Tesi sul tema "Action"
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Sorenson, Robert Randall. "Attitudes and actions of affirmative action". CSUSB ScholarWorks, 1992. https://scholarworks.lib.csusb.edu/etd-project/608.
Testo completoAkgun, Baris. "Action Recognition Through Action Generation". Master's thesis, METU, 2010. http://etd.lib.metu.edu.tr/upload/12612306/index.pdf.
Testo completos, each corresponding to a different reaching action, were trained using this data. The proposed method used an object-centered coordinate system to define the variables for the action, eliminating the difference between the actor and the robot. During testing, the robot simulated action trajectories by its learned DMPs and compared the resulting trajectories against the observed one. The error between the simulated and the observed trajectories were integrated into a recognition signal, over which recognition was done. The proposed method was applied on the iCub humanoid robot platform using an active motion capture device for sensing. The results showed that the system was able to recognize actions with high accuracy as they unfold in time. Moreover, the feasibility of the approach is demonstrated in an interactive game between the robot and a human.
Magnusson, Martin. "Deductive Planning and Composite Actions in Temporal Action Logic". Licentiate thesis, Linköping : Department of Computer and Information Science, Linköpings universitet, 2007. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:liu:diva-9726.
Testo completoDi, Nucci Ezio. "Mind out of action : the intentionality of automatic actions". Thesis, University of Edinburgh, 2008. http://hdl.handle.net/1842/2587.
Testo completoPhillips, Scott Michael. "Action". Pullman, Wash. : Washington State University, 2010. http://www.dissertations.wsu.edu/Thesis/Spring2010/s_phillips_041910.pdf.
Testo completoAgnew, Zarinah Karim. "Action execution, action perception and 'mirror' neurones". Thesis, Imperial College London, 2009. http://hdl.handle.net/10044/1/11312.
Testo completoHolzhüter, Andreas. "Die Class Action im US-amerikanischen Kapitalmarktrecht : Securities Class Actions /". Hamburg : Kovač, 2004. http://www.gbv.de/dms/sbb-berlin/380103370.pdf.
Testo completoRocha, Josà Alan Teixeira da. "Investment fund actions and in action: Factors of Common Risks?" Universidade Federal do CearÃ, 2008. http://www.teses.ufc.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=2598.
Testo completoIn this article, was analyzed the capacity of valuation and forecast on the main stock investment funds in the Brazilian market, using the Capital Asset Pricing Model (CAPM), the Fama e French (1993) factor model and the Carhart (1997) four-factor model. According to the results, we have a better performance of the CAPM vis-Ã-vis the factor models, even for the investment funds that over perform the market. This result can be seen as an evidence of the necessity to develop a factor model a la Fama and French, but specific for investment funds.
Neste estudo foi analisada a capacidade de apreÃamento e previsÃo de retorno para os principais fundos de investimento em aÃÃes no mercado brasileiro, utilizando o modelo Capital Asset Pricing Model (CAPM), o modelo de trÃs fatores desenvolvido por Fama e French (1993) e o modelo de quatro fatores apresentado por Carhart (1997). Os resultados mostram uma melhor performance do CAPM vis-Ã-vis os demais modelos de fatores usados, mesmo para fundos de investimento que tenham âsuperado o mercadoâ. Esta pode ser uma evidÃncia da necessidade de se derivar um modelo de fatores a la Fama e French, mas especÃfico para fundos de investimento.
Betti, Sonia. "Complementary actions: exploring the flexibility of the Action Observation System". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3425731.
Testo completoLe interazioni sociali rappresentano un aspetto essenziale dell’esperienza umana, e le azioni rappresentano il mezzo principale attraverso cui gli esseri umani interagiscono con il mondo circostante. L’abilità di riconoscere e comprendere le azioni altrui è necessaria per garantire un’efficace interazione con altri individui. Nella vita quotidiana il sistema motorio è in grado di coordinare queste forme di interazione sociale con prontezza e accuratezza. Tuttavia, come il nostro cervello sia capace di produrre risposte così appropriate deve essere ancora pienamente compreso. L’obiettivo della presente tesi consiste nell’indagare i processi che hanno luogo nel sistema motorio durante l’osservazione di azioni, e in particolare nel caso di azioni che richiedono un coinvolgimento (interattivo) dell’osservatore. L’argomento principale che verrà trattato riguarda proprio la flessibilità del sistema motorio nel preparare azioni simili o dissimili rispetto a quanto osservato in situazioni realistiche. Inoltre, il presente lavoro ha lo scopo di verificare l’automaticità di questi processi, esaminando direttamente il ruolo giocato dall’attenzione visuospaziale durante l’osservazione di azioni. La parte introduttiva della presente tesi fornirà una panoramica sullo stato dell’arte riguardo il meccanismo che potrebbe essere alla base della comprensione delle azioni altrui, ossia il ‘meccanismo specchio’ (Capitolo 1). I neuroni specchio sono cellule neurali che si attivano sia durante l’esecuzione, che durante l’osservazione di una stessa azione compiuta da un altro individuo. Dalla loro prima scoperta nella corteccia premotoria della scimmia (Macaca nemestrina) all’inizio degli anni Novanta (Di Pellegrino, Fadiga, Fogassi, Gallese and Rizzolatti, 1992), questi neuroni visuo-motori sono stati estensivamente studiati sia nei primati che nell’uomo. Nel Capitolo 1 verrà quindi presentata una rassegna delle prove a favore dell’esistenza di tale meccanismo specchio, nonché sulle sue proprietà e basi anatomiche. Una particolare attenzione verrà data alla letteratura relativa agli studi condotti sull’uomo, approfondendo le evidenze riguardanti il Sistema di Osservazione dell’Azione (AOS) acquisite tramite l’uso di diverse metodologie. Risultati convergenti suggeriscono che le azioni vengano codificate nel cervello dell’osservatore in modo tale da replicare l’effettiva esecuzione dell’azione. Pertanto, una simulazione incarnata (dall’interno) permetterebbe di comprendere le azioni osservate tramite l’esperienza motoria propria dell’osservatore. Tuttavia, simulare le azioni altrui non è sempre la migliore strategia per interagire con essi. Spesso, invece, è necessario mettere in atto azioni che differiscono da quelle osservate. Nel Capitolo 2 saranno riassunte evidenze in ambito neurofisiologico che suggeriscono come il cervello umano sia in grado di superare il bias imitativo in favore di risposte dissimili, che sono tuttavia appropriate alle esigenze dettate dal contesto. Un’attenzione particolare verrà data alla letteratura riguardante le azioni complementari, un tipo di interazioni sociali nelle quali gli individui coinvolti devono eseguire azioni dissimili o opposte a quelle osservate, al fine di perseguire uno scopo comune. Riassumendo, il sistema motorio umano risulta essere incline a simulare le azioni altrui, ciò nonostante questa tendenza imitativa pare possa essere modulata in funzione del contesto in cui l’azione avviene. Tuttavia, qualora fattori top-down abbiano un ruolo nel determinare la simulazione incarnata è ancora un argomento dibattuto. Nel Capitolo 3 verrà presentata una rassegna della letteratura in cui l’automaticità della trasformazione visuo-motoria è stata messa in discussione. Complessivamente, emerge come fattori top-down, quali l’attenzione visuospaziale, possano influenzare il processo di simulazione motoria delle azioni osservate. Nella seconda parte della tesi verrà descritto il lavoro sperimentale da me svolto. Il Capitolo 4 fornirà una generale descrizione della metodologia adottata e comune a tutti gli studi in cui è stata utilizzata la stimolazione magnetica transcranica (TMS) accoppiata con la registrazione elettromiografica (EMG) per misurare modulazioni dell’eccitabilità corticospinale durante l’osservazione di azioni. Nel primo esperimento (Capitolo 5) è stato utilizzato un nuovo paradigma per lo studio delle azioni complementari che coinvolge effettori multipli. Ai partecipanti è stata presentata un’azione ritraente un calciatore lanciare una palla verso di loro, richiedendo implicitamente una loro risposta al fine di parare la palla in avvicinamento. Ulteriori condizioni di controllo in cui calci laterali, calci mimati, o in cui la palla veniva presentata ferma in area di rigore sono state utilizzate. Questo paradigma è stato adottato per studiare l’andamento temporale dell’insorgere delle risposte imitative e complementari in effettori inferiori e superiori. In un successivo esperimento presentato nel Capitolo 6 è stato adottato un paradigma simile, tuttavia esso includeva una condizione nella quale le risposte imitative e complementari venivano simultaneamente elicitate nel sistema motorio dell’osservatore. Ciò ha permesso di disambiguare il contributo di differenti livelli di codifica motoria – nello specifico, cinematico, predittivo e di codifica della risposta – in funzione durante l’osservazione di azioni. I Capitoli 7 e 8 riguarderanno invece due esperimenti aventi lo scopo di chiarificare l’influenza dell’attenzione spaziale durante l’osservazione di azioni capaci di elicitare o meno una risposta complementare. In particolare, nel Capitolo 7, ai partecipanti venivano mostrate sequenze di azioni che potevano evocare una risposta complementare, quale afferrare una tazza posizionata in primo piano, quando una persona li invitava a farlo. Va notato che il movimento osservato presentava caratteristiche muscolari diverse da quello richiesto, al fine di studiare lo spontaneo manifestarsi di attivazioni motorie differenti negli osservatori. Un aspetto cruciale è che l’allocazione dell’attenzione spaziale verso specifiche parti della scena visiva veniva manipolata tramite la rapida presentazione di un pallino rosso, e le risposte sono state registrate sia a livello comportamentale (eye-tracking) che neurofisiologico. In un successivo esperimento (Capitolo 8), l’allocazione di risorse attentive verso parti della scena visiva è stata modulata tramite la direzione dello sguardo dell’attore, utilizzando quindi una manipolazione che presenta una migliore validità ecologica. Questo lavoro sperimentale ha indagato il ruolo dell’attenzione nei processi di simulazione e reciprocità, promuovendo così la definizione di una più completa e integrata comprensione del ruolo di fattori top-down nell’osservazione di azioni. Seguirà una discussione generale (Capitolo 9) volta a contestualizzare i risultati ottenuti dagli studi presentati in questa tesi. Nel complesso, questi studi aiuteranno a definire meglio come il sistema motorio sia in grado di modulare la sua attività in maniera flessibile e dinamica durante l’osservazione di azioni. Inoltre, il presente lavoro di ricerca può contribuire ad ampliare la nostra conoscenza dei processi in atto durante l’osservazione di azioni in contesti sociali, in direzione di una più completa definizione del fenomeno.
Hobson, Kersty Pamela. "Talking habits into action : an investigation into Global Action Plan's 'Action at home' programme". Thesis, University College London (University of London), 2001. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.368092.
Testo completoPfäffle, Frank, e Christoph A. Stephan. "The Holst action by the spectral action principle". Universität Potsdam, 2012. http://opus.kobv.de/ubp/volltexte/2012/6003/.
Testo completoDickens, Linda Neavel. "A theory of action perspective of action research /". Digital version accessible at:, 1998. http://wwwlib.umi.com/cr/utexas/main.
Testo completoHutchinson, Michelle. "Action complexity modulates corticospinal excitability during action observation". Thesis, Hutchinson, Michelle (2016) Action complexity modulates corticospinal excitability during action observation. Honours thesis, Murdoch University, 2016. https://researchrepository.murdoch.edu.au/id/eprint/40609/.
Testo completoBruch, Heike. "Leaders' action /". St. Gallen, 2001. http://aleph.unisg.ch/hsgscan/hm00132093.pdf.
Testo completoGordon, Derek, e David Rogoff. "Action Jacksons". Digital Commons at Loyola Marymount University and Loyola Law School, 2011. https://digitalcommons.lmu.edu/etd/72.
Testo completoLarva, Jessica Wenstrup. "Re/action". The Ohio State University, 2005. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=osu1329326219.
Testo completoKalfaoglu, Cigir. "Cognition in action : error awareness in 7 actions-per-second performance". Thesis, University of Sheffield, 2012. http://etheses.whiterose.ac.uk/2924/.
Testo completoBall, Dianne Lesley School of Industrial Relations & Organisational Behaviour UNSW. "Facilitation of action learning groups: an action research investigation". Awarded by:University of New South Wales. School of Industrial Relations & Organisational Behaviour, 2004. http://handle.unsw.edu.au/1959.4/23407.
Testo completoMahon, Aoife. "Shared spatial attention for action selection and action monitoring". Thesis, University of Aberdeen, 2017. http://digitool.abdn.ac.uk:80/webclient/DeliveryManager?pid=233977.
Testo completoSirén, I. M. (Ida-Maria). "Liikuttaako Action?:Oulun kaupungin Action-liikuntapalvelujen vaikutukset nuorten liikunnallisuuteen". Master's thesis, University of Oulu, 2013. http://urn.fi/URN:NBN:fi:oulu-201310291818.
Testo completoMoody, Claire. "Investigating the link between action language and action performance". Thesis, University of York, 2011. http://etheses.whiterose.ac.uk/2034/.
Testo completoWeber, Valentin. "La pluralité de victimes en droit pénal". Electronic Thesis or Diss., Bordeaux, 2021. http://www.theses.fr/2021BORD0312.
Testo completoMultiple victims is a rather common situation. However, it is often ignored by criminal law, which has generally been constructed according to a simple scheme in which the victim is unique. As a result, the plurality of victims constitutes an element of complexity that raises the question of whether the criminal law is sufficiently adapted to this circumstance or whether it could be more so. The question then arises essentially in the case where the plurality of victims is caused by a single act, which leads to placing the analysis under the aegis of the ne bis in idem rule, which has two distinct dimensions. In substantive criminal law, the rule thus expresses the principle of the prohibition of punishing the same act more than once. As a result, the plurality of victims is often irrelevant. However, it is possible to think that it sometimes increases the culpability of the individual who commits an offence against several people, which could justify punishing him more severely than if he had committed the same offence against a single victim. The aim of this thesis is therefore to show that a greater influence of the plurality of victims seems possible and to propose a system inspired by certain foreign criminal laws that could allow this circumstance to be more taken into account and in a way that seems to be in conformity with the ne bis in idem rule. In procedural criminal law, the plurality of victims seems, on the contrary, to invite solutions that would go beyond those that currently derive from the ne bis in idem rule. Indeed, the plurality of victims is likely to increase the risk of contradiction between judicial decisions rendered in relation to the same act because of the multiplicity of possible individual actions. The coherence of judicial decisions would then seem to be better respected by allowing the interests of multiple victims to be defended in the context of a criminal class action
at, Klaus Schmidt@univie ac. "The Adjoint Action of an Expansive Algebraic Z$^d$--Action". ESI preprints, 2001. ftp://ftp.esi.ac.at/pub/Preprints/esi1043.ps.
Testo completoPark, Hun-Joon. "An inquiry into managerial action : performative and reflexive managerial action". Connect to resource, 1990. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view.cgi?acc%5Fnum=osu1263043747.
Testo completoAheadi, Afshin. "The role of action planning and control within joint action". Thesis, Royal Holloway, University of London, 2012. http://repository.royalholloway.ac.uk/items/ec9caf45-f2f5-4dc6-a78f-bb2327e1c3ef/1/.
Testo completoLee, Chung Chuen Gabriel. "Theatre directing as Action Research: testing the Action Research model". Thesis, University of Sydney, 2020. https://hdl.handle.net/2123/23024.
Testo completoGuest, Katie Rose. "Actions in the affirmative pragmatism, pedagogy, law, and the affirmative action debate /". Greensboro, N.C. : University of North Carolina at Greensboro, 2007. http://libres.uncg.edu/edocs/etd/1409/umi-uncg-1409.pdf.
Testo completoTitle from PDF t.p. (viewed Oct. 22, 2007). Directed by Hephzibah Roskelly; submitted to the Dept. of English. Includes bibliographical references (p. 169-177).
Gianelli, Claudia <1981>. "The language of action. How language translates the dynamics of our actions". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3050/1/claudia_gianelli_tesi.pdf.
Testo completoGianelli, Claudia <1981>. "The language of action. How language translates the dynamics of our actions". Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3050/.
Testo completoDrescher, Conrad. "Action Logic Programs". Doctoral thesis, Saechsische Landesbibliothek- Staats- und Universitaetsbibliothek Dresden, 2011. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bsz:14-qucosa-68252.
Testo completoVetter, Céline. "Clocks in Action". Diss., lmu, 2011. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bvb:19-127490.
Testo completoSimester, Andrew. "Law and action". Thesis, University of Oxford, 1993. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.358540.
Testo completoMyers, C. "Cues for action". Thesis, University of Oxford, 1987. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.379853.
Testo completoRoberts, Jonathan. "Guidance of Action". Thesis, University of Warwick, 2008. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.526228.
Testo completoVan, Kampen Petronella Maria. "Asymmetry in action". Thesis, Manchester Metropolitan University, 2009. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.509885.
Testo completoOzaltun, Eylem. "Knowledge in Action". Thesis, Harvard University, 2013. http://dissertations.umi.com/gsas.harvard:10997.
Testo completoPhilosophy
Esterhazy, Paulus. "Reasons for action". Diss., Ludwig-Maximilians-Universität München, 2013. http://nbn-resolving.de/urn:nbn:de:bvb:19-177236.
Testo completoKelly, John Peter. "Persons in action". Thesis, Birkbeck (University of London), 2003. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.405598.
Testo completoPoleman, R. C. J. "Springing into action!" Thesis, University of York, 1996. http://ethos.bl.uk/OrderDetails.do?uin=uk.bl.ethos.336556.
Testo completoRoberts, Tom. "Action and experience". Thesis, University of Edinburgh, 2008. http://hdl.handle.net/1842/25478.
Testo completoWren, Christopher R. (Christopher Richard). "Understanding expressive action". Thesis, Massachusetts Institute of Technology, 2000. http://hdl.handle.net/1721.1/16774.
Testo completoAlso available online at the MIT Theses Online homepage
Includes bibliographical references (p. 117-120).
This electronic version was submitted by the student author. The certified thesis is available in the Institute Archives and Special Collections.
We strain our eyes, cramp our necks, and destroy our hands trying to interact with computer on their terms. At the extreme, we strap on devices and weigh ourselves down with cables trying to re-create a sense of place inside the machine, while cutting ourselves off from the world and people around us. The alternative is to make the real environment responsive to our actions. It is not enough for environments to respond simply to the presence of people or objects: they must also be aware of the subtleties of changing situations. If all the spaces we inhabit are to be responsive, they must not require encumbering devices to be worn and they must be adaptive to changes in the environment and changes of context. This dissertation examines a body of sophisticated perceptual mechanisms developed in response to these needs as well as a selection of human-computer interface sketches designed to push the technology forward and explore the possibilities of this novel interface idiom. Specifically, the formulation of a fully recursive framework for computer vision called DYNA that improves performance of human motion tracking will be examined in depth. The improvement in tracking performance is accomplished with the combination of a three-dimensional, physics-based model of the human body with modifications to the pixel classification algorithms that enable them to take advantage of this high-level knowledge. The result is a novel vision framework that has no completely bottom-up processes, and is therefore significantly faster and more stable than other approaches.
by Christopher R. Wren.
Ph.D.
Marley-Payne, Jack. "Action-first attitudes". Thesis, Massachusetts Institute of Technology, 2016. http://hdl.handle.net/1721.1/107094.
Testo completoPage 166 blank. Cataloged from PDF version of thesis.
Includes bibliographical references (pages 157-165).
In this thesis, I present an action-first theory of knowledge and belief. We have a mutual interest in the successful action of our peers, and the significance of belief and knowledge stems from their role in promoting this success. Knowledge states tend to guide successful action, in an appropriately systematic manner. Belief states systematically guide our attempts to achieve our goals, and would lead to success if all went well. In defending the action-first account, I draw on a kind of pragmatism: we should look to the practical role of belief and knowledge attribution, in a social setting, to determine the nature of belief and knowledge themselves. The action-account states that the role of knowledge attribution is to identify and promote successful agents. This implies that knowledge itself is a state that tends to guide successful action. Similarly, the role of belief attribution is to help us predict how people will attempt to achieve their goals, and correct them to avoid failure where necessary. This implies that beliefs are action-guiding states that may not be success conducive - these are states that are apt to become knowledge given the appropriate evidence or argument. A final point is that the role of our ascriptions of rationality (and irrationality) is to promote practices that tend to lead to knowledge. This gives us a unified account of our concepts of knowledge, belief and rationality, founded in a cooperative society's interest in mutual success. Granting the action-account leads to significant consequences in epistemology and philosophy of mind. It gives us reason to reject various accessibility principles, and accept intellectualism with regard to know-how. All states that lead to successful action in a systematic manner, even if we do not consciously endorse their content, fit with the rationale of the action-account. Further, the account suggests a new way to model conflicted mental states, and suggests rethinking the role of the Bayesian ideal in our conception of rationality. These consequences, in turn, provide motivation for the action-account itself on pragmatic grounds: it opens up promising new lines of inquiry in philosophy.
by Jack Marley-Payne.
Ph. D.
Cutler, Jason. "Line of Action". ScholarWorks@UNO, 2006. http://scholarworks.uno.edu/td/355.
Testo completoNuralamy, Setiyawati. "Jakarta social action". Thesis, Видавництво СумДУ, 2011. http://essuir.sumdu.edu.ua/handle/123456789/10124.
Testo completoДядечко, Алла Миколаївна, Алла Николаевна Дядечко, Alla Mykolaivna Diadechko e Y. A. Tevosyan. "Action scrip 3.0". Thesis, Видавництво СумДУ, 2010. http://essuir.sumdu.edu.ua/handle/123456789/17582.
Testo completoSafran, Benjamin. "Action pieces final". Temple University Libraries, 2019. http://cdm16002.contentdm.oclc.org/cdm/ref/collection/p245801coll10/id/571017.
Testo completoPh.D.;
Contemporary classical concert music could be part of the solution to build a just and sustainable future. My research demonstrates that such music, despite its niche, elitist positioning in contemporary American society, can contribute to social movements and change the world in meaningful, tangible ways when attention is paid to social movement strategy and structures of power. To reconsider the potential power of this music, I apply a range of methodologies from ethnography to hermeneutic analysis to nonviolent direct action strategy, drawing on the work of musicologists, ethnomusicologists, and social movement theorists. Given the elitism of the classical concert hall, it is a non-obvious genre in which to convey a social justice or leftist political theme, yet many composers try to do so. I examine five of these composers in depth: Laura Kaminsky, David Lang, Curt Cacioppo, Ludovico Einaudi, and Hannibal (who goes by other names but used the mononym Hannibal in the concert which
Temple University--Theses
Safran, Benjamin. "Action Piece 3". Temple University Libraries, 2019. http://cdm16002.contentdm.oclc.org/cdm/ref/collection/p245801coll10/id/571018.
Testo completoPh.D.;
Contemporary classical concert music could be part of the solution to build a just and sustainable future. My research demonstrates that such music, despite its niche, elitist positioning in contemporary American society, can contribute to social movements and change the world in meaningful, tangible ways when attention is paid to social movement strategy and structures of power. To reconsider the potential power of this music, I apply a range of methodologies from ethnography to hermeneutic analysis to nonviolent direct action strategy, drawing on the work of musicologists, ethnomusicologists, and social movement theorists. Given the elitism of the classical concert hall, it is a non-obvious genre in which to convey a social justice or leftist political theme, yet many composers try to do so. I examine five of these composers in depth: Laura Kaminsky, David Lang, Curt Cacioppo, Ludovico Einaudi, and Hannibal (who goes by other names but used the mononym Hannibal in the concert which
Temple University--Theses
Cecconi, Adriano <1994>. "La class action". Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10801.
Testo completoTubaldi, Federico. "OLFACTION IN ACTION". Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3421774.
Testo completoEvidenze ottenute da studi recenti hanno cambiato la concezione secondo cui la rappresentazione dell’azione si basa principalmente sulle informazioni di natura visiva. In particolare, la ricerca sulle azioni di prensione ha dimostrato che si verifica un’interazione tra la visione, l’udito, il tatto e la propriocezione sia quando una persona esegue un’azione sia quando cerca di capire l’azione di un altro individuo (Castiello, 1996; Patchay, Castiello, & Haggard, 2003; Gazzola, Aziz-Zadeh, & Keysers, 2006; Zahariev & MacKenzie, 2007). Il lavoro sperimentale riportato nella presente tesi ha lo scopo di estendere gli aspetti multisensoriali della rappresentazione dell’azione al dominio olfattivo. Per prima cosa ho trattato questa questione dalla prospettiva dell’esecuzione dell’azione chiedendo ai partecipanti di raggiungere ed afferrare un oggetto target in diverse condizioni di stimolazione visiva ed olfattiva. Ho registrato l’escursione angolare a livello delle singole giunture delle dita della mano e delle distanze tra le dita. Inoltre ho misurato la durata del movimento del braccio. Poi mi sono concentrato sulla comprensione dell’azione chiedendo ai partecipanti di osservare le azioni di prensione compiute da altri individui in diverse condizioni di stimolazione visiva ed olfattiva. Qui, usando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), ho registrato l’attività cerebrale dell’Action Observation System (AOS), la rete di aree responsabile della comprensione dell’azione. Nella seguente sezione fornisco un riassunto di questa sperimentazione. RIASSUNTO DELLA RICERCA Nei primi due esperimenti (Capitoli 3 e 4 della Tesi) i partecipanti raggiungevano ed afferravano degli oggetti target grandi oppure piccoli che richiedevano rispettivamente un precision grip (PG) e un whole hand grasp (WHG). Questo compito era svolto in assenza o in presenza di un odore associato con un oggetto che, se afferrato, avrebbe richiesto un PG o un WHG. L’obiettivo di questi esperimenti era duplice. Innanzitutto volevo capire se il sistema nervoso centrale (SNC) può usare l’informazione olfattiva per selezionare ed eseguire un piano motorio di prensione. Poi volevo valutare quanto sono dettagliati i comandi motori inclusi nel piano di prensione eventualmente attivato dall’odore. I risultati mostrano che semplicemente annusare l’odore associato con un oggetto grande oppure piccolo attiva la parametrizzazione cinematica dell’azione di prensione appropriata per agire su quell’oggetto, i.e., rispettivamente un PG e un WHG. Quindi, il SNC è in grado di convertire le caratteristiche geometriche di un oggetto codificato attraverso l’olfatto nel piano motorio per interagire con quell’oggetto. In altre parole il meccanismo visuomotorio sottostante il controllo dell’azione (Castiello, 1996) è sensibile all’informazione olfattiva. Da una prospettiva percettiva, la rappresentazione evocata dall’odore contiene informazioni altamente dettagliate circa l’oggetto (i.e., caratteristiche volumetriche). Questo perché l’effetto di ‘dimensione’ dell’odore è evidente a livello del movimento delle singole giunture delle singole dita della mano. Se l’olfatto avesse fornito una rappresentazione olistica e non dettagliata dell’oggetto (i.e., un’immagine dell’oggetto a bassa risoluzione spaziale), l’odore non avrebbe modulato la mano nella sua interezza. Da una prospettiva motoria, la rappresentazione olfattiva è mappata nel vocabolario delle azioni con un buon grado di affidabilità. Il piano motorio attivato dall’odore non è una bozza incompleta e primitiva che fornisce solo una descrizione preliminare in termini di esecuzione motoria ma incorpora comandi specifici e selettivi per manipolare l’oggetto ‘annusato’. Negli esperimenti appena descritti l’odore associato con l’oggetto era sempre somministrato prima dell’inizio del movimento e prima che l’oggetto target diventasse visibile. Per il sistema di controllo motorio questo implica una priorità dell’oggetto ‘olfattivo’ nontareget rispetto al target visivo. Nello specifico, la pianificazione e l’esecuzione dell’azione è basata sull’informazione olfattiva. A tal proposito, la ricerca sulle azioni di prensione ha mostrato che gli oggetti visivi nontarget non attivano i corrispondenti piani motori di prensione quando i partecipanti conoscono in anticipo il target (Castiello, 1996). Al fine di investigare se ciò vale anche per gli oggetti ‘olfattivi’ nontarget, ho condotto un esperimento simile a quelli riportati sopra, tuttavia, qui i partecipanti avevano tempo di codificare il target visivo prima dell’inizio del movimento (Capitolo 5 della Tesi). I risultati mostrano che la ‘dimensione’ dell’odore modula l’organizzazione temporale del movimento del braccio. Quindi, anche quando l’informazione olfattiva gioca un ruolo secondario rispetto all’informazione visiva per la guida dell’azione, l’oggetto ‘olfattivo’ è rappresentato nel sistema motorio. Dopo aver dimostrato l’influenza degli stimoli olfattivi sul controllo dell’azione, ho pensato che tale fenomeno poteva essere rilevante per investigare possibili differenze di genere nell’uso dell’informazione olfattiva entro il dominio dell’azione (Ecuyer-Dab & Robert, 2004). Quindi, usando un paradigma sperimentale simile a quello riportato nel Capitolo 4 della Tesi, ho valutato se la capacità di trasformare gli odori degli oggetti nei corrispondenti piani motori varia a seconda del genere (Capitolo 6 della Tesi). I risultati mostrano che per i maschi la durata del movimento del braccio aumenta quando la ‘dimensione’ dell’odore non corrisponde alla dimensione del target visivo. D’altra parte, per le femmine questo effetto non è evidente. Si ricordi che l’aumento della durata del movimento del braccio indica l’attivazione del piano motorio di prensione associato con l’oggetto ‘annusato’ (Capitolo 4 della Tesi). Quindi, sembra che l’olfatto dei maschi sia orientato all’azione, i.e., predisposto ad innescare comandi motori specifici e selettivi per agire sugli oggetti codificati a livello olfattivo. Invece, in linea con precedenti evidenze (Brand & Millot, 2001), l’olfatto femminile sarebbe orientato alla percezione, i.e., ottimizzato per rilevare, discriminare, identificare, riconoscere e categorizzare odori. Una volta dimostrato che l’olfatto fornisce informazioni utili per la pianificazione e l’esecuzione dell’azione, ho indagato se gli indizi olfattivi possono contribuire anche alla comprensione dell’azione altrui. L’esperimento fMRI riportato nel Capitolo 7 della Tesi è stato disegnato per trattare questa questione. I risultati mostrano che l’AOS rappresenta sia una mano che afferra un oggetto di cui si sente l’odore che una prensione mimata. Inoltre l’AOS è in grado di differenziare tra questi due tipi di azione. Questo processo di discriminazione è imputabile solamente all’informazione olfattiva che segnala l’oggetto afferrato da un altro individuo. Quindi il ruolo giocato dall’informazione olfattiva nella comprensione dell’azione risulta dimostrato. In conclusione le evidenze riportate nella mia tesi forniscono due contributi fondamentali all’idea di rappresentazione dell’azione multimodale. Primo, il processo di selezione dei piani motori per il controllo delle azioni può basarsi sull’informazione olfattiva. Questa nozione poggia sui dati ottenuti combinando le recenti tecniche di registrazione delle cinematiche della mano con i paradigmi che considerano la presenza di oggetti nontarget. Secondo, l’olfatto contribuisce alla comprensione dell’azione degli altri. Ciò è stato dimostrato usando il paradigma di osservazione dell’azione e l’fMRI. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Brand, G., & Millot, J. L. (2001). Sex differences in human olfaction: between evidence and enigma. Quarterly Journal of Experimental Psychology, 54, 259-270. Castiello, U. (1996). Grasping a fruit: selection for action. Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 22, 582-603. Ecuyer-Dab, I., & Robert, M. (2004). Have sex differences in spatial ability evolved from male competition for mating and female concern for survival? Cognition, 91, 221-257. Gazzola, V., Aziz-Zadeh, L., & Keysers, C. (2006). Empathy and the somatotopic auditory mirror system in humans. Current Biology, 16, 1824-1829. Patchay, S., Castiello, U., & Haggard, P. (2003). A crossmodal interference effect in grasping objects. Psychological Bulletin Reviews, 10, 924-931. Zahariev M. A., & MacKenzie, C. L. (2007) Grasping at thin air: multimodal contact cues for reaching and grasping. Experimental Brain Research, 180, 69-84.
Scott, Fiona Marie. "Action-reflection-learning in a lean production environment /". St. Lucia, Qld, 2002. http://www.library.uq.edu.au/pdfserve.php?image=thesisabs/absthe17167.pdf.
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