione di nuovi modi di concepire “l’insegnabilità” delle discipline scientifiche e per ricercare pratiche più efficaci nell’insegnamento/apprendimento delle scienze. In affiancamento in aula, infatti, sono stati coinvolti in azioni di osservazione/dimostrazione dell’efficacia di nuovi modelli di insegnamento delle scienze sul campo.
A large amount of data has shown that science teaching in schools is problematic for a variety of factors; at first, the practice of teaching / learning are epistemologically incorrect because aimed more to the receipt of information rather than to pay attention to the processes of knowledge production. We proposed a model of scientific laboratory as a typical way for the epistemological proceed. The research basic assumptions have been focused on the formulation and testing of a laboratory model of science where the teaching actions are finalized to the reconstruction of scientific concepts and conceptual change. Based on the results of many surveys which show the existence of naive theories on the conception of scientific phenomena that undermine the learning of scientific theories, a model was designed and realized that has led to work on two levels, the level of students of secondary school (age 11th-14th) and the level of teachers. The students were involved in practical experimental activity or in conceptual problems solution that allowed the restructuring of scientific concepts or the change of naive conceptions, such as the conception of matter, to scientific theories. Students were busy with activities that have exploited the cognitive interaction and the groups planning. The teachers have been involved, outside of the classroom, in reflexivity actions on the teaching discipline and the teaching practices to enable the development of new ways of conceiving the "ability to teach" science and to research the best practice in teaching and learning of science. Moreover, with a tutor supervision in the classroom, teachers have been involved in actions to observe and demonstrate the in-field effectiveness of science education new models.
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POZZI, CRISTINA. "LE METAFORE DELLA MEDICINA CINESE: IL PROCESSO DI TRASMISSIONE DELLA CONOSCENZA NELLE CLASSI DI STUDENTI INTERNAZIONALI DELLA BEIJING UNIVERSITY OF CHINESE MEDICINE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/305238.

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Анотація:
La progressiva globalizzazione della medicina cinese ha moltiplicato le questioni già numerose riguardanti la sua origine e la sua efficacia, mettendo in discussione il modo in cui essa crea la sua tradizione e mantiene la sua integrità e autenticità culturale. Porsi l’interrogativo di come la medicina cinese possa preservare la sua essenza, la sua identità, contribuisce alla reificazione di questo sapere, portando a concepirlo come una conoscenza tradizionale che proviene da un passato antico e lontano, passivamente trasformata e standardizzata nell'incontro con la modernità. Quella che chiamiamo medicina tradizionale cinese è il risultato di un processo in continua evoluzione che coinvolge attori, tempi e luoghi ben definiti. Per comprendere appieno le dinamiche che concorrono nel plasmare la medicina tradizionale cinese, ho frequentato un corso di studi semestrale per studenti internazionali presso la Beijing University of Chinese Medicine. Tramite un’analisi dei processi comunicativi, sia espliciti che impliciti, che stanno alla base della trasmissione della conoscenza, e delle opacità e delle discrepanze che vengono a crearsi, nel presente lavoro di tesi ho cercato di mettere in luce il ruolo dell’analogia e della metafora nel permettere il passaggio di determinati concetti teorici dal sistema di pensiero che sta alla base della medicina cinese e quello degli studenti internazionali con una formazione biomedica. In questa analisi intendo mostrare, inoltre, come il sapere venga a costruirsi all’interno del rapporto tra i due sistemi di pensiero in questione in un continuo rimando ai concetti di modernità e tradizione, permettendo così di sottolineare quali siano le continuità con il passato e le innovazioni.
Chinese medicine is now a global phenomenon. Since it is spread internationally, questions about how Chinese medicine can maintain its integrity and cultural authenticity arose, especially in its encounter with biomedicine. This way of thinking contributes to the reification of Chinese medicine, viewed as traditional knowledge that comes from an ancient and distant past, passively transformed and standardized in the encounter with modernity. The transformation of Chinese medicine is the result of a concrete process that involves well defined actors and places. Attending a course for international student at Beijing University of Chinese Medicine, I took part in the learning process, analyzing the transmission of Chinese medicine to international students, observing how teachers organize lessons and evaluating the impact of these methods on the healing knowledge itself. Through an analysis of the communication processes, explicit and implicit, which are at the basis of the transmission of knowledge, and of the opacities and discrepancies that arise in this context, in this thesis I have tried to highlight the role of analogies and metaphors in allowing the passage of certain theoretical concepts from Chinese medicine to international students with a biomedical background. In this analysis, I also intend to show how knowledge is built within the relationship between the two systems of thought in question in a continuous reference to the concepts of modernity and tradition, thus allowing to underline what are the continuities with the past and the innovations.
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Minen, Francesca <1989&gt. "La pelle e le conoscenze dermatologiche nella medicina assiro-babilonese." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13455.

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Анотація:
Il presente lavoro di tesi rappresenta il primo studio storico-medico sistematico sulla pelle e sulle sue sintomatologie nel panorama degli studi di medicina mesopotamica. Esso è comprensivo sia di fonti scientifiche che di riferimenti isolate da fonti estranee ai corpora medici. Il Capitolo I rappresenta un'analisi storico-antropologica sul concetto di pelle. Il Capitolo II si concentra sulle nozioni di lesioni e malattie cutanee, approfondendo le credenze ad esse correlate. I Capitoli III e IV sono dedicati all'analisi del lessico, rispettivamente, delle lesioni e delle malattie cutanee. Il Capitolo V indaga i parametri di diagnosi dermatologica presenti nelle fonti. Il Capitolo VI offre un'analisi delle applicazioni terapeutiche in ambito dermatologico.
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PISCIARELLI, FRANCESCHINA. "La tutela brevettuale dell’innovazione biotecnologica. Privatizzazione della conoscenza nel settore della ricerca e dello sviluppo." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242742.

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Анотація:
Il legame appropriazione-innovazione che ha, da sempre, rappresentato la giustificazione economica delle privative industriali è entrato in crisi con la tutela del vivente oggetto delle invenzioni biotecnologie; queste ultime rappresentano una delle tappe di svolta della storia moderna del sistema brevettuale, profondamente cambiato anche per effetto della celebre decisione “anything under the sun that is made by mann” pronunciata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1980. La rivoluzione brevettuale è frutto del progressivo mutamento dell’obiettivo da tutelare. I diritti di proprietà intellettuale, destinati originariamente a promuovere l’innovazione tecnica e l’espressione artistica, riguardano, nella loro attuale configurazione, la tutela della conoscenza in quanto tale; rappresentano efficaci strumenti di assoggettamento alla logica proprietaria di aree di conoscenza pura, piuttosto che della sua dimensione applicativa, attraverso i quali possono essere recuperati gli ingenti investimenti connessi alla ricerca biotecnologica. Se l’estensione delle privative garantisce, per un verso, il progredire della ricerca, da cui nascono importanti risorse (si pensi, in particolare, a quelle farmacologiche), dall’altro il fenomeno rischia di ridurre eccessivamente gli spazi di libero accesso ai beni immateriali con conseguenti possibili costi in termini sociali. In un’economia dove si assiste ad una crescente privatizzazione della conoscenza, si riflette sull’esigenza di rivedere i regimi di stimolo all’innovazione impiegando, a tal fine, la categoria dei beni comuni ed i modelli d’interazione di natura cooperativa; in un sistema che garantisca l’accesso alla giustizia e permetta di configurare gli interessi oppositivi in termini di pretese costituzionalmente garantite, valorizzando quindi i diritti fondamentali nella loro funzione di apertura delle sfere d’esclusiva, anche il circuito giurisdizionale potrà offrire un valido canale di emersione del retroterra non proprietario, congiunturalmente al (o in supplenza del) tradizionale processo politico.
With the protection of biotechnological inventions, the link between appropriation and innovation that has always represented the economic justification for industrial property rights has now entered a crisis phase. These types of invention represent one of the turning points in the modern history of the patent system which also underwent profound change following the celebrated “anything under the sun that is made by man” decision made by the United States Supreme Court in 1980. The patent revolution is the outcome of progressive change in the objective to be protected. In their present configuration, intellectual property rights, originally designed to encourage technical innovation and artistic expression, regard protection of knowledge as such; they represent effective instruments of subjection to the proprietary logic of areas of pure knowledge, rather than of its application, by means of which the substantial investments into biotechnological research can produce returns. If the extension of rights, on the one hand, guarantees progress in research thus generating substantial resources (particularly in pharmacology), on the other the phenomenon runs the risk of excessively reducing free access to intangible assets with consequent possible social costs. In an economy which is seeing a growing privatisation of knowledge, questions are raised about the need to review methods of stimulating innovation by using the category of common property and models of cooperative interaction. In a system that guarantees access to justice and also allows for opposing interests to be constitutionally guaranteed, thus enhancing fundamental rights in their role of opening spheres of exclusivity, courts too can offer a valid channel for the emergence of the non-proprietary hinterland, in parallel to (or in the place of) the traditional political process.
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Tanzarella, Anna. "Rappresentare il cambiamento: fonti storico-cartografiche per la conoscenza e l'agire territoriale: il caso trentino." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2012. https://hdl.handle.net/11572/367856.

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Анотація:
La presente ricerca espone i risultati di un primo censimento e dello studio sulle fonti cartografiche storiche conservate in archivi trentini, nazionali ed esteri, che hanno ad oggetto la rappresentazione del Tirolo meridionale, e del Trentino in particolare, prima dell’annessione al Regno d’Italia nel 1919. Particolare attenzione è stata rivolta alle testimonianze cartografiche a grande e grandissima scala (catastali, peritali, topografico-militari), comprese fra il XVII e il XIX s., e per buona parte insondate nel loro valore euristico di documenti del territorio. Si tratta di un lavoro di carattere esplorativo, che ha dato priorità da un lato al censimento delle fonti (al momento quantificato in più di 1000 pezzi cartografici), con una prima sistematizzazione delle stesse e l’ideazione di una scheda ragionata di classificazione, dall’altro, attraverso una selezione dei materiali censiti, all’elaborazione di alcuni exempla metodologici, ricostruttivi e applicativi, su aree campione (la conca di Trento, la Valle del Rio Cavallo, la Valle del Basso Sarca). Pertanto la ricerca d’archivio è stata accompagnata dall’indagine sul campo mirata all’individuazione delle componenti territoriali restituite dalla rappresentazione cartografica, dei sedimenti che hanno segnato i precedenti cicli di territorializzazione e che oggi possono costituire l’oggetto di una rinnovata progettualità. La pianificazione paesaggistica e il governo del territorio devono potersi confrontare con le indagini geostoriche come chiave di lettura per comprendere e spiegare la complessità culturale e paesaggistica dei territori attuali.
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Tanzarella, Anna. "Rappresentare il cambiamento: fonti storico-cartografiche per la conoscenza e l'agire territoriale: il caso trentino." Doctoral thesis, University of Trento, 2012. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/751/1/TESI_TANZARELLA.pdf.

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La presente ricerca espone i risultati di un primo censimento e dello studio sulle fonti cartografiche storiche conservate in archivi trentini, nazionali ed esteri, che hanno ad oggetto la rappresentazione del Tirolo meridionale, e del Trentino in particolare, prima dell’annessione al Regno d’Italia nel 1919. Particolare attenzione è stata rivolta alle testimonianze cartografiche a grande e grandissima scala (catastali, peritali, topografico-militari), comprese fra il XVII e il XIX s., e per buona parte insondate nel loro valore euristico di documenti del territorio. Si tratta di un lavoro di carattere esplorativo, che ha dato priorità da un lato al censimento delle fonti (al momento quantificato in più di 1000 pezzi cartografici), con una prima sistematizzazione delle stesse e l’ideazione di una scheda ragionata di classificazione, dall’altro, attraverso una selezione dei materiali censiti, all’elaborazione di alcuni exempla metodologici, ricostruttivi e applicativi, su aree campione (la conca di Trento, la Valle del Rio Cavallo, la Valle del Basso Sarca). Pertanto la ricerca d’archivio è stata accompagnata dall’indagine sul campo mirata all’individuazione delle componenti territoriali restituite dalla rappresentazione cartografica, dei sedimenti che hanno segnato i precedenti cicli di territorializzazione e che oggi possono costituire l’oggetto di una rinnovata progettualità. La pianificazione paesaggistica e il governo del territorio devono potersi confrontare con le indagini geostoriche come chiave di lettura per comprendere e spiegare la complessità culturale e paesaggistica dei territori attuali.
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Частини книг з теми "001 Conoscenza"

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Bianchini, Paolo, Circe Maria Fernandes Bittencourt, and Pompeo Vagliani. "La bellezza come strumento di accesso alla conoscenza storica. La mostra Scuole come capanne. Libri come opere d’arte. Dal Brasile all’Agro romano." In Studi e saggi, 223–34. Florence: Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-009-2.21.

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The essay deals with the exhibition “Schools as huts and books as works of art. From Brazil to the Agro Romano” (Scuole come capanne e libri come opere d’arte. Dal Brasile all’Agro Romano), which collected educational materials and objects of daily life made for the schools of the Brazilian Indians, as well as those of the farmers of the Agro Romano of the early 20th Century. The dialogue between these materials underlines the centrality of beauty in education and in creating a better world.
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Balboni, Paolo E. "5 • La natura della competenza comunicativa." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/005.

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Ho riflettuto per anni sulla competenza comunicativa (credo che quando ho proposto sia un vero ‘modello’, valido sempre e ovunque), e negli anni Novanta ho allargato il modello alla comunicazione interculturale (e anche questo modello mi pare molto potente dal punto di vista descrittivo); negli ultimi anni mi sono poi chiesto se la sinonimia che viene stabilita di solito tra competenze e conoscenze sia giustificata. Per queste ragioni credo che il mio contributo sia evoluto dalla divulgazione degli anni Ottanta ad una riflessione teorica degna di essere ricordata.
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"2 • Il funzionamento dell’anima: conoscenza, azione, ragione e volontà." In Lexis Supplements. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-630-5/003.

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In the second chapter, the main psychological dynamics of knowledge and action are analysed through the study of the so-called ‘faculties’ of the soul: representation, assent, and impulse. The problem of the preconceptions of good and god is treated as well.
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Volpe, Giuliano. "«What the hell is water?». Paesaggi, conoscenza, tutela, partecipazione." In Sapere l’Europa, sapere d’Europa. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9/006.

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The article contains some critical remarks about the Landscape Convention (Florence 2020) and the Convention on the Value of Cultural Heritage for Society (Faro 2005), with particular reference to the active participation of citizens.
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Iacobini, Antonio. "Verso un museo digitale dell’Italia bizantina Un progetto per la conoscenza di un patrimonio artistico disseminato." In Proceedings of the 24th International Congress of Byzantine Studies Plenary Sessions. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-590-2/005.

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Abstract The number of Byzantine objects in Italian museums and churches is extremely relevant, yet this heritage is dispersed throughout the country, forming a submerged network that is barely visible. The goal of the project Navigating Through Byzantine Italy is to highlight this network by creating an online catalogue of the Byzantine objects publicly displayed or accessible in Italy. Combined with an international workshop and a volume – both included in the outcomes of the project – this catalogue will help to achieve a better understanding of crucial phenomena that characterised cultural interrelations in the medieval Mediterranean, such as patronage, diplomacy, trade, and collecting.
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Iacobini, Antonio. "Verso un museo digitale dell’Italia bizantina Un progetto per la conoscenza di un patrimonio artistico disseminato." In Proceedings of the 24th International Congress of Byzantine Studies Plenary Sessions. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-590-2/005.

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Abstract The number of Byzantine objects in Italian museums and churches is extremely relevant, yet this heritage is dispersed throughout the country, forming a submerged network that is barely visible. The goal of the project Navigating Through Byzantine Italy is to highlight this network by creating an online catalogue of the Byzantine objects publicly displayed or accessible in Italy. Combined with an international workshop and a volume – both included in the outcomes of the project – this catalogue will help to achieve a better understanding of crucial phenomena that characterised cultural interrelations in the medieval Mediterranean, such as patronage, diplomacy, trade, and collecting.
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Paribeni, Andrea, and Silvia Pedone. "La corrispondenza epistolare come rete di conoscenza, dibattito e azione Le riflessioni sulle arti e sulla tutela di Philip Webb, Giacomo Boni e John Ruskin." In John Ruskin’s Europe. A Collection of Cross-Cultural Essays With an Introductory Lecture by Salvatore Settis. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-487-5/007.

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Анотація:
Taking as reference point the figure of John Ruskin, we intend to explore in this paper the relationship between two interesting personalities of the European artistic world at the end of the 19thcentury, Philip Webb and Giacomo Boni. Through the correspondence of these scholars held in Italian and British Archives, we consider here disparate topics in order of the political heritage, literary and art-historical debates in the modern Europe. In particular the epistolary reports and archival documentation, relating to the inspections upon monuments carried out by Boni throughout the Italian territory, reveal a sympathetic reception of the Ruskinian theories and indications concerning restoration, albeit with an application ‘tempered’ by the need to realize concrete and effective solutions respecting and safeguarding the monument.
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