Literatura científica selecionada sobre o tema "Consiglio regionale della Toscana"

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Artigos de revistas sobre o assunto "Consiglio regionale della Toscana"

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Absalom, Roger. "I deputati toscani all'assemblea costituente. Profili biografici, edited by Pier Luigi Ballini, Florence, Edizioni dell'Assemblea, Regione Toscana Consiglio Regionale, 2008, 610 pp." Modern Italy 15, n.º 4 (novembro de 2010): 509–10. http://dx.doi.org/10.1080/13532944.2010.507368.

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Floridia, Antonio. "Le elezioni comunali in Toscana dal 1993 al 2004. Gli effetti delle nuove regole, i partiti, le coalizioni, i "nuovi" sindaci". Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 54, n.º 2 (31 de dezembro de 2005): 5–91. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12718.

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L’obiettivo di questo lavoro quello di fornire un bilancio critico e una valutazione degli effetti che l’applicazione della legge 81 del 25 marzo 1993 ha prodotto sui sistemi politici locali della Toscana: una legge che è stata più volte, e da più parti, definita come il frutto migliore della convulsa fase di crisi e di transizione che hanno vissuto le istituzioni politiche del nostro paese nel corso degli anni Novanta, – «un esempio di ingegneria istituzionale sostanzialmente andato a buon fine», come è stato detto –, ma di cui oggi, a distanza di anni, e dopo tre cicli elettorali, si possono cominciare a cogliere meglio le complesse implicazioni, individuando i processi di mutamento che le nuove regole hanno indotto, o con i quali esse si sono intrecciate, nel comportamento degli elettori e nelle strategie degli attori politici. Ad oltre dodici anni dall’approvazione di questa legge, tutti i Comuni hanno già sperimentato per almeno tre volte il nuovo sistema elettorale. È possibile quindi disporre oggi di una mole rilevante di dati che permettono di valutare le modalità di funzionamento del nuovo sistema elettorale. Concentrare poi l’attenzione su una sola regione, la Toscana nel nostro caso, corrisponde ad un esigenza conoscitiva di particolare rilievo, proprio perché, come rilevava Giacomo Sani nella Prefazione ad uno degli studi più completi sull’argomento, apparso dopo la tornata elettorale del 1999, ciò che emerge sono appunto «le forti differenze a base regionale» che hanno caratterizzato l’impatto della nuova legge elettorale. In questa ricerca, dunque, siamo partiti dalle specificità del sistema politico toscano, cominciando ad analizzare alcuni aspetti del voto amministrativo nel corso degli anni Ottanta e cercando di misurare, per quanto possibile, i mutamenti che il nuovo sistema elettorale ha prodotto. I comuni considerati dalla ricerca sono quelli che, sulla base dei dati del Censimento 1991, e poi di quello del 2001, hanno superato i 15 mila abitanti e per i quali, dunque, la nuova legge prevede un sistema elettorale a doppio turno: per la Toscana, si tratta di 51 comuni. Per questi comuni è stato predisposto un data base completo, oggi anche consultabile via internet, comprendente tutti i dati relativi alla partecipazione elettorale, i voti riportati dai candidati e dalle liste collegate, i seggi attribuiti a ciascuna lista. Generalmente, i dati sono stati analizzati anche sulla base delle diverse classi demografiche dei comuni e della diversa ampiezza dei consigli comunali5, e sulla base dei diversi cicli elettorali, in modo da consentire confronti omogenei
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Grava, Massimiliano, e Giancarlo Macchi Janica. "Gli idronimi della Toscana". História, histórias 11, n.º 21 (21 de março de 2024): 134–61. http://dx.doi.org/10.26512/rhh.v11i21.51750.

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In questo contributo si esamineranno i risultati di un progetto di ricerca dedicato alla georeferenziazione degli idronimi della Toscana tra il XIX secolo e oggi. Uno studio, effettuato per mezzo di una collazione di informazioni provenienti dalle banche dati geografiche attuali e dalla cartografia storica, grazie al quale sono stati ricostruiti, in ambiente GIS e per l’odierno territorio regionale, i nomi e le specifiche geometriche dei fiumi presenti nelle diverse soglie informative. In questa ricerca, cofinanziata dal SITA della Regione Toscana e dal CIST, sono stati pertanto, in forma diacronica, ricostruiti in formato vettoriale persistenza, trasformazione e scomparsa dei toponimi idrografici dal 1835 ad oggi. La modellazione della banca dati, ancorata all’archivio topografico toponomastico delle geometrie lineari e puntuali della Carta Tecnica Regionale, trae origine dal database geografico prodotto per la raccolta delle informazioni toponomastiche puntuali e areali di questo stesso territorio confluite del progetto RE.TO.RE.
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Nappini, Stefania, e Leonardo Dapporto. "I Macrolepidotteri del Parco Regionale della Maremma (Toscana) (Lepidoptera)". Memorie della Società Entomologica Italiana 88, n.º 1 (30 de junho de 2009): 177. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2009.177.

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Nel presente lavoro sono riportate le attuali conoscenze faunistiche sui macrolepidotteri del Parco Regionale della Maremma. I dati provengono da materiale bibliografico e da quattro anni di ricerche effettuate con svariate tecniche di raccolta. Sono state censite 448 specie. Infine la fauna viene delineata in base alle principali caratteristiche ecologiche delle specie censite.
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Frignani, F., C. Angiolini, F. Selvi e V. De Dominicis. "La Flora vascolare della Riserva Naturale Regionale “Cornate-Fosini” (Toscana Meridionale)". Webbia 59, n.º 2 (janeiro de 2004): 395–455. http://dx.doi.org/10.1080/00837792.2004.10670777.

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Neri, Serneri Simone. "Guerra, guerra civile, liberazione La Toscana nella crisi del fascismo e dello Stato nazionale 1943-1944". ITALIA CONTEMPORANEA, n.º 265 (junho de 2012): 535–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265001.

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Cosa significň per la Toscana l'esperienza della guerra, della guerra civile e della Resistenza? Quale fu l'apporto della Toscana alla ricostruzione dello Stato nazionale dopo la crisi innescata dal crollo del fascismo? L'articolo risponde a questi interrogativi ripercorrendo sinteticamente l'impatto della guerra sul consenso al regime in Toscana, l'occupazione tedesca e il ricorso della Rsi alla guerra civile, intesa come violenza sistematica contro avversari e popolazione civile per fondare un nuovo ordine politico. Si evidenziano le peculiaritŕ della regione nel contesto della guerra nella penisola, perché essa fu retroterra del fronte e ciň accelerň notevolmente le dinamiche dell'occupazione e della Resistenza. Si sottolineano il radicamento del partigianato nelle specifiche condizioni del rapporto cittŕ-campagna e il parallelo affermarsi del Comitato toscano di liberazione nazionale, anche grazie alla scelta decisiva dell'autogoverno e dell'insurrezione, una scelta di grande rilievo nella ancora breve storia del movimento di Resistenza. Quelle esperienze aprirono una prospettiva di liberazione sociale e culturale e furono determinanti, al di lŕ del consenso piů o meno esteso, per infrangere i tradizionali assetti moderati e fondare una nuova identitŕ regionale.
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Profeti, Stefania. "LE ELEZIONI REGIONALI 2010 IN TOSCANA: UNA SINISTRA IN DIFFICOLTÀ MA SENZA ALTERNATIVE". Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 64, n.º 2 (30 de dezembro de 2010): 5–42. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9719.

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In Toscana le elezioni del 28 e 29 marzo 2010 si sono svolte dopo una seconda riforma sia dello Statuto regionale che della legge elettorale, che erano stati rinnovati nel 2004 e sperimentati in occasione della precedente tornata del 2005. Nel panorama italiano post riforma del Titolo V della Costituzione, la Toscana era stata infatti una delle prime regioni a dotarsi di un nuovo Statuto. Era stata anche la prima in assoluto ad approvare una nuova legge elettorale accompagnata da disposizioni che operavano una vera e propria «regionalizzazione» delle modalità di selezione dei consiglieri e del Presidente, pur nell’alveo dei meccanismi di fondo introdotti dalla disciplina transitoria di rango nazionale: l’elezione diretta del capo dell’esecutivo; il suo potere di nomina e di revoca dei componenti della giunta; la clausola simul stabunt simul cadent.
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Betti, Gianni, Maria Luisa Maitino e Nicola Sciclone. "A che cosa servono i modelli di microsimulazione? Tre applicazioni usando microReg". SCIENZE REGIONALI, n.º 2 (julho de 2012): 101–19. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-002006.

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MicroReg č un classico modello di microsimulazione, tax-benefit, costruito per la Regione Toscana dall'Irpet. L'obiettivo č quello di garantire al policy maker regionale un adeguato strumento di valutazione e programmazione delle politiche fiscali e di welfare, siano esse attuate a livello nazionale e/o regionale. Diversamente da tutti gli altri modelli di microsimulazione sviluppati nel nostro paese, microReg ha un campo di applicazione multiregionale. Esso fornisce una adeguata base di calcolo, a seguito di un qualche intervento di natura pubblica, dei seguenti aspetti: i) distribuzione dei guadagni e delle perdite fra individui e famiglie; ii) impatto sulle misure di povertŕ e disuguaglianza; iii) differenze nei costi e nei benefici tra le regioni; variazioni di gettito nazionali e regionali. Il lavoro presenta la struttura del modello e tre applicazioni empiriche.
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Borri, Michelangelo. "Il Movimento sociale italiano in Toscana, dalla nascita al congresso di Viareggio. Appunti per una ricerca". SOCIETÀ E STORIA, n.º 179 (março de 2023): 63–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2023-179004.

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Il presente saggio affronta le vicende genetiche e l'evoluzione del Movimento sociale italiano con una prospettiva dal basso, presentando il caso di studio della regione Toscana dagli anni del secondo dopoguerra fino al congresso nazionale di Viareggio del 1954. Attraverso l'analisi di fonti rintracciate negli archivi locali e nazionali, l'autore tratteggia la storia del partito nel contesto di una regione cosiddetta «rossa», ricostruendone la nascita e l'articolazione periferica, fornendo una prima profilazione dei quadri intermedi e della base militante, delineandone i rapporti con le proprie associazioni fiancheggiatrici. Prendendo le mosse dalla dimensione regionale, il contributo mira a ricollegarsi a tendenze e problematiche di carattere nazionale, mettendo in risalto la capacità del partito e dei suoi militanti di adattarsi alle specificità regionali proprie della realtà toscana, come pure gli elementi di comunanza rispetto a tendenze riscontrabili nel resto d'Italia.
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Ferrucci, Nicoletta. "Il bosco tra norma e piano paesaggistico: uno sguardo all'esperienza regionale toscana". AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, n.º 2 (fevereiro de 2019): 123–35. http://dx.doi.org/10.3280/aim2016-002008.

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Teses / dissertações sobre o assunto "Consiglio regionale della Toscana"

1

Vidali, Arianna <1989&gt. "Lo scioglimento sanzionatorio del Consiglio regionale". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7023.

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Il presente elaborato propone un’analisi dettagliata dell’istituto dello scioglimento sanzionatorio del Consiglio regionale, la cui disciplina assume notevole rilevanza poiché va ad incidere sull’organo che rappresenta la diretta volontà del corpo elettorale. Peraltro appare centrale nel definire la posizione che l’ente Regione va ad assumere all’interno dell’ordinamento. A questo scopo, partendo da ciò che era stato deciso dai Costituenti, si analizza come la riforma del Titolo V della Costituzione ha modificato tale istituto, rendendolo uno strumento eccezionale e residuale nell’obiettivo di rilancio dell’autonomia regionale. Si propone poi un approfondimento sulle cause di scioglimento, considerato quanto detto dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 219 del 2013, nella quale, per la prima volta, viene data un’interpretazione approfondita dell’art. 126 della Costituzione. Infine vengono esaminati gli elementi procedurali e le modalità attraverso cui l’atto di scioglimento produce i sui effetti. L’obiettivo di questo elaborato è dimostrare che l’istituto dello scioglimento sanzionatorio rappresenta l’extrema ratio a chiusura del sistema per far fronte ad eventuali comportamenti contra legem del Consiglio regionale.
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Veronese, Gessica <1986&gt. "Valutare la performance nella Pubblica Amministrazione alla luce della riforma Brunetta: il caso del Consiglio regionale del Veneto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3358.

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Il presente elaborato intende innanzitutto approfondire la tematica della valutazione della performance nelle pubbliche amministrazioni partendo dalla riforma che ha introdotto tale concetto, ossia dalla riforma Brunetta. A questo si giunge solo dopo aver descritto il percorso normativo che ha permesso l'elaborazione di tale riforma, quindi l'evoluzione del sistema dei controlli antecedente al D.Lgs. n.150/2009. L'elaborato si conclude con l'applicazione pratica dei concetti esposti al Consiglio regionale del Veneto, partendo con l'analisi del Piano della Performance 2011-2013, fino ad arrivare ai risultati emersi dal procedimento di valutazione.
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Greggio, Marco <1980&gt. "Il ciclo di gestione della performance e la valutazione nella pubblica amministrazione. Il caso del Consiglio regionale del Veneto". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6375.

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La tesi affronta la gestione della performance e la valutazione nella pubblica amministrazione, con particolare riferimento alle nuove disposizioni introdotte dalla riforma Brunetta e alla sua applicazione pratica nell’amministrazione del Consiglio regionale del Veneto presso cui svolgo attività lavorativa. La presente tesi è strutturata in due parti e dieci capitoli. La prima parte, basata sullo studio di una selezione della bibliografia aziendalista, giuridica e sociologica, ripercorre l’evoluzione delle riforme nella P.A., illustrando le principali teorie e le applicazioni normative e tecnico-metodologiche degli strumenti di gestione aziendale nella P.A.; inoltre, essa riporta alcuni ma rilevanti aspetti critici e applicativi che caratterizzano le riforme nella P.A. Più specificamente, dal capitolo primo al sesto, si illustrano l’evoluzione, le teorie e le novità introdotte dalla riforma Brunetta relativamente ai controlli, alla performance e alla valutazione nella P.A., descrivendo, nel primo capitolo, l’evoluzione delle politiche di riforma e la complessità che caratterizza ogni riforma e processo di cambiamento. Nel secondo capitolo vengono presentati gli strumenti di controllo interno nella P.A. risalenti alla riforma del 1999: il controllo di regolarità amministrativo-contabile, il controllo di gestione, la valutazione della dirigenza, la valutazione e il controllo strategico. Nel capitolo terzo si approfondiscono i concetti di performance organizzativa e individuale, secondo le teorie economico-aziendali; mentre nel capitolo quarto si illustrano le innovazioni apportate dalla riforma Brunetta, con particolare riferimento al ciclo di gestione della performance. Gli ultimi due capitoli della prima parte presentano invece gli aspetti critici e applicativi della riforma, in particolare vengono esaminate al capitolo quinto le critiche sulle retoriche manageriali nelle organizzazioni pubbliche, sollevate in particolare dal noto sociologo francese M. Crozier, come i rischi di distorsione dei sistemi valutativi, la distorsione tecnicista del processo di valutazione, l’enfatizzazione degli obiettivi e dei vincoli, la necessità di riabilitare il ruolo della leadership e la retorica della partecipazione. Al capitolo sesto vengono presi in considerazione invece i principi e le soluzioni applicative per il ciclo di gestione della performance e per la valutazione nella pubblica amministrazione, come la “Carta di Mantova”, le metodologie nelle procedure di valutazione della performance nella P.A., il ruolo dell’ Information Technology nel ciclo di gestione della performance. La seconda parte della tesi approfondisce, sulla base dello studio della documentazione prodotta dall’amministrazione del Consiglio Regionale Veneto su performance, sistema di misurazione e valutazione, sistema di gestione della qualità, nome regionali, regolamenti interni e procedure formalizzate, l’applicazione pratica del ciclo di gestione della performance nella struttura tecnico-amministrativa a supporto dell’assemblea legislativa veneta. In particolare, al capitolo settimo si descrivono sia il contesto socio-economico e istituzionale, sia l’autonomia e il funzionamento dell’assemblea legislativa veneta e della sua struttura di supporto. Al capitolo ottavo viene presentato il piano della performance 2014-2016, assieme ai sistemi operativi dell’amministrazione e agli obiettivi e agli indicatori della performance. Al capitolo nono si passa alla presentazione del sistema per la valutazione del personale del Consiglio regionale del Veneto per il biennio 2014-2015 e alle sue parti costitutive. Infine, al capitolo decimo viene presentata la relazione sulla performance 2013, con particolare riferimento alla riorganizzazione, che ha interessato la struttura tecnico‐amministrativa secondo il nuovo ordinamento regionale, ai risultati raggiunti e alle proposte di miglioramento.
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SUZZI, CLAUDIO. "Per una storia del teatro in carcere: la Regione Toscana. Origini, percorsi, esperienze". Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1150805.

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Il teatro in carcere si pone oggi come un fenomeno in estremo movimento in quanto, a livello storiografico, data la sua recente formalizzazione, non è stato ancora osservato in una prospettiva critica tale da inserirlo in un discorso ampio, svincolato dalle manifestazioni in atto che lo hanno caratterizzato e che lo pongono oggi come una delle forme teatrali di ricerca maggiormente fertili di novità. La ricerca si pone quindi l’intento di voler inserire tale campo d’indagine in un quadro storico maggiormente dettagliato, procedendo dalle sue origini, per poi analizzare quella che è stata una delle esperienze fondamentali per la sua evoluzione, sia in ambito nazionale che europeo, e cioè quella della Regione Toscana. Partendo dal supporto dell'Ente regionale al teatro in carcere, che ha permesso sul piano strutturale l’affermazione della Compagnia della Fortezza di Volterra, fino ad arrivare alla costituzione del primo Coordinamento Regionale del Teatro in Carcere, in una visione di rete che ha riunito quattordici compagnie teatrali che nel tempo hanno abitato le carceri del territorio, la Regione Toscana nel corso di un trentennio è divenuta un «modello», alla quale si sono ispirati altri enti a carattere nazionale e internazionale. Il piano dell’opera si divide in cinque capitoli attraverso i quali, come espresso nel titolo, si sono approfondire le origini, i percorsi e alcune esperienze di rilievo, nate intorno a di questa complessa forma artistica.
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TARTUFERI, Emanuele. "L'impronta ecologica della Regione Marche". Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251180.

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Il lavoro di ricerca si basa sul metodo di calcolo dell'impronta ecologica, un indicatore complesso che permette di stimare l'impatto di una determinata popolazione sull'ambiente attraverso il consumo di risorse e la richiesta di assimilazione di rifiuti da parte di una determinata popolazione e di esprimere queste grandezze in termini di superficie di territorio produttivo corrispondente. La tesi è divisa in tre singoli lavori accademici: nel primo viene introdotta la metodologia di calcolo e vengono passate in rassegna le principali applicazioni dell'impronta ecologica su scala globale, nazionale e regionale. Vengono inoltre presentati gli altri indicatori affini e complementari all'impronta ecologica capaci di dare una misura al concetto di sostenibilità e di affiancare il PIL nel misurare la situazione economica e sociale di un paese. Infine vengono presentati i principali studi critici sull'impronta ecologica e le risposte da parte dei fautori e sostenitori di questo indicatore. Nel secondo capitolo viene calcolata l'impronta ecologica per la Regione Marche: oltre ad un approfondimento della metodologia di calcolo, con particolare attenzione alle realtà sub-nazionali, vengono presentati e discussi i risultati relativi al calcolo dell'impronta ecologica del 2011 e del 2001 per la Regione Marche, sia a livello aggregato che disaggregato, compresa la simulazione di possibili scenari per valutare eventuali benefici di strumenti atti alla riduzione dell'impronta ecologica. Nel terzo ed ultimo capitolo vengono calcolate le impronte ecologiche di tutte e quattro le regioni del Centro Italia per gli anni 2011 e 2001: vengono passati in rassegna i principali studi sulle impronte ecologiche regionali italiane e presentati e discussi i risultati aggregati e disaggregati delle regioni Marche, Lazio, Toscana ed Umbria attraverso la comparazione dei valori dell'impronta ecologica.
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Livros sobre o assunto "Consiglio regionale della Toscana"

1

Cecchi, Matteo. Palazzo del Pegaso: Casa della Toscana. Florence]: Edizioni Polistampa, 2021.

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Toscana, Consiglio regionale della. Larthia: La vita di una donna al tempo degli Etruschi : atti del convegno promosso dalla Quinta commissione consiliare 'Attività culturali e Turismo' del Consiglio regionale della Toscana, Chianciano Terme (Siena), 21-22 settembre 2007. Firenze: Consiglio regionale della Toscana, 2008.

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3

Franchini, Dario A., e Giuseppe Pozzana. Qualità dell'ambiente e sviluppo regionale in Toscana. Milano: F. Angeli, 1997.

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4

Giuseppe, De Luca, ed. La Pianificazione regionale in Toscana, 1984-1990. Roma: Urbanistica informazioni, 1991.

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5

regionale, Sardinia (Italy) Consiglio. Il Mezzogiorno al Consiglio regionale della Sardegna, 1949-1979. Milano, Italy: FrancoAngeli, 1993.

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6

Sergio, Gensini, ed. La Toscana nel secolo XIV: Caratteri di una civilta regionale. Pisa: Pacini, 1988.

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Simone, Neri Serneri, ed. Alle origini del governo regionale: Culture, istituzioni, politiche in Toscana. Roma: Carocci, 2004.

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Cosulich, Matteo. Il sistema elettorale del consiglio regionale tra fonti statali e fonti regionali. Padova: CEDAM, 2008.

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Cucchini, Marco. Politica e politiche dell'autonomia: 50 anni di Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Udine: Forum, 2016.

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10

Cavalieri, Alessandro. Toscana e toscane: Percorsi locali e identità regionale nello sviluppo economico. Milano, Italy: F. Angeli, 1999.

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Capítulos de livros sobre o assunto "Consiglio regionale della Toscana"

1

Gini, Rosa. "Agenzia Regionale di Sanità della Toscana (ARS)". In Databases for Pharmacoepidemiological Research, 141–46. Cham: Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-51455-6_11.

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2

Funari, Maura. "Archivi istituzionali ad accesso aperto. Un modello per il consiglio regionale della Regione Umbria". In 1. Seminario Nazionale di Biblioteconomia, 195–96. Ledizioni, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.1409.

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3

Galetta, Diana-Urania, e Paolo Provenzano. "Administrative Procedure and Judicial Review in Italy". In Judicial Review of Administration in Europe, 62–64. Oxford University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780198867609.003.0010.

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Resumo:
This chapter illustrates administrative procedure and judicial review in Italy. According to article 113 of the Italian Constitution, 'the judicial safeguarding of rights and legitimate interests before the organs of ordinary or administrative justice is always permitted towards acts of the public administration'. In Italy, judicial review of administrative action is performed by specific courts: a court of first instance, called Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), which is established in every Region, and the Consiglio di Stato (Council of State), which acts as an appeal court. The judicial process before these courts is now regulated by the Code of Administrative Process (CAP). Article 7 CAP provides that the administrative courts have jurisdiction over all acts that the public administrations and legal entities equivalent to them adopt in the exercise of their administrative authority. Since 1889, the Italian system of administrative justice has centred on the provision that administrative acts can be annulled by the administrative courts only in cases of 'breach of law', 'misuse or abuses of power', and/or 'lack of competence'.
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