Articoli di riviste sul tema "Problemi di Primo Grado"

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Dello Iacono, Umberto, Eva Ferrara Dentice, Chiara Vitina Mannillo e Maria Letizia Vitale. "Dalla comprensione del testo alla risoluzione del problema: un’esperienza nella scuola secondaria di secondo grado". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n. 12 (21 novembre 2022): 9–21. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.1.

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Abstract (sommario):
La risoluzione dei problemi è un’attività che crea difficoltà a molti studenti, indipendentemente dall’ordine scolastico, spesso legate alla fase di comprensione del testo del problema stesso. A tal proposito, abbiamo disegnato un’attività di apprendimento che prevede che gli studenti, a partire da alcuni problemi assegnati, individualmente e poi in maniera collaborativa, ne analizzino dapprima criticamente il testo per poi affrontarne la risoluzione. Abbiamo sperimentato tale attività con studenti del primo anno di una scuola secondaria di secondo grado. L’analisi dei dati mostra che l’attività didattica progettata sembra essere efficace nel favorire l’attivazione di adeguati processi risolutivi da parte degli studenti, nonché la produzione di argomenti a sostegno delle risposte fornite. In particolare, la maggior parte degli studenti, dopo aver lavorato sulla comprensione del testo, migliora la correttezza delle risposte e/o produce argomenti a supporto delle stesse.
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Filippo Dettori, G., e Barbara Letteri. "Percorso di alfabetizzazione emotiva in un intervento didattico inclusivo con l'utilizzo delle tecnologie". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n. 2 (dicembre 2021): 138–52. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12945.

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Abstract (sommario):
Il contributo descrive un'attività didattica, realizzata in una classe seconda di una scuola secondaria di primo grado, nella quale era inserita un'alunna con disabilità e con problemi di disregolazione emotiva. La proposta illustra un percorso di alfabetizzazione emotiva realizzato dal team docente e dall'educatore, con l'utilizzo delle tecnologie innovative finalizzate a promuovere un miglioramento della consapevolezza e della manifestazione emotiva da parte di tutti gli studenti.
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Campolucci, Lorella, e Danila Maori. "Un percorso integrato di matematica e italiano in continuità dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n. 9 (27 maggio 2021): 73–102. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.4.

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Abstract (sommario):
In questo articolo si raccontano alcune esperienze realizzate da un gruppo di docenti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado basate su percorsi interdisciplinari di matematica e italiano. Le esperienze riguardano prevalentemente la lettura, la comprensione e la formulazione di problemi; l’uso di narrazioni per raccontare la matematica, introdurre nuovi concetti e far parlare dei concetti appresi; la ludolinguistica applicata alla matematica per un approccio positivo nei confronti dell’errore e per ampliare il lessico e le esperienze comunicative.
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Bassi, Caterina, Domenico Brunetto, Nicolò Cangiotti e Francesco Nappo. "PiGame 2023: una escape room matematica". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n. 15 (16 maggio 2024): 73–91. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.24.15.4.

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Abstract (sommario):
Questo articolo presenta una recente esperienza didattica rivolta a studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado italiane tramite la costruzione di una escape room virtuale. Tale esperienza ha coinvolto oltre 50 scuole e 1500 studenti nell’occasione del Pi Day 2023, la Giornata Internazionale della Matematica. L’articolo si concentra sull’idea progettuale dei problemi matematici presentati e sulle modalità di realizzazione di un contesto virtuale che riproduca fedelmente l’esperienza di gioco escape room.
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Bollino, Carlo Andrea, Gianfranco Di Vaio e Paolo Polinori. "Spillovers ed eterogeneitŕ spaziale nell'analisi dell'efficienza economica a livello comunale: un'applicazione per i comuni dell'Emilia Romagna". RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, n. 3 (ottobre 2012): 13–37. http://dx.doi.org/10.3280/rest2012-003002.

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Abstract (sommario):
Il presente lavoro rappresenta un primo tentativo di analizzare in chiave spaziale l'efficienza conseguita a livello di governo locale in Italia, utilizzando un database di nuova costruzione, che comprende i 341 comuni della regione Emilia- Romagna. La metodologia d'analisi si basa su una procedura a due stadi. Nel primo stadio, si stimano i punteggi di efficienza attraverso il metodo non parametrico della Data Envelopment Analysis (DEA), mentre nel secondo stadio si utilizzano detti punteggi per effettuare un'analisi esplorativa dei dati spaziali (ESDA), basata sulla statistica I di Moran. I risultati mostrano che i comuni considerati sono mediamente inefficienti e che esistono fenomeni di esternalitŕ spaziali, in grado di in- fluenzare positivamente il grado d'efficienza delle amministrazioni comunali. I comuni con un elevato livello d'efficienza, infatti, sono circondati da comuni caratterizzati da un'efficienza altrettanto elevata e viceversa. Parallelamente, si riscontra una non trascurabile evidenza di eterogeneitŕ spaziale. Particolare attenzione č stata posta, sia in fase di costruzione della banca dati sia nel processo di stima, ai problemi di eterogeneitŕ dovuti alla presenza di osservazioni anomale.
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Guasti, Lorenzo, e Giovanni Nulli. "Makerspace scolastici, follow-up relativo all’indagine esplorativa del 2018". IUL Research 3, n. 6 (21 dicembre 2022): 295–309. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.406.

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Abstract (sommario):
L’articolo tratta i temi legati allo sviluppo di un makerspace scolastico all’interno di una scuola primaria e secondaria di primo grado. Indire nel 2018 ha condotto una prima indagine, alla quale è seguito un follow-up per comprendere le dinamiche che si instaurano intorno al makerspace e che coinvolgono dirigente, insegnanti e terze parti (makers, associazioni, genitori). L’articolo si basa su interviste semi-strutturate a tutti gli attori coinvolti e ha lo scopo di verificare la sostenibilità di tale azione sotto tutti i punti di vista: didattico, economico, logistico. I risultati che si rilevano sono incoraggianti, ma mettono in evidenza numerosi problemi correlati alle dinamiche di comunità tra le figure professionali coinvolte. L’articolo mette in evidenza la necessità di una visione di lungo corso con obiettivi condivisi e programmi ben definiti, sostenuti, possibilmente, da una stabilità in termini di personale.
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Guarino, Ermelinda. "Mar.in.a.nd.o., a project lab open to the potential of the social and creative use of new media". IUL Research 4, n. 8 (22 dicembre 2023): 238–43. http://dx.doi.org/10.57568/iulresearch.v4i8.460.

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Abstract (sommario):
L’esperienza che qui viene presentata è relativa al progetto Mar.in.a.nd.o. (acronimo di Marettimo In Ambiente di appreNDimento Online), una sperimentazione pluriennale di e-learning, destinata a classi di scuola secondaria di primo grado, rivolta a sviluppare e mettere in rete le potenzialità partecipative di studenti lontani e isolati geograficamente attraverso l’uso di strumenti collaborativi. All’interno di questo spazio educativo allargato, docenti e studenti hanno portato avanti attività didattiche sincrone e asincrone. La sperimentazione ha individuato in un uso attivo e collaborativo delle nuove tecnologie lo strumento per superare le difficoltà legate ai difficili collegamenti con l’esterno e i conseguenti problemi di efficacia formativa, disparità educativa e inadeguato sviluppo di abilità sociali.
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Gatto, Maria Carla. "Le prospettive del nuovo processo a tutela della persona di minore età: obiettivi e criticità". MINORIGIUSTIZIA, n. 2 (febbraio 2023): 108–18. http://dx.doi.org/10.3280/mg2022-002010.

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Abstract (sommario):
Il punto di forza della riforma sul rito processuale civile è indubbiamente la previsione di un rito unitario, un nuovo rito speciale che ha solo qualche generica assonanza con il rito camerale, aperto alle garanzie del giusto processo e con la particolarità del contraddittorio anche con il rappresentante del minore. Eppure, il nuovo sistema processuale non sembra in grado effettivamente di rafforzare i diritti. In primo luogo, occorre stigmatizzare la perdurante assenza di un processo telematico nel giudizio minorile. Come potrà poi il giudice della riforma, privato delle garanzie della collegialità e della multidisciplinarietà essere in grado di affrontare la complessità delle situazioni familiari? Infine, un'ulteriore criticità interessa la difficoltà di coniugare il principio di ragionevole durata del processo con l'esclusione della delega istruttoria ai Giudici onorari nei procedimenti de potestate. Per ovviare ai problemi sopra evidenziati, i tribunali per i minorenni hanno cercato di individuare alcune soluzioni e prassi collaborative, lavorando in rete con tutti gli attori, istituzionali e non, coinvolti nell'azione di sostegno e di tutela della persona di minore età.
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Meghnagi, David. ""Le parole per dire". Trauma e scrittura nell'opera di Primo Levi". RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, n. 2 (luglio 2012): 39–62. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002003.

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Abstract (sommario):
La formazione scientifica di Levi, col suo linguaggio chiaro e lontano "dal linguaggio del cuore", la tensione morale dei suoi scritti, hanno offerto una combinazione unica di elementi psicologici, stilistici e formali nel dare corpo a una delle opere piů significative di testimonianza che sia mai stata scritta sull'esperienza dei Lager. Per dare fondamento alla testimonianza, Primo Levi fa ricorso a un modello dantesco. Il suo attraversamento di un inferno reale č descritto attraverso una discesa dove l'internamento di Fossoli funge da limbo. Quando le parole di Dante non son in grado ad assolvere il compito, egli ricorre al linguaggio della Bibbia da cui fa sprigionare scintille. La lingua "marmorea" di Levi, la sua prosa asciutta e chiara, hanno una funzione allo stesso tempo etica e letteraria. Collocare Levi in una zona limite posta tra la letteratura vera e propria e l'attivitŕ di testimone, ha contribuito a occultare e rimuovere il problema della responsabilitŕ degli scrittori di fronte ai problemi piů inquietanti del nostro piů recente passato Per molti anni č sfuggito ai piů che "Se questo č un uomo" č un testo letterario oltre che un trattato filosofico antropologico su un'esperienza estrema che l'autore non ha smesso di rivisitare. Sotto questo aspetto il concetto di zona grigia, che nell'ultima sua opera occupa uno spazio dilatato rispetto alla sua prima opera, ha per Levi un valore euristico che oltrepassa la descrizione del comportamento umano in situazioni limite. La zona grigia di Levi assume nell'ultima opera di Levi il significato di un potente strumento conoscitivo che in un duplice gioco di specchi collega la ricerca di Levi alla monumentale ricerca storica di Hilberg alle riflessioni della Arendt e agli esperimenti di Stanley Milgram sull'obbedienza all'autoritŕ.
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Berg, Sven. "The House of Nobility Revisited: Benchmen Elections and Subgroup Voting Power*". Journal of Public Finance and Public Choice 9, n. 2 (1 ottobre 1991): 95–106. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345289.

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Abstract (sommario):
Abstract Viene esaminato, dal punto di vista probabilistico, il potere di voto, nell’ambito del sistema parlamentare svedese del secolo scorso.Nella prima metà del secolo decimonono, la Camera della Nobiltà, nella quale era applicato il metodo di votazione doppiamente indiretto, fornisce esempi interessanti di situazioni in cui un gruppo di persone determinato e coesivo esercita una sproporzionata influenza sul risultato delle elezioni in un’assemblea. I casi esaminati sono due: quello degli «Indipendenti», che nel 1823 formarono un gruppo del tipo «caucus»; e il caso in cui nel 1840 l’opposizione riportò una sorprendente vittoria sui governativi, malgrado questi ultimi godessero della maggioranza in Parlamento.Appare dal primo caso che, sebbene il potere d’influenzare i risultati si riduca con la suddivisione in piccoli gruppi, tuttavia le minoranze organizzate sono in grado di ricorrere a scambi di voti e altri tipi di comportamento strategico che possono ampiamente compensare tale effetto. Nel secondo caso, la vittoria dell’opposizione à probabilmente dovuta ad una distribuzione ad essa favorevole dei votanti all’interno dei sottogruppi.Rimangono alcuni quesiti che dovrebbero essere esaminati alia luce delle moderne teorie del voto, come quello degli effetti distorsivi del metodo di voto indiretto adottato dalla Camera e quello dei problemi strategici che deriverebbero qualora fosse consentita la vendita di voti prima delle elezioni.
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della Portae, Donatella, e Dieter Rucht. "MOVIMENTI SOCIALI E SISTEMA POLITICO: UN CONFRONTO FRA ITALIA E GERMANIA". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, n. 3 (dicembre 1992): 501–37. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001889x.

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Abstract (sommario):
IntroduzioneLa letteratura sulle forme di protesta si è arricchita, di recente, di numerosi contributi che hanno, tra l'altro, affrontato il tema dei rapporti tra sistema politico e movimenti sociali. Ispirati da Eisinger, che aveva dimostrato una relazione curvilinea tra l'incidenza della protesta nelle città americane e l'accesso dei movimenti collettivi nelle arene politiche locali (Eisinger 1973, 28), modelli sempre piò complessi sono stati elaborati per spiegare un numero crescente di variabili. Molte ricerche hanno utilizzato il concetto distruttura delle opportunità politiche, riferendosi ad un complesso e variegato insieme di variabili (Tarrow 1983; Tarrow 1989a; Brand 1985; Kitschelt 1986; Kriesi 1989 e 1991). L'uso di questo concetto in una comparazionecross nationalpresenta, a nostro avviso, tre problemi. In primo luogo, il limitato numero di casi analizzati non permette generalizzazioni accurate. In secondo luogo, il controllo logico delle relazioni ipotizzate raramente è stato facilitato attraverso l'indicazione di variabili intervenienti tra variabili indipendenti e variabili dipendenti molto «distanti» fra loro. In terzo luogo, le analisi proposte sono state, prevalentemente, analisi statiche: riferendo le caratteristiche di un movimento a condizioni strutturali piò o meno inerti, queste analisi non sono state, cioè, in grado di spiegare i mutamenti congiunturali. In questa introduzione, proporremo alcune soluzioni a questi tre problemi, illustrando il modello esplicativo utilizzato nella nostra ricerca.
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Leonardi, M., e T. Penco. "Indicazioni attuali dell'angiografia diagnostica. Considerazioni tecnico-metodologiche: Angiografia tradizionale e digitale". Rivista di Neuroradiologia 1, n. 3 (dicembre 1988): 251–55. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100307.

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Abstract (sommario):
L'angiografia digitale sottratta (ADS) si è confrontata fin dal suo primo apparire con i due problemi tecnici caratteristici della radiologia: risoluzione di contrasto e risoluzione spaziale, suscitando entusiasmi per la prima e perplessità per la seconda. II problema è stato più volte affrontato in questi anni, certo esaurientemente, ma per il continuo aggiornamento delle apparecchiature è necessario rivedere periodicamente le attuali possibilità e limiti, indispensabili per la corretta formulazione di protocolli di studio e di indicazione. Il confronto può essere fatto utilmente solo tra angiografia tradizionale (AT) e ADS arteriosa, in quanto presentano livelli di risoluzione spaziale vicini tra loro. La ADS venosa, che pure presenta vantaggi notevoli di ordine pratico e metodologico ha limiti di risoluzione spaziale notevoli rispetto alla AT; essa presenta un campo di impiego diverso, in quanto sfrutta al massimo le possibilità di risoluzione di contrasto del sistema ed un confronto con la AT è difficilmente proponibile in tema di pura qualità di immagine. La perdita di risoluzione spaziale (qualificabile intorno al 50% per condizioni operative standard) viene largamente compensata dalla possibilità di visualizzare strutture che presentano basse differenze di assorbimento Rx rispetto all'ambiente circostante. Va inoltre notato che per le condizioni operative ottimizzate la perdita di risoluzione spaziale della ADS è sicuramente piú evidente, ma bisogna tener conto dell'attuale utilizzo dell'indagine angiografica perché se la visualizzazione di vasi da 200/300 micron poteva essere importante nella diagnostica angiografica di neoplasia in epoca pre-TAC, attualmente ha perso gran parte della sua importanza. Una angiografia digitale è in grado di risolvere tutti i quesiti angiografici posti dopo la dimostrazione di massa fatta con TC o RMN.
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Pietrapiana, Daniela, e Stefania Donadio. "Sviluppare la metacognizione nel problem solving: un percorso di ricerca didattica nella scuola secondaria di primo grado". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n. 8 (23 novembre 2020): 115–40. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.20.8.6.

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Abstract (sommario):
Le difficoltà incontrate dagli studenti nel problem solving (PS) sono da sempre oggetto di studio nella ricerca in didattica della matematica, ma solo recentemente l’attenzione si è focalizzata sulla metacognizione e sul suo ruolo.In una scuola secondaria di primo grado italiana, è stato realizzato un percorso di apprendimento sul PS rivolto al potenziamento della metacognizione, con uso di strumenti scientificamente validati e fruibili dai docenti senza la mediazione o il supporto di esperti. Vengono descritte e discusse le attività proposte in tre classi terze (campione di 54 alunni), organizzate prevalentemente in lavori di gruppo di studenti suddivisi per livelli di competenza. Dalla valutazione conclusiva è emerso un miglioramento nelle capacità metacognitive e negli esiti del PS, sebbene il dato sia apparso meno significativo per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES).
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Rollo, Dolores, e Silvia Perini. "Analisi strutturale e funzionale di problem solving logici: dalla verifica empirica all'applicazione educativa". ACTA COMPORTAMENTALIA 7, n. 2 (1 dicembre 1999): 147–64. http://dx.doi.org/10.32870/ac.v7i2.18234.

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Abstract (sommario):
Scopo della presente ricerca è di applicare educativamente l'analisi funzionale del problern solving, secondo la quale anche un'abilítá cognitiva complessa puó essere insegnata, Insegnando I'algoritmo che la desenve: a partiré dalla descrizione algoritimica del comportamento di soluzione di problemi logici si sono organizzati diversi tipi di stimoli antecedenti - tipi di giochi - e diverse modalità di presentarli al fine di verificare sia la possibilità di insegnare condone risolutorie che il loro grado di generalizzazione. La nostra ipotesi, di conseguenza, prevede che bambini incapaci di risolvere adeguatamente i problemi, imparino a farlo nel corso del training raggiungendo prestazioni di ragionamento del tutto analoghe a quelle di bambini o soggetti inizialmente abilí. Il disegno sperimentale é un piano fattoriale split plot 2 (etá) x 2 (trainings di apprendimento) x 3 (fasi sperimentali) che ha coinvolto 64 bambini frequentanti le classi prima e terza elementare. L' AN. O.V A. fomisce informazioni di notevole interesse circa il ruolo del trattamento nel modificare le competenze di soluzione del problema nei soggetti considerati, indicando differenze significative ai livelli di A (etá), ai livelli di B (training), nonché tra i tre momenti della ricerca indicati dai livelli di C.
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Beretta, Enrico, Vacche Alessandra Dalle e Andrea Migliardi. "Competitivitŕ ed efficienza della supply-chain: un'indagine sui nodi della logistica in italia". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n. 2 (novembre 2012): 135–73. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002001.

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Abstract (sommario):
La logistica č importante sia per la sua incidenza diretta sul Pil nazionale sia, in modo indiretto, nel consentire una maggiore o minore competitivitŕ del sistema-paese. La complessiva debolezza del sistema logistico italiano, documentata da varie fonti interne e internazionali, ha numerose cause: inadeguatezze nelle infrastrutture di trasporto a lungo raggio, ma anche dei raccordi di "ultimo miglio"; frammentazione e scarsa integrazione tra gli operatori; inefficienze localizzate nelle singole modalitŕ di trasporto; problemi nei raccordi tra i vettori di diverso tipo (ossia nell'intermodalitŕ); carenze programmatorie e normative. Il presente lavoro approfondisce queste tematiche mediante un'indagine condotta presso un campione di spedizionieri italiani. Per quanto attiene alle infrastrutture, gli operatori riterrebbero utile il completamento degli assi ferroviari in grado di connettere il paese alle principali direttrici di traffico europee, nonché di assicurare un efficace collegamento fra il Nord e il Sud del paese, ma anche un potenziamento dei raccordi locali con altri tipi di vettori, specie quello marittimo. Altri problemi risiedono negli allacci delle aree portuali alla viabilitŕ ordinaria e nell'insoddisfacente funzionamento dei nessi intermodali tra le diverse forme di trasporto. I centri logistici vengono ritenuti nel complesso sufficienti, anche se si riscontrano problemi circa l'eccessiva frammentazione e la distribuzione sul territorio. Tariffe del trasporto, durata e prevedibilitŕ dei tempi, efficienza e affidabilitŕ degli operatori sarebbero nel complesso sufficienti, a eccezione del comparto ferroviario. L'organizzazione della catena logistica risente di una scarsa programmazione delle attivitŕ, dell'insufficiente integrazione tra gli operatori e della loro eccessiva frammentazione. Le dotazioni informatiche degli operatori e il ricorso all'ICT vengono giudicate nel complesso sufficienti, ma č carente l'integrazione dei sistemi tra i diversi operatori, con conseguenze negative sul trattamento complessivo del ciclo della merce e sulla tracciabilitŕ delle spedizioni. Dall'indagine sono emerse anche diverse indicazioni di policy. In primo luogo, gli operatori chiedono di razionalizzare il quadro normativo, di rilanciare liberalizzazioni e concorrenza e di concentrare le risorse su un contenuto novero di obiettivi infrastrutturali realizzabili. In secondo luogo, gli operatori stessi potrebbero contribuire alla concentrazione e razionalizzazione dell'offerta. Infine, le Associazioni di categoria nazionali e locali dovrebbero stimolare l'integrazione dei diversi sistemi di ICT e promuovere il rispetto di standard minimi di servizio.
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Soldano, Carlotta, e Cristina Sabena. "“Ti sfido in altezza”: da un gioco-indagine in ambiente di geometria dinamica alla discussione di attributi critici delle figure". Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, n. 13 (25 maggio 2023): 57–69. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.23.13.3.

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Abstract (sommario):
L’intreccio tra componenti concettuali e figurali è una caratteristica fondamentale del pensiero geometrico e costituisce un importante obbiettivo didattico a tutti i livelli scolastici. In questo articolo si considerano le altezze dei triangoli inquadrando il problema da un punto di vista teorico e analizzando un’attività didattica sperimentata in classi seconde di scuola secondaria di primo grado. L’attività è centrata su un gioco-indagine con feedback digitale implementato in GeoGebra, seguito da una discussione di classe. Attraverso l’analisi di estratti dalla discussione di classe verranno mostrate le potenzialità didattiche della progettazione, con particolare riferimento all’evoluzione dell’immagine concettuale personale degli studenti.
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Buzzi, Elisa. "Doping tradizionale e doping genetico: questioni etiche / Traditional doping and genetic doping: ethical issues". Medicina e Morale 67, n. 1 (23 marzo 2018): 41–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.527.

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Abstract (sommario):
Il complesso fenomeno del doping presenta notevoli problemi di definizione. Queste difficoltà, che hanno influenzato l’evoluzione delle politiche anti-doping, sono ulteriormente acuite dall’assenza di una cornice etica chiaramente definita, in grado di giustificare inequivocabilmente le azioni di contrasto intraprese dalle agenzie sportive a partire dalla seconda metà del XX secolo. Ai problemi di interpretazione del doping nelle sue forme tradizionali si sono aggiunte, da qualche decennio, le questioni relative al doping genetico. Il contributo analizza le diverse tipologie di tecnologia genetica, potenzialmente utilizzabili per un miglioramento della prestazione atletica, nella prospettiva di una valutazione etica. Oltre ai problemi medici, legali e morali del doping tradizionale, il doping genetico pone dilemmi etici inediti che rischiano di rendere le risposte dell’etica sportiva e delle politiche anti-doping, se non inefficaci, per lo meno inadeguate e anacronistiche. Nonostante la difficoltà di prevedere l’impatto che le tecnologie genetiche potranno avere sul mondo dello sport, la prospettiva del doping genetico, non diversamente da altre forme di doping, ma più radicalmente, pone due tipi di questioni. In primo luogo, costringe a ripensare alla natura e alle finalità dello sport e delle competizioni atletiche come espressioni dell’eccellenza umana. In secondo luogo, solleva questioni fondamentali circa la definizione dell’identità e della dignità umane nella civiltà tecnologica. ---------- Interpreting doping is fraught with difficulties at the very level of a comprehensive and consistent definition of the phenomenon. Such difficulties have influenced the evolution of anti-doping policies, that are further hindered by the lack of a clearly articulated ethical framework. Moreover, in the last few decades, a host of moral dilemmas has been arising in connection with gene doping. This article analyses different kinds of genetic technology that could enhance athletic performances in the light of their moral implications. In addition to the medical, legal, and ethical problems inherent in traditional doping, gene doping raises a whole range of new ethical issues that might render the current formulations of sport ethics and anti-doping policies, if not ineffectual, at least inadequate and anachronistic. Notwithstanding the difficulties in foreseeing how developments in genetic technology might impact the world of sport in the future, the perspective of gene doping radicalises two kinds of issues, that are not stranger to other forms of doping. Firstly, it leads to reconsider the nature and goals of sport as an expression of human excellency, and secondly, it raises fundamental questions about the definition of human identity and dignity in a technological civilization.
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Sokołowski, Jarosław. "Struktura organizacyjna Sądu Biskupiego Diecezji Ełckiej w latach 1992-2004". Prawo Kanoniczne 48, n. 1-2 (5 giugno 2005): 135–55. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.1-2.09.

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Abstract (sommario):
L’autore in questo lavoro presenta: 1. L’introduzione 2. La base storico-giuridica dell’organizzazione della nuova struttura l’organizzativa della diocesi di Elk come pure l’iniziativa di erezione Trybunale Vescovile del primo grado in diocesi 3. Trybunale Vescovile e Curia Diocesana in diocesi di Elk 4. L’organizzazione del Trybunale Vescovile in diocesi di Elk 4.1 Il compito del vescovo diocesano per quanto riguarda l’organizzazione del trybunale in diocesi 4.2. Il primo vescovo della diocesi di Ełk Wojciech Ziemba 4.3. Il secondo vescovo della diocesi di Elk Edward Samsel 4.4. II terzo vescovo della diocesi di Ełk Jerzy Mazur SVD 4.5. II bilancio cronologico per nome ed cognome di tutti che lavorano in trybunale vescovile della diocesi di Ełk negli anni 1992-2004 4.5.1. L’ufficio del vicario giudiziale 4.5.2. L’ufficio del vicevicario giudiziale 4.5.3. L’ufficio del giudice diocesano 4.5.4. L’ufficio del difensore del vincolo matrimoniale 4.5.5. L’ufficio del notaio 5. Le competenze del trybunale vescovile della diocesi di Ełk 6. L’organizzazione del lavoro del tribunale vescovile 7. Il posto ed il tempo del lavoro del tribunale vescovile 8. Il modo del lavoro del tribunale vescovile per quanto riguarda cause matrimoniali 8.1. La preparazione e dichiarazione delle sentenze in tribunale 9. Il sommario. L’esempio del trybunale vescovile della diocesi di Ełk insieme con la sua sede a Ełk è dal’inizio più forte i più bello perche nonostante di tutto acesso il servizio giudiziale. Dal’inizio della sua esistenza il trybunale aveva abbastanza grandi difficoltà delle persone che sono preparate per lavoro in questo trybunale come pure diversi problemi l’organizzativi. Questo tema è un seuguente esempio come argomento che questa problematica è molto attuale ed importante in tutta attività pastorale della Chiesa. Questo livello dell’attività giudiziaria è molto importante quando lo guardiamo della perspettiva degli anni già passati (12 anni) dal momento della erezione della diocesi di Ełk dalla volontà del Sommo Pontefice di Giovanni Paolo II nel giorno 25 marzo 1992.
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Scienza, R., e G. Pavesi. "MAV cerebrali". Rivista di Neuroradiologia 15, n. 1 (febbraio 2002): 119–28. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500111.

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Abstract (sommario):
Vi sono 2 motivi per cui la MAV cerebrali si pongono come un problema neurochirurgico particolarmente difficile da affrontare. In primo luogo l'indicazione al trattamento (e con quali metodiche); e in secondo luogo l'obiettiva difficoltà tecnica che queste lesioni presentano alla chirurgia. Quali sono le MAV che si giovano di un trattamento chirurgico? Questa decisione si basa sulla storia naturale, la cui previsione è tuttora deducibile più dalle modalità d'esordio clinico che dagli aspetti morfologici. Sulla base dei dati della letteratura sono state redatte delle tabelle di calcolo per il rischio individuale di emorragia nell'arco di una vita che sono uno strumento imprescindibile per affrontare questi delicati problemi terapeutici in maniera razionale. Per quanto concerne il rischio chirurgico sono stati identificati precisi fattori di rischio morfo-funzionali che permettono una quantificazione preoperatoria del rischio di mortalità e morbilità cui può andare incontro il paziente, una volta operato. Inoltre, la terapia delle MAV è oggi un intervento multidisciplinare, in quanto nel percorso decisionale si inseriscono anche le opzioni di tecniche alternative quali il trattamento endovascolare e la radiochirurgia. Attualmente il nostro orientamento è quello di riservare alle tecniche di embolizzazione un ruolo di ‘preparazione’ al trattamento definitivo, sia esso chirurgico o radioterapico. Le nostre osservazioni sulla terapia chirurgica delle MAV cerebrali si basano su 175 casi personalmente operati. La chirurgia delle MAV cerebrali richiede una alta specializzazione nella microchirurgia vascolare affiancata da una adeguata struttura organizzativa. L'esperienza personale può orientare nella indicazione al miglior trattamento possibile, senza tuttavia pretendere di rappresentare un algoritmo decisionale assolutamente attendibile e standardizzabile. Infatti, mancano studi randomizzati di terapia radiochirurgica, endovascolare o microchirurgica, in grado di definire i criteri di trattamento. Questi studi, che richiedono una collaborazione multicentrica, sono necessari per stabilire la prognosi dei pazienti portatori di MAV cerebrali.
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Żurowski, Marian Al. "Niezdolność do podjęcia obowiązków małżeńskich z przyczyn psychicznych". Prawo Kanoniczne 29, n. 3-4 (10 dicembre 1986): 153–62. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1986.29.3-4.10.

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Abstract (sommario):
L’uomo, per motivi psichici, puó essere incapace ad assumersi i doveri coniugali sia a causa della sua incapacità ad esprimere il consenso al matrimonio, sia per mancanza di capacità a compiere tali doveri. Il primo stato può essere causato dall’effettiva mancanza dell’uso della ragione, dovuta a motivi psichici, oppure, sempre per gli stessi motivi, dalla mancanza di giudizio valutativo. Di questi due casi parlano il punto primo e secondo del can. 1095. Il punto terzo invece parla dell’incapacità ad assumersi i doveri coniugali. Si può pertanto presumere che si tratti di altri stati. In particolare si tratterà qui dell’incapacità a prendere decisioni, dovuta a motivi psichici, oppure della mancanza della capacità a compiere i doveri coniugali. La mancanza della capacità a prendere decisioni, cioè la mancanza di volontà interiore — come riportano le sentenze del Tribunale della Sacra Rota Romana — dovuta ad idee ossessive, a blocchi emotivi, ad una troppo forte e insuperabile suggestività dell’istinto, ecc., dovrebbe esistere al momento stesso della contrazione del matrimonio. Questi problemi debbono essere analizzati non soltanto individualmente, ma anche proporzionalmente all’atto contratto. Si richiede infatti, e tale esigenza non desta dubbi nella giurisprudenza, che l’uomo debba essere ,,verus dominus” del suo comportamento, ossia domini interiormente le sue decisioni. L’incapacità ad assumersi i doveri coniugali, che dériva dalla mamcanza obiettiva dell’oggetto del cansenso matrimoniale a causa di motivi psichici, dovrebbe invece essere qualcosa di stabile e irreversibile. Si tratta, in questo caso, dell’incapacità di compiere i doveri matrimoniali. In quest’ultimo caso si può parlare di una certa analogia con l’incapacità fisica. Deve pertanto essere uno stato duraturo e inamovibile con i normali mezzi accessibili all’uomo comune. Si parla pertanto in tale caso dell’incapacità — anche se solo relativa — a compiere i doveri coniugali, cioè nei confronti di una concreta persona. Concordemente alla sentenza del Tribunalis Signaturae Apostolicae una simile incapacità riguarda il contenuto dell’obbligazione che la persona interessata non è in grado di compiere. E pertanto non si tratta in tali casi dell’esclusione dello stesso matrimonio, di una caratteristica o di un elemento essenziali, ma della incapacità a compiere i doveri matrimoniali, incapacità che è qualcosa di stabile e irreversibile.
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Postiglione, Luigi. "Popolazione e fame nel mondo: agricoltura, alimenti, sviluppo". Medicina e Morale 53, n. 4 (31 agosto 2004): 767–91. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.632.

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Abstract (sommario):
L’agricoltura fornisce gli alimenti per la nutrizione, costituisce uno dei principali mezzi per ristabilire l’equilibrio dell’agroecosistema ed è motore primo dello sviluppo. Però oggi i 4/5 della popolazione mondiale, in continua crescita, soffrono per carenza di cibo; e ciò, per buona parte, a causa della cattiva distribuzione delle produzioni agricole, delle quali, purtroppo, nei Paesi sviluppati se ne distrugge una parte per ragioni di mercato. Nel secolo XX, invero, la disponibilità di alimenti ha subito consistenti aumenti, sia per un forte aumento della produzione areica (aumentata in media di 4-5 volte) sia per l’aumento della superficie coltivata (messa a coltura di terreni prima non coltivati, bonifica, irrigazione), tanto che nei Paesi industrializzati oggi si dà molto più spazio alla qualità dei prodotti. Il detto aumento è dovuto principalmente alle moderne tecnologie e all’impiego di consistenti mezzi tecnici (concimi, fitofarmaci), questi ultimi spesso causa d’inquinamento e di notevole consumo di energia fossile. Tuttavia vi è la possibilità di aumentare ancora l produzione, nel rispetto dell’ambiente, con l’agricoltura ecocompatibile che prevede l’impiego corretto dei mezzi tecnici, il ritorno ad antiche pratiche agricole con nuovo significato. Vi è altresì la possibilità di utilizzare l’agricoltura per l’equilibrio dell’agroecosistema (difesa del suolo, riduzione dell’anidride carbonica nell’atmosfera). Questi obiettivi, già molto impegnativi nei Paesi industrializzati, vanno perseguiti con attenzione nei Paesi in via di sviluppo, coinvolgendo maestranze e dirigenti locali e suggerendo modelli di sviluppo che tengano conto delle caratteristiche ambientali di ciascuna zona (condizioni socio-culturali e condizioni pedoclimatiche). L’autore, dopo di aver esaminato i problemi tecnico-scientifici connessi con ciascun argomento trattato, chiude con una nota di ottimismo, desunta dalla sua lunga attività di agronomo trattato, chiude con una nota di ottimismo, desunta dalla sua lunga attività di agronomi e dalla conoscenza diretta delle potenzialità produttive di diverse regioni del mondo, nonché dagli studi di altri autori. Afferma, cioè, che l’agricoltura è in grado di fornire gli alimenti per tutti gli abitanti del Pianeta, purché si vincano gli egoismi di alcune nazioni, e nelle previsioni lo sarà anche quando nel 2030 gli abitanti saranno 8,27 miliardi.
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Ožbot, Martina. "Tradurre per sbagliare, tradurre per imparare: la traduzione nello studio dell'italiano a livello universitario". Linguistica 44, n. 1 (1 dicembre 2004): 47–58. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.47-58.

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Abstract (sommario):
L'articolo esamina l'uso delta traduzione nelt' apprendimento di lingue straniere, accennando prima al ruolo ridotto che quest'attività ha tradizionalmente avuto nelto studio linguistico, per arrivare poi alte caratteristiche delta traduzione nel mondo reale, dalte quali si suggerisce di partire anche nelle situazioni didattiche. In base a un'analisi delte traduzioni italiane di due testi sloveni fatte da studenti universitari di grado avanzato si può osservare che i maggiori problemi che gli apprendenti hanno in italiano sono di tipo testuale e contrastivo; in gran parte essi sono dovuti alt'interferenza diretta o indiretta con la madre­ lingua. Data la natura eminentemente testuale e bilingue dell'attività di traduzione questa viene propos­ ta come un efficace contributo alto sviluppo delta competenza linguistica del par/ante et senso più ampio.
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Deiana, Igor, Stefania Malavolta e Carla Marulo. "LA A23 SI RACCONTA: UNA VOCE PER CHI INSEGNA NELLA CLASSE DI CONCORSO DI LINGUA ITALIANA PER DISCENTI DI LINGUA STRANIERA". Italiano LinguaDue 13, n. 2 (26 gennaio 2022): 1–12. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17126.

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Abstract (sommario):
Malgrado la creazione della classe di concorso A23 abbia rappresentato un riconoscimento istituzionale per l’italiano L2 nella scuola, sembra che rispetto a quanto atteso ben poco sia cambiato. Infatti, pur essendo gli unici insegnanti della scuola italiana che sulla base di titoli ed esperienza possono essere considerati competenti in italiano L2, le e i docenti A23 costituiscono una piccola minoranza del corpo docente in servizio e sono stati assegnati esclusivamente ai CPIA. Visto che i CPIA sono l’unica scuola in cui al momento le e i docenti A23 lavorano, l’evento A023: un confronto di esperienze organizzato in occasione di FIERIDA 2021 è stata un’importante occasione che ha permesso di sondare l’attuale situazione di questa classe di concorso. L’iniziativa, inoltre, oltre a evidenziare problemi e criticità, ha permesso la condivisione di buone pratiche e la proposta di azioni costruttive. Dopo una breve presentazione di FIERIDA e di A023: un confronto di esperienze, il contributo si propone di fare un punto sul ruolo che le e i docenti A23 hanno nei CPIA attraverso le dichiarazioni rilasciate nel corso dell’iniziativa. Sempre grazie alle osservazioni fatte dalla platea partecipante, sono presentate una serie di proposte attuabili e concrete per un migliore impiego della professionalità di questi docenti nei CPIA e nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. A23 tells her story: a voice for those who teach Italian language for foreign language learners Although the recruitment of A23 teachers (Lingua italiana per discenti di lingua straniera) can be considered a key moment for the institutional recognition for Italian L2 in school, it seems that very few things have changed compared to what was expected. In fact, even if since the school year 2017/2018 teachers that had successfully completed a structured course on teaching Italian as a second language have been included in the Italian public-school staff, nowadays it is evident that A23 teachers constitute a small minority of the teaching staff in service and have been assigned exclusively to the CPIA. Since the CPIAs are the only school where the A23 teachers currently work, the webinar “A023: un confronto di esperienze” organized during FIERIDA 2021 was an important opportunity that allowed to probe the current situation of these teachers. The webinar not only highlighted problems and criticalities, but also allowed the sharing of good practices and the proposal of constructive actions. After having briefly described FIERIDA and the aims and structure of the webinar, this paper focuses on the role that A23 teachers have in the CPIA. Furthermore, thanks to the observations made by the participating audience, in the second part of the paper we present a series of feasible and concrete proposals aimed to improve the quality of Italian L2 teaching in CPIA.
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Epifani, Andrea. "Il metodo tassometrico: uno strumento statistico per lo studio della struttura latente di un costrutto". RICERCHE DI PSICOLOGIA, n. 1 (maggio 2012): 7–21. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001001.

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Abstract (sommario):
Il problema della struttura latente dei costrutti è centrale in psicologia clinica e in psichiatria. Spesso queste discipline si avvalgono di etichette diagnostiche create arbitrariamente, le quali vengono considerate a priori come indicative di reali differenze qualitative tra i soggetti. Il DSM-IV-TR rappresenta un esempio di questa tendenza. Tuttavia la struttura latente di un costrutto dovrebbe essere esaminata empiricamente, tramite strumenti statistici che siano in grado di valutare se un campione di soggetti, esaminati in base a un determinato costrutto, mostra differenze quantitative (continue) oppure qualitative (categoriali) tra i soggetti. Nel primo caso il campione avrà un'unica classe latente dimensionale; nel secondo avrà almeno due classi latenti, una definita taxonica, l'altra complemento. Una delle metodologie più affidabili per testare la struttura latente è il metodo tassometrico, il quale comprende una serie di tecniche che si basano sull'analisi della relazione tra gli indicatori di un costrutto, esaminandone il comportamento matematico. L'ispezione delle curve generate dalle tecniche tassometriche permette di trarre conclusioni circa la struttura latente, che può essere categoriale oppure dimensionale. Il metodo tassometrico ha ricevuto diverse validazioni ed è stato ampiamente utilizzato negli ultimi anni, proponendosi come una metodologia potente e affidabile nello studio della struttura latente.
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Scordo, Irene. "HEALTHY BENEFICTS OF TM IN CLASSROOM: REDUCTION OF ANXIETY AMONG TEACHERS". International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, n. 1 (2 luglio 2016): 391. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.282.

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Abstract (sommario):
Questa ricerca mira alla valutazione degli effetti benefici della Meditazione Trascendentale sull’ansia dei docenti. Indipendenti ricerche scientifiche di tutto il mondo hanno povato che la categoria degli insegnanti, fra le cosiddette helping professions, è quella maggiormente sottoposta a stress. Dobbiamo avere a cuore, e curare, i nostri spazi educativi, i promotori e i beneficiari dell’educazione, andando direttamente al nocciolo del problema, dando un supporto scientifico per aiutare gli insegnanti nel loro difficile lavoro.L’idea nasce dal sempre maggiore interesse internazionale, negli ultimi anni, verso la MT e la valutazione dei risultati ottenuti nelle scuole di tutto il mondo in cui essa viene praticata: riduzione di stress, ansia, depressione, abuso di sostanze, miglioramento nella formazione della personalità, del comportamento, dell’intelligenza ed altro.Questa ricerca esamina un campione di docenti di Scuola Secondaria di Primo Grado, in Sicilia, che pratica la MT, anche in classe insieme agli alunni, e valuta i fattori dell’ansia di stato e di tratto, paragonato con un gruppo di stesse catatteristiche (ubicazione geografica, età, sesso, ecc...) non praticante la MT.L’analisi dei dati mostra l’utilità di tale pratica di contro allo stereotipo dell’ “insegnante fannullone” e perchè gli effetti positivi della MT sui fattori di stress possono essere un grande aiuto al nostro sistema scolastico sofferente.
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Lora, Antonio, Angelo Cocchi, Graziella Civenti e Roberto Blaco. "Cluster analysis of the community psychiatric services in Lombardy". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, n. 2 (agosto 1996): 126–35. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004073.

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Abstract (sommario):
RIASSUNTOScopo - Lo scopo di questo lavoro è la classificazione delle USSL lombarde in gruppi, ognuno dei quali omogeneo, per quanto possibile, rispetto alle modalitá di funzionamento dei servizi psichiatrici territoriali; il fine è valutare il mix di servizi psichiatrici offerti dalla Regione attraverso le USSL. Disegno - Sono stati analizzati i dati raccolti nel 1992 e 1993 dal Sistema Informativo Psichiatrico Regionale lombardo relativi alle strutture, il personale e le attività delle Unitá Operative di Psichiatria ed ai ricoveri nelle strutture private nelle 83 USSL lombarde. Tramite l'analisi delle componenti principali sono state selezionate sette variabili sulle quali basare la classificazione; per formare i gruppi e stata utilizzata la Cluster Analysis secondo il metodo di Ward. Risultati - Sono stati selezionati 5 cluster. Nel primo i servizi sono focalizzati sull'attivitá di ricovero (a cui ricorrono anche in ambito privato), mentre le équipe territoriali sembrano riflettere un certo «grigiore» nella loro composizione e nella varietà di interventi offerti. Il secondo è caratterizzato da un tasso estremamente ridotto di interventi nelle strutture territoriali (svolti prevalentemente in sede) e da una loro scarsa diversificazione; è ridotta anche l'attività di ricovero. Nel terzo le USSL sono in grado di offrire una «ricca» attività territoriale (in termini sia di quantità che di varietà), ma tendono delegare al ricovero in strutture private la risoluzione di una parte rilevante dei loro problemi, forse anche a causa della limitata dotazione di strutture riabilitative. Il quarto cluster è composto da servizi,con una ricca dotazione di strutture e soprattutto di personale,che utilizzano al massimo le risorse disponibili per l'attivita di ricovero (sia in SPDC che in CRT-CP), mentre a livello territoriale offrono un servizio adeguato sia in termini di quantita che di varieta degli interventi offerti. Nelle USSL che compongono il quinto cluster gli elementi caratterizzanti sono la ricca dotazione di strutture riabilitative e la accentuata differenziazione delle équipe territoriali, la cui attività quantitativamente molto rilevante (anche se poco diversificata) viene svolta soprattutto all'esterno della struttura. Conclusioni - L'analisi proposta ha consentito di osservare rilevanti disomogeneità nell'offerta dei servizi psichiatrici lombardi e di individuare 5 differenti modelli sintetizzabili nelle tipologie sopradescritte. Il metodo utilizzato permette di monitorare, nel tempo e nello spazio, lo sviluppo dei diversi modelli, utilizzando dati forniti routinariamente dai servizi, senza la necessità di indagini ad hoc.
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Grocholewski, Zenon. "La bioetica e l’educazione al Vangelo della Vita". Medicina e Morale 53, n. 2 (30 aprile 2004): 225–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.641.

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Abstract (sommario):
L’articolo è incentrato sul tema dell’educazione in bioetica. Esso si divide in tre parti, ciascuna delle quali è affrontata partendo dalla considerazione che oggi riveste un’importanza notevole sviluppare un’autentica educazione al rispetto ed alla promozione della vita, nei luoghi in cui tale processo educativo avviene: nella famiglia, nella scuola e nelle altre istituzioni educative di diverso grado. Nella prima parte del contributo, l’Autore si sofferma sull’orizzonte culturale ed educativo del nostro tempo per quanto riguarda la bioetica, disciplina che ormai ha lasciato la torre eburnea in cui era inizialmente confinata per aprirsi al più vasto pubblico, agenzie educative comprese. Nella seconda parte dell’articolo viene affrontato il tema del fondamento antropologico dell’educazione, che per la Chiesa è costituito dalla persona e dal suo valore unico. Dopo uno sguardo alla necessità che l’educazione dell’uomo sia integrale, ossia che tenga presente tutto l’uomo, nella sua globalità, l’Autore conclude con alcune osservazioni per contestualizzare la bioetica nel processo educativo. Giovanni Paolo II più volte ha invitato coloro che svolgono nella società un ruolo educativo a “combattere” per una cultura della vita. La scuola, in tal senso, dovrebbe diventare campo di battaglia privilegiato, tenendo presenti alcuni presupposti fondamentali come l’individuazione delle implicazioni etico-morali che scaturiscono dai progressi delle scienze riguardo alla vita dell’uomo e delle altre specie, come pure dall’uso delle biotecnologie; l’impostazione delle modalità didattiche di approccio al problema, tenendo conto della interdisciplinarità dei problemi di bioetica; la formazione iniziale e permanente dei docenti.
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Mair, Peter. "IL DESTINO DEI PICCOLI PARTITI". Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, n. 3 (dicembre 1989): 467–98. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008662.

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Abstract (sommario):
IntroduzioneNella abbondante letteratura che prefigura una crisi delle convenzionali forme di politica nelle democrazie dell'Europa occidentale un'enfasi speciale è stata posta sulla presunta sfida rivolta ai più tradizionali e consolidati partiti di massa. La stessa politica tradizionale è vista come passè ed i grandi partiti di massa, che ne rappresentano la più classica incarnazione, sono ritenuti — a torto o a ragione — strumenti sempre più inadeguati all'incanalamento delle forme contemporanee della rappresentanza.La vulnerabilità dei partiti di massa tradizionali pare derivare da due distinti processi. In primo luogo questi partiti sono ritenuti vulnerabili in termini ideologici e di politiche, in quanto rifletterebbero temi e problemi che corrispondono sempre meno agli interessi contemporanei. In secondo luogo, sono visti come vulnerabili sotto il profilo organizzativo, in quanto cittadini più istruiti, articolati e informati non sarebbero più soddisfatti della passività e/o anonimità che caratterizza la partecipazione in questo tipo di partiti e della natura essenzialmente oligarchica attraverso la quale si ritiene venga esercitato il loro controllo. Seguendo con varie intonazioni entrambe queste linee di ragionamento, gran parte della letteratura contemporanea pone conseguentemente l'accen to sulla erosione dei partiti tradizionali e suggerisce un potenziale riallineamento a favore di partiti più recenti e più piccoli, che appaiono allo stesso tempo più sensibili verso le nuove issues e più aperti verso nuove forme di partecipazione. L'emergere di partiti ecologisti in un gran numero di democrazie europee è spesso citato come la prova più evidente della base di un tale riallineamento, ma evidenza dello stesso tipo può anche essere individuata per un gruppo più ampio di partiti che vanno dai Radicali italiani a D'66 nei Paesi Bassi e ai Socialisti di sinistra in Danimarca e Norvegia (Poguntke 1987).Tuttavia, è chiaro che ognuno di questi argomenti ha implicazioni alquanto diverse. Se, per esempio, quello corretto è il primo, allora il motore principale del cambiamento è il grado di insoddisfazione programmatica e se i partiti tradizionali si rivelassero incapaci di adattarsi dovremmo aspettarci che il riallineamento conseguente favorisca i nuovi partiti. Se invece è corretta la seconda ipotesi, allora il cambiamento principale deriva da insoddisfazione organizzativa e potrebbe risultarne un riallineamento a favore dei piccoli partiti. In realtà i due processi possono essere combinati solo nella misura in cui partiti nuovi tendono anche ad essere partiti piccoli e viceversa, un punto su cui dovremo tornare in seguito.L'importanza di distinguere tra partiti nuovi e partiti piccoli emerge anche al semplice livello di definizione. Mentre la definizione di cosa costituisca un «nuovo» partito (rispetto a un partito della «nuova politica») non sembra porre difficoltà molto superiori a quelle di stabilire una data di soglia temporale, la definizione di cosa sia un partito «piccolo» è molto più problematica. In quest'ultimo caso sono disponibili due strategie. In primo luogo possiamo definire la piccola dimensione in termini di nlevanza sistemica, o facendo ricorso ai criteri identificati da Sartori (1976, 121-25) oppure a criteri alternativi anch'essi basati sul ruolo sistemico dei partiti in questione (Smith 1987). Tuttavia, in questo caso si tende inevitabilmente a parlare di partiti rilevanti o irrilevanti piuttosto che di partiti piccoli o grandi per sè. La seconda alternativa è quella più ovvia, secondo cui piccoli e grandi partiti possono essere distinti sulla base della semplice dimensione, sia essa elettorale, parlamentare, organizzativa o altro. Di sicuro i piccoli partiti possono essere partiti rilevanti e quelliirrilevanti · possono essere piccoli. In ultima analisi, tuttavia, nel nostro caso «piccolo» si deve riferire alla dimensione piuttosto che al ruolo.Questo lavoro è parte di un più ampio progetto dedicato alla esperienza dei piccoli partiti nell'Europa occidentale ed altri contributi del progetto tratteranno il ruolo sistemico dei piccoli partiti, le varie soglie di rilevanza nella loro vita e le varie esperienze in un gran numero di diversi contesti nazionali (Mueller, Rommel e Pridham, in via di pubblicazione). L'obiettivo di questo lavoro è semplicemente quello di offrire un quadro di sintesi sull'universo elettorale dei piccoli partiti nell'Europa occidentale del dopoguerra. Attraverso questa analisi spero di mostrare il grado in cui le fortune elettorali di tali partiti sono cambiate nel tempo, di identificare quei paesi e quei periodi in cui tali cambiamenti sono stati più pronunciati e, in particolare, di identificare quali piccoli partiti ne sono stati coinvolti.Va inoltre aggiunto che si tratta di una analisi a carattere largamente induttivo: cercherò prima di definire cosa costituisca un piccolo partito e in seguito di investigare le modalità e le spiegazioni del cambiamento nel sostegno elettorale aggregato di questi partiti. Intuitivamente si ha la sensazione che il sostegno elettorale dei piccoli partiti sia aumentato negli anni del dopoguerra. Per esempio, la recente nascita di piccoli partiti ecologici, così come le numerose analisi che suggeriscono un declino dei cleavages tradizionali di classe e religione e la crisi concomitante affrontata da quei partiti tradizionali e di grandi dimensioni che mobilitano il voto lungo queste linee di cleavage, sembrano implicare che i partiti di piccola taglia siano divenuti sempre più importanti con il tempo. Anche in questo caso, tuttavia, ci vuole cautela nel mettere in relazione prognosi di mutamento con una classificazione di partiti derivata dalla sola taglia. Non tutti i partiti piccoli sono partiti nuovi, né tantomeno partiti della «nuova politica», e molti si mobilitano elettoralmente in riferimento a linee di frattura molto tradizionali. Un esempio pertinente è quello del Partito popolare svedese in Finlandia. Inoltre, non tutti i nuovi partiti sono partiti piccoli, come evidenzia il successo elettorale della nuova Associazione Cristiano-democratica nei Paesi Bassi. Per la verità, si può anche dubitare che una categorizzazione dei partiti in soli termini di taglia abbia un significato teorico; ma questo è un problema diverso, sul quale torneremo in seguito.Nonostante questi caveat rimane incontestabile che una lettura non-critica della letteratura contemporanea suggerirebbe che vi è stato nel tempo un aumento di voti verso i piccoli partiti e questa ipotesi di partenza dirigerà la nostra analisi. Nella prossima sezione opereremo una classificazione dei partiti a seconda della loro taglia e, su questa base, una classificazione dei sistemi di partito a seconda della distribuzione dei diversi tipi di partiti. Successivamente analizzeremo la tendenza temporale del sostegno elettorale ai piccoli partiti e cercheremo di offrire alcune spiegazioni per la variazione di queste tendenze. Infine, esamineremo in che modo il voto per i piccoli partiti si distribuisce nelle diverse famiglie politico-ideologiche e studiere-mo l'andamento elettorale dei diversi sottogruppi di piccoli partiti, inclusi i «nuovi» piccoli partiti e i «vecchi» piccoli partiti.
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Cellerini, M., E. Chiti, G. Caracchini, G. Pellicanò, F. Dal Pozzo e G. Dal Pozzo. "RM ed Angio-RM nello studio della patologia steno-occlusiva (aterosclerotica) delle arterie carotidi nel tratto cervicale". Rivista di Neuroradiologia 9, n. 2_suppl (novembre 1996): 45–54. http://dx.doi.org/10.1177/19714009960090s206.

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Abstract (sommario):
Nella seguente trattazione viene effettuata una revisione del ruolo della risonanza magnetica e dell'angiografia con RM (angio-RM) nella diagnostica della patologia steno-occlusiva delle arterie carotidi nel tratto cervicale con particolare attenzione alle problematiche tecniche e cliniche. Nello studio dei vasi carotidei nel collo le tecniche angio-RM 2D e 3D Time-of-Flight (TOF) sono più diffusamente impiegate rispetto alle tecniche a contrasto di fase (2D e 3D PC angio-RM). Questo è in parte dovuto al fatto che la tecnica TOF, essendo stata commercializzata prima di quella a contrasto di fase, ha avuto una più ampia sperimentazione clinica. Inoltre, grazie alla recente introduzione di particolari accorgimenti tecnici (e.g. “Tilted Optimized Nonsaturating Excitation” o -TONE- e “Multiple Overlapping Thin Slab Acquisition” o -MOTSA-) l'angio-RM 2D e 3D TOF consentono in genere un'ottimale e selettiva visualizzazione dei vasi a livello cervicale. La recente pubblicazione dei risultati di ampi studi clinici (eg NASCET) ha sottolineato l'importanza della terapia chirurgica in pazienti sintomatici con stenosi serrata (79%–99%) dell'arteria carotide interna (ACI) evidenziando inoltre la necessità di un efficace «screening» preoperatorio. Da questi studi si evince che elementi importanti nella decisione operatoria sono principalmente rappresentati dal grado di stenosi, dalla presenza di ulcerazioni a livello della placca aterosclerotica e di lesioni «tandem» sullo stesso asse vascolare. Per quanto riguarda la valutazione del grado di stenosi dell'ACI, in corrispondenza della biforcazione, l'angio-RM si è dimostrata affidabile nell'identificare arterie di calibro normale o con stenosi lievi, senza falsi negativi. Tuttavia è stato segnalato che l'angio-RM, soprattutto con tecnica 2D TOF, tende a sovrastimare il grado di stenosi vasale. Studi recenti sembrano indicare una migliore affidabilità dell'angio-RM rispetto alla metodica eco-color-doppler nella differenziazione tra occlusione e subocclusione specialmente se si utilizzano entrambe le tecniche 2D e 3D TOF. Un limite importante dell'angio-RM è a tutt'oggi rappresentato dalla difficoltà di «caratterizzare» la placca aterosclerotica ed in particolare di identificare le ulcerazioni. È tuttavia auspicabile che lo sviluppo tecnologico (e.g. bobine di superficie «phased-array» dedicate) sia in grado di risolvere in un prossimo futuro i problemi di risoluzione spaziale, rapporto segnale/rumore ed artefatti da turbolenze di flusso che ostacolano attualmente con RM ed angio-RM il riconoscimento delle ulcerazioni della placca. L'angio-RM è un esame panoramico in grado di visualizzare nella stessa seduta non solo la biforcazione carotidea ma anche i vasi del poligono di Willis consentendo il rilievo delle lesioni «tandem» che costituiscono secondo alcuni Autori una controindicazione importante alla terapia chirurgica. Un po' più problematica risulta la valutazione dell'origine dei vasi epiaortici anche se sono già in commercio delle bobine in quadratura (e.g. «head and neck coils») che permettono l'esame dell'origine dei vasi epiaortici, della biforcazione carotidea e dei sifoni carotidei in un'unica acquisizione. Pertanto l'elevato valore predittivo negativo e l'elevata sensibilità nel rilievo delle stenosi, unitamente alla non invasività ed alla capacità di un'accurato studio delle strutture encefaliche, fanno della RM e dell'angio-RM una metodica particolarmente idonea nella valutazione preoperatoria dei pazienti sintomatici con stenosi carotidea. L'utilizzo della RM ed angio-RM come metodica di «screening» offre, a fronte di costi più elevati rispetto all'eco-color-doppler, il vantaggio di una minore dipendenza dall'operatore e di una maggiore panoramicità consentendo inoltre un impiego più mirato dell'angiografia con cateterismo arterioso (pazienti selezionati).
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Visentin, Martina, e Giulio Antonini. "La pubblica amministrazione responsabile: un caso di digital welfare". Rivista Italiana di Public Management 1, n. 2 (luglio 2018): 194–213. http://dx.doi.org/10.59724/ripm.2018.2.5.

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Abstract (sommario):
L’obiettivo di questo contributo – attraverso la presentazione di uno studio di caso, il progetto WeGovNow – vuole offrire una riflessione critica sulla pubblica amministrazione e il ruolo innovativo che può assumere nel welfare digitale, una forma di welfare che sta emergendo grazie all’approccio dell’innovazione sociale. Il progetto WeGovNow, finanziato grazie a Horizon 2020 (www.wegovnow.eu), sviluppa l’utilizzo di piattaforme tecnologiche che consentono il passaggio di paradigma dall’e-Government (cittadini utenti) al We-Government (cittadini partner) dando luogo a nuovi tipi di interazione nella co-produzione dei servizi rivolti al cittadino e nello sviluppo di approcci inclusivi e soluzioni innovative per lo sviluppo della comunità. Una piattaforma inclusiva e accessibile a tutti i cittadini consentirà di segnalare problemi, suggerire miglioramenti, trattare temi di natura strategica, proporre soluzioni e votare suggerimenti concreti per azioni di politica locale in grado di compensare la carenza di risorse che ormai caratterizza i servizi pubblici. Sono 12 i partners di progetto: Empirica (leader del progetto) | Città di Torino | Comune di San Donà di Piave | Fondazione Giacomo Brodolini | Funka Nu AB | Infalia PC | LiquidFeedback | London Borough of Southwark | Mapping for Change | Universität Heidelberg | University College London | Università degli Studi di Torino. Il progetto, finanziato dalla Commissione Europea, è quindi incentrato sull’utilizzo di piattaforme tecnologiche per il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali che riguardano il miglioramento del territorio in cui vivono. La prima parte del paper illustra il contesto entro cui si muove la pubblica amministrazione, caratterizzato da un difficile rinnovamento fra processi di ricalibratura del welfare e pratiche di innovazione sociale. La parte centrale del paper vede la descrizione del progetto WeGovNow che si costituisce come tema centrale attorno al quale si tenterà di delineare alcune pratiche – apprese grazie al progetto – che possono suggerire potenziali vie da percorrere per l’innovazione dell’attuale pubblica amministrazione.
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Ciccone, Lino. "AIDS: problemi etici in ambito coniugale". Medicina e Morale 41, n. 4 (31 agosto 1992): 619–33. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1093.

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Abstract (sommario):
L'articolo tratta alcuni dei problemi etici posti dall'AIDS in campo sessuale. L'autore, docente di teologia morale, dopo una breve introduzione di ordine metodologico, dedica il primo paragrafo ad alcune verità fondamentali di morale sessuale coniugale. In seguito affronta in particolare i problemi morali nella vita sessuale coniugale e i problemi morali per nubendi, in relazione soprattutto alla sieropositività.
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Lannutti, Vittorio. "BeFriend: un'occasione per scoprire il valore della relazione e del contatto con l'altro". WELFARE E ERGONOMIA, n. 1 (giugno 2020): 91–100. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001009.

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Abstract (sommario):
L'esperienza pratica proposta riporta i principali risultati del progetto BeFriend, svolto in due scuole medie di secondo grado della provincia di Ascoli Piceno negli anni scolastici 2017/2018 e 2018/2019. BeFriend ha affrontato il problema della povertà educativa da un punto di vista relazionale e socio-affettivo utilizzando lo strumento del peer mentoring, inteso come modello psicopedagogico e best practice che pone al centro la relazione di sostegno che si instaura tra un giovane, che vive situazioni problematiche durante il suo percorso di cre-scita, il mentee, e un giovane, il mentor, che ha lo scopo di aiutare il mentee a individuare le proprie potenzialità valorizzandole in modo sano e funzionale. Il progetto è stato diviso in due step. Nel primo 120 studenti frequentanti il triennio delle due scuole sono stati formati al mentoring, attraverso gli strumenti del Gestalt counseling e della sociologia delle migrazioni. Nel secondo step i 120 studenti formati, divenuti mentor hanno lavorato con 120 studenti del biennio, i mentee (scelti in base a difficoltà emotive e a rischio di drop-out), sotto la supervisione e con la sollecitazione di educatori e formatori all'interno di attività laboratoriali volte sia ad affrontare e a discutere in gruppo e a coppie le fragilità e le difficoltà relazionali vissute dai mentee, sia per acquisire gli strumenti per un uso consapevole, critico e creativo dei media, sia per affrontare le questioni inerenti i pregiudizi, e le principali motivazioni delle migrazioni. L'obiettivo del progetto è stato raggiunto, come dimostrato sia dagli spot sulla lotta e la pre-venzione al bullismo/cyberbullismo e al razzismo, realizzati durante uno dei laboratori sia dalle risposte fornite nei questionari sottoposti agli studenti alla conclusione del progetto, i cui aspetti più rilevanti sono stati: il superamento della fase infantile dell'egocentrismo, un aumento della fiducia negli altri e dell'autostima, una maggiore tendenza all'ascolto e all'empatia e la disponibilità a mettersi in gioco e a rischiare nella relazione con l'altro sco-nosciuto.
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Lombardi, M. "Il Punto Di Vista Di Tn&d". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 9, n. 2 (1 aprile 1997): 31–33. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.1997.1792.

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Abstract (sommario):
A partire dal primo numero del 1997 del Giornale di Tecniche Nefrologiche & Dialitiche abbiamo deciso di introdurre una nuova Rubrica dal titolo “IL PUNTO DI VISTA DI TN&D” che sarà curata dal Dr. Marco Lombardi della U.O. di Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale SM Annunziata di Firenze. I brevi articoli che la caratterizzeranno hanno la finalità di occuparsi dei problemi più scottanti che stanno interessando la Sanità nazionale in generale e la Nefrologia in particolare, tentando di evidenziare contraddizioni e proponendo soluzioni aperte alla discussione dei lettori. L'auspicio è proprio quello di aprire un dibattito tra coloro che giornalmente vivono la difficoltà nel mantenere standard elevati di assitenza sanitaria di tipo specialistico in rapporto alla crisi economica del paese, che operano con normative talora contraddittorie, che affrontano problemi analoghi spesso con soluzioni diverse. Ci auguriamo che la “provocazione” dell'editoriale susciti commenti da parte dei lettori.
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Lombardi, M. "Il Punto Di Vista Di Tn&d". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 9, n. 3 (1 luglio 1997): 38–42. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.1997.1802.

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Abstract (sommario):
A partire dal primo numero del 1997 del Giornale di Tecniche Nefrologiche & Dialitiche abbiamo deciso di introdurre una nuova Rubrica dal titolo “IL PUNTO DI VISTA DI TN&D” che sarà curata dal Dr. Marco Lombardi della U.O. di Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale SM Annunziata di Firenze. I brevi articoli che la caratterizzeranno hanno la finalità di occuparsi dei problemi più scottanti che stanno interessando la Sanità nazionale in generale e la Nefrologia in particolare, tentando di evidenziare contraddizioni e proponendo soluzioni aperte alla discussione dei lettori. L'auspicio è proprio quello di aprire un dibattito tra coloro che giornalmente vivono la difficoltà nel mantenere standard elevati di assitenza sanitaria di tipo specialistico in rapporto alla crisi economica del paese, che operano con normative talora contraddittorie, che affrontano problemi analoghi spesso con soluzioni diverse. Ci auguriamo che la “provocazione” dell'editoriale susciti commenti da parte dei lettori.
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Lombardi, M. "Il Punto Di Vista Di Tn&d". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 9, n. 4 (1 ottobre 1997): 37–40. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.1997.1812.

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Abstract (sommario):
A partire dal primo numero del 1997 del Giornale di Tecniche Nefrologiche & Dialitiche abbiamo deciso di introdurre una nuova Rubrica dal titolo “IL PUNTO DI VISTA DI TN&D” che sarà curata dal Dr. Marco Lombardi della U.O. di Nefrologia e Dialisi dell'Ospedale SM Annunziata di Firenze. I brevi articoli che la caratterizzeranno hanno la finalità di occuparsi dei problemi più scottanti che stanno interessando la Sanità nazionale in generale e la Nefrologia in particolare, tentando di evidenziare contraddizioni e proponendo soluzioni aperte alla discussione dei lettori. L'auspicio è proprio quello di aprire un dibattito tra coloro che giornalmente vivono la difficoltà nel mantenere standard elevati di assitenza sanitaria di tipo specialistico in rapporto alla crisi economica del paese, che operano con normative talora contraddittorie, che affrontano problemi analoghi spesso con soluzioni diverse. Ci auguriamo che la “provocazione” dell'editoriale susciti commenti da parte dei lettori.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali". STUDI ORGANIZZATIVI, n. 2 (aprile 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Abstract (sommario):
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Milazzo, Milazzo, e Renaud Milazzo. "La prima campagna di digitalizzazione degli archivi del Venerabile Collegio Inglese di Roma". DigItalia 19, n. 1 (19 luglio 2024): 171–80. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00100.

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Abstract (sommario):
Questo articolo ha lo scopo di descrivere la prima fase del progetto di digitalizzazione degli archivi del Venerabile Collegio Inglese di Roma. Il progetto è iniziato nel dicembre 2023 e si concluderà nel settembre 2024. Si è articolato attorno a due principali approcci: il primo mira a preservare uno dei documenti fondamentali per la storia del collegio, mentre il secondo ha l'obiettivo di rendere accessibili documenti inediti che gettano luce sulla creazione di diverse diocesi in Nord America (Québec, Baltimore e Filadelfia). La digitalizzazione del primo manoscritto ha rivelato una serie di problemi, principalmente dovuti a un restauro precedente che si è rivelato inadeguato. Questa esperienza sottolinea l'importanza di un approccio meticoloso ed esperto nella conservazione e nella digitalizzazione dei documenti storici, al fine di garantire non solo la loro sopravvivenza fisica ma anche la loro accessibilità alle future generazioni.
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Olivetti, Marco. "DIRITTI FONDAMENTALI E NUOVE TECNOLOGIE: una mappa del dibattito italiano". REI - REVISTA ESTUDOS INSTITUCIONAIS 6, n. 2 (23 settembre 2020): 395–430. http://dx.doi.org/10.21783/rei.v6i2.468.

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Abstract (sommario):
La rivoluzione digitale ha inciso profondamente sui diritti fondamentali. Essa ha aperto nuove prospettive per l’esercizio di diritti fondamentali già riconosciuti. Ha fatto emergere nuovi diritti fondamentali e nuovi limiti e nuove minacce ad essi. La cultura giuridica italiana ha concettualizzato queste sfide attorno ad una serie di temi: la libertà informatica, il diritto fondamentale di accesso ad Internet, il diritto all’oblio, il diritto a non essere oggetto di una decisione amministrativa totalmente automatizzata, i nuovi problemi della libertà di espressione. La Camera dei deputati ha elaborato una “dichiarazione dei diritti su Internet”, senza efficacia normativa. E l’uso di Internet ha modificato profondamente il sistema politico. Questo saggio tenta un primo bilancio generale di questi problemi, che in generale sono ancora tutti aperti.
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Campagnolo, Augusto, e Paola Iannacci. "IL RIASSUNTO NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO". Italiano LinguaDue 14, n. 1 (28 luglio 2022): 698–719. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18323.

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Abstract (sommario):
L’articolo è nato dalla rielaborazione di un percorso sperimentato in alcune classi di scuola secondaria di primo grado. La sperimentazione era finalizzata alla produzione del riassunto, con particolare attenzione alle diverse fasi che ne permettono la realizzazione.In fase preliminare è stato dedicato uno spazio significativo alla comprensione, presupposto fondamentale per il passaggio alla scrittura del riassunto. Il modello di Angela Ferrari e del gruppo di Basilea ha costituito il riferimento e la guida teorica principali, sia nella fase di comprensione sia in quella di scrittura; gli autori hanno riservato pertanto una particolare attenzione alla ricostruzione dell’architettura semantica del testo, alla segmentazione in unità comunicative (Movimenti testuali) e alla rielaborazione linguistica, favorendo l’individuazione di domande che mettessero in evidenza le idee centrali del testo e le connessioni per la costruzione di un riassunto coerente e coeso. Summary writing in the secondary school This article is the result of the reworking of a course held in some secondary school classes. The experimentation was aimed at the drafting of the summary, with particular attention to the different phases in its realization. During the preliminary phase, significant time was devoted to comprehension, a fundamental prerequisite for the transition to the writing of the summary. The model by Angela Ferrari and the Basel group was the main reference and theoretical guide, both during the comprehension and the writing phases; therefore, the authors paid particular attention to the reconstruction of the semantic architecture of the text, the segmentation in communicative units (Textual Movements) and linguistic re-elaboration, encouraging the identification of questions that could highlight the central ideas in the text and the connections for the construction of a coherent and cohesive summary.
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Faggioni, Maurizio P. "Il trapianto di gonadi: storia e attualità". Medicina e Morale 47, n. 1 (28 febbraio 1998): 15–46. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.840.

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Abstract (sommario):
L’articolo affronta il tema del trapianto di gonadi a partire dai primi tentativi tardo ottocenteschi sino agli sviluppi odierni, tenendo conto sia dell’aspetto biomedico sia di quello etico. Si prendono in esame due possibili situazioni, il trapianto finalizzato a ripristinare una ormonogenesi deficitaria e il trapianto finalizzato a ripristinare la fertilità, cercando sempre di riportare i problemi alla loro radice antropologica. Il primo tipo di trapianto, lecito in linea di principio, pone tuttavia delicati problemi riguardo alle possibili ripercussioni sulla personalità del trapiantato; il secondo non solo si configura come una variante sofisticata della fecondazione eterologa, ma determina in aggiunta una violazione dello spazio personale attraverso l’inserzione di informazione genetica estranea trasmissibile alla prole. Nella stessa prospettiva si esaminano infine anche le discusse questioni del trapianto di tessuti gonadici provenienti da feti abortiti e da cadaveri, mostrandone l’impraticabilità psicologica ed etica.
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Liberati, Paolo. "Il finanziamento delle regioni e degli enti locali: problemi e prospettive". QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, n. 1 (marzo 2011): 53–89. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-001003.

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Abstract (sommario):
Questo lavoro valuta la recente riforma del federalismo fiscale in Italia (L. 42/2009) in relazione a tre questioni. Primo, come finanziare un crescente volume di competenze locali con imposte proprie, con particolare riferimento alla fornitura di livelli minimi o essenziali di servizio (ad es., sanitŕ). Secondo, come risolvere il trade-off tra esigenze di efficienza nell'uso delle risorse e di compensazione degli squilibri territoriali. Terzo, se sia da privilegiare un rapporto diretto dei governi locali con lo Stato centrale o se compiti di finanziamento e perequazione dei comuni possano essere utilmente affidati alle regioni.
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Gelder, Michael G. "Which treatments are effective: an epidemiological perspective". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, n. 2 (agosto 1996): 108–13. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000405x.

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Abstract (sommario):
RIASSUNTOScopo - Descrivere alcuni problemi che possono emergere quando i risultati degli studi clinici controllati sono utilizzati acriticamente nella pratica clinica quotidiana e mostrare come una prospettiva epidemiologica faciliti l'identificazione di questi problemi. Metodo - Una rassegna degli studi clinici controllati per illustrare i problemi di: a) nascosta distorsione nella selezione dei casi, nei singoli trial; b) distorsione nella selezione degli studi inclusi nelle rassegne e nelle meta analisi. Risultati - È nota l'esistenza di molti tipi di distorsione nella selezione. In particolare, gli studi clinici con risultati negativi, a paritá di qualita scientifica, hanno minori probability di essere pubblicati su riviste a larga diffusione rispetto agli studi con risultati positivi. Conclusioni - Ci sono dei rischi nell'applicare, in modo acritico, i risultati dei trial alia pratica clinica. Tali rischi sono evitabili adottando una prospettiva epidemiologica e cercando trial clinici che siano rappresentativi dell'intera popolazione dei trial stessi. Il Cochrane Collaboration è stato fondato per minimizzare le deviazioni nelle rassegne e nelle meta analisi. Il primo Cochrane Centre on Schizophrenia è stato istituito ad Oxford ed altri sono previsti.
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Solvi, Daniele. "Verso un'edizione critica dell'Arbor vite crucifixe Iesu di Ubertino da Casale". Specula: Revista de Humanidades y Espiritualidad 1, n. 4 (19 settembre 2022): 59–85. http://dx.doi.org/10.46583/specula_2022.4.1080.

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Abstract (sommario):
L'Arbor vite crucifixe Iesu, vasta opera composta nel 1305 alla Verna dal francescano spirituale Ubertino da Casale, è uno dei più antichi, se non il primo esempio del fortunato genere bassomedievale della Vita Christi. Nonostante la sua importanza come fonte primaria dello spiritualismo francescano e delle pratiche di devozione del XIV-XV secolo, il testo accessibile solo nell'edizione incunabola del 1485. Il contributo sottolinea i rischi di una tale carenza ecdotica attraverso il caso della "Absorbeat", breve preghiera contenuta nell'Arbor e falsamente attribuita a Francesco d'Assisi a causa di un errore di trasmissione del testo. Offre inoltre, nell'ambito del progetto di edizione critica promosso dalla SISMEL, un primo affresco della tradizione manoscritta e dei principali problemi filologici sollevati dal testo. Viene riservata una particolare attenzione ai manoscritti di origine aragonese e, tra questi, al codice 88 della Biblioteca Capitolare di València.
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Mihaljcic, Rade. "Mljet kao bastina kotorske vlastele". Zbornik radova Vizantoloskog instituta, n. 41 (2004): 387–97. http://dx.doi.org/10.2298/zrvi0441387m.

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Abstract (sommario):
(italijanski) L'isola di Mljet, ehe si trovava all'interno dello stato dei Nemanji?, apparteneva, comunque, al Comune di Dubrovnik durante la seconda meta del XIV secolo. Prima l'isola era considerata corne patrimonio d?lia nobilt? di Kotor. Lo zar Uros il 10 aprile 1357 aveva concesso Mljet alla nobilt? di Kotor ossia a Basilio Barincelo Bivolicic e Trifone Michovic Bucic. Due settimane dopo in base ad una richiesta degli ambasciatori di Dubrovnik, lo zar Uros eman? un altro editto per Mljet. L'editto dello zar Uros alla nobilt? di Kotor ? stato tradotto all'inizio del XVII secolo nella lingua italiana dell'epoca. Questi documenti dello zar Uros sono stati pubblicati in raccolte famose di fonti original!. Ecco perch? ? strano ehe questi documenti non siano stati presi in considerazione da Branimir Gusic, Vinko Foretic e Ivo Dabelic, ehe hanno svolto ricerche dirette sul fatto come Mljet avesse cambiato il proprio signore supremo. I due nobili di Kotor non erano in grado di realizzare i diritti di patrimonio su Mljet. Con la cessione della penisola di Peljesac e di Ston al comune di Dubrovnik nel 1333, Stefan Dusan determine il successivo destino dell'isola. II governo serbo veniva ancora riconosciuto, ma i legami con 1'isola lontana diventavano sempre pi? rari e il controllo debole. L'abate del monastero benedettino di Mljet era sottoposto all'arcivescovo di Dubrovnik, mentre la popolazione dell'isola si sentiva parte integrata all'immediato entroterra ehe, dal 1333, si trovava nell'ambito del comune di Dubrovnik. Questi fattori dimostrano come Mljet appartenesse territorialmente, economicamente e religiosamente al comune di Dubrovnik, mentre politica, mente all? stato serbo. Dal momento dell'annessione di Peljesac e di Ston, gli abitanti di Dubrovnik hanno approfittato di ogni occasione per confermare la propria influenza su Mljet. II Comune, per?, non aveva fretta per estendere il proprio dominio sull'isola. Era solo una questione di tempo. II regno serbo era attraversato da lotte intestine per la successione, mentre attacchi esterai minacciavano le regioni vicine ai confini. D'altra parte, attendendo una conferma dei benefici per lo svolgimento d?lie proprie attivit? economiche in Serbia, il Comune espresse la propria fedelt? a Stefan Uros. Signore, Mljet ? il tuo regno, e non a casa sua abbiamo dei problemi, affermarono gli ambasciatori di Dubrovnik due settimane dopo ehe Mljet era diventata patrimonio della nobilt? di Kotor. Nel frattempo la situazione reale intravedeva una guerra tra il gran nobile serbo Vojislav Vojnovic e Dubrovnik. Attendendo un attacco a Peljesac e Ston, il Comune mobilit? 25 persone di Mljet e nel luglio 1361, la Grande Assemblea decise de accipiendo insulam Melite...et accipere totum ius sclavorum. Comunque nel complesso gioco diplomatico il comune si comport? corne se niente fosse successo. Con la pace di Onogost nel 1362, il Comune si impegno di restituire al signore di Kotor i territori presi. La rendita reale sull'isola Mljet, fu realizzata da Stefan Uros the anni pi? tardi. Nel maggio del 1366 a Mljet si menzion? il soldato del regno Maroje Milosevic. II governo locale a Mljet era organizzato nello stesso modo del governo locale interne. Il monastero benedettino di Santa Maria a Mljet aveva il proprio celnic come il monastero Decani. Pi? di 2 secoli dopo la scomparsa del governo serbo sull'isola, la questione di Mljet era ancora attuale. La stessa Repubblica di San Marco, ehe governava Kotor nel 1420, dimostr? un notevole interesse nei confront! di questi documenti della nobilt? di Kotor riguardanti 1'isola di Mljet.
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Valente, Ilaria, e Elena Fontanella. "Milano, margine ovest: una strategia per la riconnessione degli strati urbani". TERRITORIO, n. 59 (novembre 2011): 89–117. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059015.

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Abstract (sommario):
Nell'ambito del Laboratorio di Dottorato, le sperimentazioni progettuali hanno assunto come contesto i quartieri residenziali del primo e secondo dopoguerra collocati nel settore marginale compreso tra l'asse del Sempione e il Naviglio Grande con l'obiettivo di formulare strategie d'intervento in grado di lavorare a diverse scale e in grado di coinvolgere non solo lo spazio edificato, ma anche quello aperto e di relazione.
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Benetton, Maria. "Falsi problemi e necessità reali". Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza 28, n. 1 (3 giugno 2018): 3. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2011.209.

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Abstract (sommario):
Siamo certamente di fronte ad una crisi dell’economia e, come nelle famiglie, anche nella società si devono rifare i conti e decidere a quali priorità destinare le risorse. E sarà impossibile non discutere anche sulle risorse da destinare al personale sanitario cioè sui numeri (professionisti) che serviranno e che saremo in grado si pagare.
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Scafuto, Francesco, Giovanni Erra e Fortuna Procentese. "Costruire percorsi di partecipazione civica. L'esperienza in un Comune di Napoli". PSICOLOGIA DI COMUNITA', n. 2 (marzo 2012): 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002006.

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Abstract (sommario):
Il presente lavoro nasce dalla domanda di un Movimento di cittadini, che intende porsi come mediatore nel dialogo tra istituzione e cittadinanza. É stata sviluppata una cooperative inquiry, al fine sia di comprendere i punti di vista della comunità locale rispetto ad argomenti di interesse collettivo, sia nel contempo di stimolare la riflessione sulle possibili soluzioni da adottare per affrontare alcuni problemi politici, primo passo per una partecipazione attiva. I risultati sono stati discussi in un incontro pubblico con il sindaco della città. Risultati operativi sono stati la formazione di gruppi consultivi, che periodicamente presentano le loro richieste a rappresentanti della giunta comunale, e la creazione di un giornale locale, dove questo processo č reso visibile.
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Rossi Sciumè, Giovanna. "Problemi sociologici emergenti nel merito del dibattito sulla procreazione assistita". Medicina e Morale 42, n. 1 (28 febbraio 1993): 165–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1074.

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Abstract (sommario):
Il contributo si propone di analizzare sotto il profilo sociologico alcuni dei principali nodi problematici evidenziatisi in seguito alla diffusione delle tecniche di procreazione assistita. Il punto di partenza di questa analisi è costituito dal superamento della definizione strettamente medica della sterilità e della considerazione di tale fenomeno come "questione sociale totale", che coinvolge l'individuo nella sua interezza, vale a dire nella sua dimensione fisica, psichica, affettiva e relazionale. L'assunzione di tale prospettiva implica inevitabilmente un'attenta valutazione dell'impatto delle tecniche di procreazione assistita sulla specifica configurazione della famiglia e della coppia che a tali tecniche si rivolge; inoltre, la diffusione di queste procedure, che, come si può intuire, ha comportato un mutamento di segno problematico del significato della genitorialità, richiede, al fine di evitare un ripiegamento in senso puerocentrico e narcisistico della cultura familiare, la delineazione dei diritti di tutti i soggetti coinvolti nel procedimento di procreazione assistita - ed in primo luogo di quelli del bambino nato tramite queste tecniche - ed un leale confronto tra i diritti stessi.
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Reyneri, Emilio. "Great Resignation o Great Reshuffle? Un primo commento a Ciucciovino-Caravaggio". GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, n. 177 (agosto 2023): 241–45. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2023-177012.

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Abstract (sommario):
Il commento si concentra su quattro questioni. In primo luogo, si afferma che il comportamen-to delle persone nel mercato del lavoro può essere spiegato sia da un punto di vista culturale-psicologico, sia da un punto di vista socioeconomico. In secondo luogo, si sottolinea il fatto che troppe donne lasciano per sempre il lavoro quando hanno un figlio. In terzo luogo, si mo-stra che in Italia il numero di dimissioni potrebbe essere sovrastimato, in quanto alcuni lavora-tori passano da un'azienda a un'altra che sono diverse solo dal punto di vista giuridico. In quarto luogo, si auspica che una nuova collaborazione tra diritto del lavoro e socioeconomia possa affrontare problemi importanti come quelli del part-time involontario e dei lavori a tem-po determinato.
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Rossi Sciumè, Giovanna. "La procreazione assistita: significato e problemi di un nuovo modo di diventare genitori". Medicina e Morale 42, n. 6 (31 dicembre 1993): 1139–69. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1035.

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Abstract (sommario):
Il contributo, dopo aver preso in considerazione alcuni modelli sociologici utilizzabili ed utilizzati nell'osservazione critica e nell'interpretazione dell'attuazione delle tecniche di procreazione assistita, giunge a definire, sulla base dell'approccio personalista e relazionale, l'atto di generare un figlio come atto etico, in quanto inscritto nella relazione di coppia. Di conseguenza, nella valutazione morale ed etica del ricorso alle procedure di riproduzione assistita, non sembra più possibile eludere fondamentali interrogativi circa gli effetti dell'utilizzo di tali pratiche sui diritti di tutti i soggetti coinvolti (ed, in primo luogo, del bambino) e sulle relazioni tra gli stessi. A questo proposito, il contributo, attraverso l'analisi di recenti indagini empiriche, prende in esame l'impatto delle tecniche di procreazione assistita sulla relazione di coppia, sulla configurazione della famiglia e sul significato della genitorialità elaborato dalle coppie sterili che a tali tecniche si rivolgono, giungendo ad affermare sostanzialmente la non neutralità delle procedure di riproduzione assistita. L'ultima parte del contributo è dedicata all'approfondimento di alcuni nodi problematici specificamente connessi all'uso di pratiche eterologhe.
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