Thèses sur le sujet « Venezia XVI secolo »

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1

Baldin, Giorgia <1991&gt. « La figura del Muneghino nella Venezia del XVI-XVII secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12378.

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Résumé :
All’inizio del XVII secolo, nei trenta monasteri siti tra Venezia e le sue isole, risiedevano circa 2500 monache, la maggior parte delle quali non si trovava in monastero per libera vocazione. Costrette contro la propria volontà ad una rigida clausura, nel corso dei secoli le monache furono al centro di numerosi scandali sessuali. Contro i loro amanti, chiamati moneghini o muneghi, la Serenissima Repubblica a partire dal 1349 emanò sistematicamente numerose e sempre più dure leggi, nel tentativo di arginare un crimine che si riteneva attirasse sulla città l’ira divina. La castità delle monache, spose di Cristo, veniva violata dai muneghi ledendo l’onore di Dio, della Repubblica e delle famiglie delle giovani vergini. Un episodio che destò molto scalpore avvenne nel 1604 nel monastero di San Daniele di Castello. Francesco Badoer e Piero Pellegrini, patrizi veneziani, vennero accusati di aver intrattenuto relazioni amorose con alcune delle monache ivi rinchiuse. Perciò nel 1605 il Consiglio dei dieci decise di intervenire severamente prevedendo la pena di morte contro i moneghini. Nonostante la dura presa di posizione del governo nei confronti dei «violatori di monache», nel 1608 il monastero di Sant’Anna salì alla ribalta delle cronache perché quindici nobili veneziani furono accusati di aver intrattenuto rapporti carnali con una monaca del monastero, che si era oltretutto data alla fuga con l’aiuto da uno dei tanti amanti. Tuttavia, analizzando le pochissime carte rimaste del procedimento penale è emerso che a nessuno dei rei fu comminata la pena di morte. L’analisi delle vicende sopracitate e della legislazione mi ha permesso di delineare il personaggio del muneghino nella sua molteplicità di aspetti.
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2

Vidali, Andrew <1991&gt. « Vendetta e parentela patrizia : Venezia, inizio XVI secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7126.

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Résumé :
Attraverso un'estensiva ricerca nei Diari di Marin Sanudo, questa ricerca si propone di analizzare le modalità con cui la vendetta si manifesta all'interno del patriziato veneziano e di approfondire il ruolo assunto dalla parentela patrizia nell'ambito della vita politica quotidiana.
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3

Maragno, Giulia <1992&gt. « Donato di Rocco Rasciotti, editore bresciano nella Venezia fra XVI e XVII secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9032.

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Résumé :
Tema centrale dell’elaborato è la ricostruzione biografica di Donato di Rocco Rasciotti, editore bresciano attivo prima a Roma e poi a Venezia intorno alla seconda metà del XVI secolo e nei primi anni del successivo. La trattazione inquadra inizialmente la situazione italiana nel campo delle stampe e la nascente figura dell’editore, analizzando poi lo strumento giuridico del privilegio e i suoi sviluppi proprio a Roma e a Venezia, città in cui operò con certezza il Rasciotti. L’elaborato si incentrata successivamente sulla figura dell’editore bresciano ricostruendone la vita, con particolare attenzione alle vicende giudiziarie che lo videro coinvolto a Roma e ai legami che instaurò a Venezia. L’analisi approfondisce la produzione della stamperia veneziana del Rasciotti: viene prima preso in esame il rapporto che ebbe con Agostino Carracci, focalizzandosi su due opere, la Crocifissione e la suite delle Lascivie, che permettono di comprendere meglio la sua figura. Attraverso poi lo studio della riedizione della Piccola Passione di Albrecht Dürer, l’elaborato approfondisce il ruolo che ebbero Maurizio Moro e Daniele Bissuccio, rispettivamente l’autore dei testi e lo stampatore dell’edizione del 1612 della serie di Dürer, curata dal Rasciotti. Infine, viene trattata la produzione cartografica del Rasciotti e la pubblicazione di una stampa monumentale raffigurante l’ingresso in Ferrara di Clemente VIII. La ricostruzione è stata possibile grazie allo studio di documenti dell’Archivio di Stato di Roma, di quello di Venezia e di Rovigo, dell’Archivio Storico del Patriarcato di Venezia e alle opere conservate presso la Biblioteca Nazionale Marciana.
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4

Orlandi, Fulvia <1997&gt. « Luoghi e modi della formazione pittorica tra XVI e XVIII secolo tra Bologna e Venezia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20511.

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Résumé :
La tesi si propone di mettere in luce come e perchè avvenga il graduale passaggio dalla dimensione della bottega rinascimentale, prevalentemente artigiana, a quella dell'Accademia, incentrata su una formazione polivalente. L'attenzione si sofferma sulle realtà di Bologna e di Venezia, analizzando prima le iniziative dei privati cittadini, soprattutto quella pionieristica dei Carracci, e poi il lento istituirsi delle Accademie Statali di Belle Arti
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5

Franceschi, Stefano <1989&gt. « Aspetti del collezionismo e del mercato di stampe nella Venezia della seconda metà del XVI secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10150.

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Résumé :
Con la seguente ricerca si mettono in luce aspetti legati al mercato, al collezionismo di stampe e alle figure chiave del loro processo produttivo – incisori, stampatori, editori – nel secondo Cinquecento a Venezia, città che già ad inizio secolo era un crocevia di culture, artisti e fiorente centro editoriale. La personalità dominante è, ancora una volta, quella di Tiziano, che (ri)scopre la potenzialità del mezzo incisorio. Se nei primi decenni del XVI sec. aveva sfruttato la silografia per divulgare la sua opera, dal settimo decennio il suo interesse si sposta sul bulino, per una resa grafica più «morbida», unita ad un procedimento più snello. La bottega si arricchisce quindi con Cornelis Cort, talentuoso bulinista fiammingo, per una collaborazione di due bienni. Vengono incisi 12 soggetti, derivanti principalmente da modelli creati dal Tiziano per l’occasione, nei quali accanto all’inventor, spiccano anche il fecit di Cort ed il Privilegio. Altra figura degna di rilievo è quella di Hans Jakob König, gioielliere di Füssen, a Venezia dal settimo decennio del ‘500. Forte dei legami con gli Ott e i Fugger, egli aveva scelto Venezia come base per scambi commerciali - con i Medici, i Gonzaga e l’imperatore Rodolfo II – e luogo dove collezionare effigi di artisti. Del suo ruolo di editore, che in questa sede verrà particolarmente indagato, si conosce poco: una quinta edizione del Carro Trionfale di Massimiliano I del Dürer e alcune incisioni a lui dedicate di Sadeler e van Veen.
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Skoufari, Evangelia. « Il Regno della Repubblica : continuità istituzionali e scambi interculturali a Cipro durante la dominazione veneziana (1473-1570) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425056.

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Résumé :
The research aims at pointing out the intercultural character of Cyprus, in the political and institutional as well as in the social and cultural field, during the period of the Venetian domination. We examine the traces of continuity between the period during which Cyprus was a kingdom governed by the French Lusignan dynasty and the one following the inclusion of Cyprus in the eastern Mediterranean dominions of Venice. We focus on the preservation of typical institutions of the feudal organisation, in order to describe the paradox of a republic governing a kingdom, as was the case of the Venetian administration in Cyprus. We then examine the interaction and cultural influence between the local population and the Venetians residing in Cyprus, among the various confessional groups and between the Cypriots and the Ottomans, who were soon about to conquest the island.
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7

Andolfo, Alessandra <1975&gt. « Stampatori di libri per i Serbi a Venezia tra XVI e XIX secolo : il loro contributo alla formazione della coscienza culturale nazionale in Serbia ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/816.

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Ferrari, Giulia <1991&gt. « Alessandro Paganini e l’Apocalisse di San Giovanni del 1516 : un'indagine sul libro a stampa illustrato e sul commercio delle immagini nella Venezia di inizio XVI secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12991.

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Résumé :
La ricerca è mirata allo studio delle personalità coinvolte nella realizzazione di un libro illustrato dell'Apocalisse di San Giovanni edito nel 1516 dallo stampatore ed editore veneziano Alessandro Paganini. Viene ricostruita la fortuna critica degli incisori coinvolti, Zoan Andrea silografo veneziano dall'attività ampiamente dibattuta negli anni, e l'anonimo collaboratore che negli anni è stato individuato nelle figure di Domenico Campagnola e Ugo da Carpi. Lo studio tenta di ragionare sulla rete di stampatori, editori ed incisori, nella quale Alessandro Paganini esercitava la sua professione, con particolare attenzione al privilegio di stampa e ai canali di commercio delle incisioni nella prima metà del XVI secolo, tra Venezia e il resto d'Europa.
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9

Tagliapietra, Marco <1975&gt. « La firma di scuola veneziana dal XIV al XVI secolo ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5608.

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Résumé :
La tesi si propone come un'indagine ed una critica della firma dell'artista, in pittura, scultura, architettura e nelle cosiddette arti minori. Il campionario esaminato si estende cronologicamente dal XIV al XVI secolo e geograficamente nell'area del Veneto, e in particolare di Venezia, tenendo tuttavia in considerazione anche le scuole d'arte e i singoli artisti che, pur con attività al di fuori di questo territorio, con l'ambiente artistico lagunare ebbero significativi contatti, dispensandovi e ricevendone influenze.
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Soccal, Eva. « Venetiis ex Graecia allata. Presenze di scultura greca a Venezia dal XII al XVIII secolo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425532.

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Résumé :
The close political, economical and cultural relations bounding Venice to the Eastern Mediterranean made the city the point of arrival of a great quantity of Greek sculptures and works of art. For this reason, it is hardly surprising that Venice had a primary role in the redistribution of these antiquities not only among the local collectors, but all over Italy and Europe. The great part of this heritage is nowadays dispersed in the museums and collections of several European countries (from Germany to Russia), and the main aim of this research has been the identification of all the ancient Greek sculptures arrived at Venice between the 12th and the fall of the Serenissima Republic in 1797. Once identified, they have been contextualised in their original historical and art-historical context, proposing a likely place of origin. The collecting of antiquity was not simply a cultural phenomenon, and it should be interpreted in a wider perspective, considering even the economic context in which it took place. The developments in this realm were far more intimately linked to the political and social circumstances than was generally believed. For this reason, the medieval and modern records have been subjected to a in-depth examination, focusing on aspects such as the commercial relationships linking Venice to particular areas of the Levant. The regions where single merchants or single families had their interests are the place were more likely the ancient sculptures were imported to Venice, and - by consequence - it has been necessary to study issues as the Mediterranean trading routes. The processing of these data made necessary the elaboration of a calibrated data base, named "Progetto Agave" (the acronym of "Arte greca a Venezia"), consisting in a census of all the ancient Greek sculptures arrived at Venice in the period under consideration. Thanks to the data base, it has been possible to reconstruct the various ways adopted by the urban elites for making use of these works of art in their self-representation strategies.
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Setti, Cristina. « Una repubblica per ogni porto. Venezia e lo Stato da Mar negli itinerari dei Sindici Inquisitori in Levante (secoli XVI-XVII) ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2018. http://hdl.handle.net/11384/86065.

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Vieceli, Matteo <1972&gt. « L'immagine per i mercanti di legname veneziani tra il XVI e XVII secolo : fluitazione di materiali e di idee ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2840.

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Résumé :
Cismon-Brenta e Cordevole-Piave rappresentano gli assi di comunicazione fluviale che per secoli soddisfarono le necessità di legname della Serenissima, convogliando travi e tavole rispettivamente dai boschi del Primiero, del Cadore e dell'Agordino. Col tempo una rete di famiglie di mercanti approntò strategie per controllarne i redditizi traffici, per spartirsene il mercato, per intessere alleanze tra di loro o con i poteri civili e religiosi nelle aree attraversate. Necessariamente con il legname circolarono così anche uomini, che si insediarono nei luoghi strategici lungo il percorso di fluitazione, come pure in quel di Barbaria delle Tole, ultimo e decisivo approdo in Venezia. Interessante sarà a questo punto verificare come questi commerci possano aver contribuito nel portare non solo merci, ma anche idee, sia dalla Serenissima verso la “provincia” che, nel contempo, a veicolare istanze e pensieri dal pur sempre vicino Impero Asburgico, alla cui autorità gran parte dei boschi appartenevano. A tal fine si cercherà di lavorare non solo sui documenti di archivio o sui numerosi testi specifici sull'argomento, ma soprattutto su quei documenti ancora in loco, magari ancora “vivi” in parte delle loro originarie funzioni: edifici e immagini, residenze e dipinti, oratori e pale d'altare. Forse in essi, più che altrove, dovremmo ricercare il colore, il “timbro” di quell'epoca, trovare conferma di quel fluitare di idee dalla laguna ai monti, da Innsbruck e Augusta fino ai confini della Serenissima seguendo gli itinerari dei loro mercanti-committenti. Immagini e opere architettoniche non da guardare semplicemente come documenti “passivi” di un'epoca, ma illuminanti esse stesse quei contesti, alla luce delle loro funzioni e peculiarità comunicative evidenti . Fondamentale sarà quindi adottare un approccio il più possibile multidisciplinare incontrando per forza di cose in questo “viaggio” aspetti economici, contingenze politiche, documenti artistici, istanze religiose, comportamenti sociali e tutte quelle occorrenze storico-contestuali che dovranno essere sempre tenute presenti. Solo così potremo chiarire l'importante ruolo di mediatori della cultura veneziana svolto dai mercanti di legname, ma soprattutto il loro contributo nel portare e diffondere nella terraferma quell'istinto imprenditoriale, quell'orgoglio patrio, quella perseveranza e spirito pratico di cui è (era?) intrisa la cultura, anche economica, veneta.
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Niero, Marina <1958&gt. « Edilizia minore a Venezia tra il XIII e il XIV secolo ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5624.

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Thomaidis, Danai <1989&gt. « La vita delle icone a Venezia tra XIII e XVII secolo ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18458.

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Résumé :
Il progetto di ricerca «La vita delle icone (post)bizantine di Venezia» ha voluto in primo luogo fornire un catalogo delle icone bizantine e post-bizantine che trovarono collocazione all’interno di chiese veneziane. Utilizzando i dati raccolti si è proceduto allo studio dei fattori che hanno determinato l’uso del medium dell’icona ortodossa da parte dei fedeli veneziani. Tra i fattori sono stati individuati il plurisecolare rapporto della provincia veneziana con l’impero d’Oriente, il dominio veneziano delle colonie levantine e l’ingente presenza di esuli greci nella città di Venezia. Analizzando i fenomeni di culto e le tecniche usate per l’orchestrazione del rituale da parte delle autorità veneziane, prima nelle colonie e in seguito alla madrepatria, si è voluto evidenziare la diretta discendenza costantinopolitana di alcune delle più importanti manifestazioni cultuali, centrate intorno a icone greche, della Serenissima. L’ultima parte del lavoro è stata dedicata alle modalità di culto e alle tecniche espositive usate per le icone nell’ambiente domestico ed ecclesiastico di Venezia.
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Benussi, Paola. « Gli archivi del Patriarcato di Venezia. Ordinamenti archivistici e strutture di cancelleria fra XIV e XVIII secolo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/319191.

Texte intégral
Résumé :
La tesi ricostruisce la storia dei fondi che costituivano il sistema documentario del Patriarcato di Venezia (Curia e Mensa) in epoca di antico regime sotto il duplice versante della storia archivistica da un lato e delle modalità di produzione e sedimentazione documentaria dall'altro. Per il primo aspetto sono indagati in particolare gli ordinamenti del terzo quarto del Settecento che interessarono entrambi gli archivi e che ne connotano tuttora la fisionomia; quindi, al di sotto di questa struttura, gli assetti che gli archivi avevano via via assunto a diverse altezze cronologiche, a partire dagli anni '20 del Quattrocento. Per quanto attiene la produzione documentaria sono analizzati in prospettiva diacronica la composizione delle strutture di cancelleria e i sistemi di organizzazione della documentazione prodotta.
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Benussi, Paola. « Gli archivi del Patriarcato di Venezia. Ordinamenti archivistici e strutture di cancelleria fra XIV e XVIII secolo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/319191.

Texte intégral
Résumé :
La tesi ricostruisce la storia dei fondi che costituivano il sistema documentario del Patriarcato di Venezia (Curia e Mensa) in epoca di antico regime sotto il duplice versante della storia archivistica da un lato e delle modalità di produzione e sedimentazione documentaria dall'altro. Per il primo aspetto sono indagati in particolare gli ordinamenti del terzo quarto del Settecento che interessarono entrambi gli archivi e che ne connotano tuttora la fisionomia; quindi, al di sotto di questa struttura, gli assetti che gli archivi avevano via via assunto a diverse altezze cronologiche, a partire dagli anni '20 del Quattrocento. Per quanto attiene la produzione documentaria sono analizzati in prospettiva diacronica la composizione delle strutture di cancelleria e i sistemi di organizzazione della documentazione prodotta.
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Ghidini, Mattia <1994&gt. « Punta della Dogana e San Gregorio : la formazione urbanistica di un'area veneziana tra XII e XIV secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17979.

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Résumé :
Il presente lavoro mira all’esame delle modalità e delle caratteristiche che portarono alla formazione urbanistica dell’area veneziana di San Gregorio e della Punta della Dogana. La ricerca si colloca all’interno degli studi storico-urbanistici relativi alla nascita e allo sviluppo della Venezia medievale. Si è ritenuto opportuno inquadrare l’indagine nel più ampio contesto della crescita e della strutturazione della città nel suo complesso, premessa necessaria per comprendere una serie di fenomeni non esclusivi della zona studiata. È emerso come i cambiamenti ambientali dovuti alla deviazione dei fiumi, all’innalzamento del livello marino nonché alla subsidenza fossero i principali responsabili, insieme alle contingenze storiche e politiche, delle scelte urbanistiche e dello sviluppo di competenze idrauliche ed edilizie che portarono gli insediamenti realtini a divenire una città. In origine il territorio studiato era una zona periferica e caratterizzata da plaudi, zone incolte e nel complesso poco urbanizzata. Un’importante impianto produttivo che copriva buona parte di questo territorio era la salina; la produzione del sale era cruciale per l’economia veneziana e in questa porzione di territorio ve ne erano numerose. Lo studio è comunque rivolto ai secoli del Basso Medioevo durante i quali intervennero i cambiamenti più consistenti e significativi, in particolare il Duecento e il Trecento. La ricerca è stata divisa in diverse parti in base ai responsabili principali dell’urbanizzazione. Innanzitutto emerge per importanza l’iniziativa privata del monastero benedettino di San Gregorio, filiale cittadina dell’importante cenobio di Sant’Ilario. Fu infatti grazie agli interessi economici dei monaci che i terreni di loro proprietà vennero bonificati e si diede avvio a una razionale e pensata strutturazione urbanistica della zona, affittando i lotti agli artigiani che desiderassero insediarsi nel nuovo quartiere sorto intorno al monastero. È stato inoltre opportuno tenere conto dell’insediamento teutonico della Trinità, per il quale non è stato possibile entrare nel dettaglio a causa della limitata disponibilità di documentazione: tuttavia si trattava di una realtà troppo importante per essere sorvolata e ne verranno tracciati alcuni punti, soprattutto in merito alle ricostruzioni seicentesche che videro sorgere al posto di questo complesso la basilica di Santa Maria della Salute. Un ruolo chiave venne inoltre giocato dallo Stato che, soprattutto dal Trecento, interverrà a razionalizzare la dislocazione delle attività portuali prima sparse in tutto la città: il Bacino di San Marco diventa il nuovo porto di Venezia e Punta della Dogana un’imprescindibile snodo daziario e commerciale che svolge importanti funzioni di deposito e controllo nonché simbolicamente quella di porta della città. Il Comune andrà a istallare numerosi magazzini pubblici, adibiti soprattuto al deposito del sale, che caratterizzeranno la fisionomia architettonica e urbanistica dell’area di San Gregorio.
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Ra, Youngsoon. « Aspetti dell'approvvigionamento alimentare e della cucina veneziana nei secoli XV e XVI ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423689.

Texte intégral
Résumé :
This dissertation aims to show the role of Venice in the development of a food culture during the XV-XVI centuries. The food culture reflects cultures in the larger society. Eating food is a response to natural human needs but the way we prepare food is largely influenced by the culture around us. Men do not consume food simply to cure hunger. Men taste and experience dishes that are prepared through a set of culinary techniques and these techniques are largely influenced by the cultural context of a society. Moreover, food culture is transmitted from one generation to another without much interruption. Thus, food culture is important for a historical research. The Venetian Lagoon was not created by only natural forces. As soon as Venetians realized its value as a source of their daily life, the lagoon became subject to constant human alterations. Given its long history, Venice and its lagoon was not developed over night but through slow, patient and constant efforts by men to survive. Venice is the outcome of complex cultural activities of human, who even tried to tame the geophysical reality. In this context, the Venetian Republic had to come up with a set of polices to protect the lagoon from the human exploitation of the resources of the lagoon. The lagoon was an integral part of Venice. Geographically, the Venetian lagoon hosts a number of rivers and small islands and it implies the lagoon is rich in food resources. The lagoon provides an ideal place to maintain human livelihood through fishing, hunting, farming and producing salt. The abundant and well-managed resources worked as the basis for the development of the cuisine in Venice.
L’obiettivo della tesi è illustrare il ruolo di Venezia nello sviluppo di una cultura dell'alimentazione durante i secoli XV-XVI. La cucina è il processo ricostruttivo degli ingredienti naturali attraverso tecniche culinarie. La cucina o la vita dell’alimentazione riflette le funzioni della cultura. La vita dell’alimentazione umana e la risposta ai bisogni naturali o istintuali attraverso un complesso sistema di mediazioni culturali. Da ciò si puo dedurre che la vita dell’alimentazione ha valore come uno dei campi della ricerca storica. La laguna veneziana non è solo l’ambiente dell’interazione di forze naturali. Fin dal momento in cui gli uomini iniziarono a comprendere il valore della laguna come fonte per la loro vita quotidiana, la laguna fu soggetta a costante alterazione. La laguna sin da allora si formò e si modificò. Considerate in un lungo spazio temporale Venezia e la sua laguna appaiono non come il miracolo di una fase storica ma come il risultato di una lenta e paziente costruzione da parte degli uomini per sopravvivere. Venezia e il risultato complesso dell’azione culturale umana capace di addomesticare persino la realta geofisica. In questo senso la politica ambientale della Repubblica veneta nell’ambito lagunare doveva rispondere ad una richiesta: l’ambiente come feconda risorsa economica e quotidiana. È questa la vera importanza della laguna. Dal punto di vista della geografia, la laguna veneziana è non solo un angolo del mare ma anche un collettore di fiumi e uno spazio costellato di numerose piccole isole. La laguna rappresenta l’ideale coesistenza delle tipiche attivita umane il cui obiettivo è la propria sussistenza: la pesca, la caccia, l’agricoltura, a cui si deve aggiungere la produzione del condimento essenziale, cioe, il sale. Esisteva quindi una convivenza della rete e della vegetazione, tra l’acqua e il suolo, nel efficace sfruttamento dell’ambiente, per soddisfare le esigenze alimentari di una delle più grandi citta dell’epoca. Per quanto riguarda la vita dell’alimentazione di Venezia, quest’abbondanza delle risorse è la base dello sviluppo futuro della vita dell’alimentazione veneziana.
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Dibello, Daniele <1988&gt. « Una repubblica eterna ? Venezia nelle sue tre grandi crisi (secoli XIV-XV) ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5475.

Texte intégral
Résumé :
Partendo dall’interrogazione riguardo la veridicità o meno del "senso dello Stato" del patriziato veneziano, la tesi verte sull'analisi di quei caratteri, elementi, valori di cui il patriziato si faceva portatore, quelli relativi però alla fedeltà e alla conservazione del modello statuale lagunare così come era venuto caratterizzandosi nel corso dei secoli e continuerà a mantenere fino al 1797. Lo studio è intrapreso considerando i principali momenti di crisi istituzionale vissuti dalla Repubblica, ipotizzando una maggiore esposizione dei suddetti elementi nelle fonti a disposizione: la congiura di Baiamonte Tiepolo (1310), quella di Marino Falier (1355) e le dimissioni forzate di Francesco Foscari (1457). Le fonti storiche alla base del lavoro sono: le promissioni ducali inedite dei dogi coevi agli anni dei tre avvenimenti considerati; le cronache dell’epoca fino ai primi anni del secolo XVI; e un gruppo di fonti “istituzionali”, comprendenti deliberazioni del Maggior Consiglio, del Senato, del Consiglio dei Dieci, lettere del Minor Consiglio, Libri Commemoriali. I risultati di questa analisi contribuiranno, nel capitolo conclusivo, a definire e motivare meglio alcuni caratteri non solo della compagine statuale veneziana, ma anche della mentalità del patriziato lagunare che di questa compagine era il perno.
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Spiandore, Silvia. « Preziose trasparenze. la miniatura veneziana sotto cristallo di rocca (secoli XIII-XIV) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423819.

Texte intégral
Résumé :
The present work is a systematic study of the Venetian production of items with illuminated paintings under rock crystal. Such a peculiar form of artistic craft has developed in the lagoon during the second half of the thirteenth century and was attested until the middle of the following century. The technique involved the application of painted parchment on different pieces of goldsmith’s art and it took advantage of the precious transparency of crystal to show up the shinning colors of the images. Even if it was already known in a limited way beyond the Alps, it became the prerogative of Venetian workshops: they only became able to skillfully value it and started a great market of luxury products. The thesis examines all the existing pieces: each one is considered by type, function, goldsmith’s decoration and, most of all, figurative matrix of the illuminated paintings. These objects are listed in a chronological order, better suited to visually show changes in the choice of decorative solutions happened over time. In addition to the catalog it has been prepared the main body of the book, divided into four sections. The research starts from an overview of the critical history of the subject. The limited knowledge of the subject is viewed in the more general lack of interest in Venetian artistic experiences during thirteenth and fourteenth centuries. Furthermore the research looks towards the material component of the pieces, studying the particular technique, its original context and the typically Venetian characteristics. Moreover a list of different structural types of pieces and their specific functions was carried out according to quantitative criteria. A first review of liturgical objects showed that crosses clearly stand out among them, followed by devotional tables, reliquaries, candlesticks, portable altars and even tissues of sacred insignia. There are also evidences for private and completely secular uses, such as the two wooden game boards for chess and backgammon. The study has finally focused on the section devoted to the stylistic analysis of illuminated paintings. They were infact produced in the same workshops engaged in book illustration and their examination allows expanding our understanding of the illumination during that period in Venice, which has only a few fixed points regarding the manuscripts’ decoration. In particular, the emerging of different groups of illuminators implies the activity of many workshops with characteristic figurative matrix and the presence of a very lively environment in which personalities of high standing coexisted with minor artists.
Il presente lavoro è uno studio sistematico della produzione veneziana di oggetti con miniature sotto cristallo di rocca, peculiare tecnica affermatasi in laguna nel corso della seconda metà del Duecento ed attestata fino alla metà del secolo successivo. Essa prevedeva l’applicazione di pergamene dipinte su pezzi di oreficeria di diversa natura e si avvaleva della preziosa trasparenza del cristallo per far esaltare le vivaci colorazioni delle immagini. Nota già da alte datazioni in oggetti di produzione oltralpina, tale forma di artigianato artistico divenne prerogativa delle botteghe veneziane, che seppero abilmente valorizzarla creando un fiorente commercio di prodotti di lusso. Nella tesi vengono esaminati tutti gli esemplari esistenti, dei quali si analizza la tipologia, la funzione, l’apparato aurificiario nonché lo stile miniature. I pezzi sono catalogati secondo un criterio cronologico, atto a chiarire visivamente i mutamenti avvenuti nel corso del tempo. Accanto al catalogo, è stato predisposto il corpo principale del volume, articolato in quattro sezioni. La ricerca parte dall’esame della vicenda critica, che contestualizza la limitata conoscenza dell’argomento nel più generale scarso interesse rivolto dalla critica novecentesca alle esperienze figurative veneziane sorte a cavallo fra XIII e XIV secolo. In seguito ci si volge allo studio della componente materiale delle opere, attraverso l’indagine della particolare tecnica esecutiva, dell’originale contesto di formazione e delle peculiarità prettamente veneziane. Si è dunque proceduto nel sondare le diverse tipologie strutturali dei pezzi e le funzioni caratteristiche, secondo un criterio espositivo di tipo quantitativo. Dapprima si sono passate in rassegna le oreficerie sacre: tra esse spiccano nettamente le croci, seguite da tavole devozionali, reliquiari, candelieri, altari portatili e perfino da tessuti di insegne liturgiche. Vengono poi le prove riservate ad un utilizzo privato e del tutto profano, che si condensano in due tavolieri lignei per il gioco degli scacchi e della tavola reale. Il fulcro del lavoro è infine condensato nella sezione dedicata all’analisi stilistica dei manufatti. Le pergamene sotto cristallo sono infatti prodotte nelle stesse botteghe che si dedicavano all’illustrazione libraria ed il loro esame ha permesso di ampliare la conoscenza della miniatura del periodo, che per quanto riguarda la decorazione di codici dispone di ben pochi punti fermi. Sono emersi in particolare vari gruppi omogenei di miniature, che sottintendono l’attività di botteghe dalla diversa matrice figurativa, e la presenza di un contesto molto vivace, in cui convivono personalità di alta levatura ed artisti minori dal fare poco sorvegliato.
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Pozzato, Giulia <1991&gt. « LO SVILUPPO DEI SISTEMI TURISTICI TRANSNAZIONALI Il caso delle Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo : Stato da Terra – Stato da Mar Occidentale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11533.

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Résumé :
Nell’ambito della candidatura del sito seriale e transnazionale “Opere di difesa veneziane dal XVI al XVII”, il mio elaborato si pone l’obiettivo di analizzare i processi che l’hanno portato all’inclusione in Tentative List nel 2014 e nella World Heritage List nel 2017, le criticità presentate e le possibili opportunità di sviluppo per le comunità locali coinvolte in ambito turistico. Le fortificazioni dislocate nel vasto territorio, articolato in “Stato di Terra” in cui sono comprese le regioni italiane di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia e “Stato di Mare” costituito da Croazia e Montenegro; racchiudono come in un laboratorio a cielo aperto più di 2000 anni di storia di tolleranza, integrazione e sviluppo in contesti multiculturali. L’analisi comprenderà anche uno studio dei diversi piani di gestione del sito attuati dagli stati coinvolti e le diverse strategie di promozione turistica del patrimonio; che rappresenta un’importante occasione per conferire visibilità ad un tesoro così difficile da comunicare e trasmettere (soprattutto per gli stati di Croazia e Montenegro). Un esempio di valore può essere considerato il progetto VeRoTour, un itinerario di tipo turistico e culturale promosso a livello comunitario basato sul sistema di rotte, insediamenti e fortificazioni legate alle tracce veneziane lasciate nel Mediterraneo, e soprattutto nel Mar Adriatico. Radici comuni come quelle veneziane, una valorizzazione del mare e del patrimonio storico e architettonico sovranazionale costituiscono prospettiva per uno sviluppo non solo in ambito economico e sociale ma anche, e soprattutto, turistico nell’area adriatica orientato alla sostenibilità e alla destagionalizzazione. In tutto questo non mancano delle criticità, rilevate dall’ICOMOS, che hanno rischiato di mettere in standby il processo di candidatura, come il frammentario arco temporale in cui si distribuiscono le mura e la mancata inclusione delle fortezze veneziane di Grecia e Cipro.
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Bettiol, Linda <1992&gt. « La vita nelle prigioni di Palazzo Ducale di Venezia nei secoli XVII e XVIII ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13519.

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Zanatta, Angelica <1982&gt. « L'attività di un notaio veneziano del XVII secolo : Nicolò Bon nel 1649 ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3537.

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Résumé :
Il Seicento viene descritto da molti studiosi come un secolo intriso di violenza, caratterizzato dalla dominazione straniera e dalle ombre della Controriforma, colpito da una decadenza che coinvolse buona parte dell'Europa e che si sarebbe manifestata nelle rivoluzioni e nei sommovimenti scoppiati, quasi in sincronia, verso la metà del secolo. Per quanto riguarda la Repubblica di Venezia si trattò di una crisi che si manifestò pesantemente in tutti i settori, dal commercio, a quello sociale, politico ed istituzionale, investendo le strutture di governo e l'aristocrazia che le reggeva. Si trattò di una decadenza relativa in rapporto agli altri Stati, con una perdita di egemonia rispetto alle potenze commerciali nord-atlantiche, accompagnata da un crollo nel campo dei trasporti mercantili e del traffico portuale. In realtà l'economia della città in sé non declinò, grazie alla capacità di adeguamento ad alla flessibilità di alcuni settori economici, che permisero di ristrutturare l'occupazione dalle industrie di prodotti d'esportazione ad attività rivolte al mercato interno. Dopo un excursus storico del periodo, viene introdotta la figura del notaio, analizzandone dapprima l'evoluzione e andando poi ad approfondire la sua attività nella Venezia del XVII secolo, con particolare attenzione al suo ruolo nel sistema finanziario e creditizio. Analizzando gli atti del notaio Nicolò Bon dell'anno 1649 e approfondendo le tematiche più interessanti, il lavoro ha lo scopo di dimostrare che tale figura, oltre al ruolo di guida nella vita sociale, ricopriva anche quello di intermediario finanziario, svolgendo il lavoro che oggi è proprio di banche ed altri soggetti di intermediazione.
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Pontarolo, Chiara <1997&gt. « Virtù e Beatitudini nella cupola dell'Ascensione in San Marco a Venezia (XII secolo) : arte, teologia e liturgia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21723.

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Résumé :
Nell'ambito delle opere d'arte medievali il tema delle Virtù è stato ampiamente dibattuto dalla critica, a differenza delle Beatitudini, meno frequenti in ambito figurativo e quindi oggetto di studio più di taglio teologico-dottrinario che storico-artistico. Entrambi i soggetti figurano a Venezia, all'interno della basilica di San Marco, alla base del rivestimento musivo della cupola dell'Ascensione (XII secolo), collocata al centro dello spazio ecclesiale. Si tratta di una teoria di personificazioni femminili corrispondenti ad otto Virtù e otto Beatitudini. La singolarità del caso marciano è accentuata dal legame esistente tra tale gruppo di personaggi e la scena dell'Ascensione che allude esplicitamente alla Seconda Venuta di Cristo. La ragion d'essere di tale associazione potrebbe derivare da possibili nessi tra Virtù e Beatitudini da un lato e liturgia marciana dall'altro. Lo scopo del presente lavoro è comprendere il collegamento esistente tra Virtù, Beatitudini e Seconda Venuta di Cristo approfondendo l'aspetto iconografico e analizzandone il contenuto teologico. Inoltre, si cercherà di offrire una chiave interpretativa dell'insieme in oggetto considerando la tradizione liturgica di San Marco a confronto con quella bizantina della Divina Liturgia di Giovanni Crisostomo e quella romana.
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Artusi, Giulia <1993&gt. « Il sito seriale le "Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo : Stato da Tera e Stato da Mar Occidentale". Il caso della città di Palmanova ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14654.

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Résumé :
Il presente elaborato si interroga sulle ricadute che ha avuto la città di Palmanova a partire dall’iter di candidatura del sito seriale le "Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo" e e in seguito alla sua iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. Sono stati esaminati i principali sviluppi della "Convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale", di cui i più significativi per il seguente lavoro sono stati nel 1992, il riconoscimento e la definizione dei paesaggi culturali e, dalla revisione del 1980 delle Linee Guida, la possibilità per gli Stati di candidare siti seriali e transfrontalieri. È in tale contesto che nel 2017 viene approvata la candidatura del sito seriale transnazionale in esame, del quale sono state analizzate, attraverso lo studio del dossier di candidatura e del management plan, le opere più rappresentative di fortificazioni “alla moderna” della Serenissima tra Italia, Croazia e Montenegro. In seguito ad una serie di incontri con gli organi competenti della città di Palmanova ho potuto constatare come l’iscrizione alla Lista abbia avuto ricadute positive su diversi piani: dal riconoscimento a livello internazionale del valore culturale della città, alla possibilità per questa di instaurare reti e relazioni prima inaccessibili. Si è anche scoperto che, grazie all’iter di candidatura, Palmanova ha attuato un processo di riqualificazione territoriale e ricerca di identità culturale.
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CARRARO, SILVIA. « TRA SACRO E QUOTIDIANO. IL MONACHESIMO FEMMINILE NELLA LAGUNA DI VENEZIA IN EPOCA MEDIEVALE (SECOLI IX-XIV) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/172812.

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Résumé :
This research studies the origin and evolution of venetian female monasticism from IX to XIV centuries. Religion dynamics is the focus of this study but it examines relationships with venetian politic situation. It starts with a "large" monasticism that includes great variety of women's spiritual experiences to arrive to consider a "strict" monasticism through the analysis of istitutionalisation processes. This study considers not only Church point of view, but also women's religion vocations.
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Zorzi, Eleonora <1992&gt. « La sorte dei dodici Cesari nella Serenissima. Diffusione dei ritratti degli imperatori nel collezionismo veneziano tra XVI e XVIII secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12181.

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Résumé :
A partire dal Quattrocento e durante tutto il Rinascimento "Le Vite dei Cesari" di Svetonio vivono una grande fortuna nella Serenissima e diventano una fonte di ispirazione per eruditi, collezionisti e artisti. Le descrizioni dei Cesari permettono una corretta ricostruzione storica dei volti degli imperatori romani e la loro iconografia diventa il simbolo della romanità imperiale. Questo tema si diffonde in palazzi, collezioni, codici e libri, dando vita ad una vera e propria «cesarite figurativa». La tesi passa in rassegna alcune delle più significative collezioni veneziane che annoverano busti, statue, medaglie e oggetti preziosi raffiguranti i dodici Cesari. Il Cinquecento è il secolo in cui i Cesari di Svetonio si incontrano maggiormente sia nel collezionismo di oggetti antichi sia nelle forme d’arte che si rifanno all’antico, ma la fortuna dei dodici Cesari sopravvive anche nei due secoli successivi. A fronte di tale fortuna a Venezia sopravvivono solo rari esempi di serie complete dei dodici Cesari, poiché i collezionisti orientano il loro interesse al singolo imperatore piuttosto che ricostruirne la sequenza completa.
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Borsato, Ester. « Il lessico della navigazione e delle maestranze nella Venezia del XIV-XV secolo. Studio a partire da alcuni zibaldoni marittimi ». Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2021. http://hdl.handle.net/10803/672523.

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Résumé :
La presente tesi è strutturata in due parti principali: a) una sezione costituita dalle edizioni di tre dei più antichi testi di costruzione navale di area veneziana ad oggi conosciuti; b) un glossario dedicato al lessico tecnico presente nei testi. I tre testi, di cui forniamo l’edizione diplomatico-interpretativa, sono i seguenti: (i). B: Bergamo, Biblioteca Civica “Angelo Mai”, ms. MA334, Libro de navegar [XIVex.], cc. 111; (ii). L: Londra, British Library, Cotton ms., Titus A XXVI, Taccuino di Zorzi Trombetta da Modone [1444-1449], cc. 61; (iii). F: Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, ms. Magliabechiano XIX.7, Fabrica di Galere o Libro di Marineria [XV], cc. 123. Il primo codice ci risulta del tutto inedito; il manoscritto di Londra è stato parzialmente trascritto (cc. 42v-56v) da Richard Anderson in un articolo uscito per la rivista “The Mariner’s Mirror” (1925); infine, circa un quarto del testo del manoscritto fiorentino è stato parzialmente trascritto (cc. 1r-36r) da Augustin Jal (1840) nella Mémoire n. 5 della sua Archéologie Navale. Pur essendo tra loro omogenei, B, L e F presentano facies differenti; per questo motivo anteponiamo ad ogni edizione una breve descrizione codicologica e contenutistica, che aiuti il lettore a valutarne fattezze e cronologia e ad ammirarne la varietà dei temi trattati, riflesso degli interessi dei loro compilatori. F è l’unico codice, tra i tre, integralmente di argomento navale. Di B trascriviamo le cc. 16r- 20v e 41r-47v. Di L trascriviamo le cc. 12r-16r, 28r-28v e 42v-56v, che sono appunto le sezioni a tema navale. Ogni edizione è corredata di note linguistiche relative a grafia, fonetica, morfologia e sintassi, anche se non comparabili ad un vero e proprio commento. Sebbene tra i nostri obiettivi precipui vi sia quello di indagare il lessico dei testi, abbiamo scelto di aggiungere delle annotazioni che ne sottolineino esiti ad usi peculiari, dato che si tratta di documenti di alto valore testimoniale per la storia della lingua volgare e dei contatti linguistici e culturali di Venezia. Dal corpus così formato abbiamo ricavato il lemmario del glossario, che presenta: a) una sezione relativa alla storia della parola nell’italiano antico e nel veneziano, con l’obiettivo primario di creare uno strumento per valorizzare il patrimonio lessicale marinaresco tardo-medievale, recuperando voci non altrimenti attestate e fornendo nuovi dati per la storia del materiale già noto. A questo scopo, per ciascuna voce, integriamo le informazioni di prima mano ricavate dal corpus alle attestazioni e definizioni della lessicografia tradizionale; b) una sezione dedicata al confronto con le voci tecniche documentate nel Mediterraneo occidentale con l’intento di sottolineare le corrispondenze tra i vocabolari navali veneziano, catalano, provenzale e genovese. L’individuazione di affinità e difformità tra i vocabolari marittimo-navali di queste aree del Mediterraneo settentrionale, restituisce al lessico che ci proponiamo di studiare la prospettiva diatopica che gli è propria. Infine, in appendice, proponiamo l’edizione di alcuni inventari catalani inediti dedicati all’equipaggiamento delle galee reali, frutto dei mesi di ricerca trascorsi all’Universitat de Barcelona. Abbiamo scelto di pubblicare, in particolare, gli inventari che forniscono prime attestazioni di voci tecniche, poco o non altrimenti registrate nella lessicografia catalana. In una seconda appendice collochiamo alcuni disegni, opera di Giulia Zanella, corredati di etichette che vogliono aiutare il lettore a visualizzare alcuni oggetti complessi e che desiderano restituire al lessico che ci proponiamo di studiare, anche se solo in piccolissima parte, la concretezza che lo caratterizza.
The research project is composed of two main parts: the first one consists of a corpus of shipbuilding texts from several fifteenth-century zibaldoni of the Venetian area, the second part is composed by the systematic study of their technical naval vocabulary. The texts composing the corpus are collections of rules for the construction of certain types of boats, labeled as raxon de fabricar. This texts are collected in merchant notebooks and zibaldoni which contain a considerable amount of heterogeneous materials, spacing from lunar calendars or medical prescriptions, to mathematical problems and rates. From this corpus we obtained the list of entry words, in particular each headword presents: a) a first section about the history of the word in ancient Italian and Venetian, aiming to create an enhancing tool about the medieval maritime lexical heritage, recovering words not otherwise attested and providing new data related to the history of the known lexical material; b) a second section dedicated to the comparison of documented words in the western Mediterranean with the aim of emphasizing the lexical correspondences between the Venetian, Catalan, Provençal and Genoese naval vocabularies.
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Nikoloudaki, Pagona <1969&gt. « La presenza greca a Venezia nel XVII secolo come elemento narrativo nel romanzo “L’inventore di sé stesso” di E. Palandri ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15234.

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La tesi propone la selezione e traduzione verso il neogreco di alcune parti del libro di E. Palandri “L’inventore di sé stesso”. Ιl libro traccia il percorso di una famiglia nobile veneta di origine greca, il suo avventuroso viaggio, passato e presente, verso i focolai dell'ellenismo, dalla Russia a Venezia. Per la diaspora greca, dopo la conquista ottomana di Costantinopoli e via via di tutti i domini veneziani nel mediterraneo, Venezia ha rappresentato un'altra patria. Prendendo spunto da queste vicende si delineano, nel primo capitolo della tesi, i motivi storici e geopolitici che mossero un flusso di intellettuali greci e non solo ad approdare in Italia, in particolare a Venezia. La comunità greca costituitasi man mano nel corso degli anni si è integrata nel tessuto sociale e culturale della città e ha contributo alla diffusione del pensiero umanista e della cultura classica, nonché al risveglio culturale dell’ellenismo soggiogato. Nel secondo capitolo viene svolta la traduzione dall'italiano al neogreco di alcuni capitoli del libro con testo a fronte, esattamente i capitoli 1, 2, e 3 con relativo commento delle maggiori difficoltà incontrate nel processo di traduzione. Il terzo capitolo, dopo una breve biografia dell’autore e delle sue opere, lascia spazio alla proposta editoriale vera e propria che comprende una rassegna delle recensioni e critiche del libro e i motivi della promozione e pubblicazione dell’opera nel mercato greco.
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Carnelos, Laura <1981&gt. « Libri da grida, da banco e da bottega : editoria di consumo a Venezia tra norma e contraffazione (XVII-XVIII) ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/960.

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Résumé :
Definiti di recente «per tutti» in ragione della larga diffusione e destinazione, i libretti di più lunga durata e dai molteplici usi e riusi erano quelli fabbricati in economia con materiali di scarsa qualità e particolari accorgimenti editoriali. In questo studio, propongo un approfondimento della produzione, vendita e distribuzione di questi prodotti tipografici dal XVII al XVIII secolo nella Repubblica di Venezia. L’analisi delle norme e delle contraffazioni, ricostruite attraverso le fonti documentarie e bibliografiche dell’epoca, ha permesso di esaminare quali prassi editoriali erano condivise da queste stampe, quali libri giungevano tra le mani delle persone meno istruite o alle orecchie degli analfabeti e quali caratteristiche materiali, formali e contenutistiche guidavano ed influenzavano la ricezione. Venditori di strada con banchi o ceste, ciechi, saltimbanchi e persino fruttivendoli hanno contribuito alla formazione di una biblioteca elementare da assaporare lentamente.
Recently, long-lasting, multiple-use(r) booklets have been defined as “for everyone” despite the fact that they were cheaply made using poor-quality materials and specific editorial practices. In my dissertation I study in detail the production, distribution, and sale of these printed products from the 17th to the 18th century in the Republic of Venice. Using contemporary sources from archives and libraries, I analyze the rules in place and how they were broken, thus examining what practices printers of these books had in common, what books ended up in the hands of the least educated strata of the population or heard by the illiterate, and what influenced the reception of these books from the standpoints of materials, forms, and content. Streets sellers carrying their wares in basket or showing them on planks, the blind, mountebanks and ever fruit vendors contributed to bringing together a basic library, one to be savored slowly.
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Gabanini, Gaia <1991&gt. « Movimenti di genti in tempo di peste : studio antropologico e documentale dei deceduti nel Lazzaretto Vecchio di Venezia (xv-xvii secolo) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10342/1/GABANINI_AMS.pdf.

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Résumé :
Fondato nel 1423 per decisione del Maggior Consiglio di Venezia, il Lazzaretto Vecchio, è la prima struttura permanente in Europa destinata al ricovero degli ammalati di peste e alla quarantena preventiva di coloro che erano entrati in contatto con infetti o che provenivano da zone epidemiche. Questo studio si pone come obiettivo quello di analizzare antropologicamente una parte dei resti umani rinvenuti e comparare i risultati ottenuti con le fonti edite riguardanti la composizione dei ricoverati all’interno della struttura. Sono stati selezionati 110 individui provenienti da 9 comuni appartenenti a due diversi archi cronologici, il 1575-1577 e il 1630-1631. Gli individui sono stati sottoposti a diverse analisi antropologiche tradizionali e indagini più dettagliate di stampo biomolecolare. Parallelamente, è stata vagliata la letteratura prodotta da studi popolazionistici editi. Le analisi antropologiche hanno rivelato un quadro popolazionistico con normale presenza di maschi e femmine, e attestazione di tutte le classi di età, dagli 0 agli oltre 50 anni. Le analisi chimico-fisiche hanno rivelato la presenza di sette individui non locali. Con riguardo all’alimentazione non vi sono particolari differenze in termini di periodi cronologici o di sesso degli individui, quanto invece si possono individuare schemi relativi alla qualità del cibo ingerito in relazione all’inserimento nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda le indagini di carattere documentale, nonostante alcuni degli studi popolazionistici individuati non siano considerabili recenti, ci forniscono un quadro dell’andamento della popolazione a Venezia a partire dal 1500 fino al 1700, coprendo in questo modo le cronologie d’interesse del progetto, legate agli episodi di maggiore mortalità della peste. Si riscontra una sostanziale coerenza tra i dati riportati nei diversi resoconti e la sex ratio e le fasce di età alla morte riscontrate, anche se non mancano casi specifici di forte discostamento tra i dati.
Founded in 1423 by decision of the Greater Council of Venice, the Lazzaretto Vecchio is the first permanent structure in Europe intended for the hospitalization of plague patients and for the preventive quarantine of those who had come into contact with the infected or who came from epidemic areas. This study aims to anthropologically analyze a part of the human remains found and compare the results obtained with the published sources regarding the composition of the patients inside the. 110 individuals from 9 multiple graves belonging to two different chronological arches, 1575-1577 and 1630-1631, were selected. Individuals were analyzed with traditional anthropological methods and more detailed biomolecular investigations. In parallel, the literature produced by published population studies was screened. Anthropological analyses revealed a normal presence of males and females, and attestation of all age groups, from 0 to over 50 years. Physico-chemical analyzes revealed the presence of seven non-local individuals. Regarding the nutrition, there are no particular differences in terms of chronological periods or of the sex of individuals, as instead it is possible to identify patterns relating to the quality of the food ingested in relation to beginning of working. Regarding the documentary investigations, although some of the clinical studies identified are not considered recent, it provides us with a picture of the population trend in Venice from 1500 to 1700, thus covering the categories of interest of the project , linked to the episodes of greater mortality of the plague. There is substantial consistency between the data required in the various reports and the sex ratio and death ranges found, even if there are specific cases of strong discrepancies between the data.
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De, Marchi Laura <1984&gt. « Mari dipinti e immagini sacre nella cartografia : per una storia di carte, atlanti e planisferi miniati a Venezia nel XIV e XV secolo ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10357.

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Résumé :
La tesi prende in esame gli esemplari di cartografia nautica eseguiti a Venezia tra il secondo decennio del XIV secolo e la metà del secolo XV, concentrando l’attenzione sull’aspetto artistico di questi manufatti, spesso miniati. L’obiettivo è quello di evidenziare e chiarire la nascita di un ramo dell’arte della miniatura dedicato alla cartografia nautica, caratterizzato da una propria iconografia e iconologia.
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Dotto, Diego. « Tradizioni scrittorie venezianeggianti a Ragusa nel XIV secolo : edizione e commento di testi volgari dell'Archivio di Stato di Dubrovnik ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425174.

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Résumé :
In the Middle Ages Ragusa/Dubrovnik was a maritime centre of prime importance: it was the first harbour for ship entering the Adriatic and at the same time the last base before handling the sailing in the Mediterranean, mostly eastward. In addition the strong economic contacts with the hinterland guaranteed to the city an unchallenged supremacy in the import-export management between the Balkan Peninsula and the West. Forced to the subjection to Venice in 1205, following the Fourth Crusade, it accepted its rule until the 1358, achieving with the Zaran peace a substantial independence limited only by the formal recognition of the sovereignty of the King of Hungary and Croatia. The Venetian period was short but also full of consequences from a linguistic point of view with the transplant of Venetian linguistic models in spoken and written language. The spread of a Venetian style vehicular language was inserted into a quite differentiated linguistic scene, which reflected the complex pluriethnic composition of the city and its multi-facets, with direct relationship with the Latin West as well as the Slavic East. Actually, besides the Venetian language, the repertoire of the Ragusan linguistic community was made up of at least the Croatian - the majority language - the Ragusan - namely the autochthonous Romance survived until the end of the 15th century among the families of more ancient tradition - and the other vernacular Italo-Romances widespread because of social and economic relations mainly concerning Tuscany and the maritime centres on the west bank of the Adriatic. The relevance of the medieval vernacular linguistic heritage held in the Državni arhiv u Dubrovniku had already been disclosed by Gianfranco Folena in the famous contribution entitled Introduzione al veneziano «de là da mar», a fascinating recognition of the multiple linguistic contacts of the lagoonal variety in the various environments reached by the commercial and economic expansion of the Venetian thalassocracy. Partially granting the stimulations from that wise person, the search work meant to give a brief picture of the Venetian writing traditions widespread in Ragusa in the 14th century through the edition and comment of documentary texts. The bibliographic research on the printing editions and especially the direct research on record have distinguished three typologies of vernacular use, according to the basis of the production area and writer's identities: an autochthonous tradition attributable to Ragusan writers, especially constituted by the letters that the merchants wrote to the panels of judges of the city, regarding summons for legal disputes of different sorts; a tradition inside the chancellery, which was made of people from the Italian Peninsula, whose tasks were the writing and recording of letters and commissions addressed to private citizens or city hall officers, such as ambassadors, mayors, counts, captains, etc.; finally an intermediate tradition constituted by the texts produced outside the chancellery but copied by the chancellors for probative purposes in the chancellery record offices. The research has only been focused on the first two traditions because more reliable from a linguistic point of view. It has been organized a corpus of 53 first-hand texts datable between the end of the 13th century and the third decade of the 14th century (39 unpublished and 14 published) for the vernacular scripta of the Ragusan writers. The linguistic comment illustrates their main components, giving particular attention to the spelling, phonetics and morphology: the Venetian base formed by the common traits to the lagoonal coeval scripta, the removal of characteristic or specific elements of the Venetian language, eventually the differential traits testifying an autonomous revision of the model. The analysis shows how the variation spreads out on a heterogeneous and differentiated material, probably because of as much differentiated levels of acquisition of the Venetian model. However, if the analysis gets out from the individual dimension of the single textual units, then you will catch an ordered linguistic reality, able to be ordered according to the dialectics between the previously illustrated components. Two corpora have been organized for the vernacular scripta of the chancellery: a first exhaustive corpus for the texts dating back to the Venetian domination, therefore datable ante 1358 (14 texts), and a second corpus based on a selection on subsequent texts, datable between the 1358 and the 1380, kept in the DAD registry, s. XXVII.1 Litterae et commissiones, vol. 2 (57 texts). In this case the analysis has been carried out on the individual profile of the single chancellors because they came from different areas of the Italian peninsula: the north-east area (Cividale and Rivignano), the Po area (Arco, Piacenza), Tuscany (Pistoia), Southern Italy (Brindisi). In spite of such varied origins, the vernacular texts written by the Ragusan chancellery show a quite close linguistic physiognomy, due to the influence of two common models: Latin, mainly exerting its pressure from a spelling point of view and obviously the Venetian. The penetration of scriptae in the Venetian style outside and inside the chancellery must not be interpreted as a transplant taking place from above, following a definite and conscious linguistic politics. The assimilation was achieved from the bottom as a result of the political, economical, social and personal contacts running along the direction linking the two cities. Under this profile we must consider the absence of a significant linguistic change straddling the 1358, because on the contrary the writings would maintain or consolidate the Venetian base during the second half of the 14th century. In favour of the freedom of writing, the value that the Medieval culture imputed to the linguistic identity had an influence, which was less tying with regard to other identities such as the religious or legal one, and therefore more receptive and willing to adopt a polychromatic physiognomy according to the different usage contexts.
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Bernardi, Cristina. « Testimonianze liturgico - musicali delle certose venete. Antifonari dei secoli XV-XVII ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423847.

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Résumé :
The dissertation concerns the musical and liturgical sources belonged to the carthusian monasteries of the Veneto region: Montello Charterhouse (San Gerolamo del Montello), Venice Charterhouse (Sant’Andrea del Lido), Padua Charterhouse (Santi Girolamo e Bernardo di Padova) and Vedana Charterhouse (San Marco di Vedana). After a preliminary description of the carthusian music-liturgical tradition and an introduction of the historical and cultural context, the research focuses on the analysis of four antiphonaries, never studied before, copied between the fifteenth and the seventeenth centuries, which hand down the chants of the Divine Office. A synoptic table has been produced, with the complete list of chants in each antiphonary and the references to the main music-liturgical repertoires. This allowed not only to verify the correspondence of the selected sources with the carthusian Divine Office and to exclude local variants, but also to understand the manuscripts macrostructure, their internal liturgical sections and to put forward hypotheses about their possible use. On the basis of this work it has been possible to identify a list of chants that appears to have no correspondence with main repertoires, being so far attested only in sources from other Italian and European charterhouses. Given the interest of these unica and in order to place the antiphonaries of the Veneto region within the carthusian tradition, they have been compared with other antiphonaries written for some Italian and European charterhouses. The results derived from this comparison have been collected in some analytical tables for the purpose of clarifying the textual choices and the musical techniques adopted by the carthusian Order, to highlight the relationship with the common tradition and to point out any textual or musical variants.
La tesi ha come oggetto le testimonianze liturgico-musicali appartenute alle certose di area veneta: San Gerolamo del Montello (TV), Sant’Andrea del Lido a Venezia, Santi Girolamo e Bernardo di Padova e San Marco di Vedana (BL). Dopo un’esposizione preliminare delle principali caratteristiche della tradizione liturgico-musicale certosina e del contesto storico e culturale, la ricerca si concentra su quattro antifonari, non ancora studiati, risalenti al periodo compreso tra i secoli XV e XVII, che tramandano i canti dell’Ufficio delle Ore. È stata realizzata una tavola sinottica con l’indicizzazione completa dei canti di ogni singolo codice, fornendo i riferimenti ai principali repertori liturgico-musicali. Ciò ha permesso innanzitutto di verificare la perfetta corrispondenza con l’Ufficio di rito certosino e di escludere la presenza di varianti locali; ha consentito, inoltre, di cogliere la macrostruttura dei quattro antifonari e la suddivisione interna nelle diverse sezioni liturgiche e di avanzare delle ipotesi sull’utilizzo dei manoscritti. Sulla base di questo lavoro è stato possibile individuare gli unica, cioè i canti che non trovano riscontro nei repertori tradizionali e che finora sono attestati solamente nelle fonti in uso presso le comunità monastiche certosine. Considerato l’interesse rappresentato da questo corpus di canti e al fine di inserire gli Antifonari veneti all’interno della tradizione certosina, gli unica sono stati messi a confronto con le testimonianze presenti in altri antifonari di certose italiane ed europee. Per raccogliere i risultati di questi confronti, sono state compilate delle schede analitiche, nelle quali si è cercato di chiarire le scelte testuali e le tecniche compositive musicali adottate dall’Ordine certosino, di far emergere il rapporto con il repertorio della tradizione e di mettere in luce le eventuali varianti testuali e musicali.
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Venturi, Valentina <1993&gt. « Opus sectile pavimentale e itinerari simbolici negli edifici sacri tra XI e XII secolo. Le chiese di Venezia, l'abbazia di Montecassino e i maestri Cosmati ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14750.

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Résumé :
Nella laguna veneziana sono conservati alcuni preziosi pavimenti in opus sectile e tessellatum di epoca romanica, testimoni di una cultura artistica che può essere definita ‘bizantino-veneziana’. Quello della basilica di Santa Maria Assunta a Torcello è il più antico, seguito dal quello della basilica di San Marco; sull’onda delle innovazioni artistiche di questi due cantieri vennero eseguiti anche i pavimenti delle chiese di San Zaccaria e di San Lorenzo, di cui oggi sopravvivono solo alcuni lacerti, mentre a metà del XII secolo venne portato a compimento quello del Duomo di Murano. Le geometrie di questi sectilia delineano un itinerario sacro di chiara derivazione bizantina, come bizantini furono anche i maestri che realizzarono, secondo le fonti, il pavimento scomparso dell’abbazia di Montecassino. Quest’ultimo ebbe un’eco artistica fortissima, come testimoniano alcuni edifici sacri della zona, ed è stato per molto tempo visto come il diretto antecedente dei pavimenti cosiddetti ‘cosmateschi’, realizzati tra il XII e il XIII secolo da famiglie di marmorari romani, chiamati complessivamente Cosmati. L’obiettivo dell’elaborato è dimostrare come, a differenza dei pavimenti realizzati da maestranze bizantine, in cui le complesse geometrie erano portatrici di profondi significati teologici, quelli cosmateschi persero il legame con la cristianità orientale ed erano, dunque, portatori di valori diversi, legati al clima culturale della Riforma gregoriana.
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Toffoletto, Elena <1991&gt. « Analisi non invasive per la conservazione e il restauro di dipinti ad olio su tela del XVII e XVIII secolo conservati nel museo Ca' Rezzonico di Venezia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7967.

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Résumé :
Raccolti i dati ottenuti mediante la documentazione fotografica in luce visibile, UV e in falso colore e le misure in XRF e di spettroscopia di riflettanza nel visibile, è stato possibile ottenere un quadro completo dello stato dell’arte e conservativo di quattordici grandi dipinti su tela, raffiguranti scene di battaglia, conservati al museo Ca’ Rezzonico. I dipinti sono tutti attribuiti a Francesco Simonini, Matteo Stom e Giacomo Cortese, tranne uno. Lo scopo finale di tale redazione è stato, quindi, dimostrare come le tecniche di analisi non invasive potessero caratterizzare in maniera esaustiva i materiali costituenti un’opera, senza la necessità di prelievo, e fossero sufficienti, grazie alla comparazione dei dati ottenuti dalle varie misure, a discriminare la mano di un’artista rispetto a quella di un altro.
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Fabbri, Luca. « Diffusione e tipologia delle cripte tra IX e XII secolo nel Nord-Est italiano : la Marca Veronese e Venezia tra ricezione di modelli esogeni e tradizione architettonica locale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425957.

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Spreading and typology of crypts between the IXth and XIIth centuries in the North-East of Italy: the Marca Veronese and Venice between the reception of foreign models and local architectural tradition. This work discusses a topic, the one of crypts, which has not been much studied by the Italian art critique until nowadays; this situation is even worse if we consider the North-East region of the Italian territory. As a matter of fact, with the exception of the monumental examples of S. Marco in Venice and of the Basilica of Aquileia, the other confessiones haven't been analysed sufficiently and correlated adequately up to now. This study is structured as follows: the first part is an introductory essay subdivided into four chapters; the second part is a vast section composed by the single moments analysis. The first chapter describes the evolution of cult and liturgical practices in the use of relics in the West, trying to focus on the practical needs which crypts had to meet. The second chapter makes a close examination of different typologies of crypts in Europe, focusing on some key models and suggesting some possible functional uses. The third chapter outlines the existing critique literature upon this argument, focusing on the Italian North-East region and emphasising some historical myths which could be revised. The forth chapter introduces synthetically what will be explained in detail in the second part of the work, that is the existence in region of very different fields not only from a political point of view but also from an artistic point of view. In the second part of this study, more than 30 essays analysing the single monuments taken into consideration are presented. Each essay is made up of a close examination of the history of each monument, the existing literature and a proposal of dating.
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Aramonte, Tiziana <1988&gt. « ADDATUR IN COMMISSIONIBUS RECTORUM NOSTRORUM : La Commissione al bailo di Costantinopoli del 1375 e la disciplina delle Commissioni ai rettori dello Stato da Mar veneziano (secoli XIII e XIV) ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3183.

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DALLA, COSTA Thomas. « La bottega di Paolo Veronese tra Verona e Venezia : 1528 - 1588 ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/412140.

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Résumé :
Nell’arco di una carriera durata all’incirca quarant’anni Paolo Veronese (1528 – 1588) si servì della collaborazione di un’attiva bottega, composta da membri fissi, a partire dal fratello Benedetto (1535/38 – 1598) oltre che di aiutanti cosiddetti ‘occasionali’. Dopo la morte del maestro però, i suoi famigliari garantirono continuità all’atelier fondando quell’episodio unico per la storia dell’arte veneta che passa sono il nome di Haeredes Pauli Caleari Veronensis. Affrontando l’argomento ‘bottega di Paolo Veronese’ nel suo complesso gli studiosi hanno solitamente preferito conferire un taglio prettamente formalistico, volto a risolvere problemi inerenti il riconoscimento del grado di collaborazione di aiuti all’interno di opere firmate dal maestro. Un problema di conoissership quindi, che non è sicuramente sufficiente a spiegare un fenomeno organico, vasto e complesso, come quello delle botteghe venete del Rinascimento in generale, ancor meno può bastare a illuminarci relativamente a quella, composita e ampia, dei Caliari. È stato quindi necessario pensare a un metodo alternativo, che rivedesse il problema e lo contestualizzasse, cercando anche di approfondire aspetti relativi alla giovinezza e alla prima formazione dello stesso Paolo, per cercare di ricostruire un profilo quanto più possibile completo del pittore e dell’uomo. È sull’analisi di queste premesse che è stata impostata la prima parte del lavoro. Diversamente la seconda parte è incentrata sul tentativo di chiarire in che modo Paolo organizzò il lavoro sia dentro che fuori la bottega, soprattutto concentrandomi sull’analisi di alcuni casi specifici del vasto corpus grafico di cui disponiamo circa l’artista (e di alcuni suoi assistenti), nella convinzione che la comprensione dei meccanismi produttivi di questa bottega necessiti proprio di un’analisi del materiale progettuale e di studio. La seconda parte si apre proprio per questo con l’analisi di un caso di studio preciso, rappresentato dalla Incoronazione della Vergine dipinta per la chiesa di Ognissanti, per la quale ho proceduto ad un attento studio del materiale grafico a disposizione secondo le metodologie proposte. Nei due capitoli conclusivi della ricerca l’attenzione è stata rivolta all’approfondimento, in genere scarsamente considerato dalla critica, degli Haeredes Pauli. Qui è stato necessario riconsiderare non solo fatti storici e contestuali, ma ho anche proceduto ad una rilettura delle fonti e dei documenti noti, che sono stati poi incrociati con notizie archivistiche inedite. Nel complesso il lavoro ha tentato di dimostrare che il successo raggiunto dall’inedito sodalizio passa attraverso il mantenimento dei sistemi organizzativi adottati dal maestro oltre che dalla continuità dei rapporti con la committenza mantenuti prima da Benedetto, alla guida degli Haeredes e quindi dei nipoti Gabriele (1568 – 1631) e Carletto (1570 – 1596), e dopo il 1598 dallo stesso Gabriele. Se per Carletto le principali novità emerse sono relative alla sua presunta formazione presso la bottega di Francesco Dal Ponte, detto Bassano, è riguardo al figlio primogenito Gabriele che la ricerca si presenta come maggiormente originale e ricca di spunti. Tramite una ampia contestualizzazione di alcuni documenti recuperati presso gli archivi veneziani sono infatti emersi indizi che hanno permesso di accertare che continuò l’attività pittorica anche nel Seicento, ed inoltre mi ha permesso di ricostruire un network di rapporti e contatti che consentono di avanzare nuove ipotesi circa la sua attività come mercante.
In his artistic career, spanning nearly four decades, Paolo Veronese (1528 – 1588) took advantage of the active collaboration of his fruitful workshop which was comprised of permanent members, such as his brother Benedetto, and the so-called 'collaboratori occasionali'. After the master’s death, the atelier’s continuity was ensured by the artist’s family, whose members acted as Haeredes Pauli Caleari Veronensis, a unique example in the history of Venetian art. When considering the artist’s workshop, academia’s attention has focused on the identification of helpers’ cooperation within the master’s works. Such a formalistic approach, however, does not fully elucidate the complex phenomenon of Renaissance Venitian botteghe nor does it enlighten the broad artistic production of Caliari. Therefore, in order to extensively reconsider these aspects, an alternative methodology has been chosen for the present work. While the first part investigates issues related to the youth and early training of Veronese - aiming at reconstructing a complete, re-contextualized profile of the artist - the second clarifies Paolo’s working pattern by focusing on the analysis of specific drawings taken from the large corpus of the artist (and, partly, of his assistants). Understanding the mechanisms of production within the workshop, in fact, requires a deep analysis of the graphic material. This is what the proposed case study of the Coronation of the Virgin for the Venetian church of Ognissanti tries to demonstrate. The final section is dedicated to the Haeredes Pauli, a topic barely touched upon by previous scholarship. The reconsideration of historical facts and sources, together with the analysis of unpublished documents, demonstrates that the success of the Haeredes – the brother Benedetto and the grandchildren Gabriele and Carletto - was achieved by preserving the master’s organizational systems and by enduring contacts with patrons. While the most interesting considerations of Carletto are principally related to his training in the workshop of Francesco Dal Ponte (Bassano), investigation on Gabriele revealed new and original insights: documents recovered from Venetian archives not only proved his activity as a painter across the seventeenth century, but also allowed the setting forth of hypotheses about his role as a merchant.
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Ongaro, Giulio. « Il “militare” nelle economie locali : le comunità rurali della terraferma veneta dalla metà del XVI secolo alla conclusione della guerra di Candia ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11562/829764.

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Résumé :
La ricerca si propone di indagare l'impatto dell'apparato militare veneziano nelle economie delle comunità rurali della terraferma veneta tra XVI e XVII secolo. Questo con particolare attenzione non solo alle spese sostenute dai centri del distretto (che comunque rappresentano una parte fondamentale dell'elaborato) ma anche a quegli elementi di guadagno finora poco considerati dalla ricerca storica. L'intento è quello di evidenziare la complessità del circuito economico collegabile al "militare" (nell'accezione più ampia del termine), cogliendo inoltre il ruolo svolto dagli attori istituzionali e non che partecipano alla vita delle comunità. Sono prese come casi studio le comunità del territorio bresciano e di quello vicentino, per le rispettive peculiarità e per le potenzialità comparative che ne derivano. La documentazione utilizzata è principalmente quella prodotta dalle stesse istituzioni comunitarie (in particolare delibere dei consigli e libri spesa), che permette di cogliere una vasta gamma di costi secondari non individuabili attraverso il materiale prodotto dagli organi centrali dello stato. Questa tipologia di fonti consente poi di quantificare in che misura vi fosse un ritorno a livello locale di quanto prelevato per le esigenze belliche (sotto forma di retribuzioni, appalti, ecc.) e nello specifico chi ne traeva beneficio. L'ampio arco cronologico preso in esame permette inoltre di considerare nell'analisi momenti di particolare impegno militare (terrestre o marittimo) della Repubblica e periodi di pace, in un contesto comunque di profondi interventi di riammodernamento del sistema soprattutto difensivo veneziano.
The aim of the research is to analyze the effects of the Venetian military apparatus on the economy of the Venetian rural communities between XVI and XVII centuries. Particular attention is posed on the revenues obtained from the management of the military apparatus, until now not considered by the Venetian historiography. The analysis of the expenses too (and their management) constitutes an important part of the thesis. The aim is to understand the complexity of the local economic circuit linked with the military apparatus (in its wider meaning), underlining the role played by local institutions and by the members of the communities. The case studies are communities in the provinces of Brescia and Vicenza, because their differences and the high comparative potential. Books of expenditures and decisions taken by the local councils are the main sources, allowing identifying various secondary costs, that are not present in the state documents. This kind of sources is useful in order to understand if the expenses were redistributed within the communities and to identify who were the recipients. The wide period considered allows to include in the analysis periods of war and peace, in a general context of modernization of the Venetian defensive apparatus.
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MINUZZI, Sabrina. « Sul filo dei segreti medicinali : praticanti e professionisti del mercato della cura a Venezia (secoli XVI-XVIII) ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11562/397742.

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Résumé :
La ricerca ha per oggetto le autorizzazioni a manipolare e vendere medicamenti rilasciate fra XVI e XVIII secolo dai provveditori alla Sanità di Venezia a 375 fra medici, speziali, droghieri, etc. ma anche figure non appartenenti alla professione medica (eccetto ciarlatani, già ben indagati dalla letteratura come dalla recente produzione accademica). Nella prima parte si esamina l’evoluzione normativa fra gli anni 1549-1798, estremi della prima ed ultima autorizzazione rilasciata per segreti medicinali. Evoluzione che evidenzia come i soggetti produttori di segreti non siano solo ciarlatani, opinione invalsa negli studi, ma appartengano a varie categorie professionali, che negli anni si definiscono sempre più dettagliatamente. La manipolazione dei segreti si innesta quindi nel circuito del mercato della cura condividendo un tratto peculiare della farmacopea veneta: l’assenza di un codice farmaceutico di riferimento, che determina una grande libertà di invenzione e soprattutto una grande inclinazione chimica, spesso bandita dalle prime farmacopee ufficiali. La parte centrale della tesi si cerca di ricostruire, nei limiti concessi dalle fonti, le basi culturali che muovono i manipolatori di segreti ad interessarsi agli studi naturalistici e chimici, passando in rassegna una serie di casi-studio. Sulla base della variazione in percentuale delle professioni lungo i secoli XVI-XVIII, i manipolatori di segreti vengono così inseriti nella tradizione locale di studi chimici, botanici e di farmacopea. Nella terza parte si prende in esame l’ultima stagione dei segreti medicinali, la produzione tardo settecentesca, in cui vengono a maturazione una serie di caratteristiche di fondo: esigenza di rinnovamento e originalità, ricerca di un impatto terapeutico dolce e non invasivo, tendenza a costruire reti commerciali sovranazionali. Tra i manipolatori di segreti, gli speziali sono i professionisti che più sono aumentati dal XVI secolo, assecondati in ciò anche dalle autorità che vogliono ricondurre la produzione e vendita di segreti nelle botteghe medicinali. Il crepuscolo dei segreti è alle porte: la creatività di professionisti e praticanti è ricondotta nell’alveo di un sempre più capillare programma di disciplinamento socio-culturale.
The purpose of the research are the medicines and remedies (“secrets”) patented by Venetian Health authorities to 375 among physicians, apothecaries, grocers, practitioners etc. (except “charlatans”, already well explored) in sixteenth- to eighteenth-century Venice. In the first part we analyse the development of the regulatory framework from 1549 to 1798, dates of first and last licence for secrets. Development that highlights how the secrets manipulators are not exclusively charlatans, as most of the academic studies support, but they belong to various professional groups, defining them more and more minutely over the years. The manipulation of remedies and medicines is part of the care market, sharing a peculiar feature with the Venetian pharmacopoea: the lack of a binding pharmaceutical code, exciting a great deal of inventivness and above all a good tendency to chemical studies, usually avoided from the official pharmacopoeias. The central part of the research tries to reconstruct, to the extent permitted by sources, the socio-cultural background inducing the secrets manipulators to engage in naturalistic and chemical studies. We browse then a series of case studies along the XVI-XVIII centuries, concernig professionals and non professionals, inserting them in the local tradition of chemical, botanical and pharmaceutical tradition. The third part of the research is devoted to the last flowering of secrets, the late seventeenth-century one, when many features mature: the pursuit of therapeutical sweetness, together with a noninvasive therapeutical impact and the tendency to build large commercial networks. From the sixteenth century, among the manipulators of secrets, apothecaries are the most increasing group of professionals, facilitated by Health authorities that want to bring the care market back into the medicine shops. This is the twilight of the medicinal secrets: creativity of professionals and practitioners is shrinking day by day, while authorities are creating an increasingly widespread system of socio-cultural disciplining.
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Guariglia, Federico. « Il Gui de Nanteuil franco-italiano : edizione, traduzione e commento del manoscritto Venezia, BM, fr. Z X (=253) ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11562/1043041.

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Résumé :
La tesi si configura come lo studio della canzone di gesta di Gui de Nanteuil, secondo la versione contenuta nel manoscritto Venezia, BM, fr. Z X (=253). La tesi presenta l'edizione critica del codice, accompagnata dallo studio linguistico e letterario dell'opera
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