Gotowa bibliografia na temat „Studio De Ferrari Architetti”

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Artykuły w czasopismach na temat "Studio De Ferrari Architetti"

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Ramazza, Elena. "Ripensare i confini: l’incursione degli architetti modernisti nel «lettering» di ispirazione medievale". Locus Amoenus 20 (22.12.2022): 117–38. http://dx.doi.org/10.5565/rev/locus.460.

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Il presente studio esplora il contatto tra architetti modernisti catalani e la produzione di libri, sotto il punto di vista specifico del lettering di ispirazione medievale. L’indagine permette di approfondire le modalità di rielaborazione delle forme medievali durante il Modernismo, condivise anche dal restauro «in stile» alla maniera di Viollet-le-Duc e argomento spesso trascurato in quanto considerato una sfortunata inflessione del gusto. Allargando invece lo sguardo al contesto generale e alle fonti d’ispirazione, vediamo che tale rielaborazione risponde a una necessità di rigenerazione sociale e comunitaria, che si riflette anche nella parallela riscoperta dei manoscritti medievali e nel restauro del Monastero di Ripoll. Esaminando lo stato della paleografia dell’epoca, troviamo che le illustrazioni dei testi paleografici e il design degli architetti condividono l’ibridazione tra filologia e creatività artistica. Allo stesso tempo, la produzione di lettere goticheggianti da parte della tipografia editoriale mostra i contatti tra l’estetica medievalista e l’industria. Segue l’analisi delle esperienze di lettering degli architetti Lluís Domènech i Montaner, principale punto di contatto tra architettura ed editoria ed esploratore di numerosi stili di lettering medievale, Camil Oliveras i Gensana, che giunse a una sintesi tra forme medievali e moderne, Josep Vilaseca i Casanovas, collaboratore di Domènech, e infine dell’illustratore Josep Pellicer i Fenyé, che utilizzò l’ispirazione medievale insieme ad altre, a seconda delle finalità nella trasmissione del messaggio artistico.
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Tomasella, Paolo. "La partecipazione degli architetti, scultori e impresari italiani alla costruzione dei monumenti ai caduti della Grande Guerra nella Romania interbellica". Studia Universitatis Babeș-Bolyai Historia Artium 66, nr 1 (30.12.2021): 155–79. http://dx.doi.org/10.24193/subbhistart.2021.06.

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"The Participation of Italian Arhitects, Sculptors and Entrepreneurs in the Construction of the Heroes’ Monuments Fallen in the First World War in Interwar Romania. Seasonal or permanent migration from Italian regions to Romania in the 19th and 20th centuries involved a variable number of unskilled workers but also personalities (artists and sculptors), many Venetians and Friulians, who left clear, tangible evidence, of their stay and the results of their work on the Romanian territory. With the end of the First World War and with the outbreak of Greater Romania, the need to build memorials dedicated to those who fell in the struggles for the unification of the nation was felt throughout the country. Sculptors and entrepreneurs from Veneto and Friuli were among the protagonists of this process of institutionalizing memory. It is worth mentioning, regarding the sculpture, the presence in Romania of the artists Ettore Ferrari and Raffaello Romanelli; the Italian entrepreneurs and stonemasons, Giovanni Battista De Nicolò, Victor and Giovanni Mezzarobba, made a significant contribution to the materialization of the projects to honor the memory of the heroes of the First World War. The artistic and urban involvement of the Italians settled in Romania proved to be important in the construction of public monuments in many cities in Romania. Vincenzo Puschiasis (1874–1941), a sculptor established in Piatra Neamț in 1899, played a special role among the stone carvers of Friulian origin living in Romania. Puschias is established himself in Romania not only locally, but also nationally, through the large number and quality of monuments erected for the Romanian heroes who fell in the First World War. His works are characterized by strength, finesse, elegance, combination of styles and aesthetic harmony. After 1919, Vincenzo Puschias is founded the Construction Company in the County of Neamț, specializing in the construction of memorials dedicated to those who fell in the First World War. Among his most remarkable works in this field are: the funeral complex from the “Eternitatea” Cemetery of Piatra Neamț, made in collaboration with Gheorghe Iconaru; monuments of the heroes erected in Bistricioara, Căciulești, Verșești, Roznov, Bahna, Văleni, Zănești; obelisks in Gârcina, Oanțu, Roznov, Piatra Șoimului, Podoleni; the statue of the hero soldier from Viișoara. Keywords: Italian emigrants; First World War; sculptors and entrepreneurs; Ettore Ferrari; Raffaello Romanelli; The Mausoleum of the Heroes of Mateiaș; Vincenzo Puschiasis. "
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Bellomi, Paola. "Approssimazione all’edizione italiana della Cronica generale d’Hispagna et del regno di Valenza di Pere Antoni Beuter (Venezia, Gabriele Giolito de’ Ferrari, 1556): l’esemplare della “Biblioteca Civica” di Verona". SCRIPTA. Revista Internacional de Literatura i Cultura Medieval i Moderna 1, nr 1 (17.06.2013): 55. http://dx.doi.org/10.7203/scripta.1.2578.

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Riassunto: Il presente saggio si propone come una prima approssimazione allo studio dell’edizioneitaliana della Cronaca generale d’Hispagna et del regno di Valenza di Pere Antoni Beuter, pubblicatanel 1556 a Venezia da Gabriele Giolito de’ Ferrari nella traduzione dello spagnolo Alfonso deUlloa. Quest’opera storiografica si inserisce in un contesto culturale importantissimo come quellodella Venezia del Cinquecento, particolarmente effervescente nel campo dell’editoria con figure diprim’ordine come Giolito e Ulloa. Il saggio si divide in tre momenti: il primo è costituito da unabreve introduzione sull’opera di Beuter e sulla traduzione di Ulloa; il secondo presenta la schedacatalografica dell’esemplare conservato presso la Biblioteca Civica di Verona; infine il terzo esponesinteticamente i contenuti della Cronaca.Parole chiave: Pere Antoni Beuter, Alfonso de Ulloa, Gabriele Giolito de’ Ferrari, Cronaca generaled’Hispagna et del regno di ValenzaAbstract: This essay is an approximation to the study of the the Italian edition of Pere AntoniBeuter’s Cronica generale d’Hispagna et del regno di Valenza, translated by the Spaniard Alfonso de Ulloa and published in Venice in 1556 by Gabriele Giolito de’ Ferrari. This chronicle is part of a majorcultural context, that of the Venice of the XVI century, very active in the emerging publishingbusiness with personalities such as Giolito and Ulloa. The essay is divided into three sections: 1. ashort introduction about the author and the translator; 2. the analytic description of the copy ofthe «Biblioteca Civica di Verona»; 3. the summaries of the contents of the Cronaca generale.Keywords: Pere Antoni Beuter, Alfonso de Ulloa, Gabriele Giolito de’ Ferrari, Cronaca generaled’Hispagna et del regno di Valenza, Biblioteca Civica di Verona
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Guidi, Andrea. "Illustrare Polibio: letterati, architetti e condottieri italiani nell'Europa del cinquecento e il caso di Gabriele Cesano". SOCIETÀ E STORIA, nr 178 (styczeń 2023): 641–65. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-178001.

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Questo articolo si propone di pubblicare un testo inedito di Gabriele Cesano risalente agli anni quaranta del cinquecento e concernente una illustrazione della cosiddetta Castrametazione di Polibio, ovvero una libera interpretazione di quelle sezioni del sesto libro delle Storie dedicate alla descrizione dell'esercito romano e al modo in cui alloggiavano le legioni. Come spiega Cesano stesso, tale testo doveva essere letto congiuntamente alla visione di una "pittura" raffigurante la pianta del campo. L'autore di questo studio, a tal riguardo, avanza l'ipotesi che quest'ultima si possa identificare con quella presente nella galleria della biblioteca del cardinale Ippolito II d'Este a Fontainebleau (ora perduta). Come si spiega ancora nel saggio, non si può escludere che tale dipinto fosse stato realizzato dall'architetto bolognese Sebastiano Serlio. Di quest'ultimo, d'altronde, è noto che negli stessi anni fece simili tavole anche per il re di Francia Francesco I.
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Esposito, Giorgia. "Il Modello di Basilea per l’analisi di también: uno studio contrastivo con l’italiano". Cuadernos de Filología Italiana 27 (7.07.2020): 77–107. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.63494.

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L’obiettivo di questo studio consiste in un’analisi contrastiva della particella additiva dello spagnolo también e dei suoi possibili traducenti in italiano, con lo scopo di individuare i livelli di analisi più rilevanti in un’ottica contrastiva fra le due lingue. Lo studio è realizzato adottando una prospettiva funzionale e un approccio semasiologico. Inoltre, l’analisi si avvale di un modello di segmentazione pragmatica del testo: il Modello di Basilea (Ferrari et al. 2008), del quale studi precedenti (p. es., Borreguero 2014 e De Cesare / Borreguero 2014) hanno dimostrato la produttività in quanto strumento euristico capace di spiegare il comportamento testuale delle particelle polifunzionali, anche in un’ottica interlinguistica. Ad esempio, la saturazione del Quadro Informativo da parte di también attiva la funzione di connettivo testuale (vs. avverbio focalizzante) che, in un’ottica contrastiva con l’italiano, si traduce nella selezione di equivalenti diversi da anche. Infine, si focalizzerà l’attenzione su alcuni casi in cui l’ambiguità referenziale innescata dall’ampia mobilità distribuzionale di también deve essere necessariamente risolta per veicolare, nella traduzione, il medesimo insieme di elementi in gioco.
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Camerota, Filippo. "Introduzione. La prospettiva come tema vitruviano = Introduction. Perspective as a Vitruvian Theme". Espacio Tiempo y Forma. Serie VII, Historia del Arte, nr 7 (13.12.2019): 17. http://dx.doi.org/10.5944/etfvii.7.2019.26188.

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Con la diffusione della prospettiva lineare, l’architettura divenne uno dei principali temi di studio degli artisti rinascimentali. La necessità di rappresentare architetture credibili impose ai pittori di imparare a disegnare come gli architetti, combinando piante e alzati e applicando le regole proporzionali e morfologiche tramandate da Vitruvio. I trattati di prospettiva accolsero sistematicamente mirate istruzioni sul disegno degli edifici, così come i trattati di architettura dedicarono spazio alla rappresentazione prospettica, considerandola come una disciplina corrispondente a ciò che Vitruvio chiamava «scaenographia». A sancire lo stretto legame tra la prospettiva dei pittori e la scenografia vitruviana fu principalmente Daniele Barbaro che compose il suo celebre trattato di prospettiva come approfondimento del tema che tanto lo aveva impegnato nel suo altrettanto celebre commento a Vitruvio.AbstractWith the spread of linear perspective, architecture became one of the main disciplines studied by Renaissance artists. The need to represent credible architecture forced painters to learn how to draw like architects, combining plans and elevations and applying the proportional and morphological rules handed down by Vitruvius. The treatises of perspective systematically welcomed instructions on the design of buildings, just as the architectural treatises dedicated space to perspective representation, considering it as a discipline corresponding to what Vitruvius called «scaenographia». To establish the close link between the perspective of painters and the Vitruvian scenography was mainly Daniele Barbaro who composed his famous treatise on perspective as a deepening of the theme that had so busy him in his equally famous commentary on Vitruvius.
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Burlando, Patrizia, i Sara Grillo. "Utopia vs Realtà". Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, nr 1 (26.07.2021): 172–81. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10291.

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Se la realtà ci impone di ripensare città come super-organismi con minori impatti per una crescita economica attuale, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, senza emissioni negative (Paris Agreement, Green Deal), dall’altra è chiaro il bisogno di utopia per immaginare dei futuri alternativi, traendo spunto dalle epoche in cui gli ideali hanno avuto il potenziale di influenzare l’attività di progettisti e di pianificatori. In qualunque modo l’utilizzo di un verde più resiliente è diventato l’elemento cardine nei processi di trasformazione urbana. Non a caso anche architetti di fama mondiale come Boeri Associati, MVRDV, AMO/Koolhaas e BIG- Bjarke Ingels Group hanno improntato la loro ricerca sulla green tech al fine di utilizzarla nell’ambito di interventi architettura. Nella soluzione di diversi problemi ambientali: dal cambiamento climatico, alla emergenza COVID-19, dunque, l’utilizzo di un insieme di soluzioni verdi, resilienti e a diverse scale spaziali da quella della città, a quella di quartiere, di isolato e del singolo edificio è diventata una necessità.L’obiettivo di questo lavoro è presentare evidenziandone pregi e criticità alcuni progetti verdi, sia visionari, sia in fase di realizzazione, che si basano sui concetti chiave di sostenibilità, multifunzionalità, aumento dei servizi ecosistemici e multiscalarità. Se la utopia della Riforestazione Urbana di Stefano Boeri diventa realtà, invece la ricerca The Green Dip condotta dal The Why Factory Workshop rappresenta al momento solo uno studio, un manifesto per restituire vivibilità alle città contemporanee.
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Amelides, Panos. "Acousmatic Storytelling". Organised Sound 21, nr 3 (11.11.2016): 213–21. http://dx.doi.org/10.1017/s1355771816000182.

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The purpose of this article is to explore the idea of relating storytelling with acousmatic music in the creation of a hybrid vehicle for transmitting stories. The concept of acousmatic storytelling is introduced, illustrated by the example of one of my own works which was created with the elements and techniques of storytelling as its conceptual basis. The article continues to investigate concepts of acousmatic storytelling in works from the repertoire of electroacoustic music, with composers such as Ferrari, Westerkamp, Derbyshire, Cousins and Young providing especially pertinent examples. Acousmatic storytelling integrates interviews, archival recordings, soundscape recordings, sonic icons and music quotations; the microphone becomes a time machine, ‘thought capturer’ and a conduit for conveying cultural information, elements which, combined with the sonic world composed in the studio, create a hybrid form. The concepts introduced in this article are useful for all those working with recorded sound, offering an approach to sonic creativity based on storytelling techniques and the way we experience past events through memory and sound recording. Acousmatic storytelling transmits a unique version of a story to the mind of the listener, who participates in the creation of the story and acts as co-creator of that story as experienced. In applying the methodology of interviews as well as researching past events and ‘writing’ about them, acousmatic storytelling composers can also be seen as historians and journalists.
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Carlo G. Delle Donne. "Multae quippe orationes verae quidem sed obscurae. La tassonomia della oscurità testuale nel commento di Calcidio al Timeo". Rónai – Revista de Estudos Clássicos e Tradutórios 8, nr 2 (21.12.2020): 262–88. http://dx.doi.org/10.34019/2318-3446.2020.v8.31363.

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At a certain point of his commentary on Plato’s Timaeus (317.15 ff. Wazink), Calcidius sets out to distinguish different kinds of obscurity that can affect a text. The first to be analysed is the obscuritas iuxta dicentem: in this case, obscuritas is said to depend on either a decision (studio) made by the author (this was the case of both Aristotle and Heraclitus), or the inefficacy of language (imbecillitas sermonis). Secondly, Calcidius takes into account the obscuritas iuxta audientem, i.e. that particular kind of obscurity which is due to both the novelty and even the oddity of the discourse (cum inaudita et insolita dicuntur), and the intellectual inadequacy of the listener (cum is qui audit pigriore ingenio est ad intellegendum). Thirdly, Calcidius mentions a kind of obscurity which is said to be iuxta rem. In other words, this obscurity is relative to any res (i.e. any object of analysis) which is such that it cannot be precisely and immediately understood. Note that Calcidius takes this to be the case of Plato’s chora: for, neither it can be perceived through the means of sense perception, nor it can be intellectually grasped. But, as Calcidius clarifies, the presence of a certain degree of obscurity in a text does not necessarily put its veritative value at risk, just as the being true of a text does not automatically entail its being clearly expressed (non statim quae vere dicuntur aperte etiam manifesteque dicuntur). Unfortunately, to this ancient example of hermeneutics no extensive study has ever been devoted, as Professor Franco Ferrari has often pointed out. So, my objective is to extensively scrutinise the general classification of obscuritates provided by Calcidius and then to relate it to the Middle Platonic strategies aimed at neutralising Plato’s obscuritas.
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Delle Donne, Carlo. "Calcidius against Plato’s <em>obscuritas</em> (again)". Florentia Iliberritana 33 (19.10.2023): 193–219. http://dx.doi.org/10.30827/floril.v33i.25993.

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At a certain point of his commentary on Plato’s Timaeus (317.15 ff. Wazink), Calcidius sets out to distinguish different kinds of obscurity that can affect a text. The first to be analysed is the obscuritas iuxta dicentem: in this case, obscuritas is said to depend on either a decision (studio) made by the author (this was the case of both Aristotle and Heraclitus), or the inefficacy of language (imbecillitas sermonis). Secondly, Calcidius takes into account the obscuritas iuxta audientem, i.e. that particular kind of obscurity which is due to both the novelty and even the oddity of the discourse (cum inaudita et insolita dicuntur), and the intellectual inadequacy of the listener (cum is qui audit pigriore ingenio est ad intellegendum). Thirdly, Calcidius mentions a kind of obscurity which is said to be iuxta rem. In other words, this obscurity is relative to any res (i.e. any object of analysis) which is such that it cannot be precisely and immediately understood. Note that Calcidius takes this to be the case of Plato’s chora: for, neither it can be perceived through the means of sense perception, nor it can be intellectually grasped. But, as Calcidius clarifies, the presence of a certain degree of obscurity in a text does not necessarily put its veritative value at risk, just as the being true of a text does not automatically entail its being clearly expressed (non statim quae vere dicuntur aperte etiam manifesteque dicuntur). Unfortunately, to this ancient example of hermeneutics no extensive study has ever been devoted, as Professor Franco Ferrari has often pointed out. So, my objective is to extensively scrutinise the general classification of obscuritates provided by Calcidius and then to relate it to the Middle Platonic strategies aimed at neutralising Plato’s obscuritas.
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Książki na temat "Studio De Ferrari Architetti"

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Piero, Faraguna, i Michieli Tommaso, red. New made in Italy: 8 architetture parallele : [A+C architetti, AutoriVari Studio, Emilio Caravatti, Giovanni Vaccarini, Faraguna & Girotto, Studio RBA, 5+1 architetti associati, Studio + MA]. Venezia: Opus, 2003.

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(Milan, Italy) Studio Zenoni. Studio Zenoni architetti associati: Residenza e terziario a Milano, 1996-2011. Santarcangelo di Romagna (RN) [i.e. Rimini, Italy]: Maggioli, 2014.

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Val, Pier Antonio. Pierantonio Val: Relazione e distanza : progetti dello Studio architetti associati Cecilia Ricci e Pierantonio Val. Padova: Il poligrafo, 2007.

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4

Canada Mortgage and Housing Corporation. Home occupation scenarios and their regulatory requirements : Ferrara Contreras Architects Inc. : case study = Scénarios de travail à domicile et leurs exigences réglementaires : Ferrara Contreras Architects Inc : étude de cas. Ottawa, Ont: Canada Mortgage and Housing Corporation = Société canadienne d'hypothèques et de logement, 1997.

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(Firm), BBPR, i Italy Ambasciata (Kuwait), red. Italy and urban planning in Kuwait: Master plans and projects by Studio Architetti BBPR for the Souq (1969-1990) = L'Italia e la progettazione urbana in Kuwait : piani e progetti dello Studio Architetti BBPR per il Suq (1969-1990). Cinisello Balsamo, Milano: Silvana editoriale, 2021.

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Pallotti, Amanda. Auditorium 1919: Imola. Imola (Bo) Italy: Editrice La mandragora, 2018.

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Luisa, Ferrari Maria, Poso Regina i Galante Lucio, red. Tra metodo e ricerca: Contributi di storia dell'arte : atti del seminario di studio in ricordo di Maria Luisa Ferrari (Lecce, 22-23 marzo 1988). Galatina: Congedo editore, 1991.

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Architetti del Mercato dei fiori di Pescia negli anni della ricostruzione postbellica, Giuseppe G. Gori, Enzo Gori, Leonardo Savioli, Leonardo Ricci, Emilio Brizzi (Conference) (2018 Pescia, Italy). Gli architetti del Mercato dei fiori di Pescia negli anni della ricostruzione postbellica: Giuseppe G. Gori, Enzo Gori, Leonardo Savioli, Leonardo Ricci, Emilio Brizzi : atti della giornata di studio, Pescia, Palazzo del Podestà 27 ottobre 2018. Pisa: Edizioni ETS, 2020.

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Mastropietro, Mario. Studio De Ferrari Architetti. Edizioni Lybra Immagine,Italy, 1999.

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Studio De Ferrari architetti: Opere 2000- 2006 = works 2000-2006. Milano: Lybra immagine, 2006.

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Części książek na temat "Studio De Ferrari Architetti"

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Riccioni, Stefano. "Introduzione Le tante vie dell’arte armena e dell’Oriente cristiano". W L’arte armena e oltre. Nuovi contributi Studies in Armenian and Eastern Christian Art 2022. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-694-7/000.

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Streszczenie:
Il volume raccoglie alcune delle conferenze presentate durante il Settimo Seminario di Arte armena e dell’Oriente cristiano, organizzato nel 2021 dal Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali (DFBC) (Stefano Riccioni, Beatrice Spampinato) e dal Dipartimento di Studi sull’Asia e l’Africa mediterranea (DSAAM) (Aldo Ferrari, Marco Ruffili), nell’ambito della programmazione didattica della Scuola di Dottorato in Storia delle Arti dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Il seminario si tenne, inoltre, con il patrocinio del Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena (CSDCA), della Congregazione Armena Mechitarista, dell’Associazione Italiana per lo Studio dell’Asia centrale e del Caucaso (ASIAC), ai quali si è unito anche il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut (KHI).
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Streszczenia konferencji na temat "Studio De Ferrari Architetti"

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Pugliano, Antonio, Simone Diaz, Elisabetta Moriconi i Elettra Santucci. "L’antico sistema portuale ostiense: riconoscimento, interpretazione e divulgazione dei processi formativi edilizi e urbani". W International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7980.

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Streszczenie:
La presente Relazione descrive l’esito delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “Roma Tre”, in sinergia con il MiBAC, Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici, e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma, circa lo studio storicocritico del sistema portuale ostiense inserito nel perimetro della Riserva Naturale del Litorale Romano. La finalità dello studio, condotto da chi scrive nell’ambito del “Programma di Azioni integrate di Ricerca e Formazione per la conservazione e la valorizzazione dei siti di Ostia e Portus (Dipsa-Mibac-SSBAR)”, è rivolto alla documentazione, a fini di restauro e valorizzazione, di tali importanti contesti materiali. Lo studio condotto, pertanto, si è basato sullo svolgimento di letture critiche delle fonti e del contesto materiale, applicando la metodologia propedeutica alla progettazione del restauro architettonico, e sulla definizione di proposte operative utili alla pratica della manutenzione e del restauro, oltre che alla programmazione degli interventi di valorizzazione. Lo studio è rivolto alla creazione di una sistema informatizzato che consenta, non solo di indagare gli aspetti storici, ma anche di essere utilizzato come strumento per la programmazione della valorizzazione e la gestione della conservazione e del restauro dei siti archeologici.
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Boido, Cristina. "Il disegno della città ideale: Cosmopolis". W FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11465.

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Streszczenie:
The representations of the ideal town: CosmopolisIn 1548, under the Florentine lordship of the Medici, Charles V gave Cosimo I de 'Medici the task of defending the territories of Elba and the commercial traffic of the Tyrrhenian Sea. The Duke, who strongly believed in the potential of the island and wanted to transform it into the center of Florentine rule over the Tyrrhenian, decided to fortify the ancient city of Ferraia, the current Portoferraio. A real jewel of military town planning that took the name of Cosmopolis was born by the architect Giovanni Battista Bellucci and by the engineer Giovanni Camerini. Thanks to its natural conformation, the gulf of Portoferraio protected on one side a strip of land that closes the port like a spiral, and on the other hand protected by two rocky headlands overlooking the sea, was extremely strategic and suitable for defense. Fort Stella and Fort Falcone were built in the upper part of the promontory and the Linguella tower, near the dock, all connected by a bastion wall. Later the defense was further strengthened by walls and ramparts also on the land front side according to the project of the architect Bernardo Buontalenti, transforming the city into an impregnable fortress, as well as a safe naval base. The study of urban representations of the city testifies to how the foundation of Cosmopolis for the Medici duchy was an event of extraordinary value, symbol of the strength of the Duke and his expansive abilities, symbol of an ideal city not only conceived and designed in contemporary treatises, but actually made.
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