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1

Giovanni, A., A. Ghio et A. Mattei. « Valutazione clinica della fonazione ». EMC - Otorinolaringoiatria 20, no 4 (novembre 2021) : 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(21)45788-0.

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2

Giovanni, A., et S. de Saint-Victor. « Valutazione clinica della voce ». EMC - Otorinolaringoiatria 13, no 1 (mars 2014) : 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(13)66026-2.

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3

Fava, G., M. Colombo, W. Albisetti et S. Bartoli. « Inquadramento diagnostico : valutazione clinica ». Archivio di Ortopedia e Reumatologia 120, no 1 (juillet 2009) : 5–7. http://dx.doi.org/10.1007/s10261-009-0018-7.

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4

Christe, G., A. Vaswani et P. Balthazard. « Valutazione clinica e funzionale dell’anca ». EMC - Medicina Riabilitativa 25, no 3 (juin 2018) : 1–6. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(18)91457-4.

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5

Capone, A., D. Podda et F. Ennas. « Valutazione clinica nella coxalgia dell’adulto ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 24, no 3 (décembre 2010) : 142–48. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-010-0076-0.

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6

Bezzi, Roberto, Carla Farinazzo et Paolo Miragoli. « Capitolo 3 : Bibliografia ragionata della Scala HoNOS ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (décembre 2002) : 15–32. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000204.

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Résumé :
Scopo della ricerca descritta in questo articolo era la validazione della HoNOS in un comune contesto clinico. 115 pazienti sono stati valutati da keyworkers (operatori di riferimento, generalmente infermieri ma anche operatori sociali) che utilizzavano la HoNOS e da ricercatori che utilizzavano altri strumenti di confronto (SCAN, SBS, SRPS, scelti in quanto dettagliati, standardizzati e in parte sovrapponibili nel contenuto alla HoNOS) e successivamente compilavano la HoNOS, alla luce di queste informazioni supplementari. Tutte le valutazioni sono state ripetute dopo 6 settimane. Sono stati effettuati confronti tra i punteggi HoNOS ottenuti dai keyworkers e dai ricercatori; questi sono stati inoltre confrontati con i punteggi ottenuti con gli strumenti di riferimento. Ciò ha evidenziato una mediocre performance della HoNOS compilata da keyworkers, in relazione sia alla valutazione da parte dei ricercatori, sia agli strumenti di confronto; la performance era peggiore considerando il cambiamento dei punteggi tra le due successive valutazioni come misura di esito. Riguardo alla performance dei singoli items, più problematici risultavano essere 1'8 (Altri problemi mentali e comportamentali), il 4 (Problemi cognitivi), il 7 (Problemi relativi a umore depresso) e il 12 (Problemi relativi a attività occupazionali) che, se confrontati con gli items equivalenti degli altri strumenti citati, rivelavano una correlazione molto bassa; la correlazione non era comunque in generale elevata, tranne che per il sub-punteggio “Funzionamento sociale”. I risultati di questo studio indicano che la HoNOS non offre una buona valutazione dei sintomi ma fornisce prestazioni migliori come misura di funzionamento sociale. Le difficoltà relative agli items sopra citati sono dovute probabilmente al fatto che ognuno di essi valuta fenomeni e circostanze differenti; questa caratteristica rende lo strumento più conciso ma viene persa la precisione della valutazione. Il valore limitato delle valutazioni HoNOS fatte dai key worker dipenderebbe dal fatto che non sempre le due valutazioni (iniziale e follow-up) venivano fatte dalla stessa persona (a differenza che per i ricercatori), dalla scarsa preparazione dei keyworkers che si evidenziava soprattutto nella valutazione dei sintomi e infine dalla minore disponibilità di informazioni rispetto ai ricercatori. Nel complesso l'uso della HoNOS come misura di routine della condizione clinica nei servizi psichiatrici risulta problematica; la sua performance appare correlata al training e all'esperienza dei keyworkers. Tuttavia gli autori ritengono che questo strumento possa essere utile allo scopo di diffondere una cultura di valutazione nei servizi di comunità; propongono che venga migliorato il training dei keyworkers e che esso comprenda sia aspetti generali relativi alla valutazione dello stato mentale e sociale dei pazienti, sia aspetti specifici riguardanti la compilazione della HoNOS; ritengono inoltre che debbano essere fatti ulteriori miglioramenti alla struttura di questo strumento di valutazione.
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7

Chatrenet, Y. « Valutazione clinica e funzionale del ginocchio ». EMC - Medicina Riabilitativa 20, no 2 (juin 2013) : 1–17. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(13)64503-4.

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8

Villeneuve, A. « Tumori del corpo tiroideo : epidemiologia, clinica, valutazione ». EMC - Otorinolaringoiatria 21, no 3 (août 2022) : 1–10. http://dx.doi.org/10.1016/s1639-870x(22)46875-9.

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Srour, F., C. Dumontier, M. Loubière et G. Barette. « Valutazione clinica e funzionale della spalla dolorosa ». EMC - Medicina Riabilitativa 20, no 4 (décembre 2013) : 1–21. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(13)66028-9.

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Gandini, Loredana, et Andrea Lenzi. « Spermiogramma : dalla corretta esecuzione alla valutazione clinica ». L'Endocrinologo 5, no 3-4 (septembre 2004) : 71–78. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344496.

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Leveni, Daniela, Daniele Piacentini et Arturo Campana. « Effectiveness of cognitive-behavioural treatment in Social Phobia : a description of the results obtained in a public mental health service ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no 2 (juin 2002) : 127–33. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005583.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo – L'efficacia sperimentale della terapia cognitivo–comportamentale nel trattamento della Fobia Sociale, e provata da numerosi studi, tuttavia tali evidenze non risultano avere una ricaduta significativa nella pratica clinica. Abbiamo pertanto voluto verificare l'applicability di tale terapia nel contesto di un normale servizio pubblico di salute mentale e valutarne i risultati per compararli a quelli descritti dagli studi sperimentali. Disegno e setting – Abbiamo introdotto nel nostro centro una terapia cognitivo comportamentale intensiva e trattato i casi di Fobia Sociale che si sono presentati successivamente. In totale sono stati trattati 11 soggetti rispondenti ai criteri diagnostici del DSM–IV e sono stati valutati gli esiti sia al tennine della terapia sia a 6 mesi dal suo tennine. Principali misure di valutazione – Sono stati utilizzati strumenti obiettivi di valutazione: SF/36 per la valutazione della percezione da parte del soggetto del proprio stato di salute generale e mentale, la CGI per la valutazione clinica del terapeuta e PGI per la valutazione di quella del paziente, Liebowitz scale per la valutazione obiettiva dei correlati sintomatologici. Risultati – Nonostante il numero relativamente ridotto di soggetti che componevano il campione e la cronicita del disturbo presentato, sono stati ottenuti miglioramenti statisticamente significativi. Conclusioni – I risultati ottenuti confermano sostanzialmente quelli indicati dagli studi di efficacia e soprattutto l'applicability del metodo proposto anche nel contesto del Servizio Pubblico. Tenuto conto della elevata diffusione epidemiologica del disturbo, dell'elevato carico di malattia che determina nella popolazione generale e del costo relativamente modesto che il trattamento proposto comporta sarebbe auspicabile che esso venisse utilizzato routinariamente nella pratica clinica dei servizi pubblici.
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Gullo, Salvatore, Emanuela Coppola et Girolamo Lo Verso. « La valutazione delle psicoterapie : un'introduzione ». GRUPPI, no 1 (octobre 2010) : 11–25. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001002.

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Résumé :
Le psicoterapie funzionano? Quando? Quali cambiamenti producono? I risultati sono stabili nel tempo? E ancora, cosa produce il cambiamento o la guarigione? Come avviene? L'articolo passa al vaglio questi e altri interrogativi relativi alla ricerca in psicoterapia. Il lavoro, in forma introduttiva, problematizza questioni stringenti che da anni animano il dibattito scientifico internazionale e propone un percorso di senso, supportato dalla letteratura sul tema, che consente di seguire i vettori epistemologici che hanno gradualmente intrecciato le esigenze della ricerca e quelle della pratica clinica. Dalle originarie divisioni tra psicoanalisti e sperimentalisti si giunge ad una fase attuale, di maggiore maturitŕ, della ricerca in psicoterapia (process-outcome research) che studia la relazione tra ciň che accade in terapia e il risultato della terapia stessa, privilegiando i trattamenti sul campo, per come essi vengono normalmente erogati nella pratica clinica routinaria (studi di effectiveness). Tra i risultati piů importanti di queste ricerche vi č la comprensione delle differenze sul piano patologico e strutturale di quadri diagnostici e il relativo adeguamento dei dispositivi cura.
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Brizzolara, Paola. « Qualche considerazione su processo diagnostico e lavoro analitico, alla luce dell'attuale interesse per la valutazione dimensionale ». RICERCA PSICOANALITICA, no 3 (octobre 2011) : 33–41. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003003.

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Résumé :
Gli strumenti diretti a formulare la diagnosi secondo una logica dimensionale, come il PDM, indirizzano il ragionamento diagnostico non solo ad accogliere la soggettività del paziente, ma avvalendosi di un impianto epistemologico nutrito dalle logiche della Complessità e dal costruttivismo, promuovono il riconoscimento della diade pazienteterapeuta quale vertice osservativo del campo diagnostico. In tal senso, il lavoro della diagnosi presenta un'opportunità sia per estendere e rendere più raffinata la concettualizzazione del ruolo dell'analista, sia per riflettere su come i dati che emergono dalla valutazione possono essere impiegati nella pratica clinica. In particolare, attraverso la presentazione di una situazione clinica, è evidenziata l'importanza di una valutazione clinica aperta alla riformulazione lungo il lavoro terapeutico, per cogliere le nuove possibilità emergenti dal campo analitico nel momento presente, capace di comprendere e utilizzare le manovre implicite che il paziente mette in atto nella relazione terapeutica, alla ricerca dell'espansione della propria soggettività.
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Carrus, Alessandro, Elena Lovicu, Dorian Soru, Giovanni Chierroni, Maria Grazia Zunnui, Raffaella Maxia et Francesco Logias. « Valutazione Visiva Degli Exit Site Nei Cateteri Venosi Centrali in Emodialisi : Validazione Preliminare Di Una Scala Italiana ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 1 (4 mars 2014) : 55–61. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.862.

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Résumé :
Il catetere venoso centrale (CVC) rappresenta, per i pazienti in emodialisi, un’alternativa alla fistola arterovenosa (FAV), ma, purtroppo, è spesso associato a un importante numero di complicanze infettive. L’infermiere è il primo operatore sanitario che rileva le possibili infezioni e, per questo, è importante sviluppare una scala visiva che gli sia di ausilio. Tale scala è importante anche per consentire a chi si avvicina da poco alla medicazione dei CVC di prendere in considerazione i principali indicatori di una possibile infezione. Essa, infine, può essere di ausilio per tenere conto dell’evoluzione del CVC nella cartella clinica del paziente. Questo studio presenta una prima validazione italiana di una scala utilizzabile per la valutazione degli exit site dei CVC in emodialisi (derivata dalla “Scala Twardowski”). La validazione ha coinvolto gli infermieri di una Rete di Nefrologia e Dialisi e un’infermiera esterna, non impegnata nella medicazione, la quale ha valutato gli exit site di tutti i pazienti della Rete, subito prima che la stessa scala venisse utilizzata da chi effettuava la medicazione. La buona correlazione di Spearman (ρ=0.85) tra la valutazione dell’infermiera esterna e le valutazioni degli altri colleghi conferma la bontà di questa prima traduzione italiana della scala. (nursing)
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Orfei, S., B. Grumelli et G. Galetti. « Valutazione Clinica E Uroflussimetrica Di Permixon® in Geriatria ». Urologia Journal 55, no 4 (août 1988) : 373–81. http://dx.doi.org/10.1177/039156038805500404.

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Di Cori, Renzo, Nadia Fedeli et Ugo Sabatello. « Giovani autori di reati sessuali : personal profiling, criminogenesi e criminodinamica del juvenile sexual offending ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (décembre 2011) : 73–89. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003005.

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Résumé :
Quello dei giovani autori di reati sessuali (- JSO) č un fenomeno complesso, la cui valutazione psicopatologica e criminologica puň risultare complessa ed insidiosa. Gli Autori, in base a quanto riportato dalla letteratura specialistica ed alla loro personale esperienza clinica e di ricerca, delineano le principali caratteristiche strutturali e di funzionamento dei minori autori di reati sessuali (JSO). Vengono in particolare descritte l'eziopatogenesi, alcuni aspetti criminodinamici ed i principali fattori di rischio di recidiva dei comportamenti sessuali abusanti, quali elementi conoscitivi indispensabili alla valutazione ed alla successiva strategia riabilitativa, di cura, dei minori autori di.
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Hidalgo, B., K. Deschamps, J. Van Cant, C. Dormont, T. Fraiteur et S. Lobet. « Valutazione clinica della caviglia e del retropiede in fisioterapia muscoloscheletrica ». EMC - Medicina Riabilitativa 29, no 2 (mai 2022) : 1–13. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(22)46525-4.

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Bouchard, S., I. Quintal, O. Barquet, F. Moutet, S. de Andrade Melo Knaut, C. J. Spicher et J. M. Annoni. « Dolore neuropatico : metodo di valutazione clinica e di rieducazione sensitiva ». EMC - Medicina Riabilitativa 29, no 1 (mars 2022) : 1–15. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(21)46071-2.

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Platel, H., B. Lechevalier, J. Lambert et F. Eustache. « Agnosie uditive e sindromi affini : valutazione clinica, cognitiva e psicopatologica ». EMC - Neurologia 9, no 4 (janvier 2009) : 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1634-7072(09)70505-7.

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Calcagno, C., M. Iacoviello et G. B. Traverso. « Valutazione Dell'Efficacia Clinica Dell'Estratto Di Serenoa Repens Nell'Ipertrofia Prostatica Benigna ». Urologia Journal 53, no 4 (août 1986) : 544–48. http://dx.doi.org/10.1177/039156038605300411.

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Quintaliani, Giuseppe, Maria Luisa Standoli et Carlo Giammarioli. « Qualità e Sostenibilità in Sanità ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 1 (3 octobre 2014) : 75–77. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.866.

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Résumé :
Ci sono diverse interpretazioni sulla qualità del nostro SSN: per alcuni è al secondo posto in Europa, mentre per altri finiamo al 21° posto in classifica. Questo per l’utilizzo di diversi indicatori, di cui la maggior parte è basata sul costo e non sulla qualità clinica. Per la sopravvivenza del nostro SSN, anche in considerazione del cambiamento demografico della popolazione, formata da anziani e malati cronici, è necessario sviluppare e utilizzare indicatori di processo clinici dettati dalle varie società scientifiche, abbandonando la SDO come sistema di valutazione della qualità clinica: l’abbattimento del costo, se non accompagnato all’efficacia clinica, non può essere considerato un risultato. In questo processo, di grande aiuto possono essere i flussi informatici, i cosiddetti big data, attraverso l’incrocio tra i vari database. Il SSN si salverà se ridurrà davvero le spese, basando le scelte sulla clinica e sull’appropriatezza diagnostica. (Clinical_Management)
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Ruggiero, G., J. P. Jolivet et R. Ricci. « Rapporto tra evoluzione clinica e modificazioni anatomiche nella lombalgia d'origine discale, dopo trattamento chiropratico ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 3 (août 1992) : 357–66. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500308.

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Résumé :
Lo scopo del lavoro è la valutazione, mediante tomografia computerizzata, delle modificazioni anatomiche e dell'evoluzione clinica delle discopatie, prima e dopo trattamento chiropratico. Dopo un'analisi critica della letteratura, gli autori presentano 13 casi esaminati con tecnica rigorosa. Il trattamento chiropratico si è rivelato sempre utile e molto spesso ha condotto alia guarigione. L'evoluzione clinica favorevole può verificarsi in presenza di modificazioni dell'aspetto del disco anche quando questo non appare retratto, rimettendo in discussione la necessità dell'asportazione chirurgica.
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Manzotti, Andrea, Francesco Cerritelli, Marco Chiera, Erica Lombardi, Simona La Rocca, Pamela Biasi, Matteo Galli, Jorge Esteves et Gianluca Lista. « Il modello NAME per la valutazione dei bambini nella TIN ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2020) : 66–75. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2020-002007.

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Résumé :
Le cure di routine nelle terapie intensive neonatali (TIN) si basano soprattuttosu procedure manuali. Negli ultimi anni, diversi studi hanno mostrato come il tocco influenzi lo sviluppo dei bambini, soprattutto se pretermine, ma mancano studi sulla palpazione come strumento di valutazione clinica. Pertanto, gli autori propongono il modello Neonatal Assessment Manual scorE (NAME), una procedura di valutazione basata sul tocco che potrebbe aiutare l'equipe delle TIN. Il NAME mira a valutare come il corpo del bambino si adatta a pressioni manuali gentili. Stimolando meccanorecettori a bassa soglia, queste pressioni possono indurre una complessa risposta neurologica che può alterare l'emodinamica e il ritmo respiratorio del bambino, così come il suo volume corporeo. L'operatore può avvertire questi cambiamenti tramite la percezione aptica e ottenere informazioni riguardanti lo sviluppo e le condizioni cliniche del bambino, in quanto la risposta corporea dipende da essi. Se futuri studi dovessero confermarne la validità e l'affidabilità nella pratica clinica, il NAME potrebbe diventare parte delle cure di routine neonatali.
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Bruyneel, A. V. « Valutazione della propriocezione : test di statestesia e cinestesia nella pratica clinica ». EMC - Medicina Riabilitativa 30, no 1 (mars 2023) : 1–13. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-078x(22)47495-5.

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Triulzi, F., M. Machado, A. Righi et G. Scotti. « L'agenesia del corpo calloso : Valutazione mediante risonanza magnetica e correlazioni cliniche ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 2 (juin 1989) : 113–24. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200203.

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Vengono riportati 11 casi di agenesia parziale o totale del corpo calloso studiati mediante risonanza magnetica in un arco di tre anni. Sono state valutate le anomalie congenite del corpo calloso e le eventuali ulteriori anomalie encefaliche ad esso associate. I risultati ottenuti dallo studio RM sono stati correlati con il quadro clinico, evidenziando una particolare rilevanza clinica di anomalie in strutture strettamente correlate al corpo calloso quali la sostanza bianca profonda ed il sistema limbico. La RM si è dimostrata di fondamentale importanza sia nella valutazione delle anomalie del corpo calloso, sia nel delineare le correlazioni anatomiche fra corpo calloso malformato e strutture ad esso correlate.
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D'Aprile, P., N. Medicamento, M. Stefanelli, L. Spagnolo et A. Carella. « Studio dei nervi cranici con RM ad alta risoluzione ». Rivista di Neuroradiologia 10, no 3 (juin 1997) : 279–99. http://dx.doi.org/10.1177/197140099701000303.

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Résumé :
Attualmente la RM rappresenta la sola modalità di studio neuroradiologico dei nervi cranici e la sua introduzione nella pratica clinica ha rappresentato un grande progresso nella diagnostica in questo campo. Abbiamo effettuato una valutazione dell'anatomia RM dei nervi cranici utilizzando tecniche differenti, caratterizzate essenzialmente da alta risoluzione spaziale e di contrasto; esse (sia Turbo Spin Echo sia ad eco di gradiente) consentono di ottenere immagini di ridotto spessore, anche inferiore al mm, e risultano perciò di grande utilità nello studio delle fini strutture anatomiche. Nel nostro lavoro illustriamo le potenzialità diagnostiche di queste tecniche più recenti rispetto alle tradizionali tecniche Spin Echo nello studio dei nervi cranici la cui complessa patologia richiede al radiologo grande esperienza nella scelta delle sequenze e dei piani di studio più idonei per la valutazione del singolo nervo cranico.
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Gracco, Antonio, Giovanni Bruno, Can Kuskhonmaz et Alberto De Stefani. « Importanza della valutazione clinica e genetica per l’oligodonzia non-sindromica in ortodonzia ». Dental Cadmos 87, no 01 (août 2019) : 518. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.08.2019.08.

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Celona, Dolores, Federico Sandri, Giovanni Chiriacò, Cinzia Artioli et Tommaso Bonavigo. « Identità di genere e anoressia nervosa : valutazione clinica di un caso FtM ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 1 (novembre 2016) : 119–22. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2016-su1031.

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Bifulco, Raffaele. « Tradimento "obbligato" ? Il contributo della psicodiagnosi alla valutazione clinica della condotta fedifraga ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 1 (novembre 2016) : 144–46. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2016-su1038.

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Rosa, M. L., M. A. Canevari, N. Mavilio, S. Ballerini, D. Capello, A. Dorcaratto et E. Marinaro. « Tumori cerebrali primitivi ». Rivista di Neuroradiologia 6, no 4 (novembre 1993) : 455–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600411.

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Nello studio delle neoplasie cerebrali primitive, anche ai fini di una indicazione per quanto riguarda la benignità o malignità delle lesioni, un adeguato inquadramento può essere ottenuto sulla scorta di conoscenze generali che si riferiscono — oltre ovviamente ai dati anamnestici — alla classificazione, al comportamento biologico-grado di malignità, alla localizzazione, ai segni di effetto massa e alla valutazione di elementi più specifici che hanno diretta espressività sulle immagini di TC e di RM quali: gli aspetti istologici, biologici e clinici. Per quanto riguarda gli aspetti istologici bisogna far riferimento alle basi patologiche delle immagini; per gli aspetti biologici alle indicazioni fornite dalle neuroimmagini che si riferiscono al tipo di accrescimento della neoplasia, all'eventuale presenza di metastasi per via liquorale e, più raramente, per via ematogena ed alla comparsa di una recidiva o meglio di una progressione della malattia. Infine è opportuno tenere in debita considerazione l'espressività clinica che comprende, oltre agli aspetti istologici e biologici, anche l'effetto compressivo sulle strutture nervose vitali (effetto massa ed ernie) e sulle vie liquorali ( idrocefalo ostruttivo) che costituiscono un elemento prognostico sfavorevole anche in caso di tumori benigni. Riteniamo quindi che l'espressività-biologica, clinica ed istopatologica in neuroradiologia rappresenti la strada da seguire per un ulteriore miglioramento nella diagnostica dei tumori cerebrali. Nel contempo è necessario ricercare una più approfondita valutazione degli aspetti funzionali mediante RM e PET ai fini di un più completo inquadramento delle lesioni anche sotto questo aspetto.
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Andreetta, Sara, et Andrea Marini. « Narrative assessment in patients with communicative disorders ». Travaux neuchâtelois de linguistique, no 60 (1 janvier 2014) : 69–84. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2014.3033.

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Di recente numerosi studi hanno dimostrato che i tradizionali test per la valutazione dei disturbi linguistici in pazienti con afasia non sono completamente sufficienti a determinarne le reali competenze comunicative e linguistiche. Di conseguenza, tanto nella ricerca quanto nella pratica clinica si stanno affermando nuovi approcci per valutare queste abilità. Tra questi, l'analisi del loro eloquio spontaneo riveste un'importanza cruciale per il suo alto valore ecologico e la possibilità di esaminare contemporaneamente aspetti strutturali e funzionali del linguaggio. Il presente articolo descrive nel dettaglio una delle tecniche di analisi dell'eloquio narrativo che negli ultimi anni si sta affermando sia nella ricerca che nella pratica clinica. Si tratta di una metodologia per la Valutazione Multilivello dell'Eloquio Narrativo prodotto da pazienti con disturbi del linguaggio (cfr. Marini e coll., 2011). Questa metodologia si basa sull'analisi dei livelli di produttività linguistica, di elaborazione lessicale e grammaticale, di organizzazione narrativa e dei livelli di informatività raggiunti dal paziente. Questa metodologia è stata applicata con successo a numerosi tipi di disturbi, tanto in età adulta (ad es. afasie fluenti e non fluenti, traumi cranici, schizofrenia, demenza di Alzheimer) quanto in età evolutiva (ad es. Disturbi Specifici del Linguaggio, Sindromi di Down e di Williams, Disturbi dello Spettro Autistico).
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Colombo, F., A. Benedetti, P. Dettori, L. Bernardi, F. Pozza, C. Marchetti et G. Chierego. « Radiochirurgia con acceleratore lineare : 5 anni di esperienza clinica ». Rivista di Neuroradiologia 1, no 1 (avril 1988) : 17–35. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100104.

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Gli autori utilizzano una tecnica di radiochirurgia con acceleratore lineare dal 1982. La tecnica è basata su irradiazioni multiple ad archi intersecantisi focalizzate stereotassicamente su un bersaglio. Dopo che una valutazione meccanica e dosimetrica ha dimostrato la validità della procedura, la tecnica è stata impiegata su un gruppo selezionato di pazienti. Dal novembre 1982 al marzo 1988 sono stati trattati 155 casi. Tra loro 72 erano affetti da malformazioni arterovenose cerebrali, 16 da gliomi a bassa malignità, 8 da neurinoma dell'acustico, 8 da meningiomi e 11 da tumori maligni radiosensibili: in questi gruppi di pazienti la tecnica si è dimostrata sicura ed efficace. I risultati vengono paragonati a quelli ottenuti con la Gamma Unit di Leksell e col Ciclotrone di Kjellberg.
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Skapinakis, Petros, et Glyn Lewis. « Epidemiology in community psychiatric research : common uses and methodological issues ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no 1 (mars 2001) : 18–26. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008502.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo – I principi epidemiologici sono alia base di molte ricerche mediche, in particolare di quelle concernenti la pianificazione e la valutazione dei servizi sanitari, comprese le ricerche di psichiatria sociale e di comunità. Scopo di questo lavoro è quello di effettuare una revisione relativa ad alcune comuni utilizzazioni dell'epidemiologia nelle ricerche di psichiatria di comunità e di discutere alcune questioni metodologiche che si presentano frequentemente nelle ricerche epidemiologiche relative ai setting comunitari. Metodo – Questa è una review della letteratura rilevante e delle ricerche in corso nel Dipartimento di Psicologia Medica dell'Università del Galles, Facoltà di Medicina. Risultati – Tra le varie utilizzazioni dell'epidemiologia nella sanità, quattro sono particolarmente rilevanti nei setting comunitari: l'accertamento dei bisogni di salute mentale della popolazione (vengono descritti quattro approcci: la raccolta di dati di routine, rilevamento dei pazienti esistenti, il rilevamento nella popolazione generale ed i modelli statistici), l'identificazione dei fattori di rischio della malattia, il contributo della prevenzione e la valutazione dell'efficacia clinica degli interventi di cura. Le questioni metodologiche più importanti includono l'inferenza di tipo causale, che in epidemiologia comporta la spiegazione dell'associazione tra esposizione e malattia (caso, bias, fattori confondenti, causalità inversa e causalità), la questione dei fattori confondenti e come tener conto di essi e questioni che sorgono nel contesto di specifici disegni di studio. Conclusioni – L'epidemiologia à divenuta un insieme di metodi utilizzati per rispondere ad un ampio settore di domande cliniche. La ricerca basata sulla popolazione è una parte senziale della ricerca clinica, ma le conoscenze epidemiologiche sono necessarie ai clinici per valutare e interpretare la letteratura scientifica.
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Corsano, Barbara, Dario Sacchini, Nicola Panocchia et Antonio G. Spagnolo. « Dialisi nel fine vita : quando è eticamente giustificato desistere ? » Medicina e Morale 71, no 3 (3 novembre 2022) : 333–43. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1215.

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Introduzione: la malattia renale cronica è una causa significativa di decesso. I malati che progrediscono verso la malattia renale allo stadio terminale spesso iniziano la dialisi come trattamento salva-vita. Esistono diverse questioni etiche relative alle decisioni di iniziare/non iniziare o mantenere/non prolungare la dialisi, in particolare per i pazienti con deficit cognitivo e comorbilità, dove la decisione diventa più complessa. Obiettivo: attraverso il caso di un paziente di 56 anni, affetto da cancro laringeo e insufficienza renale cronica end-stage in trattamento sostitutivo emodialitico trisettimanale – oltre che da altre comorbidità – si intendono approfondire gli aspetti etici connessi alla valutazione della proporzionalità e dell’appropriatezza etico-clinica del trattamento dialitico in pazienti che hanno una prognosi infausta “quoad vitam” a breve termine e presentano deficit cognitivo. Discussione: il trattamento dialitico, quale trattamento sostitutivo della funzione renale, sebbene abbia sempre una finalità palliativa e sia tecnicamente praticabile, in determinate circostanze potrebbe configurarsi come ostinazione irragionevole ed essere un penoso prolungamento del processo del morire. Conclusioni: nel valutare l’appropriatezza clinica e la proporzionalità del trattamento dialitico è stata importante una valutazione interdisciplinare e il coinvolgimento dei familiari che ha portato all’elaborazione di un documento condiviso di orientamento etico assistenziale. All’interno di tale documento sono stati individuati gli obiettivi di cura e ciò che rappresentava il miglior bene per il paziente.
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Munizza, Carmine, Salvatore Nieddu et Maurizio Bianco. « Appropriatezza clinica ed economica : strumenti e modelli di valutazione e gestione dell’attività psichiatrica ». Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 3, no 2 (15 juin 2002) : 81–90. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v3i2.749.

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Résumé :
The Italian health care system is experiencing a profound reform process: due to the increasing level of expenditures, new models of organizations are being experimented to increase both efficiency and efficacy of the health care delivery system. In this general framework, our group has developed a research project with clinical, statistical and economic implications. The ambitious aim of the project is to improve the allocation and management of resources assigned to Mental Health Departments, on the basis of recent experiences in the Piedmont region. The paper presents the methodology developed to implement the project “ Evaluation of Appropriateness of care and Costs of Psychiatric Disorders”. The project aims at analysing both appropriateness and efficiency of the routine care provided by the various agencies of three Mental Health Departments. We believe that a regular monitoring of both appropriateness and efficiency of care would assist in the development of rational choices for the allocation of funds and the clinical management of patients.
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Uneddu, Antonio, et Tito Antonio Paolini. « Valutazione clinica e metabolica dell’impiego dell’insulina Lispro in pazienti con diabete mellito scompensato ». Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 6, no 4 (15 décembre 2005) : 397–400. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v6i4.854.

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Résumé :
The aim of the present work is to report preliminary results about the administration of an insulin analogue, LisPro, to treat diabetic chetoacidosis. This new procedure, in respect to insulin continuous infusion, allow significant cost reduction in terms of medical and nurses time dedicated to the patient and hospitalization length. In our experience, LisPro treatment compared to the standard of care, has allowed hospital time reduction of 2,1 days per patient. This can be translated in cost saving of about 700,00 euro per case. These preliminary data, replicating the results coming from published international experiences, have to be confirmed in our country through the implementation of more representative studies
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Basso, M., J. Nowakowska, G. Bordini et S. Corbella. « Valutazione clinica comparativa fra due collutori agli oli essenziali con e senza alcol ». Prevenzione & ; Assistenza Dentale 37, no 2 (juin 2011) : 57–66. http://dx.doi.org/10.1016/j.pad.2010.10.001.

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Ronchi, F., P. Rigatti, A. Margonato, M. Grasso, M. Bassani, A. Del Nero et R. Milesi. « Valutazione Clinica E in Vitro Degli Effetti Dell'Alfa-Bloccante Nicergolina Sul Collo Vescicale ». Urologia Journal 52, no 1 (février 1985) : 119–25. http://dx.doi.org/10.1177/039156038505200122.

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Marchini, E., P. Calvi, G. Belgrano, E. Cantagallo, P. Michelotti et D. Pescatore. « Trattamento Farmacologico Dell'Adenoma Prostatico Con Mepartricina : Valutazione Clinica, Ecografica E Urodinamica Dei Risultati ». Urologia Journal 56, no 3 (juin 1989) : 383–94. http://dx.doi.org/10.1177/039156038905600324.

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Foddis, Carlo, Daniele Di Girolamo, Lucio Silingardi, Beatrice Manfredi et Silvia Mazzoni. « Proposta di un algoritmo decisionale a supporto della procedura di valutazione delle relazioni triadiche di famiglie fragili condotta attraverso il Lausanne Trilogue Play (LTP) ». TERAPIA FAMILIARE, no 125 (juin 2021) : 107–24. http://dx.doi.org/10.3280/tf2021-125006.

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Résumé :
L'articolo delinea l'architettura di un algoritmo decisionale pensato a supporto di un metodo di scoring informatizzato da applicare alla procedura osservativa semi-strutturata del Lausanne Trilogue Play (LTP). Tale metodo consente l'individuazione del tipo di alleanza familiare prevalente a partire dai punteggi espressi dal clinico nel set delle 15 scale previste dalla procedura Viene pertanto descritto, in maniera dettagliata, il lavoro di operazionalizzazione dei differenti tipi di alleanza familiare, sviluppato con preciso riferimento al manuale di utilizzo del LTP (Sistema FAAS 6.3). Sono presentate, infine, le possibili ricadute cliniche ed organizzative dell'utilizzo dell'algoritmo nella valutazione di sistemi familiari triadici, entro il contesto sanitario pubblico dell'UO di Psicologia Clinica Minori e Famiglie.
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Spagnolo, A. G., R. Minacori, D. Sacchini et A. A. Bignamini. « Il laboratorio del Comitato Etico - 2. La scheda informativa e il modulo di consenso alla sperimentazione clinica ». Medicina e Morale 48, no 5 (31 octobre 1999) : 917–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.795.

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Résumé :
Nell’ambito della serie di articoli sul Laboratorio del Comitato Etico, il presente contributo affronta il tema della preparazione e della valutazione da parte del comitato etico della scheda informativa e del modulo di consenso informato per il soggetto al quale si chiede di partecipare ad uno studio clinico. Tali documenti costituiscono, infatti, uno degli elementi indispensabili di un protocollo di sperimentazione, molto frequentemente oggetto di revisione critica da parte del CE anche perché secondo la normativa vigente in Italia è l’unica parte del protocollo modificabile sempre secondo le esigenze del singolo CE, anche nel caso delle sperimentazioni multicentriche. Dopo una breve introduzione sugli aspetti generali del rapporto tra Comitati etici e valutazione del consenso informato, vengono passati in rassegna i principali documenti internazionali di riferimento per l’etica della sperimentazione clinica e le normative vigenti in Italia, nonché le indicazioni da esse fornite agli sperimentatori e ai CE riguardo la stesura della scheda informativa e del modulo di consenso. Successivamente, dopo un confronto tra le versioni del 1991 e del 1996 delle Good Clinical Practice (GCP) riguardo al tema in oggetto, vengono offerte - anche alla luce della letteratura disponibile - indicazioni e suggerimenti su contenuti ed editing della scheda informativa/modulo di consenso, le quali possono contribuire all’ottimizzazione della stesura di tali documenti. In appendice viene, infine, fornito un facsimile finalizzato ad aiutare la redazione di tali documenti, sia per l’inclusione di soggetti adulti capaci di consenso, sia di minori o comunque incapaci di consenso personale. Viene comunque lasciato allo sperimentatore o allo sponsor il compito di miglioramenti e adattamenti secondo la propria creatività e secondo le particolari esigenze che i singoli protocolli comportano.
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Nella, A., P. Ladisa, T. Popolizio, C. G. Lasalandra et A. Calace. « Ernie operate : Tipo di intervento chirurgico e quadro clinico ». Rivista di Neuroradiologia 6, no 3 (août 1993) : 291–94. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600306.

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Résumé :
Nel tentativo di evidenziare una correlazione clinica in rapporto al tipo di intervento chirurgico, sono stati riesaminati 182 pazienti operati di ernia discale lombo-sacrale, sottoposti a valutazione RM negli ultimi 2 anni per recidiva della sintomatologia dolorosa. L'approccio chirurgico è stato sia di «tipo tradizionale» che di «tipo microchirurgico». La cicatrice epidurale è stata la situazione più frequentemente riscontrata, mentre la recidiva di ernia discale si è evidenziata maggiormente negli interventi di tipo tradizionale. Sulla scorta dei dati rilevati si è ricercata, in questo lavoro, una possibile correlazione tra situazione sintomatologica e trattamento chirurgico, sulla base, soprattutto, di alcuni rilievi statistici.
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Corsano, Barbara, Dario Sacchini et Antonio Gioacchino Spagnolo. « Il Documento Condiviso di Orientamento Etico Assistenziale nella Consulenza di Etica Clinica ». Medicina e Morale 70, no 3 (8 novembre 2021) : 275–89. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.941.

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L’articolo presenta il Documento Condiviso di Orientamento Etico Assistenziale, quale strumento di supporto decisionale – utilizzato dal Servizio di Consulenza di Etica Clinica (SCEC) della Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS (FPG) di Roma – in grado di rispondere alle esigenze della relazione clinica medico-paziente/famiglia da un lato e all’appropriato rispetto dell’autonomia dei soggetti coinvolti dall’altro. Dopo aver richiamato i concetti ispiratori di advance care planning e shared decision-making, l’articolo prende in esame le caratteristiche peculiari del Documento Condiviso, in particolare l’analisi del contesto, la metodologia relazionale, la personalizzazione del caso, la valutazione interdisciplinare, l’impatto sul paziente e la famiglia, il tempo di elaborazione, i benefici ad esso connessi. In ultimo, l’articolo si sofferma a presentare la casistica relativa all’elaborazione di questa forma peculiare di consulenza di Etica clinica da parte del SCEC-FPG. A tal fine, attraverso un’indagine retrospettiva, sono stati presi in esame i Documenti Condivisi elaborati dall’inizio dell’attività del Servizio, dal 1992 ad oggi, mettendoli in relazione con il numero delle consulenze complessive richieste ed effettuate, oltre che individuando le aree cliniche per le quali sono stati elaborati.
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De Paolis, G., A. Quaranta, S. Zappia, I. Vozza et M. Quaranta. « Valutazione clinica e microbiologica di impianti a connessione conometrica rispetto a impianti a connessione esagonale : caso clinico ». Dental Cadmos 79, no 7 (septembre 2011) : 443–54. http://dx.doi.org/10.1016/j.cadmos.2010.12.010.

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Cartolari, R., G. B. Scarfò et S. Boni. « La TC con carico assiale nella instabilità del rachide lombo-sacrale ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 2 (avril 1996) : 147–55. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900203.

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La diagnosi di instabilità del rachide lombo-sacrale è, a tutt'oggi, fondamentalmente clinica. Anche le più sofisticate tecniche di diagnostica radiologica consentono infatti solo una valutazione statica di questa entità nosologica (che, per definizione si manifesta durante la deambulazione e con la stazione eretta) la cui definizione dinamica è campo pressochè esclusivo della radiologia convenzionale. Presentiamo i risultati di uno studio condotto attraverso l'uso di uno strumento originale progettato per sviluppare un carico assiale variabile e riproducibile in un paziente supino: il Compressore assiale. Con questo strumento, compatibile con l'esecuzione di esami TC, sono stati valutati 24 pazienti con forte sospetto clinico-radiologico di instabilità lombare. La metodica di studio, denominata Axial Loaded - Computed Tomography (AL-CT) si basa sull'acquisizione successiva di esami TC basali e con carico assiale (AL), che vengono poi comparati. Il confronto avviene sia sulle scansioni assiali che su immagini ricostruite su piani sagittali e con «rendering» tridimensionale (3D-TC). La valutazione comparativa prevede sia l'uso di immagini statiche che l'organizzazione in sequenze cine (cine AL-CT) delle immagini 2D e 3D ottenute. Tutti i procedimenti di rielaborazione sono indispensabili nella valutazione dei risultati. I risultati mostrano con chiarezza reperti (numerosi e spesso simultanei) a carico di tutte le component le unità funzionali spinali; fra questi meritano una segnalazione: l'incremento o la accentuazione di protrusioni discali sotto carico; la scomparsa del vacuum discale e/o intraarticolare durante la compressione («segno del vacuum»); l'accentuazione della listesi sotto carico; la ottimale ed originale visualizzazione dell' ipermobilità delle faccette articolari. Proponiamo AL-CT e cine AL-CT come metodiche di scelta nello studio dell'instabilità lombare.
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Schafer, Roy. « Principio di realtŕ, nodi tragici e processo analitico ». PSICOANALISI, no 1 (septembre 2010) : 51–68. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-001003.

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Résumé :
Il disagio della civiltŕ occupa un posto speciale nello sviluppo della teoria e della tecnica psicoanalitica freudiana. In particolare alcune sue implicazioni permettono una compren- sione piů ampia del principio di realtŕ. Il concetto dei nodi tragici viene definito ed usato per evidenziare la capacitŕ di Freud di includere gli aspetti tragici della vita in questo principio. Un'ampia sezione č dedicata ad illustrare la diffusione dei nodi tragici in svariati aspetti della vita umana: vittimizzazione, intimitŕ e tutela della privacy. Da ultimo, vengono illustrate le implicazioni per la valutazione clinica dell'elaborazione dei conflitti inconsci.
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Carella, A., M. Resta, M. Camicia et M. A. Gentile. « Errore diagnostico : Perché ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 2 (mai 1992) : 199–206. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500209.

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Résumé :
Gli autori analizzano alcuni fattori che possono determinare l'errore diagnostico. Le moderne tecniche neuroradiologiche, a fronte di una sensibilità generalmente elevata, offrono spesso, nei differenti quadri morbosi una specificità non altrettanto alta. Vengono analizzate alcune tappe fondamentali che compongono l'iter diagnostico e che possono notevolmente influire sulla diagnosi: la valutazione clinica, la scelta delle metodiche e tecniche d'esame, l'analisi dell'immagine, il referto. Per evitare o ridurre l'errore diagnostico restano indispensabili la capacità di revisione critica e la disponibilità al confronto quali elementi fondamentali nel lavoro quotidiano per una crescita professionale.
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Recchia, G., G. F. Prati, R. Fostini, P. Dean, L. Boschiero, E. Galvani, A. Muolo et G. Ancona. « Valutazione Clinica E Microbiologica Di Ofloxacin Nel Trattamento Delle Infezioni Ricorrenti Delle Vie Urinarie ». Urologia Journal 54, no 1 (février 1987) : 94–97. http://dx.doi.org/10.1177/039156038705400120.

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Rita Acone, Maria. « Dal profilo di rischio del lavoratore al profilo di rischio della persona : un metodo per la promozione della salute ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2021) : 78–97. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002007.

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L'Autrice propone una diversa organizzazione della sanità territoriale con una maggiore attenzione alla prevenzione grazie a una periodica valutazione dello stato di salute psico-fisico delle persone. Trae spunto da due discipline: la medicina del lavoro e la psiconeuroendocrinoimmunologia. Dalla prima estrapola il metodo relativo all'accertamento dei rischi fisici, chimici, biologici, psicologici e le modalità di monitoraggio dell'assistito. Dalla seconda le basi scientifiche per una visione olistica dell'individuo che tenga conto delle interazioni tra i sistemi dell'organismo e di quelle tra persona e ambiente fisico e sociale. La proposta si concretizza in un documento di valutazione del rischio, realizzato con i metodi noti nell'ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro e in una cartella clinica della salute elaborata in base ai principi della Pnei caratterizzata, quindi, da un'anamnesi specifica per definire il profilo psico-socio-culturale dell'assistito e le sue relazioni con l'ambiente fisico e sociale in cui vive. L'Autrice, infine, auspica che la necessaria raccolta sistematica dei dati in formato digitale venga realizzata con il Fascicolo Sanitario Elettronico, già utilizzato in Italia anche se in modo disomogeneo tra le regioni.
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Cheli, Mariagnese, Michela Campieri, Andrea Fini, Maria Elena Montenegro, Alessandra Piccioni, Francesca Pincanelli et Cosimo Ricciutello. « Esperienze traumatiche in etŕ evolutiva e fattori di rischio familiari : un'indagine sugli esiti nello sviluppo ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (février 2013) : 91–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-003006.

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Il contributo esamina le conseguenze pervasive del maltrattamento precoce alla luce della prospettiva teorica del Trauma Complesso come Disturbo dello Sviluppo (Courtois & Ford, 2009) e del Modello Process Oriented (Di Blasio, 2005) sui fattori di rischio familiari. L'indagine qualitativa, condotta tramite una revisione socio-anamnestica delle cartelle e un'intervista strutturata al clinico referente del minore, riguarda un campione di 87 soggetti in etŕ evolutiva tra i 3 e i 18 anni, in carico al centro specialistico contro i maltrattamenti all'infanzia "Il Faro" di Bologna. I dati indicano una generale compromissione delle principali funzioni psichiche esplorate, associata a specifici fattori di rischio distali e prossimali nell'ambiente familiare. I risultati sollecitano un'attenta valutazione multidimensionale (psicosociale e clinica) delle variabili cruciali per la futura salute mentale.
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