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Artykuły w czasopismach na temat "BOCEPREVIR RESISTANCE"
Flint, Mike, Stanley Mullen, Anne M. Deatly, Wei Chen, Lynn Z. Miller, Robert Ralston, Colin Broom, Emilio A. Emini i Anita Y. M. Howe. "Selection and Characterization of Hepatitis C Virus Replicons Dually Resistant to the Polymerase and Protease Inhibitors HCV-796 and Boceprevir (SCH 503034)". Antimicrobial Agents and Chemotherapy 53, nr 2 (20.10.2008): 401–11. http://dx.doi.org/10.1128/aac.01081-08.
Pełny tekst źródłaAndonov, Anton, Kamran Kadkhoda, Carla Osiowy i Kelly Kaita. "Pretreatment Resistance to Hepatitis C Virus Protease Inhibitors Boceprevir/Telaprevir in Hepatitis C Subgenotype 1A-Infected Patients from Manitoba". Canadian Journal of Gastroenterology 27, nr 7 (2013): 414–16. http://dx.doi.org/10.1155/2013/273856.
Pełny tekst źródłaBarnard, Richard J. O., John A. Howe, Robert A. Ogert, Stefan Zeuzem, Fred Poordad, Stuart C. Gordon, Robert Ralston i in. "Analysis of boceprevir resistance associated amino acid variants (RAVs) in two phase 3 boceprevir clinical studies". Virology 444, nr 1-2 (wrzesień 2013): 329–36. http://dx.doi.org/10.1016/j.virol.2013.06.029.
Pełny tekst źródłaWelsch, Christoph, Sabine Schweizer, Tetsuro Shimakami, Francisco S. Domingues, Seungtaek Kim, Stanley M. Lemon i Iris Antes. "Ketoamide Resistance and Hepatitis C Virus Fitness in Val55 Variants of the NS3 Serine Protease". Antimicrobial Agents and Chemotherapy 56, nr 4 (17.01.2012): 1907–15. http://dx.doi.org/10.1128/aac.05184-11.
Pełny tekst źródłaSerre, Stéphanie B. N., Sanne B. Jensen, Lubna Ghanem, Daryl G. Humes, Santseharay Ramirez, Yi-Ping Li, Henrik Krarup, Jens Bukh i Judith M. Gottwein. "Hepatitis C Virus Genotype 1 to 6 Protease Inhibitor Escape Variants:In VitroSelection, Fitness, and Resistance Patterns in the Context of the Infectious Viral Life Cycle". Antimicrobial Agents and Chemotherapy 60, nr 6 (28.03.2016): 3563–78. http://dx.doi.org/10.1128/aac.02929-15.
Pełny tekst źródłaTong, X., A. Arasappan, F. Bennett, R. Chase, B. Feld, Z. Guo, A. Hart i in. "Preclinical Characterization of the Antiviral Activity of SCH 900518 (Narlaprevir), a Novel Mechanism-Based Inhibitor of Hepatitis C Virus NS3 Protease". Antimicrobial Agents and Chemotherapy 54, nr 6 (2.03.2010): 2365–70. http://dx.doi.org/10.1128/aac.00135-10.
Pełny tekst źródłaJensen, Sanne B., Stéphanie B. N. Serre, Daryl G. Humes, Santseharay Ramirez, Yi-Ping Li, Jens Bukh i Judith M. Gottwein. "Substitutions at NS3 Residue 155, 156, or 168 of Hepatitis C Virus Genotypes 2 to 6 Induce Complex Patterns of Protease Inhibitor Resistance". Antimicrobial Agents and Chemotherapy 59, nr 12 (21.09.2015): 7426–36. http://dx.doi.org/10.1128/aac.01953-15.
Pełny tekst źródłaNagpal, Neha, Sukriti Goyal, Divya Wahi, Ritu Jain, Salma Jamal, Aditi Singh, Preeti Rana i Abhinav Grover. "Molecular principles behind Boceprevir resistance due to mutations in hepatitis C NS3/4A protease". Gene 570, nr 1 (październik 2015): 115–21. http://dx.doi.org/10.1016/j.gene.2015.06.008.
Pełny tekst źródłaSusser, Simone, Christoph Welsch, Yalan Wang, Markus Zettler, Francisco S. Domingues, Ursula Karey, Eric Hughes i in. "Characterization of resistance to the protease inhibitor boceprevir in hepatitis C virus-infected patients". Hepatology 50, nr 6 (4.08.2009): 1709–18. http://dx.doi.org/10.1002/hep.23192.
Pełny tekst źródłaBrass, Clifford A., Richard J. Barnard, John A. Howe, Robert A. Ogert, Robert Ralston, Navdeep Boparai, Margaret Burroughs, Vilma Sniukiene, Patricia Mendez i Janice K. Albrecht. "Sustained Virologic Response and Boceprevir Resistance-Associated Variants Observed in Patients Infected With HCV Genotype 1A/1b When Treated With Boceprevir Plus Peginterferon Alfa-2B/Ribavirin". Gastroenterology 140, nr 5 (maj 2011): S—942—S—943. http://dx.doi.org/10.1016/s0016-5085(11)63909-7.
Pełny tekst źródłaRozprawy doktorskie na temat "BOCEPREVIR RESISTANCE"
Piano, M. A. "In silico analysis of hepatitis C virus: development of a novel fusion process hypothesis and study of drug resistance". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422038.
Pełny tekst źródłaNel mondo circa 200-300 milioni di persone sono cronicamente infettate dal virus dell’Epatite C (HCV). Nel 20% dei casi la cronicità può portare a cirrosi ed epatocarcinoma. HCV fa parte della famiglia dei Flaviviridae, come Dengue Virus e West Nile Virus (WNV), ed è classificato nel genere Hepacivirus, per le differenze nella sequenza amminoacidica. Il genoma di HCV è costituito da un singolo filamento di RNA a polarità positiva di 9.6 kb che codifica per un'unica poliproteina la quale viene successivamente processata nelle rispettive proteine strutturali (Core, E1, E2, e p7) e nelle proteine non strutturali (NS2, NS3, NS4, NS4B, e NS5B). In questa tesi, sono stati applicati una serie di metodi computazionali e differenti approcci per studiare proteine del virus dell’ epatite C (HCV) coinvolte nel processo di fusione (le glicoproteine proteine dell’envelope E1 e E2) e nel meccanismo di resistenza ai farmaci. Le glicoproteine E1 e E2, costituiscono la superficie del virus e sono responsabili delle sue proprietà antigeniche. Sono inoltre coinvolte nel processo di interazione con la membrana della cellula ospite e dell’entrata del virus al suo interno. La proteina NS3/4A (proteasi virale) è responsabile di una serie di importanti funzioni nel ciclo di replicazione virale che includono: il processamento della poliproteina nelle rispettive proteine strutturali e non strutturali, la replicazione del virus e inibizione della risposta antivirale della cellula ospite. La proteasi è uno dei candidati target per la progettazione di farmaci antivirali. Al momento, la conoscenza delle caratteristiche strutturali delle glicoproteine E1 e E2 è molto limitata. Ciò è dovuto dalla mancanza di un sistema eterologo di espressione di queste proteine che rende difficoltosa cristallizzazione. Nonostante la mancanza di una struttura cristallografica, sono stati proposti due modelli tridimensionali per la proteina E2. Questi modelli sono stati ottenuti col metodo bioinformatico del “fold recognition” e sono stati proposti dal gruppo di Yagnik nel 2000 (Modello-1) e dal gruppo di Spiga nel 2006 (Modello-2). In entrambi i casi, il modello si basa sulla glicoproteina E dell’envelope del virus Tick-Borne Encephalitis virus (TBEV), un virus appartenente alla famiglia Flaviviridae e quindi evolutivamente correlata all’HCV. Questi due modelli sono stati comparati e valutati per la affidabilità considerando le informazioni ottenute sperimentalmente. Sulla base di questi risultati, il Modello-1 sembra essere più coerente con le funzioni di E2 come supportato dalle evidenze sperimentali. Tuttavia questo modello presenta dei punti deboli, il più importante è il fatto che non tiene conto del pattern delle cisteine che formano nove ponti disolfuro. La recente identificazione delle cisteine formanti i ponti disolfuro, e le evidenze sperimentali, hanno fornito una base sufficiente per costruire un nuovo modello, non solo della proteina E2 ma del complesso E1E2. L’attuale modello è stato costruito usando la glicoproteina E1 del virus Semliki Forest Virus (SFV) come templato, un virus appartenente al genere alphavirus e alla famiglia Togaviridae. La glicoproteina E1 di SVF appartiene alle proteine si fusione virali di classe II che sono strutture allungate composte quasi interamente da foglietti β e contengono tre domini. Il dominio I è connesso al dominio II tramite una regione cerniera molto flessibile (Hinge region). All’estremità del dominio II è localizzato il Il loop di fusione che ha un ruolo fondamentale nel processo di fusione. L’ immuno globuline-like dominio III, è localizzato lateralmente ed è seguito da una regione detta “stem region” che connette il dominio esterno al dominio transmenbrana. Il nostro modello della proteina E2 di HCV si adatta molto bene col dominio I e II, mentre E1 si adatta col dominio III della proteina di fusione usata come templato ed è in accordo col il pattern delle cisteine che formano i ponti disolfuro. Inoltre la bontà della struttura risultante è stata valutata mappando i siti funzionali più importanti e, la loro localizzazione è spesso in accordo con i dati sperimentali. Il modello E1E2 ha inoltre permesso di proporre una nuova ipotesi che spiega il meccanismo della fusione del virus con la membrana della cellula ospite. Questo modello inoltre condivide con le proteine di fusione di classe II una serie di caratteristiche, tranne il fatto che in queste ultime, la proteina di fusione, e il processo di fusione è promosso da un'unica proteina (E1) mentre in HCV da due proteine, E1 e E2. Il complesso di fusione E1E2 presentato in questo lavoro, propone l’ipotesi che E1 possa fungere da ancoraggio per l’intera struttura e inoltre prendere contatti con la proteina E2 mediante le rispettive regioni trans membrana e regioni “stem”. La presenza di un α elica nel modello di E1 incrementa l’interazione tra le due proteine. In E2, il loop flessibile situato nella regione “stem”, insieme alla regione cerniera “hinge”, svolge un ruolo principale durante i cambiamenti conformazionali a cui sono sottoposte queste proteine durante il processo di fusione. Nel modello è localizzato correttamente il loop di fusione nel quale, il motivo GWG (molto conservato nelle sequenze di E2 dei diversi genotipi) è molto esposto. Questo è molto importante perché pensiamo che il motivo GWG sia la più importante caratteristica strutturale/funzionale presente nel loop di fusione che lo vede direttamente coinvolto nell’inserzione nella membrana cellulare ospite e capace quindi di colmare il divario tra la membrana cellulare della cellula ospite e del virus, promuovendo la loro fusione. Nell’ultima parte del lavoro, l’attenzione è stata focalizzata sull’uso di un metodo emergente “reti di interazione dei residui amminoacidici” (RINs) dove ogni nodo corrisponde ad un amminoacidico della proteina e le connessioni rappresentano i diversi tipi di interazione (contatti van-der-Waals, ponti salini, legami π-π o semplici contatti idrofobici). Le reti di interazioni sono state utilizzate per studiare l’effetto molecolare che determina la resistenza ai farmaci nella proteina NS3 (proteasi di HCV), uno dei target per lo sviluppo di inibitori. Per questo studio sono state collezionate tutte le mutazioni associate alla resistenza indotta da due farmaci, Telaprevir e Boceprevir, attualmente in fase III di sperimentazione clinica e sono state analizzate due varianti V36M e R155K. La variante V36M influisce sulla conformazione locale e sulla geometria della cavità idrofobica della proteina, questo effetto è una conseguenza del fatto che la mutazione stabilisce un maggior numero di interazioni nella proteina mutata rispetto alla proteina WT. Questo effetto si riflette anche sulla tasca del sito attivo localizzato vicino ad essa. Nella variante R155K, invece l’effetto della mutazione si riflette sul cambiamento conformazionale in corrispondenza del domino ß-barrel coinvolto nel binding con il substrato e di conseguenza sulla vicina tasca del sito attivo. In quest’ultima analisi, le reti di interazione amminoacidiche hanno evidenziato l’importanza del residuo G140, localizzato nello stesso loop del residuo S139 (amminoacido del sito catalitico anche direttamente coinvolto nel legame con gli inibitori). G140 probabilmente ha un ruolo fondamentale nel mantenimento della flessibilità di questo loop. Nella proteina mutata questa flessibilità viene persa in conseguenza al fatto che G140 ha un maggior numero di interazioni, in particolare un nuovo legame idrogeno con l’amminoacido F154, direttamente coinvolto nel legame col substrato. Il residuo F154 interagisce direttamente con S139. Applicando filtri basati sulla conservazione e sul grado dei nodi (totale numero di interazioni di ogni residuo nella rete), è stato possibile identificare residui importanti sia dal punto di vista funzionale che strutturale. Come ci si aspettava, alcuni residui non sono conosciuti come funzionalmente importanti, ma questi probabilmente, sulla base dei risultati ottenuti potrebbero essere critici per il mantenimento della conformazione strutturale.
NAGPAL, NEHA. "COMPUTATIONAL ANALYSIS OF THE MOLECULAR PRINCIPLE BEHIND BOCEPREVIR RESISTANCE DUE TO MUTATION IN HEPATITIS CNS3/4A PEOTEASE AND THE DEVELOPMENT OF NEW NS3/4A PROTEASE INHIBITOR". Thesis, 2014. http://dspace.dtu.ac.in:8080/jspui/handle/repository/15421.
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