Articoli di riviste sul tema "Compilazione"

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Stok, Fabio, e Giuseppe Ramires. "Sul rapporto fra ds e la tradizione manoscritta serviamo (con note sul commento a Georg. 1.1-278)". Exemplaria Classica 26 (15 dicembre 2022): 85–108. http://dx.doi.org/10.33776/ec.v26.7365.

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Abstract (sommario):
Nell’articolo è esaminata l’unica parte del commento serviano alle Georgiche per la quale è disponibile DS. Il confronto fra i manoscritti serviani e l’unico testimone di DS, il codice di Leida Voss. lat. Oct. 80, suggerisce che la divisione della tradizione serviana nei rami e sia posteriore all’epoca della compilazione di DS. Sono proposte nell’articolo anche diverse modifiche del testo pubblicato da Thilo.
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Saviotti, Federico. "La «scripta» du Chansonnier du roi (BnF, fr. 844): nouvelles données pour l’étude de la genèse du recueil et de ses sources". Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 11, n. 1 (10 agosto 2023): 123–61. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/18632.

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Abstract (sommario):
La compilazione dello «Chansonnier du Roi» (Paris, BnF, fr. 844), testimone tra i più importanti della lirica antico-francese, viene in genere localizzata in Artois sulla base di una serie di argomenti di ordine contenutistico, stemmatico e storico-artistico nel complesso discutibili. Lo studio esaustivo della scripta dei copisti responsabili della sua trascrizione fornisce elementi utili per smentire tale ipotesi ed approfondire la conoscenza delle fonti della silloge.
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Conte, Alberto. "Novelle italiane antiche nella tradizione manoscritta: contenuto, struttura e genealogia del cod. Firenze, BNCF II III 343". Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 11, n. 2 (28 dicembre 2023): 277–312. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/21076.

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Abstract (sommario):
Un significativo corpo di novelle due-trecentesche ha circolato per iscritto nei primi secoli della letteratura in volgare in forme diverse, prima di essere recuperato e sistemato nel Cinquecento su iniziativa di Pietro Bembo e Carlo Gualteruzzi, a cui si deve l’edizione antologica intitolata per l’occasione Le cento novelle antiche, ormai nota come Novellino. L’articolo verte su uno dei testimoni delle novelle, il quattrocentesco codice II III 343 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze: una compilazione contenente una serie di Vite di filosafi, una cinquantina di novelle del Novellino e infine dieci novellette non attestate altrove. Si dimostra qui l’importanza del ms. sia sul piano ecdotico, tra i testimoni del Novellino, sia in sé come antologia di copista. Anche se è un codice relativamente tardo e ha solo alcune delle novelle antiche, alla luce dello stemma codicum si rivela prezioso per ricostruire la complessa storia della loro circolazione nelle raccolte: esso conserva significative tracce della prima redazione di un’antologia trecentesca perduta – a sua volta cavata da un antico Libro di novelle d’autore, o Ur-Novellino – e nello stesso tempo mostra l’intraprendenza di un copista che ha assemblato una sua personale silloge sulla base di altre compilazioni. Si ha un’ul- teriore conferma sia del ruolo attivo avuto dai copisti-compilatori nel tramandare l’antico patrimonio novellistico in volgare, sia del fatto che la novella si sia andata codificando come genere letterario nelle antologie, fino alla monumentale collezione «bembiana-gualteruzziana».
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Masserdotti, Elisa, Silvia Tessarin, Maria Sofia Palmas, Margherita Capretti, Emanuela Beretta, Enrico Sartori e Rita Simonetti. "Esperienza preliminare finalizzata all'individuazione del disagio psicologico perinatale in donne a rischio ostetrico ricoverate nel reparto di Ostetricia". PSICOLOGIA DELLA SALUTE, n. 3 (ottobre 2022): 137–53. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003011.

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Abstract (sommario):
Con la presente esperienza preliminare si è cercato di verificare se l'introduzione dello screening della salute mentale all'interno dell'attività di routine del reparto di Ostetricia Ostetricia degli Spedali Civili di Brescia si riveli efficace ad intercettare il disagio psicologico delle donne ricoverate con patologia ostetrica e prevenire esiti psicopatologici, al fine di garantire supporto adeguato a tutte le donne che ne manifestino il bisogno. Sono state intercettate, nell'arco di 6 mesi nel 2019, 91 donne, 87 delle quali hanno aderito allo screening. È stata messa a punto la seguente Procedura Operativa: individuazione delle pazienti con gravidanza patologica che rispondano ai criteri di inclusione del campione; presentazione del Servizio di Psicologia dell'Area Ostetrica e consegna della brochure informativa con i riferimenti e i con-tatti della Psicologa Strutturata; compilazione del consenso informato; compilazione della scheda anamnestica; primo livello di screening della salute mentale attraverso il Questionario auto-somministrato General Health Questionnaire GHQ-12. Nel caso di esito positivo per il secondo livello di assessment è stato proposto un colloquio clinico di approfondimento, la somministrazione dei test Patient Health Questionnaire-9 (PHQ-9) e General Anxiety Disor-der-7 (GAD-7) e la Scheda dei Fattori di Rischio (PDPI modificato). Nel caso di esito negati-vo è stata comunque garantita la possibilità di un colloquio clinico su richiesta, infine viene presentato un caso clinico emblematico dell'opportunità offerta dallo screening della salute psi-cologica perinatale ospedaliero di intercettare precocemente il disagio della donna e di favorire l'accesso alle cure psicologiche.
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Merzagora, Isabella, Palmina Caruso e Guido Travaini. "Dilemmi etici dei professionisti sanitari e Covid-19". Medicina e Morale 70, n. 4 (21 dicembre 2021): 409–16. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.948.

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Abstract (sommario):
Gli Autori hanno svolto una ricerca su un campione di 1.009 persone in tema di scelte etiche in periodo pandemico (aprile 2020) somministrando un apposito questionario online (web interviews). Di questo campione, il 10% ha dichiarato in sede di compilazione di svolgere una professione dell’area sanitaria. Partendo dall’analisi di questi dati e alla luce della letteratura di riferimento e delle raccomandazioni del SIAARTI/SIMLA “Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia da COVID-19”, gli Autori propongono alcune riflessioni in tema di dilemmi etici.
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Signorelli, Alfio. "De Felice Giuffrida, le guerre servili e la storiografia siciliana dell'Ottocento". ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, n. 2 (febbraio 2023): 25–56. http://dx.doi.org/10.3280/asso2021-002002.

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Abstract (sommario):
Il saggio ricostruisce alcuni aspetti ancora poco indagati della storia di Giuseppe De Felice Giuffrida, ovvero le sue curiosità culturali e la sua produzione letteraria. In particolare, viene preso in considerazione un lavoro sulle guerre servili in Sicilia, pubblicato a Catania per i tipi dell'editore Giannotta nel 1911, durante una pausa dal suo impegno in prima linea come sindaco. Il saggio aveva per l'autore una motivazione squisitamente politica, ma egli vi si dedicò con grande passione, tanto da spingersi al di là della compilazione dilettantesca, addentrandosi nel terreno della ricerca, dell'analisi delle fonti e del confronto storiografico..
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Buscema, Marco. "L'innovazione dei sistemi di vigilanza e le istruzioni per la compilazione delle segnalazioni". ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, n. 1 (settembre 2014): 143–45. http://dx.doi.org/10.3280/ed2014-001008.

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Brufani, Stefano. "Frate Egidio d'Assisi". Revista Territórios e Fronteiras 9, n. 1 (13 agosto 2016): 23. http://dx.doi.org/10.22228/rt-f.v9i1.559.

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Abstract (sommario):
Egidio d’Assisi è la figura meglio documentata tra quelle dei primi frati che, già, nel 1208, iniziarono a seguire Cristo, sull’esempio di Francesco d’Assisi, per vivere un’esperienza di vita religiosa evangelico-pauperista. La presenza di Egidio d’Assisi nelle prime legendae agiografiche francescane, le tre legendae egidiane (secoli XIII-XIV) e le varie raccolte di Dicta che riuniscono le sue parole di sapienza fanno di Egidio la figura più rappresentativa della prima fraternità minorita. Egli fu anche uno dei principali testimoni che con le sue memorie contribuì alla compilazione del florilegio di Greccio, messo insieme dai compagni di Francesco, Leone, Rufino e Angelo.Parole Chiave: Frati Minori; Egidio d’Assisi; Agiografia francescana.
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Marca Bertinetto, Pier. "Metafore tempo-aspettuali". Linguistica 32, n. 2 (1 dicembre 1992): 89–106. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.89-106.

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Abstract (sommario):
Il ricorso alla nozione di "metafora", a proposito di fenomeni appartenenti al dominio tempo-aspettuale, non è certo cosa nuova. L'idea è già presente in Quintilia­ no, come ci ricorda Dietrich [1987], ed è stata ripresa in tempi moderni almeno a partire da Weinrich [1964].1Nell'accingermi a stendere queste pagine, non ho dunque la presunzione di proporre un'ottica innovativa, bensì di delineare un quadro d'insie­ me che aspiri ad una certa sistematicita. Tutt'al più, se proprio devo rivendicare a me stesso un intento teorico nobilitante, avanzerò la speranza che la compilazione di un elenco di fatti ascrivibili alla categoria delle metafore tempo-aspettuali possa servire a definire meglio i contorni di questo insieme di fenomeni. Su questo punto ritornerò al teirmine della mia esposizione.
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Trotta, Alessio. "Introduzione ai Ragni italiani (Arachnida Araneae)". Memorie della Società Entomologica Italiana 83, n. 1 (30 giugno 2004): 3. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2004.3.

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Abstract (sommario):
Il lavoro comprende una parte introduttiva generale, che tratta della morfologia esterna, della biologia e dell’ecologia dei ragni, a cui seguono cenni sulla raccolta, la conservazione, lo studio degli stessi e un glossario dei termini scientifici (italiani e inglesi) impiegati. La seconda parte è costituita dalle chiavi dicotomiche - in versione italiana e inglese - relative alle 49 famiglie e a 249 generi di ragni italiani (i 126 generi di Linyphiidae sono esclusi dalla chiave). Seguono una lista dei 375 generi e delle 1534 specie di ragni sinora noti per l’Italia - aggiornata al 30 dicembre 2004 - l’indice analitico e 352 titoli bibliografici utilizzati, per la massima parte, per la compilazione delle chiavi. La riproduzione di 505 figure costituisce il complemento iconografico indispensabile per la utilizzazione delle chiavi dicotomiche proposte.
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore e Rosa Bruna Dall'Agnola. "Risultati". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (marzo 1999): 27–39. http://dx.doi.org/10.1017/s182743310000037x.

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Abstract (sommario):
Nel trimestre 1 Ottobre-31 Dicembre 1994, 355 pazienti sono stati valutati dagli operatori-chiave mediante la GAF, la BPRS e la DAS. Tutti questi pazienti sono stati invitati a recarsi, dopo il colloquio clinico, presso il Servizio di Psicologia Medica dell'Università di Verona per compilare l'LQL e la VSSS. Di essi, 230 si sono presentati spontaneamente presso il Servizio di Psicologia Medica. I 125 soggetti che erano stati valutati dagli operatori e non si erano presentati spontaneamente sono poi stati attivamente ricontattati da un team di ricercatori nelle settimane successive: di questi, 63 hanno accettato di essere intervistati. In totale, 1'83% dei pazienti valutati dall'operatore-chiave ha accettato di essere intervistato; di questi, 285 pazienti hanno portato a termine la compilazione del LQL. Su questi ultimi pazienti si basano le analisi presentate in questo studio.
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Girotti, Susi, Stefania Liberati e Mara Buccolini. "La compilazione della documentazione infermieri- stica in terapia intensiva cardiologia: studio di coorte retrospettivo - analisi delle criticità ." Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza 27, n. 4 (3 giugno 2018): 18–27. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2010.219.

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Abstract (sommario):
Introduzione: il riconoscimento normativo della professione infermieristica come professione sanitaria e non più ausiliaria ha portato ad una evo- luzione culturale e professionale, che ha condotto a una figura infermieristica responsabile della presa in carico della persona e della pianifica- zione assistenziale, oltre che della corretta e completa documentazione di questi processi nella cartella infermieristica, strumento di lavoro.
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Piunno, Valentina, e Federica Cominetti. "Formati di parola inediti: dati emersi dal dizionario "CombiNet"". Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, n. 3 (4 luglio 2018): 114–23. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.11.

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Abstract (sommario):
Questo contributo si propone di analizzare alcuni “formati di parola inediti” della lingua italiana, emersi dalla ricerca su corpora finalizzata all’elaborazione del dizionario CombiNet. L’analisi dei dati estratti dai corpora per la compilazione delle voci CombiNet ha infatti rivelato l’esistenza nel lessico dell’italiano di numerose strutture sintagmatiche e di “formati di parola”, non descritti nella letteratura. Questo contributo intende presentare i formati di parola inediti dell’italiano, discutendone alcune specifiche proprietà (es. la relazione tra i tipi sintagmatici e la funzione “alta” da essi svolta nella frase).Formacje nieskategoryzowane według danych ze słownika komputerowego "CombiNet"Niniejszy artykuł analizuje „formacje nieskategoryzowane” w języku włoskim na podstawie badań korpusowych przeprowadzonych w celu opracowania słownika CombiNet. Analiza danych , które posłużyły do uzupełnienia haseł CombiNet, wykazała istnienie w słownictwie języka włoskiego licznych struktur syntagmatycznych i metod słowotwórczych nieopisanych dotąd w literaturze naukowej. Niniejszy artykuł ma na celu przedstawienie sposobów powstawania formacji nieskategoryzowanych oraz analizę ich wybranych cech (np. związku typów syntagmatycznych z ich funkcją w zdaniu).
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Piccioni, Sara, Mariapia D’Angelo e Maria Chiara Ferro. "I Corpora SEAH di comunicazione specializzata nel settore dell’Architettura e delle Costruzioni". Linguistica 61, n. 2 (30 dicembre 2021): 97–122. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.61.2.97-122.

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Abstract (sommario):
La mancanza di competenze nel linguaggio accademico-disciplinare costituisce spesso un ostacolo alla mobilità degli studenti. Questo è particolarmente vero nel campo dell’Architettura e delle Costruzioni (AC), in cui il percorso formativo comprende una serie di sotto-domini tecnici che sono spesso definiti da pratiche professionali, tradizioni culturali e quadri giuridici specifici di un dato paese. Con l’obiettivo di favorire la partecipazione ai programmi di scambio, il progetto Erasmus+ SEAH (Sharing European Architectural Heritage: Innovative language teaching tools for academic and professional mobility in Architecture and Construction) mira a creare corpora specializzati nel campo dell’AC e moduli linguistici open access basati sui suddetti corpora in lingua francese, tedesca, italiana, russa e spagnola. Il contributo presenta il quadro teorico di riferimento, le metodologie e le finalità del progetto SEAH, soffermandosi sui criteri e sulle procedure generali del corpus design, con esemplificazioni della compilazione e impiego dei corpora per la lingua spagnola, italiana e russa.
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Menichetti, Caterina. "Una «Gelegenheittsammlung» catalana del canzoniere R (BnF, fr. 22543)?" Mot so razo 22 (31 dicembre 2023): 55–70. http://dx.doi.org/10.33115/udg_bib/msr.v22i0.23003.

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Abstract (sommario):
RIASSUNTO: L’articolo esamina la serie finale della sezione R2 dello Chansonnier d’Urfé (R_162-R_193). Combinando l’analisi dell’epoca e dei contesti di produzione delle liriche; l’esame della loro tradizione manoscritta; e lo studio delle tecniche di compilazione del canzoniere C, parallelo di R, si avanza l’ipotesi che la sezione R2 sia debitrice di una raccolta d’occasione assemblata a ridosso del 1250, e particolarmente esposta a materiali di ascendenza catalana e a testi di ambiente italiano di argomento latamente «imperiale». ABSTRACT: The article is devoted to the final part of the Chansonnier d’Urfé section called R2 (R_162-R_193). Managing the analysis of the time and contexts of production of the poems; the examination of their manuscript tradition; and the study of the compilation techniques of songbook C, the hypothesis is put forward that R2 is indebted to a collection assembled around 1250, and exposed to material of Catalan ascendancy and to texts of Italian origin of «imperial» setting.
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Pangrazzi, Arnaldo. "Il corso di formazione pastorale clinica". Medicina e Morale 39, n. 3 (30 giugno 1990): 503–14. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1176.

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Abstract (sommario):
Da alcuni anni anche in Italia, dopo l'esperienza degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei, sono stati introdotti i Corsi di Formazione Pastorale Clinica (Clinical Pastoral Education - CPE) con l'intento di preparare sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, studenti di teologia, operatori sanitari e volontari, per acquisire una più profonda conoscenza del malato, per favorire lo sviluppo di metodi pastorali basati sulla comunicazione e sulla relazione di aiuto autentica, per facilitare il processo di integrazione dei propri studi teologici con la pratica pastorale e per promuovere il lavoro di équipe con esperti di altre discipline. L'Autore esamina, alla luce della propria esperienza, il metodo utilizzato per fornire questo tipo di preparazione: esso si avvale da una lato della compilazione di accompagnamento pastorale) da parte dei tirocinanti, dall'altro di una serie di colloqui con una figura di educatore esperto, il supervisore. Inoltre il CPE si avvale del procedimento della dinamica di gruppo, offrendo ai tirocinanti un'opportunità di reciproco aiuto e comprensione, per acquisire una sempre maggiore sensibilità e competenza per accostarsi ai malati che essi incontrano nella propria attività.
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Irwin Fragale, Luca. "La massoneria nel Casellario politico centrale. Criticità di uno strumento di ricerca". MONDO CONTEMPORANEO, n. 1 (agosto 2021): 173–85. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001006.

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Abstract (sommario):
Il "Servizio dello Schedario biografico degli affiliati ai partiti sovversivi maggiormente pericolosi nei rapporti dell'ordine e della Pubblica Sicurezza" fu istituito nel 1894 e fu messo a punto due anni dopo, quando nel giugno 1896 la Direzione generale di Pubblica sicurezza ne indicava ai prefetti del Regno gli scopi e l'utilità, nonché le nuove norme da seguire per la compilazione delle relative schede. Le 5.615 buste del fondo raccolgono i fascicoli relativi a ben 152.589 schedati: si tratta in massima parte di socialisti, comunisti, sovversivi, anarchici, antifascisti tout court, ma anche di vagabondi, oziosi, prostitute, membri di minoranze etniche e, appunto, massoni. Oggi un'interfaccia virtuale permette la consultazione on line dei risultati emergenti, ovvero di quei dati che corrispondono fedelmente alle informazioni riportare in recto e verso sulle sole copertine dei singoli fascicoli. Ciò che se da un lato rende assai più comoda la ricerca per lemmi, ne inficia però pesantemente la qualità, in quanto le suddette copertine non riportano in modo integrale i dati essenziali contenuti nei fascicoli. La questione è lampante nel caso dei massoni schedati.
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore e Rosa Bruna Dall'Agnola. "Discussione". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (marzo 1999): 40–44. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000381.

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Abstract (sommario):
A nostra conoscenza, questo studio costituisce una delle descrizioni maggiormente dettagliate della qualità della vita nei pazienti psichiatrici presenti sia nella letteratura nazionale che internazionale. I dati sono stati raccolti su di un vasto campione di pazienti, che si può ritenere rappresentativo dei pazienti che frequentano abitualmente un servizio psichiatrico italiano. La percentuale di responders, pari ad oltre 1'80% dei pazienti, è da ritenersi piuttosto elevata, soprattutto se si considera la presenza piuttosto cospicua nel campione di pazienti con gravi disturbi psichici. Un limite di questi dati, come accade di frequente nelle valutazioni centrate sul paziente, tuttavia, consiste nel fatto che a rifiutare la compilazione del questionario sono stati pazienti con in media condizioni cliniche più gravi: la più elevata psicopatologia e disabilità, unitamente ad un minor numero di contatti con il servizio, fanno pensare che questi siano pazienti meno collaboranti in generale. Come ottenere informazioni su questa tipologia di pazienti, che in genere sfugge a tutte le valutazioni, rimane un problema da risolvere, che potrebbe essere in parte affrontato prendendo in considerazione le informazioni raccolte da altre fonti, quali ad esempio i familiari più stretti o l'operatore-chiave.
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Rossi, Franco, Roberto Blaco, Carla Castelli, Graziella Civenti, Angelo Cocchi, Agostino Contini, Arcadio Erlicher et al. "Cost of psychiatric patients by disability groups". Epidemiologia e Psichiatria Sociale 8, n. 3 (settembre 1999): 198–208. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008071.

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RIASSUNTOScopo – L'analisi del rapporto tra costi di trattamento e gravità dei pazienti psichiatrici, raggruppati in classi omogenee. Disegno – Rilevazione prospettica dei costi e della gravità di 1371 pazienti psichiatrici adulti, in carico presso 2 Unità Operative di Psichiatria, osservati per un periodo medio di circa 9 mesi. I dati raccolti riguardano tutti i servizi psichiatrici delle Unità Operative, che comprendono quelli ambulatoriali, quelli residenziali e semi-residenziali e i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura degli ospedali per acuti. Setting – Le Unità Operative Psichiatriche di Magenta (MI) e di Desio (MI). Metodo – La gravità di ogni paziente è stata misurata attraverso la scheda HoNOS. La compilazione di questa scheda è stata effettuata al momento del reclutamento e in seguito con una cadenza mediamente trimestrale. Oltre alle schede trimestrali sono state previste compilazioni al momento dell'ammissione e della dimissione dai reparti ospedalieri di psichiatria, dai Centri Residenziali di Terapie psichiatriche e di risocializzazione e dalle Comunità Protette. Tutti i pazienti osservati sono stati raggruppati in base alla diagnosi principale (ICD-10) e al livello massimo di gravità dei problemi presentati durante l'intero periodo di osservazione. I costi presi in considerazione sono i soli costi diretti sostenuti dai servizi psichiatrici pubblici. La loro attribuzione ai singoli pazienti è avvenuta sulla base di costi standard o di tariffe (procedure diagnostiche), applicati alle quantità rilevate prospetticamente attraverso il Registro regionale, integrato con apposite schede. Risultati – Il costo complessivo realizzato dai 1371 pazienti osservati è risultato pari a 9771.1 milioni di lire, con un costo medio per paziente di 7127000 lire (ds 19499400). Il costo totale per giornat'a di osservazione è risultato pari a 27172 lire (ds 68358) e non risulta correlato alia durata del periodo di osservazione. La gravità media dei pazienti risulta pari a 4.26 punti (ds 3.73) al momento dell'arruolamento e pari a 3.19 punti (ds 3.26) al termine dello studio. Quella media, misurata attraverso i valori massimi della HoNOS osservati sull'intero periodo, risulta pari a 6.00 punti (ds 4.64). Gravità e costo del trattamento per singolo caso risultano direttamente correlati (r = 0.626, p = 0.0001). II raggruppamento dei pazienti ha portato a definire delle classi che presentano un punteggio medio di gravità complessivamente diverso (p = 0.0001). Diversi nel loro insieme risultano anche i costi medi di trattamento per classe (p = 0.0001). Conclusioni Tutti i pazienti psichiatrici adulti possono essere raggruppati in classi relativamente omogenee rispetto alia gravità e con costi di trattamento almeno in parte diversi. Uno studio più ampio forse potrebbe migliorare i risultati ottenuti e fornire la base per una diversa modalità di finanziamento dei servizi psichiatrici.
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Dalmazzone, Silvana, e Alessandra La Notte. "L'applicazione dell'approccio NAMEA per emissioni in atmosfera e rifiuti speciali a livello regionale, provinciale e comunale". ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, n. 3 (aprile 2010): 61–86. http://dx.doi.org/10.3280/efe2009-003004.

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Abstract (sommario):
In questo lavoro viene presentata un'applicazione sperimentale, condotta su emissioni in atmosfera e rifiuti speciali, della matrice ibrida di flusso NAMEA per la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e il Comune di Torino. L'esigenza di compilare conti ambientali a livello locale nasce dalla consapevolezza che a diversi livelli amministrativi esistano esigenze informative diverse che richiedono, nel momento in cui si passa da un programma generico a delle azioni da implementare, un riferimento alle specificitŕ economico-sociali-ambientali del territorio che si gestisce. La condizione necessaria per impostare questo tipo di sistema č la disponibilitŕ di database affidabili e sistematicamente compilati. Tale condizione viene soddisfatta sia per la compilazione della parte economica di NAMEA (ricorrendo a ASIA), sia per la parte ambientale di NAMEA (ricorrendo a IREA per le emissioni in atmosfera e al Catasto Rifiuti per i rifiuti). Viene quindi dimostrato come moduli contabili ambientali (che non si limitino alle sole spese ambientali) siano effettivamente compilabili anche a livello locale, sino a livello dei singoli comuni. Vengono inoltre discusse in dettaglio le implicazioni metodologiche emerse dalla sperimentazione. Nell'utilizzare dati diversi rispetto al SNA viene a mancare l'integrabilitŕ con i moduli elaborati da ISTAT, inoltre a livello locale non sono applicati dei principi contabili cardine a livello nazionale.
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Campopiano, Michele. "Tradizione e edizione di una compilazione di testi sulla Terra Santa proveniente dal convento francescano del Monte Sion (fine del xiv secolo)". Revue d'Histoire des Textes 6 (gennaio 2011): 329–59. http://dx.doi.org/10.1484/j.rht.5.101222.

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Evangelisti, I., C. D’Alessandro, D. Giannese e E. Colombini. "La dieta ipoproteica nella ristorazione collettiva: l'esperienza dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana". Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, n. 1 (24 gennaio 2018): 34–39. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1113.

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Abstract (sommario):
La nutrizione è considerata dalla legislazione sanitaria corrente parte integrante della prevenzione e terapia clinica, e quindi del processo assistenziale. In questa ottica il servizio di ristorazione di un ospedale rappresenta un potente ausilio terapeutico ed educazionale. Il servizio di ristorazione della nostra Azienda Ospedaliera-Universitaria Pisana si basa sul Dietetico, una raccolta di diete standardizzate a composizione bromatologica definita, nel quale vengono indicate anche le finalità e le caratteristiche dei pazienti a cui si rivolge. Questo articolo riporta la nostra esperienza in questo settore, con particolare riguardo alle diete speciali per i pazienti nefropatici. Le diete speciali, come la dieta ipoproteica (0.6 g/kg p.c./die) ipofosforica, la dieta ipoproteica (0.7 g/kg p.c./ die) vegetariana e la dieta fortemente ipoproteica (0.3 g/kg p.c./die) ipofosforica sono prescritte dal medico, elaborate dal dietista e formulate per il singolo paziente. Sin dalla sua preparazione la dieta speciale ipoproteica presenta diversi punti critici (elaborazione-confezionamento e distribuzione della dieta, mancata personaliz-zazione, prodotti artificiali aproteici). Allo scopo di migliorare il servizio dietetico abbiamo rilevato l'effettivo consumo e la gradevolezza dei pasti speciali ipoproteici distribuiti durante la degenza mediante la compilazione di due schede consegnate ai pazienti nel corso della degenza. Nel complesso i risultati indicano una buona accettazione delle diete da parte dei pazienti, ma con un ridotto consumo in particolare riguardante il pane aproteico.
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Cereghetti Passini, Antonietta. "Decreti prefettizi pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia e l’italianizzazione forzata dei cognomi nelle Nuove Province in generale e nella Provincia dell’Istria in particolare". Histria : the Istrian Historical Society review 7, n. 7 (2017): 137–66. http://dx.doi.org/10.32728/h2017.05.

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Abstract (sommario):
L’italianizzazione forzata dei cognomi, parte del più ampio programma di snazionalizzazione delle minoranze nelle Nuove Province (Trento, Bolzano, Trieste, Istria, Gorizia, Fiume, Zara) avviato dallo Stato italiano nel primo dopoguerra, fu legalizzata per mezzo di leggi e decreti votati appositamente dal giovane governo fascista e implementata con l’istituzione, presso le prefetture di ogni provincia, di commissioni responsabili per la compilazione di elenchi contenenti i cognomi ritenuti non italiani e le loro rispettive forme sostitutive. L’iter, non sempre rispettato, prevedeva il cambiamento del cognome su domanda del capofamiglia (con l’affissione sul rispettivo albo comunale) oppure per imposizione della prefettura. Dopodiché, il cambiamento veniva pronunciato con un decreto del Prefetto della Provincia, notificato agli interessati, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia ed annotato nei registri dello stato civile. La ricerca qui esposta ha considerato e analizzato numericamente tutti i decreti di cambiamento di cognome pubblicati nella Gazzetta Ufficiale. Poiché lo Stato italiano non sempre adempì all’obbligo di pubblicare tutti i decreti, il risultato ottenuto non può che essere incompleto. Nondimeno testimonia una vera e propria ossessione onomastica che coinvolse centinaia di migliaia di individui. Infine, un’analisi più dettagliata dei decreti emessi dalla Prefettura di Pola dimostra quanta e quale fu la mobilitazione dell’apparato del potere che, dietro il dichiarato desiderio di “recupero dei cognomi originari italiani o latini”, perpetrava quello che la storiografia definirà come “genocidio culturale” e “onomasticidio di Stato”.
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Salucci, Giovanni. "Utilizzo del DOI (Digital Object Identifier) per la diffusione di progetti lessicografici digitali". DILEF. Rivista digitale del Dipartimento di Lettere e Filosofia, n. 3 (11 luglio 2023): 1–17. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/2023.4327.

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Abstract (sommario):
Nei progetti lessicografici digitali viene consigliato di utilizzare gli Identificatori persistenti. In questo contributo si esplora l’opportunità di utilizzare il DOI (Digital Object Identifier) come strumento per la diffusione e promozione di un progetto lessicografico digitale, usando Crossref come agenzia di registrazione. Occorre registrare una serie di DOI, in corrispondenza dei vari livelli gerarchici con cui la banca-dati lessicografica è organizzata, prevedendo la compilazione di metadati di qualità e ricchi di informazioni, con l’obiettivo di identificare il sistema più ampio di metadati che possa favorire la diffusione del progetto e massimizzarne l’impatto. Nell’articolo viene quindi analizzato in dettaglio il tracciato di registrazione del DOI, mettendo in evidenza le informazioni necessarie e consigliate per la diffusione, esemplificando come collocarle nel sistema di tag previsti dallo schema di registrazione.   In digital lexicographic projects, the use of persistent identifiers is recommended. This contribution explores the opportunity to adopt Digital Object Identifiers (DOIs) as a tool for the dissemination and promotion of a digital lexicographic project, utilizing Crossref as the registration agency. To achieve maximum dissemination, a series of DOIs need to be registered, corresponding to the various hierarchical levels through which the lexicon database is organized. This necessitates the compilation of high-quality metadata that is rich in information. This article provides a detailed analysis of the DOI registration process, highlighting the necessary and recommended information for dissemination. It exemplifies how to incorporate this information into the tag system specified by the registration schema.
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Salucci, Giovanni. "Utilizzo del DOI (Digital Object Identifier) per la diffusione di progetti lessicografici digitali". DILEF. Rivista digitale del Dipartimento di Lettere e Filosofia, n. 3 (11 luglio 2023): 275–92. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/2024.4327.

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Abstract (sommario):
Nei progetti lessicografici digitali viene consigliato di utilizzare gli Identificatori persistenti. In questo contributo si esplora l’opportunità di utilizzare il DOI (Digital Object Identifier) come strumento per la diffusione e promozione di un progetto lessicografico digitale, usando Crossref come agenzia di registrazione. Occorre registrare una serie di DOI, in corrispondenza dei vari livelli gerarchici con cui la banca-dati lessicografica è organizzata, prevedendo la compilazione di metadati di qualità e ricchi di informazioni, con l’obiettivo di identificare il sistema più ampio di metadati che possa favorire la diffusione del progetto e massimizzarne l’impatto. Nell’articolo viene quindi analizzato in dettaglio il tracciato di registrazione del DOI, mettendo in evidenza le informazioni necessarie e consigliate per la diffusione, esemplificando come collocarle nel sistema di tag previsti dallo schema di registrazione.   In digital lexicographic projects, the use of persistent identifiers is recommended. This contribution explores the opportunity to adopt Digital Object Identifiers (DOIs) as a tool for the dissemination and promotion of a digital lexicographic project, utilizing Crossref as the registration agency. To achieve maximum dissemination, a series of DOIs need to be registered, corresponding to the various hierarchical levels through which the lexicon database is organized. This necessitates the compilation of high-quality metadata that is rich in information. This article provides a detailed analysis of the DOI registration process, highlighting the necessary and recommended information for dissemination. It exemplifies how to incorporate this information into the tag system specified by the registration schema.
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Lora, Antonio, Marianna Cavazza e Vittorio Mapelli. "Capitolo 5: Diagnosi e gravità". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (dicembre 2002): 38–52. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000228.

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Abstract (sommario):
Gli elementi di cui si dispone per descrivere le caratteristiche cliniche dei pazienti arruolati nello studio sono la diagnosi e la valutazione del livello di gravità del paziente. Entrambe le informazioni sono rilevate dalla scheda HoNOS.La compilazione delle schede HoNOS richiede agli operatori di riportare la diagnosi principale del paziente, adottando i codici F della classificazione ICD 10. Per questa fase dello studio, si è ritenuto opportuno fare riferimento alla sola prima cifra della diagnosi, limitandosi pertanto a menzionare i gruppi diagnostici dei pazienti arruolati.La quota principale di assistiti arruolati (tabella 5.1), risulta essere affetta da schizofrenia (F2), rappresentando più di un terzo del totale; seguono gli utenti con sindromi nevrotiche (F4) ed affettive (F3); infine, i pazienti affetti da disturbi della personalità (F6) rappresentano l'ultimo gruppo diagnostico consistente.Disponendo poi delle diagnosi della popolazione in carico presso le 10 UOP nel 2000 (grazie al sistema informativo regionale) è possibile effettuare un confronto per indagare sulla rappresentatività, anche dal punto di vista clinico, dei pazienti coinvolti nello studio. Dal confronto fra gli utenti arruolati e quelli in carico presso i servizi, emerge una leggera sovra-rappresentazione nel campione di pazienti affetti da patologie considerate più gravi, rispetto agli utenti in carico. Ciò a causa dei pattern di trattamento più continuativi per i pazienti gravi (come i pazienti affetti da schizofrenia), che ha portato ad intercettare un maggior numero di essi nel campione. Il fenomeno opposto riguarda i pazienti con patologia nevrotica. Per i restanti gruppi diagnostici, si registra invece una notevole sovrapposizione fra le due popolazioni confrontate.
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Mascella, Fabio, e Giorgio Ballardini. "Suggerimenti per la compilazione e la valutazione di abstract di case report o case series e per la loro presentazione ai congressi di FADOI Emilia Romagna". Italian Journal of Medicine 4, n. 1 (marzo 2010): 3–5. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2010.01.001.

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Čebron, Neva, e Jadranka cer. "APPROCCI COMPUTERIZZATI PER L’INSEGNAMENTO DELLA TRADUZIONE DI LINGUAGGI SPECIALISTICI". Folia linguistica et litteraria XI, n. 30 (2020): 211–41. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.13.

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Abstract (sommario):
L’articolo propone la discussione di un corso sperimentale e innovativo per gli studenti di secondo livello in italianistica insegnando nuovi approcci alla traduzione di testi specialistici. Prendendo in considerazione i principi, i processi e gli approcci proposti da numerosi linguisti (ad es. Wills; Hause; Erdman et al.), il corso ha inizialmente introdotto gli studenti all’analisi testuale prima della traduzione proseguendo con l’esplorazione delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie come l’utilizzo dei corpora e degli strumenti di traduzione assistita (CAT), proposti da un certo numero di linguisti dei corpora (ad es. Laviosa; Gavioli; Boulton; Zanettin e Fantinuoli). Gli studenti sono stati introdotti all’uso degli strumenti CAT con il compito di tradurre un documento ufficiale dallo sloveno all’italiano e sono stati in seguito guidati attraverso tutte le fasi di preparazione ed esecuzione della traduzione. I partecipanti dovevano infatti inizialmente analizzare il testo in considerazione sull’acquisizione dei titoli accademici, dopodiché sono state presentate le varie opzioni fornite da dispositivi IT come dizionari online, glossari, database terminologici e corpora linguistici che possono aiutare a esplorare le principali risorse lessicali e problemi di collocazione. Al fine di raffinare ulteriormente le scelte lessicali ed esaminare la principale terminologia specialistica, sono stati introdotti i principi di compilazione di corpora comparativi su piccola scala insieme agli strumenti software per l’esplorazione dei corpora di tale dimensione. I risultati di tale ricerca scientifica sono stati confrontati con le soluzioni di traduzione proposte dai dispositivi di traduzione automatica, nonché con le traduzioni proposte da traduttori professionisti e madrelingua italiani. Le conclusioni tratte dal corso sperimentale hanno implicazioni per le pratiche di insegnamento e soluzioni di traduzione.
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La Rocca, Concetta, e Massimo Margottini. "Il Quaderno per riflettere sul Senso della Vita. Orientamento e valori nel progetto di vita di giovani con background migratorio". EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, n. 1 (luglio 2023): 100–117. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-2023oa15881.

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Abstract (sommario):
Questo lavoro presenta l'uso del Quaderno per riflettere sul Senso della Vita nei CPIA 2 e 3 (Centri Provinciali per l'Educazione degli Adulti) di Roma. L'esperienza è stata effettuata nell'ambito del Progetto FARO (FAre Reti e Orientare), cofinanziato dall'UE e dal Ministero dell'Interno. Obiettivo del progetto è la costruzione di una rete integrata per rispondere ai bisogni formativi e lavorativi dei cittadini di Paesi Terzi residenti in alcuni territori italiani. Attraverso l'applicazione di strumenti e metodologie educative, è stato progettato e applicato un modello orientativo nel quale si realizzasse una connessione tra conoscenze, abilità e competenze metacognitive. Il Quaderno per riflettere sul Senso della Vita (QSV) si inserisce in questo quadro e pone il tema della riflessione come elemento chiave per aiutare i giovani migranti a sviluppare la consapevolezza di essere protagonisti del proprio percorso formativo e professionale. Il QSV è compilato su file word ed è pubblicato online in una presentazione Google. Si compone di sei pagine, ognuna delle quali contiene esercizi specifici per riflettere sui valori e sul senso della vita. Nella esperienza sono stati coinvolti 50 giovani studenti con background migratorio che hanno frequentato i corsi CPIA. L'analisi quantitativa, relativa alla rilevazione dei dati sulla compilazione del Quaderno, ha mostrato che la maggior parte dei ragazzi ha partecipato con interesse alle attività. Per mostrare le caratteristiche specifiche dei lavori eseguiti, come esempio, viene riportato il riassunto del lavoro svolto da Bah, una giovane donna del Congo emigrata in Italia un anno fa; il QSV compilato da Bah è disponibile anche al link https://express.adobe.com/page/10r73yENfRHP0/.
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Romano, Lucio. "Educazione della sessualità ed adolescenti. Indagine conoscitiva ed antropologie di riferimento". Medicina e Morale 49, n. 6 (31 dicembre 2000): 1–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.772.

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Abstract (sommario):
L’importanza e l’attualità di un percorso educativo nell’ambito della sessualità si evince, nell’articolo, da una indagine conoscitiva svolta in un gruppo di adolescenti (648 studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria superiore, con un’età media di 17.2 anni). Nella compilazione di un questionario anonimo, semiaperto, gli adolescenti intervistati hanno palesato una evidente, e statisticamente significativa, richiesta di partecipazione a programmi di educazione della sessualità e di formazione al sentimento morale. La dimostrazione di un bisogno educativo da parte degli adolescenti è dimostrata altresì dalla confusione tra informazione ed educazione, dal disagio nel coinvolgere i genitori o i docenti, ad esempio, nelle problematiche inerenti la sessualità a fronte di una supposta pretesa conoscenza di educazione della sessualità. Prevale, infatti, una cultura informata ad una antropologia naturalistica e a una ideologia liberalizzante che ha ridotto l’adolescente, e non solo, a mero fruitore di una sessualità intesa come bene di consumo dove non alberga alcuna morale che si basi sulla responsabile apertura verso l’altro: sessualità che si traduce in sesso, in sola genitalità dove la norma è costituita da ciò che è biologicamente morale, ovvero il dato statistico diventa legge e determina il valore. Dall’analisi del questionario si palesa la necessità, pertanto, di una educazione della sessualità che proceda nell’ambito di uno sviluppo integrale della persona, processo educativo da intendere come perfezionamento ed intervento a favore della persona nella sua globalità fisica psichica spirituale, ovvero educazione alla differenza sessuale, educazione affettiva e morale, educazione al valore della vita. I punti di riferimento imprescindibili per una corretta formazione della sessualità e del sentimento morale sono rappresentati dalla unitotalità della persona, apertura e oblatività dell’amore, complementarietà, inscindibilità della dimensione unitiva e procreativa, trascendenza oltre il sé, verso l’altro e verso l’Altro.
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Universitaria di Parma, Gruppo di Progetto, Azienda Ospedaliero. "Monitoraggio utilizzo scheda peri-operatoria infermieristica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma". Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza 30, n. 1 (23 gennaio 2018): 29–35. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2013.118.

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Abstract (sommario):
Introduzione: l’utilizzo della scheda peri-operatoria nel Dipartimento Testa-Collo, elaborata da un gruppo di coordinatori, ha l’intento di ridurre i rischi clinici e ottimizzare il processo assistenziale.Obiettivo: l’inserimentodella scheda peri-operatoria ha lo scopo di verificare la completezza della raccolta dati del paziente concernente l’episodio clinico, valutando nel contempo il grado di soddisfacimento del personale d’assistenza nell’utilizzo di questo strumento.Metodo: la scheda è stata utilizzata in 700 pazienti ricoverati per interventi chirurgici nel periodo dal 01-02-2011 al 30-03-2011. L’analisi delle schede compilate ha permesso di stilare dei report e individuare dati relativi alla compilazione delle schede. Il gradimento della scheda è stato testato con un questionario somministrato al personale infermieristico (customer satisfaction).Risultati: le 700 schede peri-operatorie analizzate riguardano gli interventi eseguiti in un trimestre. Nella prima sezione della scheda è stata valutata la completezza della raccolta anamnestica rispetto al numero di schede compilate e analizzate (77%) e la completezza della raccolta dei dati su specifici target di pazienti rispetto il totale di pazienti di specifico target (83%). Nella terza sezione è stato valutato il tmedio per conta garze sul totale tempo operatorio (%)e nella quarta sezione le attività soggette ad osservazione infermieristica con maggior impegno professionaletotale di attività censite in schede (39%). Il questionario anonimo sul grado di soddisfazione dell’utilizzo delle schede ha raccolto 153 SI e 18 NO, con una scheda inevasa.Discussione: il monitoraggio della scheda, frutto di una ricerca locale e dipartimentale, ha la funzione di capire o prevedere alcune condizioni o comportamenti dovuti ad un passaggio di consegna tra operatori.Conclusioni: il risultato del monitoraggio 2011 è stato soddisfacente, ottimizzabile per il prosieguo, con migliorie compilative e la correzione di alcune note.Â
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Dörr, Stephen. "«Les aventures des Bruns». Compilazione guironiana del secolo XIII attribuibile a Rustichello da Pisa, Edizione critica a cura di Claudio Lagomarsini (Archivio Romanzo, 28), Firenze, Sismel-Edizione del Galluzzo, 2014, XVIII + 620 p." Zeitschrift für romanische Philologie 134, n. 2 (8 giugno 2018): 615–19. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2018-0043.

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Bezzi, Roberto, Carla Farinazzo e Paolo Miragoli. "Capitolo 3: Bibliografia ragionata della Scala HoNOS". Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (dicembre 2002): 15–32. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000204.

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Abstract (sommario):
Scopo della ricerca descritta in questo articolo era la validazione della HoNOS in un comune contesto clinico. 115 pazienti sono stati valutati da keyworkers (operatori di riferimento, generalmente infermieri ma anche operatori sociali) che utilizzavano la HoNOS e da ricercatori che utilizzavano altri strumenti di confronto (SCAN, SBS, SRPS, scelti in quanto dettagliati, standardizzati e in parte sovrapponibili nel contenuto alla HoNOS) e successivamente compilavano la HoNOS, alla luce di queste informazioni supplementari. Tutte le valutazioni sono state ripetute dopo 6 settimane. Sono stati effettuati confronti tra i punteggi HoNOS ottenuti dai keyworkers e dai ricercatori; questi sono stati inoltre confrontati con i punteggi ottenuti con gli strumenti di riferimento. Ciò ha evidenziato una mediocre performance della HoNOS compilata da keyworkers, in relazione sia alla valutazione da parte dei ricercatori, sia agli strumenti di confronto; la performance era peggiore considerando il cambiamento dei punteggi tra le due successive valutazioni come misura di esito. Riguardo alla performance dei singoli items, più problematici risultavano essere 1'8 (Altri problemi mentali e comportamentali), il 4 (Problemi cognitivi), il 7 (Problemi relativi a umore depresso) e il 12 (Problemi relativi a attività occupazionali) che, se confrontati con gli items equivalenti degli altri strumenti citati, rivelavano una correlazione molto bassa; la correlazione non era comunque in generale elevata, tranne che per il sub-punteggio “Funzionamento sociale”. I risultati di questo studio indicano che la HoNOS non offre una buona valutazione dei sintomi ma fornisce prestazioni migliori come misura di funzionamento sociale. Le difficoltà relative agli items sopra citati sono dovute probabilmente al fatto che ognuno di essi valuta fenomeni e circostanze differenti; questa caratteristica rende lo strumento più conciso ma viene persa la precisione della valutazione. Il valore limitato delle valutazioni HoNOS fatte dai key worker dipenderebbe dal fatto che non sempre le due valutazioni (iniziale e follow-up) venivano fatte dalla stessa persona (a differenza che per i ricercatori), dalla scarsa preparazione dei keyworkers che si evidenziava soprattutto nella valutazione dei sintomi e infine dalla minore disponibilità di informazioni rispetto ai ricercatori. Nel complesso l'uso della HoNOS come misura di routine della condizione clinica nei servizi psichiatrici risulta problematica; la sua performance appare correlata al training e all'esperienza dei keyworkers. Tuttavia gli autori ritengono che questo strumento possa essere utile allo scopo di diffondere una cultura di valutazione nei servizi di comunità; propongono che venga migliorato il training dei keyworkers e che esso comprenda sia aspetti generali relativi alla valutazione dello stato mentale e sociale dei pazienti, sia aspetti specifici riguardanti la compilazione della HoNOS; ritengono inoltre che debbano essere fatti ulteriori miglioramenti alla struttura di questo strumento di valutazione.
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de Carné, Damien. "Les Aventures des Bruns. Compilazione guironiana del secolo xiii attribuibile a Rustichello da Pisa , éd. Claudio Lagomarsini, Florence, Ed. del Galluzzo–Fondazione Ezio Franceschini, 2014 ; 1 vol., XVIII–620 p. ( Archivio Romanzo , 28). ISBN : 978-88-8450-572-9. Prix : € 77,00". Le Moyen Age Tome CXXVI, n. 3 (24 marzo 2021): XXXVII. http://dx.doi.org/10.3917/rma.263.0559zk.

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Dondarini, Rolando. "L’edizione de Gli Statuti della Repubblica fiorentina del 1355 in volgare, a cura di Federigo Bambi, Francesco Salvestrini e Lorenzo Tanzini". Italian Review of Legal History, n. 9 (18 dicembre 2023): 417–38. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/21924.

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Abstract (sommario):
Con un’elegante confezione in tre volumi, Leo S. Olschki Editore di Firenze ha pubblicato nel 2023 Gli Statuti della Repubblica Fiorentina del 1355 in volgare, a cura di Federigo Bambi, Francesco Salvestrini e Lorenzo Tanzini, colmando una prolungata lacuna, già denunciata da molti storici. L'edizione è stata promossa dalla Deputazione di storia patria per la Toscana presieduta da Giuliano Pinto, che nella premessa rileva come si prospetti come un prezioso strumento di ricerca per medievisti e storici del diritto, linguisti, paleografi, diplomatisti e storici dell’arte. Gli statuti del 1355 si presentano con una doppia stesura: quella dello “Statuto del Podestà” e quella dello “Statuto del Capitano del Popolo”. Furono redatti su disposizione della Signoria, cioè del Priorato delle Arti e Gonfaloniere di Giustizia, vale a dire del vertice dell’ordinamento pubblico cittadino.A causa della loro gran mole e delle difficoltà di trascrizione dal volgare in cui fu scritto l’esemplare superstite, occorreva un lavoro di lunga lena iniziato nel 1999 da Francesco Salvestrini, al quale in anni successivi si sono affiancati Lorenzo Tanzini, e Federigo Bambi. Dal lavoro meticoloso dei tre curatori sono derivati i loro saggi introduttivi che con diversi approcci, offrono prospettive indispensabili a comprendere i tanti significati della promulgazione. Salvestrini si è occupato di inserirla nel contesto storico e politico di cui era conseguente e di sondarne motivazioni ed esiti.Tanzini ha prestato particolare attenzione all’analisi delle dinamiche interne alla normativa fiorentina, rintracciandone premesse e scindendo le effettive novità dai lasciti delle normative precedenti. A Federigo Bambi si deve uno studio puntuale e raffinato sul linguaggio giuridico in volgare e la distinzione tra il volgarizzatore dello Statuto del Podestà e quello del Capitano, corredato dalla compilazione nel terzo volume di un ricco e utile glossario.A dare ulteriore rilievo al testo degli statuti fiorentini concorre la data del 1355 che si colloca a pochi anni dalla peste, a metà del secolo, quando il comune fiorentino incrementa l’espansione territoriale (Prato, Pistoia) compiendo ulteriori passi verso uno stato regionale e conferendo alla promulgazione una valenza più ampia dell’ambito cittadino.Gli Statuti del 1355 furono il riflesso di evoluzioni interne ed esterne che conducevano al consolidamento di una burocrazia comunale e continuarono ad essere consultati grazie ad un repertorio tematico ordinato alfabeticamente tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV.Tutto ciò era sostenuto da una rinnovata consapevolezza civica che si basava sulla fierezza della propria storia e sull’identità politica cittadina che attingeva dal guelfismo e dagli ideali repubblicani contro ogni tentazione signorile. La volgarizzazione andava nella stessa direzione accrescendo il valore dello Statuto come riflesso di un’identità locale e condivisa. Le indagini storiografiche su questo corpo statutario sono state a lungo incentrate sull’analisi archivistica, codicologica e paleografica mantenendo una connotazione eminentemente formale. I recenti contributi di Andrea Zorzi e Lorenzo Tanzini hanno portato ad un’analisi organica dei codici e della loro evoluzione nel quadro politico e negli studi della storia di Firenze, inserendo l’applicazione delle norme nella trasformazione del sistema di governo. La scelta di pubblicare i codici del 1355 in volgare è stata dettata dall’intento di rendere fruibile la più ampia redazione statutaria trecentesca fiorentina, mettendo a disposizione degli studiosi testi di particolare rilievo dal punto di vista storico-giuridico, linguistico e filologico.Ne scaturisce una migliore conoscenza della Firenze del Trecento con riferimenti molteplici all’assetto istituzionale, alla partecipazione alla vita pubblica, e a tutti gli aspetti della quotidianità. Questa edizione acquista un grande valore culturale offrendo l’accesso a testimoni cospicui dell’affermazione del volgare anche nei documenti pubblici.
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Carbonetti Vendittelli, Cristina. "I cartulari duecenteschi dei vescovi di Città di Castello". Studia Historica. Historia Medieval 42, n. 1 (14 marzo 2024): 93–115. http://dx.doi.org/10.14201/shhme202342193115.

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Abstract (sommario):
Nel saggio si considerano i nove cartulari del vescovato di Città di Castello, la cui ricchezza e importanza sono state per la prima volta messe in luce da Robert Brentano nel 1960. Esso si focalizza sui fascicoli prodotti nel xiii secolo, sulla loro particolare struttura codicologica, sulla tradizione e organizzazione interna dei testi nonché sull’apparato ipertestuale, con lo scopo di far luce sulla cronologia e le modalità con le quali, a partire dagli inizi del Duecento, i vescovi di Città di Castello attuarono la loro «rivoluzione documentaria», e di illustrare una tipologia di cartulari ecclesiastici diversa dalle compilazioni prodotte nei secoli precedenti e fino al xii inoltrato: nuova nelle forme, nelle modalità redazionali e, soprattutto, nelle funzioni assolte.
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Conte, Alberto. "Novelle italiane antiche nella tradizione manoscritta: dal libro d'autore alle antologie nei primi secoli". Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 10, n. 2 (23 dicembre 2022): 273–315. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/18750.

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Abstract (sommario):
Un ricco corpus di novelle italiane antiche ci è trasmesso in raccolte antologiche, da codici solo parzialmente coincidenti e diversamente ordinati, anche se la varia lectio dei singoli pezzi rivela che la tradizione è piuttosto stabile. L’articolo focalizza il manoscritto Panciatichiano 32 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, importante collettore trecentesco di racconti: delle sue tre sezioni novellistiche si evidenziano qui elementi comuni e peculiarità; se ne ricava che si tratta di tre raccolte di autori diversi, copiate e verosimilmente anche composte in tempi diversi, il cui ‘modello archetipico’ ha continuato a essere la prima, cioè il Libro di novelle e di bel parlar gentile (o Ur-Novellino). Il confronto del ms. con altre raccolte di novelle antiche (cioè con tutti i testimoni del Novellino) fa luce sul laboratorio trecentesco della novella e su alcuni aspetti della sua diffusione: le singole compilazioni risultano sempre fortemente polarizzate dal campo magnetico dell’Ur-Novellino, entro le linee guida tratteggiate nel suo prologo; qualche novità, introdotta da singoli autori o copisti, vi si è innestata a intermittenza, non sistematicamente; anche nella monumentalizzazione cinquecentesca del corpus(suggestivamente presentato come Le ciento novelle antike) la novella antica ha mantenuto una sua spiccata autonomia non permeata, se non misuratamente e a intermittenza, dalle novità e dallo straordinario rinnovamento boccacciano.
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"3. Criteri Di Compilazione Della Scheda Di Dimissione Ospedaliera". Tumori Journal 86, n. 1_suppl1 (gennaio 2000): S7—S11. http://dx.doi.org/10.1177/03008916000861s104.

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Vaglienti, Folco. "Marginalia. Esempi di umane miserie nei Registri dei Morti di età sforzesca". Studi di storia medioevale e di diplomatica - Nuova Serie, 20 luglio 2020, 383–400. http://dx.doi.org/10.54103/2611-318x/14001.

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Abstract (sommario):
Maestro nel creare consenso, mantenendo in precario ma efficace equilibrio le componenti istituzionali e sociali di una realtà complessa, Francesco Sforza, divenuto duca di Milano (1450), portò a compimento la riforma ospedaliera intrapresa dai suoi predecessori e inaugurò la compilazione sistematica dei Registri dei morti, capillare strumento di monitoraggio dello stato di salute della popolazione delle città del dominio, utile all’epoca per inaugurare politiche sanitarie ed economiche mirate, e oggi straordinaria fonte nello studio dei fenomeni demografici e sociali, quali povertà ed emarginazione, spesso sfuggenti in epoca pre‐statistica.
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Perfetto, Viviana, e Antonio D’Ambrosio. "La riabilitazione con tecniche cognitivo-comportamentali nel paziente con sindrome di asperger per una transizione nell’etá adulta". Journal of Advanced Health Care 2, n. 5 (18 maggio 2020). http://dx.doi.org/10.36017/jahc20202595.

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Abstract (sommario):
È stata ormai ampiamente dimostrata l’efficacia delle tecniche cognitivo – comportamentali in moltissimi disturbi dinatura psichiatrica, ma ancora oggi le evidenze lasciano una zona d’ombra sull’applicazione di questi interventi aidisturbi generalizzati dello sviluppo. Questo studio si propone quindi di individuare e trattare alcune delle problematiche tipicamente presenti in questi soggetti, riconducibili alle aree del contatto visivo, della risposta al nome, e dellinguaggio espressivo e recettivo.Il campione è rappresentato da dieci pazienti adolescenti con diagnosi di Sindrome di Asperger, afferenti al PAIDèS(polo aziendale di intervento sui disturbi generalizzati dello sviluppo) dell’ASL Napoli 2. Per ogni paziente, valutatoutilizzando ADI-R e ADOS, sono stati individuati tre obiettivi mediante la compilazione di un’apposita check list;lo scopo dello studio è quello di stimare l’apprendimento di tali abilità su breve termine, verificando se l’utilizzo ditecniche cognitivo – comportamentali rappresenti un metodo più rapido per migliorare alcuni aspetti del comportamento e dell’interazione in questi soggetti. Gli obiettivi sono stati concordati con i genitori dei pazienti, in modotale da evidenziare gli aspetti maggiormente problematici ed individuare target terapeutici raggiungibili in un breveperiodo di tempo.L’ADI-R e l’ADOS si sono rivelati ottimi strumenti di valutazione, completi e complementari, che consentono unavisione ampia del passato e del presente dei pazienti coinvolti; la check list è stata invece utilizzata durante i primi incontri per individuare gli obiettivi su cui impostare il lavoro successivo, ed alla fine dello studio per poternevalutare l’effettivo raggiungimento. E’ previsto, infine, un follow up a 6 mesi con ADOS e check list per valutare ilmantenimento nel tempo dei risultati ottenuti.
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Viviana, Perfetto, e D'Ambrosio Antonio. "La riabilitazione con tecniche cognitivo-comportamentali nel paziente con sindrome di asperger per una transizione nell’etá adulta". Journal of Advanced Health Care, 18 maggio 2020. http://dx.doi.org/10.36017/jahc2005-005.

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Abstract (sommario):
E’ stata ormai ampiamente dimostrata l’efficacia delle tecniche cognitivo – comportamentali in moltissimi disturbi di natura psichiatrica, ma ancora oggi le evidenze lasciano una zona d’ombra sull’applicazione di questi interventi ai disturbi generalizzati dello sviluppo. Questo studio si propone quindi di individuare e trattare alcune delle problematiche tipicamente presenti in questi soggetti, riconducibili alle aree del contatto visivo, della risposta al nome, e del linguaggio espressivo e recettivo. Il campione è rappresentato da dieci pazienti adolescenti con diagnosi di Sindrome di Asperger, afferenti al PAIDèS (polo aziendale di intervento sui disturbi generalizzati dello sviluppo) dell’ASL Napoli 2. Per ogni paziente, valutato utilizzando ADI-R e ADOS, sono stati individuati tre obiettivi mediante la compilazione di un’apposita check list; lo scopo dello studio è quello di stimare l’apprendimento di tali abilità su breve termine, verificando se l’utilizzo di tecniche cognitivo – comportamentali rappresenti un metodo più rapido per migliorare alcuni aspetti del comportamento e dell’interazione in questi soggetti. Gli obiettivi sono stati concordati con i genitori dei pazienti, in modo tale da evidenziare gli aspetti maggiormente problematici ed individuare target terapeutici raggiungibili in un breve periodo di tempo. L’ADI-R e l’ADOS si sono rivelati ottimi strumenti di valutazione, completi e complementari, che consentono una visione ampia del passato e del presente dei pazienti coinvolti; la check list è stata invece utilizzata durante i primi incontri per individuare gli obiettivi su cui impostare il lavoro successivo, ed alla fine dello studio per poterne valutare l’effettivo raggiungimento. E’ previsto, infine, un follow up a 6 mesi con ADOS e check list per valutare il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti.
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Abd el khalek, Sabrin, Ersilia Balduzzi, Graziella Costamagna, Alexandra Donascimento, Fabrizio Lorenzo Luca Martin, Maddalena Stuardi e Salvatore Piazza. "Esperienza del team vulnologico ai tempi del COVID-19". Italian Journal of Wound Care 7, n. 3 (14 dicembre 2023). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2023.102.

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Abstract (sommario):
La pandemia di Coronavirus (COVID-19) ha aumentato in modo significativo il ricovero di pazienti prevalentemente a causa delle complicanze respiratorie, in particolar modo nelle unità di terapia intensiva. Durante la prima ondata i pazienti COVID-19 presentavano un numero maggiore di lesioni da pressione (LDP) acquisite in ospedale, rispetto ai pazienti non COVID-19. La fragilità di questi pazienti, le manovre necessarie al loro supporto respiratorio e l’utilizzo di numerosi dispositivi medici sono le motivazioni principali dell’elevato rischio di perdita dell’integrità cutanea. L’insorgenza di lesioni cutanee ha come conseguenze un aumento della degenza, dei costi relativi all’assistenza e, non meno importante, un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti. Alla luce di tali premesse, il team vulnologico infermieristico dell’Ospedale HUB Mauriziano di Torino, nel periodo pandemico, ha pianificato ed effettuato un intervento di prevenzione/trattamento delle lesioni cutanee e di supporto degli operatori sanitari impegnati nell’assistenza ai pazienti COVID-19 nei reparti dell’ospedale. L’attività è stata svolta nel periodo dal 30/10/2020 al 30/04/2021. Nello studio sono stati arruolati 679 pazienti. In 361 pazienti (53,2%) sono state effettuate esclusivamente attività di tipo preventivo, 343 (95%) di questi pazienti non hanno sviluppato alcuna lesione. L’età, la durata del ricovero e il punteggio di Braden sono stati i fattori più rilevanti nei pazienti con LDP acquisite. In 318 (46,8%) pazienti, oltre ad interventi preventivi, sono stati effettuati trattamenti di lesioni preesistenti, in questo campione in 28 (8,8%) dei casi si è registrato un peggioramento delle lesioni. Infine, la quasi totalità degli operatori, 113 su 118 (96%), ha riconosciuto l’utilità del supporto degli specialisti in Wound Care attraverso la compilazione di un questionario online.
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Sangani, Aurelia, e et al. "“Quello che i pazienti non dicono”: polypharmacy non dichiarata e potenziali interazioni farmacologiche con la terapia ..." JHA - Journal of HIV and Ageing, giugno 2021. http://dx.doi.org/10.19198/jha31515.

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Abstract (sommario):
La gestione dell'infezione da HIV è complicata dalla polimorbidità<br />e dal crescente numero di farmaci che possono<br />determinare prescrizioni inappropriate, DDI, interazioni<br />farmaco-malattia. I medici potrebbero essere inconsapevoli<br />dell’assunzione di farmaci da banco, multivitaminici,<br />integratori. Abbiamo analizzato la prevalenza di comorbidità,<br />polypharmacy, ed inappropriatezza prescrittiva in una<br />coorte di persone HIV+ ≥50 anni, valutato le potenziali DDI<br />tra cART, terapia di supporto e farmaci da banco, rilevato la<br />concordanza tra terapia domiciliare riportata nelle cartelle<br />cliniche e quella dichiarata dal paziente.<br />Questo studio di coorte trasversale monocentrico ha arruolato<br />pazienti HIV+ di età ≥50 anni durante la visita di routine<br />attraverso la compilazione di un questionario. I parametri<br />clinici e di laboratorio sono stati estratti dalle cartelle cliniche,<br />le informazioni riguardanti terapia domiciliare e uso di<br />farmaci da banco dal questionario.<br />Ottantasei soggetti sono stati inseriti nello studio. Il 68% dei<br />pazienti ha presentato almeno una comorbidità (malattie<br />cardiovascolari nel 17%, dislipidemia nel 10,5%). Il 69,1% dei<br />pazienti stava assumendo una terapia domiciliare in aggiunta<br />alla terapia antiretrovirale, mentre la politerapia non era<br />comune (9%). La percentuale di potenziali DDI con la terapia<br />domiciliare era del 19,8%, 46,7%. con i farmaci da banco; il<br />46% di questi farmaci non erano stati segnalati al medico.<br />Infine, il 40% delle cartelle cliniche presentava incongruenze<br />con il trattamento domiciliare riferito.<br />Le DDI nelle persone anziane che vivono con HIV sono frequenti,<br />soprattutto tra cART e multivitaminici/nutraceutici.<br />Riconciliazione terapeutica e deprescrizione possono limitare<br />il rischio di interazioni farmacologiche e spiacevoli effetti<br />collaterali.
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