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Artykuły w czasopismach na temat "Archivio di nuova scrittura"

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Marazzi, Massimiliano. "Scrittura e atti di scrittura: riflessioni su alcune novità editoriali". Kadmos 59, nr 1-2 (1.04.2020): 25–42. http://dx.doi.org/10.1515/kadmos-2020-0002.

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Abstract La nuova pubblicazione in Italia del libro di S. Ferrara, La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture diverse (Milano 2019), rappresenta uno dei piu recenti tentativi di affrontare il complesso fenomeno della nascita e dello sviluppo di sistemi scrittori nella storia secondo schemi innovativi. Con questo contributo l’Autore intende, partendo da un’analisi critica dell’opera in oggetto, aprire un dibattito sui modi e le prospettive di approccio al fenomeno scrittorio, puntualizzando, allo stesso tempo, i risultati raggiunti nell’ambito di una serie di ambiti della ricerca sui sistemi scrittorî piú conosciuti.
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Zucchi, Valentina. "Il percorso esistenziale di Sibilla Aleramo: la scrittura verso una nuova identità, la libertà e l'amore". Cuadernos de Filología Italiana 29 (24.06.2022): 357–68. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.75861.

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L’articolo propone una riflessione sul percorso esistenziale di Sibilla Aleramo attraverso la scrittura e verso una nuova identità, la libertà e l’amore universale. Quest’ultimo costituisce il nucleo tematico del romanzo epistolare Amo dunque sono. Partendo da alcuni riferimenti alla lotta femminista della scrittrice e alla sua drammatica vicenda autobiografica narrata in Una donna, si metterà l’accento sulla poetica al femminile del diario che esprime, sia per i contenuti sia per lo stile di scrittura, la sensibilità della ‘nuova’ donna ormai emancipata, rinnovata e ricostruita; con una nuova identità. Vedremo come questo diario arrivi ad essere l’espressione piú alta della fede nell’amore, vissuto dalla scrittrice come unico mezzo per arrivare al principio divino e alla comprensione dell’invisibile delle cose.
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Antonelli, Quinto. "Una società che si racconta". REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto), nr 37 (21.07.2022): 79–94. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2022.7056.

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Per il suo radicamento locale, l’Archivio della scrittura popolare di Trento ha avuto una storia molto specifica. Ha assunto, dapprima, le funzioni di un «contro-archivio» (raccogliere e conservare le scritture delle classi sociali subalterne), rimanendo tuttavia anche il luogo della memoria della minoranza italiana all’epoca dell’impero asburgico. Ha accolto in seguito i piccoli archivi famigliari con le tante scritture legate alla casa (perlopiù contadina). E infine, con il deposito delle lettere delle ammiratrici e ammiratori della cantante Gigliola Cinquetti, è diventato un archivio d’importanza nazionale, superando, nella qualità delle scritture raccolte, anche la definizione così connotativa di «popolare».
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Di Patre, Patrizia. "L'impianto aristotelico della nuova etica machiavelliana". Ingenium. Revista Electrónica de Pensamiento Moderno y Metodología en Historia de las Ideas 18 (2.07.2024): 15–26. http://dx.doi.org/10.5209/inge.91544.

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Un’attenta analisi del trattato machiavelliano Il Principe mostra l’utilizzazione di due metodi molto differenti: 1.- L’aggruppamento insiemistico, che darà origine all’algebra di Boole ed è tipica dei capitoli I-XIV e XX-XXVI (con esclusione della parte centrale). 2.- Una logica del ragionamento approssimato riservata ai capitoli XV, XIX, dove a un ordine ancora ragionevolmente “borghese” subentrano le dinamiche più rivoluzionarie. Tali principi, entrambi di derivazione aristotelica ma appartenenti a settori diversi della sua opera, avranno un’incidenza enorme sia sulla caratterizzazione della scienza politica machiavelliana, che ora emerge da una prospettiva totalmente differente, sia sui caratteri più emblematici della scrittura, come la famosa scelta dilemmatica.
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Patuano, Chiara. "The development of life skills: between archive and teaching". Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, nr 3 (31.12.2022): 252–59. http://dx.doi.org/10.36253/form-13114.

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Being a teacher is a complex and articulated task. The pandemic and the consequent introduction of distance learning in schools, has increased the difficulties of the Italian educational system. Students have lost the opportunity to learn through an involving sensorial, emotional and cognitive experience, while teaching has become even more transmissive, and in other words, mis-educational, mis-instructional and ineffective. This contribution seeks to highlight the importance of an historical reflection as the tool for understanding our own personal identity. A particular focus is given to the Ligurian Archive of People’s Writing (Archivio Ligure della Scrittura Popolare - ALSP), which, in collaboration with the University Museum System (Sistema Museale dell’Ateneo - SMA) of Genoa, aims at bringing the archive closer to the schools by creating and implementing educational paths. Lo sviluppo delle competenze per la vita: tra archivio e didattica. Essere insegnante è un compito complesso e articolato: la pandemia, con la conseguente attivazione della didattica a distanza, ha acuito le difficoltà del sistema scolastico italiano sottraendo agli studenti la possibilità di imparare attraverso l’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale, rendendo l’insegnamento ancor più trasmissivo e quindi de-formante, dis-educante e de-istruttivo. Questo contributo cerca di mettere in evidenza l’importanza della riflessione storica come strumento di comprensione dell’identità personale. Particolare attenzione verrà data all’Archivio Ligure della Scrittura Popolare (ALSP), che, in collaborazione con il Sistema Museale dell’Ateneo (SMA) dell’Università degli Studi di Genova, si pone l’obiettivo di avvicinare l’archivio al mondo delle scuole attraverso la creazione e la sperimentazione di percorsi didattici.
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Banfi, Enrico, i Agnese Visconti. "L’Orto di Brera alla fine della dominazione asburgica e durante l’età napoleonica". Natural History Sciences 154, nr 2 (1.09.2013): 173. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2013.173.

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Il saggio illustra, la storia dell’Orto di Brera e della sua funzione come strumento didattico per la cattedra di botanica del Ginnasio, dal 1802 Liceo, di Brera nel periodo compreso tra la fine della dominazione asburgica e l’intero periodo napoleonico. Esso si fonda su una documentazione per la massima parte inedita conservata nelle seguenti istituzioni: Biblioteca Braidense di Milano, Archivio di Stato di Milano, Biblioteca del Museo di Storia Naturale di Milano, Archivio di Stato di Pavia, Accademia delle Scienze di Torino; Archivio di Stato di Venezia, Biblioteca dell’Orto botanico dell’Università di Padova, Bibliothèque Centrale du Muséum d’Histoire Naturelle di Parigi.<br />La prima parte del lavoro è dedicata al periodo che va dall’entrata in attività dell’Orto (1777) alla conduzione di Ciro Pollini (1805-1807) e si incentra in particolare sul legame tra la scelta delle piante dell’Orto, per lo più officinali, e l’insegnamento ai medici e ai farmacisti.<br />Si passa quindi alla ricostruzione del lavoro svolto dal custode Filippo Armano che diede all’Orto una nuova fisionomia, introducendo piante ornamentali, esotiche e rare, e che redasse il primo Catalogo (1812) di cui si presenta una lista degli aggiornamenti nomenclaturali.<br />Viene infine illustrata la figura del direttore Paolo Sangiorgio che resse l’Orto per tutto il periodo napoleonico, opponendosi alla concezione di Armano e applicandosi con forte impegno alla didattica.
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Deo, Federica. "Disegnare la città staliniana. Opere e progetti della Masterskaja di Il'ja Golosov". TERRITORIO, nr 98 (marzec 2022): 7–17. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098001.

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Nei primi anni '30 del Novecento l'architettura sovietica cambiò drasticamente. Il periodo che vide il passaggio dalla scena di avanguardia al Realismo Socialista è un interessante momento per comprendere la strategia politica sottesa alla costruzione della nuova capitale sovietica: la Mosca monumentale e imponente di Stalin. Attraverso l'analisi di documenti di archivio relativi ai progetti e alle opere dell'Atelier guidato da Il'ja Golosov al Mossovet e al dibattito architettonico del periodo considerato, questo scritto si propone di individuare le nuove strategie politiche per il controllo delle masse e la centralizzazione del potere attraverso la forma della città.
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Tripodi, Irene. "La “nuova antichità” di Luigi Dallapiccola. Analisi della Tartiniana Seconda MR58a". Ex Chordis, nr 1 (15.11.2023): 43–63. http://dx.doi.org/10.54103/3034-8781/22483.

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Il saggio mira all’analisi della Tartiniana Seconda MR58a per violino e pianoforte di Luigi Dallapiccola. La composizione si inserisce nel panorama di riscoperta della musica strumentale italiana del passato e mutua i temi della Sonata VII B.a1 di Giuseppe Tartini che con Dallapiccola condivide la terra d’origine: l’Istria. Dallapiccola modifica i temi tartiniani unendo l’uso dell’antico contrappunto ai procedimenti seriali, creando una linea violinistica (che già nell’originale tartiniano presentava vari virtuosismi) e una pianistica (non semplice “accompagnamento” ma intrecciata alla prima). L’analisi prende spunto dai suggerimenti di ricerca di Sandro Perotti in merito al tema della ri-scrittura, per proseguire con l’analisi della forma, dei canoni, della sintassi armonica e degli elementi motivici, proponendo degli schemi che riassumono le costruzioni di natura matematica tipiche di Dallapiccola.
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Messina, Davide. "Leggere e tradurre Primo Levi: Il poema e l’enunciazione". Forum Italicum: A Journal of Italian Studies 48, nr 3 (8.08.2014): 452–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542930.

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Il saggio propone un modo nuovo di leggere e tradurre la testimonianza letteraria di Primo Levi a partire dalla relazione fra poesia e prosa in Se questo è un uomo. Collegando la poetica della traduzione di Henri Meschonnic con la linguistica dell’enunciazione sviluppata da Émile Benveniste, il saggio cerca di definire e analizzare il “poema dello sterminio” che sottende la scrittura di Levi, mette alla prova i relativi pregiudizi critici della trasparenza della prosa e dell’intraducibilità della poesia, e suggerisce infine una nuova articolazione del “poema sacro” di Dante nello spazio letterario creato dall’impegno etico a portare testimonianza.
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Merkù, Pavle. "Onomastica tergestina nel Trecento". Linguistica 31, nr 1 (1.12.1991): 317–24. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.317-324.

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Dallo spoglio dei nomi personali attestati nei sette codici di entrate e uscite conservati presso l' Archivio Capitolare di S. Giusto in Trieste e che riguardano uno dei secoli piu ricchi di testimonianze storiche della città giuliana (1307-1406), risultano numerose forme cognominali e soprannominali espresse nel registro linguistico tergestino. La mancata pubblicazione del dizionario linguistico tergestino di Mario Doria rende impossibile un raffronto con il materiale lessicale tergestino fino a oggi noto, per cui si basa, a fini comparativi, esclusivamente sui due repertori lessicali tergestini dal Doria finora publicati (Elementi friulaneggianti ne/ dialetto triestino, in Italia linguistica nuova ed antica II, Galatina 1978, 329-405; Nuovi materiali per lo studio degli elementi lessicali friulaneggianti del dialetto triestino, in Archivio per l' Alto Adige LXVII, 1979 (Studi in memoria di Carlo Battisti editi dall'Istituto di Studi per l' Alto Adige), Firenze 1979, 65-100); sul Dizionario del dialetto muglisano di Diomiro Zudini e Pierpaolo Dorsi (Casamassima, Udine 1981) e sui due grandi vocabolari friulani: II nuovo Pirana di Giulio Andrea Pirona, Ercole Carletti e Giovanni Battista Corgnali (Udine 1935, rist. 1977) e il Vocabolario de/la linguafriu/ana di Giorgio Faggin (Del Bianco, Udine 1985).
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Rozprawy doktorskie na temat "Archivio di nuova scrittura"

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Falcone, Maria Giovanna. "Verso una nuova (?) definizione di teatro politico: Strategie di scrittura scenica nelle creazioni multidiscilplinari di Motus". Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2015. http://hdl.handle.net/10803/328412.

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In questo studio ci proponiamo di esplorare la definizione di “politico” nel teatro, applicandola all'intero percorso della compagnia italiana di teatro sperimentale Motus. L'ipotesi è rinvenire nell'opera del gruppo la “politicità” insita in vari livelli della sua produzione: in primis quello organizzativo, esplorato sin dal debutto nella scena contemporanea, in cui la definiamo insieme ad altri gruppi delle sua generazione come “isole nella rete”, fino alla recente occupazione di spazi come il teatro Valle a Roma e Macao a Milano. Nel primo segmento d'analisi esploreremo le opere degli esordi (1995-2002), caratterizzati da una forte ricerca sul linguaggio e dal rifiuto della dimensione mimetica: questa messa in discussione della poetica aristotelica rappresenta la cifra politica della prima fase indagata. La seconda è caratterizzata da istanze dove il discorso politico si fa più esplicito: dal progetto Pasolini alla rilettura del mito di Antigone, l'elemento ideologico ed il tema della Rivolta emergono con preponderanza, contribuendo a definire la compagnia dentro gli schemi di quello che definiremo come “terrorismo poetico”.
In this investigation we propose to explore the definition about the notion of “politic” in theatre, by his application on the entire accomplished of Motus, an italian experimental theatre group. The assumption is to recover in the work of this collective the “politcal level” inherent in the differents fields of his productions: in primis the organizational one, explored since the debut in the theatral contemporary scene ( phase that we define as “islands in the net”) till the late occupation of spaces as the Valle theatre in Rome and Macao in Milano. In the first segment of our analisys we explore the beginning works (1995-2002), with an essential characteristic: the strong research about languages and the disaffirmation of the mimetic dimension, that describes the politic magnitude of this first segment. The second one is emblematized by instances where the politic speech is becoming more explicit: from project Pasolini to the scenic construction about the mythe of Antigone (2004-2010), the ideologic item and the theme of rebellion appear preponderancly, determining the group in the patterns that we define as “poetic terrorism”.
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Książki na temat "Archivio di nuova scrittura"

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Boschiero, Nicoletta, i Duccio Dogheria. Intermedia: Archivio di nuova scrittura. Bozen: Museion, 2020.

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Paolo, Della Grazia, red. Archivio Della Grazia di nuova scrittura. Milano: [s.n.], 1989.

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Boschiero, Nicoletta, Valentina Russo i Cecilia Scatturin. Materiale immateriale: Progetto VVV VerboVisualeVirtuale. Rovereto]: Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, 2016.

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Stentella, Marco. Kafka e la scrittura di una nuova legge. Ardea (Roma): Galassia arte, 2012.

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Monaca, Donatella La. L' archivio della memoria: La scrittura autobiografica di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Caltanissetta: S. Sciascia, 2004.

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Marco, Nardini, red. Semi di fico d'India: Venti bracciate nella nuova scrittura italiana. Portogruaro (Venezia): Ediciclo, 2005.

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Dessì, Giuseppe, Corrado Tumiati i Alberto Vigevani. Dessí e la Sardegna. Redaktor Giulio Vannucci. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-401-1.

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È una Sardegna fuori del tempo, alle soglie della storia, quella che emerge dalle pagine dei romanzi e dei racconti di Giuseppe Dessí. Ma è anche una Sardegna viva, ricca di contraddizioni che si inverano nel paesaggio e nelle vicende degli uomini. Il rapporto profondo che ha legato Dessí alla sua terra, nutrendone la narrativa, la saggistica, il lavoro intellettuale, si impone con forza nei carteggi raccolti in questo volume. Le lettere inedite, rintracciate in quattro diversi archivi italiani, trascritte e puntualmente annotate da Giulio Vannucci, raccontano la nascita e la composizione del numero speciale del «Ponte» di Calamandrei dedicato nel 1951 alla Sardegna e ricostruiscono la genesi della splendida antologia Scoperta della Sardegna, pubblicata nel 1965 dal Polifilo di Alberto Vigevani. In quei due libri straordinari lo scrittore, lasciando per una volta la voce narrativa ad altri, aveva costruito, non solo attraverso le parole di amici, ma di studiosi, storici, politici…, un diverso racconto corale dell’isola: mettendosi al servizio di Calamandrei, nel caso del «Ponte», per trovare collaboratori idonei a parlare della Sardegna del dopoguerra; impegnandosi a scegliere ricercatori capaci di tracciare una nuova e originale guida alla scoperta culturale dell’isola nel caso del Polifilo. Di tutto questo ci parlano adesso i carteggi, ma anche della cultura degli anni 60, dei dialoghi e delle tensioni intellettuali che accompagnarono Dessí nella compilazione di due opere che per acutezza antropologica e sociale ancora oggi ci parlano di una ‘dimora vitale’ che era la sua.
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Filippelli, Sara. Le donne e gli home movies: Il cinema di famiglia come scrittura del sé. Pisa: Edizioni ETS, 2015.

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Alessandra, Contini, i Scattigno Anna, red. Carte di donne: Per un censimento regionale della scrittura delle donne dal XVI al XX secolo : atti della giornata di studio, Firenze, Archivio di Stato, 3 febbraio 2005. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2007.

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Bongiorno, Giorgia, i Laura Toppan, red. Nel «melograno di lingue». Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-629-3.

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Questo libro nasce da una constatazione e da un desiderio. Il riscontro di partenza è che la natura plurilinguistica della poesia di Andrea Zanzotto diventi quasi invisibile a forza di essere evidente agli occhi dei suoi lettori. Se l’ipersensibilità babelica del poeta del petèl non è certo assente negli studi critici, in questo volume viene affrontata per la prima volta in modo sistematico, con un’indagine sulle molteplici connessioni che intercorrono fra la scrittura poetica e le lingue. Il desiderio che ha accompagnato questa riflessione è stato quello di condurla con uno sguardo “prismatico”, incrociando multilinguismo della poesia e pratica traduttoria del poeta, e convocando, attorno alla multivocalità zanzottiana, le tante voci dei suoi traduttori. Particolarmente significativi, accanto a quelli dei migliori studiosi europei di Zanzotto, gli interventi anche di alcuni poeti (Cecchinel, Demarcq, Rueff) e l’offerta in appendice di documenti inediti. Intervento pronunciato il 26 giugno 2007 presso la Locanda da Lino di Solighetto (TV) in occasione della presentazione del libro F. Carbognin, L’«altro spazio». Scienza, paesaggio, corpo nella poesia di Andrea Zanzotto (Nuova Editrice Magenta, 2007) e del n. 230 de «l’immaginazione» (a. XXII, maggio 2007). Videoregistrato e apparso nel DVD Omaggio ad Andrea Zanzotto (produzione Viviafilm), che comprende anche gli interventi di Niva Lorenzini, Marco Antonio Bazzocchi e Silvana Tamiozzo Goldmann.
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Części książek na temat "Archivio di nuova scrittura"

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Senatore, Francesco. "Per una tipologia delle scritture prodotte e conservate dalle cancellerie signorili". W La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 4. Quadri di sintesi e nuove prospettive di ricerca, 17–50. Florence: Firenze University Press, 2023. http://dx.doi.org/10.36253/979-12-215-0187-2.03.

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There is no real difference between the records of the biggest rural Lords and those of the Principalities in late medieval Italy. Both ones had a more or less organised chancery and produced documents in chancery form. Their archival history too is similar. The paper proposes and discusses the documentary typology of the documents made by and for the Lords. The Empire, the Holy See, the Kingdoms may have influenced the form of seigneurial litterae patentes and clausae, although there were individual nuances. The other documents, as registers and other chancery books were influenced by different regional traditions.
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