Teses / dissertações sobre o tema "Fraszki"

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ZANIN, RENATA. "La lingua dell'insegnante: Un modello per l'insegnamento e per l'apprendimento. Fondamenti metodologici dell'insegnamento CLIL". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/16648.

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Resumo:
L’insegnamento disciplinare in una lingua straniera (Content and Language Integrated Learning - CLIL) richiede al docente DNL (discipline non linguistiche) una particolare attenzione alla lingua comune, alla lingua della disciplina, ma soprattutto alle frasi fatte, ai frasemi, alle parole sintagmatiche e alle espressioni multiparola (Masini 2009). La categoria degli atti linguistici attenti alla lingua (Leisen 2010) può essere definita in relazione alla lingua franca, caratterizzata da un minor uso di parole sintagmatiche, di espressioni multiparola, di frasi idiomatiche (Aguado 2002b) come anche da una minore attenzione alle relative forme prosodiche. Se da un lato sembra in questo modo definito uno degli obiettivi principali della formazione linguistica degli insegnanti DNL (discipline non linguistiche), dall’altro devono essere analizzate e verificate le vie che permettano il raggiungimento di tale obiettivo. Il lavoro di ricerca svolto traccia un modello di insegnamento e di apprendimento basato proprio sulle espressioni multiparola e sulla loro espressione prosodica. Tre i filoni scientifici alla base del modello: il "competition model" (Bates 1999), la "idiomatisch geprägte Sprache" e la "Anschließbarkeit" (Feilke 1994, 1996) e la lettura silente (Perrone-Bertolotti et al. 2013). Da essi nasce l’indicazione della "prosodische Prägung" di grande importanza per il modello di insegnamento e apprendimento proposto che trova nelle fonti letterarie tedesche testi eccellenti per una didattica interdisciplinare, che sappia valorizzare il ruolo del docente di lingua straniera nel suo apporto all’apprendimento della lingua tedesca nella classe CLIL.
Teaching a CLIL-class (Content and Language Integrated Learning) is a big challenge for teachers of non-linguistic disciplines (NLD), as they need to pay particular attention not only to the specialized language but also to the everyday language, in particular to chunks and formulaic sequences. The discourse structure necessary for a ‘good’ Clil lesson contrasts with the lingua franca, which is characterized by a reduced use of chunks and formulaic sequences (Aguado 2002, Wray 2002) and by a reduced attention for prosodic features. Teacher training on Content Language Integrated Learning needs therefore to raise and to foster language awareness of discipline teachers. The research presented in this work proposes a model for teaching and learning in CLIL-classes, which is based on chunks, formulaic sequences and their prosodic features. The scientific foundations of this model are the competition model (Bates 1999), the "idiomatisch geprägte Sprache" as well as the "Anschließbarkeit" (Feilke 1994, 1996) and the silent reading (Perrone-Bertolotti et al. 2013). The central point of the model for teaching and learning is the "prosodische Prägung", which can be successfully exercised and learned with poems from the great German literature giving new value to the role of the foreign language teacher in supporting the discipline teachers in CLIL-classes.
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ZANIN, RENATA. "La lingua dell'insegnante: Un modello per l'insegnamento e per l'apprendimento. Fondamenti metodologici dell'insegnamento CLIL". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/16648.

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L’insegnamento disciplinare in una lingua straniera (Content and Language Integrated Learning - CLIL) richiede al docente DNL (discipline non linguistiche) una particolare attenzione alla lingua comune, alla lingua della disciplina, ma soprattutto alle frasi fatte, ai frasemi, alle parole sintagmatiche e alle espressioni multiparola (Masini 2009). La categoria degli atti linguistici attenti alla lingua (Leisen 2010) può essere definita in relazione alla lingua franca, caratterizzata da un minor uso di parole sintagmatiche, di espressioni multiparola, di frasi idiomatiche (Aguado 2002b) come anche da una minore attenzione alle relative forme prosodiche. Se da un lato sembra in questo modo definito uno degli obiettivi principali della formazione linguistica degli insegnanti DNL (discipline non linguistiche), dall’altro devono essere analizzate e verificate le vie che permettano il raggiungimento di tale obiettivo. Il lavoro di ricerca svolto traccia un modello di insegnamento e di apprendimento basato proprio sulle espressioni multiparola e sulla loro espressione prosodica. Tre i filoni scientifici alla base del modello: il "competition model" (Bates 1999), la "idiomatisch geprägte Sprache" e la "Anschließbarkeit" (Feilke 1994, 1996) e la lettura silente (Perrone-Bertolotti et al. 2013). Da essi nasce l’indicazione della "prosodische Prägung" di grande importanza per il modello di insegnamento e apprendimento proposto che trova nelle fonti letterarie tedesche testi eccellenti per una didattica interdisciplinare, che sappia valorizzare il ruolo del docente di lingua straniera nel suo apporto all’apprendimento della lingua tedesca nella classe CLIL.
Teaching a CLIL-class (Content and Language Integrated Learning) is a big challenge for teachers of non-linguistic disciplines (NLD), as they need to pay particular attention not only to the specialized language but also to the everyday language, in particular to chunks and formulaic sequences. The discourse structure necessary for a ‘good’ Clil lesson contrasts with the lingua franca, which is characterized by a reduced use of chunks and formulaic sequences (Aguado 2002, Wray 2002) and by a reduced attention for prosodic features. Teacher training on Content Language Integrated Learning needs therefore to raise and to foster language awareness of discipline teachers. The research presented in this work proposes a model for teaching and learning in CLIL-classes, which is based on chunks, formulaic sequences and their prosodic features. The scientific foundations of this model are the competition model (Bates 1999), the "idiomatisch geprägte Sprache" as well as the "Anschließbarkeit" (Feilke 1994, 1996) and the silent reading (Perrone-Bertolotti et al. 2013). The central point of the model for teaching and learning is the "prosodische Prägung", which can be successfully exercised and learned with poems from the great German literature giving new value to the role of the foreign language teacher in supporting the discipline teachers in CLIL-classes.
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Vacca, Claudia <1988&gt. ""La competenza linguistica nei non-udenti adulti: produzione e comprensione di frasi relative e frasi passive"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1803.

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Grasso, Selene <1993&gt. "La produzione di frasi interrogative e la ripetizione di frasi complesse in studenti adolescenti con e senza DSA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10734.

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Lo scopo di questo studio è indagare la produzione delle frasi interrogative e la ripetizione di frasi complesse da parte di studenti con e senza disabilità linguistiche frequentanti la scuola secondaria di secondo grado, allo scopo di determinare se e come le abilità di produzione e ripetizione degli studenti con dislessia si discostano da quelle negli studenti senza tale disabilità. Undici studenti con DSA (età: 16-18 anni) sono stati confrontati con un gruppo di controllo di 16 studenti normodotati (17-19 anni). Il gruppo di soggetti con DSA presenta una diagnosi effettuata tra gli 11 e i 16 anni. Tutti gli studenti sono monolingui italiani. Sono state somministrate una prova di ripetizione di frasi complesse e di una prova di produzione di frasi interrogative. I risultati del primo test hanno mostrato come in alcune strutture i soggetti normodotati riportino maggiori percentuali di accuratezza. Invece, nel secondo test le percentuali d’accuratezza raggiunte dai gruppi differiscono ma non significativamente. Per entrambi i gruppi si osservano errori nella ripetizione di frasi relative, legati all’uso del pronome relativo. Gli errori nel test di produzione si sono concentrati, per entrambi i gruppi, sulle frasi interrogative sull’oggetto introdotte da “quale+DP”; i soggetti hanno prodotto queste frasi con inversione del ruolo tematico e con sostituzione dei pronome interrogativi da “quale+DP” e “chi”, rispettivamente in “chi” e “cosa”, commettendo numerosi errori.
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Milani, Sara <1981&gt. "La sintassi delle frasi relative in russo". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/6522.

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Questo lavoro offre un’indagine in chiave generativista della sintassi della relativizzazione in russo contemporaneo. Il Capitolo 1, dopo aver esposto le problematiche inerenti la definizione e lo studio della relativizzazione, di cui è stata descritta la varietà tipologica a livello interlinguistico sia da un punto di vista semantico che sintattico, delinea le teorizzazioni per la derivazione delle frasi relative, inquadrando l’ambito teorico adottato e precisando gli scopi perseguiti, le fonti di raccolta dati e le metodologie impiegate. Il Capitolo 2 circoscrive l’indagine al russo descrivendone le principali strategie morfosintattiche di relativizzazione e caratterizzando le occorrenze contrastive dei vari introduttori di frasi relative in base alle tipologie di antecedenti e al fenomeno di ripresa pronominale. Il Capitolo 3 indaga i costrutti participiali in russo motivandone, in relazione al paradigma distribuzionale attestato e alle possibili interpretazioni restrittive e non-restrittive, lo status categoriale di sintagmi aggettivali derivati da frasi relative ridotte.
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De, Nichilo Alessandra <1993&gt. "INSEGNAMENTO ESPLICITO DELLE STRUTTURE SINTATTICHE A MOVIMENTO: Pronomi clitici, frasi passive e frasi relative in uno studente bengalese con italiano L2". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10643.

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Il presente studio presenta un intervento didattico mirato all’insegnamento esplicito del movimento sintattico rivolto a uno studente bengalese di 17 anni (A.), avente l’italiano come L2 da quando è arrivato in Italia all’età di 14 anni. Lui usa l’italiano solo nel contesto scolastico. Anche se non ha avuto diagnosi di un disturbo specifico del linguaggio, lui mostra di avere diverse difficoltà nella comprensione e nella produzione di strutture sintattiche complesse della lingua italiana. La competenza nell’uso di tali strutture è fondamentale per accedere all’università, frequentare i corsi universitari e utilizzare materiali di studio specifici che fanno uso di registri linguistici formali. È, inoltre, necessario intervenire negli anni della scuola secondaria e proporre specifiche attività individuali rivolte a quegli studenti che presentano difficoltà con linguaggi complessi. Prima dell’intervento didattico, la competenza linguistica dello studente è stata indagata attraverso dei test non standardizzati che hanno permesso di analizzare l’uso delle seguenti strutture sintattiche complesse: pronomi clitici (Arosio et al. 2014); frasi passive (Verin 2010); frasi relative (Volpato 2010). In queste prove, A., ha mostrato dei livelli di accuratezza inferiori rispetto a quelli dei 9 studenti italiani che hanno formato il gruppo di controllo. L’intervento didattico mirato è stato sviluppato seguendo i protocolli sperimentali di Levy-Friedmann (2009) e Thompson et al. (2003) ed è durato 2 mesi. A seguito di tale intervento, la performance di A. è migliorata nettamente e ha raggiunto livelli di accuratezza pari a quelli del gruppo di controllo.
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Corino, Elisa [Verfasser]. "Le frasi attributive in germanistica : Questioni grammaticografiche / Elisa Corino". Frankfurt a.M. : Peter Lang GmbH, Internationaler Verlag der Wissenschaften, 2017. http://d-nb.info/1129545210/34.

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MALDINI, Cristiana. "Giovanni Pascoli. Canis: dall'ideazione alla composizione (frasi e varianti)". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2011. http://hdl.handle.net/11392/2388802.

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This project stems from the curiosity aroused by the search Canis poem around the turn in my thesis on odors in Latin poetry of Giovanni Pascoli. The discovery of the low esteem in which literary criticism has taken the poem and the lack of specific studies on it, suggested a thorough analysis of this text and its genesis from the transcription of manuscripts. The initial stages of the project were devoted to the recognition of the paper containing the poem Pascoli and their photographic reproduction from the original kept at the Archive of House Castelvecchio Pascoli Barga, then moved on to reading (not always easy to decipher handwriting Pascoli) and transcription of the material, which allowed the reconstruction of a likely logical and chronological order of the cards and steps in the sequence of variations. For all stages of composition was done by an analytical comparison with the data of traditional Latin language, poetry and non-classical and, through the use of glossaries and indexes. This could highlight the substantial homogeneity of language Pascoli with the Latin tradition and, often, this survey has revealed relations with certain or probable "sources" of old, which revealed a "complicity" between the model and author of the novel new work. Therefore, this work aims to act as a first step, preliminary to a comment by Canis that today is completely missing, and that would complement and pastures alongside the analysis of "scientific" and Darwinist already under way by Patrick Paradisi Pecudes with his comment: As the scholar, in fact, Canis itself as the natural continuation of Pecudes because it "uses the same matrix Lucretius (the man at the dawn of civilization). And 'So this, the first, essential step for the exegesis and interpretation, which allows us to put the poem graze in organic framework of the entire literary production in Latin America and organic picture of the life of Pascoli, deserves, in fact, further study perhaps not an issue and assume that indirectly can be seen from reading the poem at issue here: the particular relationship that is already clear from reading the biography of Mary, between Pascoli (man from the 'soul Franciscan) and his dog , Gulì, which may have inspired the poet's will celebrate the origins of the animal by tying a double knot and the figure of "making it also the subject of epic-story home."
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9

Sodi, Denise <1994&gt. "I pronomi clitici in bambini con DSL e bambini con DSA: l'uso in frasi semplici e in frasi complesse con verbi a ristrutturazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15178.

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Il presente studio è volto a indagare la competenza nella produzione elicitata di pronomi clitici e nella ripetizione di frasi con verbi a ristrutturazione da parte di bambini con diagnosi di disturbo specifico del linguaggio, di disturbo specifico dell’apprendimento o di entrambi i disturbi in comorbilità. L’interesse a tale ambito di ricerca non è esclusivamente linguistico, ma è stato mosso in primo luogo dal sospetto che una volta raggiunti i criteri per diagnosticare un disturbo dell’apprendimento non venga prestata sufficiente attenzione a un latente disturbo specifico del linguaggio, strettamente collegato ad esso. Pertanto, essendo ormai nota la criticità relativa alla computazione dei pronomi clitici in presenza dei suddetti disturbi, tanto da costituire i marcatori clinici d’eccellenza per la lingua italiana, è stato raccolto un campione di bambini madrelingua italiani precedentemente diagnosticati di età compresa tra i 6 e i 10 anni. Nei due test a cui sono stati sottoposti, quello di elicitazione e quello di ripetizione, ancora mai testato su bambini con DSL, i principali oggetti di indagine sono stati i pronomi clitici accusati e dativi alla prima, seconda e terza persona singolare, oltre ai clitici riflessivi alla terza persona singolare. Scopo di tale studio è verificare se e in che misura il comportamento dei soggetti con DSA si discosta da quello dei bambini con una storia pregressa di DSL e come tale pattern si differenzia rispetto a quello osservato nei bambini a sviluppo tipico.
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10

Moldenhawer, Pawel. "In vitro studies of the impact of ozone and sulfur dioxide on the pollen of Fraser fir (Abies fraseri (Pursh) Poir.)". Thesis, Virginia Tech, 1988. http://hdl.handle.net/10919/45167.

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The impact of in vitro ozone and sulfur dioxide fumigation on pollen from two Fraser fir populations was examined. Populations were located at Mt. Rogers, Va, and Mt. Mitchell, S.C.. Two age groups "young" (less then 30 years old) and "old" (more then 40 years old) were examined within each population. No statistically significant age group differences in pollen germination percentage or pollen tube length were found. Mt. Mitchell pollen had a higher germination percentage than Mt. Rogers population. The statistically significant differences in pollen germination between populations were most probably due to the confounding effect of collection practices, and environmental conditions during 1986 pollen collection, rather than actual differences between populations. In vitro pollen fumigation with sulfur dioxide had no impact on pollen germination while fumigation with ozone decreased pollen germination percentage but did not change pollen tube length. Most of the variation in pollen germination percentage, and pollen tube length was due to genotype of the pollen parent tree. The phenotypic expression of six isozymes (previously correlated with resistance to air pollutants) in pollen was studied using polyacrylamide gel electrophoresis. The pattern of isozyme distribution among pollen phenotypes confirmed results from pollen germination studies. There was a difference between locations but no difference between age groups. None of isozyme phenotypes was correlated with a "resistance" to pollen fumigation with ozone or sulfur dioxide.
Master of Science
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Rizzo, Arianna <1992&gt. ""Sulla comprensione delle frasi scisse: costruzione di un test sperimentale"". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14261.

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Resumo:
The purpose of this work is to investigate cleft sentences, which still represent in many respects a controversial phenomenon. For such purpose I have decided to propose a detailed discussion about the main theoretic analyses proposed by different linguists to date, which involve in particular the syntactic and pragmatic aspects of these structures. Furthermore I recommend a series of observations and useful instructions for the design of a comprehension test, which can test the acquisition of cleft sentences in subjects of different ages (6, 8 and 10 years old). The reason why linguists have considered for decades the phenomenon of cleft sentences a golden oldie is due to their unique syntactic structure. In fact cleft sentences, according to the information state of the costituents contained in them, are special as they exhibit a rather uncommon syntactic form to achieve the separation of the prominent part, either focal or topical, from the background of the clause. Therefore, I will try to consider all their peculiarities in order to obtain a complete vision of this phenomenon, keeping in mind also the implications that these features have on the acquisition and the use of clefts. In spite of being common in different European and not European languages (cfr. Sornicola (1994)), there are no other studies on the comprehension of cleft sentences in Italian so far, therefore I will use other researches made on V-S constructions in different European languages, e.g. English (cfr. Von Berger (1996)) and Greek (cfr. Kapetangianni (2011)). It is important to collect the largest number of materials as possible in order to make theoretical observations, which can be compatible with the Italian language and which can also represent the starting point for the construction of this test and provide a complete set of motivated expectations. As regards the Italian language I will focus on the research conducted by Del Puppo (2016), who has investigated cleft sentences with respect to the elicited production of speakers of different ages; in addition, I will introduce some observations made by Roggia (2009) as regards functions and types of clefts in Italian, and Bianchi and Bocci (2012) for the focalization in Italian as regards the syntax-prosody interface. Finally, I have taken into consideration the works of Volpato (2010) and Adani et al. (2010) to investigate the influence of the features of number and gender on the comprehension, since they will be tested intensively during the experimental phase. The following research is partly focused on the problematic structure of clefts, partly on the design of an effective comprehension test and on the factors which should be considered to avoid confounds on the experimental results. The first part of this work offers an overview on the previous literature on clefts, with particular reference to descriptive grammar, generative semantics and syntax in a cartographic approach. It follows theoretical and pragmatical observations on the effects that different factors have on L1 acquisition, e.g. word-order, lexicon, number and gender; finally, after a detailed description of the selected tasks for this experiment, I will build the test proposing the phrases and the images, which could be used in future researches. The aim of this thesis is therefore to present some issues of clefts from theoretical perspectives. Based on previous data, this thesis presents some arguments for the derivation of clefts and tries to contribute to the ongoing investigation on the information-structural impact of clefts and their acquisition through the construction of a comprehension test, hoping that it can represent the base for further researches in acquisitional field.
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Braga, Barbara <1991&gt. "Comprensione e produzione di frasi relative e di frasi passive: un confronto tra bambini a sviluppo tipico e bambini con diagnosi di DSA in età scolare". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9293.

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Resumo:
Nel mio elaborato finale, ho analizzato, attraverso la somministrazione di diversi test, la comprensione e la produzione delle frasi relative e delle frasi passive in un gruppo di 14 bambini in età scolare (8;5-11;3, media 9;9); il gruppo di controllo comprende 7 bambini, mentre il gruppo sperimentale è formato da 6 bambini diagnosticati come DSA. Il gruppo dei soggetti con diagnosi sospetta di DSA comprende solamente un bambino. Nel primo capitolo, ho introdotto alcune caratteristiche concernenti il linguaggio, soffermandomi, in modo particolare, sull'acquisizione di strutture complesse, come quella relativa e quella passiva, riferendomi agli studi fatti per la lingua italiana in caso di sviluppo tipico. Nel secondo capitolo, ho dato una definizione di Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA), focalizzandomi sulla dislessia evolutiva; ho presentato, inoltre, vari studi riguardanti la comprensione e la produzione delle frasi relative e delle frasi passive nei soggetti dislessici. Nel terzo e quarto capitolo ho presentato l'analisi fatta sui dati raccolti dai test, osservando una certa continuità con gli studi precedenti; anche in questo studio, viene ribadita l'asimmetria tra RS e RO. E' da osservare, inoltre, che i dati raccolti nel presente studio mostrano un'asimmetria tra relative e passive, come osservato da Cardinaletti e Volpato (2014) nello studio sugli adulti dislessici.
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Striuli, Maddalena <1998&gt. "LE FRASI PASSIVE DELL'ITALIANO IN BAMBINI E RAGAZZI AFFETTI DA IPOACUSIA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21969.

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Il presente studio ha lo scopo di indagare le frasi passive della lingua italiana in bambini e ragazzi affetti da ipoacusia bilaterale. La tesi è composta da una parte sperimentale che prevede un esperimento condotto su 11 pazienti di un centro acustico di età compresa tra i 6;7 e i 13;8 anni. Ai partecipanti, tutti madrelingua italiani, sono stati somministrati un test di comprensione (Verin 2010) e uno di produzione elicitata di frasi passive (Del Puppo et al. 2011). Questo lavoro è suddiviso in tre capitoli. Il primo vuole offrire una panoramica generale dello sviluppo del linguaggio e dell’ipoacusia, mettendo in evidenza come quest’ultima possa avere un notevole impatto sull’acquisizione di una lingua vocale. Il secondo capitolo approfondisce la struttura delle frasi passive, soffermandosi con particolare attenzione sulle ragioni per cui esse risultino così problematiche. Infine, il terzo e ultimo capitolo illustra dettagliatamente il progetto sperimentale: i partecipanti che vi hanno preso parte, la metodologia impiegata, i test somministrati e i risultati ottenuti. Questo studio rivela che la maggior parte dei partecipanti testati dimostra conoscenza della passivizzazione, poiché comprende e produce costruzioni passive. In particolare, i risultati del test di produzione indicano che soltanto tre partecipanti non sono stati in grado di produrre frasi passive e dall’analisi dei dati nel test di comprensione emerge un’asimmetria tra verbi azionali e non azionali; ciò significa che i secondi sono stati più difficili da comprendere rispetto ai primi, in linea con le predizioni.
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Sfriso, Elena <1991&gt. "La produzione elicitata di frasi scisse in bambini italiani di 5 anni". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8040.

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Questo lavoro mira ad approfondire le conoscenze sull’acquisizione delle strutture scisse nei bambini italiani di 5 anni a sviluppo tipico. Pochi sono gli studi a riguardo, soprattutto per quanto riguarda l’italiano. Lo scopo di questa ricerca è analizzare un corpus di dati, raccolti tramite un test di elicitazione (Cardinaletti, Del Puppo, Pivi, 2011), per osservare quali strategie utilizzano i partecipanti nell’esprimere da una parte un contrasto, quando a dover essere corretto è il soggetto o l’oggetto, e dall’altra una domanda introdotta dall’elemento interrogativo chi, interpretabile come soggetto o come oggetto. In particolare, lo studio intende verificare se i bambini di 5 anni producono frasi scisse contrastive in entrambe le condizioni e in quale quantità, facendo anche un confronto con i dati di un precedente studio sull’italiano (Del Puppo 2016) che interessa soggetti dai 6 ai 10 anni. In generale i dati mostrano una asimmetria tra le frasi scisse sul soggetto, che vengono prodotte in grande quantità, e le frasi scisse sull’oggetto, che sono quasi totalmente assenti. Inoltre, sono stati esaminati i dati delle frasi interrogative per osservare quali strategie i bambini hanno utilizzato per creare una domanda e se ci sono differenze tra la condizione di soggetto e quella di oggetto. Dato il consistente uso di frasi interrogative scisse in entrambe le condizioni, si sono studiate le differenze sintattiche tra la frase scissa dichiarativa e quella interrogativa.
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Campardo, Ilaria <1991&gt. "La competenza linguistica nelle persone con deficit uditivo: l'acquisizione delle frasi passive". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10188.

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L'elaborato finale tratterà il tema della sordità. Verranno affrontati diversi argomenti, spaziando dalle basi della linguistica, alla storia della comunità dei sordi, fino ad arrivare al tema centrale, ovvero l'acquisizione delle frasi passive in persone con deficit uditivo, attraverso l'analisi di diversi studi.
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Hockman, Joseph N. "Evaluating the nutritional status of Fraser fir [Abies fraseri (Pursh) Poir.] Christmas trees using foliar analysis and DRIS application". Thesis, Virginia Polytechnic Institute and State University, 1986. http://hdl.handle.net/10919/90938.

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Three studies were conducted with Fraser fir Christmas trees to determine the variation in foliar nitrogen (N) , phosphorus (P) , potassium (K), calcium (Ca), and magnesium (Mg) levels among plantation ages, sample locations within the crown, and effects due to seasonal changes. Extensive variation in nutrient concentrations existed with age of tissue collected, sample location with respect to aspect and vertical position, and normal seasonal fluctuation. Tree to tree nutrient variation indicated that greater sampling intensities are required for younger (under four years) plantations as opposed to older (over four years) plantations to achieve comparable confidence and precision levels. The data clearly illustrated that comparisons of foliar nutrient levels without regard to these sampling variables could cause erroneous diagnoses. Recommended foliar sampling practices involved sampling current-year's tissue from 2- or 3-year-old south-facing branches in October or November for routine foliar diagnoses. Another study developed a DRIS application to evaluate N, P, K, Ca, and Mg nutrition on seventy-nine trees in a 3-year-old Fraser fir Christmas tree plantation. DRIS norms and index equations from premium grade Christmas tree were developed. In contrast to most crops where growth and yield are assessed, Fraser fir Christmas tree performance was evaluated by conventional grading procedures based on tree quality. A classification model utilizing several measured growth characteristics to predict Christmas tree grade was also investigated to objectively evaluate tree performance. Satisfactory grade-prediction results using a discriminant model were obtained yielding overall correct classification rates of 80 percent. Preliminary evaluation of DRIS performance suggested that assessments of nutritional balance, rather than examination of individual nutrient concentrations, may be more useful for prescribing fertilizer to improve Christmas tree quality.
M.S.
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Tambosi, Erica <1994&gt. "Ripetizione e produzione elicitata di frasi complesse in 15 studenti adolescenti con DSA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16049.

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Questo progetto di tesi ha come scopo quello di indagare la competenza di un gruppo di studenti adolescenti con DSA in alcune strutture sintattiche complesse della lingua italiana: le frasi relative, le frasi interrogative, le frasi scisse e le frasi con dislocazione e pronome clitico di ripresa. Allo studio hanno partecipato 15 studenti adolescenti con diagnosi di DSA: 12 di età compresa tra 14;6 e 18;4 (M=16;8) che al momento della somministrazione frequentavano la scuola secondaria di secondo grado, mentre i restanti 3 avevano da poco concluso il ciclo di istruzione della scuola secondaria di primo grado (fascia d’età 14;1 e 14;7; M=14;4). La maggior parte è stata contattata tramite tre associazioni che si occupano di organizzare attività di sensibilizzazione e formazione sul tema dei DSA in provincia di Trento: «DSA Trentino», «Periscopio» e «APPM Onlus». Due partecipanti sono stati coinvolti in modo indipendente, uno è trentino mentre l’altro risiede nel comune di Venezia. Il protocollo sperimentale prevede la somministrazione in modalità orale di due test, uno di ripetizione di frasi e uno di produzione di frasi relative complesse. I risultati dell’analisi sono linea con quelli emersi da studi precedenti, in quanto sono state riscontrate delle difficoltà sia nella ripetizione che nella produzione, in particolare delle frasi relative complesse. Nello specifico, queste strutture sono ripetute in percentuale significativamente inferiore rispetto alle altre, e in numero minore se paragonate alle frasi filler di pari lunghezza. In produzione generalmente vengono sostituite da frasi più semplici da elaborare o da frasi relative sul soggetto; è evidenziato, inoltre, un utilizzo molto diffuso di strutture agrammaticali o non standard.
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Pilotto, Anna <1997&gt. "Intervento linguistico per una bambina sorda con impianto cocleare: l'insegnamento esplicito delle frasi passive". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20547.

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La presente tesi ha lo scopo di descrivere un intervento linguistico rivolto a una bambina sorda con impianto cocleare di 12 anni condotto da novembre 2020 a maggio 2021. L’obiettivo principale dello studio è di analizzare i risultati a distanza di 3 anni dal precedente intervento linguistico (Sau 2017) e il miglioramento delle abilità linguistiche della bambina in comprensione e in produzione. La competenza linguistica è stata indagata attraverso l’uso di 4 test standardizzati (il Peabody Picture Vocabulary test - Revised, Stella et al., 2000; il Test di Comprensione Grammaticale per Bambini, Chilosi e Cipriani, 2006; il Test for Reception of Grammar, Bishop, 2003; Suraniti et al., 2009; il Test di Valutazione del Linguaggio, Cianchetti e Fancello, 1997. Rispetto a 3 anni fa si nota un miglioramento generale nel vocabolario recettivo e sia in comprensione che in produzione. Il training linguistico si è focalizzato sulla struttura argomentale del verbo e sulla derivazione delle frasi passive attraverso l’insegnamento esplicito. A seguito dell’intervento M. sembra aver migliorato le proprie capacità linguistiche in comprensione e si nota un effetto a cascata su alcune strutture quali locative, attive affermative e negative, passive affermative e negative e relative. Si osserva anche un lieve miglioramento nel vocabolario recettivo e nella costruzione della frase in produzione.
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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Albertini, Ylenia <1996&gt. "La comprensione e la produzione delle frasi relative oblique nei bambini di quarta elementare". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21222.

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Resumo:
Questo progetto di tesi ha lo scopo di valutare la competenza linguistica delle frasi relative oblique in italiano di bambini di età compresa tra i 9;2 e i 10;3 anni rivolgendo una particolare attenzione alle strategie utilizzate nel comprendere e nel produrre tali strutture. La loro prestazione sarà confrontata con i dati di 30 adulti a sviluppo tipico di età compresa tra i 22 e i 33 anni (Piccoli, in preparazione). A tutti gli studenti sono stati somministrati un test di produzione elicitata e uno di comprensione di frasi relative oblique (frasi relative sul soggetto e sull’oggetto, frasi relative oblique locative, dative e genitive, Piccoli, in preparazione), un test standardizzato di lettura (ALCE, Paola Bonifacci, Valentina Tobia, Laura Lami & Maggie Snowling, 2014) e un test standardizzato di comprensione grammaticale (TROG 2, Bishop 2013). Dai risultati dell’analisi sono state osservate particolari difficoltà soprattutto nella produzione di frasi relative oblique, che vengono acquisite solo attraverso un insegnamento esplicito durante la scuola. Queste strutture vengono spesso evitate e sostituite da frasi sintatticamente più semplici come frasi relative sul soggetto, frasi relative sull’oggetto o frasi passive relative. Nel test di comprensione, invece, il gruppo sperimentale ha ottenuto percentuali di accuratezza maggiori, raggiungendo in alcuni casi percentuali molto alte.
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Galvani, Sara <1993&gt. "Ripetizione e produzione elicitata di frasi complesse e test di memoria in adulti con DSA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17239.

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Resumo:
Lo scopo di questo progetto di tesi è quello di indagare la competenza linguistica di adulti italiani con un certificato di DSA,in particolare viene presa in considerazione la dislessia, e cercare di comprendere se questi soggetti presentano delle difficoltà nell’utilizzo della memoria di lavoro e se queste sono collegate alla presenza del disturbo. Al progetto hanno preso parte nove volontari con un’età tra i 18 e i 23 i quali presentano diversi gradi di difficoltà e diversi ambiti di studio: 3 di questi frequentano gli ultimi anni della scuola superiore di secondo grado, mentre 6 stanno frequentando gli studi universitari o li hanno appena conclusi. Ai soggetti sono stati somministrati un test di ripetizione di frasi complesse, un test di produzione elicitata di frasi relative oblique e un test di memoria.
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Veneziano, Elena <1990&gt. "Produzione e comprensione di frasi passive e produzione di pronomi clitici da parte di bambini con DSL". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9744.

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Resumo:
La presente tesi esamina la produzione e comprensione di frasi passive e la produzione di frasi contenenti pronomi clitici in due differenti popolazioni di individui, bambini che presentano uno sviluppo tipico e bambini diagnosticati DSL. Per la suddetta analisi sono stati somministrati, oltre a pre-test come il TCGB, test specifici per la comprensione di frasi passive e per la produzione di pronomi clitici e frasi passive. Per rendere l'analisi più significativa, agli stessi soggetti DSL, è stato somministrato anche un test di ripetizione contenente sia frasi passive che pronomi clitici. In conclusione, è stata condotta un'analisi che mirava a confrontare i dati di suddetti soggetti con i dati raccolti da gruppi a sviluppo tipico. Da tali confronti è emerso che: nel test di comprensione di frasi passive, il gruppo TD risulta avere percentuali più alte rispetto al gruppo DSL; sebbene la differenza di accuratezza, nel test di comprensione, si è notato che per entrambi i gruppi, sembrerebbe che le frasi con verbi azionali risultino più semplici da comprendere rispetto alle frasi contenenti verbi non azionali. Nel test di produzione di frasi passive, sono i bambini con DSL a mostrare una più alta percentuale di produzione delle stesse, mentre per i soggetti di controllo non sono state rilevate produzioni di frasi passive, preferendo a queste altre strategie. Inoltre, per quanto riguarda il test di produzione di clitici, il gruppo di controllo ha riportato percentuali di accuratezza maggiori rispetto al gruppo di bambini con DSL. Infine, I risultati sono stati discussi e commentati in base alle più recenti teorie linguistiche.
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Carbonara, Rosaura <1993&gt. "Valutazione delle abilità linguistiche e sintattiche di adolescenti sordi segnanti italiani: uno studio sull'uso delle frasi interrogative". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10768.

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La sordità è un deficit sensoriale che, a seconda della gravità, ritarda o impedisce il normale sviluppo delle competenze linguistiche dei soggetti che ne sono affetti, quindi, nella maggior parte dei casi, le loro produzioni linguistiche risultano non standard. A tal proposito, con particolare attenzione rivolta alle frasi interrogative, questo studio si propone di indagare le competenze linguistiche e sintattiche dell’italiano di sedici ragazzi affetti da sordità di età compresa tra 13;3 e 20;10 anni. Tali competenze sono analizzate mediante un test di ripetizione di frasi complesse (Del Puppo et al. 2016) e un test di produzione di frasi interrogative (Guasti et al. 2012). I risultati ottenuti, confrontati con quelli di due gruppi di controllo, formati da ragazzi di pari età anagrafica e bambini di età prescolare, dimostrano che, per il test di ripetizione di frasi complesse, il gruppo sperimentale differisce significativamente solo dal gruppo di controllo dei ragazzi normoudenti; mentre, per il test di produzione di frasi interrogative, i ragazzi affetti da sordità presentano una percentuale di accuratezza significativamente inferiore rispetto a quella di entrambi i gruppi di controllo.
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Cerutti, Sara <1993&gt. "Un test di ripetizione di frasi a ristrutturazione. Primi dati da bambini italiani con diagnosi di DSA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13656.

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Il presente lavoro di tesi consiste principalmente nell’elaborazione di un test di ripetizione di frasi a ristrutturazione, per indagare la competenza di bambini monolingui italiani con diagnosi di disturbo dell’apprendimento. In particolare, viene testata la competenza dei soggetti nell’uso dei pronomi clitici, per determinare se eventuali differenze nella performance siano dovute a differenze di caso (accusativo e dativo), di persona (prima, seconda e terza persona singolare) o legate alla posizione del pronome clitico (proclitica o enclitica) rispetto al verbo. I dati di 18 bambini tra i 6 e i 9 anni con diagnosi di DSA sono stati confrontati con quelli di bambini a sviluppo tipico, frequentanti le classi prima, seconda e terza della scuola primaria. Ai partecipanti sono stati somministrati due diversi test: il primo per la produzione elicitata di pronomi clitici di terza persona singolare (adattato da uno studio precedente di Arosio e collaboratori, 2014); il secondo di ripetizione, costituito da 55 frasi semplici (49 sperimentali più 6 filler) con verbi modali e di moto. La ripetizione non è mai stata usata per studiare i pronomi clitici in italiano; questa ricerca offre dunque una tipologia di dati mai raccolta in precedenza.
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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Lusk, Laura. "Forest Change and Balsam Woolly Adelgig Infestation in High Elevation Forests of Mt. Mitchell, North Carolina". Digital Commons @ East Tennessee State University, 2009. https://dc.etsu.edu/honors/1.

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The Black Mountain range of western North Carolina supports some of the most extensive, but threatened high elevation forests in the southern Appalachians. Of particular note, the insect pathogen, balsam woolly adelgid (Adelges piceae Ratzeburg) has been present on Mt. Mitchell for over fifty years. In anticipation of potential changes in forest composition, vegetation surveys were first conducted in 1966 on nine one-acre plots near the summit of Mt. Mitchell. These plots were re-surveyed in 1978, 1985 and 2002. The purpose of this study was to re-census those plots and use those data to analyze long-term trends in forest composition for fir, spruce-fir, and spruce-fir-hardwood forest types. Since the 1960s and 1970s, all three forest types have experienced a transition away from an understory with a preponderance of Fraser fir (Abies fraseri (Pursh) Poir.) seedlings and saplings, to forests with higher densities of canopy and sub-canopy fir. Canopy red spruce (Picea rubens Sarg.) has similarly increased in density in the fir and spruce-fir types but declined in the spruce-fir-hardwood forest type. In all types, there has been a sharp decline in hardwood seedlings/saplings since a hardwood seedling explosion in 1978. The current analyses indicate that fir and spruce-fir forests have regenerated since the most severe die-offs and that each forest type will experience future impacts from balsam woolly adelgid but these will occur in a non-synchronous pattern.
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D'Ortenzio, Silvia <1988&gt. "PRODUZIONE E COMPRENSIONE DELLE FRASI RELATIVE IN BAMBINI SORDI CON IMPIANTO COCLEARE: Analisi di un tentativo di riabilitazione". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5766.

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Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare la produzione e la comprensione delle frasi relative in bambini sordi portatori di impianto cocleare. I dati analizzati sono stati raccolti da un gruppo di pazienti del reparto O. R. L. dell’ospedale di Padova di età compresa tra i 5;6 anni e i 14;3 anni, i quali presentano un’ipoacusia neurosensoriale severa o profonda e sono portatori di impianto cocleare mono o bilaterale. Ai partecipanti sono stati somministrati due test: il primo sulla produzione di frasi relative sul soggetto e sull’oggetto; il secondo sulla comprensione di frasi relative soggetto, e frasi relative sull’oggetto con soggetto incassato sia in posizione preverbale sia postverbale. L’analisi dei dati ha confermato i dati emersi da studi precedenti: mentre le frasi relative sul soggetto risultano essere strutture preservate, le frasi relative sull’oggetto risultano essere problematiche. In produzione, nella maggior parte dei casi vengono aggirate ricorrendo a differenti strategie linguistiche: frasi con struttura SVO, frasi relative sul soggetto invece di una relativa sull’oggetto, frasi relative passive, sostituzione del verbo target, pronuncia della copia del DP mosso, uso di un riempitivo wh- diverso dal che, produzione di frasi agrammaticali. Inoltre, basandosi sul modello di riabilitazione del movimento wh- proposto da Levy e Friedmann (2009), si è ipotizzato un tentativo di intervento da somministrare ad uno dei pazienti di 8;6 anni, il quale presenta una strategia singolare nella produzione di frasi relative sull’oggetto mai osservata in altre popolazioni.
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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Culpo, Alessia <1990&gt. "Un'analisi cross-linguistica sull'acquisizione da parte di parlanti cinese di frasi 'presentative' con verbi di moto in italiano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14578.

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Resumo:
La tesi vuole riflettere su un caso di struttura similare tra l'italiano e il cinese, dapprima cercando nella letteratura le trattazioni più esaustive sull'argomento, per arrivare infine a riflettere sui risultati di dati empirici ricavati.
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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Lisi, Federica <1990&gt. "Comprensione e produzione di frasi relative: un confronto tra bambini a sviluppo tipico e bambini con diagnosi di DSL". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9791.

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Resumo:
Questo studio indaga la produzione e la comprensione delle frasi relative restrittive sul soggetto (RS) e sull'oggetto (RO) in due diverse popolazioni di individui, bambini che presentano uno sviluppo tipico e bambini con diagnosi di DSL, per mezzo di due diversi task di produzione elicitata e di un task di selezione d'agente. L'analisi della comprensione ha mostrato una differenza significativa tra bambini con sviluppo tipico e bambini con DSL evidenziando un gradiente di difficoltà: le RS sono risultate più facili delle RO, e le RO sono risultate più facili delle relative sull'oggetto con soggetto post-verbale (ROp). Anche la prova di produzione, mette in evidenza che le RS vengono prodotte con più facilità rispetto alle RO e nell'elicitazione di questo ultimo tipo di frase, sono emerse diverse strategie di risposta. Inoltre, il gruppo di bambini con diagnosi di DSL è stato sottoposto anche ad un test di ripetizione, così da poter indagare le RS e le RO anche in un altro tipo di task. Le performance dei partecipanti sono state spiegate attraverso recenti proposte linguistiche.
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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Piccoli, Elisa <1992&gt. "Ripetizione e produzione elicitata di frasi complesse in studenti adolescenti con DSA e stranieri. Un protocollo di insegnamento esplicito". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12431.

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Resumo:
Questo progetto di tesi si propone di indagare la competenza linguistica di studenti con DSA e stranieri frequentanti la scuola superiore di secondo grado e di presentare un intervento didattico di insegnamento esplicito delle strutture sintattiche più problematiche. A questo progetto hanno preso parte tre classi del Liceo Statale “Guarino Veronese”, 18 studenti di classe quinta, 18 di classe quarta e 22 di classe seconda. In ognuna delle tre classi sono presenti studenti con DSA (tre nella classe seconda, uno in quarta e uno in quinta classe) e stranieri (tre nella seconda, tre nella quarta e due nella quinta classe). Agli studenti sono stati somministrati un test di ripetizione di frasi complesse e un test di produzione elicitata di frasi relative oblique. I risultati nel test di ripetizione mostrano una competenza differente di queste strutture nei soggetti senza disabilità linguistica e monolingui rispetto ai due gruppi sperimentali, mentre i risultati dei due campioni sperimentali non si discostano particolarmente da quelli dei coetanei di controllo nel test di produzione. Tre soggetti, due stranieri e un DSA, hanno partecipato ad un intervento didattico pomeridiano alla fine del quale i test nuovamente somministrati hanno mostrato un miglioramento in tutte le strutture indagate. La somministrazione ripetuta dopo qualche mese ha confermato che queste sono acquisite e consolidate.
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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Cecchin, Linda <1992&gt. "Le abilità linguistiche degli adulti sordi segnanti: uno studio sulla comprensione e produzione elicitata di frasi interrogative in italiano". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16320.

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Resumo:
La sordità congenita e la perdita uditiva durante il periodo critico comportano grandi difficoltà nello sviluppo del linguaggio e nell’acquisizione spontanea di una lingua vocale. Il seguente studio si propone di analizzare le competenze linguistiche di un gruppo di persone sorde adulte segnanti nell’uso delle frasi interrogative wh in italiano. Le frasi interrogative sono frequentemente utilizzate dai parlanti italiani, in qualsiasi tipo di registro e a qualsiasi età, ma la loro struttura sintattica le rende tra le frasi più complesse da acquisire, comprendere e produrre. Al fine di indagare la competenza linguistica del gruppo di adulti sordi, ai partecipanti sono stati somministrati un test di produzione di frasi interrogative (Guasti et al., 2012) e uno di comprensione di frasi interrogative (De Vincenzi, 1996). Ideati per le persone udenti, i due test sono stati adattati per essere somministrati ai partecipanti sordi. Il gruppo sperimentale di 14 sordi adulti è stato confrontato con due diversi gruppi di controllo, uno composto da 15 adulti udenti e uno composto da 15 giovani udenti. Si è voluto, così, verificare quali siano le difficoltà delle persone sorde nella produzione e comprensione delle frasi interrogative. I risultati dimostrano come le difficoltà linguistiche riscontrate in molti studi precedenti su bambini e giovani sordi si mantengano stabili nel tempo e non migliorino con l'età. Sia in comprensione che in produzione il gruppo sperimentale ha delle percentuali di accuratezza inferiori a quelle dei gruppi di controllo che dimostrano come questa popolazione non riesca ad avere pieno possesso della struttura interrogativa. Si confermano le asimmetrie già riportate in studi precedenti condotti su altre popolazioni: comprensione e produzione di frasi interrogative sul soggetto e/o frasi interrogative con elemento wh “chi” sono più accurate di quelle sull’oggetto e/o con elemento wh “quale”.
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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Perinot, Lara <1995&gt. "Produzione e comprensione di frasi relative ed interrogative in un ragazzo con DSA. Analisi di un intervento di insegnamento esplicito". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16100.

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Resumo:
Questo studio ha l’obiettivo di indagare le competenze linguistiche di due ragazzi italiani con DSA, LD e YM, frequentanti rispettivamente la classe prima e terza della scuola secondaria di primo grado, e di presentare un intervento didattico di insegnamento esplicito delle strutture sintattiche più problematiche per YM. Ad entrambi i partecipanti è stata somministrata la versione italiana del Test of Reception Of Grammar (TROG-2), i cui risultati hanno evidenziato una debolezza di entrambi i partecipanti nelle frasi relative. Si è dunque deciso di procedere utilizzando test non standardizzati per valutare le abilità di produzione e comprensione di frasi relative ed interrogative. Lo studente YM ha poi partecipato ad un intervento di insegnamento esplicito pomeridiano in cui sono state trattate la struttura argomentale del verbo, la teoria tematica e il movimento sintattico, coinvolto nella derivazione delle frasi relative. Alla fine di questo protocollo di insegnamento, a YM sono stati riproposti tutti i test, i cui risultati hanno dimostrato un netto miglioramento in tutte le strutture trattate e anche nelle strutture sintatticamente simili non trattate, quali le frasi interrogative. Questi risultati dimostrano la validità dell’insegnamento esplicito per migliorare le competenze linguistiche di studenti con DSA.
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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Perna, Elena. "La frase relativa in greco antico: analisi sintattica basata sul dialetto attico di Platone". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423611.

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Resumo:
The present work analyzes the most relevant aspects of the syntax of relative clauses in Ancient Greek. The research is based on a corpus of twelve texts, aptly selected and chosen among the dialogues written by the Athenian philospher Plato (V-IV b.C.). The attention is therefore focused on the so-called 'classic' period of the Attic dialect. The main aim is to provide both a description and an explanation of several aspects of the syntax of relative clauses in a more systematic and updated manner than usually found in traditional grammars, especially for what concerns the linguistic theoric framework, which is described in Chapter I. Chapter II deals with the strategies of relativization attested in Greek: beside the most widespread strategy with relative pronoun, a nominalized strategy with participle and a mixed strategy, with both a relative pronoun and an internal head, are recognizable. Main properties and restrictions are identified fo each strategy. In Chapter III, I examine the different relative pronouns that can introduce a relative clause: not only the most common ὅς ἤ ὅ, but also ὅστις ἥτις ὅτι and ὅσος ὅσα ὅσον. It will be shown that the relative clauses that they introduce belong to different syntactic and semantic types, already identified in literature (for example, kind-defining relatives, maximalizing relatives and so on). Chapter IV and V are dedicated each to a basic class of relative clauses: restrictive relatives and appositive relatives; both of them are recognizable in Ancient Greek. For each class, the most relevant semantic and syntactic characteristics are taken into account: namely, the position of the relative clause with respect to the head noun, the phenomena of extraposition, the phenomena related to the morphological case of the relative pronoun and the head noun. From this analysis, some interesting and not so well known aspects show up: among them, the existence of relative clauses very similar to the internal headed relatives identified in typology, the different interpretation suitable for the two phenomena of case attraction (direct and inverse) and, lastly, the existence of a class of appositive relative clauses whose properties match with the properties of the so called 'non integrated' appositive relatives. Finally, the subject of Chapter VI is the syntax of a third class of relative constructions: free relative clauses without an overt head noun. The chapter is mainly focalized on the matching effects between the case of the (covert) head noun and the case of the overt relative pronoun.
In questo lavoro vengono analizzati gli aspetti più significativi della sintassi delle frasi relative in greco antico. L'analisi è condotta sulla base di un corpus, opportunamente selezionato e indagato, di dodici testi del filosofo ateniese Platone (427-347 a. C): l'attenzione è dunque rivolta alla cosiddetta fase 'classica' (V-IV sec. a. C.) del dialetto attico. L'obiettivo di fondo è quello di fornire un quadro, descrittivo ed esplicativo, della sintassi delle frasi relative in greco più sistematico e aggiornato dal punto di vista della teoria linguistica rispetto alle trattazioni dello stesso argomento che sono fornite dalle grammatiche tradizionali. Il modello teorico adottato è descritto nel capitolo I. Nel capitolo II vengono prese in considerazione le strategie di relativizzazione utilizzate in greco: oltre a quella più diffusa, con pronome relativo iniziale, sono riconoscibili due ulteriori strategie, quella nominalizzata con participio e una strategia mista, con pronome relativo iniziale e testa interna. Per ogni strategia vengono presentate proprietà ed eventuali restrizioni. Nel capitolo III sono esaminati i pronomi che possono introdurre le proposizioni relative: non solo il più comune ὅς ἤ ὅ, ma anche ὅστις ἥτις ὅτι e ὅσος ὅσα ὅσον, riguardo ai quali si dimostrerà che possono introdurre tipi di frasi relative, con particolari proprietà sintattiche e semantiche, già autonomamente riconosciuti in linguistica (per esempio, relative kind-defining, relative massimalizzanti e così via). I capitoli IV e V sono dedicati a due tipologie fondamentali di frase relativa: le relative restrittive e le relative appositive, entrambe riconoscibili anche in greco antico. Di ognuno dei due tipi sono descritte le proprietà sintattiche (posizione rispetto alla testa, possibili fenomeni di estraposizione, assegnazione di caso al pronome relativo e alla testa) e semantiche più rilevanti. Emergono così alcuni nuclei di analisi particolarmente interessanti: per esempio, l'esistenza in greco di frasi relative che possono essere accostate alle relative a testa interna descritte in tipologia, la diversa interpretazione che è possibile dare dei due classici fenomeni riguardanti il caso, descritti dalle grammatiche come 'attrazione diretta' e 'attrazione inversa', o, ancora, la possibilità di riconoscere in greco una classe di relative appositive le cui proprietà rimandano alla classe delle appositive 'non integrate' identificate in letteratura. Infine, nel capitolo VI, si analizzano anche alcune caratteristiche delle relative libere, con particolare attenzione ai fenomeni di corrispondenza tra caso della testa silente e caso del pronome relativo lessicalmente espresso (matching).
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Biagiolini, Alice <1993&gt. "Comprensione e produzione delle frasi interrogative in un individuo affetto da ipoacusia neurosensoriale portatore di Impianto Cocleare monolaterale - tentativo di insegnamento esplicito". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15204.

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La collaborazione tra letteratura e abilitazione clinica non è un fenomeno nuovo nell’ambito della ricerca linguistica. Numerosi studi condotti su individui appartenenti alle cosiddette popolazioni atipiche (ad esempio sordi, DSL, DSA) confermano l’importanza, accanto al percorso clinico tranne riabilitazione logopedica, di soluzioni esclusivamente dedicate alle diverse aree della grammatica -che in questi soggetti sono deficitarie. A questo proposito, il presente lavoro si colloca in un’ottica di prosecuzione di quanto precedentemente studiato illustrando un caso di studio con relativo intervento didattico su una specifica area del linguaggio: le frasi interrogative dirette in italiano, testate su un giovane ragazzo. L’acquisizione della lingua orale è problematica per le persone sorde; nei bambini normoudenti, invece, l’accesso all’input uditivo avviene tramite un canale integro e tutte le varie fasi dell’apprendimento della propria lingua madre avvengono naturalmente e nei tempi stabiliti. Nel caso degli individui sordi l’input è degradato in quanto il canale uditivo non è integro, e l’acquisizione della lingua orale è qualitativamente e quantitativamente diversa. Avviene infatti tardivamente e inoltre non è un fenomeno spontaneo, bensì il frutto di un insegnamento esplicito. In termini tecnici si è soliti parlare di ritardo nell’acquisizione e di set standardizzati di errori nei diversi moduli della grammatica: fonologia, morfologia, lessico e sintassi. Considerando le diverse tipologie di sordità ed eventuali disturbi del linguaggio associati a ciascun settore, nonché le personali difficoltà dei singoli individui, è interessante indagare le varie aree problematiche e organizzare percorsi di apprendimento specifici per ognuno. Lo studio in questione ha inizio con la somministrazione di due test standardizzati (il TROG-2 e la BVL-Batteria per la Valutazione del Linguaggio), con lo scopo di realizzare un portfolio sulle competenze grammaticali di un adolescente sordo portatore di IC frequentante corsi pomeridiani e riabilitazione logopedica presso l’Istituto dei Sordi di Torino (in Piemonte) Infine, la dissertazione si conclude con l’elaborazione di un lavoro personalizzato per il rinforzo di quanto già appreso e il graduale apprendimento delle frasi interrogative italiane. L’obiettivo del lavoro è quello di fornire uno spunto di riflessione per futuri lavori di ricerca in questo settore, associato alla personale aspirazione rivolta alla sempre più stretta e attiva collaborazione tra la figura professionale del linguista clinico e del medico logopedista.
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Paccanaro, Federica <1992&gt. "Comprensione delle frasi relative sull’oggetto dei bambini di 5, 6 e 7 anni: come la manipolazione del tratto di numero influenza la performance". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10562.

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In questo studio l’attenzione si è focalizzata sulla valutazione della comprensione delle frasi relative oggetto con soggetto incassato preverbale in bambini normodotati e normoudenti di età compresa tra i 5 e gli 8 anni. Ai bambini è stato somministrato un test di selezione d’immagine in cui è stato manipolato il tratto di numero sia della testa che del DP incassato utilizzando un test elaborato da Frugarello (2013). Ho verificato se i dati di alcune ricerche che mostravano la preferenza per il mismatch fossero confermati. Inoltre, ho voluto vedere se vi fosse un miglioramento della performance mettendo a confronto tre età diverse: ultimo anno della scuola dell’infanzia, classe prima e classe seconda della scuola primaria. Lo studio, principalmente, è volto a valutare questi due aspetti, ma durante la raccolta dei dati, vedendo la percentuale di studenti di origine straniera, ho deciso di ampliare le analisi da svolgere e controllare se i risultati mostravano differenze significative se si tenevano in considerazione anche i soggetti la cui lingua madre non è l’italiano.
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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McManamay, Rachel Harris. "Assessing the Impacts of Balsam Woolly Adelgid (Adelges Piceae Ratz.) and Anthropogenic Disturbance on the Stand Structure and Mortality of Fraser Fir (Abies Fraseri (Pursh) Poir.) in the Black Mountains, North Carolina". Thesis, Virginia Tech, 2009. http://hdl.handle.net/10919/42759.

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Over the past several decades, naturally occurring populations of Fraser fir (Abies fraseri) in the Black Mountains of North Carolina have been heavily impacted by both direct and indirect anthropogenic disturbances, including logging and logging- associated fires, and high mortality rates due to the introduction of the exotic insect, balsam woolly adelgid (BWA) (Adelges piceae). The decline in Fraser fir is particularly concern because it serves as a foundation species within the spruce-fir forests of the Southern Appalachian Mountains. Our objectives for this research were to 1) use current stand structure to infer whether Fraser fir trees are experiencing a cycle of regeneration-mortality that will lead to eventual decline of the population, 2) determine what role, if any, the site-specific geographic variables of slope, elevation, aspect, and land use history have on stand structure, mortality, and BWA infestation level, and 3) analyze repeat aerial photography to examine broad trends of spruce-fir forest cover change caused by anthropogenic disturbance and the BWA. In order to understand stand structure, mortality, and infestation levels, we conducted detailed field surveys of Fraser fir trees throughout the Black Mountains using 44, fixed-radius circular sampling plots. These plots were placed throughout a series of aspects, elevations, and disturbance types in order to understand geographic variability among these variables. An analysis of 4 repeat aerial photographs and corroborating ground photographs revealed broad spatio-temporal trends of spruce-fir regeneration and mortality from 1954 to 2006. Our results indicate that Fraser fir stands at higher elevations are currently in a state of recovery; whereas stands at lower elevations appear to be more susceptible to BWA-induced mortality. Changes in forest cover area from 1954 to 2006 were influenced greatly by direct and indirect anthropogenic disturbance. Our results call attention to the significant impact that direct and indirect anthropogenic disturbance has had on Fraser fir stand structure, but also provide evidence for the ability of an imperiled ecosystem to recover from high rates of insect caused mortality.
Master of Science
Estilos ABNT, Harvard, Vancouver, APA, etc.
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Lombardo, Pontillo Angela <1998&gt. "Priming sintattico per incrementare comprensione e produzione di frasi passive e relative in bambini bilingui successivi in età scolare con italiano L2. Uno studio sperimentale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21810.

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Questo studio intende indagare se, attraverso il paradigma del priming sintattico, la comprensione e produzione di strutture complesse dell’italiano, ossia frasi passive e frasi relative, migliora in bambini bilingui successivi, in età scolare, le cui L1 sono diverse dall’italiano. Ai partecipanti, non solo bilingui (n=43, età media=8;3) ma anche monolingui (n=25, età media=8;0) della stessa fascia d’età, sono stati somministrati dei test preliminari per definire il loro livello di competenza lessicale, grammaticale e cognitiva. Dopo aver confrontato le performance, ai bambini bilingui meno competenti (n=25, età media=7;9) sono state somministrate 12 sessioni di training su tablet tramite l’applicazione BILI, sviluppata dal Centro Bicapp dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. 22 bambini (età media= 7;9) hanno preso parte al training per aumentare la produzione di frasi passive; 3 (età media= 8;1) sono invece stati sottoposti al training riguardante le frasi relative. Per valutare l’efficacia del training, sono stati somministrati ulteriori test di comprensione e produzione di frasi passive e relative. Dal confronto tra i test preliminari e i test successivi al training, è emerso che lo strumento è efficace e che produzione e comprensione migliorano. Infine, è stato somministrato un test di late-evaluation per verificare che i miglioramenti osservati si siano mantenuti nel tempo e abbiano quindi impattato sull’acquisizione delle strutture indagate.
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Daniele, Botteri. "Aspects of the Italian interrogative system". Doctoral thesis, Università di Siena, 2018. http://hdl.handle.net/11365/1047476.

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This work investigates the formal properties of interrogative clauses in standard Italian, in the framework of the cartographic approach (Cinque and Rizzi 2010). In chapter 2 “The syntax of Italian interrogatives” a novel account of interrogative inversion is proposed according to which Italian has T-to-C movement in matrix interrogatives, as originally proposed in Rizzi and Roberts (1989). The starting point is the observation that in Italian, and in other Romance languages as well, overt non-clitic subjects cannot occur in their canonical position (that is in between the wh-phrase and the tensed verb or immediately on the right of the auxiliary/modal verb) in matrix wh-interrogatives. This fact has been explained in different ways over the past thirty years, with the debate focussing on two major points: whether T moves to C or not, and whether Romance preverbal subjects have the same status and target the same position as their Germanic counterparts. Building on theoretical reasoning and empirical evidence, I endorse the idea that the Subject- Agreement field must be split into several layers. I also argue that th Subject criterion (the cartographic rendition of the EPP) involves the satisfaction of two requirements: (i) the licensing of subject-verb agreement, and (ii) the licensing of the referential properties of the subject. Each requirement involves a different position in the Subject-Agreement field, where the lowest node is devoted to subject-verb agreement and Nominative licensing and the highest ones expressing subjectrelated features. I argue that in Null Subject Languages, inversion, independently motivated by the need of typing the clause as interrogative, might also satisfy the second requirement of the Subject Criterion. This fact, I argue, has the effect of allowing the projection of a reduced structure which doesn’t contain the layers usually targeted by preverbal subjects. Chapter 3 “The distribution of wh-items and the path of non criterial movement” investigates how the featural specialization of different left peripheral positions plays a role in wh-movement. Discussing dta involving clefted questions I propose that whenever different wh-items target different left peripheral positions in criterial wh-movement, they also target different positions in non criterial (that is, cyclic) wh-movement. This proposal prompts a novel view of “criterial positions” according to which a position should not be seen as criterial in an absolute sense. Only when the criterial feature projects, a cartographic position gives rise to the usual “criterial” effects. Chapter 4 “Focus and Ellipsis in questions and answers: the case of split questions” deals with so called split questions, that is interrogative structures formed by two parts: a wh-part which corresponds to a standard wh-question and a tag which constitutes a possible answer for that question. Building on previous work by Arregi (2010) I will adopt an ellipsis-based account according to which Split Questions are in fact biclausal structures. In chapter 5 “Rhetorical and «non canonical» questions” I discuss several instances of non standard questions, that is interrogatives which do not, or do not only, inquire for new information but convey further meaning. A natural question is whether the form of non standard questions is exactly the same of true questions, that is whether their peculiar meaning is reflected in the syntax - the null hypothesis from a cartographic viewpoint – or not. In order to address this question I investigate whether rhetorical questions and their non-rhetorical counterparts involve the same layer in the left periphery of the clause or not. Building on Obenauer and Poletto (2000), I endorse the idea that there are structural differences between the left periphery of the two types of questions; in particular I argue that rhetorical questions involve an extra left peripheral position dedicated to the licensing of modal properties. In the second part of the chapter I take into account some properties of non standard interrogative structures in modern Fiorentino. Chapter 6 “Beyond interrogatives: exclamative clauses and the internal syntax of wh-phrases” extends the analysis to wh-exclamatives, which are related to their interrogative counterparts under several respects. After reviewing some recent influential analyses of exclamatives (Zanuttini and Portner 2003, Rett 2008), wh-exclamatives derived from copular structures are discussed. This analysis provides the basis to investigate two aspects of the internal structure of the extended adjectival projection: the distribution of silent fuctional nouns in the spirit of R. Kayne’s recent work and the distribution of modifiers within the extended AP which, perhaps unsurprisingly, seems to follow Cinque’s hierarchy.
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Gooch, Nicholas J. "Irrigation methods for Abies fraseri (Pursh) poir Christmas tree production". Diss., 2008.

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Thesis (M.S.)--Michigan State University. Dept. of Forestry, 2008.
"Major professor, Dr. Pascal Nzokou"--Acknowledgements. Title from PDF t.p. (viewed on July 30, 2009) Includes bibliographical references. Also issued in print.
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Potter, Kevin Mark. "Evolutionary history and genetic conservation of fraser fir (Abies fraseri [Pursh] Poir.)". 2006. http://www.lib.ncsu.edu/theses/available/etd-07042006-231942/unrestricted/etd.pdf.

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Rosier, Christopher L. "Factors affecting the rooting of Fraser fir (Abies fraseri) and Virginia pine (Pinus virginiana) stem cuttings". 2003. http://www.lib.ncsu.edu/theses/available/etd-04292003-110435/unrestricted/etd.pdf.

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UGOLINI, FRANCESCA. "Risposte allo stress idrico di due specie arbustive ornamentali: Photinia x fraseri var. Red Robin e Viburnum opulus L". Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/797881.

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Riassunto Obiettivo della ricerca è quello di valutare le risposte di due specie ornamentali allo stress idrico indotto con la deficit irrigation. Piante di un anno di Viburnum opulus L. (viburno), specie decidua della famiglia delle Caprifoliaceae, e di Photinia x fraseri var. Red Robin (fotinia), specie sempreverde della famiglia delle Rosaceae, sono state sottoposte a tre regimi idrici, due in deficit rispetto il controllo. Il controllo (C) corrispondeva al fabbisogno idrico calcolato in base all’evapotraspirazione con il metodo delle pesate giornaliere; MWD (Moderate Water Deficit) era inferiore del 33% rispetto a C e SWD (Severe Water Deficit) inferiore del 66% rispetto al controllo. Il condizionamento è stato condotto presso il Centro Sperimentale per il Vivaismo, a Pistoia, da Maggio a Settembre 2011 all’aperto (prova 1) e da Aprile a Settembre 2012 in serra (prova 2). I risultati hanno dimostrato che la risposta più veloce è l’evitanza dello stress idrico attraverso la chiusura stomatica che induce una riduzione degli scambi gassosi in termini di traspirazione e di assimilazione della CO2. Fotinia ha mostrato differenze significative tra i regimi idrici a circa tre mesi dall’inizio del condizionamento mentre viburno dopo poche settimane. Inoltre, il regime MWD ha indotto una risposta simile al controllo. Le piante in SWD, in entrambe le specie, hanno mostrano dei valori di potenziale (pre-dawn e minimo) più bassi, associati all’aggiustamento osmotico con cui la pianta mantiene il turgore cellulare. L’efficienza dell’apparato fotosintetico non è stata alterata dallo stress idrico e nel periodo iniziale del condizionamento fotinia ha mostrato una maggiore efficienza nel trasporto elettronico e una maggiore termostabilità del PSII. La catena di trasporto elettronico tra le unità dell’apparato fotosintetico è stata anche stimolata dall’ alta irradianza e le alte temperature della tarda mattinata. Nelle stesse condizioni viburno invece ha mostrato una minore resa quantica delle reazioni primarie e una dissipazione energetica maggiore a livello di PSII, indicando una maggiore sensibilità alle condizioni ambientali. Il condizionamento in piante di un anno non ha indotto modificazioni alle caratteristiche meccaniche del legno ma solo una riduzione della conduttanza idraulica nelle piante di viburno in SWD. Per quanto riguarda la produzione di biomassa, sia all’aperto che in serra, fotinia ha limitato l’accrescimento in lunghezza e, come viburno, la produzione di biomassa aerea in SWD. In viburno la biomassa fogliare è stata anche ridotta tramite l’abscissione fogliare. Infine, nell’esperimento in serra, fotinia ha mostrato anche una differenza pronunciata tra i regimi per il rapporto massa aerea/radicale, con il valore più basso nel regime SWD. A livello fogliare, SWD ha ridotto l’area fogliare unitaria e ha indotto un ispessimento del tessuto lacunoso in entrambe le specie e dell’epidermide e della cuticola inferiori in viburno oltre ad aver ridotto la lunghezza della rima stomatica. E’ stato dunque dimostrato che la deficit irrigation può essere applicata nelle piante ornamentali, previa scelta oculata della specie. Fotinia, meno sensibile allo stress, è adatta, e risponde allo stress idrico con meccanismi di resistenza fisiologici, morfologici e di ripartizione della biomassa. Inoltre, una somministrazione idrica pari al 30% del fabbisogno della specie, mantiene la funzionalità fisiologica e non comporta, dal punto di vista estetico, alterazioni tali da comprometterne l’uso commerciale.
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Sornat, Katarzyna. "Słownictwo Wacława Potockiego. Geneza, struktura, semantyka". Doctoral thesis, 2021. https://depotuw.ceon.pl/handle/item/4099.

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Tematem rozprawy uczyniono analizę wycinka słownictwa poezji Wacława Potockiego (1621–1696). Na potrzeby badań ekscerpcji poddano próbę tekstową objętości 3000 linijek (wersów) pochodzących z trzech najbardziej znanych dzieł barokowego poety, to jest Transakcji wojny chocimskiej, Ogrodu nie plewionego i Moraliów. Podstawę źródłową badań stanowiło trzytomowe wydanie Dzieł W. Potockiego w edycji Leszka Kukulskiego (1987). Integralną częścią dysertacji stał się słownik języka autora, gromadzący całość zebranego materiału leksykalnego. Oprócz tegoż Słownika języka Wacława Potockiego (SJWPot), liczącego 6116 jednostek hasłowych, do pracy dołączono również dwa inne leksykony języka idiolektu, zawierające 1149 związków frazeologicznych (Słownik frazeologizmów Wacława Potockiego – SFWPot) oraz 679 łączliwych związków wyrazowych (Słownik kolokacji Wacława Potockiego – SKWPot). Na podstawie haseł SJWPot przeprowadzono kilkupłaszczyznową analizę językoznawczą, która przybrała postać analizy etymologicznej, słowotwórczej, semantycznej i leksykograficznej. Pomocniczo zgromadzoną leksykę poddano także analizie rejestrująco-opisowej, statystycznej, onomastycznej oraz analizie porównawczej. Każdy z wymienionych typów analizy miał na celu zbadanie wyekscerpowanego materiału pod innym kątem. Tak więc dzięki analizie genetycznej możliwe stało się oszacowanie, jaki procent słownictwa utworów W. Potockiego stanowiły jednostki rodzime, a jaki wyrazy obce. Wśród tych ostatnich za interesujące uznano zwłaszcza to, z którego języka wybrany pisarz czerpał najwięcej inspiracji. A zatem czy była to bardzo rozpowszechniona w XVII w. łacina, czy może W. Potocki preferował inne źródła zapożyczeń, np. niemieckie i czeskie? Zenon Klemensiewicz dowodził zbytniego nasycenia poezji autora Moraliów latynizmami, podczas gdy Aleksander Brückner wskazywał na dominujące w niej pożyczki węgierskie, tatarskie oraz ruskie. Autorka dysertacji starała się ustosunkować do opinii wymienionych badaczy, próbując zarazem dociec, w jakim stopniu ich sądy znalazły potwierdzenie w zebranym materiale. Z kolei słowa Janusza S. Gruchały zmotywowały ją do sprawdzenia, jak prezentuje się zgromadzone słownictwo pod względem realizowanych w jego obrębie kategorii, technik oraz typów słowotwórczych. Informacji na ten temat dostarczyła analiza strukturalna leksyki rodzimej, w tym analiza jednostek derywowanych od innych wyrazów już po wyodrębnieniu się języka polskiego ze wspólnoty prasłowiańskiej. Przyjęcie synchroniczno-diachronicznej perspektywy badawczej pozwoliło wskazać na pewne upodobania indywidualne W. Potockiego w zakresie tworzenia jednostek leksykalnych, jak też umożliwiło ono wysnucie pewnych wniosków dotyczących całego średniopolskiego podsystemu słowotwórczego polszczyzny. Dzięki obranemu trybowi postępowania chociaż w części możliwe stało się wypełnienie luki powstałej po opracowaniu przez językoznawców wzorca opisu staropolskiego systemu słowotwórczego (Kleszczowa, 1996, 1998, 2003, 2015), a jeszcze wcześniej – współczesnego (Grzegorczykowa, Laskowski i in, 1999). Strukturę tematyczną zebranego materiału zbadano z zastosowaniem metody pól leksykalno-semantycznych, wzorując się na podziale polowym słownictwa staropolskiego w opracowaniu Stanisława Dubisza. Zasadniczym celem tego etapu analizy było sprawdzenie, wokół jakich kręgów znaczeniowych sytuowało się słownictwo dzieł twórcy Ogrodu nie plewionego. Stosunki jakościowo- -ilościowe zaobserwowane pomiędzy wyodrębnionymi zbiorami wyrazów miały pomóc stwierdzić, czy najpłodniejszy poeta epoki baroku rzeczywiście interesował się „wszystkim” i „wszystkimi”. Dotychczas bowiem badacze tej spuścizny literackiej podkreślali ogromną różnorodność tematów w niej poruszanych. Kolejny etap podjętych badań stanowiła analiza leksykograficzna materiału, mająca na celu udokumentowanie kilkuset haseł SJWPot w reprezentatywnych opracowaniach słownikowych. Aby warstwę leksykalną utworów XVII-wiecznego autora móc ukazać w przekroju synchroniczno- -diachronicznym, kwerendą objęto słowniki gromadzące zasób wyrazowy polszczyzny, począwszy od epoki staropolskiej po początek wieku XIX. Były nimi: Słownik staropolski, Słownik polszczyzny XVI wieku, Elektroniczny słownik języka polskiego XVII i XVIII wieku, Słownik języka polskiego Samuela Bogumiła Lindego oraz leksykon pisarza w postaci Słownika języka Jana Chryzostoma Paska. Ze względu na obszerność prezentowanego materiału zrezygnowano zaś z oddzielnych rozdziałów poświęconych wyekscerpowanym nazwom własnym i frazeologizmom. Przedłożona rozprawa doktorska składa się z pięciu rozdziałów, w tym dwóch rozdziałów teoretycznych i trzech analitycznych. Po krótkim Wstępie informującym o celach, założeniach i strukturze pracy w rozdziale pierwszym autorka uzasadnia wybór tematu badawczego, objaśnia kryteria doboru próby materiałowej i podaję jej zakres, a także prezentuje stan badań nad twórczością W. Potockiego. Dalsza część rozdziału pierwszego zawiera charakterystykę epoki, w której żył i tworzył autor Moraliów, oraz omówienie najważniejszych pojęć i terminów związanych z barokiem. W tym fragmencie dysertacji zamieszczono również kalendarium życia i twórczości XVII-wiecznego poety. Rozdział drugi w całości poświęcono opisowi metodologii, kierunków i narzędzi badawczych wykorzystanych podczas analizy wybranego wycinka języka pisarza. Część teoretyczną pracy kończy podrozdział zatytułowany: Słownik języka Wacława Potockiego. Idea, struktura, zasady opracowania. Trzeci rozdział rozpoczyna część analityczną rozprawy i stanowi zarazem jej najobszerniejszy fragment. Tworzą go dwa mniejsze podrozdziały, wyodrębnione na podstawie wyników analizy genetycznej przyjętej próby materiałowej. W pierwszej części rozdziału zaprezentowano zbiór słownictwa rodzimego, w obrębie którego odpowiednio wcześniej wydzielono wyrazy podstawowe (niederywowane na gruncie polskim) oraz pochodne słowotwórczo. Ważny etap podjętych badań stanowiła analiza strukturalna tych ostatnich, polegająca na pogrupowaniu jednostek motywowanych słowotwórczo według typów, kategorii i technik derywacyjnych. W części drugiej rozdziału trzeciego, zawierającej charakterystykę zapożyczeń, umieszczono dane jakościowo-ilościowe obrazujące podział leksemów obcych według źródła pochodzenia, przedmiotu zapożyczenia oraz stopnia ich przyswojenia do polskiego systemu językowego. W rozdziale czwartym przedstawiono wyniki analizy leksykalno-semantycznej materiału, przeprowadzonej przy użyciu metody pól wyrazowych. Jeden z podrozdziałów rozdziału czwartego przeznaczono na charakterystykę słownictwa zgromadzonego w polu <„Metajęzyk” człowieka>, w którym to polu, zgodnie z przyjętą klasyfikacją, oprócz większości wyrazów funkcyjnych znalazły się również wyekscerpowane nazwy własne. Rozdział piąty dysertacji traktuje przede wszystkim o wynikach badań statystycznych. Ponadto w rozdziale tym omówiono wyniki badań leksykograficznych, obejmujących określony wycinek słownictwa dzieł W. Potockiego. Wnioski z przeprowadzonej analizy mieści syntetyzujące Zakończenie. Rozprawę zamykają: wykaz stosowanych skrótów i oznaczeń, indeks tabel znajdujących się w tekście głównym rozprawy, bibliografia uwzględniająca słowniki i inne źródła (elektroniczne) oraz dwuczęściowy aneks w wersji tradycyjnej i multimedialnej. Pierwszą część aneksu stanowią tabele załączone do dysertacji wraz z indeksem do nich. Drugi z aneksów, umieszczony na nośniku elektronicznym (płyta CD), zawiera trzy słowniki gromadzące leksykę utworów wybranego autora, tj. SJWPot, SFWPot oraz SKWPot. „Język J.Ch. Paska reprezentuje zasób leksykalny przeciętnego Polaka szlachcica z XVII wieku” – stwierdziła niegdyś Maria Borejszo w jednym z artykułów traktujących o leksyce Pamiętników Jana Chryzostoma Paska. Wnioski wyprowadzone z analizy porównawczej ujawniły podobieństwo jakościowo-ilościowe łączące warstwę słowną tekstu prozatorskiego z materiałem wyekscerpowanym z wycinka poezji W. Potockiego. Zarówno autor Ogrodu nie plewionego, jak i Jan Chryzostom Pasek najczęściej posługiwali się w swoich utworach wyrazami odziedziczonymi przez polszczyznę po wiekach poprzednich, w tym dużą liczbą jednostek niepodzielnych słowotwórczo i o najstarszej genezie w naszym języku. Wbrew też przypuszczeniom wysuwanym przez badaczy polszczyzny okresu średniopolskiego, żaden z autorów nie nadużywał zapożyczeń z języków obcych, przy czym XVII-wieczny poeta sięgał po nie rzadziej niż pamiętnikarz. Wacław Potocki okazał się tradycjonalistą językowym nie tylko w zakresie doboru słownictwa rodzimego, lecz także obcego i częściej niż średniopolskie latynizmy stosował w swoich wierszach pożyczki niemieckie, przejęte do polszczyzny przeważnie już w średniowieczu. Podobnie jak słownictwo zapożyczane z innych języków były to w zdecydowanej większości pożyczki formalnosemantyczne przyswojone drogą słuchową i spełniające określoną (utylitarną) funkcję w tekście. W przeciwieństwie do prozy Pamiętników J.Ch. Paska poezja W. Potockiego okazała się wolna od wspomnianej przez M. Borejszo „powodzi” makaronizmów, co jednak należy uznać za typowe dla ówcześnie powstających utworów wierszowanych.
The subject of this dissertation is the analysis of a part of Wacław Potocki's poetry vocabulary. For the purposes of the study, a text sample of 3000 verses from three representative works of the 17th-century poet (Transakcja wojny chocimskiej, Ogród nie plewiony, Moralia) was excerpted. The three-volume edition of Wacław Potocki's Dzieła edited by Leszek Kukulski (1987) was adopted as the source for the study. A dictionary of the author's language is an integral part of the dissertation, bringing together all the collected lexis: Słownik języka Wacława Potockiego (SJWPot), Słownik frazeologizmów Wacława Potockiego (SFWPot) and Słownik kolokacji Wacława Potockiego (SKWPot). On the basis of the SJWPot entries a linguistic analysis was conducted at several levels: etymological, word-formation, semantic and lexicographical. The collected lexica was auxiliary subjected to register-descriptive, statistical, onomastic and comparative analysis. The adoption of a synchronic-diachronic research perspective has made it possible to point to certain preferences of Wacław Potocki in the creation of lexical units, as well as to draw certain conclusions concerning the entire medieval Polish vocabulary subsystem. The thematic structure of the collected material was examined using the method of lexical-semantic fields. The next stage of the research was a lexicographic analysis of the material, aimed at documenting several hundred SJWPot entries in representative dictionary studies. The search covered five dictionaries collecting Polish word resources from the Old Polish period to the beginning of the 19th century. The dissertation consists of five chapters, including two theoretical and three analytical ones. After a short introduction informing about the aims, assumptions and structure of the work in the first chapter, the author justifies the choice of the research topic, explains the criteria for the selection of the material sample and gives its scope, as well as presents the state of research into the works of Wacław Potocki. The next part of chapter one contains the characteristics of the epoch, in which the author of Moralia lived and worked, and a discussion of the most important concepts and terms associated with the Baroque. In this part of the work there is also a calendar of life and work of the seventeenth-century poet. The second chapter is entirely devoted to the description of methodology, directions and research tools used in the analysis of a selected fragment of the writer's language. The theoretical part of the work ends with a subsection entitled: Słownik języka Wacława Potockiego. Idea, struktura, zasady opracowania. The third chapter begins the analytical part of the dissertation and constitutes its most extensive fragment. It consists of two smaller subsections, distinguished on the basis of the results of the genetic analysis of the material sample. In the first part of the chapter a set of native vocabulary is presented, within which basic (non-derivative) words and words derived from it are distinguished. The first stage of the research was a structural analysis of the latter, consisting in grouping the vocabulary-motivated units according to types, categories and derivational techniques. In the second part of the third chapter, which was devoted to the characteristics of borrowings, the qualitative-quantitative data were placed showing the division of foreign lexemes according to the source of origin, the object of borrowing and the degree of their assimilation into the Polish language system. The fourth chapter presents the results of lexical-semantic analysis of the material, conducted with the use of the word field method. The fifth chapter deals mainly with the results of statistical research. In addition, the chapter discusses the results of lexicographic research, covering a specific section of vocabulary of Wacław Potocki's works. Conclusions from the conducted analysis are included in the conclusion. The dissertation ends with a list of abbreviations and designations used, an index of tables included in the main text of the dissertation, a bibliography including dictionaries and other sources and a two-part appendix in traditional and multimedia versions. The first part of the appendix consists of tables attached to the dissertation together with an index to them. The second part of the appendix, placed on an electronic carrier, contains three dictionaries collecting the lexicon of works of a selected author – SJWPot, SFWPot and SKWPot. As the analysis has shown, Wacław Potocki most frequently used words inherited by the Polish language from previous centuries, including a large number of units with indivisible vocabulary and the oldest origins in our language. Contrary to the assumptions put forward by scholars of the Polish language of the Middle Polish period, the author of Moralia did not overuse borrowings from foreign languages. Wacław Potocki turned out to be a traditionalist not only in his choice of native vocabulary, but also of foreign languages, and more often than Middle Polish latinisms, he used German loans in his poems, which were brought into Polish mostly as early as the Middle Ages. Like the vocabulary borrowed from other languages, these were mostly formal- -semantic loans acquired by ear and fulfilling a utilitarian function in the text. In contrast to the prose of Pamiętniki of Jan Chryzostom Pasek, Wacław Potocki's poetry turned out to be free of macaronisms, which, however, should be considered typical of poems written at that time.
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