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Trionfetti, Erika, e Giovanni Di Pietro. "Monitoraggio clinico e complessità assistenziale dei pazienti nel Dipartimento di Emergenza-Accettazione (DEA): aspetti assistenziali e organizzativi". Dissertation Nursing 1, n.º 1 (29 de julho de 2022): 78–86. http://dx.doi.org/10.54103/dn/17506.

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BACKGROUND: L’analisi della complessità assistenziale si è rivelata necessaria per rispondere al meglio ai bisogni di cura e di assistenza del paziente a livello del pronto soccorso; da qui nasce l'esigenza di monitorare la complessità assistenziale nel Dipartimento di emergenza-accettazione (DEA), in quanto non esistono studi né strumenti che trattano tale argomento in questo contesto. OBIETTIVI: Mappare la complessità assistenziale dei pazienti ricoverati in DEA presso l'ospedale San Paolo di Milano, verificando l'applicabilità dello strumento e dei metodi già utilizzati per lo studio in pronto soccorso, eventualmente adattandoli al contesto oggetto di studio. A tale scopo l'elaborato presenta una validazione di uno strumento per la rilevazione della complessità assistenziale dei pazienti in DEA, discutendone le implicazioni per la pratica infermieristica. METODI:Studio osservazionale prospettico, monocentrico su campione di convenienza, con arruolamento di tutti i pazienti con età ≥ 18 anni, ricoverati all'interno del DEA e provenienti dal pronto soccorso del presidio San Paolo. RISULTATI: Sono stati reclutati 203 pazienti. Lo strumento proposto ha mostrato una soddisfacente consistenza interna (0.71). L'analisi statistica inoltre ha permesso di vedere i bisogni più compromessi dei pazienti presi in esame, in base alla diagnosi di accesso e alle comorbilità. CONCLUSIONI:Lo strumento proposto può essere dunque utilizzato per monitorare la complessità assistenziale in DEA con integrazione da parte dell'infermiere, di valutazioni che emergono durante il contatto con la persona assistita. In Italia risulta essere l'unico studio che si occupa della complessità assistenziale nel DEA di I° livello.
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Duca, S., S. Crasto, E. Salzedo, P. Bertone e P. Petricig. "Studio Angio-RM dei tumori del basicranio". Rivista di Neuroradiologia 10, n.º 2_suppl (outubro de 1997): 152–54. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s263.

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In a population of 59 patients with skull base tumors the authors made 75 MR brain and angiographic examinations to assess the efficacy of MR Angiography in the evaluation of vascular involvement of these tumors. The authors conclude that RMA gives a good map of the involvement of the great arterial and venous vessels from skull base tumors, but its low spatial resolution is not competitive with traditional angiographic techniques, in particular in the evaluation of the small arterial vessels and slow flow venous channels. MRA is useful in the follow-up of these tumors, particularly after radio-chemotherapy and after radiosurgery.
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Avogadro, A., G. Santarelli, V. Di Girolamo, R. Vaccari e P. Rigatti. "Importanza Del Corretto Studio Dei Calcoli Urinari". Urologia Journal 53, n.º 6 (dezembro de 1986): 830–35. http://dx.doi.org/10.1177/039156038605300602.

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Iurescia, Federica. "Litigare in tragedia: per una pragmatica del conflitto". Emerita 87, n.º 2 (12 de dezembro de 2019): 255. http://dx.doi.org/10.3989/emerita.2019.12.1914.

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[it] Il presente lavoro ha come oggetto un tipo di conversazione, la lite, in un genere letterario, la tragedia romana, e ne offre un’analisi pragmatica. Partendo da una definizione del tipo di conversazione oggetto di studio, si applica alle attestazioni reperite nel corpus scelto l’approccio maturato entro il settore degli studi sull’im/politeness. Le osservazioni risultanti vengono messe a confronto con le tendenze rilevate in un precedente studio sulle liti nella commedia e nel romanzo latini, mettendo in luce convergenze e differenze.
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Terragni, Laura, e Sigrun Henjum. "Patire la fame nella culla del welfare. Uno studio sulla sicurezza alimentare dei richiedenti asilo nei centri di accoglienza norvegesi". MONDI MIGRANTI, n.º 2 (agosto de 2021): 73–88. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-002004.

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I richiedenti asilo sono un gruppo particolarmente vulnerabile a forme di insicurez-za alimentare. Esistono tuttavia pochi studi che analizzino l'ampiezza e le cause di questo fenomeno in Europa. Questo studio indaga la sicurezza alimentare tra i ri-chiedenti asilo nei centri di accoglienza norvegesi. Lo studio è stato condotto at-traverso un questionario somministrato a 205 richiedenti asilo in otto centri e un'osservazione partecipante. L'indagine mostra che il 93% soffre di insicurezza alimentare e che la loro dieta è poco variata. Le condizioni abitative rendono dif-ficile mantenere il ruolo dei pasti come forma di commensalità. Questa indagine mostra che il cibo, o per meglio dire la sua mancanza, diviene un modo per sottoli-neare la precarietà e l'esclusione sociale dei richiedenti asilo anche in una società, come quella norvegese, conosciuta per uno stato sociale universalistico che mira a mantenere il benessere dei suoi cittadini.
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Pappalettera, F., V. Ariano, F. Di Ceglie, M. R. D'Agnessa, M. Castriota e A. Pellegrino. "Contribute Allo Studio Dei Tumori Metastatici Del Rene". Urologia Journal 56, n.º 2 (abril de 1989): 171–78. http://dx.doi.org/10.1177/039156038905600209.

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Ventura, Sofia. "LE POLITICHE DELLA SCUOLA IN EUROPA. UN'ANALISI COMPARATA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, n.º 2 (agosto de 1997): 307–43. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024849.

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IntroduzioneLe politiche dell'istruzione costituiscono un ambito di studio rispetto al quale la scienza politica, nonché la più specifica disciplina dell'analisi delle politiche pubbliche, presentano notevoli lacune.Da un lato, nella letteratura internazionale le numerose ricerche di education policy si sono concentrate prevalentemente su studi del caso singolo e hanno dedicato minore attenzione all'analisi comparata delle politiche scolastiche. Le quali, inoltre, sono state assai poco esplorate nell'ambito dei più generali studi comparati dedicati al welfare state, che hanno piuttosto privilegiato lo studio delle politiche relative ai sistemi di assicurazione sociale; come ha rilevato Alber: «la sola ricerca empiricamente consolidata» in tale settore (Alber 1987, 15).Dall'altro, nella letteratura politologica italiana la politica scolastica costituisce un terreno pressoché inesplorato. In Italia essa è stata, infatti, dominio dei pedagogisti, che hanno privilegiato approcci di tipo normativo, dei filosofi e, in misura minore, degli storici, il prevalente taglio descrittivo dei quali non ha, però, favorito lo sviluppo di analisi di tipo esplicativo (Benadusi 1989a, 258; Trivellato 1989, 226).
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Welch, Evelyn. "Engendering Italian Renaissance art — a bibliographic review". Papers of the British School at Rome 68 (novembro de 2000): 201–16. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003925.

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L'IDENTITÀ SESSUALE NELL'ARTE RINASCIMENTALE ITALIANA — UNA RASSEGNA BIBLIOGRAFICAQuesto saggio fornisce una rassegna di precedenti approcci allo studio della figura femminile nell'arte rinascimentale italiana e dei recenti sviluppi negli studi femministi e sull' identità sessuale. Mentre gli storici hanno in anni recenti adottato nuovi metodi e domande di ricerca nell'esplorare in maniera produttiva il ruolo economico e sociale della donna, gli storici dell'arte rinascimentale si sono mostrati più reticenti verso queste innovazioni. Solo di recente sono venuti alla luce nuovi libri ed articoli che trattano della donna come pittrice, mecenate e come oggetto di rappresentazioni figurate. Tuttavia queste pubblicazioni vanno viste come episodi isolati in un campo che si mostra restio allo studio del ruolo della donna. In questo saggio l'attuale diversità di approcci allo studio dell storia dell'arte viene illustra to. L'importanza degli studi di identità sessuale come un concetto cruciale per gli studi rinascimentali viene proposta come un concetto fondamentale affinchè il campo mantenga la sua vitalità nel XXI secolo.
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Bavaro, Vincenzo. "La trasformazione del lavoro nella prospettiva dell'azione collettiva. Un esercizio metodologico fra diritto e sociologia". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 164 (dezembro de 2022): 91–107. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164005.

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L'articolo ha l'obiettivo di sottoporre a verifica metodologica gli studi sulle tra-sformazioni del lavoro per verificare se la sociologia del lavoro e il diritto del lavoro riescono a dialogare e convergere su un medesimo e reale oggetto di studio. Prendendo come punto di osservazione l'azione di autotutela sindacale, l'Autore intende mettere in evidenza la necessità che studi sociali e studi giuridici sul lavoro siano sempre più intrecciati.
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Caverzan, Mattia. "APPUNTI PER UNA STORIA DI RINALDO CORSO E DEI “FONDAMENTI DEL PARLAR THOSCANO”". Italiano LinguaDue 14, n.º 1 (28 de julho de 2022): 972–1017. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18335.

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Durante tutto il Cinquecento, numerose figure si sono avvicendate nel panorama editoriale, linguistico e grammaticale. I futuri e sporadici interventi storici non hanno permesso al tempo di risparmiare l’altissimo profilo di uno di questi: Rinaldo Corso. Uno studio approfondito delle questioni storico-filologiche relative al suo operato ha rivelato ben più di quello che la superfice degli studi finora compiuti in tal direzione ha lasciato trasparire. L’analisi delle diverse edizioni della sua opera grammaticale, i Fondamenti del parlar thoscano, e lo studio dell’ambiente nel quale egli ha vissuto concorrono a corroborare l’ipotesi della centralità imprescindibile di questo intellettuale, a discapito della tirannia che la storia e la memoria talvolta riservano a persone di grande valore culturale. Notes fo a history of Rinaldo Corso and the Fondamenti del parlar thoscano Throughout the sixteenth century, numerous figures participated in the editorial, linguistic and grammatical panorama. Future and sporadic historical interventions did not allowe time to spare the very high profile of one of them: Rinaldo Corso. An in-depth study of the historical-philological issues related to his work has revealed much more than what superficial studies carried out in this direction have revealed so far. The analysis of the different editions of his grammatical work, the Fondamenti del parlar thoscano, and the study of the environment he lived in concur in corroborating the hypothesis of the indispensable centrality of this intellectual, at the expense of the tyranny that history and memory sometimes reserve for people of great cultural value.
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Ferrarini, Roberto, Cristina Carbognin e Anna Maria Meneghini. "Le emozioni del vino". DiPAV - QUADERNI, n.º 26 (março de 2010): 95–112. http://dx.doi.org/10.3280/dipa2009-026007.

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Ogni cultura possiede un suo lessico emotivo che rende possibile la condivisione sociale dei feelings che sono pur sempre un'esperienza profondamente privata e soggettiva. Seguendo gli studi di Damasio (2003), le emozioni, che darebbero forma alla maggior parte delle nostre esperienze quotidiane, possono essere considerate percezioni dello stato del nostro corpo modificato dalle interazioni con stimoli esterni. Lo studio si focalizza sulla selezione, all'interno del piů ampio e generico lessico emotivo, di un set di termini specifici per descrivere affettivamente il prodotto vino. Partendo da una lista di 453 termini tratti dalla letteratura, attraverso 3 studi, sono stati selezionati 16 aggettivi emozionali che permettono alle persone di descrivere in modo "emotivamente particolareggiato" le personali esperienze di assaggio e consumo del vino.
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Giusberti, Fiorella, e Gianni Brighetti. "Una volta non si chiamavano processi cognitivi". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n.º 2 (outubro de 2021): 117–27. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12601.

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Lo scopo di questo contributo è quello di mettere in risalto una linea di ricerca che era già presente nei primi decenni della ricca produzione di Renzo Canestrari, estremamente innovativa per quel periodo, e relativa allo studio dei processi mentali, che oggi costituiscono i fondamenti della psicologia cognitiva. Questi lavori rappresentano una intuizione anticipatoria non solo di settori di ricerca, ma anche di metodologie di ricerca empiriche e sperimentali associate allo studio degli aspetti quantitativi dei processi mentali. Di particolare rilievo sono gli studi sulla percezione visiva di impronta gestaltista, arricchiti di analisi sperimentali applicate anche sovente a casi clinici. Non va inoltre dimenticato il contributo offerto da Canestrari allo studio psicologico delle modificazioni sociali intervenute nel secondo dopoguerra.
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Scholz, Werner. "Abbildung 19: Werner Scholz: Skizze zu »Endlos-Bandschleifen« an dem Bandmaschinenmodellen M10 und M5 (1969)". Studio 10. Beiträge der Bernd Alois Zimmermann-Gesamtausgabe, n.º 1 (17 de novembro de 2023): 19. http://dx.doi.org/10.52414/studio10.2023.1.abb.19.

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Abbildung aus: Felix Marzillier und Ole Jana, „Decrypting Tratto. Untersuchungen zu Bernd Alois Zimmermanns Komposition für elektronische Klänge in Form einer choreographischen Studie“, in: Studio 10. Beiträge der Bernd Alois Zimmermann-Gesamtausgabe 1 (2023), S. 15–82.
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Piras, Rita. "Studio per la ricomposizione dei capitelli del Pfaffenberg/Carnuntum". Carnuntum Jahrbuch 1 (2016): 79–91. http://dx.doi.org/10.1553/cjb_2014s79.

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Pauly, Rebecca M. "FE DVX: Studio dei ritratti del Duca di Urbino". Italica 65, n.º 3 (1988): 234. http://dx.doi.org/10.2307/478574.

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De Longis, Eleonora. "Fonti per lo studio della cultura nordeuropea: l’offerta digitale dell’Istituto italiano di studi germanici". DigItalia 18, n.º 1 (junho de 2023): 164–70. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00067.

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L’articolo delinea il percorso intrapreso dall’Istituto italiano di studi germanici sulla strada della digitalizzazione sia dei propri prodotti editoriali sia dei fondi antichi della propria biblioteca. In una prima fase è stata realizzata la digitalizzazione della raccolta integrale della rivista «Studi germanici», dal 1935 a oggi, messa a disposizione del pubblico in formato pdf attraverso il sito. In una prossima fase saranno depositate e rese consultabili nella piattaforma Archiui le monografie edite dall’Istituto e oltre 150 unità bibliografiche appartenenti al fondo antico (XVIII-XIX secolo).
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Perisic, Olja. "Collocazioni nella didattica del serbo come lingua straniera". Филолог – часопис за језик књижевност и културу 22, n.º 22 (30 de dezembro de 2020): 88–115. http://dx.doi.org/10.21618/fil2022088p.

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Nella presente ricerca saranno presentati i risultati di una sperimentazione condotta in una classe di studenti di prima annualità presso l’Università di Torino. Scopo di questa indagine è ricavare alcune conclusioni circa l’efficacia del procedimento DDL-data driven learning nell’apprendimento lessico-grammaticale a livello principiante. I primi studi sui corpora hanno evidenziato la tendenza delle parole a co-occorrere con determinate altre parole, creando nel contesto una serie di pattern lessico-grammaticali noti come collocazioni. Nello studio delle lingue straniere, il lexical approach, cioè lo studio basato sulle collocazioni e non più sulle parole isolate, risulta particolarmente significativo. Anche la componente grammaticale non deve essere oggetto di studi separati, bensì va sempre e comunque affrontata come parte integrante delle collocazioni, intese come unità semantiche ma anche sintattiche e grammaticali. Utilizzando appositi software per l’analisi dei corpora lo studente può essere coinvolto nell’osservazione di tutti gli elementi che caratterizzano una parola come unità semanticogrammaticale: collocazione, colligazione, prosodia semantica e preferenza semantica. In questa sede verranno presentati alcuni esempi tratti dalla ricerca svolta in classe durante il lavoro individuale con gli studenti, con la speranza che possano stimolare la curiosità di quanti si occupano dell’insegnamento del serbo come LS.
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Venza, Gaetano, Gandolfa Cascio e Patrizia Amenta. "Le motivazioni a prestare Servizio Civile Nazionale: uno studio esplorativo condotto con gli aspiranti volontari presso l'Universitŕ degli Studi di Palermo". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n.º 1 (maio de 2011): 57–66. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001006.

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Dal momento della sua istituzione, numerosi studi in campo psico-sociale si sono occupati del Servizio Civile Nazionale (SCN) con diverse ricerche che si sono focalizzate in modo particolare sul profilo motivazionale dei giovani volontari, marcatamente differente rispetto a quello degli ormai scomparsi obiettori di coscienza e assai piů simile, per diversi aspetti, a quello dei "veri" volontari. Il presente studio, in un'ottica esplorativa, intende fornire un apporto alla migliore comprensione delle motivazioni che spingono un numero crescente di giovani a prestare SCN. In una prospettiva di ricerca-azione che intende coniugare conoscenza e cambiamento, inoltre, lo studio vuol rappresentare un contributo al miglioramento della qualitŕ dell'esperienza di servizio civile.
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Anna Donati, Maria, Jessica Boncompagni, Adriana Iozzi e Caterina Primi. "Il gioco d'azzardo nelle adolescenti: analisi del comportamento e dei fattori di rischio attraverso la Gambling Behavior Scale-For Adolescents (GBS-A)". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (agosto de 2020): 97–119. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002005.

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Sebbene sia documentata una maggiore prevalenza del gioco d'azzardo nei ragazzi, tale comportamento sembra interessare sempre più le ragazze. Tuttavia sono relativamente pochi gli studi sulla specificità del gambling nelle adolescenti e mancano lavori di ricerca che abbiano utilizzato strumenti per il comportamento di gioco d'azzardo invarianti per genere. Scopo di questo lavoro era analizzare le caratteristiche del comportamento in adolescenti italiane (Studio 1) e testare un modello in cui sensation seeking e pensiero superstizioso, attraverso la media-zione delle distorsioni cognitive sul gioco d'azzardo, influenzano il comportamento problema-tico di gioco d'azzardo (Studio 2). Per realizzare tale scopo, è stata utilizzata la Gambling Be-havior Scale-For Adolescents, uno strumento che è risultato invariante per genere negli adole-scenti italiani e che permette di rilevare sia le caratteristiche comportamentali che i sintomi di comportamento problematico secondo il DSM-5. Al primo studio hanno partecipato 1527 ado-lescenti femmine (età: M = 15.86; DS = 1.81) ed al secondo 552 adolescenti femmine (età: M = 15.99; DS = 1.34). I risultati hanno confermato che le ragazze prediligono giochi di tipo non strategico, giocano prevalentemente con i familiari, ed intorno agli 11 anni conoscono il gioco d'azzardo. Il 7% delle giocatrici è a rischio di sviluppare problematiche e il 3% ha problemi di gioco. Il modello di mediazione ipotizzato è stato inoltre confermato. Tale modello può quindi essere considerato per la messa a punto di interventi di prevenzione genere-specifici.
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Clarizia, Luciano, Paola De Lucia, Marco Tomietto e Anna Maria Ferrariesi. "Le competenze dell’infermiere nell’emergenza territoriale: analisi dei contenuti dei piani di studio nella formazione avanzata in Italia". Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza 35, n.º 1 (1 de janeiro de 2018): 26–30. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2018.132.

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Introduzione:la costruzione delle competenze cliniche è un elemento fondamentale nella formazione infermieristica. Mentre nei piani di studi di 1° livello esistono criteri omogenei a livello Italiano ed internazionale, nella formazione avanzata esiste un’ampia variabilità . Nella formazione avanzata in area critica non è chiaro come i piani di studio contribuiscano alle competenze per l’infermieristica in emergenza territoriale.Â
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Moro, Valeria, Stefania Calcari, Massimiliano Panella, Antonio Lucio Palin e Mimma Muscatiello. "Analisi dei processi infermieristici nella gestione del risveglio del paziente". Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza 27, n.º 3 (3 de junho de 2018): 18–22. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2010.226.

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Obiettivi: lo scopo di questo studio è sperimentare uno strumento di valutazione a punteggio nella fase di risveglio post anestesiologico che con- senta di valutare in modo oggettivo la dimissibilità del paziente dalla Sala Operatoria (SO) e quindi il suo trasferimento in reparto utilizzando per il trasporto il personale OSS (Operatore Socio Sanitario) senza comprometterne la sicurezza.
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Murgia, Annalisa, e Paolo Tomasin. "Quando la ricerca da pubblica si fa privata. Innovazioni organizzative in un caso studio". SOCIOLOGIA DEL LAVORO, n.º 122 (junho de 2011): 167–80. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122012.

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Lo studio dell'innovazione è un'area di ricerca in rapida crescita degli studi organizzativi. Tra i diversi punti di attenzione, la distinzione tra organizzazioni pubbliche e private ha rappresentato per lungo tempo uno dei temi maggiormente discussi. All'interno di questo ambito di studio, questo contributo si pone l'obiettivo di comprendere se la trasformazione di un istituto di ricerca da ente pubblico a fondazione privata costituisca di per sé un'innovazione organizzativa. Gli autori presentano uno studio di caso in cui vengono esplorate le dinamiche di trasformazione a partire da tre specifiche, ma interdipendenti, angolazioni: i processi di; l'introduzione del primo contratto collettivo di lavoro privato della ricerca; le procedure amministrative e contabili. L'ultima parte è dedicata a rispondere in modo complessivo alla domanda di ricerca alla base di questo studio.
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Bova, Nicoletta, Gabriela Topa e Dina Guglielmi. "Sforzo, ricompensa e rottura del contratto psicologico: il ruolo del coinvolgimento lavorativo". RISORSA UOMO, n.º 3 (setembro de 2012): 343–58. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-003005.

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Diversi studi hanno mostrato interesse verso la comprensione delle variabili responsabili del contratto psicologico. Il presente contributo intende verificare gli effetti che le variabili considerate dal modello dell'Effort-Reward Imbalance (Siegrist, 1996) quali responsabili dello stress hanno sulla rottura del contratto psicologico. Lo studio e stato condotto su 300 lavoratori spagnoli. I risultati mostrano che lo sforzo, la ricompensa e la mancanza di equilibrio tra queste due elementi (E-RI) influenzano la rottura del con- tratto psicologico. Viene infine riscontrato il ruolo moderatore dell'overcommitment fra lo sforzo, l'E-RI e la percezione di rottura del contratto psicologico
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Cristina Gugliandolo, Maria, Valeria Verrastro e Francesca Liga. "Parenting invalidante e dipendenze tecnologiche: il ruolo del controllo psicologico genitoriale". MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, n.º 3 (dezembro de 2019): 55–74. http://dx.doi.org/10.3280/mal2019-003005.

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Recenti studi hanno evidenziato come pratiche genitoriali disfunzionali (quali il controllo psicologico) si correlino con esiti maladattivi nei figli. L'obiettivo del presente studio è quello di indagare i meccanismi che sottendono l'insorgere di un uso dipendente delle nuo-ve tecnologie. 311 partecipanti, tra i 18 e i 26 anni, hanno compilato alcuni questionari. I risultati hanno evidenziato una relazione tra controllo psicologico genitoriale e dipendenza da Internet, da smartphone e da social network, attraverso la mediazione della suscettibilità al controllo. Questo studio contribuisce all'avanzamento della letteratura in merito alla com-binazione di fattori sociali e personali nell'eziologia delle nuove dipendenze e offre spunti alla riflessione sulla possibilità di considerare il controllo psicologico come una forma di abuso emotivo.
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Costa, Andrea, e Alberto Rebaicini. "Dipendenza da Internet e sensation seeking negli adolescenti: uno studio descrittivo". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (junho de 2021): 54–75. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-002005.

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Gli obiettivi di questo studio erano di valutare il grado di dipendenza da internet nella po-polazione adolescente e la relazione esistente tra questo costrutto e la ricerca di sensazioni forti. Lo studio ha coinvolto 155 adolescenti frequentanti dei Centri di Aggregazione Giovanile di Brescia che hanno compilato il questionario sull'uso, abuso e dipendenza da internet (UA-DI-2) e la Brief Sensation Seeking Scale (BSSS). I risultati hanno dimostrato che un sempre crescente numero di adolescenti, senza differen-ze di genere, abusa degli strumenti informatici o ne è dipendente per un tempo sempre maggio-re nell'arco della giornata e si è confermata la correlazione con le dimensioni della sensation seeking riferite alla suscettibilità alla noia e alla disinibizione. Sono necessari ulteriori studi per identificare quali fattori influenzano l'elevata variabilità circa il tempo di connessione e le modificazioni legate ad un uso massivo dei device durante l'emergenza Covid-19. Questi studi sono molto rilevanti al fine di promuovere efficaci piani di promozione ed educazione all'utilizzo degli strumenti informatici, che coinvolgano bambini e adolescenti e i loro genitori.
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Větrovec, Pavel. "Iveta Strenková, Devastata è Ninive, Studio esegetico di Na 3,1–7 alla luce del suo contesto storico-letterario". AUC THEOLOGICA 11, n.º 2 (3 de junho de 2022): 201–7. http://dx.doi.org/10.14712/23363398.2022.12.

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Book review on Iveta Strenková, Devastata è Ninive, Studio esegetico di Na 3,1–7 alla luce del suo contesto storico-letterario, (Studia Biblica Slovaca – Supplementum 4), Bratislava: Univerzita Komenského v Bratislave, Rímskokatolícka cyrilometodská bohoslovecká fakulta 2020, 383 stran, ISBN 978-80-223-5050-1.
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Szmajdziński, Mariusz. "Iveta Strenková, «Devastata è Ninive!» Studio esegetico di Na 3,1-7 alla luce del suo contesto storico-letterario (Studia Biblica Slovaca. Supplementum 4; Bratislava: Univerzita Komenského 2020)". Biblical Annals 11, n.º 3 (16 de julho de 2021): 553–56. http://dx.doi.org/10.31743/biban.12842.

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Resumo:
Book Review: Iveta Strenková, «Devastata è Ninive!» Studio esegetico di Na 3,1-7 alla luce del suo contesto storico-letterario (Studia Biblica Slovaca. Supplementum 4; Bratislava: Univerzita Komenského 2020)
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Kriesi, Hanspeter. "SVILUPPO ORGANIZZATIVO DEI NUOVI MOVIMENTI SOCIALI E CONTESTO POLITICO". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, n.º 1 (abril de 1993): 67–117. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002205x.

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IntroduzioneNello studio dei movimenti sociali prevalgono ormai due orientamenti: uno incentrato sulla mobilitazione delle risorse e uno incentrato sui processi politici. Il primo approccio si occupa dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali, la quale viene considerata il fattore più influente nella loro mobilitazione. Il secondo approccio ha una prospettiva più ampia e situa la mobilitazione dei movimenti sociali all'interno di un contesto politico: la mobilitazione dipende in grande misura dalla struttura delle opportunità politiche che in un dato contesto sono offerte ai movimenti. Sebbene l'approccio basato sui processi politici si sia sviluppato a partire da quello relativo alla mobilitazione delle risorse, rimane carente lo studio dello sviluppo dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali in rapporto al contesto politico. La maggior parte degli studi riguardanti i movimenti sociali si è occupata soprattutto delle loro origini, poco del loro sviluppo successivo (McAdamet al.1988). Inoltre, nella misura in cui si è studiato lo sviluppo organizzativo dei movimenti sociali, esso è stato raramente messo in relazione alle strutture di opportunità politica.
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Nuzzaci, Antonella. "The MOIDA Project: The Experience of Research With The Provincial Centers For Adult Education In Italian Context". International Education Trend Issues 2, n.º 2 (27 de fevereiro de 2024): 107–24. http://dx.doi.org/10.56442/ieti.v2i2.416.

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Il contributo descrive le principali azioni e risultati del progetto MOIDA, che ha visto la collaborazione tra l'Università degli Studi dell'Aquila e i Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (CPIA) della Regione Abruzzo. Partendo dallo studio di contesti educativi caratterizzati da un'elevata varietà di caratteristiche dei discenti e da un'estrema variabilità delle condizioni di apprendimento, il progetto si è concentrato sull'analisi dei processi di pianificazione delle lezioni e dei loro risultati, cercando di accrescere le capacità di micro-progettazione dei docenti e di supportare le decisioni creare processi in situazioni per migliorare la qualità dell’istruzione. Ha utilizzato l'osservazione strutturata e la riflessione critica, combinate con le tecniche di videoregistrazione e modellazione di una lezione stimolata svolta da un insegnante esperto, per consentire all'insegnante di creare un modello di lezione capace di combinare teoria e pratica all'interno di una micro-lezione di studio che , dalla definizione del piano (struttura e previsione) alla sua realizzazione (videoregistrazione), ha utilizzato tutte le risorse dei partecipanti in un'ottica collaborativa.
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Romana Lugeri, Francesca. "Lo studio del paesaggio per la prevenzione dei rischi naturali". PRISMA Economia - Società - Lavoro, n.º 3 (novembro de 2019): 97–112. http://dx.doi.org/10.3280/pri2018-003007.

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Russo, Vanessa. "Un'applicazione empirica dei big data allo studio del mediattivismo civico". SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, n.º 109 (junho de 2016): 188–203. http://dx.doi.org/10.3280/sr2016-109015.

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Dal Pozzo, G., M. Mascalchi, C. Fonda, M. Olmastroni, C. Pandolfo, P. Vannucchi e P. Pagnini. "Utilità del Gadolinio-DTPA nello studio RM dei neurinomi dell'acustico". Rivista di Neuroradiologia 5, n.º 2 (maio de 1992): 161–69. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500203.

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Sono stati esaminati con RM a media intensità di campo, prima e dopo somministrazione endovenosa di Gadolinio-DTPA, 18 pazienti con neurinoma del nervo acustico verificato chirurgicamente. In 14 pazienti con neurinoma a sviluppo intra ed extra-canalare l'esame RM diretto ha permesso di identificare la lesione e le sequenze Spin-Echo dipendenti dal tempo di rilassamento Tl si sono dimostrate le più utili a tal fine. In questi pazienti il Gadolinio-DTPA ha permesso una migliore delineazione dei rapporti topografici della lesione con le strutture troncoencefaliche e della fossa cranica posteriore. Nei rimanenti quattro pazienti, con neurinoma strettamente intracanalare, solo l'esame dopo somministrazione del mezzo di contrasto paramagnetico ha permesso di dimostrare inequivocabilmente il neurinoma sotto forma di una lesione ad elevata intensità di segnale all'interno del condotto uditivo interno. Questi risultati suggeriscono un ruolo fondamentale del Gadolinio-DTPA nella valutazione con RM di pazienti con sospetto neurinoma dell'acustico. Solo dopo la somministrazione del contrasto è infatti possibile ottenere un preciso bilancio spaziale della lesione e soprattutto concludere circa la presenza o meno di neurinomi esclusivamente intracanalari.
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Rocca, Walter A. "Distorsioni («bias») in epidemiologia analitica". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 1, n.º 3 (dezembro de 1992): 177–83. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006734.

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RiassuntoQuesto articolo descrive i più comuni tipi di distorsione («bias») che si possono incontrare in studi di epidemiologia analitica. Le distorsioni vengono presentate in relazione al disegno degli studi di coorte o caso-controllo. Per questa ragione, nella prima parte dell'articolo, vengono brevemente illustrati i concetti elementari del disegno e la terminologia degli studi di coorte e caso-controllo. Vengono distinti due gruppi principali di distorsioni: le distorsioni df selezione (o di campionamento) e le distorsioni di misura (o di raccolta deirinformazione). Negli studi di coorte, la principale distorsione di selezione è quella dei non partecipanti allo studio; la principale distorsione di misura è quella del sospetto diagnostico. Negli studi caso-controllo, le principali distorsioni di selezione sono: la distorsione prevalenza-incidenza, la distorsione del ricovero ospedaliero e la distorsione dei non partecipanti; le principali distorsioni di misura sono: la distorsione del ricordo, la distorsione deH'informazione familiare e la distorsione del sospetto di esposizione. Alcune di queste distorsioni possono essere prevenute o minimizzate mediante appropriate strategic di disegno dello studio.Parole chiavedistorsioni, epidemiologia, metodi, studio di coorte, studio caso-controllo.SummaryThis article describes the most common types of bias encountered in analytic epidemiologic studies. Bias is presented in relation to the design of cohort and case-control studies. Therefore, in the firstpart of the article, the basic design concepts and the terminology of cohort and case-control studies are briefly illustrated. Two major groups of bias are described: selection (or sampling) bias and measurement (or data collection) bias. In cohort studies, the most important selection bias is the non-respondent bias; the most important measurement bias is the diagnostic suspicion bias. In case-control studies, the most important selection biases are the incidence-prevalence bias, the admission rate (Berksonian) bias, and the non-respondent bias; the most important measurement biases are the recall bias, the family information bias, and theexposure suspicion bias. Some of these biases may be prevented or minimized by appropriate design strategies.
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Crescenzi, Stefano. "«Imitando i prischi atleti». Antico e moderno nei “Giuochi Olimpici” in Arcadia". AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica 5, n.º 1 (1 de julho de 2024): 303–15. http://dx.doi.org/10.54103/2724-3346/24011.

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A partire dagli studi di Bilinski sui Giuochi olimpici in Arcadia, l’articolo si propone di approfondire le prime edizioni della competizione, fondamentali al fine di comprendere la costruzione dell’ideale arcadico di miglioramento del passato, calato nella contemporanea querelle des anciens et des modernes. Attraverso lo studio del materiale manoscritto conservato presso la Biblioteca Angelica, tutt’ora in gran parte inedito, viene ricostruita la prima edizione dei Giuochi, celebrata nel 1697, e poi stampata con significative variazioni all’interno dell’Arcadia crescimbeniana (1708). Successivamente, tramite il confronto con le stampe successive, vengono sottolineati i punti di continuità e di cambiamento, con lo scopo di evidenziare come la competizione costituisca un punto di vista privilegiato al fine dello studio dei rapporti del consesso con il contesto della Roma curiale.
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Lastrucci, Davide, Andrea Carraretto, Cristina Fastelli, Valentina Ferrucci, Antonio Leone, Alessio Paglialunga e Angela Sivestri. "La Scala NAS (Nursing Activities Score) per la rile- vazione del carico di lavoro infermieristico". Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza 29, n.º 3 (30 de maio de 2018): 21–25. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2012.158.

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Introduzione: le prime pubblicazioni sull'argomento della rilevazione dei carichi di lavoro in terapia intensiva con l'utilizzo di scale ormai di ampia diffusione risale a oltre trentacinque anni fa.La loro importanza è riproposta in numerosi studi che affermano come la rilevazione quotidiana dei carichi di lavoro possa determinare il fabbisogno assistenziale necessario in relazione al case-mix dei pazienti.Obbiettivo primario di questo studio è valutare i carichi di lavoro infermieristici del reparto di Rianimazione Generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Senese attraverso scala validata NAS (Nursing Activities Score).
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Grasby, R. D. "Latin Inscriptions: Studies in Measurement and Making". Papers of the British School at Rome 70 (novembro de 2002): 151–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002130.

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ISCRIZIONI LATINE: STUDI SULLA MISURAZIONE E LA REALIZZAZIONEQuesto articolo costituisce una continuazione ed una revisione della ricerca pubblicata in ‘A comparative study of five Latin inscriptions: measurement and making’, Papers of the British School at Rome 64 (1996). I cinque studi lì pubblicati hanno indicato la presenza di molte coincidenze nella composizione e nell'uso dei caratteri tra le iscrizioni formali di tardo primo e secondo secolo d.C., e hanno dimostrato come ogni aspetto della loro costruzione fosse regolato da un sofisticato sistema di misurazione. Lo scopo di questo secondo articolo, basato su iscrizioni di età repubblicana e di prima età imperiale — e che inoltre presenta i risultati di un sesto studio formale — è di determinare se si possano o meno identificare anche per questo periodo precedente simili principi nella composizione e nell'uso dei caratteri. Inoltre costituisce un'opportunità di aggiornare gli aspetti teorici degli studi precedenti e di dimostrare alcuni processi nell'uso dei caratteri nelle iscrizioni.
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Velasco, Veronica, e Luca Vecchio. "La rappresentazione sociale del rischio: un'analisi quali-quantitativa delle sue dimensioni e della sua struttura". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 2 (julho de 2012): 59–82. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002004.

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L'articolo presenta due studi volti ad indagare la rappresentazione sociale del rischio fra i giovani adulti. Nel primo studio, di tipo qualitativo, sono stati realizzati 3 focus group che hanno coinvolto 20 giovani adulti (etŕ media = 22; DS = 2.57). Ai partecipanti č stato chiesto di: i) realizzare un collage che raffigurasse il concetto di rischio; ii) proporre una classificazione delle diverse tipologie di rischio. Il secondo studio, cui hanno partecipato 200 giovani adulti (etŕ media = 21.65; DS = 2.59), si č basato sulla sollecitazione di associazioni libere in risposta alla parola stimolo "rischio". Le associazioni sono state analizzate tramite il programma EVOC. Dall'esame dei risultati dei due studi si č potuto osservare come la rappresentazione sociale del rischio sia caratterizzata dalla contemporanea presenza di una dimensione valutativa negativa, per la quale il rischio č associato all'idea di pericolo, accanto a una sua valutazione positiva, per cui il rischio appare essenziale per la crescita personale oltre ad essere associato al divertimento e alla vitalitŕ. Inoltre č emersa una certa problematicitŕ rispetto al controllo del rischio, la quale porta le persone ad un senso di frustrazione, negazione e fatalismo. Infine, tale rappresentazione č risultata articolarsi differentemente in base all'appartenenza di genere dei partecipanti.
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Felisatti, Ettore, Emilia Restiglian, Evelina Scaglia, Franca Zuccoli, Federica Gaetano e Roberta Bonelli. "La progettazione del Questionario di Valutazione dei Laboratori (QVL) del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria". EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, n.º 1 (junho de 2021): 25–55. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12064.

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Un gruppo di lavoro, costituitosi all'interno del Coordinamento dei Presidenti dei CdS in Scienze della Formazione Primaria e composto da docenti, ricercatori e tutor provenienti da alcuni atenei italiani, ha costruito, seguendo una metodologia di lavoro partecipativa, un Questionario per la Valutazione dei Laboratori (QVL) di Scienze della Formazione Primaria (SFP). Lo strumento è stato progettato a partire dalle informazioni ricavate da un'indagine somministrata ai Coordinatori dei Corsi di studio in SFP del Paese, dalle esperienze pregresse e dagli studi sui fondamenti del laboratorio dal punto di vista storico e culturale, e consente agli studenti di valutare anonimamente i laboratori ordinamentali secondo quanto delineato dal decreto 249/2010[1]. Il questionario si articola in sezioni che contemplano la rilevazione di molteplici aspetti dell'esperienza laboratoriale: oltre ai dati identificativi e di profilazione, permette agli studenti di esprimersi rispetto a dinamiche relative all'organizzazione, realizzazione, valutazione e conduzione del laboratorio considerato. Sono stati somministrati due pre-test che hanno permesso di migliorare lo strumento, soprattutto nella chiarezza e nella fruibilità, confermando nel complesso la sua struttura ipotizzata in prima stesura. Il contributo qui presentato si sofferma, nello specifico, sul processo di costruzione condivisa dello strumento e sul ruolo che la student voice ha avuto nella verifica della coerenza del questionario con l'esperienza laboratoriale realizzata.   [1] D.M. 10/09/2010, n. 249. Recuperato da: http://www.miur.it/documenti/universita/offerta_formativa/formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/dm_10_092010_n.249.pdf.
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Mazzarese, Mattia, Caterina Primi e Maria Anna Donati. "La peer education è efficace per la prevenzione dei comportamenti di addiction in adolescenti e giovani adulti? Una rassegna sistematica". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n.º 1 (fevereiro de 2022): 61–90. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001005.

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La peer education è un approccio molto diffuso a livello internazionale nell'ambito della prevenzione dei comportamenti a rischio negli adolescenti. Ciononostante, un solo studio ha indagato in modo sistematico l'efficacia di questo approccio nella prevenzione dell'uso di so-stanze. Lo scopo della presente rassegna sistematica consisteva nel sopperire a questa carenza valutando l'efficacia degli interventi di peer education rivolti alla prevenzione di comportamenti di addiction negli adolescenti, tra cui anche il gioco d'azzardo. Dopo aver analizzato gli articoli pertinenti identificati su quattro database (Google Scholar, PubMed, Scopus e PsycINFO), quindici studi rispondenti ai criteri di eleggibilità predefiniti sono stati inclusi nella sintesi qualitativa. Fra questi studi, sette erano focalizzati sul consumo di tabacco, quattro sul consumo di alcol, tre sul consumo di sostanze non meglio specificate e uno sul consumo di molteplici sostanze. Non è stato individuato nessuno studio rivolto alla prevenzione del gioco d'azzardo. La valutazione della qualità degli studi, condotta attraverso un apposito strumento standardizzato, ha fatto emergere molteplici criticità relative agli strumenti e alle metodologie di ricerca utilizzate. Solo tre studi possedevano i requisiti per essere classificati come qualitativamente moderati - gli altri sono stati classificati come deboli. Nei suddetti studi sono state riscontrate modeste evidenze di efficacia degli interventi nella preven-zione del consumo di alcol o tabacco. Complessivamente, gli interventi hanno però mostrato effetti significativi principalmente sulle conoscenze e in misura minore su atteggiamenti e com-portamenti. Pertanto, l'evidenza di efficacia del metodo della peer education nella prevenzione delle addiction negli adolescenti resta debole.
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Santos, Dulcineia Alves dos. "Analisi traduttiva con focus sulle strategie lessicali: la traduzione italiana dei realia nell’opera Os sertões, di Euclides da Cunha". Cadernos de Tradução 43, n.º 1 (15 de março de 2023): 1–25. http://dx.doi.org/10.5007/2175-7968.2023.e89452.

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Nell’ambito delle scienze della traduzione i realia suscitano da tempo l’interesse degli studiosi, dal momento che sono vocaboli che non trovano un corrispondente in un’altra lingua a causa della loro specificità culturale. Questo è l’argomento del presente articolo: uno studio dei realia nell’opera Os Sertões, di Euclides da Cunha e della loro traduzione italiana, attraverso l’individuazione di una tassonomia per le parole culturospecifiche e l’identificazione delle tecniche di traduzione adottate nel testo italiano. È noto che Os Sertões, oltre a trattare un importante tema storico, è una delle opere più importanti della letteratura brasiliana ed è ricca di culturemi appartenenti alla specifica realtà geografica. L’analisi comparativa dei realia euclidiani trova appoggio negli studi traduttivi della linguistica dei corpora con il supporto degli strumenti del programma informatico WordSmith Tools, sia per la manipolazione del corpus, sia per l’individuazione, selezione, raccolta e catalogazione dei realia. Questo studio vuole evidenziare le molteplici possibilità che la pratica traduttiva può incontrare nella linguistica dei corpora favorendo non solo la creazione di repertori linguistici bilingui nella combinazione linguistica portoghese-italiano ma anche la diffusione letteraria di opere brasiliane.
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Panichella, Nazareno, e Stefano Cantalini. "L’integrazione occupazionale dei lavoratori stranieri nel mercato del lavoro del Mezzogiorno e del Centro-Nord". Sinappsi 14, n.º 1 (2024): 20–35. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2024-01-2.

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Il modello di inclusione dei migranti nei mercati del lavoro in Italia è caratterizzato da un compromesso, o trade-off, tra una bassa penalizzazione etnica nella possibilità di essere occupati e un’elevata penalizzazione per quanto riguarda la qualità del lavoro. Utilizzando i dati dell’Indagine sulle Forze di lavoro italiane (2009-2020), questo studio descrive il modello di inclusione dei lavoratori stranieri a livello regionale, evidenziando le variazioni nei percorsi occupazionali dei lavoratori stranieri.
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Baurain, Claude. "Passé Légendaire, Archéologie et Réalité Historique : L'Hellénisation de Chypre". Annales. Histoire, Sciences Sociales 44, n.º 2 (abril de 1989): 463–77. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1989.283601.

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Fare storia significa studiare fonti. La problematica storica non è, se non al caso limite, uno studio dei fatti in quanto tali, ma uno studio délie fonti in quanto in un modo o nell'oltro ci danno i fatti.(Arnaldo Momigliano, Sesto contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico (1980), p. 392).L'expansion du monde mycénien, tel qu'il nous apparaît au terme d'un long siècle d'activités archéologiques, fait toujours l'objet de multiples études et prises de position. On a longtemps cru reconnaître la présence physique de Grecs mycéniens en des lieux aussi éloignés de la péninsule hellénique que l'Italie du Sud, la Sicile, l'Anatolie occidentale, Chypre ou encore Ugarit.
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Celli, Patrizia. "I Savoia e l’Accademia di Francia: visite reali, esposizioni degli Envois de Rome e omaggi tra due paesi". Studiolo 14, n.º 1 (2017): 288–351. http://dx.doi.org/10.3406/studi.2017.1349.

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L’articolo si propone di ricostruire i rapporti costanti che ci furono tra la Casa Reale italiana e l’Accademia di Francia nel periodo compreso tra il 1881 e il 1939. La tradizionale visita dei Sovrani all’inaugurazione dell’esposizione degli Envois de Rome, di cui era stata promotrice la Regina Margherita all’indomani dell’Unità italiana con lo scopo di affermare il giovane Stato unitario nella scena internazionale e di costruire un legame con la nobiltà romana, è solo uno dei momenti dell’omaggio reciproco tra i due paesi. La presenza dei Savoia a Villa Medici nel giorno dell’inaugurazione è all’origine di una copiosa produzione giornalistica, preziosa fonte che consente oggi di conoscere meglio le opere dei borsisti del passato.
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Andreula, C. F., e A. Carella. "Lesioni cerebrali focali in corso di AIDS Studio della dinamica dell'accentuazione di contrasto per la diagnosi di lesione elementare". Rivista di Neuroradiologia 2, n.º 1 (fevereiro de 1989): 33–42. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200104.

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Nei pazienti affetti da Sindrome di Immunodeficienza Acquisita (AIDS) la cornparsa di sintomatologia neurologica è riportata nell'ordine di circa il 30%. Gli studi autoptici rilevano, altresì, un'incidenza del 75–80% di coinvolgimento del sistema nervoso centrale. In tal senso per poter ridurre tale discrepanza di dati, è stata adottata la tecnica di tomografia computerizzata con doppia dose di contrasto ed esecuzione di scansioni ritardate. Tale tecnica consente il rilievo di lesioni non svelate da uno studio tradizionale standard, anche in uno studio preclinico di sintomatologia focale neurologica e permette, inoltre, una valutazione in senso maturativo delle lesioni flogistiche e/o infettive. Inoltre nello studio longitudinale è possibile valutare l'efficacia della terapia adottata e l'eventuale comparsa di recidive. Il nostro studio si basa su una casistica di 83 pazienti portatori di AIDS con sintomatologia neurologica e neuropsicologica. Nel 14.45% dei pazienti sono state rilevate lesioni focali con la tecnica speciale, in numero maggiore meglio definite e con maggiore accuratezza di stadiazione maturativa.
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Migone, Paolo. "Problemi di psicoterapia". RUOLO TERAPEUTICO (IL), n.º 120 (junho de 2012): 49–66. http://dx.doi.org/10.3280/rt2012-120006.

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Nella prima parte di questo articolo, pubblicata nella precedente rubrica (n. 119/2012) era stata presentata una breve storia della schizofrenia e delle terapie biologiche per questo disturbo. In questa seconda e ultima parte viene discussa la storia della terapia psicoanalitica della schizofrenia, nelle sue alterne vicende, e vengono presentati due studi sulla terapia psicologia della schizofrenia: lo studio di Boston del 1984 di Gundeson et al. sulla psicoterapia della schizofrenia, e gli studi di Leff e altri degli anni 1980 sulla Emotivitŕ Espressa (EE) nelle famiglie dei pazienti schizofrenici. Infine vengono discussi i risultati, per certi versi paradossali, di queste ricerche.
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Blasi, C., L. Michetti e S. Mirone. "Studio del Dinamismo in Atto Negli Oliveti Abbandonati dei Monti Ausoni". Giornale botanico italiano 128, n.º 1 (janeiro de 1994): 132. http://dx.doi.org/10.1080/11263509409437035.

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Torre, Emanuela M., e Paola Ricchiardi. "Utilizzo formativo di prove autentiche nel corso di laurea in Scienze della formazione primaria". EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, n.º 2 (dezembro de 2021): 411–31. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12391.

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La rilevazione dei learning outocomes al termine dei percorsi di studio universitari è stata avviata in Italia, per le competenze generaliste, nel 2013 (Kostoris, 2015). In seguito, è stata estesa alle competenze disciplinari (Teco-D), con l'introduzione anche di rilevazioni in ingresso, al fine di poter valutare il "valore aggiunto" derivante dalla frequenza dei diversi corsi di laurea. Tali rilevazioni sono state e sono tuttora al centro di dibattiti scientifici e oggetto di approfondimenti di ricerca. Un filone interessante ha analizzato le strategie di utilizzo dei risultati come retroazione per i corsi di studio, in una logica di miglioramento continuo, che parte dal coinvolgimento dei docenti nella definizione di traguardi comuni fino all'analisi dell'efficacia delle azioni formative (Federighi, 2018; Del Gobbo, 2018). Gli esiti di tali rilevazioni sistematiche potrebbero tuttavia essere utilizzate anche in chiave formativa per gli studenti, prevedendo un feedback individuale, rispetto al raggiungimento dei traguardi essenziali del profilo di laurea, e uno collettivo, nelle sessioni di rielaborazione in gruppo. In questa linea si colloca la proposta descritta nel presente contributo, realizzata nel corso di studi in Scienze della formazione primaria dell'Università di Torino, con contingenti ampi di studenti.
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Hénin, Emmanuelle. "Catalogue, titre, étiquette : la présentation écrite des tableaux dans les expositions de peinture au XVIIIe siècle". Studiolo 9, n.º 1 (2012): 100–126. http://dx.doi.org/10.3406/studi.2012.860.

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Emmanuelle Hénin. Catalogo, titolo, etichetta : la presentazione scritta dei dipinti nelle esposizioni di pittura del Settecento ; Nel corso del Settecento, lo sviluppo di musei ed esposizioni temporanee in tutta Europa genera una vasta riflessione, non solo sulla presentazione fisica dei quadri ma anche sulla loro presentazione scritta. Il Salon parigino, come pure le esposizioni italiane (in particolare quelle dell’Accademia del Disegno a Firenze), costituisce per i contemporanei l’occasione di interrogarsi sulla redazione di un catalogo, sull’apposizione di etichette e sul concepimento dei titoli da dare alle opere. Strumenti pedagogici tuttora fondamentali per il museo moderno.
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Ferluga-Petronio, Fedora. "Analisi comparativa dei nomi della gerarchia ecclesiastica in sloveno e croato". Linguistica 31, n.º 1 (1 de dezembro de 1991): 401–19. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.401-419.

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L'argomento di questa ricerca trae spunto da due miei precedenti lavori trattanti l'uno i nomi per la gerarchia ecclesiastica in sloveno, l'altro quelli per il medesimo settore lessicale in croato. Il primo apparve in veste monografica (La Chiesa in Slovena. Analisi filologico-etimologica della gerarchia ecc!esiastica con particolare riguardo ai testi del Cinquecento, Centro studi storico-religiosi Friuli-Venezia Giulia, 14, Trieste 1984), il secondo in forma di articolo nella Rivista di Scienza religiose Studia Patavina (I nomi della gerarchia ecclesiastica in croato, Studia Patavina 37 (1990) l, Padova 1990, p. 97-117.
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Orsi, Elisa. "codice senese nella storia delle illustrazioni dantesche: note sulla fortuna critica della Commedia Yates Thompson 36". Dante e l'Arte 8 (7 de março de 2022): 65–86. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.155.

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Il contributo intende ripercorrere brevemente la ricezione critica del ms. Yates Thompson 36, mostrando le intersezioni tra la storia della fortuna del manoscritto e la storia della fortuna dei manoscritti illustrati danteschi dal Novecento ad oggi. Quanto emerge dimostra che la parabola della Commedia di Alfonso V di Aragona coincide, fino alla metà del secolo scorso, con quella di altri manoscritti signorili come l’Urbinate Latino 365, precocemente valorizzati per il loro interesse storico-artistico. Con l’avvento di una nuova stagione degli studi, orientata allo studio della valenza esegetica del corredo illustrativo, il destino dello Yates Thompson si riallinea a quello di altri manoscritti, più antichi e ‘meno celebri’, nel segno di una nuova prospettiva sulla tradizione figurativa dantesca fondata sulla ricostruzione della storia materiale e culturale del codice.
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