Littérature scientifique sur le sujet « Visualizzazione e fruizione delle informazioni »

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Articles de revues sur le sujet "Visualizzazione e fruizione delle informazioni"

1

Colombo, Barbara, Giuseppe Passalacqua, Chiara Di Nuzzo et Guglielmo Puglisi. « Il cervello visuomusicale : uno studio pilota sul rapporto tra corteccia visiva primaria, visualizzazione mentale ed esperienze sinestetiche ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (février 2013) : 361–86. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-003003.

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Résumé :
Questo studio pilota si propone di indagare il rapporto tra sinestesia e immaginazione mentale nell'ascolto musicale, partendo dall'ipotesi che il legame tra musica e immagini possa essere spiegato dai processi intermodali che coinvolgono aree diverse del cervello, in particolare l'area uditiva e quella visiva. Con l'utilizzo della tDCS (stimolazione elettrica transcranica a correnti dirette), e stata inibita la corteccia visiva primaria (V1), in un campione di musicisti e di non musicisti, per indagare il ruolo che puo assumere durante l'ascolto di brani musicali, valutando contemporaneamente la tendenza alla visualizzazione e la capacita sinestesica. Infine, e stato usato l'Eye Tracker per registrare gli indici comportamentali di esplorazione visiva, che possono essere ricondotti alla visualizzazione mentale durante la fruizione degli stimoli musicali. I risultati hanno mostrato che l'expertise musicale e l'inibizione di V1 incidono sull'esperienza sinestesica e di visualizzazione mentale durante la fruizione di stimoli musicali complessi. Inoltre, le analisi hanno permesso di evidenziare il ruolo di specifiche differenze individuali (in particolare la tendenza all'uso spontaneo delle immagini mentali e il tratto di personalita legato all'immaginazione) durante l'elaborazione cognitiva e sinestetica di stimoli musicali complessi.
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2

Dormont, D., A. Biondi, M. Sahel et C. Marsault. « Studio della anatomia corticale con RM 3DFT nei pazienti con lesioni espansive della regione centrale ». Rivista di Neuroradiologia 6, no 4 (novembre 1993) : 387–96. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600403.

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Résumé :
Il recente sviluppo delle tecniche di RM 3DFT ha consentito un progresso decisivo nella visualizzazione delle strutture cerebrali. L'utilizzazione di sequenze di acquisizione volumetrica con ricostruzione multiplanare delle sezioni ottenute permette uno studio accurato e preciso delle circonvoluzioni e dei solchi della convessità cerebrale. Lo scopo del nostro studio era di valutare l'interesse di questa metodica in pazienti con lesioni espansive della regione centrale e con conseguente deformazione delle strutture anatomiche corticali. Ventuno pazienti sono stati studiati con un apparecchio di RM con magnete da 1,5 Tesla utilizzando un'acquisizione volumetrica tipo «Spoiled Gradient Recalled Acquisition in the Steady State» (SPGR) e successiva ricostruzione delle sezioni in piani tangenziali alla convessità cerebrale della regione centrale. L'identificazione delle circonvoluzioni e dei solchi della regione centrale e la localizzazione topografica precisa del processo espansivo sono stati possibili su 17 dei 21 pazienti. In presenza di lesioni espansive della regione centrale, le informazioni ottenute con questa metodica appaiono di grande interesse, permettendo di migliorare le indicazioni operatorie e la strategia chirurgica.
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Ferraro, Alessandro. « SU TULSA DI LARRY CLARK, SHANTELLE JENNINGS E L’IPERFOTOGRAFIA ». ARTis ON, no 4 (30 décembre 2016) : 84–89. http://dx.doi.org/10.37935/aion.v0i4.111.

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Résumé :
Il presente testo analizza la storia di Shantelle Jennings, orfana americana che scopre notizie sulla propriafamiglia di appartenenza grazie a Tulsa di Larry Clark. Il racconto della donna esplica un particolare tipo difruizione personale dell’opera d’arte, tanto da risultare “eccezionale”, sia nel senso letterale, sia metaforico.Questo tipo di eccezione risulta essere profondamente collegata alle nuove modalità di fruizione delle immagininell’era della convergenza mediale. Ho inteso tale effetto come propaggine concettuale dell’idea di iperfotografiadi Fred Richtin; lo studioso americano non solo riscrive gli impieghi virtuosi dell’approccio neomediale sullatrasmissione delle informazioni, ma postula un vero e proprio paradigma fruitivo. Nell’articolo saranno fatticenni anche ad altri casi in cui si è verificato questo tipo di effetto narrativo esorbitante, come il caso del castdi Kids, le cui storie personali sono estremamente utili alla comprensione del testo artistico intesto nella suacomplessità narrativa e temporale.
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Arcuri, T., F. Calabrò, S. Delucchi et C. Capellini. « Il massiccio facciale superiore : Patologia non traumatica ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 3 (juin 2000) : 459–74. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300315.

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Résumé :
Da sempre la componente ossea ha rappresentato una barriera per l'esplorazione radiologica del massiccio facciale superiore, barriera che è stata superata soltanto con l'avvento della tomografia computerizzata, che ha consentito di ottenere, oltre all'evidenziazione delle strutture ossee, anche importanti informazioni sui tessuti molli sia superficiali che profondi. La TC costituisce attualmente la modalità di scelta per la valutazione delle cavità nasali e paranasali, ove è in grado di delineare in particolare l'anatomia del complesso ostiomeatale: valutazione quest'ultima ormai indispensabile nello studio della patologia infiammatoria, specie ai fini della preparazione alla chirurgia funzionale endoscopica. La risonanza magnetica, pur con i limiti della non ottimale visualizzazione della componente ossea, permette, grazie alla sua sensibilità ed alla sua alta specificità, una differenziazione tissutale superiore rispetto alla TC come nel caso della patologia neoplastica ove consente spesso la distinzione tra tessuto neoplastico e materiale infiammatorio e/o da ritenzione specie endosinusale.
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Cartolari, R., L. Perugini, L. Vocino et S. Boni. « Costruzione di trasparenti tridimensionali in tomografia computerizzata ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 1 (février 1996) : 81–87. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900110.

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Résumé :
Viene presentata una tecnica che, partendo da normali acquisizioni TC, con la sola utilizzazione dei programmi di base del tomografo («on-the-scanner») consente di produrre modelli tridimensionali (3D) con visualizzazione, in trasparenza, di aree di interesse specifico (bersagli). La tecnica prevede la produzione di una serie di «immagini-maschera» alle quali vengono sovrapposte «immagini-bersaglio» nella stessa prospettiva, ottenute sia con semplice campionamento attraverso l'u-so della soglia ( thresholding) che attraverso segmentazione manuale. La costruzione dei trasparenti, oltre a rappresentare un potente mezzo di sintesi delle informazioni contenute nell' esame, può consentire valutazioni diagnostiche originali in pazienti portatori di voluminose protesi metalliche, sia grazie alla visione d'insieme del volume esaminato, sia riducendo in parte gli artefatti da effetto Hounsfield.
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Bernardi, L. « La risonanza magnetica nella patologia maxillo-facciale ». Rivista di Neuroradiologia 4, no 3_suppl (décembre 1991) : 141–46. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s325.

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Résumé :
La RM ha avuto un forte impatto nella diagnosi, nel trattamento e nel follow-up (post-chirurgico, post-radioterapico) delle neoplasie del massiccio facciale. Infatti mentre l'aspetto delle strutture anatomiche alla TC, anche con mdc, dipende da un solo parametro fisico, la densità, l'intensità di segnale dei tessuti alla RM dipende da almeno quattro caratteristiche fisiche: i tempi di rilassamento T1 e T2, la densità protonica ed il flusso. La superiore risoluzione di contrasto della RM rispetto alla TC deriva dalla sua capacità di individuare ed evidenziare queste varie proprietà fisiche. La capacità multiplanare della RM è particolarmente vantaggiosa nel massiccio facciale. La RM permette inoltre la diretta visualizzazione, senza l'uso di mdc, di strutture vasali ed è quindi in grado di dimostrare l'aumentata vascolarizzazione tumorale. La maggiore deficienza diagnostica della RM nel massiccio facciale è la sua insufficienza nell'evidenziare le calcificazioni e le sottili alterazioni ossee (erosione, iperostosi). Per quanto concerne la tecnica, le sequenze T1 pesate, a causa del loro alto rapporto segnale-rumore, sono le migliori per lo studio dell'anatomia ed evidenziano in modo ottimale l'interfaccia tumore-grasso. Le sequenze T2 pesate invece sono le più adatte per evidenziare l'interfaccia tumore-muscolo. Le sequenze DP rappresentano una combinazione di informazioni T1 e T2 pesate.
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Longo, Francesco, Paola Roberta Boscolo et Claudio Bongiorno Sottoriva. « Un framework per la digitalizzazione del territorio ». MECOSAN, no 122 (décembre 2022) : 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14872.

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Résumé :
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto lo stanziamento di 191,5 miliardi di euro per l'Italia.Se da un lato si innovano le infrastrutture fisiche, "l'hardware logistico", dall'altro si dovrebbe investire nel ridisegno dei servizi per gli utenti, nella reingegnerizzazione dei processi di lavoro e nel rafforzare e modificare competenze e ruoli professionali, "il software organizzativo". La parte hard è stata ampiamente affrontata con un preciso processo di project management top-down che coinvolge l'intera filiera istituzionale, dal Ministero alle Regioni, e da queste alle aziende sanitarie pubbliche. La dimensione che riguarda la seconda variabile, ovvero la riprogettazione dei servizi, la reingegnerizzazione dei processi e delle competenze di lavoro è stata di fatto delegata alla piena autonomia delle regioni o, qualora queste siano altrettanto silenti, delle aziende sanitarie pubbliche.Il presente articolo presenta al proposito un framework di innovazione disruptive dei servizi territoriali, con un particolare focus sui processi di prevenzione, sui pazienti cronici e fragili e sulle nuove modalità di accesso e fruizione per tutti i pazienti occasionali. In particolare, si ritiene che i macroprocessi che più debbano essere sottoposti a un ridisegno siano i seguenti:" le modalità di accesso e di reclutamento dei pazienti ai servizi e ai programmi di prevenzione;" i modelli di presa in carico e di case management;" i modelli di programmazione e prenotazione delle prestazioni e dei setting di cura;" le modalità di dialogo e scambio di informazioni tra cittadino e SSN.
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Caruso, Fabio, Francesco Gabellone, Ivan Ferrari et Francesco Giuri. « Nueva propuesta reconstructiva para una relectura crítica de la documentación arqueológica de Siracusa en época griega ». Virtual Archaeology Review 6, no 12 (16 octobre 2015) : 19. http://dx.doi.org/10.4995/var.2015.4149.

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Résumé :
[IT] Lo studio ricostruttivo di un monumento antico risente fortemente di lacune informative, errata trascrizione delle fonti, errata traduzione o peggio ancora, di interpretazioni soggettive che possono compromettere drasticamente il risultato finale, portando a ricostruzioni anche notevolmente diverse tra di loro. Questo lavoro vuole presentare i risultati di uno studio ricostruttivo condotto filologicamente su alcuni monumenti di Siracusa in età greca, cercando di evidenziare il contributo specifico dell'archeologia virtuale nei processi interpretativi, al fine di proporre una presentazione efficace rivolta ad un target specifico di turisti. Seguendo questo approccio sono stati ricostruiti il Tempio di Apollo, il complesso monumentale di piazza Duomo ed il Teatro greco, cercando di fornire output di visualizzazione che fossero adeguati ad una consultazione da smartphone e coerenti alle finalità generali del progetto "PON Energia Smart City". Questo progetto prevede un approccio "smant" alla visita di Siracusa, privilegiando principalmente logiche di fruizione efficiente on-site grazie all'adozione di tecnologie basate sulla Realtà Aumentata, la visione dei monumenti da punti inusuali e la visita virtuale multimodale dei punti di interesse. Emerge da questo studio la nuova fisionomia di quei monumenti che, per motivi diversi, sono stati rappresentati negli anni in forme e modi del tutto differnti, tali da rendere a volte irriconoscibili le diverse ricostruzioni dello stesso oggetto. Grazie alle tecnologie di restituzione 3D basate sull'immagine è stato possibile integrare le parti mancanti di alcuni elementi architettonici e scultorei che, ricollocati virtualmente nella posizione originaria, permettono una lettura dinamica che combina l'aspetto reale con quello virtuale.
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Roncallo, F., I. Turtulici, A. Bartolini, R. Corvò, G. Sanguineti, V. Vitale, G. Margarino, M. Scala, P. Mereu et F. Badellino. « Tomografia computerizzata e risonanza magnetica nella patologia del distretto testa collo ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 4 (août 1996) : 471–91. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900421.

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Résumé :
Scopo del lavoro è quello di delineare le indicazioni generali alla radioterapia, definitiva o in associazione alla chirurgia, nei pazienti affetti da carcinoma del distretto testa-collo, anche sulla base delle informazioni TC ed RM, e di descrivere le alterazioni morfologiche radiologiche che emergono, differenziando quelle suggestive di persistenza o recidiva neoplastica, da quelle indotte dalla radioterapia. Sono stati selezionati 95 pazienti che hanno praticato radioterapia come unico trattamento o in associazione alla chirurgia. Il primo controllo radiologico è stato effettuato di norma in un periodo di tempo compreso tra i 3 e i 4, 5 mesi dal termine della radioterapia. I pazienti sono stati seguiti nel tempo con esami seriati rispettivamente a 6, 9 e 12 mesi a distanza dal termine della radioterapia, a seconda dei rilievi emersi al primo controllo a ciclo terapeutico ultimato. Per quanto concerne la valutazione della risposta del tumore primitivo alla radioterapia sono stati distinti tre gruppi di pazienti. Il primo gruppo comprende soggetti nei quali il tumore primitivo, valutato alla TC e/o RM prima del trattamento radioterapico, ha dimostrato una regressione volumetrica superiore al 75% nei controlli tra i 3 ed i 12 mesi dalla fine del ciclo terapeutico (31 pazienti). Il secondo gruppo comprende soggetti nei quali il volume tissutale residuo dopo radioterapia, nei controlli a tre mesi, ha dimostrato una regressione inferiore al 50%, una persistenza o addirittura una progressione (44 pazienti). Un terzo gruppo è costituito da soggetti nei quali la regressione volumetrica del tessuto neoplastico nel controllo a tre mesi dal termine del ciclo terapeutico radioterapico è compresa tra il 50 ed il 75%. Quest'ultimo gruppo è quello che pone i maggiori problemi diagnostici e che viene seguito con controlli seriati ogni tre mesi, anche in presenza di negatività degli esami clinici ed endoscopici (20 pazienti). Le alterazioni tissutali post-radioterapiche sono state distinte in transitorie e permanenti. Quelle transitorie hanno raggiunto il massimo della loro espressività al termine del ciclo di trattamento, con visualizzazione di una massa conglomerata più estesa del tumore primitivo. Quelle permanenti si sono verificate a carico dei tessuti superficiali (ispessimenti della cute e del platisma, addensamenti nel tessuto adiposo sottocutaneo), nei piani fasciali profondi periviscerali (fibrosi del connettivo lasso adiposo parafaringeo, cervicale anteriore e posteriore, pericarotideo), nelle logge salivari (scialoadenite reattiva e degenerazione grassa), a livello degli spazi mucosi profondi (ispessimento simmetrico e infiltrazione delle pliche ariepiglottiche e delle corde vocali false, obliterazione dei piani adiposi pre- e paraglottici). La difficoltà di interpretazione delle immagini, con particolare riguardo ai possibili falsi positivi e falsi negativi, rappresenta soltanto una delle diverse facce della complessa problematica in corso di carcinoma del distretto testa-collo. Infatti i quesiti da risolvere coinvolgono anche il clinico, il chirurgo, il radioterapista oltre che il radiologo, il cui sforzo comune deve essere quello di garantire al paziente la migliore terapia possibile a fronte di una qualità di vita accettabile.
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Thèses sur le sujet "Visualizzazione e fruizione delle informazioni"

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POLI, ANNAMARIA. « Analisi, progetto e sviluppo di ausilio per il superamento delle barriere visivo-percettive cromatiche ». Doctoral thesis, Politecnico di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/10281/140159.

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Diamanti, Tiziano <1974&gt. « Programmazione per la fruizione del progetto NUME attraverso Internet ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/243/1/tesi_dottorato.pdf.

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Diamanti, Tiziano <1974&gt. « Programmazione per la fruizione del progetto NUME attraverso Internet ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/243/.

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Actes de conférences sur le sujet "Visualizzazione e fruizione delle informazioni"

1

Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano et Alessandro Micucci. « Le trasformazioni dello spazio urbano : la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Barcelona : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Résumé :
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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Pugliano, Antonio. « Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare : studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano : il caso di Ostia ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Résumé :
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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