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Teses / dissertações sobre o tema "Studi di genere e della sessualità"

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1

Mandro, Marion. ""Per una nuova filosofia dei sessi"". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7092/.

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La finalità di questa tesi è un excursus a posteriori sulle derive degli estremismi ideologici come il femminismo e la misoginia. Ci si è avvalsi delle teorie di studiosi quali Freud, Lacan, Weininger, Simone de Beauvoir, come anche Maria Zambrano, Adriana Cavarero, John Berger, Judith Butler, Luce Irigay, Camille Paglia e altri esponenti pertinenti alla materia analizzata. Si è infine concluso con le teorie innovative di Silvia Montefoschi, formulando una soluzione ipotetica alle discriminazioni di genere, applicabile al campo socio-linguistico.
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2

Ivanicova, Terezia <1987&gt. "La performance di genere. Famiglia, amore e sessualità nella letteratura giapponese contemporanea". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5458.

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La tesi esamina i quattro romanzi di successo pubblicati negli anni '80 e negli anni '90 dalle scrittrici Ekuni Kaori, Yoshimoto Banana, Matsuura Rieko e Kawakami Hiromi: Kira kira hikaru, Kitchin, Oyayubi P no shūgyō jidai, Hebi wo fumu. Le tematiche affrontate offrono al lettore una rappresentazione nuova e del tutto originale della famiglia, matrimonio, amore, sessualità, e dell’interazione tra i giovani giapponesi d’oggi.
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3

Pinelli, Luca. "Reading Virginia Woolf with Simone de Beauvoir's Philosophy : theoretical Resonances, Intercorporeality, Fiction". Electronic Thesis or Diss., Paris 3, 2024. http://www.theses.fr/2024PA030025.

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Cette thèse analyse la production littéraire de Virginia Woolf au prisme de la philosophie de Simone de Beauvoir. Après avoir situé les deux autrices dans leurs contextes originaux, leurs trajectoires transnationales et leurs résonances théoriques seront examinées à la lumière des renégociations de leurs œuvres par les critiques ultérieurs. En particulier, cette thèse se concentre sur la notion phénoménologique d'intercorporéité, c'est-à-dire sur la théorie selon laquelle les sujets sont incarnés et relationnels, enchevêtrés dans un processus de devenir matériel et idéologique constant. Cette notion est adaptée à une étude de l’œuvre romanesque de Woolf à travers une approche phénoménologique et écologique du personnage. Ce regard féministe et philosophique jette une lumière nouvelle sur les essais, les esquisses autobiographiques et les romans de Woolf, démontrant ainsi la productivité des perspectives pluralistes dans les études littéraires
This thesis investigates Virginia Woolf’s literary production through the lens of Simone de Beauvoir’s philosophy. After situating the two authors within their own original contexts, their transnational trajectories and theoretical resonances will be examined in the light of subsequent critics’ renegotiations of their works. In particular, this thesis focuses on the phenomenological notion of intercorporeality, namely on the theory that subjects are embodied and relational, entangled in a process of constant material and ideological becoming. This notion is adapted to a study of Woolf’s fiction through a phenomenological and ecological approach to character. This feminist and philosophical lens sheds new light on Woolf’s essays, autobiographical sketches, and fiction, thereby showing the productivity of pluralistic perspectives in literary studies
Questa tesi indaga la produzione letteraria di Virginia Woolf attraverso la filosofia di Simone de Beauvoir. Dopo aver collocato le due autrici all'interno dei loro contesti originari, le loro traiettorie transnazionali e le loro risonanze teoriche saranno esaminate alla luce delle rinegoziazioni delle loro opere da parte della critica successiva. In particolare, questa tesi si concentra sulla nozione fenomenologica di intercorporeità, ovvero sulla teoria secondo cui i soggetti sono incarnati e relazionali, invischiati in un processo di costante divenire materiale e ideologico. Questa nozione viene adattata allo studio della narrativa di Woolf attraverso un approccio fenomenologico ed ecologico al personaggio. Questa lente femminista e filosofica getta nuova luce sui saggi, gli schizzi autobiografici e la narrativa di Woolf, mostrando così la produttività delle prospettive pluralistiche negli studi letterari
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4

Politanò, Carlotta. "Stereotipi di genere e linguaggio delle relazioni: proposta di traduzione del discorso di Carlotta Vagnoli". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Il presente elaborato contiene l’analisi e la proposta di traduzione in inglese del discorso di Carlotta Vagnoli al TEDxBrianza 2021. L’elaborato è composto da tre parti principali: nella prima parte vengono introdotti l’autrice e il suo lavoro di divulgazione sulle questioni di genere, a cui segue la spiegazione dell’organizzazione TED e dell’evento TEDxBrianza; nella seconda parte viene fatta un’analisi del discorso di Vagnoli dal punto di vista del contenuto, della retorica e dello stile, seguita dalla proposta di traduzione in inglese; l’ultima parte corrisponde al commento alla traduzione, in cui vengono illustrate le strategie e le scelte di traduzione, insieme a riflessioni sul significato di alcuni termini.
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5

ARFINI, Elisa Anna Giuseppina. "SEXING DISABILITY. Prospettive di genere, embodiment sessuale e progetto sul corpo nelle disabilità fisiche". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389321.

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From a sociological perspective and using a narrative methodology applied to interviews with physically disabled subjects, this research presents a discursive and biographical inquiry of disability, pointing out – in particular – gender perspectives and social construction of sexual actions. Thus, not only narratives of actual disabled subjects will be analyzed, but also body projects, identities and sexual embodiments of those able subjects who engage in disability on different levels: identification, sexual desire, body project, sexual embodiment. Sexuality and gender identity are considered crucial to this analysis as they are conceived as social activities in which the body is the main agent and due to their constitutive role in subjectivation processes.
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6

Fontana, Riccardo. "Self-efficacy e segregazione orizzontale: uno studio di genere nel corso di laurea magistrale in fisica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24284/.

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Questa tesi ha come nucleo centrale un’indagine di genere svolta all’interno del Dipartimento di Fisica e Astronomia. Utilizzando i dati relativi alle tesi magistrali svolte negli ultimi dieci anni, si vuole indagare la numerosità e la distribuzione dellɜ studentɜ tra i diversi curricula del Corso di Laurea Magistrale in Fisica, e come l’Auto-Efficacia (Self-Efficacy) abbia effetti sulle scelte dellɜ studentɜ. Nel primo capitolo viene introdotto il concetto di Self-Efficacy, che viene illustrato sia nelle definizioni teoriche che nei metodi sperimentali che si utilizzano in psicometria per misurarla. Ci si concentra poi sulla Self-Efficacy delle studentesse nei Corsi di Laurea in Fisica, illustrando i risultati più recenti della ricerca a riguardo. Nel secondo capitolo si indaga invece la situazione dell’Ateneo di Bologna: dai dati degli ultimi dieci anni si osserva che le studentesse tendono ad indirizzarsi verso corsi di laurea in Fisica Applicata, mentre una percentuale minore rispetto a quella degli uomini di indirizza verso un curriculum teorico. Viene inoltre studiata la possibilità di una correlazione di genere nella scelta del relatore o della relatrice: il risultato del Test del Chi Quadro di Pearson effettuato sui dati dimostra la validità dell’ipotesi nulla ovvero che la scelta del relatore o della relatrice è casuale. Nel terzo e ultimo capitolo vengono intervistate Ilenia Picardi e Francesca Vidotto, esperte, rispettivamente, nei campi di Studi di Genere nella Scienza e della Filosofia della Scienza in ambito femminista, al fine di ampliare questa indagine con ulteriori analisi e commenti, in modo da inserire questo studio in un contesto più generale. I due interventi riguardano la segregazione orizzontale inserita in un contesto più ampio che non sia solo accademico e il possibile contributo apportato da una maggiore rappresentazione femminile in ambito scientifico.
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7

Facchini, Igor. "Traduzione per l'infanzia e questioni di genere: proposta di traduzione di "X: A Fabulous Child's Story" di Lois Gould". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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L’elaborato si articolerà in tre sezioni. Nella prima sezione, cercherò di fornire una panoramica sulla vita dell’autrice e il contesto di pubblicazione, fondamentale per la profonda comprensione dell’opera. Esporrò inoltre brevemente gli snodi centrali e le tematiche di rilievo del testo. Nella seconda sezione, presenterò la mia proposta di traduzione del racconto, a cui seguirà una terza sezione in cui tratterò innanzitutto le teorie alla base della traduzione femminista per poi soffermarmi su un vero e proprio commento alla traduzione. L’obiettivo di questa ultima parte sarà, in primo luogo, esplorare le problematiche traduttive specifiche della traduzione di un testo per l’infanzia di questo tipo e, in secondo luogo, illustrare le mie soluzioni e spiegare le diverse strategie adottate per far fronte ai problemi riscontrati durante il processo traduttivo. Passando dall’inglese, lingua in cui esiste in genere neutro, all’italiano, in cui il genere è marcato morfologicamente, è opportuno prestare attenzione, così da evitare ogni tipo di ricorso al maschile falso generico.
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8

Tabanelli, Jessica. "La voce di una ragazza. Un'analisi di genere de La Sirenetta attraverso tre versioni nel tempo". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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A tutt’oggi, il genere fiabesco rimane oggetto di curiosità e studi, affascinando gli esperti per la sua incredibile funzione pedagogica e di formazione culturale dell’individuo. In particolare, Zipes (2006) e altri sostengono che le fiabe siano il primo mezzo per veicolare nelle menti dei bambini il concetto di società e di identità, i valori e gli stereotipi della cultura dominante occidentale. Proprio riguardo questi ultimi, a partire dal secolo scorso, si è aperto un dibattito sull’influenza delle rappresentazioni di genere nelle fiabe classiche: le donne ricoprono spesso un ruolo passivo, inferiore alle controparti maschili, e ciò ha condotto diverse generazioni di giovani ragazze a conformarsi a quest’immagine (von Franz, 1993). La Sirenetta di Hans Christian Andersen è un esempio di fiaba classica dove la maggior parte dei personaggi è femminile, ma completamente modellata dall’immaginario maschile, conforme alle norme patriarcali dell’epoca ma non alla donna reale. Allo stesso tempo, però, La Sirenetta parla specialmente alle donne: la protagonista è una ragazza con un grande sogno d’amore, disposta a tutto, persino a sacrificare il suo dono, per avverarlo. Partendo da questi presupposti e dal fatto che questa storia, nella realtà, è molto attuale e frequente, in questo elaborato analizzerò il testo originale di Andersen (1837), poi la trasposizione cinematografica di Disney (1989), così nota da aver scalzato l’originale, e infine la versione postmoderna femminista di Emma Donoghue (1997), meno conosciuta ma non meno importante. Considererò il contesto storico-culturale di ciascuna versione, commenterò le immagini di donne e uomini in esse, quindi i diversi valori trasmessi a seconda del periodo e della società e, soprattutto, studierò l’evoluzione del personaggio della sirenetta, che viene modificata, cresciuta, fortificata fino a raggiungere un’immagine più vicina alla vera eroina dei giorni nostri.
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9

Del, Romano Cecilia. "“Apri la testa e lancia i ruoli di genere dalla finestra”: Proposta di sottotitolaggio del documentario No More Boys And Girls: Can Our Kids Go Gender Free". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Quest’elaborato si propone come scopo quello di analizzare la seconda parte del documentario “No More Boys And Girls: Can Our Kids Go Gender Free”, prodotto da Outline Productions e mandato in onda dal canale inglese BBC Two ad Agosto del 2017, e proporne una traduzione sotto forma di sottotitolaggio (la tabella dei sottotitoli è allegata all’elaborato in appendice). Il video documenta l’esperimento del Dott. Javid Abdelmoneim in una classe di seconda elementare della scuola “Lanesend Primary School” presso l’Isola di Wight. L’obiettivo dell’esperimento è scoprire se eliminare le differenze di genere nell’ambiente in cui vivono i bambini e le bambine aiuti a migliorare le loro abilità e ad aumentare la loro fiducia in sé stessi. Poiché la disparità di genere in età adulta è il risultato di un’educazione differenziata tra i due sessi, il Dott. Abdelmoneim ricorre a delle strategie per eliminare queste differenze e far capire ai bambini e alle bambine che i giochi, i colori, gli sport e i mestieri non hanno niente a che vedere con il sesso biologico di una persona. In questo elaborato esploreremo in un primo capitolo cos’è la traduzione audiovisiva, in particolare il sottotitolaggio ed i suoi aspetti tecnici. In seguito, il secondo capitolo tratterà l’applicazione degli studi di genere al campo dell’istruzione con una breve parentesi sulla situazione in Italia e un approfondimento sull’esperimento effettuato nel documentario. Infine, il terzo capitolo analizzerà il lavoro di sottotitolaggio, illustrando le difficoltà incontrate e motivando la scelta delle soluzioni traduttive prese.
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10

Song, Jiaxi. "La discriminazione di genere più diffusa nei prodotti d’intrattenimento in Cina". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25187/.

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Il presente lavoro nasce dall'inquietudine per quanto riguarda la situazione peggiorata della discriminazione di genere manifestata nei prodotti d'intrattenimento negli ultimi anni in Cina, la quale in realtà, è una conseguenza causata dal continuo rafforzamento della censura. L’obiettivo di questa tesi è di scoprire i pregiudizi di genere insiti nei prodotti d’intrattenimenti e nelle regole governative che limitano la creatività di ideare e produrre le nuove opere. Questa tesi, utilizzando la teoria di Laura Mulvey, cerca anche di analizzare la fonte di questi pregiudizi presentati nei prodotti d’intrattenimento e nelle regole aggiornate dal governo cinese.
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Simone, Nicola. "One Step Inside Doesn’t Mean You Understand: Analisi della traduzione italiana di The Lie and How We Told It di Tommi Parrish". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Il seguente elaborato ha lo scopo di presentare e analizzare i processi traduttivi utili all’adattamento di fumetti e graphic novel, mediante il commento alla traduzione italiana di The Lie and How We Told It di Tommi Parrish, a cura di Matteo Gaspari. A tale scopo, il primo capitolo illustrerà la storia del fumetto e la sua evoluzione fino alla nascita delle graphic novel negli Stati Uniti e in Italia. Sulla base della definizione del termine “fumetto” data da Scott McCloud (1993), si tenterà inoltre di distinguere meglio il particolare genere della graphic novel, in base alle caratteristiche a esso tipicamente associate. Il secondo capitolo introdurrà la terminologia relativa alle questioni di genere e LGBTQ+, in modo da comprendere il modo in cui la comunità del fumetto si rapporta alla femminilità e al non eterosessuale. Questo aspetto verrà analizzato sia dal punto di vista della rappresentazione mediatica di tali comunità di persone, sia da quello degli spazi editoriali a disposizione di donne e membri della comunità LGBTQ+ nel campo dei fumetti. Il terzo capitolo presenterà la graphic novel The Lie and How We Told It, a opera di Tommi Parrish, così come lo stile dell’artista e le influenze di altri fumetti sul suo lavoro. Si illustreranno poi brevemente alcuni aspetti teorici sulla traduzione del fumetto, in modo da poter analizzare l’adattamento italiano del volume edito da Diabolo Edizioni. Si commenteranno in modo particolare l’adattamento del formato, del metatesto, degli aspetti grafici, sintattici e lessicali. Il quarto capitolo, infine, riporterà le interviste condotte a Tommi Parrish, a Riccardo Zanini di Diabolo Edizioni e a Matteo Gaspari. Scopo delle interviste sarà quello di affiancare le informazioni così dedotte alle fonti bibliografiche consultate durante la stesura dell’elaborato, al fine di offrire una prospettiva più ampia riguardo all’analisi condotta sia in generale sia relativamente alla trasposizione di The Lie in lingua italiana.
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Granatiero, Valentina. "L'invisibilità delle donne durante le emergenze sanitarie: la gestione italiana dell'epidemia di Covid-19". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Il presente elaborato ha l’obiettivo di analizzare come la credenza che il punto di vista maschile sia neutro abbia portato a un vuoto di dati di genere, causando una superficiale gestione delle problematiche che riguardano nello specifico il sesso e il genere femminile, soprattutto durante situazioni di crisi nazionale. In particolare, è stata analizzata la gestione italiana dell’emergenza sanitaria di Covid-19 e le relative conseguenze sulla popolazione femminile. La tesi è suddivisa in due capitoli: il primo si focalizza sull’analisi delle task force create per far fronte alla crisi sanitaria, composte prevalentemente da uomini, per poi focalizzarsi sul dissenso che ne è scaturito e la conseguente integrazione di nuove esperte nelle task force. Il secondo capitolo si concentra sulle problematiche legate al sesso e al genere femminile che sono andate ad aggravarsi durante il periodo di lockdown e le relative conseguenze sulla vita e sulla salute delle donne.
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Del, Romano Martina. "The Importance of Quality LGBT Representation in Popular Television Shows: Orange Is the New Black and Orphan Black". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8165/.

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Il seguente elaborato analizza l'importanza di un'adeguata rappresentazione di personaggi appartenenti allo spettro LGBT all'interno di programmi televisivi nordamericani, in particolare Orange Is The New Black e Orphan Black. Lo scopo della tesi è quello di provare l'importanza della rappresentazione nella costruzione dell'identità personale di ognuno, e nella lotta contro le discriminazioni di genere e orientamento sessuale. Le tesi si apre con un excursus teorico sul termine e il concetto di rappresentazione, soprattutto relativo all'ambito della televisione. Successivamente, vengono analizzati i vari tipi di rappresentazione all'interno nei due programmi televisivi presi in esame. La ricerca si conclude con una valutazione degli effetti e delle reazioni del pubblico a entrambi i telefilm e, infine, con alcune considerazioni personali.
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Chafoui, Imane. "La terrazza proibita. Vita e resistenza delle donne arabe nell'harem". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Analizzando l’autobiografia "La terrazza proibita. Vita nell’harem" di Fatema Mernissi, tratterò innanzitutto dell’harem, l’istituzione più evidente della reclusione femminile e dell’impossibilità delle donne di accedere agli spazi pubblici e partecipare attivamente alla politica del proprio paese, come spazio di lotta e resistenza quotidiana da parte delle donne. In seguito parlerò delle due forze a cui l’islam e le istituzioni devono rendere conto: la tradizione su cui si basano tutte le leggi morali e comportamentali musulmane, e l’avvento della modernità, rappresentato dall’Occidente e percepito dalla società musulmana più conservatrice come una minaccia. Analizzerò, poi, gli spazi riservati alle donne, come gli hammàm, dove si creano occasioni per mostrare la propria solidarietà, parlare di desideri profondi, trovare conforto alle ingiustizie e alla reclusione e sognare un futuro migliore. Infine, tratterò dell’harem e come è stato interpretato e rappresentato in Occidente e come questa percezione costituisca un problema notevole nella costruzione dei rapporti tra Oriente e Occidente e come il motivo della maggior parte dei conflitti, concreti ed ideologici, tra questi due patriarcati sia stato e rimane il controllo delle donne e dei loro corpi. L’analisi del romanzo vuole contribuire a un femminismo intersezionale e inclusivo che accolga anche una visione teologica, non solo laica, in modo tale da permettere alle donne stesse con le loro necessità, desideri e valori di crearsi uno spazio tutto loro, senza l’intromissione né dell’uomo arabo né di quello occidentale, e attraverso una riflessione personale e una reinterpretazione dell’islam per rivendicare il diritto di autodeterminarsi.
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Delpanno, Greta. "Gender Marketing nella televisione advertising, canali tv e audience tra Italia e Stati Uniti a confronto". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25130/.

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Premettendo che il dibattito sociale sulla parità di genere è in continua evoluzione e il concetto stesso di genere sta oggigiorno assumendo delle connotazioni differenti rispetto a un tempo, con il presente elaborato si ha intenzione di indagare dove e in che misura siano ancora presenti gli stereotipi di genere nella televisione. Considerata la retorica attuale sull’importanza dell’individuo di esprimersi secondo le proprie scelte personali senza farsi influenzare da vecchi preconcetti sui ruoli di genere, spariranno dagli scaffali gli articoli con la scritta “da uomo” o “da donna” e i prodotti con un target di genere specifico? Sarà possibile in un futuro prossimo ripensare alle nozioni di mascolinità e di femminilità in termini di mercato? Viene qui presentata una tesi di tipo comparativo sul gender marketing tra l’Italia e gli Stati Uniti che proprio per il tema molto attuale trattato e per il confronto tra i due stati, aspira a dare un apporto significativo al dibattito in merito. Una parte di questa ricerca è stata realizzata per due mesi nel campus di Chico della California State University, dove è stato possibile avere accesso ai materiali bibliografici in loco e un confronto diretto con gli esperti del settore. Dopo una parte iniziale sul gender marketing (ovvero il marketing rivolto a uno specifico genere); ci si soffermerà sull’analisi di alcuni casi di studio che avverrà secondo tre metodi di indagine: analisi del palinsesto, studio della presenza social dei casi indagati e ricerche delle parole chiave su Google tramite i dati SEO (Search Optimitation Engine), che saranno spiegati ampiamente nell’elaborato. Tramite lo studio dei canali televisivi selezionati e una serie di esempi sugli advertising più popolari nelle due nazioni prese a confronto si analizzerà l’impatto che questi prodotti hanno sul pubblico domandandosi se esistano ancora in televisione determinati prodotti promossi a livello pubblicitario per un genere o per un altro.
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Martini, Francesca. "Il caso TheRedPill: filosofia e femminismo". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Questa tesi di laurea analizza la situazione di oppressione femminile e di disuguaglianza di genere dovuta alla persistente misoginia che caratterizza la nostra società patriarcale, facendo particolare riferimento alla nostra cultura filosofica. Il nostro secolo ha visto la nascita di gruppi come TheRedPill, un forum che unisce circa 300.000 attivisti che lottano contro il femminismo, professando ideali altamente sessisti e misogini e avvalendosi delle parole dei grandi pensatori della nostra tradizione filosofica. Ma nel citare ed analizzare i testi classici, gli attivisti di TheRedPill sono propensi al manipolare le fonti che decidono di utilizzare, in modo da trasmettere un messaggio che per loro sia più significativo e inerente alle problematiche della modernità. Gli attivisti si sono appropriati delle affermazioni degli antichi pensatori e le hanno alterate per rafforzare e sostenere le loro idee che alimentano l’odio e la discriminazione. Questo elaborato ha l’obiettivo di invitare ad un’analisi e studio più critico dei classici e vuole proporre l’introduzione di voci femminili in un campo che è da sempre stato considerato prettamente maschile.
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Casagrande, Miriam. "“I let you know me, see me.” HANNIBAL e l’incarnazione queer". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24506/.

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Il lavoro di tesi svolto ha come oggetto di studio la serie televisiva Hannibal, si è voluto dimostrare come lo studio delle dinamiche concettuali e fisiche possano fornire un ulteriore approccio nello studio di determinati aspetti della narrazione. L’analisi si è concentrata in particolar modo su precisi aspetti esposti nelle dinamiche che intercorrono tra i personaggi, oltre che nelle scelte stilistiche, le quali rendono esplicita una lettura queer della serie. In tale prospettiva sono stati presi in considerazione gli studi di Guerra e Gallese sulla rilevanza dei neuroni specchio nel coinvolgimento che i film esercitano sul corpo degli spettatori, insieme al riscontro di strutture metaforiche legate alla cognizione di concetti astratti come identificati da Lakoff e Johnson nella Teoria delle Metafore Concettuali. Come ulteriore supporto, sono state prese in esame le ricerche epistemologiche sul cinema, le quali si sono dimostrate una risorsa utile per la comprensione della relazione tra il corpo degli spettatori e i queer studies, oltre che per indagare la possibilità di un’“incarnazione queer” nei prodotti audiovisivi. Partendo dall’importanza data alla visione all’interno del racconto come elemento di conoscenza e di costruzione dell’identità, l’analisi si è concentrata sulle scelte stilistiche messe in atto per far intendere allo spettatore dei sottotesti queer. Lo studio si è poi spostato verso elementi ricorrenti nelle rappresentazioni queer mediali come il ricorso di tropi del genere gotico e l’estetizzazione della violenza, ultimando il discorso prendendo in esame elementi di vicinanza e sovversione di alcune delle teorie antisociali proposte nei queer studies.
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Accardi, Giuseppe F. M. "Port-Royal. La preghiera e la liturgia (1609-1669). I percorsi di spiritualità e l'elaborazione della resistenza". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422664.

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Throughout the XVII century Port-Royal nuns face various challenges that compromise their overall existence. In 1650s and 1660s, the French Clergy together with the Crown try several times to subdue all their components, and therefore also Port-Royal nuns, to the signature of a Formulaire in ratification of the anti-Jansenist condemnation endorsed by the papacy, especially with Urban VIII, Alexander VII, Clement IX and Clement XI. Port-Royal community rejects to sign, and starts to elabo-rate a mythic narration that combines resistance and martyrology. Port-Royal nuns write many historical documents that are used by the community as an apologetic means also during the persecutions of the early XVIII century. The aim of my doctoral research is the analysis the long and complex forma-tion process of the Port-Royal identity, starting from its origins and its development from 1609 onward, when the reform started, and in 1668-1669, during the so-called «Paix de l’Église», that marks the end of the first anti-jansenist persecutions and the acme of the adherence of the community to the Jansenism. The specific focus is the analysis of the community spiritual life through the analysis of the praying and edify-ing literature of the nuns, that until today has been put aside by historiography. In order to highlight how the community took part to the development of French spirituality of the early XVII century, this work tries to rebuild the image of the spirituality experienced in the monastery, once its identity had been well established. 1. Including Salesian and Oratorian experiences, the reform of mère Angélique grows up during the direction of Saint-Cyran (1633-1643), that harshly stresses the spiritual conduct of the monastery as a whole. 2. Eucharistic adoration became more and more refined, growing as the liturgical centre of the new Istitut du Saint-Sacrement (1633-1647) and endly the model that conforms the communal enterprise of recollec-tion of memories on the reform, and since 1630s it combines the slow development of the self-representation, enhanced by internal traditions and loyalty to the monastic model. It is a remarkable witness of the construction of specific categories of Port-Royal spirituality, before those Jansenist experience in which these categories found their own doctrinal field. 3. Furthermore, regulation of the prayer through oral and written normative devices becomes an important characteristic of the community. 4. The last part of the work focuses on the construction of a unique and shared ‘speech’ that develops into a true ideology facing the menace or the real suffering of persecu-tions in the second half of the century.
Durante il XVII secolo, le religiose di Port-Royal affrontano diverse crisi che compromettono la stabilità del loro ordine. Negli anni Cinquanta e Sessanta il clero e la Corona di Francia stabiliscono diverse volte per tutti i loro appartenenti, e anche per le monache di Port-Royal, l’obbligo della firma del Formulario di ratifica delle condanne gianseniste da parte del papato, in particolare da Urbano VIII, Alessandro VII, Clemente IX e Clemente XI. La comunità di Port-Royal rifiuta la firma ed elabora una narrazione mitica di resistenza e martirio, pervenendo infine, alla proliferazione di documenti storici che funzionano come strumento apologetico proprio della comunità anche nelle persecuzioni del primo Settecento. La ricerca presente ha un obiettivo preciso: si concentra nell’approfondire la lunga e complicata definizione dell’identità di Port-Royal, nelle sue origini e nella sua trasformazione nel periodo compreso tra il 1609, data del debutto della riforma, e il 1668-1669, all’inizio della cosiddetta «Paix de l’Église», che segna la fine delle prime grandi persecuzioni antigianseniste e il culmine della partecipazione al Giansenismo. L’osservatorio specifico per tale obiettivo è l’analisi della vita spirituale della comunità attraverso lo studio della letteratura devozionale delle monache che è stata spesso messa da parte dalla storiografia. Per mettere in evidenza la misura in cui la comunità sembra partecipare a quel processo di trasformazione della spiritualità francese del primo Seicento, la pre-sente indagine cerca di ricostruire l’immagine della spiritualità che si è vissuta nel convento, quando ormai l’identità condivisa è ben delineata. 1. Raccolte le esperien-ze salesiane e oratoriane, la riforma angelicana matura pienamente col direttorato di Saint-Cyran (1633-1643), che caratterizza fortemente la vita spirituale del monastero. 2. L’adorazione eucaristica viene man mano perfezionata nel tempo, diventando il centro liturgico del nuovo Institut du Saint-Sacrement (1633-1647) e infine il modello cui si conforma l’impresa comunitaria volta alla raccolta di notizie e memorie retro-spettive sulla riforma, a partire dagli anni Trenta, accompagnando il lento formarsi di un’autorappresentazione, che si nutre di tradizione interna e fedeltà al modello mo-nastico. Essa è una valida testimonianza, in anteprima, della formazione di determi-nate categorie della spiritualità di Port-Royal, prima ancora dell’influenza giansenista, le quali troveranno in quest’ultima uno sfondo teorico appropriato. 3. Inoltre, la rego-lazione della preghiera mediante l’elaborazione di un apparato normativo prima orale e poi scritto, diviene un elemento importante della vita di comunità. 4. L’ultima parte del lavoro si focalizza sull’elaborazione di un ‘discorso’ unico e condiviso che si svi-luppa in una vera e propria ideologia nella seconda metà del secolo.
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LA, VERGHETTA MONIA. "VISION ORGANIZZATIVA E QUESTIONE DI GENERE: STUDI DI CASO DI LEADERSHIP FEMMINILE". Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11393/238229.

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Negli studi organizzativi il legame tra leadership e vision organizzativa trova fondamento in diversi contributi. L’affermarsi delle teorie sulla leadership carismatica e trasformazionale ha fatto assumere alla vision organizzativa un ruolo fondamentale per la definizione dei tratti caratteristici della stessa leadership. Il passaggio dalla leadership intesa in modo meccanicistico e non partecipativo alla concezione di un leader che viene considerato tale solo se rende partecipi degli obiettivi organizzativi i propri collaboratori rappresenta un punto cruciale sia per la teoria della leadership che per quella definita intorno alla vision organizzativa. Nel passaggio da una concezione all’altra, la “ricompensa”, che deriva dal raggiungimento degli obiettivi organizzativi, non è più solo il risultato di accordi di scambi presi in maniera preventiva tra la parti, ma il frutto della riconoscenza da parte dello stesso leader dell’essenzialità dell’apporto dei propri collaboratori ai fini dell’ottenimento del risultato conseguito (Burns, 1978, 2003).“La riflessione attuale sul comportamento manageriale mette a fuoco con chiarezza che la logica non ha presa completa sulla complessità dei comportamenti nell’organizzazione e che per comprendere le molte facce della realtà organizzata, bisogna porsi sul piano pluridimensionale delle […] motivazioni” (Bodega, 2002, p. 25). La definizione dello stile di leadership trasformazionale sembra dare una risposta all’esigenza di trovare nuovi modi per comprendere le rinnovate realtà organizzative e le nuove esigenze di natura culturale in cui insistono e dalle quali vengono influenzate. L’ascesa della presenza femminile, infatti, nel mondo economico-finanziario, ha fatto emergere l’esigenza di indagare la questione di genere, e nello specifico, la “leadership femminile”, perché indice di cambiamenti sociali ed economici rilevanti. Gli studi dedicati alla tematica evidenziano come sia possibile associare i caratteri della leadership di tipo femminile alle caratteristiche proprie del modello di leadership trasformazionale già in precedenza studiato in letteratura. La leadership femminile prevalente sembra quindi assumere i caratteri distintivi della leadership trasformazionale tra i quali emerge la capacità del leader di elaborare vision efficaci. Tuttavia, in letteratura non vi è un riscontro specifico in merito alla capacità delle donne leader di adempiere alla necessità organizzativa di elaborare una vision che sia condivisa ed efficace. Al contrario di quanto fatto in merito alla leadership trasformazionale, non vi sono studi che indaghino la capacità visionaria attraverso la lente della questione di genere, riferendosi in particolare alla capacità da parte della leadership femminile. Con questo lavoro di tesi si cerca, dunque, di colmare tale gap rispondendo alla seguente domanda di ricerca: come può la leadership femminile, possedendo qualità e caratteristiche tipiche della leadership trasformazionale, elaborare vision efficaci per l’organizzazione? La leadership femminile è capace di elaborare vision organizzative efficaci è la proposizione teorica da cui discendono le seguenti ipotesi di ricerca: HP 1) La vision di un’organizzazione caratterizzata da una leadership di tipo femminile è condivisa. HP 2) La vision di un’organizzazione caratterizzata da una leadership di tipo femminile è fattibile. HP 3) La vision di un’organizzazione caratterizzata da una leadership di tipo femminile è fonte di ispirazione. I primi due capitoli della tesi presentano la rassegna teorica della letteratura in merito alle due variabili di cui si discute nella ricerca. Nel primo capitolo, ha trovato, infatti, propria collocazione l’excursus sulle teorie di riferimento sulla leadership sviluppandosi in un primo approfondimento dedicato a quella carismatica, seguito da quello sullo stile trasformazionale e infine sulla leadership femminile (Bass, 1985, 1990, 1991; Yukl, 2010; Burns, 1978, 1998, 2003; Stogdill, 1974;Northouse, 2015;Bryman, 1992; Day&Antonakis, 2012; Gardner, 1990; Hickman, 2009; Mumford, 2006; Bodega, 2002; Van Seters& Field, 1990; Bass&Riggio, 2006; Sosik et al., 1993). Diversi gli autori (Helgesen, 1990; Rosener, 1995; Eagly, 1991, 2012; Eagly & Johnson, 1990; Powell & Butterfield, 1989; Terborg, 1977; Eagly & Johannesen-Schmidt, 2001) che hanno riscontrato particolari affinità tra lo stile di leadership condotto dalle donne prese in considerazione nelle loro ricerche e le caratteristiche della leadership trasformazionale. In queste assonanze trova giustificazione la “traslazione” delle caratteristiche della leadership trasformazionale a quella femminile. Nel secondo capitolo, sono state fornite le definizioni della vision presenti in letteratura e si è affrontata la questione sulle caratteristiche di una vision efficace (Amawleh & Garder, 1999;Baum & Kirkpatrick, 1998; Berson et al., 2001; Collins & Porras, 1991, 1996, 2005; Kantabutra, 2009, 2010, 2012; Kirkpatrick & Locke, 1996; Levin, 2000; Nanus, 1992; O'Brien & Meadows, 2000; Senge, 2006; Strange & Mumford, 2002, 2005). Sono stati dunque evidenziati alcuni caratteri che in letteratura vengono ritenuti fondamentali, sufficienti e necessari perché una vision possa essere definita “efficace”. Nel terzo capitolo, è stato introdotto l’apparato metodologico. In tale contesto è stata fatta chiarezza in merito all’approccio epistemologico di riferimento del lavoro. Le intenzioni dichiarate sono state quelle di condurre uno studio mediante un approccio post-positivista, per il tramite di processi deduttivi, attraverso l’uso di tecniche, tuttavia, non puramente quantitative nonostante l’uso di variabili, allo scopo di trovare delle nuove leggi, attraverso processi di generalizzazioni, tuttavia aperte alla revisione (Corbetta, 2003, Vol. I., p. 30). Conducendo un’analisi di studio di casi, la scelta sulle tecniche di indagine è ricaduta sull’intervista strutturata.I casi studio sono stati selezionati nell’ambito di attività e contesti tesi alla promozione e valorizzazione della figura femminile in ambiti lavorativi e manageriali, quale quello del concorso“Tecnovisionarie” che premia, dal 2008, donne che “nella loro attività professionale hanno testimoniato di possedere visione […] nel settore della ricerca, dell’innovazione e della impresa ”. Nel quarto capitolo, vengono presentati i dati raccolti per il tramite delle interviste e dalla analisi degli stessi possono considerarsi fondate le ipotesi iniziali di ricerca. Risulta dunque sensato considerare la leadership femminile come uno stile di leadership caratterizzato da peculiarità non dissimili da quelle relative alla leadership trasformazionale, e, se alla leadership trasformazionale viene fatta risalire una certa capacità da parte del leader di elaborare una vision efficace per sé, per i follower e per tutta l’organizzazione, allora è giusto pensare alla leadership femminile come altrettanto capace di generare i medesimi risultati. Le leader, rivelatesi disponibili ai fini della ricerca, hanno manifestato un forte interesse nei confronti della tematica e dello studio specifico di cui si sono viste protagoniste. L’importanza del lavoro è stata colta, non solo relativamente agli argomenti specifici trattati, ma soprattutto in merito alla capacità di indagare la questione femminile non come una tematica di natura sociale ma esclusivamente ai fini economico-aziendali e per aspetti relativi alle performance organizzative delle aziende di cui sono a capo. Da queste considerazioni emerge sia la validità delle idee definite ai fini dello studio ma anche la possibilità che la ricerca possa evolversi e considerare altre variabili organizzative, oltre alla vision e alla sua relativa efficacia, da studiare in connessione alla leadership femminile.
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COTRONA, FRANCESCO. "Modelli di genere e sessualizzazione dell'infanzia nel mondo 2.0". Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/948886.

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Fin dal 2005, c'è stato un moltiplicarsi nei media di articoli, inchieste e dossier sul fenomeno, allora del tutto inedito, di una precoce sessualità esibita, nello specifico, dai preadolescenti italiani. Prostituzione in classe fin dalle scuole medie, violenze di gruppo fra dodicenni, scambio fra minori (o fra minori e adulti) di foto e filmati pedopornografici prodotti “in proprio”, inclusa la vendita di tale materiale da parte dei minori per ottenere beni o denaro. Il grande clamore sollevato dalle prime inchieste ha garantito al fenomeno una notevole copertura mediatica, che però non sembrava sufficientemente sostenuta dai fatti. A leggere le numerose inchieste della stampa si sarebbe portati a pensare che la sessualizzazione sia rampante e pervasiva, ma i giornalisti sono lontani dal proporre spiegazioni organiche, ma sono necessari precisi strumenti teorici per poter identificare il fenomeno e darne ragione. Si è quindi offerta la sfida di analizzare come i preadolescenti italiani si rapportino oggi alla sessualità e come le nuove tecnologie di comunicazione entrino in contatto con questo rapporto. Cosa pensano i preadolescenti stessi della precoce sessualizzazione dell'infanzia? È possibile che i preadolescenti italiani abbiano cominciato a usare il sesso in modo strumentale, al di fuori delle relazioni di coppia, per ottenere in cambio soldi e beni di lusso? Perché lo fanno? Come utilizzano le nuove tecnologie di comunicazione? Che ruolo hanno i social network nella loro vita? Tramite questionari e interviste in 4 scuole media statali di Roma si è gettato uno sguardo nel senso soggettivo che i comportamenti sessualizzati hanno per chi li agisce: i preadolescenti. Le loro parole e azioni sono conseguenza diretta non di un generico stato di "disagio sociale", quanto piuttosto delle rappresentazioni di genere che hanno interiorizzato. I comportamenti sessualizzati che hanno raccontato sono parte della loro socialità e associati a strumenti che usano tutti i giorni per comunicare, intrecciare rapporti, segnalarsi agli altri come individui.
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FRAIESE, SERENA. "Il ruolo della tradizione (turāth) nelle teorie di genere e sessualità in Marocco. Dibattito per una politica sociale contemporanea". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1107635.

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Questo lavoro intende presentare e approfondire gli aspetti e le tappe fondamentali delle teorie e dei dibattiti di genere maturati in Marocco negli ultimi trent’anni, al cui centro vi è il valore della tradizione. Si intende mostrare come diverse maniere di concepire la tradizione permettono di capire il patriarcato, inteso come un sistema che valorizza il dovere di obbedienza a tutti i livelli, dall’educazione alla famiglia, dove donne e bambini sono subordinati, e dal lavoro all’amministrazione, dove è indispensabile la sottomissione assoluta al vertice del sistema di classe gerarchico. Attraverso l’analisi del progetto di tre pensatori marocchini contemporanei, si è scelto di analizzare la funzione ricoperta dalla tradizione in seno a tre dibattiti di genere: il ruolo della donna nello spazio pubblico (Asma Lamrabet); il rapporto della donna con la maternità e con la famiglia (Ghita El Khayat); la definizione delle identità di genere (Abdessamad Dialmy). Questo lavoro intende riflettere sulle prospettive di trasformazione dei rapporti di genere e dunque comprendere come da questi dibattiti possa derivare un’azione politica volta a garantire maggiore eguaglianza tra i sessi. L’obiettivo principale è quello di mostrare qual è il significato che ogni studioso attribuisce alle nozioni di tradizione e di patriarcato, e ricollocare tali pensieri nelle specifiche configurazioni sociali, politiche e culturali che interessano i rapporti di genere nel contesto marocchino.
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ZACCONE, FRANCESCA. "Le rappresentazioni della mascolinità nei manuali di letteratura contemporanea per il liceo generale in Grecia". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1255177.

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I manuali di letteratura contemporanea per il liceo generale in Grecia costituiscono uno degli ingranaggi più significativi della formazione dei cittadini. Il sistema del libro unico che vige nel Paese fin dall'inizio del XX secolo ha fatto sì che il libro di testo fosse oggetto, nel corso del Novecento, di interessi di carattere politico e ideologico. La tesi indaga i manuali attualmente in uso in un'ottica di genere, al fine di dimostrare come possono influire sulla costruzione di genere degli studenti nell'età cruciale dell'adolescenza. Il focus è posto in particolare sulla costruzione del genere maschile, tramite un'analisi caratterizzata dal close reading dei brani letterari antologizzati e dei paratesti che li accompagnano, ai quali sono applicate le teorie degli Studi sulla Mascolinità, e soprattutto di R.W. Connell, P. Bourdieau e E.K. Sedgwick. Il lavoro si apre con un capitolo che introduce alla storia e alle peculiarità del sistema d'istruzione greco, nonché al modo in cui il destino dei libri scolastici si è intrecciato nel corso del Novecento alla Questione della lingua; prosegue con una mappatura delle posizioni teoriche di riferimento; infine affronta la vera e propria analisi dei testi, che vengono suddivisi in base alla tipologia di rapporti di genere rappresentati al loro interno: mascolinità e sfera privata; mascolinità e sfera pubblica; mascolinità e guerra. Un focus trasversale è dedicato alla rappresentazione della violenza.
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ROMEO, Caterina Stefania. "Esplorare il passato, riscrivere il presente. Tradizione e innovazine nei memoir delle scrittrici italo americane". Doctoral thesis, 2000. http://hdl.handle.net/11573/530091.

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La mia tesi combina l’interesse per la cultura italo americana con quello per il memoir. Mentre il primo capitolo è più specificatamente teorico, i seguenti tre sono dedicati alla pratica di scrittura del memoir di tre scrittrici italo americane: Helen Barolini, Louise DeSalvo e Mary Cappello. Nel primo capitolo analizzo il rapporto di continuità e frattura esistente tra memoir e autobiografia. A tale proposito, dopo un breve excursus dei più importanti interventi teorici – considero prevalentemente la teoria femminista statunitense dall’inizio degli anni Ottanta ai giorni nostri – soffermo l’attenzione su quelli che io considero gli elementi di frattura che fanno sì che il memoir diventi un genere a sé stante e non una variante dell’autobiografia. Nel passaggio da autòs, bios e graphia, sè, vita e scrittura, a memoir, memoria, si assiste a uno spostamento dell’attenzione dall’oggettiva realtà dei fatti alla soggettiva autenticità del ricordo. Il memoir, senza avere la pretesa di narrare ciò che è realmente accaduto, si concentra sul modo in cui gli eventi si sono impressi nella memoria del soggetto scrivente e l’esplorazione della memoria diviene un modo per creare connessioni tra eventi disparati e soggetti diversi, ma anche per rinegoziare e ricreare la propria identità. Il memoir inoltre attacca due dei capisaldi dell’autobiografia tradizionale, superando la dicotomia teoria-pratica e contrapponendo al soggetto individuale un soggetto collettivo. Questi elementi fanno del memoir un genere che resiste all’autobiografia tradizionale, per usare una definizione di Caren Kaplan, attribuendogli un carattere di democraticità e rendendolo un genere ampiamente praticato da soggetti tradizionalmente marginalizzati. Dopo avere definito il memoir un genere letterario di “resistenza”, nei capitoli successivi analizzo il modo in cui questa resistenza viene messa in atto dalle scrittrici italo americane e come queste ridefiniscono la propria identità personale e la società in cui vivono attraverso la scrittura. Helen Barolini può essere considerata la pioniera della letteratura italo americana femminile. Il suo recupero della memoria è tanto personale che culturale. Barolini infatti è la prima studiosa a strappare all’oblio testi di scrittrici italo americane sconosciuti o da lungo tempo dimenticati e a pubblicarli nella prima antologia di letteratura italo americana femminile, che è anche la prima di letteratura italo americana in assoluto. Louise DeSalvo, scrittrice e accademica, ha al suo attivo tre memoir ed è anche una teorica di questo genere. DeSalvo teorizza che il memoir possa essere usato come un modo per superare i traumi subíti ma anche come uno strumento di denuncia politica. Per Mary Cappello, infine, la scrittura del memoir è un modo per ridefinire il proprio spazio. Nel suo memoir, che può essere definito “familiare”, l’autrice mette in discussione il proprio legame con la famiglia e con la cultura italo americana, manifestando allo stesso tempo un senso di appartenenza e di rifiuto di entrambe. Le scrittrici che ho scelto di presentare in questo studio mettono in atto resistenze di tipo diverso attraverso la pratica della scrittura del memoir, ma tutte e tre rifiutano la posizione di marginalità alla quale la cultura americana relega sia loro, sia le altre artiste italo americane, e propongono invece figure di donne italo americane come “intellettuali pubbliche”.
My Ph.D. dissertation combines my interest in the Italian American literature and culture with my interest in (women's) autobiographical writing. It presents an analysis of Italian American women artists' cultural tradition and literary production, with particular attention for the recovery of memory in Helen Barolini's, Louise Desalvo's and Mary Cappello's recovery of memory through memoir writing. The genre of memoir, about which no previous analysis and theorization existed, blends personal and critical writing. Precisely because of its characteristics of discontinuity and fragmentation, memoir has become the favorite genre of marginalized and migrant subjects in 1990s United States. Through the recovery of both individual and collective memory, these subjects resist traditional narratives, rewriting history from unofficial points of view and redefining the literary canon.
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MARASCO, MARIO. "Periferie gangsterismo e bande giovanili. Marginalità e forme di resistenza urbane in uno studio comparativo (Italia-Etiopia)". Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1500081.

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Resumo:
La tesi, frutto del mio percorso dottorale triennale, è di ispirazione comparativa ed è stata condotta sia in Italia che su un campo extraeuropeo, in Etiopia. Il lavoro è strutturato in tre vaste sezioni. La prima è dedicata alla storia degli studi sulle tematiche della marginalità, alla decostruzione dei concetti di banda giovanile e di devianza, alla deriva securitaria in contesti mondiali di ispirazione neoliberista, alla dialettica centro-periferia; in questa prima parte vengono anche discusse le categorie di governamentalità, soggettivazione e resistenza, partendo da prospettive foucaultiane e alla luce di importanti studi antropologici (Bourdieu, Wacquant), ma tendendo conto anche della multidimensionalità del concetto di violenza nelle sue connessioni con lo Stato, inteso come un campo complesso, attraversato da forze e da pratiche discorsive. La seconda parte della tesi è dedicata al terreno di ricerca nella periferia romana: un quartiere ‘occupato’ (o di emergenza abitativa), restituito al lettore con il nome fittizio (per tutelare la riservatezza degli informatori) di Marozia, nome preso in prestito dalla penna di Italo Calvino. Attraverso una scrittura autoriflessiva, in questa sezione di etnografia ‘domestica’, emerge la creazione di una rete di informatori quale processo estremamente delicato e complesso, specialmente considerando la peculiarità del campo di indagine: un’area in cui l’assenza di servizi e di luoghi della socializzazione ha prodotto una totale diffidenza nei confronti di chi – dall’esterno – si avvicina per cercare di penetrare storie o realtà vissute. La ricerca sul campo nella periferia romana è orientata all’individuazione di zone ‘critiche’, in termini di disagio giovanile e sociale, concentrandosi su un gruppo di ragazzi e giovani adulti, balzati agli onori delle cronache cittadine (e nazionali) come gang. In questa sezione viene mostrato in che modo il settore dell’economia dell’illecito sia un microcosmo variegato nel quartiere oggetto delle mie indagini, laddove la piccola banda giovanile, da me frequentata, ne occupa solo una limitata porzione: il rifornimento e lo spaccio di sostanze stupefacenti ‘leggere’. Risulta, dunque, fondamentale il racconto e la ricostruzione delle trasformazioni che negli anni hanno investito Marozia, dovute al susseguirsi di occupazioni a scopo abitativo, spontanee o più meno guidate, ma anche a operazioni di riallocazione e fusioni degli spazi, concesse dalle autorità comunali, ma non controllate dalle stesse. Attraverso un’etnografia delle zone grigie, cerco qui di far emergere come nel contesto di indagine la distinzione tra giusto e sbagliato, tra legale e illegale, tra inclusione ed esclusione, sia una costruzione sociale protratta nel tempo, che si fa discorso comunitario in una specifica economia morale. L’epilogo di questa etnografia “a casa” è l’analisi della pratica della “retta”, cioè del ‘basismo’ nel locale mercato degli stupefacenti: emerge come l’uso sociale di questa pratica metta in condizione i giovani del gruppo di valicare differenze generazionali e stabilire rapporti di forza inediti con adulti o abitanti ‘altri’ di Marozia, ma anche di resistere a processi di invecchiamento sociale o di ‘adultizzazione forzata’. La terza sezione della tesi parte dall’analisi del contesto urbano di Mekelle, seguita ad anni di ricerca sul terreno extraeuropeo (sin dal 2014), quale membro della Missione Etnologica Italiana in Tigray - Etiopia (MEITE). Partendo da specifiche e locali descrizioni di marginalità giovanile («gangsters»; «vagabondi pericolosi», «giovani disoccupati»), cerco di mostrare come esse siano divenute nelle retoriche dell’EPRDF – coalizione di governo dominante in Etiopia dal 1991 – categorie “utili” a negare qualunque genesi di dissenso ad una “democrazia difettosa”, o meglio ad un “regime ibrido”. Seguendo una banda di giovani ladri di strada, provenienti da un’area storicamente marginalizzata ed ora periferia schiacciata da un violento processo di urbanizzazione ed inurbamento, in questa sezione ho scelto di indagare le strategie alternative di sussistenza dei miei giovani interlocutori. Una retorica emica, che si concentra (generazionalmente) sulla profonda sofferenza nell’ottenimento di un lavoro stabile, si intreccia con il sentimento di sikfta – incorporazione del giudizio negativo altrui – ma anche con declinazioni maschili e ‘tradizionali’ dei concetti di prestigio, onore e forza virili, riassunti nel locale neologismo hayalnet. Dinanzi alla condizione di eterna attesa sociale, a cui sembrano essere condannati i giovani attori sociali mekellesi, le pratiche dell’illecito, operate dai membri della gang del quartiere di Da Gabriel, si configurano come resilienza ad una condizione limbica che l’antropologa Alcinda Honwana definisce waithood: una sospensione tra l’infanzia e l’età adulta che può produrre nuove inedite forme di agentività. Investigando il dialogo tra generazioni, nella tesi documento e ricostruisco un processo di riconciliazione (erqi) tradizionale tra la società tutta e due bande giovanili, rivali sul territorio urbano; ciò è stato possibile grazie all’accesso agli audiovisivi della Tigray Television e alla frequentazione (negli anni) sia dei giovani gangster che delle istituzioni coinvolte. Il problema degli scontri tra bande giovanili a Mekelle si coniuga con l’analisi centro- periferia e si intreccia alla questione degli immaginari globali di benessere e delle aspirazioni bloccate di intere generazione di giovani nelle città africane; attraverso le esperienze di alcuni informatori, il “gangsterismo” (categoria ‘governativa’) ed anche la migrazione emergono come modi limite di negoziare il supporto degli anziani, altrimenti impassibili dinanzi alle richieste di mobilità sociale, ma anche come resistenza a strutturali forme di marginalità post-coloniale. Nel lavoro trovano spazio le etnografie carcerarie: il carcere, nel contesto tigrino, è specchio delle politiche di sviluppo che si svolgono al suo esterno, laddove esse – anche quando vedono coinvolti cooperanti e ONG – sono metodicamente cooptate nelle locali strategie di governo e controllo capillare della società. Oltre a contribuire alla riconfigurazione di una società punitiva (Foucault), tali politiche – una delle quali vede il tentativo di riconversione delle gang urbane in cooperative paragovernative di ‘docili’ lavoratori dequalificati – portano a compimento l’ideologia della ‘mercatizzazione’ della povertà, “estraendo valore dagli ultimi” (Sassen) e contribuendo all’“accumulazione per spossessamento” (Harvey) da parte dello Stato, incarnato in una precisa élite di governo e dal suo “sogno politico” di controllo, per mezzo di una ambigua inserzione nell’economia mondo (Fantini), sostenuta dalle retoriche della “democrazia rivoluzionaria” (Bach e Lefort) e del “capitalismo sviluppista” (Vaughan).
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SPADOLA, CARMELO. "El paisaje literario en las voces femeninas del Uruguay del Novecientos". Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1043468.

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La tesi di dottorato verte sullo studio della tematica paesaggistica in quattro autrici rappresentative dell'Uruguay del Novecento: María Eugenia Vaz Ferreira, Delmira Agustini, Juana de Ibarbourou e Amanda Berenguer. Nella nostra ricerca il concetto di paesaggio letterario è analizzato dalla prospettiva della critica letteraria della Scuola di Ginevra. The PhD thesis is about the study of landscape theme in four representative female Uruguayan authors of the XX century: María Eugenia Vaz Ferreira, Delmira Agustini, Juana de Ibarbourou e Amanda Berenguer. The approach we use in our research for the literary landscape concept is based on the literary criticism of the Geneva School.
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Cilloni-Gaździńska, Giulia. "Neera e il fantasmato della scrittrice ottocentesca: sintomi e strategie". Doctoral thesis, 2016. https://depotuw.ceon.pl/handle/item/2027.

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Resumo:
La presente dissertazione è dedicata a Neera, una delle scrittrici italiane del secondo ‘800 più riconosciute in vita, oggi – quasi dimenticate. Dal ritratto riduttivo che emerge dalle sintesi storico-letterarie risulta una scrittrice anacronica, associata alle tendenze moralizzante, il che consolidò il suo stereotipo letterario.L’analisi della sua intera opera – letteraria, pubblicistica e autobiografica, nonché la vasta corrispondenza privata, mette in luce un’immagine completamente frantumata e gremita di contraddittorietà, non corrispondente ai ritratti diffusi dalla critica ottocentesca.Il problema della ricezione si rende ancor più complicato in considerazione delle aporie risultanti dall’immagine scrupolosamente modellata da Neera stessa, che se in sede pubblica si dichiara antifeminista, nell’opera più matura affronta tematiche estremamente moderne, innovatrici e profemministe. La tesi si prefigge l’obiettivo di ricomporre l’immagine frantumata della scrittrice, partendo dal pressuposto del ruolo fondamentale del contesto socio-culturale. Nella prima parte del lavoro sono stati approfonditi argomenti quali: lo sviluppo del pensiero emancipatorio, il dibattito intorno al lavoro intellettuale delle donne, la loro apparsa sul mercato letterario e le pseudoscientifiche teorie deterministiche che contribuirono alla diffusione del fantasmatico ritratto della donna-scrittrice. È stato altresì ricostruito il pensiero critico femminista riguardo alle scrittrici ottocentesche e le strategie adoperate allo scopo di affermarsi sul panorama letterario.La seconda parte mira all’identificazione delle immagini falsificate, nonché al rapporto dell’autrice stessa con la cultura ufficiale e la critica letteraria. L’analisi comprendente sia interventi dei critici che opere narrative e altri scritti di Neera (lettere, articoli di stampa, scritti autobiografici) mette in luce la profonda crisi identitaria da lei esperimentata, per via del carattere trasgressivo dell’attività artistica femminile. Si è inoltre dimostrato che il suo atteggiamento e scelte, soprattutto nella fase iniziale della carriera, erano fortemente condizionate dalla necessità di osservare rigorosamente le oppressive regole all’epoca vigenti, nonché dal bisogno di aderire, a livello sia artistico che personale, al modello femminile tradizionale. Neera senz’altro realizza il modello definito da Grażyna Borkowska “autolimitativo”, caratteristico per la prima generazione delle letterate. L’osservanza degli schemi etici e artistici normativi fa parte della “strategia mimetica” (mimicry) messa in atto da Neera al fine di consolidare la sua posizione nell’ambiente letterario senza compromettere la propria reputazione. Nella prima fase della sua attività letteraria, per andare incontro alle aspettative della società postunitaria crea romanzi a tesi dai messaggi univoci e normativi, basati sul motivo ricorrente della punizione e della colpa (identificata sempre con la soddisfazione del desiderio da parte delle eroine) e volti alla propagazione di un’etica autoabnegativa.Nei seguenti capitoli in esame viene preso il periodo successivo della carriera letteraria neeriana, per dimostrare che una volta affermatasi in qualità di scrittrice e garante degli ideali borghesi, recederà dal modello finora realizzato. Il superamento della strategia mimetica avverrà nell’ambito della poetica veristica, la quale, paradossalmente, nonostante il suo carattere apparentemente restrittivo, per Neera si rivelerà uno spazio di libertà – dagli stereotipi letterari e dalle implicazioni personali della scrittura. Ne conseguirà un’arte originale e innovativa, nella quale verranno trattati temi inediti, moderni ed estremamente azzardati, in cui prenderà la parola l’identità femminile della scrittrice. Neera troverà, attraverso un’autentica articolazione dell’esperienza femminile, gli strumenti che le consentiranno di esprimere quella femminilità “repressa” dalla società borghese.
Niniejsza praca poświęcona jest Neerze, jednej z najbardziej cenionych za życia włoskich pisarek II połowy XIX wieku, dziś – niemal zupełnie zapomnianej. Obraz wyłaniający się z XX-wiecznych syntez historycznoliterackich przedstawia ją w sposób jednoznaczny, jako artystkę anachroniczną, kojarzącą się z tendencjami moralizatorskimi, przyczyniając się do umocnienia negatywnego stereotypu czytelniczego. Z analizy całego dzieła pisarki obejmującego twórczość literacką, publicystyczną, jak również teksty autobiograficzne oraz licznie zachowaną korespondencję prywatną, wyłania się portret kompletnie rozproszony i pełen sprzeczności, nie korespondujący z obrazami przekazanymi przez XX-wieczne prace historycznoliterackie czy też przez XIX-wieczną krytykę literacką. Problem recepcji dodatkowo komplikują aporie wynikające z wizerunku konsekwentnie kreowanego przez samą pisarkę, która, o ile na forum publicznym prezentuje się jako zdeklarowana antyfeministka, w dojrzałej twórczości porusza tematy niezwykle odważne, nowatorskie i feministyczne. Celem pracy jest próba scalenia rozproszonego portretu pisarki, wychodząc z założenia o kluczowej roli kontekstu społeczno-kulturowego, w jakim poruszała, co jest tematem pierwszej części pracy. Poruszone zostały tam takie kwestie jak rozwój myśli emancypacyjnej i debaty wokół pracy intelektualnej kobiet, ich pojawienie się na rynku literackim oraz pseudonaukowe teorie deterministyczne, przyczyniające się do powstania w świadomości zbiorowej bardzo pejoratywnego fantazmatu kobiety piszącej. Przedstawione zostały również refleksje badaczek feministycznych na temat walki XIX-wiecznych pisarek i strategii przez nie stosowanych, aby zaistnieć na scenie literackiej. II część pracy poświęcona jest rekonstrukcji fałszywych obrazów, a także stosunkowi pisarki do ówczesnej krytyki literackiej i dominującej kultury. Analiza uwzględniająca jednocześnie wypowiedzi ówczesnych krytyków jak również dzieła prozatorskie oraz różnego rodzaju świadectwa pozostawione przez Neerę (listy, artykuły oraz pisma autobiograficzne) dowodzi o głębokim kryzysie tożsamości doświadczanym przez pisarkę ze względu na transgresywny charakter kobiecej aktywności artystycznej oraz tego, że jej postawa i wybory, szczególnie w początkowym okresie kariery, były silnie uwarunkowane koniecznością rygorystycznego przestrzegania restrykcyjnych zasad epoki oraz wpisania się, na poziomie zarówno artystycznym jak i osobistym, w tradycyjny model kobiety. Neera bez wątpienia realizuje model ‘samoograniczającym’, znamienny dla pierwszej generacji kobiet-pisarek. Powielanie normatywnych schematów etycznych i artystycznych jest częścią stosowanej przez Neerę ‘strategii mimetycznej’ (‘mimikry’) mającej na celu umocnienie swojej pozycji na scenie literackiej, nie kompromitując tym samym własnej reputacji. W pierwszej fazie literackiej działalności, Neera, wychodząc naprzeciw oczekiwaniom społecznym, tworzy powieści tendencyjne o jednoznacznym, normatywnym przekazie promującym etykę samowyrzeczenia, oparte na motywie kary i winy utożsamianej z uleganiem namiętności przez kobiece postaci. Celem kolejnych rozdziałów jest pokazanie jak Neera, w późniejszym okresie twórczości, utwierdziwszy się jako pisarka konserwatywna, strzegąca mieszczańskich ideałów, porzuci realizowany do tej pory ‘model samoograniczający’. Przełamanie ‘strategii mimikry’ dokona się w ramach poetyki werystycznej, która, mimo restrykcyjnego, na pozór, charakteru, dla Neery okaże się przestrzenią wolności – od literackich stereotypów oraz osobistych implikacji powieściopisarstwa. Zaowocuje to twórczością oryginalną i nowatorską, niesztampowym ujęciem niezwykle śmiałych tematów, sztuką, w której do głosu dochodzi kobieca tożsamość pisarki (co jest z kolei typowe dla pisarek pokolenia modernistycznego). Poprzez autentyczny zapis kobiecego doświadczenia Neera znajdzie bowiem sposób na ekspresję – ‘wypartej’ w nowoczesnym społeczeństwie mieszczańskim – kobiecości.
This work is dedicated to Neera, during her lifetime one of the most highly regarded Italian writers of the second half of the 19th century, but today almost entirely forgotten. Leaving aside the attempts made starting in the 1970s to reevaluate women’s literature, her name is mentioned extremely rarely in literary historical syntheses, and the picture of her that emerges from these is of an anachronistic artist associated with moralising tendencies and petit bourgeois ideals, which has contributed to the negative stereotype. Analysis of the writer’s works, covering her literary and journalistic oeuvre as well as autobiographical texts and numerous surviving pieces of personal correspondence, reveals a fragmented portrait full of contradictions, inconsistent with the images passed down by 20th century works of literary history or by 19th century literary criticism. The problem of reception is additionally complicated by aporias arising from the image painstakingly created by the writer herself who, while presenting herself publicly as an avowed antifeminist, in her mature work she deals with particularly bold, innovative and profemminist themes. This paper is an attempt to merge together her fragmented portrait, assuming the key role of the socio-cultural context in which woman existed. This question will be discussed in the first part of the work, which covers such matters as the development of the idea of emancipation and the debate concerning the intellectual work of women, their appearance on the literary market and the pseudo-scientific determinist theories which contributed to the appearance in the public consciousness of a highly pejorative phantasm of the woman writer. Reflections by feminist researchers are included concerning the struggle of 19th century female writers and the strategies they implemented to make their presence felt on the literary scene. The second part of the paper is dedicated first and foremost to reconstructing the false images, and also the writer’s attitude to the literary criticism and dominant culture of her time. An analysis which considers both the pronouncements of contemporary critics and the prose work of various kinds left behind by Neera in letters, articles and autobiographical writings are proof of the profound identity crisis experienced by the writer due to the transgressive nature of female artistic activity, and to her attitude and choices, particularly during the initial stage of her career beginning in the 1870s, being strongly conditioned by the necessity to adhere rigorously to the restrictive rules of the time and sign up, both personally and artistically, to the traditional model of womanhood. Neera undoubtedly realises a model typical of the first generation of women writers. Repeating normative ethical and artistic patterns is part of the ‘mimetic strategy’ (‘mimicry’) applied by Neera, intended to strengthen her position on the literary scene without compromising her own reputation. During the first phase of her career, Neera would meet social expectations to create tendentious novels with an unambiguous, normative message promoting an ethic of self-sacrifice based on a motif of punishment and guilt identified with female characters submitting to passion. The aim of the subsequent chapters is to show how Neera, confirmed during the later period of her work as a conservative writer, rejects the ‘self-limiting’ model followed previously. The mimicry strategy is broken within the form of verismo poetry which, in spite of its seemingly restrictive nature proved to be a space of freedom for Neera – from literary stereotypes and the personal implications of writing. This bore fruit in the form of original and innovative creative work, a cliché-free view of exceptionally bold themes, art in which the writer’s female identity does the talking. Through an authentic record of the female experience, Neera finds a means of expressing her femininity.
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