Letteratura scientifica selezionata sul tema "Lithic armatures"
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Articoli di riviste sul tema "Lithic armatures":
Robinson, Erick, Joris Sergant e Philippe Crombé. "Late Mesolithic Armature Variability in the Southern North Sea Basin: Implications for Forager-LinearbandkeramikContact Models of the Transition to Agriculture in Belgium and the Southern Netherlands". European Journal of Archaeology 16, n. 1 (2013): 3–20. http://dx.doi.org/10.1179/1461957112y.0000000022.
Araújo, Ana Cristina. "Changing the Perspective, Adapting the Scale: Macro- and Microlithic Technologies of the Early Mesolithic in the SW Iberian Peninsula". Open Archaeology 8, n. 1 (1 gennaio 2022): 873–91. http://dx.doi.org/10.1515/opar-2022-0248.
Riede, Felix, David N. Matzig, Miguel Biard, Philippe Crombé, Javier Fernández-Lopéz de Pablo, Federica Fontana, Daniel Groß et al. "A quantitative analysis of Final Palaeolithic/earliest Mesolithic cultural taxonomy and evolution in Europe". PLOS ONE 19, n. 3 (11 marzo 2024): e0299512. http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0299512.
Crombé, Philippe. "The ‘microliths’ from the Isles of Scilly and the continental Mesolithic: similar yet still so different". Antiquity 89, n. 346 (agosto 2015): 980–81. http://dx.doi.org/10.15184/aqy.2015.61.
Taipale, Noora, Laurent Chiotti e Veerle Rots. "Why did hunting weapon design change at Abri Pataud? Lithic use-wear data on armature use and hafting around 24,000–22,000 BP". PLOS ONE 17, n. 1 (14 gennaio 2022): e0262185. http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0262185.
Chevrier, Benoît, Laurent Lespez, Brice Lebrun, Aline Garnier, Chantal Tribolo, Michel Rasse, Guillaume Guérin et al. "New data on settlement and environment at the Pleistocene/Holocene boundary in Sudano-Sahelian West Africa: Interdisciplinary investigation at Fatandi V, Eastern Senegal". PLOS ONE 15, n. 12 (9 dicembre 2020): e0243129. http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0243129.
Hutchings, W. Karl. "Measuring use-related fracture velocity in lithic armatures to identify spears, javelins, darts, and arrows". Journal of Archaeological Science 38, n. 7 (luglio 2011): 1737–46. http://dx.doi.org/10.1016/j.jas.2011.03.005.
Defranould, Elsa, Sylvie Philibert e Thomas Perrin. "Evolutionary Dynamics of Armatures in Southern France in the Late Mesolithic and Early Neolithic". Open Archaeology 8, n. 1 (1 gennaio 2022): 905–24. http://dx.doi.org/10.1515/opar-2022-0261.
Hutchings, W. Karl. "Finding the Paleoindian spearthrower: quantitative evidence for mechanically-assisted propulsion of lithic armatures during the North American Paleoindian Period". Journal of Archaeological Science 55 (marzo 2015): 34–41. http://dx.doi.org/10.1016/j.jas.2014.12.019.
Gravel-Miguel, Claudine, John K. Murray, Benjamin J. Schoville, Colin D. Wren e Curtis W. Marean. "Exploring variability in lithic armature discard in the archaeological record". Journal of Human Evolution 155 (giugno 2021): 102981. http://dx.doi.org/10.1016/j.jhevol.2021.102981.
Tesi sul tema "Lithic armatures":
FASSER, NICOLÒ. "Lithic armatures manufacture during the Late Glacial and the beginning of the Early Holocene between North-Eastern Italy and South-Western France: production methods and techniques". Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2022. http://hdl.handle.net/11392/2488461.
Questa tesi di dottorato analizza le modalità di fabbricazione delle armature litiche durante il Tardoglaciale e l’inizio del primo Olocene in due aree specifiche: l’Italia nord-orientale e la Francia sud-occidentale. Fin dai primi studi della fine del XIX e l’inizio del XX secolo, la variabilità tipologica delle armature litiche dopo il Gravettiano ha permesso di stabilire una divisione culturale tra le regioni atlantico-occidentali e quelle mediterraneo-balcaniche. La prima ha visto il susseguirsi di diverse culture (Solutreano, Badegouliano, Maddaleniano, Aziliano e Laboriano), mentre la seconda è caratterizzata da una maggiore continuità culturale che ha portato allo sviluppo dell’Epigravettiano antico e recente. All’inizio dell’Olocene entrambe le aree studiate presentano evidenze riferibili al Sauveterriano. L’obiettivo di questo progetto di ricerca è di contribuire alla definizione del quadro culturale di queste due regioni è di verificare se a questa chiara diversità morfo-tipologica corrisponde una differenza nelle modalità di produzione e in particolare nella selezione dei supporti e nei metodi e nelle tecniche di ritocco. Per raggiungere questo obiettivo sono state analizzate le armature di due siti della Francia sud-occidentale e di quattro dell’Italia nord-orientale. Per l’area italiana sono stati selezionati siti dell’Epigravettiano recente e del Sauveterriano localizzati in Friuli e nelle Prealpi e Alpi venete datati tra la fine del Dryas antico (GS-2a) e l’inizio dell’Olocene (17.000-10.000 cal BP). Per quanto riguarda l’area francese, invece, abbiamo scelto due siti pluristratificati che coprono approssimativamente lo stesso arco cronologico di quelli italiani e si riferiscono al Magdaleniano superiore, all’Aziliano antico e recente e al Laboriano antico. Non è stato possibile analizzare armature riferibili al Laboriano recente e al Sauveterriano francese. Le armature sono state studiate tramite una metodologia appositamente elaborata. Quest’ultima si basa su due approcci complementari, uno sperimentale e uno tecnologico. Entrambi mirano a ricostruire l’insieme delle catene operative che portano alla produzione delle armature. Sono state realizzate tre principali sessioni sperimentali: la prima dedicata alle tecniche di ritocco, la seconda alla tecnica del microbulino e la terza all’identificazione di altre tecniche utili ad ottenere una fratturazione controllata del supporto. In seguito, il campione sperimentale è stato esaminato combinando un’analisi a basso e alto ingrandimento e un analisi quantitativa. Si è quindi elaborato un approccio integrato spesso utilizzato nell’ambito dell’analisi funzionale, ma raramente applicato per la ricostruzione delle modalità di fabbricazione di strumenti litici. L’applicazione di questa metodologia ha permesso di osservare la variabilità delle armature sotto una nuova luce. I risultati delle analisi effettuate indicano che nonostante le notevoli differenze da un punto di vista morfo-funzionale tra le armature delle due aree prese in esame, molteplici sono i punti in comune. Questi riguardano soprattutto le modalità di selezione dei supporti, i metodi e le tecniche di ritocco, che in diversi periodi del Tardoglaciale sembrano seguire un evoluzione simile. Sebbene i motivi di queste affinità tecnologiche potrebbero essere ricondotti alle dinamiche climatico-ambientali che colpiscono entrambe le regioni durante il Tardoglaciale e l’inizio dell’Olocene, la presenza degli stessi comportamenti tecnici su ampia scala non può che essere il risultato di un’importante rete di connessioni tra i gruppi umani delle regioni atlantico-occidentali e quelle mediterraneo-balcaniche.
Fasser, Nicolò. "Lithic armatures manufacture during the Late Glacial and the beginning of the Early Holocene between North-Eastern Italy and South-Western France : production methods and techniques". Electronic Thesis or Diss., Toulouse 2, 2022. http://www.theses.fr/2022TOU20016.
This Ph.D thesis focuses on manufacturing modalities of lithic armatures during the Late Glacial and the first part of the Early Holocene in two specific areas: North-Eastern Italy and South-Western France. These two regions and more generally the Western-Atlantic and Mediterranean-Balkan areas are characterized, after the Gravettian period, by a clear cultural separation. The aim of this project was to contribute to the definition of the cultural framework in these two regions trying to emphasise variations and/or continuity into each chrono-cultural sequence and possible common trends between the two analysed territories. To answer this question, armatures from six sites located in South-Western France and North-Eastern Italy have been analysed. For the Italian area we selected three Late Epigravettian sites, and a Sauveterrian one, spanning from the latest part of the Oldest Dryas (GS-2a) to the beginning of the Early Holocene. For the French area we choose two multi-layered sites referring to the Upper Magdalenian, Early and Late Azilian and Early Laborian. Armatures were examined by applying a specifically designed methodology. This is based on two complementary approaches, an experimental and a technological one. Both were aimed at reconstructing the whole chaîne opératoire of armatures manufacture, from blanks selection to retouch methods and techniques. The latter were identified by combining a low and high magnifications analysis and a quantitative approach creating a new protocol for the study of lithic backed armatures. Applying this type of analysis allowed observing the variability of Late Glacial armatures in a new light. Despite the considerable morpho-functional divergences among armatures from the two territories analysed, common transformations concerning blanks selection and both retouch methods and techniques were recorded, suggesting the presence of important social networks linking Eastern and Western societies across time
Questa tesi di dottorato si concentra sulle modalità di fabbricazione delle armature litiche durante il Tardoglaciale e l’inizio del primo Olocene in due aree specifiche: l’Italia nord-orientale e la Francia sud-occidentale. Fin dai primi studi della fine del XIX e l’inizio del XX secolo, la variabilità tipologica delle armature litiche dopo il Gravettiano ha permesso di stabilire una divisione culturale tra le regioni atlantico-occidentali e quelle mediterraneo-balcaniche. La prima ha visto il susseguirsi di diverse culture (Solutreano, Badegouliano, Maddaleniano, Aziliano e Laboriano), mentre la seconda è caratterizzata da una maggiore continuità culturale che ha portato allo sviluppo dell’Epigravettiano antico e recente. All’inizio dell’Olocene entrambe le aree studiate presentano evidenze riferibili al Sauveterriano.L’obiettivo di questo progetto di ricerca è di contribuire alla definizione del quadro culturale di queste due regioni è di verificare se a questa chiara diversità morfo-tipologica corrisponde una differenza nelle modalità di produzione e in particolare nella selezione dei supporti, nei metodi e nelle tecniche di ritocco. Per raggiungere tale obiettivo sono state analizzate le armature di due siti della Francia sud-occidentale e di quattro dell’Italia nord-orientale. Per l’area italiana sono stati selezionati siti dell’Epigravettiano recente e del Sauveterriano localizzati in Friuli e nelle Prealpi e Alpi venete datati tra la fine del Dryas antico (GS-2a) e l’inizio dell’Olocene (17.000-10.000 cal BP). Per quanto riguarda l’area francese, invece, abbiamo scelto due siti pluristratificati che coprono approssimativamente lo stesso arco cronologico di quelli italiani e si riferiscono al Magdaleniano superiore, all’Aziliano antico e recente e al Laboriano antico. Non è stato possibile analizzare armature riferibili al Laboriano recente e al Sauveterriano francese.Le armature sono state studiate tramite una metodologia appositamente elaborata. Quest’ultima si basa su due approcci complementari, uno sperimentale e uno tecnologico. Entrambi mirano a ricostruire l’insieme delle catene operative che portano alla produzione delle armature. Sono state realizzate tre principali sessioni sperimentali: la prima è stata dedicata alle tecniche di ritocco, la seconda alla tecnica del microbulino e la terza all’identificazione di altre tecniche utili ad ottenere una fratturazione controllata del supporto. In seguito, il campione sperimentale è stato esaminato combinando un’analisi a basso e alto ingrandimento e un analisi quantitativa. Si è quindi elaborato un approccio integrato spesso utilizzato nell’ambito dell’analisi funzionale, ma raramente applicato per la ricostruzione delle modalità di fabbricazione di strumenti litici.L’applicazione di questa metodologia ha permesso di osservare la variabilità delle armature sotto una nuova luce. I risultati delle analisi effettuate indicano che nonostante le notevoli differenze da un punto di vista morfo-funzionale tra le armature delle due aree prese in esame, molteplici sono i punti in comune. Questi riguardano soprattutto le modalità di selezione dei 3 supporti, i metodi e le tecniche di ritocco, che in diversi periodi del Tardoglaciale sembrano seguire un trend simile. Sebbene i motivi di queste affinità tecnologiche potrebbero essere ricondotti alle dinamiche climatico-ambientali che colpiscono entrambe le regioni durante il Tardoglaciale e l’inizio dell’Olocene, la presenza degli stessi comportamenti tecnici su ampia scala non può che essere il risultato di un’importante rete di connessioni tra gruppi umani appartenenti a diverse culture
Sécher, Anthony. "Traditions techniques et paléogéographie du Magdalénien moyen ancien dans le Sud-Ouest de la France (19000-17500 cal.BP) : des groupes humains à plusieurs visages ?" Electronic Thesis or Diss., Bordeaux, 2017. http://www.theses.fr/2017BORD0796.
The data acquired within the framework of the MAGDATIS RNA for the period 19-18 Ky calBP allow us to raise a certain number of questions concerning the establishment of the Classic Magdalenian in southwestern France. In addition, numerous C14 dating results offer a new and more precise framework for this period, synchronous with the beginning of the Heinrich 1 climatic event and its consequences on the environment (landscapes and availability of game). At the same time, this period is marked by important social and symbolic transformations visible in different registers: richly endowed primary burials, parietal sculptures, development of human and sexual figuration, recomposition of lithic and bone equipment. The objective of this thesis is to compare technical and economic behaviors based on the examination of lithic series from the Early Middle Magdalenian (19-18 Ky calBP) with these changes in order to infer about the societal transformations of hunter-gatherer groups during this pivotal period. Several lithic series are available to carry out this project within the framework of taphonomic analyses (digitization of the St Germain or Roc de Marcamps notebooks available). A revision of the series from Marcamps, St Germain, Moulin Neuf, Combe Cullier, Petit Cloup Barrat layer 3, but also the contribution of new excavations (Laa2 and Ste Colome in Béarn) will allow us to apprehend the early Middle Magdalenian period in a new light. The geographical area is limited to southwestern France and centered on the Atlantic coast, thus also contributing to reflections on the settlement, territories and social interactions developed by these groups
Hutchings, Wallace Karl. "The Paleoindian fluted point, dart or spear armature? : the identification of Paleoindian delivery technology through the analysis of lithic fracture velocity". Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1997. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk3/ftp04/nq24316.pdf.
Capitoli di libri sul tema "Lithic armatures":
Pettitt, Paul B. "Cultural Context and Form of Some of the Creswell Images: An Interpretative Model". In Palaeolithic Cave Art at Creswell Crags in European Context. Oxford University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780199299171.003.0013.