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Pellizzari, Giuseppe. "Il lavoro dell'adolescenza e il lavoro con l'adolescente". RICERCA PSICOANALITICA, n.º 1 (março de 2011): 109–21. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-001008.

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Il concetto di "lavoro" č implicito in tutta l'opera di Freud. Designa una attivitŕ di mediazione e di lotta con un oggetto, interno e/o esterno, che ostacola il soggetto imponendo una trasformazione. Il modello naturale di tale lavoro č l'adolescenza come processo di riorganizzazione psichica rivoluzionaria che implica uno sforzo creativo considerevole per ridefinire l'identitŕ del soggetto. La societŕ in cui viviamo tende a banalizzare questo compito favorendo la scarica eccitatoria immediata a scapito della creativitŕ che comporta il tempo. Il lavoro terapeutico con gli adolescenti consiste nel riattivare la drammaticitŕ della loro crisi piuttosto che reprimerla in modo rassicurante. Ciň implica la fiducia nelle nascenti capacitŕ creative dell'adolescente e nello stesso tempo la sospensione del proprio "supposto sapere" al fine di riconquistarlo insieme nella costruzione di un comune spazio di lavoro. Due esempi clinici esemplificano questo processo.
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Pellizzari, Giuseppe. "Il lavoro dell'adolescenza e il lavoro con l'adolescente". Ricerca Psicoanalitica 22, n.º 1 (30 de abril de 2011): 109–21. http://dx.doi.org/10.4081/rp.2011.463.

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Il concetto di "lavoro" è implicito in tutta l'opera di Freud. Designa una attività di mediazione e di lotta con un oggetto, interno e/o esterno, che ostacola il soggetto imponendo una trasformazione. Il modello naturale di tale lavoro è l'adolescenza come processo di riorganizzazione psichica rivoluzionaria che implica uno sforzo creativo considerevole per ridefinire l'identità del soggetto. La società in cui viviamo tende a banalizzare questo compito favorendo la scarica eccitatoria immediata a scapito della creatività che comporta il tempo. Il lavoro terapeutico con gli adolescenti consiste nel riattivare la drammaticità della loro crisi piuttosto che reprimerla in modo rassicurante. Ciò implica la fiducia nelle nascenti capacità creative dell'adolescente e nello stesso tempo la sospensione del proprio "supposto sapere" al fine di riconquistarlo insieme nella costruzione di un comune spazio di lavoro. Due esempi clinici esemplificano questo processo.
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Lerche, Jens. "Questioni agrarie o questioni del lavoro? La questione agraria e la sua irrilevanza per il lavoro rurale nell'India neo-liberista". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 128 (dezembro de 2012): 76–105. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128006.

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Fra gli economisti politici classici, Terry Byres sostiene che una transizione agraria di successo conduce a uno sviluppo capitalista nazionale dinamico e che tali transizioni sono il risultato di specifiche lotte agrarie di classe. Decenni di sviluppo neo-liberista hanno mosso varie sfide a questa posizione, tra cui la visione che oggi la lotta č tra il "regime alimentare internazionale" e i contadini "come gruppo unificato". Un'altra posizione č quella di Henry Bernstein il quale sostiene che, per il capitale, una transizione agraria a livello nazionale non č piů necessaria né possibile. Il saggio indaga questa discussione in relazione all'India, attraverso l'analisi sia del dibattito riguardante l'economia politica agraria in India sia lo sviluppo agrario del paese oggi. La conclusione č che, mentre lo sviluppo capitalista ha avuto luogo nell'agricoltura indiana, a questo non si č aggiunta una transizione agraria di successo che č effettivamente stata superata in molte parti del paese, almeno nell'immediato futuro.
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Nazzaro, Ubaldo. "LOTTA AL TERRORISMO INTERNAZIONALE TRA STRATEGIA DELLA TENSIONE E VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI". Revista de Direito Brasileira 21, n.º 8 (19 de março de 2019): 385. http://dx.doi.org/10.26668/indexlawjournals/2358-1352/2018.v21i8.5238.

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Guarriello, Fausta. "Lotta al lavoro infantile e trasformazione del ruolo dell'ILO". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 125 (maio de 2010): 181–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125004.

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D’Onghia, Madia. "Casse edili e Durc: un rapporto virtuoso per la lotta al lavoro irregolare". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 172 (fevereiro de 2022): 685–702. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-172012.

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Il saggio, dopo aver sinteticamente ricostruito lo sviluppo delle Casse edili, analizza la funzio-ne di certificazione pubblica connessa al rilascio del Documento di regolarità contributiva. L'Autrice evidenza come nel settore edile la bilateralità, senza rinnegare il proprio Dna, svolga un ruolo strategico nella lotta al lavoro irregolare, realizzando un connubio tra interessi colletti-vi e interessi pubblici generali.
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Caracci, Francesco. "Tra inferno precario e paradiso resistente: un’analisi sociosemiotica di Insorgiamo". Altre Modernità, n.º 31 (1 de junho de 2024): 308–24. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/23101.

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Il presente lavoro intende esplorare l’intreccio tra utopia, realtà e politica nella costruzione di un mondo socialmente più giusto, libero e solidale attraverso il testo Insorgiamo¸ ‘archivio dissidente’ nato dall’esperienza del Collettivo di fabbrica degli operai dell’ex-GKN. L’utopia concreta proposta da Gorz individua nell’alienazione che si origina dal precariato il suo nucleo generativo e vede come soluzione praticabile la riappropriazione del tempo liberato dal lavoro salariato per progetti collettivi, atti a risvegliare il collective intellect. Analogamente, Armiero nota come il Capitale manifesti sé stesso e riproduca le disuguaglianze attraverso le wasting relationships, alle quali contrappone le commoning relationships come forma di resistenza. Il rapporto dialogico tra critiche del presente e prospettive future viene esemplificato nel testo Insorgiamo. Diario collettivo di una lotta operaia (e non solo), che, attraverso la narrazione della propria cronistoria, presenta le criticità del mondo lavorativo italiano e la riorganizzazione collettiva di soggettività solidali, ribelli e scomode. L’analisi sociosemiotica costituirà la base metodologica e speculativa per presentare, da un lato, come il neoliberalismo abbia configurato il mondo lavorativo su ‘logiche di scarto’; dall’altro, come l’intelligenza collettiva e la convergenza delle lotte permettano di creare una forte opposizione ai modelli neoliberali e consumistici.
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Petrosino, Silvano. "Su ciň che non si riesce quasi piů a intendere parlando di lavoro". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 117 (maio de 2010): 15–28. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117002.

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A partire da un'analisi dei primi capitoli del Genesi, il saggio arriva ad individuare nel "coltivare e custodire" il senso piů profondo del lavoro che il testo biblico, prima ancora della caduta e dell'espulsione dell'Eden, assegna all'uomo. All'interno di questa analisi la creazione viene fatta emergere come un evento perfetto ma incompiuto, perfetto proprio perché incompiuto, e incompiuto perché in attesa del lavoro, unico e insostituibile, di ogni singolo uomo. Delineata questa logica di fondo, il contributo prende in esame i principali equivoci che affliggono l'attivitŕ umana quando essa smarrisce la sua complessa articolazione antropologica: si tratta della separazione del "coltivare" dal "custodire", e soprattutto di quella "estrema specializzazione" del concetto stesso di lavoro che non a caso finisce per essere semantizzato solo in riferimento alla lotta per la sopravvivenza e alla fatica ad essa connessa.
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Ponzellini, Anna M. "Tempo e lavoro. Una lotta per la libertà e altre storie". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 161 (dezembro de 2021): 249–59. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161013.

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Biasi, Marco. "L'arrêt KG e la temporaneità del lavoro somministrato: essere o dover essere?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 170 (agosto de 2021): 301–24. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170007.

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Nel contributo ci si interroga sulla conformità della vigente normativa italiana in materia di somministrazione di lavoro con la direttiva 2008/104/CE, la quale, nella recente lettura della Corte di giustizia dell'Unione europea in C-681/18, KG, obbligherebbe gli Stati membri a ga-rantire, anche attraverso gli organi giurisdizionali, che il lavoro interinale conservi un carattere temporaneo. L'Autore esclude che la regolazione nazionale della somministrazione a tempo determinato presenti problemi di adeguamento alla cornice europea, fungendo i presupposti della causale e della durata massima del rapporto di lavoro con l'agenzia da efficaci, per quanto "indiretti", baluardi rispetto all'impiego stabile del lavoratore presso l'utilizzatore. Con riguar-do alla compatibilità del c.d. staff leasing con il requisito della temporaneità dell'assegnazione, l'Autore rileva che da una direttiva che si rivolge al lavoro interinale (intrinsecamente tempora-neo) non possa ricavarsi il divieto di ricorrere ad uno strumento con caratteristiche diverse, il quale neppure ostacola il raggiungimento degli obiettivi, perseguiti dalla direttiva 2008/104/CE, della lotta al precariato e della promozione dell'occupazione di qualità.
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Perrotta, Domenico, e Devi Sacchetto. "Il ghetto e lo sciopero: braccianti stranieri nell'Italia meridionale". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 128 (dezembro de 2012): 152–66. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128010.

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Oggetto di questo articolo sono i lavoratori migranti nell'agricoltura dell'Italia meridionale. Dopo una descrizione del contesto, l'articolo affronta in particolare due questioni: la seclusione in cui vivono questi lavoratori e l'organizzazione del reclutamento e del lavoro attraverso il caporalato. Due studi di caso sono messi a confronto: il villaggio-ghetto di Boreano (Potenza), che esemplifica la centralitŕ della seclusione e del caporalato nel processo produttivo dell'agricoltura meridionale; la Masseria Boncuri di Nardň (Lecce), dove nell'agosto 2011 uno sciopero, nato anche grazie alla rottura della situazione di segregazione, ha coinvolto alcune centinaia di braccianti africani. L'analisi si basa su materiali raccolti durante ricerche qualitative - in particolare interviste in profonditŕ e osservazione dei contesti di abitazione, lavoro e lotta dei braccianti stranieri - condotte tra il 2010 e il 2012 nelle due aree.
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Peloso, Paolo Francesco. ""Ritorno a Basaglia": una prospettiva possibile per la salute mentale? "Back to Basaglia": A possible perspective for mental health?" PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, n.º 4 (novembro de 2022): 593–612. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-004005.

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Vengono ripresi alcuni problemi affrontati nel volume Ritorno a Basaglia? La deistituzionalizzazione nella psichiatria di ogni giorno (Peloso, 2022). La questione se per la psichiatria italiana di oggi possa essere utile guardarsi indietro, a Basaglia e più in generale agli anni delle lotte che hanno portato alla promulgazione della Legge 180/1978, e se questo sia ancora possibile in un'Italia e in un mondo che sono cambiati sotto molti aspetti, viene affrontata a tre livelli: quello dell'operatore, quello dei Servizi e quello dell'inclusione sociale. Viene concluso che certo, sotto molti aspetti le istanze egualitarie, libertarie e solidaristiche che favorivano la deistituzionalizzazione e la lotta contro l'esclusione sembrano oggi avere perso forza e questo rende, soprattutto al terzo livello, tutto più difficile. Tuttavia probabilmente ciò non è ancora vero al punto di togliere alla "scelta" che ciascuno di noi può compiere e alla responsabilità personale ogni spazio, e perciò Basaglia e i suoi anni rimangono, sotto molti aspetti, un punto di riferimento importante per orientare il lavoro d'aiuto tanto a livello dell'operatore che al livello dell'organizzazione e dell'azione dei Servizi di cura.
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Nozifora, Enzo. "Precarietà del lavoro e crisi delle moderne forme di cittadinanza sociale". Revista Latina de Sociología 1, n.º 1 (26 de dezembro de 2011): 126–55. http://dx.doi.org/10.17979/relaso.2011.1.1.1198.

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In tutte le economie avanzate del pianeta, stiamo parlando di un unico tema: come fermare la crisi finanziaria distruttiva e riavviare il ciclo di crescita economica. La nostra proposta è di riconsiderare la cultura di lavoro significativa per spiegare la struttura della società. Questo perché il lavoro è l'unica attività umana che dà senso all'esistenza. Negli ultimi due secoli i lavoratori per rafforzare i loro diritti di cittadinanza sono stati discussi con lo Stato-nazione forma storica che si è consolidata durante le rivoluzioni liberali del XIX secolo. Oggi questo è il legame che è entrato in una crisi irreversibile ed è incapace di fornire risultati che sono adatti per le emergenze. Sono nati organismi sovranazionali che certamente non sono uguali i loro compiti, e le forze sociali non possono trovare un modo per contribuire al loro potere politico. Ma non è nato un movimento europeo dei lavoratori, che lotta per nascere allo stesso modo di un'Europa politica capace di fermare il crescente potere della speculazione finanziaria. I mercati finanziari sono integrati a livello globale, mentre i dipendenti, come in passato, presentano domanda a livello nazionale. Questa è la domanda che ora è diventata urgente. Se vogliamo uscire dalla crisi economica, dobbiamo pensare in termini sovranazionali ed europei. È importante che il movimento dei lavoratori imponga le proprie esigenze a livello europeo, a favore del rafforzamento politico dell'Unione, e vi ponga la questione dei diritti sociali europei. Solo un movimento operaio che lavora per rafforzare la costruzione dell'Europa, invece di indebolire, apre i diritti di cittadinanza dei lavoratori.
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Matutini, Elisa. "Lotta alla povertà educativa: il ruolo della promozione delle capacità e delle aspirazioni". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 1 (junho de 2020): 71–80. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001007.

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Il presente saggio affronta alcuni aspetti teorici legati alla povertà educativa. Dopo una pri-ma sintesi del dibattito intorno al concetto e del legame esistente tra povertà economica e po-vertà educativa, il lavoro si sofferma sul contributo offerto dal Capability Approach nella concettualizzazione dell'idea di deprivazione educativa. Questa prospettiva, richiamata da alcune tra le più importanti definizioni di povertà educativa, offre indicazioni interessanti da un punto di vista conoscitivo, ma anche per la scelta dei principi che possono ispirare le misure di intervento.
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Farina, Mario. "Hegel e la dialettica del riconoscimento nella lettura di Kojève. Desiderio, lotta e lavoro". COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, n.º 25 (maio de 2013): 63–81. http://dx.doi.org/10.3280/cost2013-025005.

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Langille, Brian. "I numerosi insegnamenti che il giurista puň trarre dalla "lotta contro il lavoro infantile"". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 125 (maio de 2010): 187–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125005.

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Bozzao, Paola. "Reddito minimo e welfare multilivello: percorsi normativi e giurisprudenziali". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n.º 132 (novembro de 2011): 589–629. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132003.

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Il saggio, muovendo dalla assenza di misure di reddito minimo per le persone in difficoltŕ economica nel sistema diitaliano, ricostruisce ed analizza criticamente ilin materia a livello europeo, nazionale e locale. Nell'esaminare tale complesso assetto giuridico istituzionale l'A. si sofferma, in particolare, sugli spazi di intervento regolativo delle misure di reddito minimo nell'ordinamento statale e sub-statale. L'indagine conduce l'A. alla prospettazione di un modello di inclusione sociale attiva che - sulla base di una lettura attualizzata dei principi costituzionali sottesi agli artt. 4 e 38 Cost. - consenta di estendere tale fondamentale misura di lotta all'esclusione sociale ai soggetti abili involontariamente privi di lavoro che si mostrino disponibili a partecipare attivamente al progresso materiale o spirituale della societŕ.
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Giordano, Daniele. "Proposte programmatiche e percorsi di lotta come innovare il lavoro pubblico e le nostre pratiche". ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, n.º 1 (abril de 2016): 84–93. http://dx.doi.org/10.3280/es2016-001006.

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Pizi, Chiara. "Dal PNRR alla giustizia climatica: le risposte dell'ordinamento italiano al climate change". CITTADINANZA EUROPEA (LA), n.º 2 (dezembro de 2022): 219–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002009.

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Per realizzare il processo di transizione climatica, le politiche internazionali ed europee si stanno muovendo verso traguardi di riduzione dell'anidride carbonica e di gas serra nel-l'atmosfera, coordinando l'azione degli Stati membri che, attraverso lo strumento della legislazione ordinaria, si mostrano sempre più determinati nel combattere le sfide del climate change. L'ordinamento italiano, tuttavia, si mostra ancora restio ad adottare misure concrete in materia. Rispetto ad altri Stati, il Decreto Clima e gli obiettivi del PNRR appaiono timidi passi verso la lotta al cambiamento climatico. Il presente lavoro si propone di analizzare i profili di criticità e le prospettive future in materia di normazione climatica statale e della sua applicazione, sullo sfondo delle rinnovate speranze che la riforma in materia ambientale della Costituzione del 2022 possa dare nuova forza alla - ancora embrionale - giustizia climatica italiana.
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Minelli, Massimiliano, e Veronica Redini. "Il “caso”, la vita e le sue condizioni: Per una antropologia politica del welfare state in Italia". Anuac 4, n.º 1 (27 de julho de 2015): 145–69. http://dx.doi.org/10.7340/anuac2239-625x-1877.

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In questo articolo vengono analizzate da una prospettiva etnografica le forme di assistenza sociale rivolte ad anziani con disabilità attraverso una definizione politica del welfare oggi in Italia. Lo spazio dell’assistenza sanitaria che tende a essere standardizzato secondo parametri biomedici, burocratici ed economico-amministrativi, viene osservato concentrandosi sull’agency sviluppata nell'interazione tra assistenti sociali, care givers e utenti tra la casa, il sistema sanitario e le cooperative sociali di servizi. In questo modo, sono prese in esame le esperienze quotidiane nella sfera intima della casa del paziente e le catene di interazione che si svolgono nella sfera pubblica. Sulla base di questa analisi, ci proponiamo di ripensare la vulnerabilità vissuta da tutti i soggetti coinvolti in relazione al riconoscimento dei diritti e alla partecipazione politica. Il caso di studio ci permette di interrogare antropologicamente la questione sociale in relazione alle recenti trasformazioni del mercato del lavoro. Il lavoro sociale coinvolto nella definizione di un caso è infatti un momento cruciale nella lotta per il riconoscimento. In tali circostanze le persone espongono e condividono gli eventi legati al proprio corpo e alla sofferenza sociale, al fine di vedere riconosciute e legittimate richieste in cui è in discussione il diritto di esistere, dove è in gioco la vita stessa.
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Bompiani, Adriano. "Caratteristiche delle comunità terapeutiche e norme per il corretto comportamento degli operatori". Medicina e Morale 43, n.º 2 (30 de abril de 1994): 231–72. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1020.

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L'importanza crescente delle comunità terapeutiche (CT) nella lotta alla tossicodipendenza nell'ultimo decennio in vari paesi ha spinto l'Autore, nell'articolo, a riflettere sulle tipologie di CT nella individuazione di quei comportamenti corretti che devono vigere al loro interno. In Italia, infatti, pur essendo stato riconosciuto alle CT un ruolo di enti ausiliari delle strutture pubbliche deputate all'assistenza dei tossicodipendenti, non esiste tuttora una normativa che ne regolamenti la tipologia, l'ordinamento interno, le caratteristiche della gestione e le verifiche del funzionamento. Dopo avere brevemente tracciato la cronistoria delle CT per poi illustrarne le caratteristiche - senza dimenticare lo sviluppo dei Servizi pubblici per le tossicodipendenze {SERT) -, si argomenta sulle dimensioni ed i criteri operativi dell'attività psicoergoterapica che si svolge all'interno delle CT. Sul personale operante all'intemo delle CT l'Autore analizza le motivazioni e l'idea di comunità nel pensiero dei loro "fondatori". Vengono così individuate delle Linee comuni ai diversi metodi adottati nelle CT: !'"educazione alla vita"; la personalizzazione del programma di riabilitazione; il rifiuto di ogni imposizione e violenza; la condivisione delle responsabilità, anche attraverso il lavoro come strumento formativo della personalità. E' ancora aperto, invece, il problema della valutazione dei risultati ottenuti nelle CT. L'articolo si conclude con le linee-guida approvate nell'aprile 1993 dagli operatori di CT e SERT nel Comitato nazionale di coordinamento per l'azione antidroga in Italia. Pur non essendo vincolante, tale documento rappresenta uno sforzo di consapevolezza dei problemi in gioco ed un impegno morale degli operatori su validi principi etici nella lotta alla tossicodipendenza.
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Chiarella, Paola. "Inglorious Thirties. La lotta tra capitale e lavoro nelle pagine di John Steinbeck e Oliver Wendell Holmes". SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, n.º 1 (abril de 2019): 143–64. http://dx.doi.org/10.3280/sd2019-001006.

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Pârvan, Oana, e Vincent Møystad. "Review: Umanità in Rivolta: la nostra lotta per il lavoro e il diritto alla felicità by Aboubakar Soumahoro". Race & Class 61, n.º 3 (janeiro de 2020): 99–102. http://dx.doi.org/10.1177/0306396819891834.

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Fraccaro, Simonetta, Simonetta Passudetti, Marco Emilio, Francesca Amato, Fiorella Ambrosi, Albino Caldato, Serena Gheller e Emanuela Santi. "Percorsi di prevenzione seletiva: tra modelli teorici e territorio". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (setembro de 2010): 127–32. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001012.

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Le linee guida a livello europeo per la lotta alle droghe indicano l'importanza del- la scelta di metodologie basate su evidenze scientifiche. Alcune strategie preventive proposte dall'Osservatorio Europeo delle droghe e delle dipendenze (ODETEMCDDA) forniscono utili indicatori per affrontare le problematiche legate alla realizzazione e valutazione dei progetti di prevenzione all'uso di sostanze. In questo articolo viene delineato un percorso di realizzazione di progetti di prevenzione al consumo di sostanze psicoattive effettuato da un gruppo composto da operatori del dipartimento per le dipendenze della ULSS 8 e da operatori di agenzie del privato sociale storicamente impegnate nelle diverse aree del territorio attraverso i progetti della Legge 309/90. Il gruppo di lavoro si č dato l'obiettivo di confrontarsi sugli assunti teorici e di metodo che i diversi attori hanno utilizzato per costruire i rispettivi progetti. Un'attenzione particolare č stata dedicata alla metodologia di progettazione confrontandola con il progetto PERK (Prevention and evaluation resources Kit) proposto nell'ODET. Č stato cosě possibile favorire un'utile discussione su aspetti come la valutazione e gli strumenti di misurazione per rendere migliori i progetti stessi.
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Tudisca, Valentina, Nicolò Marchesini e Adriana Valente. "Visioni di Europa e fiducia nella scienza della comunità studentesca italiana". WELFARE E ERGONOMIA 9, n.º 2 (fevereiro de 2024): 173–87. http://dx.doi.org/10.3280/we2023-002012.

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Il rapporto di fiducia tra scienza e società è da tempo oggetto di analisi. In questo lavoro si utilizza la chiave della fiducia nella scienza per esplorare le opinioni della comunità studentesca delle scuole secondarie italiane sull'Europa, il suo sistema di valori ? percepiti e desiderati ? e sul sentimento identitario. L'indagine ? Futuri per l'Educazione e l'Europeità ? è stata rea-lizzata nel 2021 dal CNR in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e del Merito e ha coinvolto le Consulte Provinciali degli Studenti italiane. I ri-sultati non solo evidenziano livelli elevati di fiducia nella scienza ma anche una relazione tra fiducia nella scienza e visioni valoriali rispetto all'Europa: un più forte sentimento europeista, una chiara apertura al mondo, una mag-giore attitudine alla partecipazione e alla solidarietà. Considerato infine che la fiducia nella scienza risulta più elevata nei licei che nei tecnici e professio-nali – e che i primi rispecchiano condizioni socio-economiche più favorevoli – emerge l'importanza della lotta alle disuguaglianze sia nel determinare la fiducia nella scienza che nella costruzione di una visione di Europa aperta, solidale, partecipata.
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Cattorini, P., E. Bertoli, F. Buzzi, R. Gornati, A. Lazzarin, D. Morelli, A. G. Spagnolo e M. Zanchetti. "Indagine sul grado di conoscenza e di valutazione della normativa italiana in materia di prevenzione dell'AIDS". Medicina e Morale 43, n.º 2 (30 de abril de 1994): 273–317. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1021.

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L'articolo illustra i risultati derivanti dalla somministrazione di 451 questionari a pazienti affetti da Human Immunodeficiency Virus (HIV) ricoverati in reparti di malattie infettive appositamente attrezzati per la cura dell'AIDS o afferenti ai relativi ambulatori o day-hospital. In particolare, l'indagine ha inteso verificare tra le persone intervistate l'effettiva conoscenza, comprensione, valutazione ed applicazione degli articoli 5 e 6 della legge italiana n°135 del 1990 su "Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS". Tali articoli, infatti, riguardano le normative sull'accertamento dell'infezione (art. 5) e il divieto per i datori di lavoro di svolgere indagini volte ad accertare la sieropositività dei propri dipendenti (art.6). L'indagine è stata condotta in tre ospedali: Centro S. Luigi dell'Istituto Scientifico Ospedale S. Raffaele di Milano (150 questionari), Policlinico S. Matteo di Pavia (150 questionari) e Policlinico Universitario "A. Gemelli" di Roma (150 questionari). Il questionario è stato strutturato sulla base di doppie domande: una su ciò che il paziente personalmente pensa riguardo ai suoi "diritti", l'altra su ciò che il paziente pensa che la legge preveda. In generale sembra emergere che i soggetti intervistati sono coscienti di essere persone "infette", però in una comunità che tende a discriminarli. Non sembrano attendersi, inoltre, una piena tutela da parte dello Stato anche se rimangono propensi a collaborare perché la situazione cambi e sono, comunque, disposti ad accettare interventi normativi su se stessi a condizione della non discriminazione e che il loro sacrificio risulti veramente utile per la prevenzione della diffusione del contagio. Risalta, infine, l'esigenza di mantenere riservato lo stato di malattia nel luogo di lavoro.
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Spadaro, Carmela Maria. "Rivolte tra i gelsomini. Raccoglitrici di fiori in Calabria e diritti sociali nella seconda metà del Novecento (primi risultati di una ricerca)". Italian Review of Legal History, n.º 7 (22 de dezembro de 2021): 451–84. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16895.

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Resumo:
Una vicenda poco nota, relativa ad una stagione di battaglie sindacali è quella di cui si resero protagoniste le raccoglitrici di fiori di gelsomino della Calabria jonica. Il loro lavoro rappresentò, tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta del ‘900, un elemento importante nella storia economica e sociale del territorio calabrese, favorendo la creazione di un’interessante rete di collegamento tra le numerose imprese agricole di piccole e medie dimensioni operanti nel territorio ed alcuni tra i più noti marchi dell’industriaprofumiera francese.L’acquisita consapevolezza del profilo “internazionale” e, dunque, dell’importanza del proprio lavoro nella promozione industriale e sociale del territorio, fu all’origine di una stagione di rivendicazioni, che sancirono un netto miglioramento delle condizioni lavorativeed una maggiore considerazione sociale per queste donne trovatesi improvvisamente, anche per effetto della disoccupazione maschile e dell’emigrazione, a ricoprire il ruolo di capo-famiglia; altresì posero all’attenzione del Parlamento la necessità di darericonoscimento normativo alle istanze delle lavoratrici. Nella lotta sindacale condotta da queste pioniere dei diritti delle lavoratrici si intrecciarono, ad un certo punto, interessi che rischiarono di snaturane il significato, ma esse seppero tenere testa alle strumentalizzazioni che provenivano da varie parti, battendosi solo per i loro diritti.La crisi del settore, determinata da un eccesso di produzione rispetto alla domanda e dalla concorrenza di alcuni paesi esteri (Egitto, Israele, Spagna, Algeria, Tunisia), che poterono giovarsi anche dei minori costi della manodopera, provocò un crollo verticale dellevendite di gelsomino, conducendo nel giro di pochi anni alla totale sparizione della coltura dalle coste calabresi.Il legislatore intervenne tardivamente per disciplinare molti di quei diritti che le raccoglitrici di gelsomino erano riuscite a conquistare, ottenendo una contrattazione collettiva provinciale che rispettava e richiamava il diritto consuetudinario. L’intervento dello Stato fu tardivo perché alla fine degli anni Settanta quasi più nessuno in Calabria coltivava il gelsomino e le mutate condizioni del mercato internazionale dirottarono le commesse dell’industria francese verso Paesi più competitivi. Tuttavia, il ruolo pionieristico di queste donne, il cui lavoro tracciava di per sé un’identità di genere, segnò sicuramente un passo decisivo verso il cambiamento sociale e l’emancipazione femminile, che sembra doveroso ricordare.
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Trasarti Sponti, Wima, e Anna Maria Rapone. "In ricordo di Wilma Trasarti Sponti. Il linguaggio dell'intimità, fra appartenenza e separazione". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 53 (junho de 2021): 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-053002.

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Resumo:
Le autrici, sulla base della loro esperienza di psicoterapeute siste-mico-relazionali, presentano una loro lettura del concetto di intimità utile ed interessante nella psicoterapia delle problematiche di coppia (relazionali, affettive e sessuali). Le autrici, facendo anche riferimento ad autori quali Winnicott, Stern e Whitaker, individuano nella relazione madre-bambino il nucleo primario dell'intimità. Durante lo sviluppo del bambino sarà proprio l'appartenenza, provata attraverso la relazione con le figure primarie, a permettergli la successiva individuazione. La psicoterapia viene ridefinita come contesto nel quale, grazie alla regressione attraverso l'"autentica relazione" paziente/terapeuta, è possibile riconoscere i propri bisogni: il terapeuta "sufficientemente buono", funge semplicemente da "sbloccante", per l'attivazione e la riattivazione delle risorse dei pazienti. Le autrici, nel loro lavoro in psicoterapia di coppia, prendono in considerazione la storia multi generazionale dei pazienti nello sviluppo della trama della relazione dove la nostalgia della primitiva appartenenza e la vergogna che ne deriva, vengono analizzati ed utilizzati. Il concetto di potere, sotteso alle problematiche di coppia, viene ri-letto come insicurezza di appartenenza e vergogna della richiesta stessa, motivo per cui la lotta di potere "infantile" viene rielaborata come una lettura poco utile per esprimere il proprio bisogno all'altro.
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Trasarti, Sponti Wilma, e Anna Maria Rapone. "Il linguaggio dell'intimitŕ, fra appartenenza e separazione". RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, n.º 34 (dezembro de 2011): 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34003.

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Le autrici, sulla base della loro esperienza di psicoterapeute sistemicorelazionali, presentano una loro lettura del concetto di intimitŕ utile ed interessante nella psicoterapia delle problematiche di coppia (relazionali, affettive e sessuali). Le autrici, facendo anche riferimento ad autori quali Winnicott, Stern e Whitaker, individuano nella relazione madre-bambino il nucleo primario dell'intimitŕ. Durante lo sviluppo del bambino sarŕ proprio l'appartenenza, provata attraverso la relazione con le figure primarie, a permettergli la successiva individuazione. La psicoterapia viene ridefinita come contesto nel quale, grazie alla regressione attraverso l'"autentica relazione" paziente/terapeuta, č possibile riconoscere i propri bisogni: il terapeuta "sufficientemente buono", funge semplicemente da "sbloccante", per l'attivazione e la ri-attivazione delle risorse dei pazienti. Le autrici, nel loro lavoro in psicoterapia di coppia, prendono in considerazione la storia multi generazionale dei pazienti nello sviluppo della trama della relazione dove la nostalgia della primitiva appartenenza e la vergogna che ne deriva, vengono analizzati ed utilizzati. Il concetto di potere, sotteso alle problematiche di coppia, viene riletto come insicurezza di appartenenza e vergogna della richiesta stessa, motivo per cui la lotta di potere "infantile" viene rielaborata come una lettura poco utile per esprimere il proprio bisogno all'altro.
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Gardoni, Giuseppe. "Metamorfosi del paesaggio nella pianura fluviale mantovana (secoli VIII-XIII)". Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, n.º 22 (29 de setembro de 2021): 105. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.19812.

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Il presente lavoro delinea le metamorfosi che il paesaggio della campagna ha subito nel cuore della Pianura Padana nei secoli VIII-XIII. Viene presa in esame la documentazione edita e inedita riguardante il territorio mantovano e in modo particolare la zona a ridosso del fiume Po. Per seguire i cambiamenti che l’area oggetto d’esame subì nel periodo considerato ci si soffermerà sulla presenza di aziende agrarie grandi e piccole nell’alto medioevo e i successivi interventi volti a ampliare le superfici coltivate. In quei secoli gli uomini, soprattutto per iniziativa soprattutto della Chiesa mantovana e del monastero di San Benedetto Polirone (ma anche il comune cittadino fra XII e XIII secolo favorì la messa a coltura di zone boschive), iniziarono una vera e propria lotta all’incolto con opere di disboscamento e di bonifica delle paludi, attività che qualche volta dovettero essere inutili per la forza delle acque: ciò emerge con evidenza soprattutto relativamente alle terre del monastero di San Benedetto grazie ad alcune lunghe deposizioni rese nel corso di una controversia. Tuttavia al principio del secolo XIII in vari luoghi le terre coltivate avevano preso il posto dei boschi tanto che risultavano essere “ad usum panis reducte”.
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Cattaneo, Marina. "Le scrittrici della rivista La Difesa delle Lavoratrici". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 54, n.º 1 (13 de março de 2020): 166–88. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820909297.

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Partendo dall’esperienza che alcune scrittrici socialiste lombarde avviano fondando, nel 1912, la rivista La Difesa delle Lavoratrici, viene effettuata un’analisi della produzione letteraria e politica di intellettuali donne che in quella rivista opereranno a vario titolo. Si tratta di: Anna Kuliscioff, Angelica Balabanoff, Rosa Genoni, Maria Gioia, Maria Giudice, Linda Malnati, Abigaille Zanetta, Enrica Viola, Maria Perotti Bornaghi. Alcune, come Kuliscioff e Balabanoff, sono ricordate soprattutto per il contributo dato alla lotta politica, anche se la poesia di Angelica Balabanoff è anche un riferimento obbligato nella storia letteraria del primo Novecento. Altre soprattutto per i valori che trasfondono nella loro narrativa, in particolare quando fanno scorrere le storie all’interno dei rapporti di classe dell’epoca, improntati all’atteggiamento padronale dei ceti più favoriti. La guerra, il dolore umano, la famiglia, il ruolo della donna nella società, la situazione di povertà di tanti bambini, sono tra i temi maggiormente trattati. Molti i riferimenti al proprio vissuto, anche quando non assumono la veste formale di vere e proprie autobiografie. Il fatto che la funzione pedagogica mostri, nel lavoro delle scrittrici qui presentato, una evidenza maggiore di quella estetica e puramente narrativa è inevitabile, data l’epoca e il contesto al quale i testi fanno riferimento.
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Fusaro, Carlo. "La disciplina delle campagne elettorali nella prospettiva comparata: l'omaggio che il vizio rende alla virtù?" Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 51, n.º 1 (30 de junho de 2004): 5–52. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12734.

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Il 9 gennaio 2003 il primo ministro israeliano Ariel Sharon stava tenendo una conferenza stampa, ripresa in diretta radiotelevisiva, per difendersi da accuse di corruzione. Ma dopo nemmeno dieci minuti, il suo intervento veniva interrotto. Un annuncio comunicava subito dopo che la trasmissione era stata sospesa per ordine del presidente del Comitato elettorale centrale, giudice Mishael Cheshin, perché le parole di Sharon costituivano “propaganda elettorale”. Era infatti in svolgimento la campagna per le elezioni parlamentari del 28 gennaio e, durante questo periodo, la propaganda è vietata dalla legge in tutti i programmi su radio e tv tranne che negli appositi spazi a disposizione dei partiti. Un’esagerazione? Un’assurdità? Forse. Questa certo può essere l’impressione a prima vista. Ma è opportuno, invece, sfuggire alla tentazione di subire una sorta di crisi di rigetto. Questo lavoro presenta, con qualche osservazione generale, il quadro giuridico-formale all’interno del quale si sviluppano (o si dovrebbero oggi sviluppare) le campagne elettorali, intendendo per “campagne elettorali” tutte quelle attività specificamente volte a conquistare voti alle elezioni con particolare riferimento al periodo più o meno lungo (formalmente o sostanzialmente) che precede il giorno delle elezioni. Escludo la campagna elettorale referendaria che ha comunque caratteri propri. Vorrei escludere anche (ma alcune legislazioni lo includono, per cui qualcosa dovrò necessariamente dire al riguardo) il periodo di tempo che va dalle elezioni fino alla campagna elettorale successiva. È quello che la legge americana chiama electoral cycle, a indicare che in realtà il lavoro indirizzato alla conquista dei suffragi non si interrompe che per qualche ora, subito dopo un’elezione: ma ricomincia subito dopo in vista delle elezioni successive quando che siano. Ovviamente vi sono comunque nessi stretti con la disciplina dei partiti politici e, in particolare, la disciplina del loro finanziamento, nonché la disciplina dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare del settore radiotelevisivo. Tuttavia, nessuna di queste materie è oggetto specifico di questo scritto, anche se non potrò evitare riferimenti anche frequenti. Pure stretti sono i nessi con la disciplina del sistema elettorale e con la struttura e il formato della lotta politica. Va da sé che queste delimitazioni hanno, come si dice in questi casi, carattere meramente stipulativo e nessuna pretesa di intrinseca validità.
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Fantuzzi, Gianni. "L'uso della violenza come ricerca dell'impossibile. Ipotesi interpretative per un intervento psicoanalitico". GRUPPI, n.º 2 (outubro de 2010): 119–26. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002013.

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Come ha sottolineato Renato de Polo: "Con la violenza ci si prefigge di conseguire degli obiettivi impossibili: ogni gruppo esige di affermare la propria purificazione assoluta attribuendo la colpa all'altro per mezzo della proiezione di tutto il male su di esso". Partendo da questo spunto, si sostiene l'ipotesi che il perpetuarsi del conflitto tra israeliani e palestinesi derivi, oltre che da motivazioni geo-politiche ed economiche, anche da cause psicologiche. L'attribuzione del male e della distruttivitŕ all'altra parte ha lo scopo di purificarsi e di liberarsi dal pericolo che il proprio potenziale maligno potrebbe danneggiare anche le persone amate. L'ulteriore riflessione che viene proposta in questo lavoro riguarda il fanatismo religioso: esso permette di affermare la prospettiva di pensiero secondo la quale se il colpevole č l'altro, viene in tal modo accordata la propria purificazione e assecondato il proprio ruolo di vittima, acquisendo il diritto di uccidere l'avversario in nome del Dio. Nella lotta contro i nemici, il gruppo esporta all'esterno la minaccia di morte e assume su di sé il potere di uccidere in nome della giustizia, diventando cosě una sorta di divinitŕ. Il gruppo costituisce infatti la fonte di un sogno fondamentale che dispensa l'illusione di trascendere il limite della morte individuale. In questo contesto, la psicoanalisi con il proprio setting, oltre alle concettualizzazioni relative all'inconscio, ai processi proiettivi e al transfert, puň offrire un contributo specifico alla comprensione di questo argomento, fornendo strumenti di modulazione e di regolazione nei conflitti tra i gruppi. Il presupposto per fruire di questo contributo č innanzitutto la destituzione dell'odio e del diritto di uccidere come giustificazione alle proprie rivendicazioni.
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De Cicco, Maria Cristina. "Diritti fondamentali e minori dal punto di vista del civilista. Quale tutela? Doi: 10.5020/2317-2150.2015.v20n3p917". Pensar - Revista de Ciências Jurídicas 20, n.º 3 (29 de dezembro de 2015): 917–40. http://dx.doi.org/10.5020/23172150.2012.917-940.

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Resumo:
Partendo dal tema centrale dell’incontro, “Violenza e diritti umani: il ruolo delle ONGs e delle OGs nella rielaborazione, da parte dei ricercatori, delle politiche pubbliche sulla lotta contro le aggressioni ai diritti umani”, si vuole affrontare la questione relativa allo sfruttamento del lavoro minorile. Parlare di diritti umani e di dignità dell’uomo, oggi, è sempre di piú un’esigenza pressante. Invero, la dignità dell’uomo è un concetto caratterizzato da assolutezza: ogni uomo, pertanto, in quanto tale, è degno quanto qualsiasi altro uomo, a prescindere dalla razza, dalla nazionalità, dalla religione e dalla condizione sociale. L’accoglimento del concetto secondo il quale i diritti umani e, quindi, la dignità dell’uomo integrano un valore assoluto, fa sí che i medesimi diventino la misura attraverso la quale poter anche valutare la qualità dello sviluppo c.d. «sostenibile». La dignità dell’uomo, dunque, è da ascrivere nell’àmbito dei princípi inderogabili del nostro ordinamento, principio di ordine pubblico costituzionale. Conferma di tale assunto, inoltre, nell’àmbito del Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, si ha dall’art. II-61, articolo di apertura e posto al vertice del catalogo dei diritti fondamentali, secondo il quale «La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata». La clausola generale di dignità, dunque, peraltro già presente in molteplici testi normativi sopranazionali ed interni, viene a costituire uno dei princípi cardine del sistema italo-comunitario, un valore normativo di rilevanza sovraordinata, in antitesi al quale si pone, al contrario, una logica economicistica, esclusivamente produttivistica, ispirata al profitto e, quindi, al mercato, affermerebbe il primato del mercato e della produzione anche a costo di violare la dignità dell’uomo e i diritti umani.
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Delledonne, Nicola. "L’arte del realismo onirico: architettura, pittura e letteratura nell’opera di Arduino Cantàfora". Quaderni d'italianistica 38, n.º 1 (18 de outubro de 2018): 223–50. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v38i1.31167.

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Resumo:
Il presente contributo critico interpreta l’opera di Arduino Cantàfora (1945) — architetto, pittore e scrittore — attraverso la nozione di realismo onirico, coniata per evidenziare la propensione dell’artista milanese a trasfigurare gli elementi della realtà secondo un processo tipico del mondo dei sogni. Tra l’inizio degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta del Novecento, egli affina una tecnica di lavoro destinata a diventare una peculiarità del suo modo di operare: prima progetta architetture, poi le dipinge e, infine, ne trae spunti per componimenti letterari. La sua è una ricerca che sottende una riflessione sullo spazio e sul tempo, ma, soprattutto, sulla frammentazione di queste due entità e sulla ricomposizione dei frammenti spaziali e temporali in un nuovo contesto. In ogni opera — per lo più racconti accompagnati da dipinti di architettura, ma anche grandi tele per mostre di pittura nonché libri di narrativa — ne sortisce un effetto straniante che sembra voler avvertire il lettore o l’osservatore dell’esistenza di una realtà onirica accanto a quella fattuale. È la realtà del ricordo che, trasformato dal trascorrere del tempo, diviene materiale per la creazione artistica. Il ‘ricordare’ così concepito, però, non è il risultato di una nostalgia insoddisfatta, bensì lo strumento attraverso cui l’artista avanza le sue personali idee di architettura, pittura e letteratura. Ecco allora che dietro l’apparenza malinconica delle immagini e le narrazioni allucinate prende corpo un’idea di città fatta di molte sedimentazioni storiche, nella quale il ricordo personale diviene memoria collettiva. Non solo. Esso diventa anche la testimonianza di una lotta per la città nel momento in cui la città si appresta a scomparire, subissata dalla metropoli, dalla megalopoli o, più banalmente, dal territorio diffuso. Tutte le opere menzionate nell’articolo suonano come un monito a non dimenticare quella città. Forse anche a sognarla.
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Flores, Juan. "Sapere e potere: psicoanalisi e lavoro clinico". Ricerca Psicoanalitica 29, n.º 1 (9 de janeiro de 2020): 83–102. http://dx.doi.org/10.4081/rp.2018.149.

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Ogni teoria comporta e contiene in sè contraddizioni, lotte e tensioni che derivano dal contesto della società, pertanto, quando una teoria si afferma, ciò sta a significare l'esito delle lotte, ovvero che certe posizioni hanno prevalso a scapito di altre. Esplicitare tali posizioni, portarle "a galla" è un valido contributo reso alla conoscenza e al pensiero.Tuttavia queste posizioni, che sono posizioni di forza, nella maggior parte dei casi si mantengono occulte, mascherate, si presentano sotto mentite spoglie, sono state cancellate dalla scena e rimosse. Le istituzioni psicoanalitiche detengono una responsabilità per la formazione che impartiscono, per il modello psicoanalitico che prospettano e per l'operatività che esercitano ed è inevitabile che tutto ciò implichi sottostanti lotte per l'egemonia. Lotte che non sono scevre da implicazioni materiali e dalle quali il nostro spazio di lavoro non può essere considerato esente. Questa precisazione vale quantomeno a sottolineare la nostra inevitabile implicazione, non certo perchè esista un luogo che ne sia escluso, ma perchè precisarne i contorni ci fornisce l'illusione di una maggior libertà e l'esercizio di una possibile etica.
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Baraldi, Luciana Duarte. "O método de instrução ao sósia como subsídio para intervenção e formação de professores no Circolo Italiano San Paolo: uma pesquisa exploratória". Revista Italiano UERJ 12, n.º 1 (5 de setembro de 2021): 24. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62090.

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RESUMO: Este artigo tem por objetivo apresentar uma experiência de intervenção em situação de trabalho docente baseada no método de instrução ao sósia, elaborado por Ivar Oddone – médico, psicólogo e militante político italiano que figurou como um dos líderes do Modelo Operário Italiano (MOI) de luta para a saúde do trabalhador nos locais de trabalho – e seu grupo (1981, 1986) no contexto de formação continuada dos trabalhadores da Fiat nos anos 1970, tendo inspirado empreendimentos no campo da saúde do trabalhador no Brasil a partir da década de 1980. Esse método foi reinterpretado por Clot na Clínica da Atividade (1999, 2001, 2006, 2017) com o intento de produzir conhecimentos para a ação e promover transformações em outros contextos laborais. A intervenção foi realizada com duas docentes de língua italiana do Circolo Italiano San Paolo e, posteriormente, transformada em uma pesquisa exploratória (GIL, 2008). Nossa proposta é comentar os referenciais teóricos, descrever o contexto de intervenção e as etapas a partir das quais os dados coletados foram analisados à luz das teorias que fundamentam a pesquisa derivada da intervenção e, por fim, apresentar as conclusões acerca da importância da instrução ao sósia, no referido contexto, para a formação de um coletivo e a ampliação do poder de agir (CLOT, 2010) das docentes.Palavras-chave: Instrução ao sósia. Intervenção. Trabalho docente. Formação de professores. Italiano como língua estrangeira. ABSTRACT: Questo articolo si propone di presentare un’esperienza di intervento in una situazione lavorativa didattica basata sul metodo di istruzioni al sosia, elaborata da Ivar Oddone – medico, psicologo e attivista politico italiano che figurava come uno dei leader del Modello Operativo Italiano (MOI) di lotta per la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro – e il suo gruppo (1981, 1986) nell’ambito della formazione continua per i lavoratori Fiat negli anni '70, avendo ispirato iniziative nel campo della salute dei lavoratori in Brasile sin dagli anni '80. Questo metodo è stato reinterpretato da Clot presso la Clinica dell’Attività (1999, 2001, 2006, 2017) con l’intenzione di produrre conoscenza per l'azione e promuovere cambiamenti in altri contesti di lavoro. L’intervento è stato realizzato con due insegnanti di lingua italiana del Circolo Italiano San Paolo e, successivamente, si è trasformato in una ricerca esplorativa (GIL, 2008). La nostra proposta è di commentare il quadro teorico, descrivere il contesto dell’intervento e le fasi a partire dalle quali sono stati analizzati i dati raccolti alla luce delle teorie che stanno alla base della ricerca derivata dall’intervento e, infine, presentare le conclusioni sull’importanza delle istruzioni al sosia, nel contesto della ricerca, per la formazione di un collettivo e l’espansione del potere di azione (CLOT, 2010) delle docenti.Parole chiavi: Istruzioni al sosia. Intervento. Lavoro docente. Formazione di insegnanti. Italiano lingua straniera. ABSTRACT: This article aims to present an intervention experience in a teaching work situation based on the method of instruction to the double, elaborated by Ivar Oddone – doctor, psychologist and Italian political activist who figured as one of the leaders of the Italian Operative Model (IOM) of struggle for worker's health in the workplace – and his group (1981, 1986) in the context of continuing training for Fiat workers in the 1970s, having inspired ventures in the field of worker health in Brazil since the 1980s. This method was reinterpreted by Clot at Clinic of Activity (1999, 2001, 2006, 2017) with the intention of producing knowledge for action and promoting changes in other work contexts. The intervention was carried out with two Italian language Italian teachers from the Circolo Italiano San Paolo and, later, transformed into an exploratory research (GIL, 2008). Our proposal is to comment on the theoretical frameworks, describe the context of intervention and the steps from which the data collected were analyzed in the light of the theories that underlie the research derived from the intervention and, finally, present the conclusions about the importance of instruction to the double, in that context, for the formation of a collective and the expansion of the power of action (CLOT, 2010) of teachers.Keywords: Instruction to the double. Intervention. Teaching work. Teacher training. Italian as a foreign language.
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Pozzi, Sonia. "Pensare a percorsi di lotta all'Early School Leaving e a percorsi di inclusione lavorativa e sociale come lavoro di comunità. L'analisi dei diversi punti di vista condivisi all'interno del Progetto Below 10* in territori di provincia (Cuneo e Verona)". WELFARE E ERGONOMIA, n.º 2 (abril de 2019): 63–83. http://dx.doi.org/10.3280/we2017-002004.

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Beccalli, Bianca. "Aris Accornero: un intellettuale operaio nella sociologia del lavoro". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 158 (novembro de 2020): 7–20. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158001.

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Resumo:
A due anni dalla morte di Aris Accornero il saggio si propone di mettere in risalto gli aspetti principali della sua figura di sociologo e intellettuale attraverso il confronto con Alain Touraine e Ruth Milkman. Le somiglianze più evidenti sono tre. (1) Una forte partecipazione politica alle lotte di emancipazione e di progresso economico e civile dei lavoratori e dei ceti più deboli, lotte in cui il lavoro è l'aspetto centrale. (2) Una presenza di rilievo anche al di fuori del campo professionale e accademico: Accornero, Touraine e Milkman sono intellettuali pubblici, che intervengono nel contesto politico del loro paese e a livello internazionale. (3) E tutti e tre riflettono sulla vicenda storica a loro coeva, lo sviluppo del fordismo dopo la Seconda guerra mondiale e la sua crisi dopo gli anni '70 del secolo scorso. Partendo dalla somiglianza di questi atteggiamenti profondi nelle loro opere e nella loro attività il saggio intende cogliere le differenze e la specificità dei loro contributi, e in particolare di quello di Accornero, agli studi sul lavoro, sulla classe operaia, sul sindacato.
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Russo, Federica, Gabriella Maselli e Antonio Nesticò. "Forest ecosystem services: economic evaluation of carbon sequestration on a large scale [Servizi ecosistemici forestali: valutazione economica del sequestro di anidride carbonica su area vasta]". Valori e Valutazioni 33 (julho de 2023): 17–30. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20233303.

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The role of ecosystem services is a central issue in current debates concerning the environment, the climate emergency and the sustainable development strategies. Natural capital, an invaluable source of wellbeing for humankind, is suffering from continuous and unsustainable human exploitation. This leads to a significant transformation of ecosystems and a consequent loss of biodiversity across the planet. In recent years, increased environmental awareness has generated much attention to the activation of a financial instrument aimed at the conservation and enhancement of ecosystems: the Payment for Ecosystem Services. Although the main objective is the preservation of our territory and its resources, PES schemes can also contribute to reducing inequalities, reducing poverty, and improving livelihoods, particularly when embedded in effective sustainable development strategies. A prerequisite for the application of this instrument is the economic valuation of ecosystems and the services they provide, as the objects of transaction between its beneficiaries and providers. In doing so, this paper characterises a methodology for the mapping and economic valuation of one of the main ecosystem services: CO2 sequestration by forests. The latter, thanks to its capacity to absorb and store CO2in the atmosphere, plays a relevant role in combating climate change. The proposed methodology consists of four steps and includes: (i) the collection and processing of data concerning the forest categories of the area under analysis; (ii) the estimation of the annual removal and storage of organic carbon and (iii) its conversion into CO2, by forest category and hectare of soil; (iv) the estimation of the monetary value of the annually absorbed CO2 stock. The methodology is applied to the territory of the Campania Region and can be replicated in different contexts and at different scales. The perspective of the study is the development of a software that allows, through the perimeter of an area on a map, the automatic measurement of the quantity of CO2 annually absorbed by the forest stock and the monetary value of the corresponding ecosystem service. l ruolo dei servizi ecosistemici è un tema di grande rilevanza e centralità nei dibattiti attuali riguardanti l’ambiente, l’emergenza climatica e le strategie di sviluppo sostenibile. Il capitale naturale, fonte inestimabile di benessere per il genere umano, è vittima di un continuo insostenibile sfruttamento da parte dell’uomo; ciò comporta una significativa trasformazione degli ecosistemi e una conseguente perdita di biodiversità in tutto il Pianeta. Negli ultimi anni, una maggiore sensibilizzazione in materia ambientale ha generato grande attenzione all’attivazione di uno strumento finanziario finalizzato alla conservazione e alla valorizzazione degli ecosistemi: il Pagamento dei Servizi Ecosistemici (Payments for Ecosystem Services, PES). Sebbene l’obiettivo principale sia la tutela del nostro territorio e delle sue risorse, gli schemi PES possono inoltre contribuire a ridurre le disuguaglianze, ad alleviare la povertà e a migliorare i mezzi di sussistenza, in particolare se inseriti in efficaci strategie di sviluppo sostenibile. Requisito preliminare per l’applicazione di tale strumento è la valutazione economica degli ecosistemi e dei servizi da essi svolti, quali oggetto di transazione fra suoi beneficiari e fornitori. In tal senso, il presente lavoro caratterizza una metodologia per la mappatura e la valutazione economica di uno dei principali servizi ecosistemici: il sequestro di CO2 da parte del patrimonio forestale. Quest’ultimo, grazie alla capacità di assorbire e immagazzinare la CO2 presente nell’atmosfera, assume un ruolo rilevante nella lotta ai cambiamenti climatici. La metodologia proposta si articola in quattro fasi e prevede: (i) la raccolta e l’elaborazione dei dati riguardanti le categorie forestali dell’area oggetto d’analisi; (ii) la stima della rimozione e dell’immagazzinamento annuale del carbonio organico e (iii) la sua conversione in CO2, per categoria forestale ed ettaro di suolo; (iv) la stima del valore monetario dello stock di CO2 annualmente assorbito. La metodologia è applicata al territorio della Regione Campania ed è replicabile in differenti contesti e a diversa scala. Prospettiva del lavoro è la realizzazione di un software che consenta, tramite perimetrazione di un’area su mappa, la misurazione automatica della quantità di CO2 annualmente assorbita dal patrimonio forestale e il valore monetario del corrispettivo servizio ecosistemico.
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FERRARESE, Elaine Da Silveira Ribeiro, e Tamires Da Silva OLIVEIRA. "A Semana da Consciência Negra em uma Escola Periférica: Narrativas de um Trabalho Coletivo". INTERRITÓRIOS 6, n.º 12 (7 de dezembro de 2020): 189. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248996.

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RESUMOO objetivo do trabalho é inscrever os enfrentamentos para implementação de um projeto interdisciplinar em escola pública periférica, sobre a cultura afro-brasileira. Justifica-se a partir de evidências cotidianas e estatísticas onde os sujeitos negros são “invisibilizados” nas narrativas que compõem a identidade nacional brasileira. Pelas narrativas das professoras envolvidas no projeto, buscou-se problematizar, contextualizar e refletir a partir de bibliografia majoritariamente negra, as crises e dramas do cotidiano escolar específicos ao recorte racial. Considera-se que professoras e professores necessitam fazer voz para que a prática de enaltecer a pluralidade de existências e a luta do povo negro no Brasil ocorra não apenas em datas específicas, mas ao longo de todo o ano letivo.Consciência negra. Racismo. Escola. Narrativas. Projeto interdisciplinar. ABSTRACTThe work objective is to register the confrontations for the implementation of an interdisciplinary project in a peripheral public school, about Afro-Brazilian culture. It is justified based on daily evidence and statistics where black people are “invisible” in the narratives that make up the Brazilian national identity. Through the narratives of the teachers involved in the project, we sought to problematize, contextualize, and reflect from a mostly black bibliography, such as crises and dramas of the school routine specifics to the racial profile. It is considered that qualified teachers need to make a voice so that the practice of extolling the plurality of existences and the struggle of the black people in Brazil occurs not only on specific dates, but throughout the school year.Black awareness. Racism. School. Narratives. Interdisciplinary project. RESUMENEl objetivo del trabajo es registrar los enfrentamientos para la implementación de un proyecto interdisciplinario en una escuela pública periférica, sobre la cultura afrobrasileña. Se justifica con base en evidencias y estadísticas diarias donde los sujetos negros son “invisibilizados” en las narrativas que conforman la identidad nacional brasileña. A través de las narrativas de las docentes involucradas en el proyecto, se buscó problematizar, contextualizar y reflexionar desde una bibliografía mayoritariamente negra, las crisis y dramas de la rutina escolar propios del contorno racial. Se considera que las profesoras y los profesores necesitan hacer una voz para que la práctica de ensalzar la pluralidad de existencias y la lucha del pueblo negro en Brasil ocurra no solo en fechas específicas, sino durante todo el año escolar.Conciencia negra. Racismo. Escuela. Narrativas. proyecto interdisciplinario. SOMMARIOL'obiettivo del lavoro è registrare i confronti per l'attuazione di un progetto interdisciplinare in una scuola pubblica periferica, sulla cultura afro-brasiliana. È giustificato sulla base di prove e statistiche quotidiane in cui i soggetti neri sono "invisibili" nelle narrazioni che compongono l'identità nazionale brasiliana. Attraverso le narrazioni dei docenti coinvolti nel progetto si è cercato di problematizzare, contestualizzare e riflettere da una bibliografia prevalentemente nera, le crisi e i drammi della routine scolastica tipica del profilo razziale. Si ritiene che gli insegnanti e le insegnanti debbano farsi una voce in modo che la pratica di esaltare la pluralità delle esistenze e la lotta dei neri in Brasile avvenga non solo in date specifiche, ma durante l'intero anno scolastico.Coscienza nera. Razzismo. Scuola. Narrazioni. progetto interdisciplinare.
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Davida Pizzigoni, Francesca, e Alessia Rosa. "Musei scolastici e realtà maker: spazi di contaminazione educativa". ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, n.º 132 (fevereiro de 2022): 125–37. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-132-s1008.

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Il saggio riscopre il museo scolastico, supporto storico e polivalente, e ne delinea il valore educativo quale spazio di confronto tra scuola e territorio limitrofo. Lonta-no da una prospettiva unicamente storica, le attività didattiche inerenti al museo scolastico si delineano in un più vasto orizzonte interdisciplinare e di innovazione. Il contributo propone la prototipazione 3D e gli spazi maker quali ambiti di lavoro a supporto delle dinamiche di prossimità tra scuola e realtà circostanti.
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VÉLEZ, Carlos Guillermo Mojica, e Amanda Motta CASTRO. "Breve cartografía de la educación popular: enfoques entre Brasil-Colombia". INTERRITÓRIOS 6, n.º 10 (14 de abril de 2020): 287. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244908.

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RESUMENEste es un trabajo teórico realizado durante el programa de Maestría en Educación de la Universidad Federal de Río Grande / FURG. El objetivo fue analizar teoricamente lo que se ha producido sobre los preuniversitarios populares (PP) en Brasil y en Colombia, especialmente en la ciudad de Medellín, durante los últimos 5 años. Históricamente, Brasil ha hecho una contribución significativa a América Latina y el Caribe al pensar en una educación gratuita, abierta, democrática y de puertas abiertas para todos y todas los que quieran estudiar. Esta es una lucha que aún continúa y para lograrla se han realizado esfuerzos teóricos y militantes en varios países, entre ellos Colombia con los preuniversitarios populares. La cartografía presentada aquí demuestra cuánto la investigación militante puede generar voces de esperanza para la trasnformación de las universidades y las desigualdes sociales en dos países diferentes de América Latina.Educacion Popular. Preuniversitarios Populares. Brief cartography of popular education: approaches between BrazilColombiaABSTRACT This is a theoretical work carried out during the Master's in Education program of the Federal University of Rio Grande / FURG. The objective was to analyze what has been produced about popular pre-university course (PP) in Brazil and Colombia, especially in the city of Medellín, during the last 5 years. Historically, Brazil has made a significant contribution to Latin America and the Caribbean by thinking about a free, open, democratic and open-door education for everyone who wants to study. This is a struggle that still continues and to achieve it, theoretical and militant efforts have been made in several countries, including Colombia with the popular pre-university course. The cartography presented here demonstrates how much militant research can generate voices of hope for the transformation of universities and social inequalities in two different countries in Latin America.Popular Education. Popular Pre-university Course. Breve Cartografía de la Educación Popular: enfoques entre BrasilColombiaRESUMOEste é um trabalho teórico realizado durante o programa de Mestrado em Educação da Universidade Federal de Río Grande / FURG. O objetivo foi analisar teoricamente o que ocorreu sobre a pré-universidade popular (PP) no Brasil e na Colômbia, especialmente na cidade de Medellín, nos últimos 5 anos. Historicamente, o Brasil fez uma contribuição significativa para a América Latina e o Caribe ao pensar em uma educação gratuita, aberta, democrática e de portas abertas para todos que desejam estudar. Esta é uma luta que ainda continua e para alcançá-la, esforços teóricos e militantes foram feitos em vários países, incluindo a Colômbia, com as pré-universidades populares. A cartografia apresentada aqui mostra quanta pesquisa militante pode gerar vozes de esperança para a transformação de universidades e desigualdades sociais em dois países diferentes da América Latina.Educacion Popular. Preuniversitarios populares. Breve cartografia dell'educazione popolare: approcci tra Brasile-Colombia SINTESE Questo è un lavoro teorico svolto durante il programma di Master of Education dell'Università Federale del Rio Grande / FURG. L'obiettivo era di analizzare teoricamente ciò che è stato prodotto sui popolari studenti pre-universitari (PP) in Brasile e Colombia, in particolare nella città di Medellín, negli ultimi 5 anni. Storicamente, il Brasile ha dato un contributo significativo all'America Latina e ai Caraibi pensando a un'istruzione libera, aperta, democratica e aperta a tutti coloro che vogliono studiare. Questa è una lotta che continua ancora e per raggiungerla, sono stati fatti sforzi teorici e militanti in diversi paesi, tra cui la Colombia con i popolari studenti pre-universitari. La cartografia presentata qui dimostra quanto la ricerca militante possa generare voci di speranza per la trasformazione delle università e le disuguaglianze sociali in due diversi paesi dell'America Latina.Educazione popolare. Pre-università popolare.
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Tidiane Gaye, Cheikh. "RAZZA E METICCIATO NELLA LETTERATURA AFRICANA DI ESPRESSIONE ITALIANA". Italiano LinguaDue 15, n.º 2 (15 de dezembro de 2023): 352–63. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/21955.

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Il secolo scorso in Francia ha sancito l’avvento di una letteratura africana di espressione francese che ha coinvolto il continente africano e la sua diaspora. Il movimento, conosciuto come Négritude, fa la sua apparizione e coinvolge vari protagonisti. Al centro dei temi sviluppati, vi è la rivendicazione dell’Anima nera. Intellettuali come Jean Paul Sartre e André Breton sposeranno le rivendicazioni degli intellettuali africani, contribuendo al loro successo. Tale movimento continua ancora oggi ad alimentare varie riflessioni in un’epoca caratterizzata da una forte rivendicazione identitaria in un’Europa popolata da più culture e sempre esposta al fenomeno dell’immigrazione. Negli anni Novanta, in Italia, con la nascente letteratura migrante di espressione italiana, si evidenzia una forte rivendicazione di appartenenza. La rivendicazione identitaria è un tema centrale di alcuni autori per la lotta contro il razzismo, la discriminazione e le politiche anti-immigrazione di alcuni partiti di destra. Il mio lavoro intende esplorare quattro punti in particolare: la questione razziale, l’uso del lemma “nero”, il cambiamento di paradigma, rispetto al movimento della Negritudine, e l’appartenenza all’identità italiana, pur affermando al tempo stesso la propria italianità nera. Si prenderanno in esame alcuni testi, in particolare: Traiettorie di sguardi - E se gli altri foste voi? di Geneviève Makaping, Prendi quello che vuoi ma lasciami la mia pelle nera di Cheikh Tidiane Gaye e Noi, italiani neri di Pap Khouma, per riflettere sul passaggio dall’uso del termine “negro” a quello di “nero”, e sull’importanza dell’ibridazione e delle identità molteplici. Affrontare la transculturalità è prendere anche in considerazione questo viaggio, sia nel tempo che nello spazio, ed evidenziare i cambiamenti di paradigma riguardo alle nozioni di razza e di métissage culturale e biologico. Race and mestizaje in African literature of Italian expression The last century in France marked the advent of an African literature of French expression which involved the African continent and its diaspora. The movement, known as Négritude, makes its appearance and involves various protagonists. At the center of the themes developed is the reclamation of the black soul. Intellectuals such as Jean Paul Sartre and André Breton espoused the demands of African intellectuals, contributing to their success. This movement continues to fuel various reflections today in an era characterized by a strong identity claim in a Europe populated by multiple cultures and always exposed to the phenomenon of immigration. In the nineties, with the nascent literature in Italy, known as migrant literature of Italian expression, a strong claim to belonging was highlighted. The identity claim is a central theme of some authors in the fight against racism, discrimination and the anti-immigration policies of some right-wing parties. My work intends to explore four points in particular: the racial question, the use of the lemma “black”, the paradigm shift, compared to the Negritude movement, and belonging to the Italian identity, while at the same time affirming one's own black Italianness. Some texts will be examined, in particular:Traiettorie di sguardi - E se gli altri foste voi? by Geneviève Makaping, Prendi quello che vuoi ma lasciami la mia pelle nera by Cheikh Tidiane Gaye e Noi, italiani neri by Pap Khouma, to reflect on the transition from the use of the term “negro” to that of “black”, and on the importance of hybridization and multiple identities. Addressing transculturality also means taking into consideration this journey, both in time and space, and highlighting paradigm shifts regarding notions of race and cultural and biological miscegenation.
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Pescarolo, Alessandra. "Il lavoro nella Costituzione: fonte della cittadinanza o sfera preclusa?" La Nuova Giuridica 3, n.º 1 (11 de setembro de 2023): 76–109. http://dx.doi.org/10.36253/lng-2311.

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I princìpi fondamentali della Costituzione affermano chiaramente il legame tra lavoro e cittadinanza, legame che, d'altra parte, cessa di esistere nella definizione della partecipazione delle donne al lavoro, all'art. 37. Questo contributo pone tale asimmetria nel contesto di una comparazione dettagliata tra le posizioni espresse in Costituente dai rappresentanti - donne e uomini - di Democrazia cristiana e partiti della sinistra. Se il riferimento alle Costituzioni socialiste del ventesimo secolo ha un impatto rilevante sulla definizione generale dei diritti dei lavoratori, esso è ignorato quando si tratta di rendere effettivo il diritto delle donne al lavoro. Solo il Partito socialista lottò, guidato in questa scelta da Lina Merlin, per cancellare dall'art. 37 la menzione dell'"essenziale funzione familiare". The fundamental principles of the Italian Constitution clearly affirm the link between work and citizenship, a link which, on the other hand, ceases to exist when the terms of women’s participation in work are defined in Article 37. This article places this asymmetry in the context of an in-depth comparison between the positions expressed in the Constituent Assembly by the representatives - women and men - of the Christian Democrats and the parties of the left. While the reference to the twentieth-century socialist Constitutions has an important weight in the general definition of workers' rights, it fails when it comes to making women’s right to work effective. Only the Socialist Party, led in this battle by Lina Merlin, fought to delete from Article 37 the reference to the "essential family role".
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Ciniero, Antonio. "Crisi economica e lotte autorganizzate. Lavoro, sciopero ed esclusione dei braccianti a Nardò (2011-2015)". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 140 (novembro de 2015): 189–203. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-140013.

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Kohon, Gregorio. "Amore nel transfert. Identificazione primaria e imago materna". PSICOANALISI, n.º 2 (janeiro de 2011): 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-002001.

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In un nutrito numero di pazienti donne sembra esistere un'identificazione primaria con un'imago materna che viene vissuta solo in termini estremi. L'imago materna rappresenta una figura onnipotente, totipotente, sublime, che ispira paura, protettiva e sacra, personificando al tempo stesso una figura vulnerabile e patetica, dominata dalla tristezza, malattia e inibizione. Il ricordo inconscio del legame e delle lotte del soggetto con questa imago primaria di una madre/seno costituisce il background (mitico) contro il quale si svilupperanno in seguito le relazioni oggettuali. Queste verranno rievocate, rivisitate e ri-vissute nella situazione del transfert. Conformemente con la visione di Freud nel, ciň costituisce un trauma che viene ri-creato, sviluppato e compreso solo nell'attraverso il lavoro di analisi.
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Clément, Jean-Paul. "Les apports de la sociologie de Pierre Bourdieu à la sociologie des sports". STAPS 15, n.º 35 (1994): 41–49. http://dx.doi.org/10.3406/staps.1994.993.

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La pubblicazione nel 1981 dell'opera collettiva diretta da Christian Pociello (Sports et Société) concretizza l'impatto dell'approccio di Pierre Bourdieu sulla sociologia degli sport in lingua francese. Per quanto riguarda “il campo delle pratiche sportive e la sua strutturazione sociale”, alcuni lavori socio-storici hanno illustrato delle fasi di formazione di un campo delle attività sportive, aventi sue proprie poste in gioco e sua logica di funzionamento. Pociello e la sua equipe hanno mostrato le omologie esistenti tra questo campo (“lo spazio degli sport”) e lo spazio sociale differenziato. Alcune inchieste più dettagliate analizzano un gruppo di sport o di un solo sport e ritrovano differenziazioni sociali perfino nelle “maniere” di praticare il gioco e di entrare in relazione con gli altri giocatori. Lo spazio degli sport è studiato nelle sue trasformazioni, mostrando corne la posizione di ciascuna disciplina in questa spazio cambi nel corso del tempo, in relazione con le trasformazioni sociali e culturali. Per quanto concerne “il simbolico delle pratiche sportive” si nota che, nello spazio degli sport e in relazione con la dinamica del campo sociale, i gruppi di praticanti lottano per diffondere la loro maniera di praticare. È stato mostrato che il potere di simbolizzazione delle pratiche sportive è in relazione con l'omologia esistente tra lo spazio delle lotte per la definizione del corpo legittimo e lo spazio delle lotte sociali e politiche. L'insieme di questi lavori procede a confronti e si basa sulla storia sociale delle pratiche sportive.
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Bardi, Luciano. "IL VOTO DI PREFERENZA IN ITALIA E LA LEGGE ELETTORALE EUROPEA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, n.º 2 (agosto de 1985): 293–313. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200003154.

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IntroduzioneIl voto di preferenza è da tempo uno degli elementi più discussi del sistema elettorale italiano. Nel corso del dibattito apertosi in concomitanza con i lavori della commissione bicamerale per le riforme istituzionali, è emerso un quasi unanime orientamento a favore di una soppressione di tale strumento. Si ritiene che il voto di preferenza favorisca i processi disgregativi all'interno dei partiti e che una sua eliminazione, o quanto meno una revisione dei meccanismi che lo regolano, possa avere l'effetto «di moralizzare la vita politica e di evitare una malsana lotta fratricida all'interno dei partiti». Tale opinione riassume, forse un po’ enfaticamente, alcune delle osservazioni di quanti hanno studiato il voto di preferenza nel contesto del sistema e del comportamento elettorale in Italia. Il voto di preferenza sembra infatti essere maggiormente utilizzato in presenza di situazioni clientelari (quali il ‘voto di scambio’) e caratterizzate da un alto grado di frazionismo dei partiti.
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Petrillo, Agostino, e Palmas Luca Queirolo. ""Andando tranquilli verso la notte?" Discutendo con Mike Davis su Obama, la crisi, le frontiere.." MONDI MIGRANTI, n.º 2 (outubro de 2009): 97–102. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002007.

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Mike Davis č uno dei piů originali sociologi urbani americani degli ultimi decenni. A partire da un testo divenuto ormai classico La cittŕ di quarzo, uscito nel 1990, in cui ricostruiva la storia urbana di Los Angeles in chiave di grande disutopia della dispersione spaziale e del controllo sociale, egli ha prodotto tutta una serie di lavori che hanno al loro centro il tema delle trasformazioni delle metropoli contemporanee e il ruolo che in esse giocano le lotte e i movimenti dei migranti. Il presente contributo si interroga, utilizzando la forma dell'intervista, sui temi delle frontiere, della crisi con le sue ricadute sulle vite dei migranti, sulle nuove opzioni politiche sul tema aperte dalla presidenza Obama.
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