Articles de revues sur le sujet « Valorizzazione patrimonio »

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1

Barbara, Sibilio Parri. « Uno strumento di gestione del patrimonio culturale : il caso dei siti UNESCO ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (janvier 2012) : 307–33. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002006.

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Résumé :
I siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO sono caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale e/o in localizzazioni urbane di alta qualitŕ. In ognuno di essi gli operatori sono impegnati nella progettazione, prima, e nella realizzazione, poi, di un processo di valorizzazione, processo particolarmente complesso per piů motivi. Per affrontare questa complessitŕ e superare le difficoltŕ che ne derivano puň risultare efficace l'attivazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo. In questa direzione si č mosso il nostro Paese - ma non solo - rendendo obbligatorio, con la legge 77 del 20 febbraio 2006, la redazione del Piano di Gestione il cui obiettivo primario č quello di "garantire l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio". In sostanza, il Piano di gestione č proposto come uno strumento di governo politico ed economico nel medio-lungo termine del sito, strumento che puň agevolare e guidare l'ideazione, la progettazione, l'attuazione e il controllo di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio. Il suo impiego si č tradotto prevalentemente nella programmazione di iniziative culturali di tutela e conservazione affiancate da azioni di valorizzazione, per lo piů a breve termine, con un apprezzabile impatto economico sul territorio. La sensazione che si ricava dall'osservazione della realtŕ č che ancora manca la capacitŕ e la sensibilitŕ di utilizzare il Piano di gestione in modo adeguato: non č stata formulata una pianificazione che coniughi nel lungo termine le tante dimensioni interessate e non č compresa la sua natura di meccanismo operativo. Sembra che la sua redazione sia effettuata soprattutto per adempiere ad un obbligo normativo.
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2

Petrini, Giovanni. « Made in Mage, la scommessa della moda sostenibile per riattivare spazi sottoutilizzati ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 74–76. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056008.

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Résumé :
Il contributo ragiona sulle opportunitŕ dell'intrecciare domanda di spazi per il settore emergente della moda sostenibile con la grande offerta data dalle aree ed edifici dismessi o sottoutilizzati in Milano ed area metropolitana. L'occasione č il progetto di riuso temporaneo ‘Made in Mage'. Attivazione di un polo della produzione creativa e sostenibile per la valorizzazione del patrimonio industriale degli ex magazzini generali Falck' che ha come obiettivo quello di promuovere e sostenere le realtŕ artigianali e creative legate ai temi della moda e design sostenibile, incentivare il riuso di edifici e spazi vuoti o sottoutilizzati, coniugare nuove attivitŕ produttive con la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale sestese.
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Buono, Mario, et Rosa Maria Giusto. « La ri-scrittura del patrimonio culturale nell’Era digitale ». Boletín de Arte, no 41 (5 novembre 2020) : 279–83. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2020.v41i.8617.

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Résumé :
Il valore di una “mediazione” narrativa consapevole, integrata e potenziata dall’uso di strumenti digitali, diviene sempre più elemento centrale nelle politiche di valorizzazione e riconoscimento del patrimonio culturale dal momento che esso «non parla da solo» (2010: 45) ma ha bisogno di professionalità e strumenti informativi sempre più flessibili e aggiornati che lo disvelino e ne raccontino il significato più profondo. Il contributo affronta le nuove modalità di interazione e fruizione del patrimonio culturale tra discipline tecnologiche e scientifiche e discipline umanistiche.
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Landi, Alessandra. « Per un territorio sostenibile ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 99 (novembre 2012) : 7–11. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-099001.

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Résumé :
Le iniziative e le pratiche descritte nel presente numero di Sociologia Urbana e Rurale sono accomunate, in un'ottica di sviluppo sostenibile, da un forte orientamento al locale e alla rilocalizzazione, configurandosi come antidoti e sfide alle distorsioni socio-economiche globali e contribuendo altresě alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio materiale ed immateriale insito nei contesti locali.
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Beretta, Enrico, et Andrea Migliardi. « Il patrimonio artistico e culturale italiano : gestione, valorizzazione e attrattività turistica ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (décembre 2014) : 199–235. http://dx.doi.org/10.3280/ed2014-002002.

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Micelli, Ezio, et Alessia Mangialardo. « Riuso urbano e immobili pubblici : la valorizzazione del patrimonio bottom up ». TERRITORIO, no 79 (janvier 2017) : 109–17. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-079017.

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Cerquetti, Mara. « La valorizzazione del patrimonio culturale locale attraverso l'approccio esperienziale : Oltre l'edutainment ». MERCATI E COMPETITIVITÀ, no 4 (janvier 2013) : 53–71. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-004005.

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D’Agnelli, Francesca Maria, Sergio Bellini, Adriano Belfiore, Claudia Guerrieri et Silvia Tichetti. « Gestione, conservazione e valorizzazione delle immagini digitali del patrimonio culturale ecclesiastico ». DigItalia 17, no 2 (décembre 2022) : 32–57. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00051.

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Vitale, Carmen. « Percorsi di valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale e promozione turistica : la disciplina degli itinerari enogastronomici per lo sviluppo dei territori ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 2 (janvier 2021) : 43–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002004.

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Il presente contributo si propone di ricostruire la disciplina degli itinerari enogastronomici, attraverso l'analisi delle fonti regionali, nazionali ed europee per ricostruirne le principali questioni applicative e le prospettive. Come si dirà, gli itinerari eno-gastronomici e più in generale quelli culturali possono diventare un importante strumento di valorizzazione e sviluppo locale, poiché sono in grado di mettere insieme pubblico e privato, turismo, paesaggio e patrimonio culturale.
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Santagati, Cettina. « Metodologie digitali per il rilievo e la valorizzazione del patrimonio culturale ipogeo ». Virtual Archaeology Review 5, no 10 (2 mai 2014) : 82. http://dx.doi.org/10.4995/var.2014.4222.

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The study addresses the problems of acquisition and enhancement in the field of underground sites with particular regard to the Catacomb of St. John in Syracuse. In addition to the proposed survey methodology, the research highlightes that only through a reliable and objective documentation you can understand and study in depth these places. 3D documentation of these places hidden from the eyes of the city and, therefore, very complex to interpret has provided a powerful tool for investigation as it has allowed to show the relationships between the plano-altimetric environments and to study from a geometrical point of view the spatiality of these places providing new and valuable information to scholars of the monument.
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Gastaldi,, Francesco, et Federico Camerin. « Verso una nuova fase del processo di valorizzazione del patrimonio militare italiano ? » TERRITORIO, no 80 (mai 2017) : 151–56. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-080020.

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Pucci, Tommaso, Christian Simoni et Lorenzo Zanni. « Marketing imprenditoriale, gestione degli intangibles e competitivitÀ. Un'analisi nel settore dell'abbigliamento infantile ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 1 (mars 2011) : 93–113. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-001006.

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Résumé :
Gli autori analizzano le conseguenze sulla competitivitÀ dell'impresa di politiche di valorizzazione delle risorse intangibili riconducibili all'adozione di un approccio di marketing imprenditoriale. L'obiettivo č verificare l'esistenza di una correlazione tra l'adozione di alcune politiche di marketing, valore degli intangibili e competitivitÀ, nonché analizzare il ruolo di un approccio imprenditoriale orientato al mercato nel successo delle imprese. La ricerca mostra che: a) specifiche politiche di marketing contribuiscono ad accrescere il patrimonio immateriale delle imprese; b) uno sviluppo aziendale che fa leva sul patrimonio diintangibili ha un ruolo fondamentale nella generazione di redditivitÀ; c) il coinvolgimento dell'imprenditore in questo processo di sviluppo prende avvio dal marketing per poi estendersi a tutta la gestione aziendale.
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Mattone, Manuela. « Il patrimonio dell’elettricità : una risorsa culturale da valorizzare ». Labor e Engenho 11, no 4 (26 décembre 2017) : 426. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651200.

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Résumé :
I paesaggi e le architetture elettriche rappresentano una significativa testimonianza della storia che ha visto protagonisti numerosi paesi tra il XIX e il XX secolo. Si tratta di un patrimonio tuttora solo parzialmente indagato, rispetto al quale occorre farsi promotori di azioni volte a favorirne la conoscenza, la conservazione e non ultime la valorizzazione e fruizione da parte di un pubblico sempre più ampio e non necessariamente specializzato. I manufatti connessi alla produzione dell’energia idroelettrica e le tracce delle opere infrastrutturali resesi necessarie al momento della loro costruzione rappresentano una vera e propria risorsa culturale che, qualora integrata alle altre risorse presenti nei territori montani, potrebbe acquisire maggiore visibilità e leggibilità contribuendo a rendere questi ambiti appetibili e ricercati non solo per gli aspetti di carattere naturalistico e paesaggistico, ma anche storico-culturale, contribuendo alla loro riattivazione.
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Salerno, Irene. « “Narrare” il patrimonio culturale. Approcci partecipativi per la valorizzazione di musei e territori ». Rivista di Scienze del Turismo - Ambiente Cultura Diritto Economia, no 1-2 (avril 2014) : 9–25. http://dx.doi.org/10.7358/rst-2013-01-02-sale.

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Résumé :
In contemporary multicultural societies, museums must assume a new role and have to renew the relationship with the public. They have to become more and more centres for cultural elaboration «of» territories and «inside» territories, engine for the development of a new culture of social inclusion and participation in the cultural life of societies, especially for the public that still have difficulties to access cultural heritage. Strategic realities for the maintenance and the reinterpretation of cultural identity, the museums, also rooted in specific local contexts, are actually trying to exploit innovative strategies to strengthen and re-enact the relationship with communities and territories of which they express values, history and culture. In this context, of particular importance are some innovative experiences of innovative itineraries to visit museum collections and cultural sites, adopting methodologies such as the «storytelling», with the active cooperation of local communities as «interpreter» of cultural heritage.
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Figuera, Marianna. « Patrimonio diffuso, comunità locali. La "riscoperta" : per una ipotesi di valorizzazione dell'ipogeo di Calaforno ». ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no 1 (juillet 2018) : 5–23. http://dx.doi.org/10.3280/asso2018-001001.

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Veninata, Chiara. « Dal Catalogo generale dei beni culturali al knowledge graph del patrimonio culturale italiano : il progetto ArCo ». DigItalia 15, no 2 (décembre 2020) : 43–56. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00013.

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Résumé :
Le attività dell’ICCD sono da sempre indirizzate ad una maggiore condivisione e valorizzazione sia dei modelli di strutturazione della conoscenza sul patrimonio culturale sia dei dati prodotti nelle campagne di catalogazione. Negli ultimi anni l’ICCD ha concentrato le proprie attività sull’analisi e sull’applicazione delle potenzialità offerte dal semantic web e dai suoi strumenti. Uno dei risultati è il progetto ArCo, il grafo della conoscenza del patrimonio culturale italiano, costituito da una rete di ontologie e da oltre 169 milioni di triple riferite a oltre a 800 mila schede catalografiche. ArCo si basa sui dati del Catalogo generale dei beni culturali dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione del MiBACT e sui dati dei suoi archivi fotografici. ArCo è distribuito congiuntamente con uno SPARQL endpoint, un software per convertire i record di catalogo in RDF e una ricca suite di materiale di documentazione (test, valutazione, istruzioni, esempi ecc.).
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Allegrezza, Stefano, et Daniela Pini. « Un tesoro nascosto : il progetto di valorizzazione del carteggio Pietro Mascagni - Anna Lolli ». DigItalia 16, no 1 (juin 2021) : 101–16. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00029.

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Résumé :
Il fondo Anna Lolli, custodito nel Museo Storico Pietro Mascagni a Bagnara di Romagna, racchiude, oltre a materiale di varia natura (tra cui spartiti musicali, fotografie autografate, pubblicazioni relative al musicista, ritagli di giornali dell'epoca ecc.), un vero e proprio “tesoro nascosto” formato dal carteggio tra Mascagni ed Anna Lolli. Si tratta di alcune migliaia di lettere, ad oggi conosciute ancora solo da pochi, che costituisce una fonte di primaria importanza per ricostruire non solo la vita del Maestro ma anche quella di tutti coloro che gravitarono attorno a lui. L’articolo descrive il progetto di valorizzazione di questo carteggio che ha avuto inizio nel 2018 e che consentirà di portare alla luce questo immenso patrimonio culturale relativo ad uno dei musicisti più importanti del XX secolo.
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Pepe, Dunia, et Debora Vitali. « Il patrimonio culturale metafora dell'interdisciplinarità : storie, conoscenze, tecnologie e professioni ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 36 (février 2022) : 103–19. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036010.

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Résumé :
Il patrimonio culturale rappresenta un settore strategico per lo sviluppo della società, dell'economia e del lavoro. Una dimensione essenziale della gestione e della fruizione del patrimonio culturale è il processo della sua digitalizzazione. Accanto al patrimonio culturale esiste ormai un patrimonio culturale digitale che ne garantisce la conservazione, la diffusione e la valorizzazione. Le nuove tecno-logie hanno trasformato l'organizzazione di musei, gallerie, siti d'arte e siti archeologici. Queste stesse tecnologie hanno consentito la diffusione e l'operabilità a livello internazionale di infrastrutture digitali di informazione e ricerca. La digitalizzazione ha consentito ai luoghi della cultura di sperimentare nuovi legami, con i territori e con i cittadini, già dall'inizio degli anni 2000 e soprattutto a seguito del lockdown imposto dalla pandemia da Covid 19. Le tante attività di digitalizzazione volte a valorizzare i beni culturali richiedono sia co-noscenze umanistiche che scientifiche. Da un lato, esse implicano la creazione di realtà virtuali e modellizzazioni per una diversa e più profonda conoscenza, dall'altro lato, richiedono l'uso dell'intelligenza artificiale e dei big data per ricostruire il passato delle culture o per conoscere i flussi turistici nei siti d'arte. Anche le professioni, le competenze ed i percorsi formativi legati alla digitalizzazione dei beni culturali nascono dalle interazioni tra sistemi fisici e sistemi virtuali, da conoscenze ed esperienze di diversa natura.
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Montaruli, Valeria. « L'istituzione del tribunale unico per le persone le famiglie e i minori, l'unificazione dei riti e la considerazione dell'interesse del minore ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (avril 2022) : 26–40. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-003003.

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Résumé :
L'articolo analizza i principali aspetti della delega contenuta nella legge 26 novembre 2021, n. 206 sulla riforma del processo civile, analizzando i principali profili ordinamentali relativi all'istituendo "Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie" ed evidenziando come l'estesa monocraticità e la marginalizzazione della multidisciplinarietà rischino di porre al centro il conflitto familiare e di depotenziare la tutela del minore in situazioni di pregiudizio. In questa chiave, si esaminano alcuni aspetti relativi alla delega sul rito unico, concludendo che l'imponente sforzo di unificazione e razionalizzazione di una materia così frammentata potrà produrre i risultati sperati, solo attraverso una piena valorizzazione del patrimonio esperienziale e culturale della giustizia minorile.
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Mantini, Silvia, Fabio Graziosi, Fabio Franchi et Stefano Boero. « La tecnologia 5G e i beni culturali : percorsi di storie e architetture all’Aquila ». DigItalia 15, no 2 (décembre 2020) : 117–25. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00019.

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Résumé :
All’indomani del terremoto del 2009, l’Università dell’Aquila ha realizzato progetti di tutela e valorizzazione dei beni culturali che rispondono a esigenze di comunicazione dell’invisibile, di fruizione del visibile differentemente collocato e del recupero di facies sparite. Con particolare riferimento al patrimonio storico-artistico della città, la tecnologia 5G ha permesso la sperimentazione di soluzioni di realtà aumentata e virtuale che hanno riguardato chiese e palazzi ricostruiti. La traduzione delle ricerche d’archivio in approcci storici digitali, in pratiche di public history e in esperienze di editoria aumentata ha consentito, attraverso le ICT, una più ampia accessibilità ai contenuti multimediali da parte di diversi pubblici di fruitori.
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Pugliano, Antonio. « Studi per la conservazione e la valorizzazione del Patrimonio culturale e del paesaggio di Tivoli. » Boletin de Arte 37 (30 octobre 2016) : 157–74. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2016.v0i37.3276.

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Mantini, Pierluigi, et Alberto Scaravaggi. « I fondi immobiliari nel federalismo patrimoniale. Profili giuridici ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 161–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058016.

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La riforma del federalismo fi scale prende avvio con la legge delega n. 42/2009 e con il primo decreto attuativo n. 85/2010 sul federalismo patrimoniale. In particolare, l'art. 6 del decreto intende favorire la valorizzazione dei beni attraverso fondi comuni di investimento immobiliare e sancisce precise regole affinché i fondi possano svolgere un ruolo attivo. I fondi immobiliari sono strumenti finanziari che consentono ai risparmiatori di partecipare ai risultati economici di iniziative immobiliari, utilizzando il modello organizzativo del patrimonio gestito da un intermediario professionale, le Sgr (Societŕ di gestione del risparmio) che si occupano di fondi immobiliari. In specie, i fondi ad apporto pubblico possono costituire uno strumento evoluto per le politiche di sviluppo urbano.
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Torlontano, Rossana. « Un patrimonio storico e artistico inedito e inesplorato ». DigItalia 15, no 1 (juin 2020) : 114–21. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00009.

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Résumé :
Il progetto Edizione digitale dei Monumenti Adriani e degli Annali Acquaviviani è stato finanziato dall’Agenzia per l’Italia Digitale con un accordo di collaborazione con il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università di Chieti. L’obiettivo è stato la realizzazione di ricerche ed azioni specifiche finalizzate alla conservazione a lungo termine, allo studio, alla valorizzazione e alla divulgazione via internet del patrimonio storico e documentario inedito dei Monumenti Adriani e degli Annali Acquaviviani, volumi manoscritti da Nicola Sorricchio tra il 1755 e il 1785 conservati presso la biblioteca privata dei suoi eredi. Essi trattano la storia di Atri e del territorio circostante dall’età medievale fino alla seconda metà del Settecento, dominata dalle vicende e dalla politica della famiglia degli Acquaviva nel ramo dei duchi d’Atri. È stata creata una Digital Library che ospita la riproduzione digitale dei volumi garantendone la conservazione a lungo termine e la possibilità di essere consultati sia attraverso il sito http://sorricchio.dilass.unich.it che sulla Teca Digitale Italiana di Internet Culturale. I dati sono stati digitalizzati e memorizzati nel formato MAG, standard per l’ICCU, e archiviati in modo permanente nel formato interno richiesto dal software Fedora Commons opportunamente configurato con un content model adatto a rappresentare opere testuali manoscritte. Il sistema web-based realizzato ha consentito l’indicizzazione complessa di concetti e temi importanti per la ricerca e la realizzazione di apparati scientifici tramite annotazioni e/o database, con l’obiettivo ultimo di divulgare anche questa documentazione digitalizzata e i risultati della ricerca nel sito web dedicato del progetto.
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Vallone, Cinzia, et Valerio Veglio. « La valorizzazione del patrimonio artistico come driver per lo sviluppo del territorio : il caso dell'albergo diffuso ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (novembre 2014) : 109–30. http://dx.doi.org/10.3280/mc2014-004007.

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Servalli, Stefania. « Editoriale. La ricchezza di un patrimonio e le prossime iniziative per la sua valorizzazione nella ricerca storica ». CONTABILITÀ E CULTURA AZIENDALE, no 1 (juin 2015) : 5–6. http://dx.doi.org/10.3280/cca2015-001001.

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Candela, Andrea. « Il contributo della riflessione ecologica negli studi di storia della cultura materiale. Considerazioni di sintesi ». SOCIETÀ E STORIA, no 137 (septembre 2012) : 627–39. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137005.

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Résumé :
La storia della cultura materiale ha ormai assunto la funzione di utile strumento di ricerca mediante il quale accrescere l'insieme delle conoscenze riguardanti una specifica area geografica, consentendo la valorizzazione del suo complesso patrimonio di risorse naturali ed antropiche. Gli studi di cultura materiale hanno infatti acquisito, nel contesto delle indagini storiche e paesaggistiche italiane, sulla scia della lezione europea ed internazionale, un ruolo preliminare nelle differenti iniziative di riqualificazione economica e culturale del territorio. Si veda, ad esempio, l'esperienza, ormai diffusa, che ha incoraggiato la nascita di diverse realtÀ ecomuseali. L'articolo cerca dunque di chiarire l'importanza di tale settore di ricerche nello studio interdisciplinare della storia e della conservazione del territorio, ripercorrendone gli andamenti storico-epistemologici e illustrandone alcune linee di sviluppo relativamente recenti, che hanno coinvolto ambiti quali le scienze naturali e biologiche.
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Pugliano, Antonio. « I progetti della conoscenza e del restauro per la conservazione e la valorizzazione delle architetture e degli oggetti d’arte ». Boletín de Arte, no 32-33 (8 mars 2018) : 567–90. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2012.v0i32-33.4294.

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Résumé :
El presente artículo versa sobre los orígenes culturales y los antecedentes históricos que constituyen la base de la metodología proyectual de la restauración, enfocada a la valorización del patrimonio. Dicha metodología comporta una redefinición del actual concepto de restauración, acorde con las nuevas exigencias que plantea el uso y disfrute de los bienes culturales. El método restaurador al cual nos referimos y que exponemos en este trabajo a través de algunos ejemplos reales, debe resultar útil para la valorización de la arquitectura y de las obras de arte, las cuales deben ser conservadas correctamente en la plenitud de sus valores y significados.
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Battilani, Patrizia, Antonella Cerabona et Sabina Sgobba. « Il ruolo dei residenti nella valorizzazione del patrimonio culturale. I siti Unesco di Matera e di Alberobello a confronto ». Rivista di Scienze del Turismo - Ambiente Cultura Diritto Economia, no 1 (juin 2014) : 15–42. http://dx.doi.org/10.7358/rst-2014-001-batt.

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Mondolo, Silvia. « Il Lanificio di Manerbio e la riorganizzazione marzottiana degli anni trenta ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (juillet 2010) : 41–77. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-001002.

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Il saggio ripercorre le trasformazioni che coinvolsero lo stabilimento bresciano negli anni trenta. A partire dall'acquisizione da parte di Gaetano Marzotto Jr nel corso del 1927, si tracciano i passaggi fondamentali della riorganizzazione aziendale che portarono il lanificio bresciano, attraverso un progressivo processo di co- ordinazione e accentramento, ad essere parte importante della piů grande impresa laniera italiana quale divenne l'industria Marzotto nel corso degli anni trenta. L'imposizione di una razionalizzazione gestionale prende avvio da un piano di riduzione dei costi e da una rigida organizzazione del personale e del lavoro accompagnata da progressivi ammodernamenti e potenziamenti tecnico-impiantistici, e da una articolata politica di welfare aziendale. Note biografiche: Silvia Mondolo laureata in Storia presso l'Universitŕ degli studi di Milano con una tesi dal titolo Il Lanificio di Manerbio dalla nascita alla seconda guerra mondiale (1907-1940), attualmente frequenta il Master in "Conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio industriale" presso l'Universitŕ degli studi di Padova. Email: silvia.mondolo@virgilio.it
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Bindi, Letizia. « Mangiare con gli occhi. Cibo, rappresentazioni della localitŕ e scenari translocali ». CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no 6 (juin 2010) : 67–89. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006005.

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L'articolo affronta il tema della attribuzione di tipicitŕ a prodotti agroalimentari e del rapporto che questi processi intrattengono con la costruzione delle identitŕ locali e della valorizzazione e commercializzazione dei territori. Partendo da alcune etnografie in fase di avvio alcune, di svolgimento altre - particolarmente in Molise - l'autrice intende mostrare la complessitŕ dei rapporti intrattenuti tra produzione agroalimentare, strategie di promozione culturale dei territori da parte istituzionale e privata e livelli sovralocali e talora anche sovranazionali di definizione della tipicitŕ dei prodotti e di loro ammissibilitŕ nei circuiti commerciali (disciplinari, tutela, fonti di finanziamento specifiche). Accanto a ciň questo studio ha la finalitŕ di mostrare come i processi di trasformazione degli stili del gusto enogastronomico rientrino progressivamente in una riformulazione dell'idea stessa di tipicitŕ e nella piů ampia definizione di un patrimonio immateriale che tiene insieme paesaggi e comunitŕ di pratica, ambiente, tradizioni e marketing dei territori, attivismo locale e quadri di riferimento politico-istituzionali sovralocali. L'ultima parte del saggio, infine, tenta di individuare un'ulteriore pista di indagine sui temi della reinvenzione del cibo attinente l'insieme dei media (anche di ultima generazione) nella costruzione di mode e stili del gusto di tipo contemporaneo concretamente sganciati da un'afferenza territoriale, ma sempre piů "ri-localizzati" sul piano simbolico.
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Zamboni, Alberto. « Nuove osservazioni su una glossa botanica mediolatina : citamus 'colchico' ». Linguistica 49, no 1 (29 décembre 2009) : 247–56. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.247-256.

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Résumé :
Il grigion. schiombla, tschiombla ‘colchico’, lombardo alpino or. ciĝám(b)ula, si-, trent.occ. (Giudicarie) čiĝámbọla, segámbola ecc., insieme forse con lo sporadico friul. subalpino siàngala, ven- gono attribuiti nel noto ribelle di V. Bertoldi (1923: §§ 71–3) ad una glossa mediolatina citamus, cito- mus, riportata nel Diefenbach ma piuttosto isolata e possibile cattiva lettura di cart(h)amus (1288, 1304). L’ipotesi passa attraverso un suffissato (e non documentato) *citamŭla, che renderebbe le numerose varianti dialettali attraverso una normale lenizione di -t- > -d- > -ø- (con eventuale refezio- ne tramite -g-) – tratto fonetico estraneo tuttavia al friulano – e si oppone a quella sostenuta in prima istanza da Michael (1905), che pensava ad un *cicamŭla dissimilato da *ciclamŭla, derivato da cyclāmen ‘ciclamino’, i cui fiori hanno somiglianza con quelli del colchico e del croco. Va tuttavia riconosciuta ad Alessio la valorizzazione del meridionale šamo ‘giusquiamo’, solanacea velenosa di lontana tradizione per le sue proprietà farmacologiche (così come per il colchico, una liliacea): una forma, almeno semipopolare, che a mio avviso può esser stata diffusa anche in aree settentrionali, sempre in una variante suffissata *šámula, *siá- che rende facile conto del patrimonio grigionese schiombla (/š/!), lombardo segám(b)ola, meno invece del friulano siángala. Una nuova soluzione che offre il vantaggio di recuperare un filone autonomo ed elaborato di hyoscyamus in un areale alpino sostanzialmente omogeneo.
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Compagnone, Denise. « Acea, la memoria recuperata. L’archivio storico e il museo immersivo come strumenti per la tutela e la valorizzazione di un secolo di patrimonio culturale aziendale ». DigItalia 17, no 2 (décembre 2022) : 78–86. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00053.

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Gallo, Anna, et Sergio Leon Guerrero. « Juan María Montijano. » Revista Eviterna, no 10 (28 septembre 2021) : 55–66. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.12956.

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Résumé :
A partire da una riflessione maturata da Juan María Montijano riguardo la natura metafisica del design, intesa quale custode del reale significato degli oggetti che ci circondano, lo studio approfondisce il ‘valore immateriale dei prodotti materiali' con l’intento di invitare a porre attenzione non solo sul binomio forma-funzione ma anche sulla stratificazione intangibile che lo sostiene. Una dimensione considerata privilegiata in quanto qui si incontrano il processo progettuale e l’esperienza d’uso contribuendo entrambi a liberare gli oggetti dall’anonimato della standardizzazione e dai rischi della spersonalizzazione, dotandoli di una sorta di ‘biografia’. In questo modo le cose si trasformano in storie, linguaggi, relazioni. A supporto della tesi della ‘metafisica del disegno’, il terzo paragrafo indaga il pensiero di studiosi del Novecento – da Barthes, Baudrillard, Selle, Kopytoff, De Fusco, le cui ricerche convergono da prospettive differenti verso l’idea di una dimensione culturale del quotidiano costruita mediante i significati e i segni appartenenti alle sue componenti piccole e grandi. In tal senso anche il termine ‘patrimonio’ viene considerato nell’accezione inglese di Cultural Heritage, ovvero come giacimento attivo da continuare ad alimentare nel tempo attraverso strumenti in grado di valorizzarne i contenuti aggiornandoli e rendendoli accessibili e fruibili. Tra questi la tecnica dello storytelling, canale narrativo che pone in evidenza in particolar modo l’immateriale, ritrovando quindi nei contenitori culturali come archivi e biblioteche delle dimensioni in grado di favorire lo sviluppo di azioni strategiche finalizzate a incrementare conoscenza e cultura. Da qui la parte finale del testo è dedicata ad esaminare l’opera di valorizzazione portata avanti da Juan María Montijano per oltre quindici anni nella Biblioteca e nell’Archivio del san Carlo alle Quattro Fontane a Roma al fine di tutelare, raccontare e trasmettere nel tempo la memoria storica custodita al suo interno.
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Vetrugno, Roberto, et Alice Migliorelli. « VARIANTI E VARIETÀ DI APPRENDIMENTO CONSERVATE NELL’ARCHIVIO STORICO DELL’UNIVERSITÀ PER STRANIERI DI PERUGIA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (26 juillet 2022) : 273–90. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18178.

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Résumé :
L’Archivio storico dell’Università per Stranieri di Perugia conserva un patrimonio documentario di enorme interesse: l’Ateneo negli ultimi anni si è pertanto impegnato nella sua valorizzazione, in particolare della serie “Esami” che raccoglie le prove scritte sostenute dagli studenti stranieri dal 1926 al 1987. Si tratta di un percorso attraverso testi di varietà di apprendimento in diacronia, con implicazioni di storia della glottodidattica di italiano L2. Il saggio intende presentare questi testi d’esame partendo dagli assunti teorici dell’analisi degli errori, proposti negli ultimi anni da Cecilia Andorno. A titolo d’esempio vengono analizzati e classificati gli errori di alcuni testi ed evidenziati gli aspetti sistematici dell’interlingua. Sono inoltre trascritte e analizzate le brutte copie di due prove, al fine di riconoscere l’officina dell’apprendente con le “varianti di apprendimento” richiamate nel titolo. Infine un accenno al corpus digitale che raccoglierà i testi d’esame perché possano essere interrogati in base alle categorie grammaticali e alle tipologie d’errore. Variants and varieties of learning preserved in the historical archives of the University for Foreigners in Perugia The Historical Archive of the University for Foreigners in Perugia preserves a documentary heritage of enormous interest: the University has therefore undertaken its valorization over the last few years, particularly regarding the “Examinations” series, which collects written tests taken by foreign students from 1926 to 1987. It is a diachronic journey through learning variety texts, with insights into the history of Italian L2 teaching. The paper aims to introduce these examination texts from the theory of error analysis proposed in recent years by Cecilia Andorno. By way of example, errors in some texts are analyzed and classified and systematic aspects of interlanguage are highlighted. Draft copies of two tests are also transcribed and analyzed in order to recognize the learner’s approach with reference to the “learning variants” recalled in the title. Finally, mention is made of the digital corpus that will collect exam texts so that they can be analyzed according to grammatical categories and error types.
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Converti, Fabio, et Piera Della Morte. « Siti Unesco : Prospettive di valorizzazione dei patrimoni rurali ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (décembre 2011) : 81–99. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004007.

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Résumé :
L'attuale contesto di competizione globale, tra cittÀ, aree metropolitane, regioni economiche, sta incidendo fortemente anche sullo sviluppo di aree rurali ad alto valore paesaggistico-culturale, fino a pochi anni fa quasi del tutto escluse dai processi di territorializzazione degli investimenti. Al fine di comprendere al meglio questi inediti processi, l'autore sostiene che sia necessario formulare nuove interpretazioni critiche sul tema del marketing territoriale e sui suoi rapporti con piani e strumenti di gestione e valorizzazione di siti UNESCO caratterizzati da un alto grado di ruralitÀ.
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Cardi, Mavie. « Prospettive di ridefinizione degli assetti proprietari del capitale della Banca d'Italia : profili giuridici e valutativi ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (juin 2010) : 445–64. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003003.

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Résumé :
Il tema della proprietŕ delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia rimane ancora irrisolto nonostante siano decorsi i tre anni previsti dalla legge di riforma del risparmio per dare una soluzione attuativa al problema. L'articolo 19, comma 10, della l. 28 dicembre 2005, n. 262 ha previsto infatti una ridefinizione in senso pubblicistico dell'assetto proprietario della Banca; tuttavia, la mancata indicazione da parte del legislatore dei criteri da seguire nell'individuazione dei nuovi azionisti e dei canoni contabili da applicare per la valorizzazione delle quote, č stata di ostacolo nell'identificazione di idonee soluzioni. Restano fermi i numerosi interrogativi che giŕ in passato si sono posti con riguardo alla ricerca di correttivi di detta «anomalia» istituzionale. Il presente lavoro nel riferimento alla peculiare configurazione ordinamentale della Banca d'Italia č orientato alla ricerca di metodi di valutazione del capitale della Banca d'Italia volti a verificare la concreta proposizione di ipotesi definitorie della problematica in parola. In primo luogo si sottolinea che le tecniche utilizzate nell'apprezzamento dei titoli societari non sembrano applicabili nel caso di specie, in ragione della specificitŕ delle «quote» di partecipazione al capitale della Banca centrale (basti pensare alle differenze riguardanti il regime di circolazione degli ordinari titoli azionari ed il significato diverso che gli stessi rivestono dal punto di vista commerciale o del patrimonio di vigilanza). Da qui una prima conclusione che esclude la possibilitŕ di riferire al capitale della Banca d'Italia i criteri valutativi che, a vario titolo, vengono in considerazione per la determinazione del valore patrimoniale dell'asset in questione. Successivamente, l'analisi - fermi i profili di non trasferibilitŕ delle quote da parte dei futuri acquisitori delle stesse - non preclude la concreta possibilitŕ di far ricorso, nel caso di specie, all'applicazione, non solo teorica, ma pratica, di criteri valutativi basati sul valore reddituale. In particolare, si riscontra l'effettiva applicabilitŕ del Discounted Dividend Model, metodo che - assumendo a criterio di riferimento un elemento reddituale, il dividendo (in questo caso valorizzato dalla presenza di significative componenti di rendimento aggiuntivo) - trova un preciso riscontro nelle componenti economiche che qualificano la partecipazione al capitale della Banca d'Italia e pertanto appare non soltanto teoricamente, ma anche tecnicamente, applicabile nella fattispecie.
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Broccolini, Alessandra, et Katia Ballacchino. « La zuppa, il fuoco e il lago. Cibo e identitŕ intorno al lago di Bolsena ». CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no 6 (juin 2010) : 102–33. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006007.

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Résumé :
Il saggio prende spunto da un lavoro di ricerca e documentazione relativo ai beni demoetnoantropologici immateriali promosso dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero per i Beni e le Attivitŕ Culturali, che č stato condotto sui saperi e le pratiche alimentari nell'area del lago di Bolsena (provincia di Viterbo). In particolare il saggio analizza il ruolo che occupa un piatto tradizionale dell'alimentazione lacustre denominato sbroscia - una zuppa di pesci di lago - nella definizione dell'identitŕ locale entro pratiche e saperi della contemporaneitŕ. Questo piatto che, a causa di un sapore denso e di una natura poco adatta ai palati turistici non si č trasformato in prodotto commerciale, rappresenta per molti aspetti un elemento narrativo e uno strumento catalizzatore di sentimenti di appartenenza al lago, grazie alla sua origine mitica e arcaica, al suo rapporto intimo e solido con l'ambiente naturale lacustre e con la cultura locale della pesca tradizionale, di natura prettamente maschile. La riflessione antropologica proposta vuole riflettere sulle problematiche insite nei processi di patrimonializzazione della cultura immateriale locale prodotti dalle pratiche ministeriali di catalogazione (attraverso la scheda BDI), che a fatica riescono a restituire la complessitŕ del rapporto cibo/identitŕ in quello che viene da piů parti definito il lago "che si beve", proprio per l'uso alimentare delle acque lacustri che si faceva e che si fa ancora nella preparazione locale della sbroscia. Sono proprio le acque del lago, infatti, insieme ad un uso tutto maschile del fuoco "non domestico" e all'utilizzo del "pignatto" per cucinare la sbroscia che rendono la preparazione e la consumazione di questo piatto un rito significativo sul piano simbolico per i pescatori che vivono questo territorio. Persino l'abitudine di mangiare la sbroscia con le mani entra nel confine identitario, nella memoria narrativa dei pescatori che si rifanno ad un passato premoderno. Nell'uso quotidiano contemporaneo della sbroscia si rileva il suo rapporto opaco con altri luoghi del consumo alimentare: i paesi lontani dal lago, le sagre e i ristoranti del luogo, confermando la sua forte caratteristica di piatto "intimo" e non commerciale, privato, selettivo e di retroscena. In che modo quindi, questo cosě complesso bene effimero, in bilico tra materiale e immateriale, si puň inserire in un processo di valorizzazione del territorio e delle comunitŕ locali legato al loro sviluppo sostenibile? A questo e ad altri interrogativi relativi al patrimonio etnografico, tenta di rispondere il saggio in questione.
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Coscia, Cristina. « Paesaggi elettrici e nuove economie : valori, patrimoni, responsabilità sociali e management ». Labor e Engenho 11, no 4 (26 décembre 2017) : 436. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651197.

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Résumé :
A fronte di imponenti operazioni di ristrutturazione industriale -in particolare di ripensamento di tutto il processo economico di produzione dell’energia- che coinvolgono molte aree dell’Occidente (e non solo), una questione emergente è quella dei patrimoni “elettrici” dismessi e della riqualificazione dei contesti su cui sono localizzati. Il percorso della valorizzazione –di fatto consolidato disciplinarmente- per questo comparto offre suggestioni di ricerca e di dibattito con alcuni elementi di innovazione: 1) una reinterpretazione della teoria del valore e delle sue componenti classiche; 2) la sinergia tra interventi architettonici e interventi economici strutturali; 3) l’urgenza di operazioni di censimento, di costruzione di conoscenza attraverso banche dati e nuovi flussi di informazioni; 4) il control management dei processi. Il contributo ha l’intento di ripercorrere lo stato dell’arte sul tema e di rileggerlo alla luce dei nuovi approcci di valorizzazione uniti ad un’ottica ambientale e di economia circolare. Fanno da supporto a tale analisi critica, la lettura di casi nazionali italiani (a partire dalle operazioni condotte da Enel) ed internazionali, dove si stanno già generando esternalità, intangibile e benefici attesi oltre che plusvalori economici.
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Lauria, Antonio. « Regenerating villages in the inner areas through cultural and experiential tourism / Rigenerare i paesi delle aree interne attraverso il turismo culturale e di esperienza ». Valori e Valutazioni 30 (août 2022) : 101–18. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223007.

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Résumé :
This article discusses towns in the inner areas affected by depopulation. It starts with a broad introduction to illustrate the critical issues that threaten their very existence, but also their potential and hope, and the planning capabilities that sometimes characterise the communities that inhabit them. It then describes a methodology which outlines sustainable local development processes based on knowledge, safeguarding and enhancing the cultural heritage (tangible and intangible; natural and anthropic). The aim is to contribute ideas and substantial proposals to improve the quality of life of the inhabitants of villages in the inner areas, creating new work opportunities linked to cultural and experiential tourism, strengthening the local identity and social networks. This methodology was tested as part of a research project – The Diaspora as a Resource for the Knowledge, Preservation and Enhancement of the Lesser Known Cultural Sites in Albania – carried out from 1 May 2019 to 31 July 2020 by the Interdepartmental Research Unit Florence Accessibility Lab of the University of Florence on behalf of the International Organization for Migration- IOM (the United Nations agency for migration). Members of the Albanian diaspora in Italy (university students and young architects and researchers) were part of the working group of the research, which focused on five Albanian villages situated from the north to the south of the country. Questo articolo tratta dei paesi delle aree interne interessati dal fenomeno dello spopolamento. L’articolo si apre con un’ampia introduzione finalizzata ad illustrare le criticità che minacciano la loro stessa esistenza, ma anche le potenzialità e le speranze che esprimono e le progettualità che talvolta caratterizzano le comunità che li abitano. Successivamente è descritta una metodologia volta a delineare processi di sviluppo locale sostenibile basati sulla conoscenza, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale (tangibile e intangibile; naturale e an- tropico). L’obiettivo è quello di offrire un contributo di idee e di proposte concrete volto a migliorare la qualità della vita degli abitanti dei paesi delle aree interne, creando nuove opportunità di lavoro legate al turismo culturale e di esperienza, rafforzando l’identità locale e le reti sociali. Questa metodologia è stata testata nell’ambito di una ricerca – The Diaspora as a Resource for the Knowledge, Preservation and Enhancement of the Lesser Known Cultural Sites in Albania – svolta dal 1° maggio 2019 al 31 luglio 2020 dall’Unità di Ricerca Interdipartimentale Florence Accessibility Lab dell’Università di Firenze per conto dell’International Organization for Migration- IOM (l’Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione). Nel gruppo di lavoro della ricerca, incentrata su cinque villaggi albanesi situati da sud a nord del Paese, hanno prestato il loro lavoro membri della diaspora albanese in Italia (studenti universitari, giovani architetti e ricercatori).
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Nassichuk, John. « Per la valorizzazione del patrimonio culturale della Campania : Il contributo degli studi medio- e neo-Latini. Giuseppe Germano, ed. Latinae Humanitatis Itinera Nova : Collana di Studi e Testi della Latinità medievale e umanistica 2. Naples : Paolo Loffredo Iniziative Editoriali, 2016. 216 pp. €16.50. » Renaissance Quarterly 72, no 1 (2019) : 248–49. http://dx.doi.org/10.1017/rqx.2018.19.

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Annese, Mariella, Antonio Labalestra et Marco Pietrosante. « Landscape transformation and territorial marketing. The Noi Techpark restoration project in Bolzano : a remarkable case of territorial branding ». Valori e Valutazioni 30 (août 2022) : 135–48. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223009.

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Résumé :
The Noi Techpark project in Bolzano has substantially transformed a portion of the Bolzano surroundings, localizing university and management functions in an area characterized by the presence of a dismissed industrial settlement built between the two World Wars by the Montecatini group. The project was pursued through the creation of a technology park, renovating the structures of the old factory which was in a state of abandon and then acquired by the Autonomous Province of Bolzano. This allowed the establishment of a pole of new public- private structures for technology transfer. The present paper intends to retrace the history of this intervention, describing its main characteristics in terms of urban form, functions and presence of public spaces in relation to the achievement of the objective of re- evaluating an entire urban area. including the relevant residential zone. But at the same time the ambition of the essay lies in the attempt to represent how, in the assessment of the complexity of local policies of territorial development, a significant role is played by the ability to contribute to economic growth in terms of birth of new businesses, improvement of competitiveness of existing ones, enhancement of financial resources, human and material present in the area and, finally, the ability to attract new productive factors in the area. In this sense, the Noi Techpark project is emblematic. Il Progetto Noi Techpark a Bolzano ha trasformato in maniera sostanziale una porzione consistente della periferia di Bolzano, localizzando funzioni universitarie e direzionali in un’area caratterizzata dalla presenza di un insediamento industriale dismesso realizzato, negli anni tra le due guerre mondiali, dal gruppo Montecatini. L’intervento è stato perseguito mediante la realizzazione di un parco tecnologico che, attraverso il risanamento delle strutture del vecchio opificio – acquisito al patrimonio della Provincia autonoma di Bolzano dopo il suo abbandono – ha permesso l’istituzione di un polo di nuove strutture pubblico-private destinate al trasferimento tecnologico. Il presente contributo intende ripercorrere la storia di questo intervento, soffermandosi nel descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici in relazione al raggiungimento dell’obiettivo di rivalutare un’intera area urbana. Ivi compreso quella occupata dal tessuto residenziale di pertinenza. Ma allo stesso tempo l’ambizione del saggio risiede nel tentativo di rappresentare come, nella valutazione della complessità delle politi- che di sviluppo locale di un territorio, un ruolo rilevante sia ricoperto dalla capacità di contribuire alla crescita economica nei termini di nascita di nuove imprese, di miglioramento della competitività di quelle esistenti, di valorizzazione delle risorse finanziarie, umane e materiali presenti in loco e, infine, dalla capacità di attrarre nuovi fattori produttivi sul territorio. Proprio in questo senso Il progetto del parco tecnologico Noi Techpark sembra emblematico. Nell’aver perseguito, oltre al risanamento di un’area industriale di smessa, l’obiettivo della creazione e della diffusione dell’innovazione per mezzo di un brand territoriale. In questo modo, al vantaggio di arginare la perdita di valore del contesto edilizio dell’intera area, si aggiunge il risultato prestigioso di aver messo in contatto i laboratori di ricerca, da un lato, e il tessuto imprenditoriale, dell’altro. L’intera operazione restituisce, dunque, un contesto entro cui è stato possibile sviluppare la capacità di trasferire know-how, di diffondere informazioni tecnologiche sul territorio, di creare un network di relazioni che stanno alla base della diffusione e della creazione della conoscenza e dello sviluppo di un ambito territoriale. Tutti elementi, non immediatamente quantificabili in termini economici nel breve periodo, ma che ci sembra debbano essere presi in considerazione nelle valutazioni complessive del vantaggio dell’opportunità di portare a termine questo tipo di iniziative.
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Acampa, Giovanna, et Claudia Mariaserena Parisi. « Cultural heritage management : optimising procedures and maintenance costs ». Valori e Valutazioni 29 (janvier 2022) : 79–102. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212907.

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Résumé :
The management of maintenance activities is an ongoing concern for facility managers in the existing building sector due to its complexity and uncertainty. This applies all the more to cultural heritage as protection, preservation and enhancement are a priority in order to keep the artistic and cultural value of historical assets for future generations. In addition, problems related to the increasingly limited economic resources complicate maintenance management processes. Therefore, it has become a common standard to carry out maintenance activities only when actual emergencies occur, thus causing inefficiencies in the planning of Facility Management activities and an increase in maintenance costs. This paper shows a method to support the management decision-making in maintenance activities through Building Condition Assessment (BCA) processes integrated with Building Information Modeling (BIM) systems. The main objective is to develop a maintenance management strategy and support technicians in identifying maintenance priorities in a practical, simple and automated way in order to optimise procedures and costs. To achieve such a goal, the method proposes a BCA process that uses the following tools: 1) building breakdown structure according to UNI 8290 adapted to historic buildings; 2) a degradation level index and a technological and operational connection matrix to assess opportunity maintenance; 3) field inspections and data collection on Excel spreadsheets acting as external Database; 4) data management in BIM environment using Revit as BIM Authoring Software and Dynamo scripts as visual programming language (VPL) to link external Database to BIM model. The results highlight the important role of BIM in Facility Management of existing buildings and buildings of historical and cultural value by allowing the continuous update of information in a single BIM model for BCA purposes and shows a great potential to support facility managers in managing building maintenance activities and optimising costs. La natura complessa, incerta e dinamica della gestione delle attività di manutenzione è fonte di continua preoccupazione per i facility managers che operano nel settore del patrimonio edilizio esistente. In particolare, nel campo dei beni culturali, la tutela, conservazione e valorizzazione sono una priorità per preservare il valore artistico-culturale dei beni storici alle generazioni future. Purtroppo, alla complessa gestione della manutenzione si aggiungono problemi relativi alle risorse economiche sempre più limitate. In questa situazione infatti, sembra essere diventato uno standard comune intervenire con attività di manutenzione solo quando si presentano effettivi casi di emergenza, causando così inefficienze nella pianificazione delle attività del Facility Management e, conseguentemente, un aumento dei costi della manutenzione. Questo paper espone un metodo per supportare le scelte decisionali dei gestori nelle attività di manutenzione attraverso i processi di Building Condition Assessment (BCA) integrati ai sistemi di Building Information Modeling (BIM). L'obiettivo principale è sviluppare una strategia di gestione della manutenzione, dando ai tecnici il necessario supporto per individuare le priorità di intervento di manutenzione in modo pratico, semplice e automatizzato al fine di ottimizzare procedure e costi della manutenzione. Per raggiungere questo obiettivo, il metodo propone un processo di BCA che utilizza i seguenti strumenti: 1) scomposizione dell’edificio secondo la norma UNI 8290 adattata agli edifici storici; 2) un indice del livello di degrado e una matrice di connessione tecnologica e operativa per valutare manutenzioni di opportunità; 3) ispezioni in situ e raccolta dei dati su fogli di calcolo Excel che fungono da Database esterno; 4) gestione dei dati in ambiente BIM utilizzando Revit come BIM Authoring Software e scripts in Dynamo come linguaggio di programmazione visiva per il collegamento tra Database esterno modello BIM. I risultati della ricerca evidenziano l'importanza del ruolo del BIM nel Facility Management degli edifici esistenti e di pregio storico-culturale consentendo l'aggiornamento permanente delle informazioni in un unico modello BIM ai fini del BCA e mostra un grande potenziale per supportare i facility managers nella gestione delle attività di manutenzione degli edifici e nell’ottimizzazione dei costi.
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Bertilotti, Teresa. « «Una ragionevole compiacenza di appartenere a una gran nazione». Insegnamento della storia e valorizzazione dei patrimoni locali nella scuola elementare (1860-1923) ». Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 113, no 2 (2001) : 789–801. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2001.9831.

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Canessa, Nicola, et Alessia Zorloni. « Gestione, valorizzazione e trasmissione dei patrimoni artistici di famiglia ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (août 2017). http://dx.doi.org/10.3280/edt1-2017oa5141.

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Résumé :
La gestione e la valorizzazione dei patrimoni artistici familiari è una esigenza particolarmente sentita dalle nuove generazioni di HNWF (High Net Worth Families) proprietarie di importanti collezioni di opere d'arte. L'obiettivo di questo studio è quello di contribuire alla conoscenza delle diverse problematiche economichee giuridiche che le famiglie, con importanti patrimoni artistici, si trovano ad affrontare nella gestione e nella valorizzazione della propria collezione. Il lavoro analizzate le motivazioni e i bisogni delle famiglie nella gestione del loro patrimonio artistico affrontando anche gli aspetti giuridici della trasmissione del patrimonio artistico all'interno della famiglia e verso terzi.
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« Editoriale ». Manipolazioni metasemiche del patrimonio 2 NS, Issue 2 Ns, July 2019 (15 juin 2019) : 8. http://dx.doi.org/10.30682/aa1902introita.

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Résumé :
La cultura architettonica sulle Alpi sembra aver sviluppato negli ultimi anni una particolare sensibilità sul tema del riuso e della valorizzazione del patrimonio, maturando un approccio non ideologicamente conservativo che – sommato ad un’azione di “tutela critica” – introduce nuove modalità di manipolazione consapevole degli oggetti trasformabili. Questo numero esplora le possibilità del progetto di architettura nell’operare una sintesi intenzionalmente non risolta e volutamente tensionale tra dimensione storica e contemporanea, attraverso un processo di risignificazione del patrimonio.
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Calamia, Pietro. « Architettura rurale in Sicilia e valorizzazione del patrimonio storico e culturale ». UCOARTE. Revista de Teoría e Historia del Arte, 7 décembre 2020, 92–105. http://dx.doi.org/10.21071/ucoarte.v9i.13164.

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Résumé :
Il contributo si propone di esaminare i risultati che gli interventi di riqualificazione del patrimonio culturale apportano all’architettura rurale e al paesaggio siciliani, focalizzando l’attenzione sulla eventuale capacità di restituire centralità e adeguato valore al territorio e alla terra in quanto risorsa multifunzionale, in grado di assicurare servizi fondamentali per il benessere delle comunità locali, e di conservare il patrimonio storico, culturale e paesaggistico. A tal fine, si analizza in maniera dettagliata un caso studio di riqualificazione di un manufatto architettonico presente sul territorio del paesaggio rurale siciliano.
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Bocchieri, Emanuele, Ignazio Camarda et Vincenzo Satta. « Tutela e valorizzazione del patrimonio botanico dell'Arcipelago de La Maddalena ». Biogeographia – The Journal of Integrative Biogeography 18 (1996). http://dx.doi.org/10.21426/b618110451.

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Sani, Roberto. « La ricerca sul patrimonio storico-educativo in Italia ». Revista Linhas 20, no 44 (11 octobre 2019). http://dx.doi.org/10.5965/1984723820442019053.

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Résumé :
Il presente contributo si propone di indagare e ricostruire le ragioni che sono alla base dello sviluppo, all’interno degli atenei della Penisola italiana, di una specifica linea di ricerca scientifica e di didattica universitaria incentrata sul recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-educativo. L’autore presta altresì una particolare attenzione alla nascita in Italia, sul modello di quanto già accaduto in altre realtà accademiche europee, della S.I.P.S.E., la Società Italiana per lo studio del Patrimonio Storico-Educativo.Parole chiave: Storia dell'istruzione. Cultura materiale della scuola. Beni culturali. Italia. XX secolo.
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Madau, Caterina, et Salvatore Lampreu. « Cultural Heritage and New Technologies for the Tourist Enhancement of Cities ». Euro-Asia Tourism Studies Journal Special Issue in Italian, no 2021 (28 novembre 2021). http://dx.doi.org/10.58345/fadh7922.

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Résumé :
Tourism is considered to be among the most promising sectors for the socio-economic development of many regions. In the current scenario, cities compete for tourism also in terms of the cultural heritage and creative capital they offer. In this regard, the important contribution provided by Information and Communication Technologies (ICT) for the enhancement and transmission of the urban cultural heritage is recorded. If the advent of the Covid-19 pandemic has had serious consequences on all sectors, and in particular on tourism, cities are among the most affected territorial systems. The need to restart safely and respond to new tourism needs should push them to reshape their proposals, making more effective use of the advantages of technologies. After retracing the main stages that characterized the transition from the smart city to the smart tourism destination, this work explores, through an analysis of the literature and some policies adopted, the relationship between the uses of ICT and the enhancement of cultural heritage; if on the one hand its weight will be highlighted within the most widespread indices used on an international scale, on the other hand a selection of good practices for digitized tourism promotion of urban resources will be presented. The aim of this paper is to be a useful knowledge base for further studies, including applicative ones, which take into account the impacts of the pandemic that is still in progress and the main relaunch actions promoted at different scales.
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Argelli, Brunella. « Gli archivi dell’Udi nell’organizzazione bibliotecaria e archivistica regionale ». Clionet 06 (19 décembre 2022). http://dx.doi.org/10.30682/clionet2206ah.

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Résumé :
La Convenzione del 1989 tra la Regione Emilia-Romagna e il Coordinamento regionale dell’Udi per la valorizzazione dei propri archivi, dei centri di documentazione e delle biblioteche costituisce la base di un solido percorso di integrazione della memoria documentaria dei movimenti delle donne nel patrimonio culturale regionale. Con l’adesione degli archivi dell’Udi all’organizzazione bibliotecaria e archivistica regionale e con il recente progetto di partecipazione al sistema informativo IBC Archivi si profila una rete articolata di strutture per assolvere ai compiti di documentazione e informazione specialistica sul territorio.
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