Tesi sul tema "Classica"

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Frisoni, Pietropaolo. "Teoria classica dei campi". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14080/.

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Abstract (sommario):
Lo scopo di questa tesi è illustrare i concetti fondamentali della teoria dei campi, discutendo in particolare il passaggio fra numero finito ed infinito di gradi di libertà per un generico sistema fisico e mostrando come tale cambio di paradigma si rifletta nel differente approccio matematico al sistema stesso. Saranno dapprima illustrate le equazioni del moto nel contesto di una teoria di campo mediante l'approccio lagrangiano ed hamiltoniano, per poi introdurre le trasformazioni canoniche e le parentesi di Poisson. Tali strumenti matematici saranno poi utilizzati per studiare le proprietà di invarianza e di simmetria per un sistema continuo e l'eventuale conservazione di corrispettive quantità fisiche, oltre che a costruire grandezze molto utili nella descrizione di un sistema fisico quali "tensore Energia-Impulso", "Quadrimpulso" etc. Infine sarà fornito un esempio di applicazione di tale teoria al campo di Klein-Gordon, sia scalare che vettoriale, illustrandone le principali grandezze conservate.
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2

Deangelis, Alessandra. "La Teoria Classica dei Campi". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19217/.

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Abstract (sommario):
In questa tesi verrà analizzata la dinamica dei sistemi conservativi a infiniti gradi di libertà, descritti dai campi. Verrà utilizzato l'approccio della meccanica lagrangiana, in cui, partendo da un principio, il principio di minima azione, si arriverà alla scrittura delle equazioni del moto, dette equazioni di Eulero-Lagrange, governate da una funzione, detta Lagrangiana. Successivamente si descriverà il formalismo hamiltoniano, in cui le equazioni di Eulero-Lagrange verranno riscritte in nuove coordinate, e interverrà una nuova funzione, detta Hamiltoniana. Verrà inoltre affrontato un altro argomento, in cui si vedranno quantità del sistema che si conservano nel tempo. Questa legge di conservazione, descritta dal Teorema di Noether, è dovuta a simmetrie della Lagrangiana, ovvero a trasformazioni continue delle coordinate del sistema che lasciano la Lagrangiana invariata. Ad ogni simmetria della Lagrangiana corrisponde una quantità conservata. Infine, per concludere, verrà applicato il metodo lagrangiano al sistema descritto dal campo elettromagnetico, e da qui si vedrà che le equazioni di Eulero-Lagrange diventeranno le note equazioni di Maxwell.
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3

Coutinho, Maurício Chalfin 1952. "Lições de economia politica classica". [s.n.], 1990. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/285903.

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Abstract (sommario):
Tese (livre docencia) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Economia
Made available in DSpace on 2018-07-14T00:36:22Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Coutinho_MauricioChalfin_LD.pdf: 6517982 bytes, checksum: 8549361ea559e586f0697f049917a032 (MD5) Previous issue date: 1990
Resumo: Não informado
Abstract: Not informed.
Tese (livre docencia) - Univer
Livre-Docente em Economia
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4

Caon, Fabio <1972&gt. "Didattica della lingua materna, seconda, straniera e classica nelle classi ad abilità differenziate". Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/191.

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Abstract (sommario):
Il nostro studio ha come obiettivo generale quello di indagare la questione della differenziazione nelle classi di lingua (L1, L2, LS, LC). Per farlo, abbiamo elaborato il concetto di Classe ad Abilità Differenziate (CAD) che è da intendersi non tanto come la realtà delle classi (cosa ovvia) ma piuttosto come un modo di osservare la realtà delle classi. Partendo da questa definizione di base della CAD, il nostro lavoro si articola in 3 parti. Nella prima, si presenta una classificazione delle caratteristiche significative per l apprendimento linguistico. Nella seconda parte si presenta un indagine sul campo da noi svolta attraverso dei questionari rivolti a insegnanti di lingue. La terza parte del nostro lavoro è focalizzata sulla natura multietnica e plurilingue delle CAD. Conclude questo nostro lavoro un prodotto multimediale (DVD) che sintetizza un esperienza da noi condotta e che coniuga l apprendimento della lingua italiana e il potenziamento delle competenze scolastico-discplinari con l attività sportiva.
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5

Massi, Cosme Damião Bastos. "Provas de normalização para a logica classica". [s.n.], 1990. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/280559.

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Abstract (sommario):
Orientador : Luiz Carlos P. D. Pereira
Tese (doutorado) - Universidade Estadualde Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-07-13T22:58:23Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Massi_CosmeDamiaoBastos_D.pdf: 9082634 bytes, checksum: c9505e5aace28913be4668f2a0203745 (MD5) Previous issue date: 1990
Resumo: Não informado
Abstract: Not informed.
Doutorado
Doutor em Filosofia
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6

Bianchi, Ilaria. "Alcuni cenni di storia della meccanica classica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6065/.

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Abstract (sommario):
L'elaborato rappresenta una ricerca dal punto di vista storico di alcuni temi centrali riguardanti la meccanica classica: si concentra in particolare sulla figura di Newton e i Principia, tratta di alcuni suoi predecessori ed osserva diverse critiche a favore o sfavore successive al lavoro dello scienziato.
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CHIERICHETTI, VALENTINA. "L'ISTRUZIONE SECONDARIA CLASSICA NELLA MILANO DELLA RESTAURAZIONE. PROFESSORI, STUDENTI, DISCIPLINE. (1814-1851)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1376.

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Abstract (sommario):
La tesi si propone di ricostruire il passato di prestigiosi istituti scolastici milanesi inquadrandoli nella storia socio - culturale e pedagogica del tempo. Sono oggetto di studio i ginnasi di Brera, di Sant’Alessandro, di Santa Marta e i licei di Porta Nuova e di Sant’Alessandro. Il lavoro svolge un approfondimento sulla didattica applicata negli istituti, illustrando i programmi e i libri di testo in uso durante l’età della Restaurazione. La ricerca, inoltre, ricostruendo le carriere, traccia il profilo del corpo docente, e attraverso i registri scolastici analizza l’estrazione sociale, la provenienza geografica, l’età, la condotta e i risultati degli studenti.
The purpose of the thesis is to reconstruct the past of prestigious school institutes in Milan setting them in the social-cultural and educational history of their time. The grammar schools of Brera, St. Alessandro, St. Marta and the high schools of Porta Nuova and St. Alessandro are the subject of the rearch. The work shed lights on the didactics adopted in the institutes, on curricola and textbooks used during the Restoration. Moreover the research draws the teaching staff profile, reconstructs teachers’ career and, through the school registers, analyzes the social extraction, the place of birth, the age, the school behaviour and results of the students.
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CHIERICHETTI, VALENTINA. "L'ISTRUZIONE SECONDARIA CLASSICA NELLA MILANO DELLA RESTAURAZIONE. PROFESSORI, STUDENTI, DISCIPLINE. (1814-1851)". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1376.

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Abstract (sommario):
La tesi si propone di ricostruire il passato di prestigiosi istituti scolastici milanesi inquadrandoli nella storia socio - culturale e pedagogica del tempo. Sono oggetto di studio i ginnasi di Brera, di Sant’Alessandro, di Santa Marta e i licei di Porta Nuova e di Sant’Alessandro. Il lavoro svolge un approfondimento sulla didattica applicata negli istituti, illustrando i programmi e i libri di testo in uso durante l’età della Restaurazione. La ricerca, inoltre, ricostruendo le carriere, traccia il profilo del corpo docente, e attraverso i registri scolastici analizza l’estrazione sociale, la provenienza geografica, l’età, la condotta e i risultati degli studenti.
The purpose of the thesis is to reconstruct the past of prestigious school institutes in Milan setting them in the social-cultural and educational history of their time. The grammar schools of Brera, St. Alessandro, St. Marta and the high schools of Porta Nuova and St. Alessandro are the subject of the rearch. The work shed lights on the didactics adopted in the institutes, on curricola and textbooks used during the Restoration. Moreover the research draws the teaching staff profile, reconstructs teachers’ career and, through the school registers, analyzes the social extraction, the place of birth, the age, the school behaviour and results of the students.
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Maffioli, Lorenzo. "Fondamenti teorici della teoria classica del campo elettromagnetico". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10488/.

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Abstract (sommario):
In questo lavoro vogliamo studiare l'evoluzione dell'elettromagnetismo classico ed i fondamenti teorici della teoria classica del campo elettromagnetico. Riprenderemo i risultati sperimentali principali costruendo una teoria coerente dell'interazione elettromagnetica sfruttando il formalismo Lagrangiano già sviluppato per i sistemi meccanici. Lo studio delle proprietà del campo elettromagnetico è di fondamentale importanza per la fisica teorica: la sua relativa semplicità lo rende un buon candidato per lo sviluppo del formalismo necessario alla descrizione dei sistemi ad infiniti gradi di libertà. Questo servirà inoltre come punto di partenza per lo sviluppo di teorie di campo quantistiche più avanzate.
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10

Ribani, Giulio. "Teoria classica dei campi e propagazione di particelle". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21196/.

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Abstract (sommario):
In questa tesi si vuole introdurre lo studio della propagazione di particelle, secondo la teoria classica dei campi e la meccanica quantistica. Introducendo il formalismo lagrangiano per le teorie di campo, vengono discussi i vari tipi di trasformazioni che si possono effettuare sull'azione, ponendo in rilievo il legame tra trasformazioni di riferimento, simmetrie dell'azione e grandezze conservate. Si dimostra il teorema di Noether e lo si applica allo studio delle simmetrie del campo elettromagnetico. Si introduce poi il campo di Klein--Gordon, con l'obiettivo di formulare le basi per la descrizione della propagazione di particelle scalari. Le funzioni di Green permettono di interpretare l'interazione tra le sorgenti e il campo in termini di propagazione di particelle reali e virtuali, e vengono calcolate usando il metodo distribuzionale generale. Si tratta infine la propagazione libera delle particelle, esaminando in particolare il caso non relativistico. Il propagatore quantistico libero permette di interpretare l'esperimento della doppia fenditura effettuato con una singola particella non relativistica, ricavando una possibile espressione per l'intensità della figura d'interferenza.
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Bertacchi, Maria Pia. "Il mito delle Danaidi, dall’età classica alla paremiografia". Thesis, Lille 3, 2013. http://www.theses.fr/2013LIL30005.

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Abstract (sommario):
J'ai complété l'étude du mythe des Danaïdes que j'ai effectuée au cours de mon premier Doctorat à l'Université d'Urbino. Mon travail a consisté dans l'analyse de ce mythe de l'époque archaïque à l'époque classique, traité plus ou moins longuement dans le Catalogue des femmes d'Hésiode, le poème argien Danais, la IXème Pythique et la Xème Néméenne de Pindare. Les Suppliantes d'Eschyle et le dithyrambe de Melanippide. Les Danaïdes sont des figures importantes, qui d'une part sont en relation avec l'utilisation rationnelle des eaux par le creusement de puits, d'autre part sont impliquées dans une histoire cruelle et sanglante. Les Danaïdes se sont échappées de leur patrie, l'Egypte, pour éviter un mariage avec leurs cousins, les fils d'Egyptos. Pourquoi les fuient-elles ? Une partie des critiques prétend qu'elles fuient l'inceste ; d'autres considèrent qu'elles ont horreur des Egyptiens parce qu'ils représentent la violence et la démesure ; un troisième groupe affirme qu'elles éprouvent de l'aversion pour tout mariage, quel qu'il soit. J'ai cherché à montrer que les Danaïdes, si l'on s'en tient aux sources archaïques ont fui les Egyptiens pour un motif dynastique, et que c'est Eschyle qui a mis l'accent sur le fait que le mariage doit être un acte fondé sur l'amour et un accord mutuel. Quoi qu'il en soit, quarante-huit Danaïdes ont tué leurs maris lors de la première nuit de noces. Seule Hypermnestre a épargné son époux Lyncée parce qu'elle est tombée amoureuse de lui. Selon certains auteurs, ses soeurs ont été purifiées par Athéna et Hermès et se sont remariées (le récit de leur second mariage se trouve dans la IXème Pythienne de Pindare et dans le Periegesis de Pausanias. De la seconde moitié du Vème siècle jusqu'à la première moitié du IVème siècle, les témoignages relatifs aux Danaïdes sont nombreux, à partir d'Aristophane, qui a écrit une comédie intitulée Danaïdes, à la suite d'une tragédie intitulée Lyncée, due à Théodecte, un auteur qui a vécu au IVème siècle av. J.-C. De ces deux textes nous n'avons que des fragments : quelques vers pour Aristophane, un résumé pour Théodecte. Beaucoup d'auteurs tragiques et comiques ont écrit des pièces intitulées Danaïdes : Callias, Timoclès, Diphilius, Chaerémon, mais nous n'en avons gardé que les titres ou quelques vers. Par le biais de l'analyse philologique mon travail a mis en évidence ce qui reste de ce patrimoine presque perdu. L'aspect le plus connu du mythe des Danaïdes (la punition de verser indéfiniment de l'eau d'un récipient dans un pithos percé), est presque inconnu dans la littérature classique jusqu'à la fin du deuxième siècle av. J.-C. : on en trouve la première mention littéraire dans le dialogue pseudo platonicien intitulé Axiochus. Cet aspect est bien mis en évidence dans le genre de la parémiographie : les héroïnes qui se trouvent aux Enfers, versent l'eau dans une jarre percée avec une petite passoire, ce qui est une façon de montrer l'inutilité de leur travail. Comment se sont-elles retrouvées aux Enfers ? Quel texte littéraire grec tragique ou comique a raconté cette histoire ? Aucun témoignage n'a subsisté, mais nous savons que souvent les proverbes grecs ont une dérivation littéraire. En conséquence, il est possible qu'une pièce ait été la source de cette histoire. J'ai envisagé de rechercher si tel ou tel proverbe a une origine populaire ou littéraire. Il existe en effet une autre série des proverbes liés à ce mythe des Danaïdes, à propos du triste sort des Egyptiens, proverbes dont l'antiquité est attestée. Mon travail a effectué un passage en revue et une analyse philologique de chacune des sources antiques qui ont traité des Danaïdes. D'autre part, j'ai souligné les modalités de formation du mythe et étudié sa réception à travers les différentes époques de la littérature et de la civilisation des Grecs. En résumé, pour la communauté d'Argos dans l'époque archaïque les Danaïdes furent des héroïnes cultuelles, liées à l'utilisation des eaux
The purpose of my research is the myth of Danaïdes, women in the first wedding night have killed their husbands, son of Aegyptus. Why Danaïdes are murderers?According to the Argive mythology Danaïdes have killed their husbands for dynastic reasons, but Aeschylus Suppliant’s show that they have killed to escape the excesses and violence of their suitors. I have already studied this myth to race my first doctorate at the University of Urbino. Gold, with the University of Trento and Lille I want to pursue, based on testimony Aristophane, who wrote a comedy entitled Danaïdes to follow the tragedy Theodectes’s Lyncée, author lived in the fourth century BC. evidence they are fragmentary: we have only a few lines to Aristophane, the only summary for Theodectes. All this shows the great vitality of this myth, but the direct tradition makes us get too little! Other times, the Danaids became the subject of a proverb related to water. This aspect is very keen in the kind of parémiographie where the heroines are in hell: they're going to spill the water in a jar pierced with a small strainer, to demonstrate the futility of their travail. How the heroines are they finished in hell? Greek literary text which told this story? No evidence in respect of, but we know that the Greek proverbs often have a literary diversion. Τherefore is it possible that she was either lost the source for this story room? Μy research should investigate whether such a popular proverb or literary origin. We will say that there is another series of proverbs related to this myth Danaïdes, especially that tell the plight of Egyptian and are very ancient. In the first half of the fifth century they already have their canonical formulation, demonstration of their antiquity. Αἰγύπτου γάμος and Λέρνη κακῶν are, with respect, meaningful: the Greek, in utter such proverbs, want to denote evils and misfortunes endless
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Gianferrari, Silvia <1969&gt. "Filologia Classica: dal segno, al suono, al significato". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6589/1/gianferrari_silvia_tesi.pdf.

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Abstract (sommario):
Il lavoro presenta le ricerche svolte ed i risultati ottenuti per consentire alle persone non vedenti lo studio quanto più autonomo del greco antico tramite sintesi vocale. Una introduzione storica ripercorre la prima vicenda professionale dell'esercizio della professione docente delle lettere classiche da parte di un soggetto privo di vista, mentre il riferimento alla legislazione contemporanea tenta di disegnare una cornice capace dei più moderni approdi supportati dalle tecnologie informatiche. La Tesi illustra infine il funzionamento dei vari dispositivi prodotti, mentre una importante appendice ripercorre le pubblicazioni via via curate dal Gruppo di Studio, accogliendo infine le trascrizioni dei codici di programmazione delle sintesi vocali realizzate. Essa affida così all'Università la prosecuzione delle ricerche delineando ulteriori ipotesi di sviluppo.
The paper presents the research carried out and the results obtained to enable people who are blind study ancient greek as autonomous via speech synthesis. A historical introduction traces the first year professional career in the teaching of classics by a person without sight, while the reference to the contemporary legislation attempts to draw a frame capable of the most modern solutions supported by information technology. Finally, the thesis illustrates the operation of the various devices produced, while an important appendix traces the publications gradually prepared by the Study Group, finally accepting transcripts of programming codes made for speech synthesis software. It entrusts the University as a continuation of the research outlining further development hypothesis.
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Gianferrari, Silvia <1969&gt. "Filologia Classica: dal segno, al suono, al significato". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6589/.

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Abstract (sommario):
Il lavoro presenta le ricerche svolte ed i risultati ottenuti per consentire alle persone non vedenti lo studio quanto più autonomo del greco antico tramite sintesi vocale. Una introduzione storica ripercorre la prima vicenda professionale dell'esercizio della professione docente delle lettere classiche da parte di un soggetto privo di vista, mentre il riferimento alla legislazione contemporanea tenta di disegnare una cornice capace dei più moderni approdi supportati dalle tecnologie informatiche. La Tesi illustra infine il funzionamento dei vari dispositivi prodotti, mentre una importante appendice ripercorre le pubblicazioni via via curate dal Gruppo di Studio, accogliendo infine le trascrizioni dei codici di programmazione delle sintesi vocali realizzate. Essa affida così all'Università la prosecuzione delle ricerche delineando ulteriori ipotesi di sviluppo.
The paper presents the research carried out and the results obtained to enable people who are blind study ancient greek as autonomous via speech synthesis. A historical introduction traces the first year professional career in the teaching of classics by a person without sight, while the reference to the contemporary legislation attempts to draw a frame capable of the most modern solutions supported by information technology. Finally, the thesis illustrates the operation of the various devices produced, while an important appendix traces the publications gradually prepared by the Study Group, finally accepting transcripts of programming codes made for speech synthesis software. It entrusts the University as a continuation of the research outlining further development hypothesis.
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Battisti, Beatrice <1993&gt. "TONGJIAZI: I PRESTITI FONETICI DELLA LINGUA CINESE CLASSICA". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15696.

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Abstract (sommario):
L’elaborato in questione identifica ed analizza i prestiti fonetici noti come tongjiazi 通假字, una particolare categoria di caratteri cinesi: un carattere ne sostituisce un altro poiché omofono o foneticamente simile ad esso, pur essendone distante a livello semantico. Essi sono usati intercambiabilmente all’interno di un testo. I prestiti fonetici tongjiazi sono frequentemente riscontrabili nei manoscritti risalenti alle epoche Zhou 周 ed Han 汉, ed è proprio durante la dinastia Han occidentale (206 a.C.-9 d.C.) che i maggiori studiosi dell’epoca hanno classificato i caratteri in base a caratteristiche ricorrenti; il dizionario Shuowen jiezi 说文解字 di Xu Shen 许慎 risulta essere l’esempio più noto e rilevante di classificazione, nonostante in esso non compaiano esplicitamente i tongjiazi tra i Liu Shu 六书 (le sei categorie in cui sono convenzionalmente raggruppati i caratteri cinesi), bensì altri prestiti noti come jiajiezi 假借字. Pur essendo entrambi prestiti, i due gruppi di caratteri presentano divergenze sia teoriche che pratiche, che verranno approfonditamente evidenziate nell’elaborato. Trattandosi del primo lavoro sui tongjiazi svolto in lingua italiana, è opportuno confrontare le fonti cinesi con quelle occidentali, individuando i criteri fondamentali impiegati in due modalità distinte di fare ricerca. Per comprendere a fondo i tongjiazi è necessario il possesso di una appropriata conoscenza delle regole fonologiche della lingua cinese arcaica, nonché dello Shijing 诗经, Le Odi, e più in generale del sistema di rime (su cui l’intercambiabilità tipica dei tongjia si basa per unire e legittimare le coppie di prestiti fonetici). Lo scopo dell’elaborato è definire con chiarezza la natura dei tongjiazi, e la funzione che essi ricoprono, evidenziandone caratteristiche e differenze rispetto ad altri prestiti o elementi grafico-fonetici.
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Rodrigues, Ana Aparecida Villanueva. "Campinas classica = a Catedral Nossa Senhora da Conceição e o engendramento de uma arquitetura monumental classica urbana no Brasil (1807-1883)". [s.n.], 2010. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/280268.

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Abstract (sommario):
Orientador: Edgar Salvadori De Decca
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-08-15T16:23:55Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Rodrigues_AnaAparecidaVillanueva_D.pdf: 43032794 bytes, checksum: fe63c34e1c5fd9f350e99c6956055490 (MD5) Previous issue date: 2010
Resumo: Esta tese é sobre a linguagem arquitetônica da fachada principal e o retábulo-mor da Catedral Nossa Senhora da Conceição de Campinas a partir da apuração dos processos de levantamento métrico e do seu desenho instrumental da época de sua constituição, fornecendo assim uma reconstituição da sua orientação clássica, estudando-a como fonte e documento histórico, através do seu testemunho material, tornando assim, a Catedral Nossa Senhora da Conceição de Campinas, um objeto paradigmático da arquitetura clássica da cidade dentro de um contexto brasileiro. Esta tese demonstra, portanto, como a Catedral de Campinas foi projetada dentro de preceptivas clássicas com diversas autorias, períodos e vertentes teóricas, tendo como resultado um todo único, híbrido, erudito, recriativo, exemplar, contrariando a historiografia vigente de que a arquitetura do século XIX no Brasil é uma "cópia de modelos importados"
Abstract: The present thesis studies the architecture language of the main façade and the main retable of Nossa Senhora da Conceição Cathedral, in the city of Campinas. Starting from the compilation of metric survey processes, as well as instrumental drawings pertaining to the formation period, this work provides a reconstitution of the classical tendency of such building, investigating it as a historical source and document through its material testimony, rendering the Cathedral into a paradigm of the city classical architecture within a Brazilian context. The present thesis demonstrates therefore how the Cathedral of Campinas has been designed within classical precepts, by different authors, under different periods and theoretical trends, resulting in a unique, hybrid, scholarly, re-creative, exemplary whole, and contradicting the current historiography, which considers the XIX century architecture in Brazil as a "copy of imported standards"
Doutorado
Politica, Memoria e Cidade
Doutor em História
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姚京明. "A poesia classica chinesa : uma leitura de traducoes portuguesas". Thesis, University of Macau, 1998. http://umaclib3.umac.mo/record=b1636642.

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Guardo, Siino Lina 1936. ""Il nome" : per una poetica "classica" di Cesare Pavese". Thesis, McGill University, 1988. http://digitool.Library.McGill.CA:80/R/?func=dbin-jump-full&object_id=59592.

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Abstract (sommario):
The present work is divided in two parts: the first part contains analysis of some writings from Feria d'agosto among which "Il nome", narration that opens the series in the book, has retained our particular attention and its analysis brings us to discover "classic" origins not yet identified by critics.
"Il nome" is the key to finding out about the essence of Pavese's poetics.
In the second part we approach the Croce-Pavese's affinities. The relation arises from Pavese's controversial writing on Proust. We also give an idea of reviews which reflected various tendencies of the Arts during the 20th century. We are trying to place Pavese in his "time" and we are searching out how many of those ideological aspirations are in our writer's poetics.
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FANTOLI, Maria Giovanna. "Intercultura a scuola. Dall'epica classica alle nuove narrazioni familiari". Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2011. http://hdl.handle.net/10446/851.

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NOVA, ISABELLA. "AUCTORICTAS HOMERICA? OMERO E LA CULTURA GRECA D'ETA' CLASSICA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6610.

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Abstract (sommario):
Questo lavoro ha per oggetto il trattamento degli episodi del ciclo troiano presenti, da un lato, nei poemi omerici, e, dall’altro, nella letteratura e nell’arte figurativa di età classica. L’obiettivo è quello di stabilire quale fosse l’autorità dell’Iliade e dell’Odissea nel V e IV secolo per gli autori e gli artisti che si trovavano a riprendere i medesimi argomenti. Attraverso un esame attento dei casi in cui si riscontrano differenze tra la riproposizione di età classica e la versione dei poemi omerici, è emerso, da un lato, che le differenze rispetto a Omero non costituiscono casi sporadici, ma sono documentabili in numerosi testi e in numerose rappresentazioni. Dall’altro, che, soppesando prudentemente le diverse possibilità, ne risulta un quadro diversificato, in cui l’influenza della versione omerica può essere considerata possibile o da escludere. Il valore canonico che è attribuito ai poemi omerici in età successive non è quindi rintracciabile già nell’età classica: la versione omerica non era che una tra le tante a cui era possibile ispirarsi nella trattazione di un episodio del ciclo troiano.
This research focuses on the handling of the episodes belonging to the Trojan cycle which appear both in the Homeric epics and in the literature and iconography of the classical period. It aims at showing if an ipothetic authority of the Iliad and the Odyssey in the 5th and 4th century was determining for artists and authors who dealt with the same subjects. Through a careful analysis of the differences between the version which appears in the classical age and in the Homeric one, it is possible to state that these differences are not sporadic, but they can be found in a number of texts and representations. Moreover, taking into account every possible explanation, the resulting picture is a variegated one, made up of cases where the influence of the Homeric version may be considered as possible and cases where it has to be excluded. In conclusion, the canonical value which is attributed to the poems in later times can’t be detected in the classical age: the Homeric version is just one out of many legends to which it was possible to make reference while dealing with an episode of the Trojan cycle.
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NOVA, ISABELLA. "AUCTORICTAS HOMERICA? OMERO E LA CULTURA GRECA D'ETA' CLASSICA". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6610.

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Abstract (sommario):
Questo lavoro ha per oggetto il trattamento degli episodi del ciclo troiano presenti, da un lato, nei poemi omerici, e, dall’altro, nella letteratura e nell’arte figurativa di età classica. L’obiettivo è quello di stabilire quale fosse l’autorità dell’Iliade e dell’Odissea nel V e IV secolo per gli autori e gli artisti che si trovavano a riprendere i medesimi argomenti. Attraverso un esame attento dei casi in cui si riscontrano differenze tra la riproposizione di età classica e la versione dei poemi omerici, è emerso, da un lato, che le differenze rispetto a Omero non costituiscono casi sporadici, ma sono documentabili in numerosi testi e in numerose rappresentazioni. Dall’altro, che, soppesando prudentemente le diverse possibilità, ne risulta un quadro diversificato, in cui l’influenza della versione omerica può essere considerata possibile o da escludere. Il valore canonico che è attribuito ai poemi omerici in età successive non è quindi rintracciabile già nell’età classica: la versione omerica non era che una tra le tante a cui era possibile ispirarsi nella trattazione di un episodio del ciclo troiano.
This research focuses on the handling of the episodes belonging to the Trojan cycle which appear both in the Homeric epics and in the literature and iconography of the classical period. It aims at showing if an ipothetic authority of the Iliad and the Odyssey in the 5th and 4th century was determining for artists and authors who dealt with the same subjects. Through a careful analysis of the differences between the version which appears in the classical age and in the Homeric one, it is possible to state that these differences are not sporadic, but they can be found in a number of texts and representations. Moreover, taking into account every possible explanation, the resulting picture is a variegated one, made up of cases where the influence of the Homeric version may be considered as possible and cases where it has to be excluded. In conclusion, the canonical value which is attributed to the poems in later times can’t be detected in the classical age: the Homeric version is just one out of many legends to which it was possible to make reference while dealing with an episode of the Trojan cycle.
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Vanni, Ismaele. "Sistemi integrabili: il teorema di Liouville-Arnol'd in meccanica classica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14579/.

Testo completo
Abstract (sommario):
Scopo di questa tesi è giungere a dimostrare il teorema di Liouville-Arnol'd introducendo il necessario apparato matematico; nel primo capitolo si passeranno molto sinteticamente in rassegna i concetti di geometria differenziale necessari alla trattazione successiva, omettendo dimostrazioni e veriche che le definizioni siano ben poste e assumendo per noti i concetti basilari di topologia generale; successivamente si svilupperanno, in maggiore dettaglio, i fondamenti della geometria simplettica e si darà una formulazione geometrica equivalente alla seconda legge della meccanica sfruttando tale apparato, partendo dalla quale sarà possibile dimostrare, nell'ultimo capitolo, il teorema di integrabilità.
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Maiorino, Jose Emilio. "A relação entre a mecanica quantica e a mecanica classica". [s.n.], 1988. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/279458.

Testo completo
Abstract (sommario):
Orientador: Steven Richard Douglas French
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-07-13T21:21:55Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Maiorino_JoseEmilio_M.pdf: 31693130 bytes, checksum: af07cb04da773dec5a830c4bb0410f5b (MD5) Previous issue date: 1988
Resumo: Não informado
Abstract: Not informed.
Mestrado
Mestre em Filosofia
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Maraventano, Sara. "Meccanica classica e meccanica quantistica nel formalismo della geometria differenziale". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7715/.

Testo completo
Abstract (sommario):
Si fornisce un'introduzione al formalismo geometrico della meccanica classica e quantistica, studiando dapprima lo spazio delle fasi come varietà simplettica ricavando le equazioni di Hamilton. Si descrivono in seguito gli strumenti necessari per operare in uno spazio di Hilbert, i quali risultano più complessi di quelli utilizzati per descrivere lo spazio delle fasi classico. In particolare notiamo l'esigenza di definire anche una struttura riemanniana sugli spazi complessi per poter ivi definire il prodotto scalare, le parentesi e i commutatori simmetrici.
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PAVONE, CRISTINA. "Contesti cultuali indigeni della Sicilia in età arcaica e classica". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/72.

Testo completo
Abstract (sommario):
Oggetto dell'opera è lo studio dei contesti cultuali indigeni della Sicilia, tra l'VIII e il IV sec. a.C., al fine di ricostruire le modalità in cui si configura la sfera del sacro nel suo complesso, dall'organizzazione dello spazio sacro alle pratiche di culto. Contemporaneamente, si sono analizzati gli effetti del contatto con il mondo greco, fuggendo dalla tradizionale visione ellenocentrica, ed evidenziando, piuttosto, le forme di acquisizione e rielaborazione delle sollecitazioni esterne messe in atto dalle popolazioni locali. Un attento esame dell'evidenza archeologica, mediante una schedatura sistematica dei luoghi di culto, ha permesso di individuare sessantatre contesti, diversi per caratteristiche intrinseche e loro grado di conoscenza. L'esame complessivo della documentazione è stato sviluppato attraverso tre successive fasi cronologiche : a) VIII - prima metà del VI sec. a.C., b) seconda metà del VI - prima metà del V sec. a.C., c) seconda metà del V - prima metà del IV sec. a.C., distinguendo tre unità topografiche, corrispondenti alla Sicilia Orientale, a quella centro-meridionale e alla Sicilia Occidentale. Infine si sono tracciate alcune considerazioni conclusive sull'argomento attraverso quattro livelli, a nostro parere essenziali per la comprensione dei fenomeni cultuali: la collocazione topografica dei luoghi di culto - sia in rapporto alla realtà geomorfologica ambientale che a quella umana insediativa -, l'organizzazione dello spazio sacro e le caratteristiche planimetriche e architettoniche delle strutture cultuali, le attività rituali - dalle libagioni e dai pasti sacri alle deposizioni votive -, le divinità venerate.
The subject of this work is the study of the sacred indigenous contexts of Sicily, between 8th and 4th century BC, to reconstruct the religious sphere on the whole, from the sacred space to the cult practices. At the same time the effects of the contact with the Greek world were analysed, evading traditional ellenocentric vision, and showing, on the contrary, the forms of acquisition and elaboration of the outside spurs, that were carried out by the local populations. A careful examination of the archaeological evidence, through a systematic catalogue of the sacred places, has allowed locating sixty-three contexts, different for distinctive features and degree of knowledge. The total inspection of documentation was developed through three following periods : a) 8th first half of 6th century BC, b) second half of 6th first half of 5th century BC, c) second half of 5th first half of 4th century BC, dividing three topographic units, corresponding with eastern Sicily, with centre-southern and with western Sicily. In the end some conclusive considerations about the subject were traced, through four levels, according to us of capital importance to understand religious phenomena: the location of the sacred places - whether as regard the geographic environment or as regard the human landscape -, the organization of the sacred space and the planimetric and architectural peculiarities of the structures, the ritual practices from the libations and the sacred meals to the votive depositions -, the divinities worshipped.
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PAVONE, CRISTINA. "Contesti cultuali indigeni della Sicilia in età arcaica e classica". Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/72.

Testo completo
Abstract (sommario):
Oggetto dell'opera è lo studio dei contesti cultuali indigeni della Sicilia, tra l'VIII e il IV sec. a.C., al fine di ricostruire le modalità in cui si configura la sfera del sacro nel suo complesso, dall'organizzazione dello spazio sacro alle pratiche di culto. Contemporaneamente, si sono analizzati gli effetti del contatto con il mondo greco, fuggendo dalla tradizionale visione ellenocentrica, ed evidenziando, piuttosto, le forme di acquisizione e rielaborazione delle sollecitazioni esterne messe in atto dalle popolazioni locali. Un attento esame dell'evidenza archeologica, mediante una schedatura sistematica dei luoghi di culto, ha permesso di individuare sessantatre contesti, diversi per caratteristiche intrinseche e loro grado di conoscenza. L'esame complessivo della documentazione è stato sviluppato attraverso tre successive fasi cronologiche : a) VIII - prima metà del VI sec. a.C., b) seconda metà del VI - prima metà del V sec. a.C., c) seconda metà del V - prima metà del IV sec. a.C., distinguendo tre unità topografiche, corrispondenti alla Sicilia Orientale, a quella centro-meridionale e alla Sicilia Occidentale. Infine si sono tracciate alcune considerazioni conclusive sull'argomento attraverso quattro livelli, a nostro parere essenziali per la comprensione dei fenomeni cultuali: la collocazione topografica dei luoghi di culto - sia in rapporto alla realtà geomorfologica ambientale che a quella umana insediativa -, l'organizzazione dello spazio sacro e le caratteristiche planimetriche e architettoniche delle strutture cultuali, le attività rituali - dalle libagioni e dai pasti sacri alle deposizioni votive -, le divinità venerate.
The subject of this work is the study of the sacred indigenous contexts of Sicily, between 8th and 4th century BC, to reconstruct the religious sphere on the whole, from the sacred space to the cult practices. At the same time the effects of the contact with the Greek world were analysed, evading traditional ellenocentric vision, and showing, on the contrary, the forms of acquisition and elaboration of the outside spurs, that were carried out by the local populations. A careful examination of the archaeological evidence, through a systematic catalogue of the sacred places, has allowed locating sixty-three contexts, different for distinctive features and degree of knowledge. The total inspection of documentation was developed through three following periods : a) 8th first half of 6th century BC, b) second half of 6th first half of 5th century BC, c) second half of 5th first half of 4th century BC, dividing three topographic units, corresponding with eastern Sicily, with centre-southern and with western Sicily. In the end some conclusive considerations about the subject were traced, through four levels, according to us of capital importance to understand religious phenomena: the location of the sacred places - whether as regard the geographic environment or as regard the human landscape -, the organization of the sacred space and the planimetric and architectural peculiarities of the structures, the ritual practices from the libations and the sacred meals to the votive depositions -, the divinities worshipped.
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Dalla, Filippo. "Campi elettromagnetici generati da cariche accelerate e limiti della elettrodinamica classica". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18364/.

Testo completo
Abstract (sommario):
Questa tesi analizza il campo elettromagnetico generato da una carica elettrica puntiforme in moto accelerato, con particolare attenzione alla potenza irradiata. Vengono poi mostrate le incongruenze che emergono dall'applicazione dei risultati ottenuti e che hanno portato storicamente al superamento della Elettrodinamica Classica. Infine viene esaminato il modello atomico di Rutherford e viene mostrata l'impossibilità della sua stabilità in Elettrodinamica Classica, come conseguenza della radiazione emessa, giustificando la necessità di una teoria quantistica più avanzata.
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Massi, Cosme Damião Bastos. "Normalização e normalização forte para a logica classica de primeira ordem". [s.n.], 1988. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/280980.

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Abstract (sommario):
Orientador : Luiz Carlos P. D. Pereira
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-07-14T16:48:24Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Massi_CosmeDamiaoBastos_M.pdf: 1123334 bytes, checksum: 84d7b2ad0e7b5c1f7bdb7f89710349cc (MD5) Previous issue date: 1988
Resumo: Não informado.
Abstract: Not informed.
Mestrado
Mestre em Filosofia
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Pozzobon, Patrizia. "L’industria musicale e la musica classica nello scenario dei media digitali". Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23558/.

Testo completo
Abstract (sommario):
La musica classica ha sempre fatto parte del mondo dell’intrattenimento fino ai giorni nostri. In epoca contemporanea però, con l’evoluzione tecnologica, questa ha perso sempre più popolarità fino a essere considerata di nicchia o adatta solo a un certo tipo di persone, con un alto livello di cultura o sofisticate. Questa viene anche percepita difficile l’attenzione richiesta e la complessità considerata non accessibile a tutti. Le industrie culturali oggi devono affrontare problemi di monetizzazione del proprio mercato molto più che in precedenza, a causa delle nuove piattaforme digitali, dei nuovi media e del cambiamento della fruizione del prodotto culturale. La volatilità del prodotto e il cambiamento delle pratiche sociali hanno portato a nuove strategie per ottenere un ritorno degli investimenti e degli sforzi di produzione. L’aumento pervasivo dell’utilizzo di internet e dei social media richiede nuove tecniche per contrastare la pirateria digitale, la percezione delle persone e con il loro coinvolgimento. Dopo una panoramica sul funzionamento e le problematiche dell'industria musicale, viene analizzato l'ambito della musica classica come genere di nicchia, con le sue caratteristiche e pratiche peculiari, con uno sguardo all’Italia. Dopo un confronto, viene esaminato cosa è cambiato nell’era digitale e se la musica classica è riuscita a utilizzare nuove strategie, ad adattarsi alle novità del settore e del pubblico, osservando alcune realtà internazionali rilevanti. Nell’ultima parte si prende in considerazione il periodo della pandemia di covid-10 iniziata nel 2020 e si osserva quali problematiche sono emerse e come ha reagito il settore, concentrandosi soprattutto sull’ambito della musica dal vivo e sul contesto italiano. Si conclude quindi con delle considerazioni sull’efficacia delle strategie adottate e sull’impatto positivo che hanno avuto i media digitali per promuovere la musica classica dovuto alla spinta tecnologica causata dalla pandemia.
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Camargo, Maria Emilia. "Modelagem classica e Bayesiana : uma evidencia empirica do processo inflacionario brasileiro". reponame:Repositório Institucional da UFSC, 1992. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/76854.

Testo completo
Abstract (sommario):
Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina. Centro Tecnologico
Made available in DSpace on 2012-10-16T22:28:41Z (GMT). No. of bitstreams: 0Bitstream added on 2016-01-08T17:50:50Z : No. of bitstreams: 1 88943.pdf: 3440927 bytes, checksum: 48078ab4bd5d8852742c98d7aaee2146 (MD5)
Este trabalho de pesquisa tem por objetivo, em essência, realizar uma investigação empírica sobre o comportamento do processo inflacionário, procurando verificar as relações entre oferta monetária, preços, salários, taxa de juros, taxas de câmbio, dívida federal e uso da capacidade instalada (hiato do produto) no período de janeiro de 1971 a dezembro de 1991, bem como detectar as mudanças estruturais ocorridas e investigar se os choques de oferta influênciam na direção de causalidade entre as variáveis no período amostral analisado, através da utilização das modelagens Clássica e Bayesiana. Para análise de séries temporais também foi proposto um algoritmo de monitoração de dados que permite detectar "outliers" nas séries temporais que podem provocar mudanças na direção de causalidade de variáveis econômicas.
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GARRONI, MARCELLA. "Fascismo, scuola e società in Sardegna: l'istruzione classica, scientifica e magistrale". Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1380.

Testo completo
Abstract (sommario):
In questo lavoro si è ricostruita la storia dellâ istruzione secondaria in Sardegna durante gli anni del fascismo - un tema fino ad ora mai affrontato dalla storiografia, che si è invece occupata dell'istruzione primaria, seppur solo in alcuni centri dell' isola, e dell'istruzione superiore nei due capoluoghi di Cagliari e Sassari â principalmente attraverso l' analisi degli archivi storici degli istituti di istruzione classica, scientifica e magistrale, quale parte della storia della società  e della cultura isolana nel suo complesso. Si tratta di un tema di grande importanza per molteplici aspetti: in primo luogo, poiché riguarda la storia di un' istituzione - quella scolastica - fondamentale nella vita di un paese, e che assunse una rilevanza " strategica" negli anni del fascismo, dato il ruolo attribuito dal regime allâ educazione e all' indottrinamento dei giovani ai fini della costruzione del consenso popolare e conseguentemente della sua stessa legittimazione; in secondo luogo, perché riguarda la storia di una regione come la Sardegna, con le sue peculiarità  e le sue specificità, ancora più evidenti in un regime centralizzato come quello fascista. La ricerca si è basata sull' analisi degli archivi storici degli istituti di istruzione classica, scientifica e magistrale dei tre capoluoghi sardi dell'epoca, Cagliari, Sassari e Nuoro. Le vicende degli istituti sardi sono state considerate naturalmente nel contesto nazionale, sia tenendo presente il quadro della storiografia sul fascismo e sulla politica scolastica del regime, sia ricostruendo l' evoluzione autoritaria della normativa su alcuni aspetti della scuola in quegli anni attraverso la consultazione del Bollettino Ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione. La consultazione dei documenti custoditi nell'Archivio centrale dello Stato di Roma e nell' Archivio di Stato di Nuoro, inoltre, ha permesso di integrare e completare le informazioni tratte dal materiale degli archivi storici degli istituti ma anche di ricostruire vicende sulle quali negli archivi scolastici non si trova alcuna documentazione e che si sono dimostrate fondamentali soprattutto per delineare i rapporti tra i diversi istituti e il contesto locale in cui questi esplicarono la loro funzione educativa.
In this work the history of High School education in Sardinia during Fascism has been reconstructed. Until now, historiography has never dealt with this theme. On the contrary, it devoted itself to Primary School education, only in some zones of Sardinia, and to High School education in the two capitals of Province, Cagliari and Sassari, mainly through a historical archives analysis of Classical, Scientific and Teaching education schools, as part of the social history and of the Island culture as the whole. It is a theme of great significance for various reasons. First of all, it concerns School history, that is fundamental for the life of a Country and that assumed a â strategicâ relevance during Fascism. That is because the regime assigned a very important role to youth education and indoctrination to obtain popular consent and, consequently, to legitimation. Secondly, it concerns the history of a land like Sardinia with its peculiarities and specificness, much more evident in a centralized regime like the Fascist one. This research is based on the historical archives analysis of Classical, Scientific and Teaching Schools of the chief towns of that period, Cagliari, Sassari and Nuoro. Of course, the Sardinian school events have been considered in a national context, both bearing in mind the outline of historiography about Fascism and its school politics, and reconstructing the authoritative evolution of the set of rules about some school aspects of that period, through searches in the Ministry Education Official Gazette. Moreover, some searches in documents of the Central Record Office in Rome and of the Record Office in Nuoro permitted to supplement and complete the information derived from school historical archives material. They also allowed to reconstruct events that we do not have any documentation of in school archives, documentation that turned out to be fundamental especially to delineate relations between the different schools and the local context where they carried out their educational functions.
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Lagreca, Maria do Carmo Baptista. "Tipos de representações mentais utilizadas por estudantes de física geral na área de mecânica clássica e possíveis modelos mentais nessa área". reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 1997. http://hdl.handle.net/10183/1401.

Testo completo
Abstract (sommario):
Neste trabalho, além de investigarmos o tipo de representação mental (proposições, imagens ou modelos mentais) utilizado por estudantes de Física Geral na área de Mecânica Newtoniana, tentamos identificar possíveis modelos mentais que estes estudantes teriam sobre alguns conceitos físicos. Baseamos nosso estudo na Teoria dos Modelos Mentais de Johnson-Laird. Estudantes de nível universitário foram observados durante dois semestres com o objetivo de determinar o tipo de representação mental que eles teriam utilizado durante o curso, quando resolviam os problemas e as questões propostas nas tarefas instrucionais. Foi realizada uma entrevista no final do curso com a finalidade de encontrar elementos adicionais que nos permitissem inferir modelos mentais sobre conceitos físicos usados pelos estudantes na elaboração de suas respostas. Os resultados desta pesquisa sugerem a importância dos modelos mentais na compreensão e uso dos conceitos físicos. Parece que quanto mais “elaborados” os modelos mentais, mais facilmente os alunos poderiam compreender situações e contextos distintos daqueles trabalhados em aula.
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Camilli, Francesco. "Teoria classica dei campi: campo elettromagnetico e radiazione di cariche in moto". Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14086/.

Testo completo
Abstract (sommario):
Il presente documento risulta diviso in due parti fondamentali. Nella prima di esse si cerca di esporre in maniera esaustiva una trattazione relativistica del moto di cariche in un campo elettromagnetico. Si parte dall'assunzione dell'esistenza di un quadrivettore, il quadripotenziale che riassume le caratteristiche dell'accoppiamento carica-campo. Segue la descrizione del campo elettromagnetico col formalismo proprio dei sistemi continui, con tutto ciò che ne consegue. In particolare, si definiscono densità di Lagrangiana e tensore energia-impulso. Quest'ultimo ci consente di enunciare le leggi di conservazione del campo in maniera covariante. In questa prima parteà sono sempre stati trascurati eventuali effetti di autointerazione delle cariche con il campo di radiazione da loro generato. Nella seconda parte, invece, si cerca proprio di descrivere la radiazione di cariche in moto. In un primo momento si illustrano le principali funzioni di Green per Laplaciano e d'Alembertiano, strumento necessario nella determinazione dei campi in presenza di sorgenti. Infine si studia la potenza emessa dalle cariche in moto accelerato analizzandone la distribuzione angolare e spettrale. Il fatto che le cariche irraggino significa che perdono energia per cederla a campo elettromgnetico. Questo però comporta che vanno aggiunti dei termini di reazione radiativa per completare la descrizione del loro moto. Si mostra come uno sviluppo al terzo ordine dei potenziali ritardati, ottenuti tramite le opportune funzioni di Green, conduce a dei termini frenanti nel moto della particella. Le relative forze sono anche dette forze di attrito di Lorentz.e le loro espressioni hanno dei limiti di validità, legati anche al sistema di riferimento in cui si osserva il fenomeno.
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Baldinelli, Francesca <1979&gt. "Controllo della scrapie classica in Italia: strategie di selezione genetica a confronto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4160/1/Baldinelli_Francesca_tesi.pdf.

Testo completo
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Baldinelli, Francesca <1979&gt. "Controllo della scrapie classica in Italia: strategie di selezione genetica a confronto". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4160/.

Testo completo
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Borsoni, Ciccolungo Enrica <1986&gt. "Dichiarazioni di novità poetica nei contesti letterari della Grecia arcaica e classica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7361/1/borsoniciccolungo_enrica_tesi.pdf.

Testo completo
Abstract (sommario):
La tesi propone di analizzare una serie di dichiarazioni di novità poetica, a partire da Omero sino a lambire l'Ellenismo. I testi trattati comprendono l'affermazione di Telemaco nei confronti di Femio, ove il canto dei ritorni viene definito "il più nuovo" perché coincide eccezionalmente con quello di Odisseo; segue l'analisi di due sigilli autocelebrativi Alcmanei, di cui si mette in rilievo la trascurata Stimmung ironica. Segue l'analisi di un criptico tetrastico teognideo sulla missione del poeta, in cui molti studiosi hanno colto un riferimento a una composizione originale. I riflessi del linguaggio poetico di Pindaro, della novità come rischio e della necessità di difendersi dalle critiche ostili, sono evidenti nel manifesto di Timoteo in cui compaiono i topoi della confutazione degli avversari, del rapporto con la tradizione e della celebrazione delle proprie novità.
This dissertation proposes a philological and literary analysis of selected statements of poetic novelty, from Homer to go as far as to Hellenism. The first passage I deal with is Telemachus’statement about the song of Phemius in Book I of the Odyssey (Od. I 351s.), and I come to the conclusion that novelty coincides with overlapping planes between the singing of returns and the return of Odysseus in its making. Regarding archaic lyric, I examine two Alcman’s self-celebrating seals (PMGF 39; PMGF 17), one of which is still too tied to the poetics of mimesis, and four verses from the Corpus Theognideum, which describe the mission of the poet through a series of activities (Thgn. 769-772). In most of these cases I come to the conclusion that poetic novelty does not coincide almost never with the concept of ‘originality’. Then I focus on Pindar’s poetic experience – notably N. 8, 19-21 – which is fundamental to all subsequent poetic declarations of novelty: the poet consciously reflects on the danger of exposing novelty to his detractors / rivals and uses a particular poetic language. The following long chapter deals with the sphragis of Timotheus’ Persians (PMG 791, 202-236), in which we can find all the topoi of the defense and legitimation of poetic novelty: the refutation of the critics, the definition of a new category of bad poets, the reinterpretation of tradition through a model of the past and the ultimate celebration of poetic novelty.
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Mollica, Bonivento Armando <1988&gt. "Le forme di dizione nella tradizione mediolatina: la trasmissione della teoria classica". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3114.

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Rossetto, Giulia <1994&gt. "I giovani e la musica classica contemporanea: problematiche e mezzi per raggiungerli". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18657.

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Abstract (sommario):
Perché i giovani sono sempre meno interessati alla fruizione di musica classica contemporanea? Quali sono i fattori deterrenti? É possibile modificare questo trend generale? E se sì, come? Queste sono le domande che si trovano al fondo dell'elaborazione di questa tesi. Questa tesi si compone di una parte teorica in cui si presenta la musica classica contemporanea passando per concetti teorici come: il prodotto, il passaggio dal prodotto all'esperienza, il neofita e le strategie di sviluppo del pubblico; mentre, nella seconda parte, troviamo l'indagine qualitativa, composta da un Focus Group e da interviste approfondite. L'obiettivo di questa tesi è quello di intravedere motivazioni e possibili soluzioni al continuo trend decrescente nella partecipazione dei giovani ai concerti di musica classica contemporanea.
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FAEDDA, ALESSIO. "Le occorrenze omometriche nella poesia strofica greca arcaica e classica. Uno studio". Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2022. http://hdl.handle.net/11584/328747.

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Abstract (sommario):
This PhD dissertation aims to define and investigate the homometric occurrences in Greek archaic and classical strophic poetry. It is a metrical and verbal poetic tool which operates in monostrophic (AA) and triadic (AAX) responsive structures, determining metrical and verbal correspondences in the same metrical position. Metrical responsion leads to the belief that this was intended by the poet as a mean broadening the semantic level of an ode and the effectiveness of its construction, based on parallelisms, symmetries, concatenations, oppositions, while fulfilling cohesive functions or emphatic, phatic, contrastive, allusive, interjective and evocative ones. Though fragmentation of certain poems does not facilitate the analysis and the commentary of some occurrences, it is possible to state that this is a long-lived tool, provided with attestations in archaic and late-archaic choral lyric (Alcman, Ibycus, Simonides, Pindar, Bacchylides), in Lesbian monodies (Alcaeus), in the strophic production by Stesichorus and in the classical tragic choruses (Aeschylus, Sophocles, Euripides). Moreover, the inseparable unity of music, dance and poetic text leads to the assumption of a link between homometric occurrences and the ways of performing strophic songs, strictly linked to the vexata quaestio of melodic responsion and the role of word accent while composing melodies in a melodic language such as ancient Greek. The research concerns fragments by Alcaeus, Alcman, Stesichorus, Ibycus and Simonides, the epinician odes by Pindar, the Bacchylidean odes, tragedies by Aeschylus and Sophocles and a specimen of three tragedies by Euripides. 361 cases of homometric occurrences are identified. The fact that there are homometric occurrences already in Lesbian poetry and Alcman may be interpreted as a sign of longevity of a tool intended for poetic composition. The variety of its forms and purposes does not penalize but strengthen its significance: correspondences between identical words or similar structures, responsive parallelisms, opposing ideas in the same metrical position give us another tool for analysing the composing ways of an ode, the relevant concepts in the poet’s reasonings, in choral narrations, in commendation of clients, in the developing dramatic action. This work has its own natural limits and renounces easy forcing where it is not possible to extrapolate meanings congruent with the overall context of the composition.
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Chow, Tanya L. M., of Western Sydney Macarthur University e Faculty of Business and Technology. "Systems of partial differential equations and group methods". THESIS_FBT_XXX_Chow_T.xml, 1996. http://handle.uws.edu.au:8081/1959.7/43.

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Abstract (sommario):
This thesis is concerned with the derivation of similarity solutions for one-dimensional coupled systems of reaction - diffusion equations, a semi-linear system and a one-dimensional tripled system. The first area of research in this thesis involves a coupled system of diffusion equations for the existence of two distinct families of diffusion paths. Constructing one-parameter transformation groups preserving the invariance of this system of equations enables similarity solutions for this coupled system to be derived via the classical and non-classical procedures. This system of equation is the uncoupled in the hope of recovering further similarity solutions for the system. Once again, one-parameter groups leaving the uncoupled system invariant are obtained, enabling similarity solutions for the system to be elicited. A one-dimensional pattern formation in a model of burning forms the next component of this thesis. The primary focus of this area is the determination of similarity solutions for this reaction - diffusion system by means of one-parameter transformation group methods. Consequently, similarity solutions which are a generalisation of the solutions of the one-dimensional steady equations derived by Forbes are deduced. Attention in this thesis is then directed toward a semi-linear coupled system representing a predator - prey relationship. Two approaches to solving this system are made using the classical procedure, leading to one-parameter transformation groups which are instrumental in elicting the general similarity solution for this system. A triple system of equations representing a one-dimensional case of diffusion in the presence of three diffusion paths constitutes the next theme of this thesis. In association with the classical and non-classical procedures, the derivation of one-parameter transformation groups leaving this system invariant enables similarity solutions for this system to be deduced. The final strand of this thesis involves a one- dimensional case of the general linear system of coupled diffusion equations with cross-effects for which one-parameter transformation group methods are once more employed. The one-parameter groups constructed for this system prove instrumental in enabling the attainment of similarity solutions for this system to be accomplished
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Abu, Aysheh Moh'd Saoud Abdallah <1973&gt. "Studio archeometrico-tecnologico e conservazione dei mosaici romani del sito archeologico di Suasa". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/626/1/Tesi_Abu_Aysheh_Mohd_Saoud.pdf.

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Abstract (sommario):
Una breve introduzione sulla storia del mosaico: dalle origine alle sue evoluzione tipologiche e tecnologiche nel tempo, di come si organizzavano le antiche botteghe del mosaico e le suddivisione dei compiti tra il pictor imaginarius, pictor parietarius e il musivarius (la gerarchia) all’interno di essi; la tecniche esecutiva per la messa in opera dei mosaici pavimentali romani. Visto che i mosaici si trovano a Suasa, quindi è stata riassunta la storia della città romana di Suasa con le sua varie fase edilizie, con maggior approfondimenti per gli edifici che presentano pavimentazione a mosaico: in primo luogo è la domus dei Coiedii contenente più di diciotto pavimenti in opus tessellatum. Il secondo è quello del così detto Edificio 4 (ancora inedito e di incerta natura e destinazione) portato in luce solo parzialmente con due settore a mosaico. Successivamente è stato effettuato in maniera dettagliata lo studio dello stato di conservazione dei vani musivi che sono state oggetto in senso stretto dei varie interventi conservativi, sia nella domus dei Coiedii (vano AU, oecus G e vano BB) che in Edificio 4 (vano A e vano D), evidenziando così le diverse morfologie di degrado in base “Normativa UNI 11176/2006 con l’aiuto della documentazione grafica ed fotografica. Un ampio e complessivo studio archeometrico-tecnologico dei materiali impiegati per la realizzazione dei musaici a Suasa (tessere e malte) presso i laboratori del CNR di Faenza.. Sono stati prelevati complessivamente 90 campione da tredici vani musivi di Suasa, di cui 28 campione di malte, comprese tra allettamento e di sottofondo,42 tessere lapidee e 20 tessere vitree; questi ultimi appartengono a sette vani della domus. Durante l’operazione del prelevo, è stato presso in considerazione le varie tipologie dei materiali musivi, la cromia ed le morfologie di degrado che erano presente. Tale studio ha lo scopo di individuare la composizione chimico-mineropetrografico, le caratteristiche tessiturali dei materiali e fornire precisa informazione sia per fine archeometrici in senso stretto (tecnologie di produzione, provenienza, datazione ecc.), che come supporto ai interventi di conservazione e restauro. Infine si è potuto costruire una vasta banca dati analitici per i materiali musivi di Suasa, che può essere consultata, aggiornata e confrontata in futuro con altri materiali proveniente dalla stessa province e/o regione. Applicazione dei interventi conservativi: di manutenzione, pronto intervento e di restauro eseguiti sui vani mosaicati di Suasa che presentavano un pessimo stato di conservazione e necessitavano l’intervento conservativo, con la documentazione grafica e fotografica dei varie fase dell’intervento. In particolare lo studio dei pregiatissimi materiali marmorei impiegati per la realizzazione dell’opus sectile centrale (sala G) nella domus dei Coiedii, ha portato alla classificazione e alla schedatura di sedici tipi di marmi impiegati; studio esteso poi al tessellato che lo circonda: studio del andamento, tipologie dei materiali, dei colore, dimensione delle tessere, interstizio ecc., ha permesso con l’utilizzo delle tavole tematiche di ottenere una chiara lettura per l’intero tessellato, di evidenziare così, tutti gli interventi antiche e moderni di risarciture, eseguiti dal II sec. d.C. fio ad oggi. L’aspetto didattico (teorico e pratico) ha accompagnato tutto il lavoro di ricerca Il lavoro si qualifica in conclusione come un esempio assai significativo di ricerca storicoiconografiche e archeometriche, con risultati rilevanti sulle tecnologie antiche e sui criteri di conservazione più idonei.
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Abu, Aysheh Moh'd Saoud Abdallah <1973&gt. "Studio archeometrico-tecnologico e conservazione dei mosaici romani del sito archeologico di Suasa". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/626/.

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Abstract (sommario):
Una breve introduzione sulla storia del mosaico: dalle origine alle sue evoluzione tipologiche e tecnologiche nel tempo, di come si organizzavano le antiche botteghe del mosaico e le suddivisione dei compiti tra il pictor imaginarius, pictor parietarius e il musivarius (la gerarchia) all’interno di essi; la tecniche esecutiva per la messa in opera dei mosaici pavimentali romani. Visto che i mosaici si trovano a Suasa, quindi è stata riassunta la storia della città romana di Suasa con le sua varie fase edilizie, con maggior approfondimenti per gli edifici che presentano pavimentazione a mosaico: in primo luogo è la domus dei Coiedii contenente più di diciotto pavimenti in opus tessellatum. Il secondo è quello del così detto Edificio 4 (ancora inedito e di incerta natura e destinazione) portato in luce solo parzialmente con due settore a mosaico. Successivamente è stato effettuato in maniera dettagliata lo studio dello stato di conservazione dei vani musivi che sono state oggetto in senso stretto dei varie interventi conservativi, sia nella domus dei Coiedii (vano AU, oecus G e vano BB) che in Edificio 4 (vano A e vano D), evidenziando così le diverse morfologie di degrado in base “Normativa UNI 11176/2006 con l’aiuto della documentazione grafica ed fotografica. Un ampio e complessivo studio archeometrico-tecnologico dei materiali impiegati per la realizzazione dei musaici a Suasa (tessere e malte) presso i laboratori del CNR di Faenza.. Sono stati prelevati complessivamente 90 campione da tredici vani musivi di Suasa, di cui 28 campione di malte, comprese tra allettamento e di sottofondo,42 tessere lapidee e 20 tessere vitree; questi ultimi appartengono a sette vani della domus. Durante l’operazione del prelevo, è stato presso in considerazione le varie tipologie dei materiali musivi, la cromia ed le morfologie di degrado che erano presente. Tale studio ha lo scopo di individuare la composizione chimico-mineropetrografico, le caratteristiche tessiturali dei materiali e fornire precisa informazione sia per fine archeometrici in senso stretto (tecnologie di produzione, provenienza, datazione ecc.), che come supporto ai interventi di conservazione e restauro. Infine si è potuto costruire una vasta banca dati analitici per i materiali musivi di Suasa, che può essere consultata, aggiornata e confrontata in futuro con altri materiali proveniente dalla stessa province e/o regione. Applicazione dei interventi conservativi: di manutenzione, pronto intervento e di restauro eseguiti sui vani mosaicati di Suasa che presentavano un pessimo stato di conservazione e necessitavano l’intervento conservativo, con la documentazione grafica e fotografica dei varie fase dell’intervento. In particolare lo studio dei pregiatissimi materiali marmorei impiegati per la realizzazione dell’opus sectile centrale (sala G) nella domus dei Coiedii, ha portato alla classificazione e alla schedatura di sedici tipi di marmi impiegati; studio esteso poi al tessellato che lo circonda: studio del andamento, tipologie dei materiali, dei colore, dimensione delle tessere, interstizio ecc., ha permesso con l’utilizzo delle tavole tematiche di ottenere una chiara lettura per l’intero tessellato, di evidenziare così, tutti gli interventi antiche e moderni di risarciture, eseguiti dal II sec. d.C. fio ad oggi. L’aspetto didattico (teorico e pratico) ha accompagnato tutto il lavoro di ricerca Il lavoro si qualifica in conclusione come un esempio assai significativo di ricerca storicoiconografiche e archeometriche, con risultati rilevanti sulle tecnologie antiche e sui criteri di conservazione più idonei.
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Gamberini, Anna <1974&gt. "Produzioni e commerci a Phoinike e in Epiro settentrionale attravero lo studio delle ceramiche a vernice nera". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/629/1/Tesi_Gamberini_Anna.pdf.

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Gamberini, Anna <1974&gt. "Produzioni e commerci a Phoinike e in Epiro settentrionale attravero lo studio delle ceramiche a vernice nera". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/629/.

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Negretto, Francesco <1974&gt. "Monumenti funerari romani ad edicola in Italia settentrionale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1369/1/negretto_francesco_tesi.pdf.

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Abstract (sommario):
La ricerca ha analizzato i monumenti funerari ad edicola in Italia settentrionale, una categoria funeraria monumentale diffusa ed importante; sono stati presi in considerazione sia quelli in ottimo stato di conservazione sia quelli attestati da poche membrature superstiti, per un totale di circa quaranta esemplari. La schedatura del materiale è servita per comprendere diversi aspetti inerenti alla diffusione di questa importante forma architettonica nel territorio preso in esame: le numerose varianti architettoniche adottate, specificatamente quella a edicola quadrangolare e quella a tholos circolare; la diffusione geografica in senso assoluto e rapportata alle diverse varianti, approfondita anche per alcune caratteristiche decorative singolari; la diffusione cronologica; la committenza che si è rivolta a questo genere di monumenti funerari; l’influenza esercitata e subita rispetto ad altre forme coeve e successive di sepolture.
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Negretto, Francesco <1974&gt. "Monumenti funerari romani ad edicola in Italia settentrionale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1369/.

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Abstract (sommario):
La ricerca ha analizzato i monumenti funerari ad edicola in Italia settentrionale, una categoria funeraria monumentale diffusa ed importante; sono stati presi in considerazione sia quelli in ottimo stato di conservazione sia quelli attestati da poche membrature superstiti, per un totale di circa quaranta esemplari. La schedatura del materiale è servita per comprendere diversi aspetti inerenti alla diffusione di questa importante forma architettonica nel territorio preso in esame: le numerose varianti architettoniche adottate, specificatamente quella a edicola quadrangolare e quella a tholos circolare; la diffusione geografica in senso assoluto e rapportata alle diverse varianti, approfondita anche per alcune caratteristiche decorative singolari; la diffusione cronologica; la committenza che si è rivolta a questo genere di monumenti funerari; l’influenza esercitata e subita rispetto ad altre forme coeve e successive di sepolture.
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Bogdani, Julian <1979&gt. "Genesi e trasformazioni urbane in Caonia tra l'Età Tardoclassica ed Ellenistica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1588/1/Bogdani_Genesi_e_trasformazioni_urbane_in_Caonia_tra_l%27et%C3%A0_tardoclassica_ed_ellenistica.pdf.

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Bogdani, Julian <1979&gt. "Genesi e trasformazioni urbane in Caonia tra l'Età Tardoclassica ed Ellenistica". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1588/.

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Campedelli, Alessandro <1975&gt. "Il dominio romano in Dalmatia: diffusione del modello urbano e culturale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2993/1/CAMPEDELLI_ALESSANDRO_IL_DOMINIO_ROMANO_IN_DALMATIA%2C_DIFFUSIONE_DEL_MODELLO_URBANO_E_CULTURALE.pdf.

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Abstract (sommario):
I viaggi e gli studi compiuti in Croazia, Montenegro e Bosnia Erzegovina in occasione della Tesi di Laurea hanno costituito l’occasione per comprendere quanto sia consistente il retaggio di Roma antica sulla sponda orientale dell’Adriatico. Nello stesso tempo si è potuto constatare che, per diversi motivi, dal punto di vista prettamente scientifico, la ricchezza di questo patrimonio archeologico aveva sino allora trovato soltanto poche occasioni di studio. Da qui la necessità di provvedere a un quadro completo e generale relativo alla presenza romana in un territorio come quello della provincia romana di Dalmatia che, pur considerando la sua molteplicità geografica, etnica, economica, culturale, sociale e politica, ha trovato, grazie all’intervento di Roma, una sua dimensione unitaria, un comune denominatore, tanto da farne una provincia che ebbe un ruolo fondamentale nella storia dell’Impero. Il lavoro prende le mosse da una considerazione preliminare e generale, che ne costituisce quasi lo spunto metodologico più determinante: la trasmissione della cultura e dei modelli di vita da parte di Roma alle altre popolazioni ha creato un modello in virtù del quale l’imperialismo romano si è in certo modo adattato alle diverse culture incontrate ed assimilate, dando vita ad una rete di culture unite da elementi comuni, ma anche profondamente diversificate per sintesi originali. Quella che pare essere la chiave di lettura impiegata è la struttura di un impero a forma di “rete” con forti elementi di coesione, ma allo stesso tempo dotato di ampi margini di autonomia. E questo a cominciare dall’analisi dei fattori che aprirono il cammino dell’afflusso romano in Dalmatia e nello stesso tempo permisero i contatti con il territorio italico. La ricerca ne analizza quindi i fattori:il diretto controllo militare, la costruzione di una rete viaria, l’estensione della cittadinanza romana, lo sviluppo della vita locale attraverso la formazione di una rete di municipi, i contatti economici e l’immigrazione di genti romanizzate. L’analisi ha posto in evidenza una provincia caratterizzata da notevoli contraddizioni, che ne condizionarono – presso entrambi i versanti del Velebit e delle Alpi Dinariche – lo sviluppo economico, sociale, culturale e urbanistico. Le profonde differenze strutturali tra questi due territori rimasero sempre presenti: la zona costiera divenne, sotto tutti i punti di vista, una sorta di continuazione dell’Italia, mntre quella continentale non progredì di pari passo. Eppure l’influenza romana si diffuse anche in questa, così che essa si pote conformare, in una certa misura, alla zona litoranea. Come si può dedurre dal fatto che il severo controllo militare divenne superfluo e che anche questa regione fu dotata progressivamente di centri amministrati da un gruppo dirigente compiutamente integrato nella cultura romana. Oltre all’analisi di tutto ciò che rientra nel processo di acculturazione dei nuovi territori, l’obiettivo principale del lavoro è l’analisi di uno degli elementi più importanti che la dominazione romana apportò nei territori conquistati, ovvero la creazione di città. In questo ambito relativamente periferico dell’Impero, qual è il territorio della provincia romana della Dalmatia, è stato dunque possibile analizzare le modalità di creazione di nuovi centri e di adattamento, da parte di Roma, ai caratteri locali dell’insediamento, nonché ai condizionamenti ambientali, evidenziando analogie e differenze tra le città fondate. Prima dell’avvento di Roma, nessuna delle regioni entrate a far parte dei territori della Dalmatia romana, con la sola eccezione della Liburnia, diede origine a centri di vero e proprio potere politico-economico, come ad esempio le città greche del Mediterraneo orientale, tali da continuare un loro sviluppo all’interno della provincia romana. In altri termini: non si hanno testimonianze di insediamenti autoctoni importanti che si siano trasformati in città sul modello dei centri provinciali romani, senza aver subito cambiamenti radicali quali una nuova pianificazione urbana o una riorganizzazione del modello di vita locale. Questo non significa che la struttura politico-sociale delle diverse tribù sia stata cambiata in modo drastico: almeno nelle modeste “città” autoctone, nelle quali le famiglie appaiono con la cittadinanza romana, assieme agli ordinamenti del diritto municipale, esse semplicemente continuarono ad avere il ruolo che i loro antenati mantennero per generazioni all’interno della propria comunità, prima della conquista romana. Il lavoro mette compiutamente in luce come lo sviluppo delle città nella provincia abbia risentito fortemente dello scarso progresso politico, sociale ed economico che conobbero le tribù e le popolazioni durante la fase pre-romana. La colonizzazione greca, troppo modesta, non riuscì a far compiere quel salto qualitativo ai centri autoctoni, che rimasero sostanzialmente privi di concetti basilari di urbanistica, anche se è possibile notare, almeno nei centri costieri, l’adozione di tecniche evolute, ad esempio nella costruzione delle mura. In conclusione questo lavoro chiarisce analiticamente, con la raccolta di un’infinità di dati (archeologici e topografici, materiali ed epigrafici, e desunti dalle fonti storiche), come la formazione della città e l’urbanizzazione della sponda orientale dell’adriatico sia un fenomeno prettamente romano, pur differenziato, nelle sue dinamiche storiche, quasi caso per caso. I dati offerti dalla topografia delle città della Dalmatia, malgrado la scarsità di esempi ben documentati, sembrano confermare il principio della regolarità degli impianti urbani. Una griglia ortogonale severamente applicata la si individua innanzi tutto nelle città pianificate di Iader, Aequum e, probabilmente, anche a Salona. In primis nelle colonie, quindi, ma non esclusivamente. Anche numerosi municipi sviluppatisi da insediamenti di origine autoctona hanno espresso molto presto la tendenza allo sviluppo di un sistema ortogonale regolare, se non in tutta l’area urbana, almeno nei settori di più possibile applicazione. Ne sono un esempio Aenona, Arba, Argiruntum, Doclea, Narona ed altri. La mancanza di un’organizzazione spaziale regolare non ha tuttavia compromesso l’omogeneità di un’attrezzatura urbana tesa alla normalizzazione, in cui i componenti più importanti, forum e suoi annessi, complessi termali, templi dinastici e capitolia, si avviano a diventare canonici. Le differenze più sensibili, che pure non mancano, sembrano dipendere dalle abitudini delle diverse etnie, dai condizionamenti topografici e dalla disponibilità finanziaria dei notabili. Una città romana non può prendere corpo in tutta la sua pienezza solo per la volontà del potere centrale. Un progetto urbanistico resta un fatto teorico finché non si realizzano le condizioni per cui si fondano due fenomeni importantissimi: uno socio-culturale, che consiste nell’emergenza di una classe di notabili “fortunati” desiderosi di dare a Roma dimostrazioni di lealtà, pronti a rispondere a qualsiasi sollecitazione da parte del potere centrale e addirittura ad anticiparlo; l’altro politico-amministrativo, che riguarda il sistema instaurato da Roma, grazie al quale i suddetti notabili possono godere di un certo potere e muoversi in vista della promozione personale nell’ambito della propria città. Aiuti provenienti dagli imperatori o da governatori provinciali, per quanto consistenti, rimangono un fatto non sistematico se non imprevedibile, e rappresentano comunque un episodio circoscritto. Anche se qualche città risulta in grado di costruire pecunia publica alcuni importanti edifici del quadro monumentale, il ruolo del finanziamento pubblico resta relativamente modesto. Quando la documentazione epigrafica esiste, si rivela che sono i notabili locali i maggiori responsabili della costruzione delle opere pubbliche. Sebbene le testimonianze epigrafiche siano scarse e, per la Dalmatia non sia possibile formulare un quadro completo delle committenze che favorirono materialmente lo sviluppo architettonico ed artistico di molti complessi monumentali, tuttavia è possibile osservare e riconoscere alcuni aspetti significativi e peculiari della provincia.
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Campedelli, Alessandro <1975&gt. "Il dominio romano in Dalmatia: diffusione del modello urbano e culturale". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2993/.

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Abstract (sommario):
I viaggi e gli studi compiuti in Croazia, Montenegro e Bosnia Erzegovina in occasione della Tesi di Laurea hanno costituito l’occasione per comprendere quanto sia consistente il retaggio di Roma antica sulla sponda orientale dell’Adriatico. Nello stesso tempo si è potuto constatare che, per diversi motivi, dal punto di vista prettamente scientifico, la ricchezza di questo patrimonio archeologico aveva sino allora trovato soltanto poche occasioni di studio. Da qui la necessità di provvedere a un quadro completo e generale relativo alla presenza romana in un territorio come quello della provincia romana di Dalmatia che, pur considerando la sua molteplicità geografica, etnica, economica, culturale, sociale e politica, ha trovato, grazie all’intervento di Roma, una sua dimensione unitaria, un comune denominatore, tanto da farne una provincia che ebbe un ruolo fondamentale nella storia dell’Impero. Il lavoro prende le mosse da una considerazione preliminare e generale, che ne costituisce quasi lo spunto metodologico più determinante: la trasmissione della cultura e dei modelli di vita da parte di Roma alle altre popolazioni ha creato un modello in virtù del quale l’imperialismo romano si è in certo modo adattato alle diverse culture incontrate ed assimilate, dando vita ad una rete di culture unite da elementi comuni, ma anche profondamente diversificate per sintesi originali. Quella che pare essere la chiave di lettura impiegata è la struttura di un impero a forma di “rete” con forti elementi di coesione, ma allo stesso tempo dotato di ampi margini di autonomia. E questo a cominciare dall’analisi dei fattori che aprirono il cammino dell’afflusso romano in Dalmatia e nello stesso tempo permisero i contatti con il territorio italico. La ricerca ne analizza quindi i fattori:il diretto controllo militare, la costruzione di una rete viaria, l’estensione della cittadinanza romana, lo sviluppo della vita locale attraverso la formazione di una rete di municipi, i contatti economici e l’immigrazione di genti romanizzate. L’analisi ha posto in evidenza una provincia caratterizzata da notevoli contraddizioni, che ne condizionarono – presso entrambi i versanti del Velebit e delle Alpi Dinariche – lo sviluppo economico, sociale, culturale e urbanistico. Le profonde differenze strutturali tra questi due territori rimasero sempre presenti: la zona costiera divenne, sotto tutti i punti di vista, una sorta di continuazione dell’Italia, mntre quella continentale non progredì di pari passo. Eppure l’influenza romana si diffuse anche in questa, così che essa si pote conformare, in una certa misura, alla zona litoranea. Come si può dedurre dal fatto che il severo controllo militare divenne superfluo e che anche questa regione fu dotata progressivamente di centri amministrati da un gruppo dirigente compiutamente integrato nella cultura romana. Oltre all’analisi di tutto ciò che rientra nel processo di acculturazione dei nuovi territori, l’obiettivo principale del lavoro è l’analisi di uno degli elementi più importanti che la dominazione romana apportò nei territori conquistati, ovvero la creazione di città. In questo ambito relativamente periferico dell’Impero, qual è il territorio della provincia romana della Dalmatia, è stato dunque possibile analizzare le modalità di creazione di nuovi centri e di adattamento, da parte di Roma, ai caratteri locali dell’insediamento, nonché ai condizionamenti ambientali, evidenziando analogie e differenze tra le città fondate. Prima dell’avvento di Roma, nessuna delle regioni entrate a far parte dei territori della Dalmatia romana, con la sola eccezione della Liburnia, diede origine a centri di vero e proprio potere politico-economico, come ad esempio le città greche del Mediterraneo orientale, tali da continuare un loro sviluppo all’interno della provincia romana. In altri termini: non si hanno testimonianze di insediamenti autoctoni importanti che si siano trasformati in città sul modello dei centri provinciali romani, senza aver subito cambiamenti radicali quali una nuova pianificazione urbana o una riorganizzazione del modello di vita locale. Questo non significa che la struttura politico-sociale delle diverse tribù sia stata cambiata in modo drastico: almeno nelle modeste “città” autoctone, nelle quali le famiglie appaiono con la cittadinanza romana, assieme agli ordinamenti del diritto municipale, esse semplicemente continuarono ad avere il ruolo che i loro antenati mantennero per generazioni all’interno della propria comunità, prima della conquista romana. Il lavoro mette compiutamente in luce come lo sviluppo delle città nella provincia abbia risentito fortemente dello scarso progresso politico, sociale ed economico che conobbero le tribù e le popolazioni durante la fase pre-romana. La colonizzazione greca, troppo modesta, non riuscì a far compiere quel salto qualitativo ai centri autoctoni, che rimasero sostanzialmente privi di concetti basilari di urbanistica, anche se è possibile notare, almeno nei centri costieri, l’adozione di tecniche evolute, ad esempio nella costruzione delle mura. In conclusione questo lavoro chiarisce analiticamente, con la raccolta di un’infinità di dati (archeologici e topografici, materiali ed epigrafici, e desunti dalle fonti storiche), come la formazione della città e l’urbanizzazione della sponda orientale dell’adriatico sia un fenomeno prettamente romano, pur differenziato, nelle sue dinamiche storiche, quasi caso per caso. I dati offerti dalla topografia delle città della Dalmatia, malgrado la scarsità di esempi ben documentati, sembrano confermare il principio della regolarità degli impianti urbani. Una griglia ortogonale severamente applicata la si individua innanzi tutto nelle città pianificate di Iader, Aequum e, probabilmente, anche a Salona. In primis nelle colonie, quindi, ma non esclusivamente. Anche numerosi municipi sviluppatisi da insediamenti di origine autoctona hanno espresso molto presto la tendenza allo sviluppo di un sistema ortogonale regolare, se non in tutta l’area urbana, almeno nei settori di più possibile applicazione. Ne sono un esempio Aenona, Arba, Argiruntum, Doclea, Narona ed altri. La mancanza di un’organizzazione spaziale regolare non ha tuttavia compromesso l’omogeneità di un’attrezzatura urbana tesa alla normalizzazione, in cui i componenti più importanti, forum e suoi annessi, complessi termali, templi dinastici e capitolia, si avviano a diventare canonici. Le differenze più sensibili, che pure non mancano, sembrano dipendere dalle abitudini delle diverse etnie, dai condizionamenti topografici e dalla disponibilità finanziaria dei notabili. Una città romana non può prendere corpo in tutta la sua pienezza solo per la volontà del potere centrale. Un progetto urbanistico resta un fatto teorico finché non si realizzano le condizioni per cui si fondano due fenomeni importantissimi: uno socio-culturale, che consiste nell’emergenza di una classe di notabili “fortunati” desiderosi di dare a Roma dimostrazioni di lealtà, pronti a rispondere a qualsiasi sollecitazione da parte del potere centrale e addirittura ad anticiparlo; l’altro politico-amministrativo, che riguarda il sistema instaurato da Roma, grazie al quale i suddetti notabili possono godere di un certo potere e muoversi in vista della promozione personale nell’ambito della propria città. Aiuti provenienti dagli imperatori o da governatori provinciali, per quanto consistenti, rimangono un fatto non sistematico se non imprevedibile, e rappresentano comunque un episodio circoscritto. Anche se qualche città risulta in grado di costruire pecunia publica alcuni importanti edifici del quadro monumentale, il ruolo del finanziamento pubblico resta relativamente modesto. Quando la documentazione epigrafica esiste, si rivela che sono i notabili locali i maggiori responsabili della costruzione delle opere pubbliche. Sebbene le testimonianze epigrafiche siano scarse e, per la Dalmatia non sia possibile formulare un quadro completo delle committenze che favorirono materialmente lo sviluppo architettonico ed artistico di molti complessi monumentali, tuttavia è possibile osservare e riconoscere alcuni aspetti significativi e peculiari della provincia.
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Parada, Lopez de Corselas Manuel <1986&gt. "Las variaciones de la “serliana”: aspectos y motivos de la arquitectura del poder desde la Antigüedad al Renacimiento italiano y español". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6585/1/PARADA_LOPEZ_DE_CORSELAS_MANUEL_TESI_SERLIANA.pdf.

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Abstract (sommario):
Principales aportaciones: Elenco actualizado y más completo de “serlianas” hasta el momento, incluyendo el más amplio repertorio numismático e iconográfico sobre el tema. Visión de conjunto crítica de la “serliana” y motivos afines en la Antigüedad, la Edad Media y el Renacimiento, atendiendo a una selección de ejemplos en todos los formatos posibles (arquitectura e iconografía). Inclusión y explicación de la “serliana” dentro de los avances de la arquitectura romana, con atención a las fuentes escritas. Identificación de las principales áreas de origen y desarrollo de la “serliana”. Explicación de las causas y resultados de los procesos de innovación arquitectónica. Demostración de la llegada de la “serliana” a Hispania mucho antes que el disco de Teodosio. Indagación en las funciones y posibles implicaciones simbólicas de ejemplos de “serliana”. Hipótesis sobre el papel desempeñado por las arquitecturas efímeras. Hipótesis sobre el papel de la arquitectura militar en época romana para la difusión de la “serliana”. Comentario crítico de la situación de la “serliana” en la Antigüedad Tardía y visión general de sus procesos de transferencia y metamorfosis. Demostración de la pervivencia de la “serliana” en la Edad Media. Análisis de la arcada triple como posible sustituto de la “serliana”. Comentario crítico de los dibujos tardomedievales y renacentistas sobre la “serliana” y su relación con el estudio contemporáneo de los monumentos antiguos. Identificación de ejemplos y comentario crítico de la situación de la “serliana” en la Italia del Quattrocento y del Cinquecento. Análisis de las confluencias de la “serliana” Italia-España y evolución del motivo en este último ámbito. Demostración de las novedades propias del ámbito hispano.
The main contributions included in this doctoral thesis are An updated list of all examples we have been able to identify thus far, including the most complete iconographic and numismatic catalogue of images featuring the ‘Serliana’. A critical overview of the use of the ‘Serliana’ and similar motifs through Antiquity, Middle Ages and the Renaissance, including examples in as many different formats as possible (architecture and iconography) Identification of the main areas where the ‘Serliana’ originated and developed, and the formal and technical advances produced in each of these locations. Explanation of the causes and the consequences of the processes of architectonic innovation. Proving that the arrival of the ‘Serliana’ in Hispania dates from around the II century AD. Discussion of the numerous iconographic examples. Discussion of the functions and possible symbolic meaning. Hypothesis on the role of ephemeral architecture on the development of the ‘Serliana’. Hypothesis on the role played by military architecture. Review of the usage of the ‘Serliana’ in Late Antiquity and general overview of the processes of transfer and transformation. Demonstration that the usage of the ‘Serliana’ continued through the Middle Ages Analysis of the triple arcade as a possible replacement for the ‘Serliana’. Critical commentary of late medieval and Renaissance drawings depicting the ‘Serliana’, and its relationship with the study at the time of classical monuments. Identification of examples and critical commentary of the usage of the ‘Serliana’ in Quattrocento Italy. Identification of paradigmatic examples and critical commentary of the usage of the ‘Serliana’ in Quattrocento and Cinquecento Italy. Analysis of the convergence of the ‘Serliana’ from Italy to Spain and evolution of the motif in the latter country. Demonstration of the specifically Spanish innovations.
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