Littérature scientifique sur le sujet « Vivaismo »

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Articles de revues sur le sujet "Vivaismo"

1

Schmitt, Xavier. « « Je vivais comme un rat » ». Savoir/Agir 15, no 1 (2011) : 79. http://dx.doi.org/10.3917/sava.015.0079.

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Perniola, R., L. R. Forleo et A. D. Marsico. « Evoluzione della tecnica d'innesto su barbatella radicata ». BIO Web of Conferences 15 (2019) : 01024. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191501024.

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Résumé :
In viticoltura, per la realizzazione di nuovi impianti sono utilizzate piante bimembri ottenute in vivaio o direttamente in campo. Negli ultimi anni, allo scopo di ottenere rapidamente nuovi impianti, si sta diffondendo la tecnica dell'innesto su barbatella radicata. Tale tecnica, realizzata in vivaio, prevede l'innesto a tavolino delle marze della varietà scelta su barbatelle radicate di portainnesto di specie di Vitis americane. Dopo un periodo di forzatura e ambientamento in vivaio, le piantine vengono messe a dimora in campo, nello stesso anno di realizzazione dell'innesto. Al fine di valutare tale tecnica, presso il CREA – Viticoltura ed enologia sede di Turi, è stata sperimentata la possibilità di utilizzare due differenti tipologie d'innesto su diversi portinnesti. Per assicurare una buona resistenza del punto d'innesto ed una buona protezione dalla contaminazione e dalla disidratazione è stato utilizzato un materiale di saldatura costituito da una pellicola elastica e semitrasparente. La sperimentazione è stata condotta per due anni, su 12 varietà di uve da tavola di recente costituzione. I risultati hanno mostrato buoni attecchimenti e saldatura dei bionti. Alcune differenze sono state riscontrate sui portinnesti utilizzati e sui tempi di germogliamento dopo l'innesto.
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3

Leis, M., et A. Martinelli. « SELECTION PROGRAMME OF PYRUS COMMUNIS ROOTSTOCKS AT CIV CONSORZIO ITALIANO VIVAISTI ». Acta Horticulturae, no 596 (décembre 2002) : 357–61. http://dx.doi.org/10.17660/actahortic.2002.596.55.

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Giorcelli, A., G. Deandrea et M. Gennaro. « Qualitative suggestions about chemical weed control of poplar in the nursery and possible improvement on the basis of experimental trials over fifteen years ». Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 6, no 1 (30 juin 2009) : 202–14. http://dx.doi.org/10.3832/efor0586-006.

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Laforest, Guy. « L’exil intérieur des Québécois dans le Canada de la Charte ». Constitutional Forum / Forum constitutionnel 16, no 1, 2 & 3 (11 juillet 2011) : 2007. http://dx.doi.org/10.21991/c9767v.

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Résumé :
Je vais commencer cet article par une note personnelle. Il y a vingt-cinq ans, au temps de l’entrée en vigueur de la Charte canadienne des droits et libertés1, je vivais à Montréal et j’étudiais à l’Université McGill. Parmi mes professeurs, il y avait deux grands intellectuels qui étaient aussi deux grands idéalistes, Charles Taylor et James Tully2. J’ai beaucoup appris d’eux et avec le temps, ils sont devenus des amis. J’avais d’autres profes- seurs qui m’ont influencé, peut-être moins directe- ment, mais tout aussi durablement, notamment les Blema Steinberg, Daniel Latouche, James Mal- lory et Harold Waller. Leur approche était teintée de réalisme, et elle contrebalançait à merveille celle que je trouvais chez Taylor et Tully. En phi- losophie, l’approche réaliste est celle du libéral- isme sans illusions que l’on trouve chez les Judith Shklar, Raymond Aron, Isaiah Berlin et Karl Pop- per, selon laquelle en politique, il faut d’abord et avant tout éviter le pire. Il faut entendre par là la cruauté, l’effroi, la terreur, la violence, tout ce qui peut broyer la personne humaine, l’atteindre dans sa dignité et dans son intimité. A ce titre je part- age le jugement d’Irvin Studin qui écrivait récem- ment que le Canada est un formidable succès à l’échelle de l’humanité, l’un des pays parmi les plus « pacifiques, justes et civilisés »3. Un pays où, pour ajouter ma propre voix, les forts comme les faibles peuvent dormir tranquilles dans un milieu social humain, décent, confortable, sans crain- dre le pire. Tout cela compte pour beaucoup dans l’histoire de l’humanité.
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Thèses sur le sujet "Vivaismo"

1

Settembre, Salvatore. « La termoterapia in acqua del materiale di moltiplicazione della vite : effetti sullo sviluppo di alcuni vitigni (Vitis vinifera L.) ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Résumé :
Il trattamento in acqua calda (immersione in acqua a 50 °C per 45 minuti) dei materiali di moltiplicazione della vite in fase di dormienza, è una tecnica vivaistica finalizzata a prevenire o eliminare la presenza di alcuni patogeni e parassiti della vite. Il principale limite di questa tecnica, oltre ad un aumento dei costi di produzione, consiste nel rischio di ridurre la vitalità delle barbatelle in vigneto. Il comitato fitosanitario dell’UE ha imposto, per principio di precauzionalità e prevenzione, l’obbligo di trattamento delle barbatelle prodotte in Puglia, nell’area dichiarata infetta dal batterio Xylella fastidiosa subspecie pauca, fermo restando l’immunità della vite al ceppo CoDiRo ritrovato in Salento. In questo studio si è cercato di individuare le conseguenze indotte dal trattamento termico sullo sviluppo vegetativo di barbatelle innestate di un anno di età delle seguenti combinazioni cultivar/portinnesto: Montepulciano / 1103 P, Malvasia Nera / 140 R, Trebbiano Toscano / 1103 P, Sangiovese / 1103 P, Victoria / 34 E.M. confrontando 25 piante termotrattate (5 per ogni varietà) e 25 piante non trattate. L'impianto delle barbatelle in vivaio è stato effettuato a Otranto (LE), presso l'Azienda Agricola Settembre. A partire dal germogliamento, sono stati valutati gli effetti sulla ripresa vegetativa, la percentuale di germogliamento, il peso del legno di potatura, la lunghezza e diametro del germoglio. Inoltre è stata effettuata la determinazione dell’area fogliare media del germoglio. I risultati ottenuti evidenziano al primo anno una temporanea inibizione del complesso gemmario, con conseguente ritardo al germogliamento delle piante trattate di circa 10-15 giorni, anche se in misura diversa in funzione del genotipo. L’effetto del genotipo appare determinante anche nell’indurre diminuzioni significative, nel materiale trattato, sulla % di germogliamento, lunghezza e peso del legno di potatura.
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2

Bonacci, Michael. « Potenziali effetti della consociazione tra genotipi di Vitis : osservazioni in vivaio ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
È necessario intraprendere una via maggiormente ecosostenibile e vantaggiosa per gestire le problematiche presenti in vivaio, e in generale in vigneto, adottando tecniche ammesse in agricoltura biologica o, meglio ancora, con una visione agroecologica della gestione. Le osservazioni condotte presso i Vivai Maiorana hanno indagato la diversa suscettibilità di genotipi di vite ai principali patogeni fungini e gli effetti della consociazione sui sintomi causati da tali patogeni. In primo luogo si è osservata la differenza di suscettibilità tra le cultivars di Merlot e la varietà portinnesto Kober 5BB. I genotipi di Vitis vinifera analizzati si sono dimostrati suscettibili, a differenza del portinnesto Kober 5BB che è risultato completamente esente da sintomi. In seguito, le osservazioni si sono concentrate nel lotto del barbatellaio, in cui tre filari di Calabrese e tre filari di Nerello Mascalese sono separati da un filare di Isabella. Le osservazioni svolte hanno permesso di indagare gli effetti della consociazione, sfruttando l’attuale impostazione del vivaio, in cui diversi genotipi di vite vengono coltivate a stretto contatto. Si è osservata una variazione dei sintomi di peronospora su Vitis vinifera in relazione alla distanza dalla varietà Isabella. L’effetto è presumibilmente mediato da VOCs specifici. Questi benefici, se opportunamente sfruttati, consentirebbero di ridurre sensibilmente la necessità di intervenire con prodotti esogeni nella gestione del barbatellaio, aumentando la possibilità di impostare una produzione biologica che soddisfi le necessità della viticoltura moderna, con vantaggi agronomici ed ecologici.
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3

Bolzonello, Laura <1990&gt. « «Nel vivaio dell'indivisa vita condivisa» Patrizia Valduga e Giovanni Raboni ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5494.

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Résumé :
Patrizia Valduga e Giovanni Raboni, due autori contemporanei, sono stati compagni di vita per oltre vent'anni. L'obiettivo della tesi è indagare le ricadute letterarie - poetiche e prosastiche - del loro «sodalizio intellettuale» per mezzo del confronto di versi e testi, nonché delle loro dichiarazioni pubbliche.
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4

DEHNERT, INGA. « Coral Reef Restoration in the Maldives : an assessment of techniques and challenges ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/384692.

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Résumé :
Le scogliere coralline, conosciute per essere uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità del pianeta, stanno diminuendo ad un ritmo allarmante. Per contrastare le minacce poste dai cambiamenti climatici e da altri impatti di origine antropica gli sforzi di conservazione attiva, come il ripristino della scogliera corallina, sono aumentati a livello globale. Il ripristino ecologico si pone come obiettivo principale quello di assistere il recupero naturale, aumentandone la resilienza, delle scogliere coralline nel tentativo di preservare le numerose funzioni e servizi ecosistemici che questi habitat iconici forniscono alla società. La vulnerabilità delle Maldive alle minacce globali e locali è più evidente in quanto rappresentata da isole coralline con un'economia basata sulle attività come la pesca e il turismo. Tuttavia, sono disponibili poche informazioni sulle tecniche migliori di ripristino dei coralli che potrebbero essere applicate a livello regionale alle Maldive. Il "Coral Gardening", una tecnica che comprende l'allevamento di frammenti di coralli in vivai sommersi seguito dal trapianto di quest’ultimi in un sito di restauro, sembra particolarmente adatta per una località remota come l’arcipelago maldiviano. Il metodo, infatti, può essere utilizzato dalle comunità locali o organizzazioni turistiche per accelerare il recupero locale della scogliera corallina, creando al contempo consapevolezza e permettendo una gestione mirata delle sue risorse. Questo studio valuta l'applicazione su larga scala del "Coral Gardening" per il ripristino dei coralli alle Maldive, fornendo per la prima volta la necessaria validazione a livello regionale di questa tecnica. Per stimare le prestazioni di questo approccio di ripristino in diverse regioni e habitat (ad es. laguna e scogliera corallina), sono stati valutati un totale di sei vivai sommersi di corallo presenti sia sull'isola locale di Magoodhoo nell'atollo di Faafu che sull'isola turistica di Athuruga nell'atollo di Alif Dhaal. Il prestazioni della tecnica del coral gardening è stato valutato per tre diversi generi di coralli, quali Acropora, Pocillopora e Porites, utilizzando un protocollo di monitoraggio standard. Tale analisi hanno fornito parametri di riferimento regionali per la crescita dei frammenti in funzione del tempo e della profondità, nonché in funzione dei tassi di sopravvivenza dei coralli, che in genere superavano abbondantemente il 90% in entrambi gli habitat utilizzati. Inoltre, sono state prese in considerazione le interazioni ecologiche quali la fauna associata ai coralli e la presenza di predatori nel confronto tra i coralli allevati e trapiantati. L’utilizzo e l’efficacia delle tecniche di ripristino dei coralli sono state ulteriormente riesaminate rispetto al recupero naturale della scogliera corallina nel sito di ripopolamento, nonché delle potenziali implicazioni ecologiche delle attività di ripristino eseguite. In questo caso, il trapianto di coralli ha fornito ottimi risultati e ha apportato benefici significativi all'ambiente degradato della scogliera corallina, attraverso l’aumento in termini di abbondanza e diversità della comunità ittica, così come della copertura naturale dei coralli. Sebbene i risultati complessivi dello studio siano incoraggianti, questa ricerca affronta anche potenziali rischi per il successo del ripristino delle scogliere coralline. In particolare sono stati valutati i rischi inerenti gli effetti negativi legati ad un’interruzione prolungata delle attività di monitoraggio e manutenzione e degli eventuali impatti di patologie in grado di colpire i coralli. Nel complesso, i risultati presentati e le implicazioni pratiche ottenute grazie a questo lavoro forniranno una base scientifica per i futuri studi riguardanti il restauro delle scogliere coralline con la speranza che possano rappresentare una guida verso una conservazione di questo habitat più efficiente.
Coral reefs, which are among the most biodiverse ecosystems on the planet, are declining at an alarming rate. To counteract the threats posed by climate change and other anthropogenic impacts, conservation efforts such as active coral reef restoration have increased globally. Ecological restoration aims to assist natural recovery and increase coral reefs resilience in an effort to preserve the many functions and services these iconic ecosystems provide to society. Under current climate scenarios, coastal and island populations are the first to suffer from continued ecosystem degradation. For example, the Maldives’ vulnerability to global and local coral reef threats is evident for a nation that lives on shallow reef islands with an economy driven by fisheries and tourism. However, little information is available on suitable, regionally tested coral restoration techniques that could be applied at an ecological meaningful scale in the Maldives. ‘Coral gardening’, which comprises fragment farming in coral nurseries followed by the transplantation of these corals to a restoration site, appears particularly suitable for remote locations like the Maldives. The method can be applied by local communities or tourism stakeholders to assist local reef recovery, while creating awareness, stewardship and even income opportunities. This research assesses the application of ‘coral gardening’ for upscaled coral restoration efforts in the Maldives, providing the necessary regional validation and useful insights into the various aspects of this technique for the first time. To evaluate the suitability and performance of this restoration approach across different regions and farming habitats (i.e., lagoon and reef), a total of six mid-water coral rope nurseries were assessed on the local island of Magoodhoo in Faafu Atoll and on Athuruga resort island in Alif Dhaal Atoll. Coral gardening success was examined for three different coral genera, namely Acropora, Pocillopora and Porites, using a common monitoring protocol. This delivered regional benchmarks for fragment growth over time and at different depths as well as coral survival, which typically exceeded 90% in both farming habitats. In addition, ecological interactions were investigated by including mutualistic fauna and predator associations in the assessments of farmed and transplanted corals. For example, a positive correlation between Trapezia guard crabs and farming stock health was observed, while the corallivorous nudibranch Phestilla is newly reported on coral nursery stock. Coral restoration demand and success is further reviewed in the context of natural reef recovery on the restoration site as well as potential ecological implications of restoration activities. Here, coral outplanting was successful and significantly benefitted the degraded reef environment, increasing fish abundance and diversity along with natural coral cover While the overall study results are encouraging, this research also addresses potential risks to coral restoration success, in particular the negative effects of prolonged monitoring and maintenance disruptions and the impacts of coral disease occurrence. Using a number of real case studies, it is demonstrated how these factors can diminish coral gardening outcomes and project success, if not managed in time. Overall, the findings presented and the practical applications concluded from this work hope to provide a scientific baseline for future restoration efforts that can guides restoration practitioners towards efficient conservation work.
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Fazio, Girolamo Giovanni. « PROBLEMATICHE BIO-AGRONOMICHE DEL VIVAISMO VITICOLO SICILIANO ». Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/105249.

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6

UGOLINI, FRANCESCA. « Risposte allo stress idrico di due specie arbustive ornamentali : Photinia x fraseri var. Red Robin e Viburnum opulus L ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/797881.

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Résumé :
Riassunto Obiettivo della ricerca è quello di valutare le risposte di due specie ornamentali allo stress idrico indotto con la deficit irrigation. Piante di un anno di Viburnum opulus L. (viburno), specie decidua della famiglia delle Caprifoliaceae, e di Photinia x fraseri var. Red Robin (fotinia), specie sempreverde della famiglia delle Rosaceae, sono state sottoposte a tre regimi idrici, due in deficit rispetto il controllo. Il controllo (C) corrispondeva al fabbisogno idrico calcolato in base all’evapotraspirazione con il metodo delle pesate giornaliere; MWD (Moderate Water Deficit) era inferiore del 33% rispetto a C e SWD (Severe Water Deficit) inferiore del 66% rispetto al controllo. Il condizionamento è stato condotto presso il Centro Sperimentale per il Vivaismo, a Pistoia, da Maggio a Settembre 2011 all’aperto (prova 1) e da Aprile a Settembre 2012 in serra (prova 2). I risultati hanno dimostrato che la risposta più veloce è l’evitanza dello stress idrico attraverso la chiusura stomatica che induce una riduzione degli scambi gassosi in termini di traspirazione e di assimilazione della CO2. Fotinia ha mostrato differenze significative tra i regimi idrici a circa tre mesi dall’inizio del condizionamento mentre viburno dopo poche settimane. Inoltre, il regime MWD ha indotto una risposta simile al controllo. Le piante in SWD, in entrambe le specie, hanno mostrano dei valori di potenziale (pre-dawn e minimo) più bassi, associati all’aggiustamento osmotico con cui la pianta mantiene il turgore cellulare. L’efficienza dell’apparato fotosintetico non è stata alterata dallo stress idrico e nel periodo iniziale del condizionamento fotinia ha mostrato una maggiore efficienza nel trasporto elettronico e una maggiore termostabilità del PSII. La catena di trasporto elettronico tra le unità dell’apparato fotosintetico è stata anche stimolata dall’ alta irradianza e le alte temperature della tarda mattinata. Nelle stesse condizioni viburno invece ha mostrato una minore resa quantica delle reazioni primarie e una dissipazione energetica maggiore a livello di PSII, indicando una maggiore sensibilità alle condizioni ambientali. Il condizionamento in piante di un anno non ha indotto modificazioni alle caratteristiche meccaniche del legno ma solo una riduzione della conduttanza idraulica nelle piante di viburno in SWD. Per quanto riguarda la produzione di biomassa, sia all’aperto che in serra, fotinia ha limitato l’accrescimento in lunghezza e, come viburno, la produzione di biomassa aerea in SWD. In viburno la biomassa fogliare è stata anche ridotta tramite l’abscissione fogliare. Infine, nell’esperimento in serra, fotinia ha mostrato anche una differenza pronunciata tra i regimi per il rapporto massa aerea/radicale, con il valore più basso nel regime SWD. A livello fogliare, SWD ha ridotto l’area fogliare unitaria e ha indotto un ispessimento del tessuto lacunoso in entrambe le specie e dell’epidermide e della cuticola inferiori in viburno oltre ad aver ridotto la lunghezza della rima stomatica. E’ stato dunque dimostrato che la deficit irrigation può essere applicata nelle piante ornamentali, previa scelta oculata della specie. Fotinia, meno sensibile allo stress, è adatta, e risponde allo stress idrico con meccanismi di resistenza fisiologici, morfologici e di ripartizione della biomassa. Inoltre, una somministrazione idrica pari al 30% del fabbisogno della specie, mantiene la funzionalità fisiologica e non comporta, dal punto di vista estetico, alterazioni tali da comprometterne l’uso commerciale.
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Livres sur le sujet "Vivaismo"

1

Gullino, Paola. I giardini di Ludwig Winter a Bordighera e Ventimiglia : Riflessioni sul ruolo della cultura germanica nel vivaismo e nel paesaggio in Liguria. Genova : Sagep editori, 2020.

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2

Minuzzo, Franca Bacchiega. Vivaio. Firenze : Passigli, 1998.

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3

Il vivaio. Genova : Il melangolo, 2001.

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4

Bertolani, Paolo. Il vivaio. Genova : Il melangolo, 2001.

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5

Toi qui vivais. Paris : Fleuve noir, 1997.

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6

Thoreau, Henry David. Je vivais seul, dans les bois. [Paris] : Gallimard, 2008.

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7

author, Tarchi Rossella, dir. L'Oratorio della Madonna del Vivaio a Scarperia. Firenze : Pagnini editore, 2015.

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8

Amor di pianta : Giardinieri, floricoltori, vivaisti sul Verbano, 1750-1950. Verbania : La Compagnia de' Bindoni, 2005.

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9

Moriondo, Francesco. Malattie delle piante in bosco, in vivaio e delle alberature. Bologna : Pàtron, 2006.

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10

Il cinema di Chris Marker : Come un vivaio ai pescatori di passato dell'avvenire. Ozzano dell'Emilia (Bologna) : Hybris, 2005.

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Actes de conférences sur le sujet "Vivaismo"

1

Motta, E., L. Montecchio et S. Mutto Accordi. « Le malattie in vivaio e le strategie di difesa integrata ». Dans Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.091.

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2

Lo Verde, G., R. Rizzo et G. Barraco. « Dannosità e controllo di Ophelimus maskelli (Ashmead) su Eucalyptus camaldulensis in vivaio ». Dans Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.200.

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