Littérature scientifique sur le sujet « Ventennio »

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Articles de revues sur le sujet "Ventennio"

1

Rogari, Sandro. « Le campagne toscane nel ventennio postunitario ». a. XLIX, n. 2. dicembre 2009, no 2 (20 avril 2010) : 99–108. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2010.633.

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Sassano, Roberta. « Camicette Nere : le donne nel Ventennio fascista ». El Futuro del Pasado 6 (8 octobre 2015) : 253–80. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2015.006.001.011.

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Résumé :
Nell’articolo si è realizzata una disamina della condizione delle donne in Italia nel Ventennio fascista, un periodo di profonda regressione per quanto riguarda i loro diritti. In primo luogo ci si è soffermati sulle discriminazioni subite dalle donne in ambito giuridico, lavorativo, sociale e soprattutto politico, con l’ennesima negazione del tanto agognato diritto di voto. Poi si è cercato di narrare la condizione delle donne nel regime fascista attraverso l’analisi delle modalità con le quali veniva descritta la donna nella stampa dell’epoca, specie nei periodici femminili, i quali dovevano contribuire a diffondere l’ideale muliebre che il fascismo voleva realizzare. Diversi furono i giornali fondati in questo periodo, tutti molto utili per comprendere l’immagine della donna nella stampa del Ventennio e quindi, di riflesso, nella società stessa. Infine si è messo in evidenza come il Fascismo avesse finito per relegare le donne ad un unico ruolo: quello di mogli e madri esemplari, ritenendole inferiori rispetto agli uomini e collocandole così in una posizione di profonda subordinazione. Inoltre, per poter meglio inculcare in loro i principi del regime, queste furono inquadrate in diverse organizzazioni di massa, come i Fasci femminili, attraverso i quali attuare una rigida funzione di controllo di ogni dissenso.
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Radenković Šošić, Bojana. « I miti fascisti nella pubblicità italiana del ventennio ». Italica Belgradensia 2022, no 1 (2022) : 149–65. http://dx.doi.org/10.18485/italbg.2022.1.8.

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Basilone, Linetto. « Through East Asia to the sound of ‘Giovinezza’ : Italian travel literature on China, Korea and Japan during the Fascist ventennio ». Modern Italy 24, no 4 (30 septembre 2019) : 457–68. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2019.52.

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Résumé :
During the Fascist ventennio, prominent Italian writers and journalists, such as Mario Appelius, Raffaele Calzini, Arnaldo Cipolla, Arnaldo Fraccaroli, Roberto Suster and Cesco Tommaselli, reported from China, Japan and Korea for Il Popolo d'Italia, Corriere della Sera and La Stampa. Their travel narratives were crucial for the creation and diffusion in Italy of the dominant representation of China and Korea as remote, decadent and exotic societies; and of Japan as a progressive society resonant with Fascist Italy. The narrativisation of these countries in Italian travelogues from the Fascist ventennio was part of a widespread discursive practice by Italian intellectuals willing to subscribe to, and actively disseminate, the guiding principles of Fascism. When emphasising China's and Korea's irreconcilable difference from, and Japan's affinity with, Fascist Italy, these intellectuals extolled the Italian race and culture, justified Italy's position in geopolitical dynamics, and propagandised the exceptionality of the Fascist ideology.
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Notarbartolo, Antonio. « Per la realizzazione di un dizionario interdisciplinare ragionato delle patologie da dipendenza ». S & ; P SALUTE E PREVENZIONE, no 54 (avril 2010) : 63–70. http://dx.doi.org/10.3280/sap2009-054005.

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Résumé :
L'orientamento "evidence medicine based" di quest'ultimo ventennio spinge gli operatori delle dipendenze ed i loro partners ad un confronto sull'utilizzo corretto dei termini usati nel lavoro quotidiano. Questo atteggiamento diffuso dovrebbe promuovere una corretta informazione e la riduzione dei pregiudizi che riguardano le tossicodipendenze.
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Fournier-Finocchiaro, Laura. « Les études italiennes en France pendant le Ventennio fasciste ». Transalpina, no 13 (9 avril 2010) : 161–78. http://dx.doi.org/10.4000/transalpina.2739.

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Addante, Luca. « TRA SARTORI E LIJPHART : UNA TIPOLOGIA DELLE FORME DI GOVERNO DEMOCRATICHE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no 2 (août 2003) : 225–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027167.

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Résumé :
IntroduzioneUno dei fenomeni più evidenti nell'evoluzione della scienza politica dell'ultimo ventennio è il ritorno alle tematiche istituzionali. Le forme di governo, i tipi di Stato, in breve — con tasso d'astrazione più elevato — le istituzioni politiche nel senso più classico del temine, hanno riacquistato status privilegiato nell'orizzonte dell'analisi politologica dopo un disinteresse durato diversi decenni (Linz e Valenzuela 1994; Pasquino 2001).
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Pezzotti, Barbara. « “I am Just a Policeman” : The Case of Carlo Lucarelli’s and Maurizio de Giovanni’s Historical Crime Novels Set during Fascism ». Quaderni d'italianistica 37, no 1 (9 juin 2017) : 89–106. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v37i1.28280.

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Résumé :
This article analyzes two successful Italian novels set during the Ventennio and the Second World War, namely Carlo Lucarelli’s Carta bianca (1990) and Maurizio De Giovanni’s Per mano mia (2011). It shows how Lucarelli confronts the troubling adherence to Fascism through a novel in which investigations are continually hampered by overpowering political forces. By contrast, in spite of expressing an anti-Fascist view, De Giovanni’s novel ends up providing a sanitized version of the Ventennio that allows the protagonist to fulfil his role as a policeman without outward contradictions. By mixing crime fiction and history, Lucarelli intervenes in the revisionist debate of the 1980s and 1990s by attacking the new mythology of the innocent Fascist. Twenty years later, following years of Berlusconi’s propaganda, De Giovanni waters down the hybridization of crime fiction and history with the insertion of romance and the supernatural in order to provide entertaining stories and attract a large audience. In the final analysis, from being functional to political and social criticism in Lucarelli’s series, the fruitful hybridization of crime fiction and history has turned into a mirror of the political and historical de-awareness of Italian society of the 2000s in De Giovanni’s series.
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Mineo, Nicolò. « Letteratura italiana del Ventennio tra le due guerre e Fontamara ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 1 (24 mars 2020) : 391–427. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910922.

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Résumé :
Il romanzo di Silone del 1933, Fontamara, va letto, per la tematica, in stretto riferimento al Ventennio, gli anni Venti e Trenta del Novecento, età del regime fascista in Italia. Un tempo che vede, sul piano della produttività culturale e letteraria, la compresenza variamente attiva delle generazioni che latamente e con varia approssimazione si possono riferire al 1860–1880, 1880–1900, 1900–1910. Il romanzo è lo smascheramento della politica oppressiva esercitata dal regime fascista nei confronti dei contadini poveri attraverso i proprietari sfruttatori.
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Capristo, A., et R. Jungano. « Italian Urology during the “ventennio fascista” : Light, shadow and tragedy ». European Urology Supplements 18, no 9 (octobre 2019) : e3360. http://dx.doi.org/10.1016/s1569-9056(19)33823-0.

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Thèses sur le sujet "Ventennio"

1

Miretti, Lorenza <1966&gt. « Escodamè. Il ventennio futurista di Michele Leskovic ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3096/1/Escodam%C3%A8._Il_ventennio_futurista.pdf.

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Résumé :
La ricerca verte sull’udinese Michele Leskovic (1905-1979), noto con lo pseudonimo di Escodamè, attivo in campo futurista dal 1920 fino alla fine degli anni Trenta. Il lavoro ricostruisce il periodo futurista di Leskovic utilizzando sia documentazione edita sia inedita rintracciata presso numerose Biblioteche ed Archivi pubblici e privati italiani e presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale. Tra gli inediti utilizzati, numerosi quelli provenienti dall’archivio privato di Michele Leskovic conservato presso «Casa Lyda Borelli per Operatori ed Artisti dello Spettacolo» di Bologna dove Leskovic visse dal 1970 alla morte insieme alla moglie, l’attrice Camilla Orlandini (1896-1975). Sono qui analizzate tutte le attività svolte dal futurista udinese sia in maniera estemporanea sia continuativa ed approfondita. Particolare attenzione è rivolta alle ricerche condotte in tre campi specifici: la poetica, la poesia ed il teatro, nei quali Leskovic ha raggiunto risultati di indubbio interesse ed originalità. I testi pubblicati da Leskovic da un lato sono stati collazionati con sue stesse carte inedite (spesso abbozzi preparatori) e dall’altro arricchiti nel confronto con le opere di altri membri del movimento futurista e soprattutto con Marinetti, del quale Leskovic risulta essere stato attivo collaboratore.
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Miretti, Lorenza <1966&gt. « Escodamè. Il ventennio futurista di Michele Leskovic ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3096/.

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Résumé :
La ricerca verte sull’udinese Michele Leskovic (1905-1979), noto con lo pseudonimo di Escodamè, attivo in campo futurista dal 1920 fino alla fine degli anni Trenta. Il lavoro ricostruisce il periodo futurista di Leskovic utilizzando sia documentazione edita sia inedita rintracciata presso numerose Biblioteche ed Archivi pubblici e privati italiani e presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale. Tra gli inediti utilizzati, numerosi quelli provenienti dall’archivio privato di Michele Leskovic conservato presso «Casa Lyda Borelli per Operatori ed Artisti dello Spettacolo» di Bologna dove Leskovic visse dal 1970 alla morte insieme alla moglie, l’attrice Camilla Orlandini (1896-1975). Sono qui analizzate tutte le attività svolte dal futurista udinese sia in maniera estemporanea sia continuativa ed approfondita. Particolare attenzione è rivolta alle ricerche condotte in tre campi specifici: la poetica, la poesia ed il teatro, nei quali Leskovic ha raggiunto risultati di indubbio interesse ed originalità. I testi pubblicati da Leskovic da un lato sono stati collazionati con sue stesse carte inedite (spesso abbozzi preparatori) e dall’altro arricchiti nel confronto con le opere di altri membri del movimento futurista e soprattutto con Marinetti, del quale Leskovic risulta essere stato attivo collaboratore.
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Costa, Chiara. « Il genere della vanitas nel periodo del ventennio fascista ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422451.

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Résumé :
The vanitas genre in the twenty-year period of Italian Fascism The study began with an investigation of the cyclical flourish of the vanitas genre in contemporary times, addressing, more specifically, the twentieth century, without overlooking the legacy of late 1800s or excluding the influence of the 1900s on the first decade of the twenty-first century. After identifying certain crucial phases in the development of particularly relevant vanitas, the study focused on the twenty-year Fascist period. The scope was limited to Italian Fascism, at a moment in which all of Europe – and not only Europe – was heading toward tragic experiences of war and genocide. The thesis opens with a consideration on the different types of vanitas, assessing the pertinence of selected works against the accepted genre classification and noting elements of continuity and discontinuity with respect to tradition. It then examines the context in which the artists worked, as it was portrayed in their writings, which emphasize how their artistic experiences were conditioned by politics and war. Lastly, the work traces the tight network of relationships between the major figures of this time, evidencing the flourish of vanitas through several examples. Those that came first sought to revive the genre under the banner of a return to order or to express a profound existential anguish. Those that followed were dictated by the urgent need to rebel against the dictatorship with a tool that, in the wake of Picasso and Guernica, employed a cryptic language of “pictorial equivalents” capable of transmitting a message of opposition within the vanitates. The initial repertoire of images was expanded to include a broader chronological and geographical field of study that nonetheless responded to traditional typologies of vanitas and made it possible to select works from the twenty-year Fascist period. What emerged in the analyses of these works, conducted in the text and in the apparatus, is the strong link between the flourish of vanitates and the climate in which they are created, as well as an unusual use of the genre, the innovative iconographic aspects of which extol an uncanny vis polemica, which goes beyond the limits of spiritual admonition to embrace social and political protest. The emblematic repertoire and the moral nature of the vanitas are actually used as instruments of protest. The genre, which was held to be minor and “innocuous” by propaganda, was a sure and powerful means in reaching those who understood the subversive message concealed within its symbolism.
Il genere della vanitas nel periodo del ventennio fascista La ricerca ha preso avvio da un’indagine sul ciclico prosperare del genere vanitas in età contemporanea e precisamente nel XX secolo, senza trascurare l’eredità che in merito giungeva dagli ultimi anni dell’Ottocento né escludere l’influenza esercitata dal Novecento sul primo decennio del XXI secolo. Identificate alcune fasi cruciali in cui lo sviluppo della vanitas assunse particolare rilevanza, lo studio si è poi concentrato sul periodo del ventennio fascista, delimitando l’area d’interesse a quella italiana, in un momento che vede l’Europa intera, e non solo, avviarsi verso le esperienze tragiche della guerra e del genocidio. La tesi si apre con una riflessione sulle diverse tipologie della vanitas, valutando la pertinenza delle opere scelte al confronto con la classificazione consolidata del genere e rilevando gli elementi di continuità e discontinuità rispetto alla tradizione. Si sviluppa, quindi, esaminando il contesto in cui si trovano a operare gli artisti, che nei loro scritti sottolineano il condizionamento esercitato dagli eventi bellici e politici sulla loro esperienza artistica. E, infine, nel tratteggiare l’intensa rete di rapporti tra i protagonisti di questo momento storico, evidenzia come la vanitas prosperi manifestandosi in numerosi esempi, sorti dapprima per la volontà di recuperare un genere nel segno del ritorno all’ordine o di esprimere un’intima angoscia esistenziale; dettati poi dall’urgenza di ribellarsi alla dittatura con uno strumento che, sulla scorta dell’esperienza di Picasso e di Guernica, si servisse di un linguaggio criptato, formato da “equivalenti pittorici” in grado di veicolare all’interno delle vanitates messaggi di opposizione al regime. Dunque, da un iniziale repertorio di immagini esteso a un più ampio ambito cronologico e geografico, ma accomunate dalla rispondenza alle tipologie tradizionali della vanitas, si è provveduto a selezionare le opere appartenenti al periodo del ventennio fascista. Dall’analisi dei casi scelti, nel testo e negli apparati, è di conseguenza emerso non solo un forte legame tra il prosperare delle vanitates e il clima in cui esse nascono, ma anche un utilizzo inconsueto del genere, i cui aspetti iconografici innovativi esaltano una vis polemica inusuale, che supera i confini del monito spirituale per aprirsi alla protesta sociale e politica. Il repertorio emblematico e la natura morale della vanitas vengono, infatti, utilizzati come strumenti di contestazione: mezzi sicuri nella misura in cui tale genere fosse ritenuto secondario e “innocuo” dalla propaganda e potente, invece, per chi comprendeva il messaggio sovversivo celato nella sua simbologia.
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Scalfaro, Anna <1977&gt. « I Lirici greci di Quasimodo : un ventennio di recezione musicale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/229/1/TesiDottorato.pdf.

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Scalfaro, Anna <1977&gt. « I Lirici greci di Quasimodo : un ventennio di recezione musicale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/229/.

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Formiconi, Matteo <1980&gt. « Gli atleti goliardi di Ca' Foscari durante il ventennio fascista ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17924.

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Résumé :
Allo sport è stato attribuito un ruolo centrale nella missione pedagogica intrapresa dal PNF per rendere totalitaria la penetrazione ideologica all'interno della società. Le attività sportive giovanili, e in particolare l’attività dedicata agli universitari, diviene quindi veicolo di “cattura del consenso” tra le masse studentesche, e allo stesso tempo strumento per un processo di selezione/formazione della futura classe dirigente. Già a partire dal periodo postunitario le attività sportive avevano rappresentato un mezzo privilegiato di inquadramento ideologico oltre che di preparazione fisico-militare, finalizzato a formare i cittadini del neonato Stato. Il fascismo si inserisce nel solco tracciato dai governi liberali, ma aggiunge agli eventi sportivi quegli elementi mitico-rituali che saranno il fulcro di manifestazioni come i Littoriali dello Sport, olimpiade goliardica ispirata agli antichi giochi del mondo greco-romano. La penetrazione all’interno degli atenei non è però uniforme, a causa di situazioni locali fortemente eterogenee; il caso di Venezia risulta particolarmente interessante, in quanto nonostante la città lagunare fosse una delle realtà più floride per lo sviluppo dell’associazionismo sportivo a fine Ottocento, durante il periodo fascista lo sport goliardico non riesce a svilupparsi come in altri centri universitari della penisola. La ricostruzione della partecipazione degli studenti cafoscarini ai Littoriali dello Sport e alle principali manifestazioni ideate dalla Segreteria del partito consente di ottenere uno spaccato della realtà sportiva del capoluogo lagunare.
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Manfren, Priscilla. « Niger alter ego : stereotipi e iconografie coloniali nell'Italia del Ventennio ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424415.

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Résumé :
This work collects and analyzes a large corpus of Italian sources, both visual and literary, having as subject the black populations of colonial Africa. The research investigates specifically the sources of the fascist period (1922-1943). It examines various kinds of images, such as works of art, graphic works in illustrated magazines, commercial art and illustrations for children, as well as many articles taken by old Italian magazines and newspapers. The work wants to frame the various sources critically and to outline the evolution of some stereotypes related to the black colonial population and produced by an Eurocentric point of view. The first chapter presents the methodology which has been used to set the work; the second one, instead, is divided into two sections: the one contextualizes the European art with exotic subject and, specifically, the Orientalism trend and some of its Italian members; the other is devoted to the presentation of the artistic debate related to the Italian colonial artworks of the fascist period. The third chapter, which is the core of the work, is divided into various sections, which analyze the different male and female stereotypes emerged from the observation of images and texts. The study takes account of some historical situations, such as the Italo-Ethiopian wars of the late nineteenth century and of the 1935-36 biennium, which contributed to the spread of many clichés and iconographies about the black populations. The research also offers information about many of the Italian artists mentioned: these notes are useful for the comprehension of the fascist colonial art, of its exhibitions and its protagonists. The last part of the work presents the bibliography, a selection of the artistic and ethnographic articles found during the researches and used in the work, and the catalogue of the illustrations, which consists in a selection of over eight hundred images.
Il presente lavoro è dedicato alla raccolta e all'€™analisi di un nutrito corpus di fonti visive e letterarie italiane, aventi come soggetto le popolazioni nere dell'€™Africa durante il periodo coloniale; l'arco cronologico indagato è, nello specifico, quello del Ventennio fascista (1922-1943). La ricerca prende in esame svariate tipologie di veicoli delle immagini, quali opere d'arte, riviste illustrate e grafica per l'infanzia, nonché numerosi articoli d'epoca tratti da riviste e quotidiani. Lo scopo del lavoro è quello di indagare le diverse modalità  di rappresentazione dell'alterità nera, al fine di mettere in luce i pregiudizi e gli stereotipi generati dalla visione eurocentrica. Prima di passare alla disamina dei diversi clichés emersi dall'insieme delle immagini reperite, il lavoro propone un capitolo introduttivo, dedicato a presentare la metodologia con la quale è stata impostata la ricerca. Il secondo capitolo è suddiviso in due sezioni, l'una rivolta alla contestualizzazione dell'€™arte a soggetto esotico, della corrente ottocentesca dell'€™Orientalismo e di alcuni suoi esponenti italiani, l'altra riservata alla presentazione del dibattito in merito all'arte a soggetto coloniale nell'ambito della critica d'€™arte del Ventennio. Il terzo capitolo, suddiviso anch'€™esso in diverse sezioni, analizza gli stereotipi maschili e femminili emersi dall'osservazione delle immagini e dalla lettura dei testi d'epoca, tenendo conto di alcuni particolari frangenti storici, quali le guerre italo-etiopiche del tardo Ottocento e del biennio 1935-36, che hanno contribuito alla diffusione di determinati soggetti e iconografie. Il lavoro propone, oltre all'analisi delle immagini, notizie in merito a molti degli artisti citati, utili per comprendere l'arte coloniale del periodo fascista e le vicende dei suoi protagonisti. Concludono il lavoro l'apparato bibliografico, una parte dello spoglio degli articoli d'epoca rintracciati, divisi in fonti a tema artistico e fonti a soggetto etnografico, e il catalogo delle illustrazioni, consistente in una selezione di oltre ottocento elementi.
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Santi, Valentina <1978&gt. « Cambiamenti dello scenario epidemiologico e clinico dell'epatocarcinoma in Italia nell'ultimo ventennio ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4334/1/santi_valentina_tesi.pdf.

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Résumé :
Background & Aims: This study investigates whether the aetiologic changes in liver disease and the improved management of hepatocellular carcinoma (HCC) have modified the clinical scenario of this tumour over the last 20 years in Italy. Methods: Retrospective study based on the analysis of the ITA.LI.CA (Italian Liver Cancer) database including 3027 HCC patients managed in 11 centres. Patients were divided into 3 groups according to the period of HCC diagnosis: 1987–1996 (year of the ‘‘Milano criteria’’ publication), 1997–2001 (year of release of the EASL guidelines for HCC), and 2002–2008. Results: The significant changes were: (1) progressive patient ageing; (2) increasing prevalence of HCV infection until 2001, with a subsequent decrease, when the alcoholic aetiology increased; (3) liver function improvement, until 2001; (4) increasing ‘‘incidental’’ at the expense of ‘‘symptomatic’’ diagnoses, until 2001; (5) unchanged prevalence of tumours diagnosed during surveillance (around 50%), with an increasing use of the 6- month schedule; (6) favourable HCC ‘‘stage migration’’, until 2001; (7) increasing use of percutaneous ablation; (8) improving survival, until 2001. Conclusions: Over the last 20 years, several aetiologic and clinical features regarding HCC have changed. The survival improvement observed until 2001 was due to an increasing number of tumours diagnosed in early stages and in a background of compensated cirrhosis, and a growing and better use of locoregional treatments. However, the prevalence of early cancers and survival did not increase further in the last years, a result inciting national policies aimed at implementing surveillance programmes for at risk patients.
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Santi, Valentina <1978&gt. « Cambiamenti dello scenario epidemiologico e clinico dell'epatocarcinoma in Italia nell'ultimo ventennio ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4334/.

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Résumé :
Background & Aims: This study investigates whether the aetiologic changes in liver disease and the improved management of hepatocellular carcinoma (HCC) have modified the clinical scenario of this tumour over the last 20 years in Italy. Methods: Retrospective study based on the analysis of the ITA.LI.CA (Italian Liver Cancer) database including 3027 HCC patients managed in 11 centres. Patients were divided into 3 groups according to the period of HCC diagnosis: 1987–1996 (year of the ‘‘Milano criteria’’ publication), 1997–2001 (year of release of the EASL guidelines for HCC), and 2002–2008. Results: The significant changes were: (1) progressive patient ageing; (2) increasing prevalence of HCV infection until 2001, with a subsequent decrease, when the alcoholic aetiology increased; (3) liver function improvement, until 2001; (4) increasing ‘‘incidental’’ at the expense of ‘‘symptomatic’’ diagnoses, until 2001; (5) unchanged prevalence of tumours diagnosed during surveillance (around 50%), with an increasing use of the 6- month schedule; (6) favourable HCC ‘‘stage migration’’, until 2001; (7) increasing use of percutaneous ablation; (8) improving survival, until 2001. Conclusions: Over the last 20 years, several aetiologic and clinical features regarding HCC have changed. The survival improvement observed until 2001 was due to an increasing number of tumours diagnosed in early stages and in a background of compensated cirrhosis, and a growing and better use of locoregional treatments. However, the prevalence of early cancers and survival did not increase further in the last years, a result inciting national policies aimed at implementing surveillance programmes for at risk patients.
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Turra, Giovanni <1973&gt. « L'"Omnibus" di Leo Longanesi : ricerche, segnali, aspirazioni alla fine del Ventennio ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/10579/208.

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Résumé :
L'ampiezza dell'arco dei collaboratori di «Omnibus» il rotocalco fondato e diretto da Leo Longanesi dal 1937 al 1939 - costituisce il dato macroscopico della rivista e sembrerebbe indicare, nell'accostamento di nomi appartenenti ad aree culturali talora piuttosto distanti l'una dall'altra, un eclettismo generico e la sostanziale assenza di un centro di interessi sufficientemente definiti. Tuttavia, ad una considerazione più attenta, risulta chiaro che si trattava di un eclettismo soltanto apparente, destinato a velare un disegno culturale più che preciso. Su quelle colonne, anche grazie ad una struttura che, affiancando direttamente problemi filosofici, artistici, letterari da un lato e questioni politiche ed economiche dall'altro, ne permette una lettura «comparata», diviene infatti esplicito il complesso rapporto che legava gli intellettuali di allora alle contingenze di quel determinato momento storico. Ad esempio, alle leggi razziali e alla guerra che si profilava all'orizzonte era negata validità su ogni piano, da quello politico a quello etico; si vuole sottolineare questo dato in quanto esso costituiva, nel quadro culturale dell'epoca, un elemento di differenziazione di spicco della rivista. Quel rapporto è verificabile anche attraverso molte delle scelte realizzate all'interno delle problematiche culturali del tempo. Particolarmente significativo risulta, in questo senso, l'interesse manifestato da parte dei responsabili della rivista nei confronti della letteratura degli Stati Uniti d'America, attraverso numerosissime traduzioni (da Cain, Steinbeck, Faulkner, Fante, Caldwell, Saroyan) e un florilegio di giudizi critici, molto spesso contrastanti tra loro, in un misto di attrazione e repulsione. Grosso modo, la strategia editoriale di Longanesi s'informava alle due categorie meritoriamente individuate da Leonardo Sciascia: quella del «guardare altrove» e quella del «conferire un che di durevole all'effimero». Alla prima è attribuibile la grande attenzione accordata ad altri paesi e ad altre letterature; oltre a quella americana, le introspezioni degli scrittori russi e del Centroeuropa e la memorialistica francese. Questa attenzione costituiva un utile contravveleno per reagire alle angustie e alle remore dell'Italia fascista. Alla seconda categoria è ascrivibile invece la pratica dell'«elzeviro», o, più in generale, della prosa d'arte; pratica quasi mai condizionata né tantomeno determinata, in «Omnibus», dall'esigenza spicciola dell'originaria destinazione giornalistica. Emilio Cecchi, Mario Praz, Corrado Alvaro, Vitaliano Brancati, Alberto Savinio scelsero per «Omnibus» la misura breve dell'articolo come forma tangibile di quella coscienza del limite che presiede a un mondo poetico autentico. Inoltre, non si perse mai di vista il lettore di massa, con dovizia di accorgimenti captatori: dal concorso permanente che voleva il lettore sul punto di divenire autore, a una peculiare e caustica commistione di The amplitude of the range of contributors to «Omnibus» - the magazine founded and edited by-Leo Longanesi from 1937 to 1939 - is the most conspicuous fact about the magazine and would seem to indicate, in its putting together of names belonging to cultural areas sometimes quite different from each other, a generic eclecticism and the substantial absence of a centre of sufficiently defined interests. Nevertheless, on closer examination, it becomes clear that eclecticism was only apparent, intended to veil a more than precise cultural plan. . In those columns, thanks also to a structure which, by directly juxtaposing philosophical, artistic and literary issues on the one side and political and economical matters on the other, allows a «comparative» reading of them, the complex relationship which bound the intellectuals of that time to the contingencies of that particular historic moment becomes explicit. For example, racial laws and the war that was looming on the horizon were denied validity on any levels, either politically or ethically; we want to emphasize this fact in that it was, within the cultural framework of the time, a distinguishing feature of the magazine. That relationship can also be verified through many of the choices made within the cultural issues of the time. Particularly significant in this respect is the interest shown by the editors of the magazine in the literature of the USA, through innumerable translations (from Cain, Steinbeck, Faulkner, Fante, Caldwell, Saroyan) and a florilegium of critical judgements, very often in contrast with each other, in a mix of attraction and repulsion. Roughly speaking, Longanesi's editorial strategy conformed to the two categories meritoriously identified by Leonardo Sciascia: «looking elsewhere» and «giving something lasting to the ephemeral». To the former we can attribute the great attention paid to other countries and literatures; besides American literature, the introspections of Russian and mid-European writers and French memoirs. This attention was a sort of useful antidote against the narrowness and hindrances of fascist Italy. To the latter, instead, we can assign the practice of the «elzeviro», or, more generally, of artistic prose; such practice was hardly ever conditioned, let alone determined, in «Omnibus», by the banal exigencies of its original journalistic destination. Emilio Cecchi, Mario Praz, Corrado Alvaro, Vitaliano Brancati, Alberto Savinio chose for «Omnibus» the briefness of the article as the tangible form of that consciousness of the limit which governs an authentic poetical world. Moreover, the magazine never lost sight of the mass reader, with plenty of captivating devices: from the permanent contest which envisaged the reader on the verge of becoming an author, to a peculiar, caustic mixture of image and writing, to the columns devoted to women and edited by two women, Irene Brin and Antonietta Drago. «Omnibus» is the widest repertory of national life ever tried during fascism. Behind a facade of disorder were pinned and catalogued all the vices, the commonplaces, the examples of idiocy and bad taste of petit-bourgeois Italy of the time: a list of what was most decrepit and banal in the regime; something between Flaubert's Dictionary of current ideas and a horror museum.
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Livres sur le sujet "Ventennio"

1

Rosciglione, Salvator. Un ventennio. Palermo : ILA Palma, 1992.

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2

Indagine sul ventennio. Milan, Italy : Giangiacomo Feltrinelli editore, 2014.

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3

Maiotti, Gianni. Milano nel ventennio. Milano : Carte scoperte, 2009.

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4

Orzalesi, Mino. Una vita, un ventennio. Santa Croce sull'Arno (Pisa) : Circolo Il Grandevetro, 1999.

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5

Flora, Francesco. Ritratto di un ventennio. Palermo : Edizioni della Battaglia, 2003.

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6

Rosselli, Alberto. Il Ventennio in celluloide. Roma : Settimo sigillo, 2005.

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7

Il ventennio dei ventenni : Illusioni e speranze di una generazione di intellettuali. Roma : Aracne editrice S.r.l., 2014.

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8

Giuliacci, Mario. Il clima dell'Italia nell'ultimo ventennio. Milano : Alpha Test, 2001.

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9

L'educazione all'igiene nel ventennio fascista. Lecce : Pensa multimedia, 2008.

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10

Vesco, Antonio Del. L'Italia nel Ventennio : (1919-1938). Milano : Greco & Greco, 2012.

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Chapitres de livres sur le sujet "Ventennio"

1

Merusi, Fabio. « Legge e giustizia amministrativa durante il ventennio fascista ». Dans Studi e saggi, 99–117. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-455-7.04.

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Résumé :
The paper focuses on the relationship between the Fascist regime and the administrative justice. Once identified in the “invention” of exclusive jurisdiction (over individual matters) a “revolutionary” act of the early Fascism, the paper faces the problem of the administrative litigation over public debt. The issue is treated starting from the transformation of the jurisdiction of merit in the matter of public debt into exclusive jurisdiction: a special attention is paid to the two opposite theses of the “left-wing fascism” and the Italian Constitutional Court. Subsequently, the reflection shifts to the Fascist laws that have limited or excluded since 1923 the appeal against certain administrative acts, also referring to the reactions of the doctrine of the time. A particular case concerns the vice of excess of power which, in the Fascist period, was rationalized and also took on a different meaning from the original one foreseen by the law of 1889. After the fall of Fascism, a final look is turned to the two elusive techniques of the appeal to the administrative judge represented by the laws-measure and the so called “theft of jurisdiction”
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2

Faucci, Riccardo, et Nicola Giocoli. « Textbooks of Economics during the Ventennio : Forging the Homo Corporativus ? » Dans Palgrave Studies in the History of Economic Thought, 171–99. Cham : Springer International Publishing, 2019. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-32980-8_7.

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3

Willson, Perry. « Doing their Duty for Nation (or Church) : Mass Mobilisation during the Fascist Ventennio ». Dans Women in Twentieth-Century Italy, 79–95. London : Macmillan Education UK, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-1-137-12287-2_6.

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4

BARTON, William M. « PASTORAL AND THE ITALIAN LANDSCAPE IN THE VENTENNIO FASCISTA : ». Dans Studies in the Latin Literature and Epigraphy of Italian Fascism, 77–104. Universitaire Pers Leuven, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvmd83vq.8.

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5

« Contatti culturali tra l’Italia, l’Ungheria e l’Austria durante il Ventennio ». Dans Mythos - Paradies - Translation, 345–56. transcript-Verlag, 2018. http://dx.doi.org/10.14361/9783839438800-026.

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6

Fried, Ilona. « Contatti culturali tra l’Italia, l’Ungheria e l’Austria durante il Ventennio ». Dans Mythos - Paradies - Translation, 345–56. transcript Verlag, 2018. http://dx.doi.org/10.1515/9783839438800-026.

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7

Champagne, John. « Exhibiting the Homoerotic Body, the Queer Afterlife of Ventennio Male Nudes ». Dans Curating Fascism. Bloomsbury Visual Arts, 2022. http://dx.doi.org/10.5040/9781350229495.ch-12.

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8

SACRÉ, Dirk. « THE CERTAMEN HOEUFFTIANUM DURING THE VENTENNIO FASCISTA. AN EXPLORATION (WITH UNPUBLISHED POEMS BY VITTORIO GENOVESI AND GIUSEPPE FAVARO) ». Dans Studies in the Latin Literature and Epigraphy of Italian Fascism, 199–242. Universitaire Pers Leuven, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvmd83vq.12.

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9

Quattrocchi, Luca, Raffaele Bedarida et and Sharon Hecker. « Exhibiting Art of the Fascist Ventennio : Curatorial Choices, Installation Strategies, and Critical Reception from Arte Moderna in Italia 1915–1935 (Florence, 1967) to Annitrenta (Milan, 1982) ». Dans Curating Fascism. Bloomsbury Visual Arts, 2022. http://dx.doi.org/10.5040/9781350229495.ch-1.

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10

« Citizenship of Women and Their Counterpart Throughout the Ventennium ». Dans A Political History of National Citizenship and Identity in Italy, 1861–1950, 155–82. Stanford University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvqsdtxz.11.

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Actes de conférences sur le sujet "Ventennio"

1

Caramalli, Paolo, et Cesare Caramalli. « Produzione di marroni a Casola Valsenio (RA) nel ventennio 1988-2007 ». Dans Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.109.

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