Literatura científica selecionada sobre o tema "Laboratorio di progettazione"

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Artigos de revistas sobre o assunto "Laboratorio di progettazione"

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Borsa, Davide, e Giovanna D'Amia. "Il Fiordo di Oslo. Un laboratorio europeo di trasformazione urbana". TERRITORIO, n.º 56 (março de 2011): 138–40. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056021.

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Il processo di trasformazione che ha investito la capitale norvegese e il ruolo del fiordo nei processi di urbanizzazione sono stati oggetto di un seminario internazionale che si č svolto presso la facoltŕ di Architettura e Societŕ del Politecnico di Milano il 26 maggio 2010, le cui tematiche sono qui riassunte negli interventi di Dag Tvilde e di Marius Grřnning. Musei, infrastrutture, housing e terziario avanzato irrompono nello scenario post-industriale del waterfront: č il nuovo mix funzionale disegnato e scelto dai norvegesi per il rilancio della loro capitale che si vuole candidare a nuova tappa del grand tour europeo. Le ambiziose promesse programmatiche saranno mantenute? Č ancora possibile conciliare sviluppo, qualitŕ urbana, conquiste sociali, attraverso procedure di progettazione e programmazione democratica che mantengono una centralitŕ dell'attore pubblico come protagonista?
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Felisatti, Ettore, Emilia Restiglian, Evelina Scaglia, Franca Zuccoli, Federica Gaetano e Roberta Bonelli. "La progettazione del Questionario di Valutazione dei Laboratori (QVL) del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria". EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, n.º 1 (junho de 2021): 25–55. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12064.

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Un gruppo di lavoro, costituitosi all'interno del Coordinamento dei Presidenti dei CdS in Scienze della Formazione Primaria e composto da docenti, ricercatori e tutor provenienti da alcuni atenei italiani, ha costruito, seguendo una metodologia di lavoro partecipativa, un Questionario per la Valutazione dei Laboratori (QVL) di Scienze della Formazione Primaria (SFP). Lo strumento è stato progettato a partire dalle informazioni ricavate da un'indagine somministrata ai Coordinatori dei Corsi di studio in SFP del Paese, dalle esperienze pregresse e dagli studi sui fondamenti del laboratorio dal punto di vista storico e culturale, e consente agli studenti di valutare anonimamente i laboratori ordinamentali secondo quanto delineato dal decreto 249/2010[1]. Il questionario si articola in sezioni che contemplano la rilevazione di molteplici aspetti dell'esperienza laboratoriale: oltre ai dati identificativi e di profilazione, permette agli studenti di esprimersi rispetto a dinamiche relative all'organizzazione, realizzazione, valutazione e conduzione del laboratorio considerato. Sono stati somministrati due pre-test che hanno permesso di migliorare lo strumento, soprattutto nella chiarezza e nella fruibilità, confermando nel complesso la sua struttura ipotizzata in prima stesura. Il contributo qui presentato si sofferma, nello specifico, sul processo di costruzione condivisa dello strumento e sul ruolo che la student voice ha avuto nella verifica della coerenza del questionario con l'esperienza laboratoriale realizzata.   [1] D.M. 10/09/2010, n. 249. Recuperato da: http://www.miur.it/documenti/universita/offerta_formativa/formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/dm_10_092010_n.249.pdf.
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Marcarini, Mariagrazia Francesca. "Il progetto “Rompiscatole”. Gli studenti drop-out come progettisti per migliorare soft skills, creatività e STEAM". IUL Research 3, n.º 6 (21 de dezembro de 2022): 150–78. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.345.

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Il progetto “Rompiscatole” ha coinvolto due gruppi di studenti drop-out tra i 16 e i 18 anni della scuola secondaria CIA (Centro d’Istruzione per l’Adulto e l’Adolescente) “A. Manzoni” del Comune di Milano, che propone due anni in uno, per aiutare studenti che hanno avuto percorsi scolastici travagliati a ritornare a scuola. La sperimentazione svolta nell’ambito dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) prevedeva attività di laboratorio e progettazione collaborativa di ambienti della scuola poco utilizzati, per promuovere e migliorare motivazione, creatività, STEAM, riflessione metacognitiva attraverso un’autovalutazione sulle attività, e per orientarsi nel progetto di vita, proponendo un apprendimento attivo, in cui l’insegnante svolge un ruolo di mentore.
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Arnetoli, Maria Vittoria, Irene L'Abate e Matteo Mazzoni. "Costruire nuovi immaginari per gli spazi aperti della scuola come strumento di educazione alla sostenibilità ambientale." Contesti. Città, territori, progetti 1, n.º 1 (27 de outubro de 2022): 50–69. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13586.

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Per affrontare l’attuale policrisi e costruire un nuovo equilibrio uomo-natura, la scuola si fa palestra di conoscenze altre, aprendo le proprie pareti a esperienze incentrate sulla sostenibilità ambientale e rivolte alla capacità di pensiero sistemico, trasformativo e resiliente dei futuri cittadini. Le limitazioni dovute alla pandemia da COVID-19 hanno ancor più evidenziato quanto il rapporto con gli spazi verdi sia importante in termini di salute psico-fisica e qualità dell’abitare. L’articolo presenta un’esperienza di co-design, sviluppata con un approccio interdisciplinare, che ha coinvolto gli studenti del Liceo Scienze Umane G. Galilei di Firenze nella ri-progettazione degli spazi aperti scolastici esplorando le tematiche dell’Outdoor education. L’iniziativa appartiene al progetto “Comunità Scolastiche Sostenibili” coordinato dal Laboratorio Didattico Ambientale del Parco Mediceo di Pratolino (Città Metropolitana di Firenze) in convenzione con il Centro per l’UNESCO di Firenze. To face the current polycrisis and build a new human-nature balance, the school becomes a training ground for other knowledge, opening its walls to experiences focused on environmental sustainability and aimed at the systemic, transformative and resilient thinking skills of future citizens. The restrictions caused by the COVID-19 pandemic have further highlighted the importance of the community's relationship with green spaces in terms of mental and physical health and quality of living. The article presents a co-design experience, developed with an interdisciplinary approach, that has involved the “G. Galilei” High School students in Florence in the re-design of school open spaces exploring the themes of Outdoor education. The initiative belongs to the project “Sustainable School Communities” coordinated by the Environmental Didactic Laboratory of the Medici Park of Pratolino (Metropolitan City of Florence) in agreement with the UNESCO Centre of Florence.
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Benelli, Caterina. "Nascita e sviluppo di un’idea". Mnemosyne, n.º 9 (15 de outubro de 2018): 14. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i9.14013.

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L’obiettivo dell’articolo è di rintracciare la valenza formativa dei laboratori autobiografici e promuovere la cultura della memoria e dell’autobiografia in carcere: contesto di storie difficili che necessitano, sempre più e con maggiore attenzione, di essere ascoltate e comprese attraverso proposte di percorsi formative sempre più mirate ai nuovi bisogni. D’altra parte anche l’Ordinamento penitenziario raccomanda l’inclusione del detenuto in percorsi trattamentali in carcere finalizzati ad un migliore reinserimento sociale. Ed è per questo che, all’interno del Piano pedagogico degli Istituti penitenziari sono sempre più presenti laboratori autobiografici che permettono ai partecipanti di ripercorrere la propria vicenda esistenziale,di riflettere su di sé per una ri-progettazione in vista del «fine pena» e con l’accompagnamento di esperti in metodologie autobiografiche.
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Maia, Elisa. "Early childhood Centers: possible civic units of inclusion and democracy for children and families". IUL Research 4, n.º 8 (22 de dezembro de 2023): 151–62. http://dx.doi.org/10.57568/iulresearch.v4i8.502.

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Il decreto legislativo 65/2017 ha rappresentato una conquista fondamentale per l’Italia, poiché ha stabilito la ricomposizione di intenti e progettualità caratterizzanti il curricolo “zerosei”, con l’intenzione di concorrere a ridurre gli svantaggi culturali, sociali e relazionali e di favorire l’inclusione di ciascun bambino. Nel sistema “zerosei”, la normativa riconosce un ruolo strategico ai Poli per l’infanzia: laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio. Essi tracciano scenari innovativi per la progettazione di spazi in cui promuovere una cultura complessa e plurale di infanzie e famiglie, nell’ottica della continuità orizzontale. I Poli per l’infanzia, pertanto, possono diventare presidi civici di promozione dei diritti dei bambini e delle famiglie, in una prospettiva realmente inclusiva e democratica.
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Deluigi, Rosita. "Le officine progettuali S-POT: laboratori per il design di servizi socioeducativi". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n.º 2 (julho de 2021): 20–31. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12113.

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Nella progettazione di percorsi di orientamento formativo e professionalizzante per gli studenti dei corsi di laurea in Scienze dell'educazione e della formazione (L-19) e di Scienze pedagogiche (LM-85) risulta irrinunciabile il dialogo con i servizi per costruire traiettorie di riflessività, esplicitando l'intenzionalità sottesa agli interventi attuati. Il contributo descrive una proposta realizzata nell'a.a. 2019/2020 nell'ambito del progetto SUPER – "Percorsi di Orientamento e Tutorato per promuovere il successo universitario e professionale" e configurata in modalità on line durante la fase 2 del Covid-19. L'esperienza "S-POT: officine progettuali" ha permesso agli studenti di confrontarsi con professionisti che operano in contesti educativi, condividendo riflessioni critiche con i propri docenti. In seguito, i partecipanti, con il supporto delle senior tutor, hanno lavorato in piccolo gruppo con l'obiettivo di proporre un'idea progettuale da sottoporre alle équipe incontrate. Questa iniziativa ha offerto la possibilità di entrare nell'eterogeneo mondo dei servizi che si interroga, cercando risposte innovative, a fronte dei cambiamenti costanti. In tal modo, sono emerse le diverse prefigurazioni professionali degli studenti e la concretezza plurale dei profili di educatori e di coordinatori pedagogici inseriti in équipe multidisciplinari. L'attraversamento di vari ambiti lavorativi ha dato voce alle molteplici sfide del sociale, facendo affiorare la vitalità dell'agire educativo e lanciando ponti di apprendimento condiviso.
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Tommaso Brighenti. "Strategie di ricostruzione e rinascita nell’Italia Centrale post-sisma: Amatrice, Norcia, Camerino". FAMagazine. Ricerche e progetti sull'architettura e la città, n.º 55 (30 de agosto de 2021). http://dx.doi.org/10.12838/fam/issn2039-0491/n55-2021/732.

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Le architetture presentate, frutto del lavoro didattico e di ricerca svolto con gli studenti coinvolti all’interno del Laboratorio di Progettazione Architettonica al Politecnico di Milano, mostrano diversi interventi e progetti per la ricostruzione di alcuni comuni dell’Italia centrale colpiti dal sisma dell’estate-autunno 2016, in particolare i comuni di Amatrice, Norcia e Camerino. Attraverso questi progetti si sono sperimentate diverse strategie di ricostruzione, differenziate secondo le specifiche caratteristiche insediative, storiche e strutturali che individuano distinte linee di intervento coerenti con le potenzialità riconoscibili e recuperabili di ciascun contesto.
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Giovannelli, Maddalena. "Una scena da riscrivere insieme. Il Laboratorio di Prato (1976-78)". Versants. Revista suiza de literaturas románicas 2, n.º 70 (24 de novembro de 2023). http://dx.doi.org/10.22015/v.rslr/70.2.10.

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Il teatro del Novecento vede, in Europa, un aumento dell’interesse verso il disegno dello spazio scenico. I processi di collaborazione e co-creazione cominciano così a comprendere sempre più spesso – accanto a drammaturghi e registi – anche architetti e progettisti, che modificano profondamente le pratiche della scrittura scenica. Il panorama italiano tarda a rispondere a questo fermento che si diffonde oltre confine, ma si distingue in questo quadro il Laboratorio di Progettazione Teatrale attivo tra il 1976 e il 1978, che vede il coinvolgimento di un gruppo di ricerca interdisciplinare. Il progetto è guidato formalmente da Luca Ronconi ma l’articolo mette in luce come l’apporto di diverse competenze, e soprattutto dell’architetta Gae Aulenti, vada considerato ugualmente importante a quello della regia, sia in relazione ai tre spettacoli prodotti, che all’ideazione dell’intero progetto. Parole chiave: teatro, spazio, scena, pubblico, Luca Ronconi, Gae Aulenti.
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Farina, Tommaso. "ASSOCIATIVE EXPERIENCE AS A DRIVING FORCE FOR SCIENCE POPULARIZATION. A CASE STUDY". MeTis. Mondi educativi. Temi indagini suggestioni 13, n.º 2 (1 de dezembro de 2023). http://dx.doi.org/10.30557/mt00279.

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Nel nostro Paese, storicamente caratterizzato da una forte presenza del Terzo Settore e dell’associazionismo, si sono fatte strada nuove modalità di racconto e divulgazione del sapere scientifico. In una prospettiva pedagogica ed educativa, tali modalità si configurano come potenziali sostrati generativi, sia dal punto di vista culturale (trasmissione “dal basso”) sia da quello relazionale (dimensione comunitaria e partecipativa). Il presente contributo intende riflettere sul tema della divulgazione prendendo in esame un caso concreto di esperienza associativa. Si tratta di IACC Italia, branch di International Association of Color Consultants. Attiva dal 2009 nel campo della ricerca, della formazione e della progettazione del colore per il recupero di un rapporto armonico tra uomo, ambiente e territorio, IACC Italia, oggi Ente del Terzo Settore, rappresenta un esempio virtuoso di laboratorio per lo sviluppo del ragionamento critico nella società complessa.
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Teses / dissertações sobre o assunto "Laboratorio di progettazione"

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Trabace, Pietro. "Sviluppo di un prototipo di laboratorio di motore Stirling Alpha". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di cercare realizzare un prototipo di un motore Stirling di tipo Alpha partendo da un’analisi preliminare del ciclo termodinamico studiata da Schmidt che anche se molto approssimativa da comunque dei risultati molto interessanti e utili ad un dimensionamento di massima della macchina. Dopo aver disegnato vari modellini CAD del prototipo tramite SolidWorks, si è passati alla realizzazione del modello reale in laboratorio ed alla simulazione CFD del prototipo stesso.
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Curto, Alessio. "Progettazione ed Implementazione di una Piattaforma web per la gestione di un laboratorio Didattico Universitario". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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L’obiettivo di questa tesi è quello di sviluppare una piattaforma web per la gestione dei materiali destinati ad un laboratorio didattico, ovvero ”UniBookingItems”. Tramite l’utilizzo di UBI l’utente, in questo caso un responsabile di laboratorio, potrà interagire con l’applicativo tramite un’interfaccia grafica semplice ed intuitiva, la quale permetterà di tener traccia dei materiali e di gestire le prenotazioni.
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Catani, Stefano. "Progettazione e sviluppo del sistema di analisi dati del registro diabetici". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9547/.

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L'obiettivo di questa tesi è la progettazione e realizzazione di una porzione del sistema informatico relativo al registro di patologia per il diabete. L'attività di progettazione e realizzazione del Registro diabetici è stata svolta prevalentemente durante il tirocinio presso il SITIC e ha compreso fasi di ricerca, analisi e sviluppo di un'applicazione in Qlikview.
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Bucchi, Giacomo <1986&gt. "Studio di modelli matematici per la verifica e la progettazione di impianti di digestione anaerobica su scala di laboratorio e industriale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6830/1/TESI_FINALE.pdf.

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Il lavoro di Dottorato si è incentrato con successo sullo studio della possibilità di applicare il modello ADM1 per la descrizione e verifica di impianti industriali di digestione anaerobica. Dai dati sperimentali il modello e l'implementazione in software di analisi numerica si sono rivelati strumenti efficaci. Il software sviluppato è stato utilizzato come strumento di progettazione di impianti alimentati con biomasse innovative, analizzate con metodiche biochimiche (BMP) in scala di laboratorio. Lo studio è stato corredato con lo studio di fattibilità di un impianto reale con verifica di ottimo economico.
This work of thesis succesfully studied the feasibility of ADM1 application to Anaerobic Digestion industrial biogas plant description. The model and its implementation in numerical analysis software is an efficient tool. The software was applied to new substrates tested in bench scale tests (BMP tests) to design innovative AD bioreactors on industrial scale. This study also features the feasibility study of an existing industrial biogas plant, completed with the economic study (business plan).
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Bucchi, Giacomo <1986&gt. "Studio di modelli matematici per la verifica e la progettazione di impianti di digestione anaerobica su scala di laboratorio e industriale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6830/.

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Il lavoro di Dottorato si è incentrato con successo sullo studio della possibilità di applicare il modello ADM1 per la descrizione e verifica di impianti industriali di digestione anaerobica. Dai dati sperimentali il modello e l'implementazione in software di analisi numerica si sono rivelati strumenti efficaci. Il software sviluppato è stato utilizzato come strumento di progettazione di impianti alimentati con biomasse innovative, analizzate con metodiche biochimiche (BMP) in scala di laboratorio. Lo studio è stato corredato con lo studio di fattibilità di un impianto reale con verifica di ottimo economico.
This work of thesis succesfully studied the feasibility of ADM1 application to Anaerobic Digestion industrial biogas plant description. The model and its implementation in numerical analysis software is an efficient tool. The software was applied to new substrates tested in bench scale tests (BMP tests) to design innovative AD bioreactors on industrial scale. This study also features the feasibility study of an existing industrial biogas plant, completed with the economic study (business plan).
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Anelli, Beatrice. "Laboratorio permanente di educazione alla lettura: una ricerca-azione nella scuola primaria e secondaria di primo grado". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3427322.

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L’oggetto della ricerca è stata la realizzazione, in ottica partecipante, di un laboratorio permanente di educazione alla lettura all’interno di scuole primarie e secondarie di primo grado. Lo scopo prefissato è stato quello di portare un’innovazione metodologica e didattica riguardo l’educazione alla lettura attraverso una forma di apprendimento semistrutturato che ha coinvolto insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Tale scopo si è suddiviso in tre obiettivi principali: progettare e attuare un percorso di formazione per insegnanti in servizio, volto a sviluppare competenze in merito a metodologie, strategie, tecniche e strumenti per l’educazione del lettore motivato e competente nell’ambito della progettazione curricolare; costituire una comunità di pratica professionale per la formazione continua, l’autoformazione, lo scambio e condivisione di risorse didattiche specifiche in un’ottica di progettazione partecipata; costruire un ambiente di apprendimento integrato dove connettere pratiche, processi, risorse di lettura a indicatori di Digital Literacy (Ala-Mutka, 2011), mediante l’integrazione di ICT e strumenti 2.0 combinando hard e soft skills. La ricerca, che ha avuto la forma della ricerca azione con metodi misti, in ottica di progettazione partecipata, ha sviluppato l’idea di un supporto a lungo termine all’interno delle scuole per permettere alle docenti di avere un riferimento continuo circa l’educazione alla lettura e gli aspetti correlati. La scelta del supporto più adatto si è diramata su tre piani: formazione insegnanti, progetti di lettura in aula e ambiente digitale di condivisione materiale, e ha avuto la forma del laboratorio (De Bartolomeis, 1978; Travaglini, 2009; Frabboni, 2005; Lanfranconi Betti, 2005). La ricerca ha avuto come risultati attesi poi raggiunti: un maggior utilizzo del libro non di testo, una maggior consapevolezza delle potenzialità dell’oggetto libro e un aumento delle attività di educazione alla lettura. Problematiche invece si sono rilevate circa l’attesa di una condivisione di materiale (online).
The object of the research was the realization, in a participant perspective, of a permanent reading education laboratory in primary and secondary schools. The aim was to bring a methodological and didactic innovation regarding reading education, through a semistructured form of learning that involved teachers first and foremost. This goal has been divided into three main objectives: to design and implement a training course for in-service teachers, aimed at developing skills in methodologies, strategies, techniques and tools for motivated and competent reader education in the field of design curriculum; establish a community of professional practice for continuous training, self-training, exchange and sharing of specific teaching resources from a participatory planning perspective; to build an integrated learning environment where to connect practices, processes, reading resources to Digital Literacy indicators (Ala-Mutka, 2011), through the integration of ICT and 2.0 tools combining hard and soft skills. The protagonists of this research, which took the form of action research with mixed methods, were the teachers. In terms of participatory planning, the idea of long-term support within schools has been developed to allow teachers to have a continuous reference about reading education and related aspects. The choice of the most suitable support has branched out on three levels: teacher training, classroom reading projects and digital sharing environment, and took the form of the laboratory (De Bartolomeis, 1978; Travaglini, 2009; Frabboni, 2005; Lanfranconi Betti, 2005). The research had as expected results then achieved: a greater use of the non-text book, a greater awareness of the potential of the book object and an increase in reading education activities. Problems, on the other hand, have been detected regarding the expectation of sharing material (online).
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Manzini, Marco Valerio. "Progettazione e realizzazione di una applicazione di realtà virtuale immersiva utilizzando la tecnologia HTC Vive". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12919/.

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Resumo:
L'attuale tecnologia, sviluppatasi negli ultimi 20 anni, ha permesso l'introduzione nel mercato di consumo diversi dispositivi di Realtà Virtuale (VR) a basso costo, grazie ai quali negli ultimi sette anni si è visto un'esplosione di applicazioni legate ai campi più disparati, di cui i principali sono: intrattenimento, addestramento, apprendimento, commerciale, e perfino in campo medico. Il lavoro di tesi descrive la realizzazione di una applicazione immersiva di Realtà Virtuale basata su Head-Mounted Display(HMD) HTC Vive e piattaforma Game Engine Unity3D 5.5.0f3. Per sviluppare tale applicazione è stato creato un ambiente di sviluppo che si intende utilizzare per la realizzazione di altre applicazioni. Nel lavoro di tesi vengono anche presentate le caratteristiche delle tecnologie attualmente disponibili sul mercato.
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Fabbri, Elisa. "Educare alla complessità tramite simulazioni ad agente: progettazione e sperimentazione di un'attività per studenti di scuola secondaria in un laboratorio PLS". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24279/.

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Resumo:
Le simulazioni di sistemi complessi stanno diventato sempre più importanti nella ricerca scientifica; in didattica delle scienze e della fisica i vantaggi e le criticità del loro insegnamento sono uno dei principali argomenti di ricerca. Questa tesi si propone di trattare l’argomento dell’insegnamento della complessità e delle simulazioni computazionali, sostenendo l’idea che l’insegnamento di tali argomenti può essere un prezioso contesto per fornire agli studenti strumenti e competenze interdisciplinari, di cittadinanza scientifica e di futuro. La tesi si colloca all’interno del progetto IDENTITIES, un progetto Europeo Erasmus+ che vede la collaborazione delle università di Bologna, di Parma, di Creta, di Montpellier e di Barcellona. Il progetto nasce dalla necessità di fornire agli studenti delle conoscenze e delle competenze di tipo interdisciplinare richieste dalla società contemporanea ma che il corrente insegnamento rigidamente fondato sulla divisione della conoscenza in discipline non è in grado di fornire. La tesi parte quindi con il caratterizzare il tema dei sistemi complessi e delle simulazioni computazionali in fisica, soffermandosi sull’importanza e sulle difficoltà che possono essere riscontrate durante l’insegnamento di questi temi; successivamente verrà presentato il laboratorio PLS Simulazioni di sistemi complessi offerto dal Dipartimento di Fisica e Astronomia di Bologna e verrà trattato l’argomento principale di tale laboratorio, ovvero le simulazioni ad agente; infine, verrà spiegata la pianificazione di un’attività da me pensata, in collaborazione con la prof.ssa Olivia Levrini e la dott.ssa Eleonora Barelli, rivolta a studenti di scuola secondaria. Tale attività era volta a guidare gli alunni a costruire analogie tra modelli ad agente e problemi sociali reali. A conclusione della tesi verranno presentati ed analizzati i dati della sperimentazione di tale attività nell’ambito del sopracitato laboratorio PLS.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Resumo:
Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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COPPINI, ORLANDI BARBARA. "Pratiche di intercultura in contesti di accoglienza eterogenei. Progettazione e realizzazione di un intervento con madri e bambini di provenienza culturale straniera". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1130772.

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Resumo:
L'Italia che, come il resto del mondo, è oggi pienamente dominata dalla globalizzazione, in seguito ai conflitti più o meno recenti succedutesi alla morte di Tito e all'avvento della "primavera araba", si è trovata ad essere un ponte tra la guerra e la possibilità di un futuro migliore, trasformandosi progressivamente da terra di emigrazioni a terra di immigrazioni. Desiderosa di rispondere ad almeno uno dei bisogni delle persone straniere sempre più numerose in Italia, ho deciso di rivolgermi all'epistemologia naturalista, approccio nel quale l'impianto conoscitivo si costruisce in relazione ai dati raccolti. Dopo aver individuato come contesto in cui condurre la mia indagine, la casa accoglienza San Michele a Rovezzano, impegnandomi a fare epoché e a portare avanti un impegno riflessivo costante, attraverso la pratica dell'osservazione, sono giunta a formulare la domanda di ricerca; questa, strettamente connessa ai bisogni dei "nativi", mi avrebbe portato ad indagare gli effetti innescati dall'attivazione di laboratori espressivi relativamente alla capacità di creare, all'interno di un centro di accoglienza, una prospettiva intercultuale. Dopo aver raggiunto, grazie all'utilizzo di interviste e questionari, una conoscenza approfondita del contesto, ho iniziato a progettare l'intervento. Tale processo si è inoltre arricchito grazie al programma Erasmus Plus che mi ha fornito l'opportunità di svolgere 4 mesi di traineeship in una preschool nel centro di Dublino; questa esperienza è stata fondamentale per allargare la riflessione sull'approccio interculturale e le buone pratiche, rendendo così sicuramente più ricco il mio intervento in Italia. Tutta l'esperienza fino ad allora maturata si è quindi concretizzata nella creazione di 6 laboratori espressivo-interculturali; questi, realizzati interamente con la partecipazione delle donne intervistate, prevedevano la visione di powerpoint riguardanti i paesi di provenienza delle famiglie, l'ascolto di musiche tradizionali e la realizzazione, da parte dei bambini, di un cartellone tematico. Questa esperienza che è stata valutata positivamente sia dalle madri che da tutto il personale della casa accoglienza (coordinatrice, operatori e volontari), ha permesso di incidere positivamente sui momenti di condivisione e dialogo tra le madri e favorire il dialogo interculturale, la pratica dell'ascolto e la coesione tra i bambini, aiutandoli a considerare la pluralità come un'opportunità di crescita. La ricerca, è arrivata infine a generare nuovi interventi e sviluppi non previsti nella prima fase di progettazione: il progetto San Michele on the road, esclusivamente dedicato alle madri, la riunione tra volontari e operatrici, il maggior raccordo tra il mondo del volontariato e quello universitario e l'inizio di una collaborazione con il museo degli Uffizi.
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Livros sobre o assunto "Laboratorio di progettazione"

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Saccomani, S., D. Grognardi e Carlo Alberto Barbieri. Laboratorio di progettazione urbanistica. Torino: CELID, 1986.

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2

Francesco, Moschini, ed. Cerreto Sannita: Laboratorio di progettazione 1988. Roma: A.A.M/COOP, 1989.

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3

Università di Napoli. Dipartimento di progettazione architettonica e ambientale, ed. Architettura e città: Laboratorio di progettazione architettonica III. A. Roma: Diagonale, 2000.

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4

Stefano, Chiarenza, ed. Introduzione alla progettazione architettonica: Esperienze di laboratorio 2002-2004. Napoli: Giannini, 2006.

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5

Italo, Moscati, ed. Luca Ronconi: Utopia senza paradiso : sogni disarmati al Laboratorio di Prato. Venezia: Marsilio, 1999.

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6

Tripodo, Giuliana. Torre in C2: Osservazioni su un laboratorio di progettazione architettonica. Palermo: Caracol, 2011.

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7

editor, Gioffré Vincenzo 1968, ed. Un laboratorio internazionale di progettazione del paesaggio: 5 esperienze di parchi fluviali urbani. Canterano (RM): Aracne editrice, 2019.

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8

Basso, Orazio, e Michele De Mattio. Al riparo del quadrato: Laboratorio di progettazione architettonica diretto da Francesco Venezia. Siracusa: Lettera ventidue, 2009.

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9

Università di Bologna. Facoltà di Architettura. Laboratorio di progettazione. Architettura 1. Faenza: Gruppo editoriale Faenza, 2000.

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Pedrocco, Piero, Elena Olivo e G. Verri. Un quartiere sperimentale a Sant'Erasmo: Studi per una progettazione integrata : Laboratorio integrato di progettazione urbanistica, Università degli studi di Udine a.a. 2015-2016. Canterano (RM): Aracne editrice, 2017.

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Trabalhos de conferências sobre o assunto "Laboratorio di progettazione"

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Ottaviani, Dorotea. "Il valore della memoria nei processi di riqualificazione dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica". In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8017.

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Resumo:
Come affrontare i processi di riqualificazione quando “il rapporto tra le aree-residenza e elementi primari” non è più alla base della configurazione per tessuti della città e la casa diventa monumentale memoria e gesto rappresentativo dello Stato? Concentrando lo sguardo sul periodo tra gli anni 60' e 70' si rende evidente un intento congiunto delle amministrazioni e degli architetti, attraverso la progettazione di complessi a scala macroscopica, spesso isolati dal contesto classico della città, di creare una visione chiara ed iconica del ruolo assistenzialista dello Stato. Questa stagione, sottolineata da scelte compositive in contrapposizione con la visione “ordinaria” della città e della sua crescita per tessuti, raggiunge la sua massima espressione nel “grande segno” che fa coincidere tipologia architettonica con morfologia urbana e racconta di un’amministrazione che vuole essere il referente diretto per la risoluzione di problematiche sociali e risponde in maniera reattiva e molto rapida alle questioni e alle esigenze poste dalle sue classi più bisognose. Il primo valore da riconoscere ai progetti di questo periodo è di essere stati rappresentativi di vocazioni collettive e di averle riassunte con un gesto progettuale dall'alto valore iconografico. La seconda caratteristica di questa stagione architettonica, continuando a restringere la valutazione ad una constatazione dei fatti scevra di componenti di giudizio, è la sua ampia vocazione ad essere terreno sperimentale sia in ambiti architettonici che urbanistici. La domanda che ci poniamo è se sia possibile ripartire da queste due valori per re-interpretare i progetti dei grandi complessi residenziali pubblici e renderli “abitabili” mantenendone le loro particolari vocazioni. How can we deal with requalification process in parts of the city which are no longer based on the “relation among residential-area and primary elements” and where the house has become the rappresentative memory of programs and ideals of the State? Concentrating on the 60' and 70' period in Italy it is clear a joined intent of the administration and the architects to create a neat and iconographic image of the protective and directive role of the State towards its citizen, through the designing of large, unitary social housing, often off the normal urban scale and isolated by the rest of the city. This season, highlighted by compositive experience in sharp contrapposition with the “ordinary” vision of the city, reach its maximal expression in “great sign design” that tends to an equivalence between architectural typology and urban morphology. The first merit that have to be acknowlegde to those project is to have been a representative of collective vocations through a high valued iconographical design. A second valor to be confered to this period is its vocation on being a laboratory for both architectural and urban experimentation. Question we are facing is, then, if it is possibile to start over on those two intrinsic values, seep through the lens of the european directives for sustainable renewal of the cities, for a reinterpretation of the large housing estates in order to give them back to their peculiar potential and to make the the center of regenerations of the city itself.
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