Tesi sul tema "Il Politico"

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Di, Girolamo Annarita Silvia <1982&gt. "Atto politico e motivazione politica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3981/1/Di_Girolamo_Annarita_Silvia__Tesi.pdf.

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Abstract (sommario):
Scopo dell’elaborato risulta l’analisi del rapporto tra atto politico e motivazione politica. Partendo da una ricostruzione storica, l’obiettivo del lavoro è mettere in luce i profili problematici ed i riflessi che l’atto politico – tema apparentemente sopito tanto a livello dottrinale, quanto giurisprudenziale - ricomincia, soprattutto grazie a un certo numero di recenti pronunce dei giudici amministrativi, ad avere, fornendo nuovi spunti di riflessione. Proprio questa nuova tendenza giurisprudenziale, diventa l’oggetto di analisi del terzo capitolo. In esso si esamina il repertorio di casistica giurisprudenziale in materia di atti di alta amministrazione. In breve, tale capitolo viene orientato all’esame di tutte quelle tipologie di atti emergenti dalla valutazione caso per caso effettuata dalla giurisprudenza che, nel tempo, sono state fatte rientrare nel novero degli atti di alta amministrazione, al fine di mettere in evidenza la necessità di un riequilibrio della categoria dell’atto di alta amministrazione, che ormai sembra non apparire più rispondente alla ratio della sua previsione, verso l’emersione di una nuova categoria: il provvedimento amministrativo a motivazione politica. In particolare, si sostiene come non si possano ritenere rientranti tra gli atti di alta amministrazione quegli atti a carattere puntuale a motivazione politica, cioè sorretti da ragioni di fiduciarietà politica, quali, ad esempio, le nomine di carattere fiduciario, strettamente informate dalla contingenza politica. Evidentemente, se tale base giustificativa costituisce la ratio sottesa alla legittimità di tali nomine, non si comprende la ragione per cui l’atto di revoca degli incarichi derivanti da tali nomine sia sottoposto ad un sindacato di ragionevolezza cui sfugge la nomina stessa da cui origina. Ed allora non può non ammettersi che anche l’atto di revoca possa essere sorretto da una motivazione politica perché, altrimenti, perderebbe ragione d’essere anche la nomina stessa. La corrispondenza di disciplina tra nomina e revoca si renderebbe necessaria in quanto, in caso contrario, risulterebbero vanificate fin dall’inizio le esigenze garantiste da assicurare ai singoli e si rischierebbe di bloccare il corretto esercizio della funzione di governo. Si propone, allora, la prospettazione della nuova categoria del provvedimento amministrativo a motivazione politica come quella categoria che, contraddistinta dal carattere della fiduciarietà, venga in soccorso agli organi politici per un recupero effettivo del loro ruolo senza impingere con le esigenze di tutela dei singoli. L’ultimo capitolo della tesi, quindi, si incentra su “Il provvedimento a motivazione politica: una nuova categoria della politicità”. Si tenta di ricostruirne il particolare regime di disciplina, mettendo in evidenza i limiti e le deroghe alle previsioni della l. n. 241/1990, nonchè la peculiarietà di ritenere integrato il requisito della motivazione nella forma del “venir meno della fiducia”. Scopo dell’ultima parte del lavoro diviene, quindi, quello di comprendere quale volto assume la politicità degli atti nell’ordinamento contemporaneo. Si ipotizzano, infatti, tre facce della politicità degli atti, dislocate su tre diversi livelli: atto politico, atto di alta amministrazione e provvedimento amministrativo a motivazione politica.
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Di, Girolamo Annarita Silvia <1982&gt. "Atto politico e motivazione politica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3981/.

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Abstract (sommario):
Scopo dell’elaborato risulta l’analisi del rapporto tra atto politico e motivazione politica. Partendo da una ricostruzione storica, l’obiettivo del lavoro è mettere in luce i profili problematici ed i riflessi che l’atto politico – tema apparentemente sopito tanto a livello dottrinale, quanto giurisprudenziale - ricomincia, soprattutto grazie a un certo numero di recenti pronunce dei giudici amministrativi, ad avere, fornendo nuovi spunti di riflessione. Proprio questa nuova tendenza giurisprudenziale, diventa l’oggetto di analisi del terzo capitolo. In esso si esamina il repertorio di casistica giurisprudenziale in materia di atti di alta amministrazione. In breve, tale capitolo viene orientato all’esame di tutte quelle tipologie di atti emergenti dalla valutazione caso per caso effettuata dalla giurisprudenza che, nel tempo, sono state fatte rientrare nel novero degli atti di alta amministrazione, al fine di mettere in evidenza la necessità di un riequilibrio della categoria dell’atto di alta amministrazione, che ormai sembra non apparire più rispondente alla ratio della sua previsione, verso l’emersione di una nuova categoria: il provvedimento amministrativo a motivazione politica. In particolare, si sostiene come non si possano ritenere rientranti tra gli atti di alta amministrazione quegli atti a carattere puntuale a motivazione politica, cioè sorretti da ragioni di fiduciarietà politica, quali, ad esempio, le nomine di carattere fiduciario, strettamente informate dalla contingenza politica. Evidentemente, se tale base giustificativa costituisce la ratio sottesa alla legittimità di tali nomine, non si comprende la ragione per cui l’atto di revoca degli incarichi derivanti da tali nomine sia sottoposto ad un sindacato di ragionevolezza cui sfugge la nomina stessa da cui origina. Ed allora non può non ammettersi che anche l’atto di revoca possa essere sorretto da una motivazione politica perché, altrimenti, perderebbe ragione d’essere anche la nomina stessa. La corrispondenza di disciplina tra nomina e revoca si renderebbe necessaria in quanto, in caso contrario, risulterebbero vanificate fin dall’inizio le esigenze garantiste da assicurare ai singoli e si rischierebbe di bloccare il corretto esercizio della funzione di governo. Si propone, allora, la prospettazione della nuova categoria del provvedimento amministrativo a motivazione politica come quella categoria che, contraddistinta dal carattere della fiduciarietà, venga in soccorso agli organi politici per un recupero effettivo del loro ruolo senza impingere con le esigenze di tutela dei singoli. L’ultimo capitolo della tesi, quindi, si incentra su “Il provvedimento a motivazione politica: una nuova categoria della politicità”. Si tenta di ricostruirne il particolare regime di disciplina, mettendo in evidenza i limiti e le deroghe alle previsioni della l. n. 241/1990, nonchè la peculiarietà di ritenere integrato il requisito della motivazione nella forma del “venir meno della fiducia”. Scopo dell’ultima parte del lavoro diviene, quindi, quello di comprendere quale volto assume la politicità degli atti nell’ordinamento contemporaneo. Si ipotizzano, infatti, tre facce della politicità degli atti, dislocate su tre diversi livelli: atto politico, atto di alta amministrazione e provvedimento amministrativo a motivazione politica.
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Macpherson, Sandra. "A "Politic well-wrought veil" : Edmund Burke's politico- aesthetic". Thesis, McGill University, 1990. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=60059.

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Abstract (sommario):
The purpose of this thesis is to demonstrate the aesthetic strategy of the political philosophy of Edmund Burke, by considering the relation between the "artificial infinite" of the Enquiry Into our Ideas of the Sublime and Beautiful, and the "immemorial custom" of the Reflections on the Revolution in France. The argument addresses misreadings of Burke found in recent critical theories on the "aestheticism" of "bourgeois ideology."
The thesis shows that the demotion of the sublime in favour of the beautiful which is considered by these critics to be characteristic of bourgeois aestheticism, does not happen in Burke's aesthetics. It also shows that the "naturalism" of bourgeois ideology is contradicted by the strategic artificiality of Burke's politico-aesthetic. Insofar as the ideologue seeks to resolve the contingent aspects of language and history, Burke cannot be considered an ideological thinker. Rather, Burke's political philosophy consistently fails to provide the coalescence of subjective and universal which is required for ideology. Finally, the irreconcilable contingency of Burke's view of political experience shows that his conservatism is not, as his critics would have it, static and unchanging.
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FASULO, FILIPPO. "Potere e governo in Cina: l'idea di potere come fondamento del sistema politico". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2466.

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Abstract (sommario):
L’obiettivo di questa tesi è comprendere il sistema politico cinese. Tale intendimento è perseguito attraverso la definizione di uno schema interpretativo fondato sull’idea di potere. In questa tesi si assume che l’idea di potere sia funzionale alla definizione della forma di governo e viene analizzata l’evoluzione del sistema politico cinese attraverso modifiche dell’idea di potere. Il Potere è inteso come potere di governare e l’idea di potere viene definita sulla base di sei elementi comparabili: sovranità, esercizio, legittimità, obiettivo, limite e confine. Lo schema così delineato viene poi applicato alle principali teorie politiche cinesi con l’obiettivo di individuarne continuità e discontinuità. Pertanto le domande di ricerca vertono su quale sia l’idea di potere in Cina e quale sia la sua variazione diacronica. Infine vengono analizzati i risultati dell’applicazione dello schema interpretativo per comprendere l’attuale sistema politico. L’attenzione è rivolta soprattutto agli elementi del pluralismo, della relazione fra popolo ed esercizio di governo e sullo stato. Elemento centrale è il ruolo del pluralismo valoriale in rapporto al sistema politico.
The aim of this dissertation is to understand Chinese political system. This task is pursued trough the development of an interpretative schema based on the idea of power. This dissertation assumes the idea of power is functional in shaping the form of government and tries to analyze the evolution of Chinese political system via changes within the idea of power. Power is intended as power to govern and the idea of power is set trough six comparable items: sovereignty, exercise, objective, legitimacy, limit and border. This schema is then applied to China’s main political philosophy in order to trace continuities and discontinuities. Therefore Research questions are what the idea of power is and what its evolution was. Finally this dissertation analyzes outcomes from interpretative schema’s application to understand current political system. This dissertation focuses mainly on the element of pluralism, relation between the people and the exercise of the government and the state. This dissertation concentrates on the role of value pluralism in relation to the political system.
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FASULO, FILIPPO. "Potere e governo in Cina: l'idea di potere come fondamento del sistema politico". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2466.

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Abstract (sommario):
L’obiettivo di questa tesi è comprendere il sistema politico cinese. Tale intendimento è perseguito attraverso la definizione di uno schema interpretativo fondato sull’idea di potere. In questa tesi si assume che l’idea di potere sia funzionale alla definizione della forma di governo e viene analizzata l’evoluzione del sistema politico cinese attraverso modifiche dell’idea di potere. Il Potere è inteso come potere di governare e l’idea di potere viene definita sulla base di sei elementi comparabili: sovranità, esercizio, legittimità, obiettivo, limite e confine. Lo schema così delineato viene poi applicato alle principali teorie politiche cinesi con l’obiettivo di individuarne continuità e discontinuità. Pertanto le domande di ricerca vertono su quale sia l’idea di potere in Cina e quale sia la sua variazione diacronica. Infine vengono analizzati i risultati dell’applicazione dello schema interpretativo per comprendere l’attuale sistema politico. L’attenzione è rivolta soprattutto agli elementi del pluralismo, della relazione fra popolo ed esercizio di governo e sullo stato. Elemento centrale è il ruolo del pluralismo valoriale in rapporto al sistema politico.
The aim of this dissertation is to understand Chinese political system. This task is pursued trough the development of an interpretative schema based on the idea of power. This dissertation assumes the idea of power is functional in shaping the form of government and tries to analyze the evolution of Chinese political system via changes within the idea of power. Power is intended as power to govern and the idea of power is set trough six comparable items: sovereignty, exercise, objective, legitimacy, limit and border. This schema is then applied to China’s main political philosophy in order to trace continuities and discontinuities. Therefore Research questions are what the idea of power is and what its evolution was. Finally this dissertation analyzes outcomes from interpretative schema’s application to understand current political system. This dissertation focuses mainly on the element of pluralism, relation between the people and the exercise of the government and the state. This dissertation concentrates on the role of value pluralism in relation to the political system.
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Silva, Valdir Alvim da. "Poder politico e politicas publicas: inventario politico do poder oligarquico em Santa Catarina uma historia de dominação de classe". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 1996. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/76518.

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Abstract (sommario):
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Socio Economico, 1996
Made available in DSpace on 2012-10-16T11:05:58Z (GMT). No. of bitstreams: 0Bitstream added on 2016-01-08T20:33:01Z : No. of bitstreams: 1 104332.pdf: 8907901 bytes, checksum: 6d32258aec6a6997243a0d4fe701694f (MD5)
Este trabalho constitui num estudo exploratório para se conhecer melhor as coisas de Santa Catarina. Assim, o Estado é analisado aqui sob a forma de um espaço de organização e controle do poder político desenvolvido por indivíduos organizados, numa ação de classe, como bloco no poder, expressão real do poder político. Indivíduos que possuem uma trajetória política pelas estruturas do Estado e exercem um papel histórico para a consolidação das transformações da própria estrutura, conformando os elementos do poder político de classe.
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Odello, Laura. "Scritture del politico". Paris 3, 2007. http://www.theses.fr/2007PA030024.

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Abstract (sommario):
La thèse s’organise en deux volets :1. Le sujet souverain défini comme ipséité se constitue dans l’effacement fantasmatique de l’altérité qui loge en son cœur. Depuis ses premiers ouvrages analysant l’autoaffection vocale comme condition de la conscience de soi, Jacques Derrida n’a cessé d’œuvrer à un décentrement radical de cette autoposition souveraine du « je peux ». Il ne saurait donc être question de « tournant » dans sa pensée, même si ses écrits tardifs se consacrent plus explicitement à des questions juridico-politiques, en déconstruisant toutes les figures de la responsabilité qui sont liées à l’autonomie de l’ipse. Dissocier souveraineté et inconditionnalité, tel est l’enjeu d’une messianicité sans messianisme, pure structure d’attente exposée à la venue de l’événement. 2. De 1999 à 2001, la peine de mort a constitué le thème central du séminaire de Jacques Derrida. Or, la question de la peine de mort, scandée par l’histoire des déclarations internationales qui tentent d’en proclamer l’abolition sans y parvenir de façon inconditionnelle, se confond largement avec celle de la souveraineté en déconstruction, entre ses survivances dans des formes état-nationales et ses transformations en cours. Par ailleurs, la raison philosophique, dans son architectonique, semble être structurellement vouée à soutenir l’« échafaudage de l’échafaud », dont la critique, historiquement, se produit du côté de la littérature. Aussi, au fil des argumentations abolitionnistes d’Albert Camus ou de Victor Hugo, la réflexion se porte-t-elle, d’une part, sur la responsabilité de la littérature une hyper(ir)responsabilité qui lie l’espace littéraire à la démocratie à venir – et, d’autre part, sur la dimension méta-performative comme au-delà de la souveraineté même. L’enjeu de la déconstruction est et a toujours été la désobéissance du texte ou de la trace. Il y va, en somme, des écritures du politique
The thesis is divided into two parts :1. The sovereign subject, defined as ipseity, is constituted in the phantasmal erasure of otherness that inhabits its heart. Jacques Derrida, beginning with his earliest work — the texts that analyze vocal autoaffection as a condition of consciousness of the self — never ceased to elaborate a radical decentering of the sovereign autoposition of the “I can”. Thus there is no “turn” in his thought, even if his late work, devoted more explicitly to juridico-political questions, deconstructs the figures of responsibility that are tied to the autonomy of the ipse. Dissociating sovereignty and unconditionality leads to a messianicity without messianism, defined as a pure structure of expectation open to the occurrence of the event. 2. From 1999 to 2001, the central topic of Jacques Derrida’s seminar was death penalty. The question of capital punishment, as evidenced by the history of the universal declarations that have attempted to proclaim its abolition, though not without conditions, is generally related to the question of state sovereignty now in the process of deconstruction — moving between what is left of the forms of the nation-state and their progressive transformations. Furthermore, philosophical reason, in its architectonics, appears to be structurally devoted to sustaining the “scaffolding of the scaffold”, of which the critique, historically, has been carried out in literary works. So, following the course of the abolitionist arguments of Albert Camus or Victor Hugo, the thesis focuses, on the one hand, on the responsibility of literature — a hyper(ir)responsability that links literary space to the democracy to come – and, on the other, on the meta-performative dimension as beyond sovereignty itself. Deconstruction is, and has always been, concerned with the disobedience of the text, or of the trace. With the writings of the political, in sum
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Trolese, Elena <1987&gt. "Antonio politico comunicatore". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3636.

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Pigozzo, Chiara Alice. "Derrida filosofo politico". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421708.

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Abstract (sommario):
The task of this work is to prove that the Derrida’s deconstructionism is permeated by many philosophical, ethical and political implications. In order to understand the reasons why it is possible to consider Derrida as a “political philosopher”, I firstly try to see in which sense his deconstructive thought consists in questioning the western philosophical tradition. Derrida affirms that it is characterized by “Phonologocentrism” and, from the political point of view, by “Fallogocentrism” and “Ipsocentrism”. The crucial point of our researches concerns the idea that Deconstruction does not represent a negative, nihilistic and irresponsible theoretical operation. On the contrary, it historically corresponds to the “course of things”, it assumes the shape of an “event” and it constitutes an assumption of responsibility towards that same event. Thanks to Deconstruction we can obtain many concepts (i.e. Democracy “to come”, Justice beyond Right, and Messianic without Messianism) that are able to “overcome” the global political crisis by relaunching a new political conceptuality, and the identification of a new international subject (Europe “to come”) which is able to work with this deconstructed conceptuality. Derrida also engages an interesting debate with two great thinkers of the political crisis: W. Benjamin and C. Schmitt. Finally, the deconstruction is able to give a punctual interpretation of the most representative event of our time: September 11th, 2001.
In questo lavoro di ricerca s’intende mostrare come il decostruzionismo derridiano costituisca un tentativo filosofico forte, carico d’implicazioni etico-politiche. Per capire in che senso Derrida possa essere definito un “filosofo politico”, si approfondisce il modo in cui la decostruzione opera una messa in questione della tradizione filosofica occidentale che il Nostro interpreta in termini di fonologocentrismo, nonché, dal punto di vista politico, in termini di fallogocentrismo e ipsocentrismo. Il punto cruciale dell’interpretazione verte sull’idea che la decostruzione non rappresenti un’operazione negativa, nichilistica e irresponsabile; al contrario, essa corrisponderebbe al corso delle cose, ovvero coinciderebbe con una forma di avvenimento e con un’assunzione di responsabilità nei confronti di ciò che accade. In particolare, grazie alla decostruzione, emergerebbero concetti chiave (democrazia “a venire”, giustizia al di là del diritto, e messianico senza messianismo) per il “superamento” della crisi della concettualità politica moderna, e sarebbe possibile individuare un nuovo soggetto sulla scena internazionale (l’Europa “a venire”) in grado di effettuare un rilancio del politico in dissoluzione. In questo lavoro si mostra inoltre come Derrida ingaggi un serrato confronto con alcuni dei più illustri (anche se per molti aspetti distanti) pensatori politici della crisi del politico: Carl Schmitt e Walter Benjamin, e infine come il decostruzionismo derridiano sia in grado di fornire un’efficace interpretazione di quello che è considerato l’evento capitale della contemporaneità, l’11 settembre.
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Santin, Caterina <1989&gt. "Asilo Politico in Israele". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5516.

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Abstract (sommario):
La tesi qui presentata si propone di analizzare il sistema di asilo politico israeliano. Il fenomeno verrà studiato a partire da una contestualizzazione storica e politica che permetterà di inquadrare la situazione in cui nasce lo Stato di Israele, focalizzando l'attenzione in particolare sull'ideologia sionista che lo caratterizza e sulle teorie etnocentriche su cui è fondato. Seguirà un'indagine relativa al sistema migratorio israeliano, differenziato fra immigrazione ebraica e non ebraica, per passare poi ad esaminare in che modo Israele sia impegnato sul piano internazionale per quanto riguarda i rifugiati e richiedenti asilo. Il lavoro continuerà quindi con l'analisi dei casi di asilo politico che si sono presentati in Israele nei suoi primi cinquant'anni di vita. La seconda sezione del lavoro sarà invece dedicata agli anni più recenti: si vedrà innanzitutto come sia cambiata la situazione e quali siano le ragioni che hanno causato tale mutamento, nonché le novità in campo normativo, dovute al forte incremento di arrivi. La ricerca continuerà seguendo il percorso attuale di una richiesta di asilo: come viene presentata, esaminata e infine valutata una domanda. Nel terzo capitolo ci si soffermerà su quelle organizzazioni e movimenti che si occupano di richiedenti asilo e rifugiati in Israele, provando a capire chi sono, come e dove operano. Innanzitutto, verrà presentato l'UNHCR, agenzia delle Nazioni Unite; seguiranno poi diverse ONG, associazioni di vario tipo e altri movimenti attivi per la tutela dei rifugiati, mettendo particolarmente in rilievo come la popolazione stessa si sia attivata nel tempo, dando vita a molteplici forme di solidarietà. Ampio spazio sarà dato poi alla presentazione di coloro che costituiscono oggi i maggiori gruppi di richiedenti asilo, analizzandone l'origine, la storia, le motivazioni e lo svolgimento del viaggio, l'arrivo e le condizioni in cui versano una volta giunti in Israele. Per concludere, uno sguardo alle espressioni di razzismo e violenza che si sono registrate in Israele nell’ultimo periodo: da un lato, le reazioni negative della società all’incremento di arrivi di rifugiati e richiedenti asilo; dall’altro, la campagna xenofoba attuata da figure politiche, da autorità religiose, dai media, che ha contribuito ad incitare i cittadini contro la popolazione immigrata.
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FREGA, SIMONE. "Sistema politico e corruzione". Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1057981.

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Abstract (sommario):
The dissertation analyzes the phenomenon of political corruption in the Italian legal system. The first chapter deals with the origin of parties, their provisions in the Italian Constitution and the possibilities to regulate the internal democracy of these particular social formation. The second chapter focuses on the relationship between the corruption scandals in the Italian political context and the insufficient legislative interventions concerning political parties. In the third chapter and in the conclusion, the attention is oriented on the measures to contrast corruption on a national and international level and, consequently, on the possible regulatory interventions that Italy would need to contain political corruption.
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Guena, Mustapha. "Les modèles politico-économiques". Paris 10, 1993. http://www.theses.fr/1993PA100114.

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Abstract (sommario):
L'objet de cette thèse est l'interaction entre l'économique et le politique. Cette thèse s'articule en trois parties: la première partie porte sur l'aspect statistique; la deuxième partie se consacre à l'incidence du politique sur l'économique; la troisième partie se consacre à l'incidence de l'économique sur le politique
This thesis examines the interaction between economics and politics. This thesis contains three parts: the first part is statistical, the second part investigates the impact of politics on economics, the third part investigates the impact of economics on politics
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Perotti, Ivane Laurete. "Uma tipologia do discurso de humor (o politico do humor e o humor politico)". Florianópolis, SC, 1995. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/76297.

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Abstract (sommario):
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão
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Propõe-se uma leitura de textos humorísticos sob a ótica da Análise do Discurso, recortando-se "tipos" de humor e propondo uma leitura das características do humor político. Tematizam-se questões basilares da Análise do Discurso que estruturam teoricamente o trabalho, expondo reflexões sobre o riso e o risível, e os diferentes processos possivelmente causadores do riso. Discute-se a possibilidade de constituição dos textos de humor numa perspectiva de jogo e de colagem de "scripts" numa operação que mobiliza diversos níveis lingüísticos - com destaque ao papel da metáfora.
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Quaresma, Monica dos Santos. "O salvacionismo na Bahia : o politico e a politica em J.J.Seabra (1912-1916)". [s.n.], 1999. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/281482.

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Abstract (sommario):
Orientador: Vavy Pacheco Borges
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-07-25T02:22:32Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Quaresma_MonicadosSantos_M.pdf: 5776772 bytes, checksum: 986addc46d5d00c45a27d3cc45adb34e (MD5) Previous issue date: 1999
Resumo: Não informado
Abstract: During the old Republic, in special between 1910 to 1914, the states had, for several times to face the federal intervention. In this confuse period the relations between the states and federal goverment the brasilian historiography called it "National Salvations". It had the objective to conceive of the oligarchical groups that were settled in the goverments and substitute then by the sal vationist goverments, mili tary in nost of the time. In Bahia the sal vationist , theme of this reserch, happened during the period when J. J. Seabra was the network of roads Minister and candidate to the goverment. But in Bahia the salvationist project was na exection among the states that had interventions too, because it wasn't antioligarchy and lither a simple alternation of groups in states goverment, it was one of the most violent, and began in 10/01/12 when Salvador had contingent military ocupation. Another particulary in this case was that the oligarchical reaction, the return of elites, deposed by salvations didn't happened in Bahia. It was a resul t of the. forro how was configureted the states goverment of J. J. Seabra elected immediately after the intervention. This reserch had na obj ecti ve to discuss the salvacionism in Bahia, its principal repercutions, and part of the bombardment of 1912, memory associated to Seabra's government ( 1912 to 1916 ).
Mestrado
Mestre em História
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Russo, Vanda Sauhi. "Partido politico como referencia politica das mulheres : uma tentativa de analise de dados". [s.n.], 1999. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/252601.

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Abstract (sommario):
Orientador: Lucia Avelar
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-07-25T23:51:34Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Russo_VandaSauhi_M.pdf: 9445735 bytes, checksum: d1412a51496f7940dfa30815fb3b3a9a (MD5) Previous issue date: 1999
Resumo: A participação potítica das mulheres e a sua relação com os partidos políticos foram objeto do presente estudo. foi reaUzada uma pesquisa _ica objetivando a recuperação histórica dos fatores sociais e políticos que impediram por séculos a participação política feminina, assim como suas lutas a partir do final do século passado pelo direito à cidadania, tendo como primeira conquista o sufrágio feminino. A luta pela conquista dos espaços públicos tem sido contínua, sendo que no Brasil, intensificou-se a partir dos anos 70, quando grandes contingentes de mulheres ingressam no mercado de trabalho e na década de 80, quando começam, ainda que em minoria, a assumir postos de direção e a candidatar-se a cargos eletivos para os poderes legislativo e executivo, elegendo-se como chefes de Executivos e parlamentares a nível federal, estadual e municipal. Contudo, a atuação parlamentar feminina é marcada pelos modelos de participação política, como também pelos partidos políticos em que estão inseridas, o que pudemos constatar através de coleta de material empírico entre parlamentares municipais, estaduais e federais e de análise documental nos arquivos da Câmara Federal
Abstract: Women's political participation and its relation to the política I parties were the object of this present study. A theoretical research was accomplished in order to recuperate the social and political historical factors that along the centuries prevented the females from political participation as well as to document their fights since the beginning of the last century for their citizenship rights, having as a first victory the feminine suffrage. The fight for conquering public interests has been continuous, and here in Brazil it has intensified in the seventies when large women contingent entered in the labor market, and in the eighties, when they started, even if in minority, assuming controlling positions and running for both legislative and executive branches and taking office as parliament and executive heads at Federal, State and Municipal levels. However, the feminine parliamentarian performance is marked by the models of political participation, as well as by the política I parties in which they are involved, as we could verify through the empirical material collected from the members of the Municipal, State and Federal parliaments and through the analysis of the documents filed at the Federal Chamber of Deputies
Mestrado
Mestre em Educação
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Di, Giovanni Antonino Maria Marco. "Gaetano Salvemini storico e politico. La riflessione sulla storia e la prassi politica". Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1208.

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Abstract (sommario):
Un lavoro su Gaetano Salvemini deve necessariamente fare i conti, oltre che con la statura del personaggio e la vastità dell opera, anche con la rilevante letteratura che la sua figura ha saputo stimolare. I testi di Salvemini hanno sempre sollevato intensi dibattiti, indicando uno stile di pensiero, un metodo, e creando soprattutto un seguito e un influenza ancora oggi non sufficientemente riconosciuta in tutta la sua portata. È noto che dei suoi molti allievi alcuni raggiunsero una tal fama da oscurare nel tempo pure quella del maestro, fra gli altri Federico Chabod, Carlo Rosselli, Ernesto Rossi. La sua partecipazione attiva, come pubblicista e come deputato, alle turbolente vicende dell agone politico italiano della prima metà del Novecento, fu contrassegnata da una personale indipendenza che connotò, del resto, anche la sua vita intellettuale e accademica. Bersaglio di furiosi attacchi fascisti, bilanciati dall ammirazione dei colleghi, degli amici e degli studenti, non si piegò mai ad alcuna forma di compromesso, né in Italia, durante gli anni della militanza da pubblicista e da politico, né all estero, dove per circa un quarto di secolo gli furono offerti tra il 1925 e il 1933 asili di ripiego e precariato accademico a Parigi, a Londra e negli Stati Uniti, dove infine accettò la cattedra «Lauro De Bosis» in Storia della Civiltà italiana ad Harvard, e qui rimase dal 33 fino al rientro in Italia nel 1949. Di una così vasta trama di opere e di azioni ci sembrava necessario cogliere soprattutto quei momenti, snodi biografici e di pensiero, che segnano in Salvemini le più significative evoluzioni e mutamenti di prospettiva: pur all interno di una sostanziale continuità tra la storia e la politica la cui indagine merita una sistemazione organica non dettata da schemi antagonistici, che privilegiano ora l uno ora l altro periodo della sua vita, ora questa ora quella particolare opera. Parte non secondaria di questo tentativo di sistemazione organica ci è parsa la necessità di restituire Salvemini al panorama filosofico italiano: una restituzione che meno si nutre di un dialogo rimasto nel complesso scarno e diffidente, quanto di idee e riflessioni che dall'opera sorgono e all'opera ritornano in forma sia di scelte metodologiche che di selettività tematica, definendo il profilo di un positivista epistemologicamente aggiornato. In tale contesto, assecondando peraltro un ordine cronologico di esposizione cui in certo modo ci obbligava la centralità del nesso fra storia e politica, risultava ineludibile una analisi delle idee salveminiane sul metodo storico e il loro confronto con quelle dell'autorevolissimo amico, poi sempre più distante per ragioni ideologiche e impostazioni scientifiche, Benedetto Croce; tanto più quelle due visioni del sapere storico avrebbero informato l'attività di ricerca di molti delle migliori menti del firmamento intellettuale italiano nei decenni successivi. Ma il tempo delle riflessioni salveminiane sul mestiere dello storico diventa presto il tempo delle prime, robuste prove del pubblicista e del politico: nella vicenda della guerra italo-turca Salvemini, nei panni del giornalista e direttore de «L'Unità», denuncia le mistificazioni tripoline, stimola il dibattito tra le posizioni divergenti e conduce una campagna anticolonialista contro le prime forze italiane con intenti imperialistici; nell'importantissimo snodo elettorale del 1919, ispiratore e organizzatore del movimento di Rinnovamento ed eletto deputato, si trovò davanti agli interrogativi posti durante la Conferenza di pace di Parigi e alle questioni per lo più lasciate irrisolte dai tavoli delle trattative; mentre, quasi in parallelo Salvemini si occupa sia da storico che da politico della questione adriatica, offrendo un contributo che ancora appare esemplare per contenuti e metodo. Nell'intrecciarsi di storia e politica andava prendendo forma lo storico del presente, giunto a piena maturità nel Salvemini antifascista.
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Fietta, Kevin <1991&gt. "Politiche ambientali e ricerca in Cina. Determinanti politico-sociali del processo scientifico". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6886.

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Abstract (sommario):
La ricerca orientata alle politiche pubbliche (policy-oriented research) viene influenzata da fattori politici e sociali. Questo lavoro si propone di analizzare in che modo ciò accada (quali ne siano le determinanti), e quale sia il tenore del dibattito domestico circa questo tema. Questo obiettivo sarà perseguito attraverso l’analisi di un caso di studio, ovvero l’ambito delle politiche ambientali nella Cina contemporanea. E’ infatti possibile considerare questo settore come indicativo di tali tematiche, poiché caratterizzato da: forte attenzione politica, presenza di interessi (economici, politici, sociali) di natura eterogenea, larga presenza di attività di ricerca tese a orientare lo sviluppo delle politiche. Dopo una breve introduzione, nel primo capitolo viene introdotto l’argomento; si tratterà profusamente delle problematiche ad esso legate, tra cui quella dell’applicazione del cosiddetto “sviluppo scientifico” (科学发展) e di come la ricerca ne venga influenzata. Il secondo capitolo contiene quattro testi specialistici in cinese, seguiti dalle relative traduzioni e commento traduttologico, che fungeranno da supporto per lo studio e l’approfondimento del tema. Il terzo capitolo conclude la tesi con delle considerazioni finali sul tema.
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Capron, Henri. "Econométrie des choix politico-économiques". Doctoral thesis, Universite Libre de Bruxelles, 1985. http://hdl.handle.net/2013/ULB-DIPOT:oai:dipot.ulb.ac.be:2013/213656.

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Vieira, Evantina Pereira. "Economia cafeeira e processo politico". [s.n.], 2010. http://hdl.handle.net/1884/24599.

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Giacchino, Stephen. "Bridging the politico-administrative divide". Thesis, Cranfield University, 2003. http://hdl.handle.net/1826/1117.

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Abstract (sommario):
This thesis presents the findings and conclusions of research that was undertaken with the purpose of exploring the issues (or factors) that typically influence the successful, or unsuccessful, implementation of public policy initiatives in Malta. The research, which followed an inductive enquiry and a case study approach, was undertaken in three sequential and progressive steps (or ‘projects’). The objective of Projects 1 and 2 was to elicit the factors that are typically considered to influence failure and success in the implementation of policy initiatives in Malta. While Project 1 focused on a case study of failure, Project 2 considered a case study of successful policy implementation1. Both studies were based upon data collected through documentary research (172 records)2 and in-depth interviews (17)3 that were held with the key persons involved in the implementation of the policies under review. Twenty-six (26) factors of failure and twenty-one (21) factors of success were identified through the application of cognitive (causal) mapping techniques (Eden, Ackermann et al., 1992) and the general principles of data codification proposed by Strauss and Corbin (1998). Using a survey of 136 persons4, Project 3 then established which of the factors elicited from the first two projects were generally considered to be critical for policy implementation in Malta. Focusing on these results, a number of propositions were then drawn with the objective of recommending measures that would improve the likelihood of successful policy implementation. The research concludes that the decisive factors influencing the successful or unsuccessful outcome of policy implementation in Malta are a function of the type and degree of commitment and leadership that are shown to a policy initiative. The research further suggests that success can be improved if the approach to the management of policies is based on the application of the principles of project management. The research makes a number of contributions to both theory and practice. Most notably, it proposes two conceptual models for framing and representing success and failure in policy implementation; it ascribes meaning to a number of clichéd concepts, particularly that of ‘(policy) commitment’; it identifies eight dimensions or requisites for effective (public sector) leadership; and it suggests a tool for guiding the selection of policy implementation leaders.
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Brisola, Vera Lucia Graciano. "Administração universitaria : um caso politico". [s.n.], 1989. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/253257.

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Abstract (sommario):
Orientador : Jose Camilo dos Santos Filho
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-07-13T23:39:14Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Brisola_VeraLuciaGraciano_M.pdf: 8029598 bytes, checksum: 47962731d47a23e65e9d501e1e7d3aa0 (MD5) Previous issue date: 1989
Resumo: Estudo da questão da Administração Universitária partindo da revisão de várias teorias, especialmente a de Baldridge sobre os três modelos de Governo da Universidade. Focaliza a evolução da relação entre Governo e Universidade no Brasil no período 1976 - 1988, as propostas de Administração do Governo Federal, desenvolvimento das entidades e movimentos da comunidade universitária e as perspectivas atuais
Abstract: A study of University Administration starting with a theoretical review with special interest in Baldridge's proposal of three models of university governance. An overview of the relationships between Federal government and the Universities in Brazil in the period 1976 - 1988, the Administrative proposals of authoritarian government and the rise of social movements at the university
Mestrado
Administração e Supervisão Educacional
Mestre em Educação
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Moreau, Daniela Maria. "Clemente Mariani : politico e empresario". [s.n.], 1992. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/281472.

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Abstract (sommario):
Orientador : Sonia Miriam Draibe
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-07-14T02:38:41Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Moreau_DanielaMaria_M.pdf: 11657005 bytes, checksum: c13b0b9062b3088f78e66f51db3c7a82 (MD5) Previous issue date: 1992
Resumo: Não informado.
Abstract: Not informed.
Mestrado
Mestre em Ciência Política
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Korreshi, Jonida. "Italianismi nel linguaggio politico albanese". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8887/.

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Abstract (sommario):
Con il presente lavoro si è svolta una ricerca sugli italianismi nella lingua albanese, più precisamente nel linguaggio politico. Una volta individuati gli italianismi all'interno di interviste, si è proceduto alla redazione di un glossario.
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Ungureanu, Cristina <1989&gt. "Transnistria: contesto storico e politico". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12021.

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Abstract (sommario):
La Repubblica Moldava di Transnistria (Pridnestrovkaja Moldavskaja Respublika) è una sottile striscia di terra di 4163 km quadri situata lungo il fiume Dnestr tra la Repubblica di Moldova e Ucraina. Inclusa nel 1940 nella Repubblica Socialista Sovietica Moldava ne fa parte fino al 1990, anno in cui dichiara unilateralmente la sua indipendenza dalla Repubblica Socialista Sovietica Moldava, portando così allo scoppio di un conflitto armato culminato nel 1992. Attualmente la Transnistria è uno stato non riconosciuto internazionalmente tuttavia esiste: ha una bandiera, un parlamento, un presidente, dispone di forze di polizia e forze armate. Il caso della Transnistria è sicuramente uno dei conflitti più complicati nell’area post-sovietica e a distanza di 25 anni rimane irrisolto. Lo scopo di questa testi è di cercare di presentare una cronaca degli eventi, e di analizzare le cause che hanno portato alla secessione per capire se è possibile una risoluzione del conflitto.
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Artoni, Matteo <1980&gt. "Cittadinanza e impegno politico. Una ricerca empirica sulla presenza dei giovani nei contesti politici". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1669/1/Tutta.pdf.

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Artoni, Matteo <1980&gt. "Cittadinanza e impegno politico. Una ricerca empirica sulla presenza dei giovani nei contesti politici". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1669/.

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Bernier, Jean 1976. "La vision politico-morale d'Alexandre Soljénitsyne /". Thesis, McGill University, 2000. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=33271.

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Abstract (sommario):
This essay focuses on the moral aspect of Alexander Solzhenitsyn's political thought. It constitutes an extensive review and analysis of his work in the field of literature as well as social and political criticism. The first part deals with Solzhenitsyn's critique of Marxism, which remained for many years the main target of his attacks. The second part looks at Solzhenitsyn's historical analysis of the Soviet Communist experience. Subsequently, the essay examines the critique of the West expressed by the Russian writer during his exile in Europe and America. The last part deals with Solzhenitsyn's perception of post-Communism Russia and some of his major propositions for the future.
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Tozzi, Pascal. "Le scandale politico-financier : éléments d'analyse". Bordeaux 4, 2002. http://www.theses.fr/2002BOR40025.

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Abstract (sommario):
Le scandale politico-financier se trouve au coeur des jeux d'acteurs politiques, médiatiques et juridiques. Envisagé de façon contemporaine, dans le cadre pluraliste et concurrentiel de nos démocraties, il est une source de dénonciation et d'indignation publiques parfois instrumentalisées dans les luttes politiques. Souvent abordée dans une perspective exclusivement moralisatrice, son étude trouve ici d'autres éclairages, sociologique, anthropologique, idéologique, institutionnel, économique et financier. En effet, les "affaires", source de dissonance entre l'idéal démocratique affiché et les pratiques concrètes de gouvernement, ouvrent une brèche dans les représentations "avantageuses" du politique. A travers cette étude, les scandales sont appréhendés en tant que révélateurs des tensions sructurelles de la politique, puisant leur source dans la confrontation du pouvoir à sa propre et inévitable duplicité. D'un côté, le spectacle concurrentiel et cathartique du scandale rejoue la faillibilité fondatrice de nos régimes, leur épuration et leur soumission à l'ethos démocratique. De l'autre, les affaires soulèvent le soupirail en donnant sur les coulisses, la "salle des machines" et les leviers du pouvoir. . .
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Naito, Katsuyuki. "Politico-economic Approaches on Economic Development". Kyoto University, 2012. http://hdl.handle.net/2433/157500.

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Bragagnolo, Manuela. "Lodovico Antonio Muratori giurista e politico". Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2009. https://hdl.handle.net/11572/369236.

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Abstract (sommario):
Il presente lavoro è dedicato al pensiero giuridico e politico di Lodovico Antonio Muratori. Pur concentrando principalmente l’indagine sugli scritti giuridici e politici muratoriani si è tentato di restituire la viva personalità di Muratori prendendo in considerazione i diversi ambiti della sua vastissima produzione letteraria. Il letterato, lo storico e il politico devono, infatti, al giurista ben più di quanto la storiografia abbia finora mostrato.
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Bragagnolo, Manuela. "Lodovico Antonio Muratori giurista e politico". Doctoral thesis, University of Trento, 2009. http://eprints-phd.biblio.unitn.it/381/1/Manuela_Bragagnolo_-_Lodovico_Antonio_Muratorio_giurista_e_politico.pdf.

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Abstract (sommario):
Il presente lavoro è dedicato al pensiero giuridico e politico di Lodovico Antonio Muratori. Pur concentrando principalmente l’indagine sugli scritti giuridici e politici muratoriani si è tentato di restituire la viva personalità di Muratori prendendo in considerazione i diversi ambiti della sua vastissima produzione letteraria. Il letterato, lo storico e il politico devono, infatti, al giurista ben più di quanto la storiografia abbia finora mostrato.
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Ellero, Diego <1976&gt. "Sul lessico politico di Alessandro Manzoni". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/767.

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Mogno, Clara. "Il pensiero politico di Pierre Clastres". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3424735.

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Abstract (sommario):
The work is composed of two sections. The first part is a reconstruction and a problematization of Pierre Clastres’s political thought, which constitutes the dissertation; the second part is a collection of unpublished documents (Appendice I) along with the translation of some Clastrian texts, never translated into Italian before (Appendice II). The first section Il pensiero politico di Pierre Clastres (Pierre Clastres’ political thought) consists of three chapters. In the first one, I propose a study of the author’s intellectual trajectory, through an analysis of contexts and a discussion of political and intellectual debates going on in those years (Paris, ’60-’70). This historical approach allowed me to understand the specificity of Clastres’s thought and references, both implicit and explicit, contained in his texts. I have analysed his relations with PCF, with intellectual and political projects such as Socialisme ou Barbarie and Libre and his acquaintance with Lévi-Strauss, Lefort, Métraux, Sebag among others. The second chapter, Contre, is consecrated to the analysis of Clastres’s hypothesis that state-less societies are organised against the rising of the State. I have here reconstructed the evolution of Clastres’s proposal by analyzing in particular how the author relates to the theory of exchange proposed by Lévi-Strauss. Indeed, it is through a redefinition of the notion of exchange at the level of chieftainship and war that the author has constructed his political anthropology. I have then tried to problematize the notion of “State” used by Clastres through studies on contractualism and the social pact in modern political theory related to the approach of conceptual history (Begriffsgeschichte). In the third chapter, I have studied the reception of Clastrian thought in contemporary political philosophy and anthropology: on the one hand, I have addressed Clastres’s dialogues with Deleuze, Guattari and Foucault and, on the other, I have carried out a mapping of the most relevant readings of Clastres in the contemporary debate. The second part reports on the results of the archival work that I have done during these years of research. In Appendice I, I present some transcripts of interviews I have made at INA (Institut National de l’Audiovisuel). Lastly, in Appendice II I propose the Italian translation of some texts, a number of which were not even mentioned in the bibliography of reference (Cahier Pierre Clastres by Miguel Abensour and Anne Kupiec) or in the catalogue of Pierre Clastres’s archive – like, for example, the interview with Raymond Bellour in Le livre des autres.
Il lavoro che presentiamo qui si compone principalmente di due parti. In primo luogo proponiamo un lavoro di ricostruzione e di problematizzazione del pensiero politico di Pierre Clastres, lavoro di tesi vero e proprio; in secondo luogo, una serie di materiali d’archivio inediti (Appendice I) e di testi clastriani mai tradotti in italiano fino ad ora (Appendice II). La prima parte, intitolata Il pensiero politico di Pierre Clastres, si articola in tre capitoli. Il primo consiste in una ricostruzione della traiettoria intellettuale dell’autore attraverso un’analisi del contesto rispetto ai dibattiti politici e intellettuali parigini degli anni 1960 – 1970. Questo lavoro storico ci ha permesso di cogliere la specificità del pensiero clastriano e i riferimenti, impliciti ed espliciti, presenti nei suoi testi. Abbiamo analizzato, ovviamente, i suoi rapporti con il PCF, con progetti intellettuali e politici quali Socialisme ou Barbarie e Libre, le sue relazioni con Lévi-Strauss, Lefort, Métraux, Sebag e altri. Il secondo capitolo, Contre (Contro), è dedicato all’analisi della tesi clastriana delle “società primitive” concepite come delle società che si organizzano contro la comparsa dello Stato. Abbiamo qui ricostruito la genesi della proposta clastriana, analizzando in particolare la sua interpretazione della teoria dello scambio proposta da Lévi-Strauss. Infatti è a partire da una messa in questione dello scambio al livello della chefferie e alla luce dell’osservazione del fenomeno guerriero che l’autore ha costruito la sua antropologia politica. In seguito, abbiamo provato a problematizzare il concetto di “Stato” utilizzato da Clastres nella prospettiva della storia concettuale (Begriffsgeschichte), focalizzandoci sulle teorie del contrattualismo e del patto sociale proprie della tradizione filosofica moderna. Il terzo e ultimo capitolo è una ricostruzione della ricezione del pensiero clastriano in filosofia politica contemporanea e in antropologia. Abbiamo qui analizzato i dialoghi di Clastres con Deleuze, Guattari e Foucault da una parte e, in seguito, alcune riprese e critiche delle sue tesi nel dibattito contemporaneo. La seconda parte rende conto dei risultati del lavoro d’archivio che abbiamo svolto durante questi anni di ricerca. In Appendice I delle trascrizioni di interviste, che abbiamo consultato in formato audio e video all’INA (Institut National de l’Audiovisuel) alla BNF (Bibliothèque Nationale de France). Infine presentiamo una serie di testi mai tradotti in italiano, alcuni dei quali non erano segnalati dalla bibliografia di riferimento (il Cahier Pierre Clastres, curato da Miguel Abensour e Anne Kupiec) né dal catalogo del fondo IMEC – come, per esempio, l’intervista con Raymond Bellour in Le livre des autres.
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Mogno, Clara. "Il pensiero politico di Pierre Clastres". Thesis, Paris 10, 2018. http://www.theses.fr/2018PA100022.

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Abstract (sommario):
Le travail que nous présentons ici se compose principalement de deux parties. En premier lieu, nous proposons un chemin de reconstruction et de problématisation de la pensée politique de Pierre Clastres, qui constitue le travail de thèse au sens propre ; en second lieu, une série de matériaux d’archive inédits (Appendice I) et de textes clastriens jamais traduits en langue italienne jusqu’à présent (Appendice II).La première partie, intitulée Il pensiero politico di Pierre Clastres (La pensée politique de Pierre Clastres), s’articule en trois chapitres, dont le premier consiste en une reconstruction de la trajectoire intellectuelle de l’auteur à travers sa mise en contexte par rapport aux débats politico-intellectuels parisiens des années 1960-1970. Ce travail historique nous a permis de mieux saisir la spécificité de la pensée clastrienne et les références, explicites et implicites, présentes dans ses textes. Nous avons analysé, notamment, ses rapports avec le PCF, avec les projets intellectuels et politiques de Socialisme ou barbarie et Libre, ses relations avec Claude Lévi-Strauss, Claude Lefort, Alfred Métraux et Lucien Sebag entre autres. Le deuxième chapitre, Contre, est dédié à l’analyse de la thèse clastrienne des sociétés primitives conçues comme des sociétés qui s’organisent contre l’apparition de l’État. Nous avons ici reconstruit la genèse de la proposition clastrienne, en étudiant en particulier son interprétation de la théorie échangiste proposée par Lévi-Strauss. En effet, c’est à partir d’une mise en question de l’échange au niveau de la chefferie et à la lumière de l’observation du phénomène guerrier que l’auteur a construit son anthropologie politique. Ensuite, nous avons essayé de problématiser la notion d’ « État » utilisée par Clastres dans la perspective de l’histoire conceptuelle (Begriffsgeschichte), en nous focalisant sur les théories du contractualisme et du pacte social propres à la tradition philosophique moderne.Le troisième et dernier chapitre est une reconstruction de la réception de la pensée clastrienne en philosophie politique contemporaine et en anthropologie. Nous avons analysé ici les dialogues de Clastres avec Deleuze, Guattari et Foucault d’une côté et, en suite, certaines reprises et critiques de ses thèses dans le débat contemporain. La deuxième partie rend compte des résultats du travail d’archive qui a été fait pendant les années de notre recherche. En Appendice I nous présentons des transcriptions des entretiens que nous avons consultés en format audio et vidéo à l’INA (Institut National de l’Audiovisuel) à la BnF (Bibliothèque Nationale de France). Ensuite, nous présentons une série de textes jamais traduits en italien, dont un certain nombre n’étaient même pas signalé par la bibliographie de référence (le Cahier Pierre Clastres, édité par Miguel Abensour et Anne Kupiec) ni par le catalogue du fond IMEC – comme, par exemple, l’entretien avec Raymond Bellour dans Le livre des autres
The work is composed of two sections. The first part is a reconstruction and a problematization of Pierre Clastres’s political thought, which constitutes the dissertation; the second part is a collection of unpublished documents (Appendice I) along with the translation of some Clastrian texts, never translated into Italian before (Appendice II).The first section Il pensiero politico di Pierre Clastres (Pierre Clastres’ political thought) consists of three chapters. In the first one, I propose a study of the author’s intellectual trajectory, through an analysis of contexts and a discussion of political and intellectual debates going on in those years (Paris, ’60-’70). This historical approach allowed me to understand the specificity of Clastres’s thought and references, both implicit and explicit, contained in his texts. I have analysed his relations with PCF, with intellectual and political projects such as Socialisme ou barbarie and Libre and his acquaintance with Lévi-Strauss, Lefort, Métraux, Sebag among others. The second chapter, Contre, is consecrated to the analysis of Clastres’s hypothesis that state-less societies are organised against the rising of the State. I have here reconstructed the evolution of Clastres’s proposal by analyzing in particular how the author relates to the theory of exchange proposed by Lévi-Strauss. Indeed, it is through a redefinition of the notion of exchange at the level of chieftainship and war that the author has constructed his political anthropology. I have then tried to problematize the notion of “State” used by Clastres through studies on contractualism and the social pact in modern political theory related to the approach of conceptual history (Begriffsgeschichte). In the third chapter, I have studied the reception of Clastrian thought in contemporary political philosophy and anthropology: on the one hand, I have addressed Clastres’s dialogues with Deleuze, Guattari and Foucault and, on the other, I have carried out a mapping of the most relevant readings of Clastres in the contemporary debate. The second part reports on the results of the archival work that I have done during these years of research. In Appendice I, I present some transcripts of interviews I have made at INA (Institut National de l’Audiovisuel). Lastly, in Appendice II I propose the Italian translation of some texts, a number of which were not even mentioned in the bibliography of reference (Cahier Pierre Clastres by Miguel Abensour and Anne Kupiec) or in the catalogue of Pierre Clastres’s archive – like, for example, the interview with Raymond Bellour in Le livre des autres
Il lavoro che presentiamo qui si compone principalmente di due parti. In primo luogo proponiamo un lavoro di ricostruzione e di problematizzazione del pensiero politico di Pierre Clastres, lavoro di tesi vero e proprio; in secondo luogo, una serie di materiali d’archivio inediti (Appendice I) e di testi clastriani mai tradotti in italiano fino ad ora (Appendice II). La prima parte, intitolata Il pensiero politico di Pierre Clastres, si articola in tre capitoli. Il primo consiste in una ricostruzione della traiettoria intellettuale dell’autore attraverso un’analisi del contesto rispetto ai dibattiti politici e intellettuali parigini degli anni 1960 – 1970. Questo lavoro storico ci ha permesso di cogliere la specificità del pensiero clastriano e i riferimenti, impliciti ed espliciti, presenti nei suoi testi. Abbiamo analizzato, ovviamente, i suoi rapporti con il PCF, con progetti intellettuali e politici quali Socialisme ou barbarie e Libre, le sue relazioni con Lévi-Strauss, Lefort, Métraux, Sebag e altri. Il secondo capitolo, Contre (Contro), è dedicato all’analisi della tesi clastriana delle “società primitive” concepite come delle società che si organizzano contro la comparsa dello Stato. Abbiamo qui ricostruito la genesi della proposta clastriana, analizzando in particolare la sua interpretazione della teoria dello scambio proposta da Lévi-Strauss. Infatti è a partire da una messa in questione dello scambio al livello della chefferie e alla luce dell’osservazione del fenomeno guerriero che l’autore ha costruito la sua antropologia politica. In seguito, abbiamo provato a problematizzare il concetto di “Stato” utilizzato da Clastres nella prospettiva della storia concettuale (Begriffsgeschichte), focalizzandoci sulle teorie del contrattualismo e del patto sociale proprie della tradizione filosofica moderna.Il terzo e ultimo capitolo è una ricostruzione della ricezione del pensiero clastriano in filosofia politica contemporanea e in antropologia. Abbiamo qui analizzato i dialoghi di Clastres con Deleuze, Guattari e Foucault da una parte e, in seguito, alcune riprese e critiche delle sue tesi nel dibattito contemporaneo. La seconda parte rende conto dei risultati del lavoro d’archivio che abbiamo svolto durante questi anni di ricerca. In Appendice I delle trascrizioni di interviste, che abbiamo consultato in formato audio e video all’INA (Institut National de l’Audiovisuel) alla BNF (Bibliothèque Nationale de France). Infine presentiamo una serie di testi mai tradotti in italiano, alcuni dei quali non erano segnalati dalla bibliografia di riferimento (il Cahier Pierre Clastres, curato da Miguel Abensour e Anne Kupiec) né dal catalogo del fondo IMEC – come, per esempio, l’intervista con Raymond Bellour in Le livre des autres
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Guimarães, Elisabeth da Fonseca. "O aluno trabalhador : das possibilidades de um cotidiano politico a uma politica para o cotidiano". [s.n.], 1990. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/252733.

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Abstract (sommario):
Orientador: Maria de Lourdes Manzini Covre
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
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Mestrado
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Martins, Argemiro Cardoso Moreira. "O pensamento politico-constitucional de Carl Schmitt no contexto historico-politco da republica de Weimar". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 1996. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/76512.

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Abstract (sommario):
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciencias Juridicas
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Sodre, Francis. "O Campo politico da saude do trabalhador". Rio de Janeiro : [s.n.], 2002. http://teses.cict.fiocruz.br/pdf/sodrefm.pdf.

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Regazzoni, Simone. "Jacques Derrida e la decostruzione del politico". Paris 8, 2005. http://www.theses.fr/2005PA082526.

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Abstract (sommario):
La déconstruction du poltique dans le travail de J. D. Est conçue comme réponse à un processus de déconstruction en cours dans les choses mêmes. Cette réponse s'articule comme déstabilisation de l'héritage conceptuel de la tradition onto-théologico-poltique qui, à partir de Platon, a pensé le politique comme espace de l'Un communautaire et souverain dans lequel la vie s'articule dans la dimension du vivre-avec. Nous avons essayé de reconstruire l'articulation de cette réponse qui touche aux concepts de loi, vie, souveraineté, démocratie, en tenant compte du corpus entier des oeuvres de J. D. En effet, nous pensons qu'on ne peut pas comprendre la portée de la déconstruction du poltique sans tenir compte du travail de déconstruction de l'héritage philosophique et de la structure logocentrique. Notre travail d'interprétation a été conçu, du point de vue méthodologique, selon trois différents niveaux: le commentaire, l'interprétation active, l'approfondissement de certains thèmes
The deconstruction of the political in the works of J. D. Is conceived of as an answer to a process of deconstruction that is going on within the things themselves. This answer is articulated as a destabilization of the conceptual legacy of the onto-theological-political tradition, which starting from Plato has thought of the political as a space of the communitarian and sovereign One. We have tried to reconstruct the articulation of this answer, which deals with the concepts of law, life, sovereignty, democracy, by taking into account the whole derridian corpus. Indeed, we think that it is not possible to understand the scope of the deconstruction of the political without analyzing the deconstructing work carried out on the philosophical legacy and the logo-centric structure. From a methodological standpoint, our task has been performed according to three different ways of reading: the commentary, the active interpretation and the scrutiny of some specific themes
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Mathlouthi, Yamina. "La dimension politico-économique de la redistribution". Paris 1, 1993. http://www.theses.fr/1993PA010022.

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Abstract (sommario):
L'objet de cette recherche est de cerner le role de la redistribution dans les politiques economiques des gouvernements. Dans la premiere partie, nous montrons a l'aide d'une approche normative comment la redistribution peut generer des normes sociales communement admises pour un consensus social. A la suite de cette reflexion prealable, et dans une deuxieme partie, nous cherchons a expliquer les politiques redistributives par d'autres variables qui viennent s'ajouter aux conceptions morales de la societe comme l'election ou la reelection, l'elargissement du pouvoir public, etc. Selon sa forme, le gouvernement intervient pour influencer le sens et la nature de la redistribution. Dans la derniere partie, nous presentons une analyse du partage entre les groupes d'interets. Pour beneficier de certains transferts, ces groupes forment des coalitions pour remettre en cause les lois de partage anterieures. La redistribution est alors un enjeu politico-economique
This research work aims at the role of redistribution in a government's political approach to economy. We have tried, in the first section, to show how redistribution through a normative approach can generate commonly accepted social norms and lead to social consensus. After this preliminary consideration, we have sought, in a second section, to justify the redistributive policies by the specific goals that governments wish to achieve. The problem of redistribution is then not solely dependent on economic considerations since politics its influence. The final section deals with the impact of interest groups that unite into coalitions to rent seeking. Redistribution becomes then a political and economic stake
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Rodriguez, Lidia Mercedes. "La pensée politico-pédagogique de Paulo Freire". Paris 8, 2005. http://www.theses.fr/2005PA082569.

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Pinho, Celio. "SuperviSão escolar : necessidade, tecnica ou voluntarismo politico?" reponame:Repositório Institucional da UFSC, 1993. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/75963.

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Abstract (sommario):
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina. Centro de Ciencias da Educação
Made available in DSpace on 2012-10-16T06:06:49Z (GMT). No. of bitstreams: 0Bitstream added on 2016-01-08T17:57:58Z : No. of bitstreams: 1 92635.pdf: 3952514 bytes, checksum: f40fcebb80ade3e384c80c8793cd7860 (MD5)
Nesse estudo, a prática da supervisão escolar é examinada a partir dos elementos objetivos e materiais relacionados a especificidade do trabalho pedagógico e da sua organização. Parte de uma base teórico-metodológica que permite afirmar que o que determina fundamentalmente esta prática e, conseqüentemente, as diferentes interpretações da função e a estrutura de relações na qual o pedagógico está envolvido. É a prática pedagógica dada sua estrutura específica de relações sociais que determina pelas condições objetivas e materiais da escola, determina também a forma de ser da supervisão. A organização do trabalho pedagógico põe o professor como trabalhador coletivo e, enquanto tal, determina a perda de seu controle sobre o processo de produção do ensino ao mesmo tempo que exige a função da supervisão. Esta desqualificação dos trabalhadores individuais, aparentemente negativa, produz uma nova competência posta no coletivo, além de criar as condições para sua pronta superação.
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Satto, Christian. "Bettino Ricasoli politico nell'Italia unita (1861-1880)". Thesis, Paris Sciences et Lettres (ComUE), 2018. http://www.theses.fr/2018PSLEP012.

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Abstract (sommario):
L'analyse de l'action politique de Bettino Ricasoli (1809-1880) au lendemain de l'unité italienne, notamment en tant que Président du conseil des ministres (1861-62 et 1866-67), aide à mieux comprendre quelques-uns des moments décisifs du processus de construction de l'État et de la nation après 1861 en Italie. En ces deux occasions, en effet, l'homme d'État florentin dû affronter une série de défis considérables, dont le problème de la stabilité du cabinet et de ses rapports avec la Couronne, les rapports entre l’État et l’Église et entre la religion catholique et la société civile, les relations internationales, en particulier avec la France de Napoléon III, la création d'un système administratif unitaire et l'achèvement de l'unité politique et territoriale du nouvel État. Les réponses données par Ricasoli à ces problèmes constituent les éléments fondamentaux permettant de le situer dans le cadre de l'Italie libérale et de la « Droite historique », appelée à gouverner le Royaume après la mort de Cavour, dont l’homme politique toscan, soulignons-le, fut le premier successeur
The analysis of Bettino Ricasoli’s (1809-1880) political action after the Risorgimento, with particular attention to his role as Prime Minister (1861-62 and 1866-67), is interesting to understand some of the turning points in the construction of State and Nation in Italy. On both occasions, indeed, the Florentine statesman dealt with a number of important issues, including the problem of the Executive’s stability and its relationship with the Crown; the relationship between Church and State and between religion and society; relations with France; the establishment of a unitary administrative system; and the completion of the new state’s political and territorial unity. His answers to these problems are essential to contextualize his figure within Liberal Italy and the Historical Right, the political movement which was to lay the foundations of the new unitary state after Cavour’s death, whose first successor was Ricasoli
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Bonomo, Davide <1991&gt. "Storia e evoluzione dell'Islam politico in Bosnia". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9710.

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Abstract (sommario):
Questa tesi ha come obiettivo l’evoluzione dell’Islam in Bosnia ed Erzegovina, in special modo la sua manifestazione politica. Partendo dall’occupazione ottomana e dalla successiva islamizzazione della popolazione, l’Islam ha ricoperto un ruolo fondamentale nella storia del paese. La conversione all’Islam di gran parte dei bosniaci ha garantito l’acquisizione di uno status privilegiato rispetto alle altre confessioni presenti nel territorio. La cristallizzazione del sistema delle millet ottomane ha portato a frammentare il paese secondo credi religiosi (musulmano, cattolico e ortodosso) e successivamente secondo identificazioni etniche (bosgnacchi, croati e serbi). Dopo la breve parantesi austroungarica, i musulmani bosniaci hanno preso parte all'esperimento jugoslavo dapprima monarchico e, dopo la guerra, socialista. Il collante dell’ideale socialista non è riuscito ad assopire i nazionalismi regionali. Con la disintegrazione della Jugoslavia, nella effimera Bosnia indipendente degli anni ’90 riemerse la consapevolezza della popolazione musulmana. Dalla fondazione del Partito d’Azione Democratica (SDA) e della successiva presidenza della Bosnia di Alija Izetbegović ha avuto inizio un processo, accelerato dalla guerra, di reislamizzazione dei bosgnacchi volta a creare una identità etnica precisa da contrapporre alle mire espansionistiche dei potenti vicini. La pace imposta dalla comunità internazionale di Dayton ha condannato il paese ad un’impasse, non solo politico ma anche culturale. Al di là della “etnicizzazione” dei discorsi politici, alimentati da perenni tendenze centrifughe serbe e croate e dall’ottusità dimostrata della classe dirigente musulmana, preme anche la divisione della società, soprattutto tra i muri di scuola, rendendo difficoltoso un futuro unicamente bosniaco.
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Satto, Christian. "Bettino Ricasoli politico nell’Italia unita (1861-1880)". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2018. http://hdl.handle.net/11384/86055.

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Nuti, Beatrice. "Adriano Olivetti : un cristianesimo politico ed economico". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2018. http://hdl.handle.net/11384/86058.

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Maria, Kirilos Mattar de Oliveira Carla. "A construção dos saberes docentes: um estudo a partir da trajetória profissional de professores da 1ª à 4ª série do Ensino Fundamental em Maceió-AL". Universidade Federal de Pernambuco, 2003. https://repositorio.ufpe.br/handle/123456789/4783.

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Abstract (sommario):
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Este trabalho tem como objetivo compreender como são construídos os saberes docentes de professoras da 1ª à 4ª série do Ensino Fundamental a partir da trajetória profissional. A pesquisa de campo foi realizada com dez professoras em diferentes fases da carreira docente atuantes em duas escolas urbanas, uma pública e outra particular, da cidade de Maceió AL. O estudo baseou-se em entrevistas com as educadoras, além de questionário e observações. Partindo do pressuposto de que as professoras construíam, na sua trajetória profissional, saberes que guiavam o cotidiano do seu trabalho, desenvolvemos uma análise buscando a compreensão do papel da formação inicial, da formação continuada, da organização escolar e da própria prática pedagógica na construção desses saberes docentes. As análises dos dados evidenciaram que os cursos de formação inicial e as ações de formação continuada tiveram diferentes papéis no desenvolvimento das concepções e das práticas das professoras sobre e no seu trabalho cotidiano, embora os mesmos não tenham contribuído fortemente para que elas incorporassem no seu dia-a-dia escolar, uma postura de reflexão-açãoreflexão, frente aos saberes neles transmitidos. Neste estudo evidenciou-se também, que a experiência profissional era o referencial que as docentes usavam para avaliar os seus processos de formação e, conseqüentemente, era o vetor para a construção dos seus saberes. Por fim, entendemos que os saberes da prática docente são construídos em meio a diversas relações sociais. Contudo, será através da decisão política das professoras de assumirem, com compromisso e determinação, esses saberes como próprios da sua ação, que os mesmos poderão tornar-se mais significativos na elaboração dos saberes formadores
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UGOLINI, LORENZO. "Il giornalismo politico. Valori, pratiche e modelli interpretativi". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1534.

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Abstract (sommario):
Lo sviluppo della comunicazione politico-elettorale nel corso degli anni ha profondamente modificato il modo in cui i messaggi provenienti dalla politica giungono al cittadino. Inoltre, l’evoluzione tecnologica del panorama mediatico ha reso sempre più facile, e accessibile a sempre più persone, la possibilità di un dialogo diretto tra il cittadino e l’esponente politico o il suo staff. Da questa dinamica appare escluso il giornalista politico, la cui intermediazione era del tutto necessaria fino a pochi anni or sono, e che oggi si trova a dover far fronte a un rischio di obsolescenza. Un rischio causato anche da pratiche e comportamenti che, nel corso degli anni, hanno contribuito a fare del giornalismo politico un facile bersaglio di accuse di eccessiva connivenza o conflittualità con il sistema politico e con quello economico. In questo lavoro, anche attraverso un’analisi svolta tra Francia e Italia, sosteniamo che l’unica via che il giornalismo può percorrere per evitare il rischio dell’obsolescenza è quella di recuperare, da un lato, i valori fondanti della professione, e dall’altro di innalzare il livello qualitativo, con una grande attenzione per la formazione e per la capacità di padroneggiare gli sviluppi tecnologici, sociali e culturali della società alla quale appartengono.
The development of political communication and election campaigning in the last decades has deeply modified the way in which political messages arrive to the citizens. Moreover, the technological evolution of the media has made easier, and more accessible to every part of the society, the possibility of a direct dialogue between citizens and politicians (or their staff). The figure that seems to be excluded from these dynamics is the political journalist, whose intermediation was necessary until recently, and who now has to face a real risk of obsolescence. This risk is caused also by practices and behaviors that, during the last years, contributed to make political journalism an easy target for accusations of excessive connivance or conflict with the political and the economical system. In this work, through also an analysis realized in France and in Italy, we argue that the only way journalism has, in order to avoid the risk of obsolescence, is to regain, on one hand, the traditional key values of the journalistic profession, and, on the other, to improve the qualitative level, with more attention to professional training and to the technological, social and cultural developments of the society.
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UGOLINI, LORENZO. "Il giornalismo politico. Valori, pratiche e modelli interpretativi". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1534.

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Abstract (sommario):
Lo sviluppo della comunicazione politico-elettorale nel corso degli anni ha profondamente modificato il modo in cui i messaggi provenienti dalla politica giungono al cittadino. Inoltre, l’evoluzione tecnologica del panorama mediatico ha reso sempre più facile, e accessibile a sempre più persone, la possibilità di un dialogo diretto tra il cittadino e l’esponente politico o il suo staff. Da questa dinamica appare escluso il giornalista politico, la cui intermediazione era del tutto necessaria fino a pochi anni or sono, e che oggi si trova a dover far fronte a un rischio di obsolescenza. Un rischio causato anche da pratiche e comportamenti che, nel corso degli anni, hanno contribuito a fare del giornalismo politico un facile bersaglio di accuse di eccessiva connivenza o conflittualità con il sistema politico e con quello economico. In questo lavoro, anche attraverso un’analisi svolta tra Francia e Italia, sosteniamo che l’unica via che il giornalismo può percorrere per evitare il rischio dell’obsolescenza è quella di recuperare, da un lato, i valori fondanti della professione, e dall’altro di innalzare il livello qualitativo, con una grande attenzione per la formazione e per la capacità di padroneggiare gli sviluppi tecnologici, sociali e culturali della società alla quale appartengono.
The development of political communication and election campaigning in the last decades has deeply modified the way in which political messages arrive to the citizens. Moreover, the technological evolution of the media has made easier, and more accessible to every part of the society, the possibility of a direct dialogue between citizens and politicians (or their staff). The figure that seems to be excluded from these dynamics is the political journalist, whose intermediation was necessary until recently, and who now has to face a real risk of obsolescence. This risk is caused also by practices and behaviors that, during the last years, contributed to make political journalism an easy target for accusations of excessive connivance or conflict with the political and the economical system. In this work, through also an analysis realized in France and in Italy, we argue that the only way journalism has, in order to avoid the risk of obsolescence, is to regain, on one hand, the traditional key values of the journalistic profession, and, on the other, to improve the qualitative level, with more attention to professional training and to the technological, social and cultural developments of the society.
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Del, Roio Marcos Tadeu. "A classe operaria na revolução burguesa : a politica de alianças do PCB, 1928-1935 ; ensaio historico-politico". [s.n.], 1988. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/278794.

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Abstract (sommario):
Orientador: Leoncio Martins Rodrigues Netto
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
O exemplar do AEL pertence a Coleção CPDS
Made available in DSpace on 2018-07-16T01:23:46Z (GMT). No. of bitstreams: 1 DelRoio_MarcosTadeu_M.pdf: 8895420 bytes, checksum: 95388ae6bffd54b502338dab22a02621 (MD5) Previous issue date: 1988
Resumo: Não informado
Abstract: Not informed.
Mestrado
Mestre em Ciência Política
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Di, Pierro Mattia. "L’«esperienza del mondo»: Claude Lefort e la fenomenologia del politico". Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2019. http://hdl.handle.net/11384/86128.

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Abstract (sommario):
The conviction that guides this research is that the capital point of Claude Lefort's thought is within the political application of the thought of Maurice Merleau-Ponty and his design of the chiasmus, that of the imbrication of all levels that form reality. We can say that the phenomenology of the political, conceived by Lefort, it is an application of the Merleau-pontyan lesson to the political dimension of the social. The heart of this reading is represented by the book Le travail de l’œuvre Machiavel where the role of power and its relationship with the people, on the one hand, and the Greats, on the other, outlines a conception of the political in which there is no possible separation between grantor and composed, real and imaginary, immanent and symbolic. Therefore the first chapter analyses the genesis of the Lefortian philosophy, which dates to the years of Socialisme ou barbarie, the group the French philosopher participates to between 1948 and 1957. In this period his reflection, even if still internal to Marxism, already shows the signs of phenomenology. Such connection is clear in his critiques towards the philosophies of history and in his notion of "proletarian experience". While the most famous studies concerning the Parisian philosopher find in the detachment from Marxism the origin of his thought, we will try to show how all the main categories of the Lefortian philosophy appear in the critical reading of Marx. 3 As we show in the second chapter, it is within his phenomenological reading of Marx’s works that are taking shape the ideas of division of the social, of the symbolic dimension and of the chiasmus. In such frame it is important the role played by ethnology: the studies of Marcel Mauss on the donation, in primis, and those of Abram Kardiner, Gregory Bateson and Claude Levi-Strauss. The third chapter deals with the Lefortian design of modernity, the idea of the symbolic institution and the question of the division of the social. We can interpret this phase of his work as a sort of a preparation for the interpretation of Machiavelli. Indeed, the following chapter is dedicated to the work Lefort dedicates to the study of Machiavelli. We examine here the division between "the humors”, the role of power as a symbolic pole and the relationship between power, the Greats and the people. We show how the interpretative work of the Discours and of the Prince compose the phenomenology of politics in Lefort’s thought. The last chapter, in closing, analyses democracy and totalitarianism as a result and summit of the Lefortian phenomenology. We can see here how the confrontational dynamic of democracy translates in a political language the movement of the being proposed by Merleau-Ponty. In conclusion we consider the novelty of the Lefortian phenomenology of the political in its distinction with the "insurgent democracy" proposed by Miguel Abensour.
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