Thèses sur le sujet « Università degli studi di Milano »

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Procopio, Elisa <1989&gt. « Learning Italian at the University : an observation experience at Politecnico di Torino and Università degli studi di Torino ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5718.

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Résumé :
La tesi si occupa della glottodidattica dell'italiano L2 ad adulti, e più precisamente a studenti universitari coinvolti in programmi di scambio - quali studenti Erasmus - o iscritti ad un corso di laurea in Italia. La glottodidattica ad adulti (conosciuta come andragogia, nella definizione di Knowles) presenta situazioni di apprendimento particolari e diversificate, che tengano conto dei bisogni tipici dei discenti adulti. Le sedi di ricerca, più nello specifico, sono il Politecnico di Torino e l'Università degli Studi di Torino; la tesi si basa su osservazioni dirette in due classi di italiano L2, tra di esse facilmente comparabili poiché composte unicamente di studenti universitari stranieri e poiché condividono lo stesso livello di competenze riferibili al Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: entrambe le classi, infatti, sono di livello A2. Tuttavia, le due classi sono numericamente molto differenti. Il dato appare interessante alla luce del fatto che la docente di riferimento per i due corsi è la medesima, e ciò mi ha permesso di focalizzare l'attenzione sulle diverse tecniche didattiche attuate in base al numero di studenti, sul materiale proposto e sulla risposta degli studenti stessi.
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2

Castellano, Mattia. « Business Process Management e tecniche per l'applicazione del Process Mining. Il caso Università degli Studi di Parma ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
In un mondo in cui l'apertura di nuovi mercati e l'introduzione di nuove tecnologie genera continuamente nuove opportunità, le aziende devono sempre più imparare ad adattarsi e a gestire il cambiamento. Con la diffusione del Process Thinking le organizzazioni iniziano a rendere propri concetti quali processi, attività, eventi, flussi, cambiamento e sviluppo. E' in questo scenario che nascono discipline orientate al cambiamento organizzativo e miglioramento dei processi aziendali, come il Business Process Re-engineering (BPR) e il Business Process Management (BPM). L'aumento della tecnologia e l'era dell'Information Technology (IT), i sistemi informativi assumono un ruolo sempre più importante nella vita dell'organizzazione, supportando l'esecuzione dei processi e iniziando a produrre grandi quantità di tracce relative all'esecuzione dei task. Comincia l'era dei Big Data e del Data Mining. La ricerca arriverà a soddisfare il bisogno aziendale di estrazione di valore tangibile dai dati, o log, con le tecniche di Process Mining. Le tecniche di Process Mining, considerate una forma di Business Intelligence (BI) vengono oggi applicate in vari settori industriali, primo fra tutti il settore dei Servizi. Verrà analizzata nel dettaglio un'applicazione delle tecniche di Process Mining in un progetto commissionato dall'Università degli Studi di Parma a HSPI S.p.A, azienda di consulenza direzionale nella quale ho svolto il tirocinio per Tesi e partecipato attivamente all'analisi. Il Process Mining si conferma una valida tecnica per l'analisi dei dati offline, e la ricerca è attualmente concentrata all'implementazione del Process Mining nell'analisi dei dati real-time, al fine di affrontare la necessità di cambiamento in modo tempestivo, e trarne un vantaggio competitivo.
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3

Roberto, Zotti. « Un analisi empirica dei percorsi formativi degli studenti universitari : il caso dell‟Università degli studi di Salerno ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/338.

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Résumé :
2010 - 2011
Il lavoro presenta uno studio di alcuni aspetti del sistema universitario in Italia sia attraverso un’analisi normativa, evidenziando il riconoscimento di un certo grado di autonomia alle università (in particolare didattica, scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile) e la costruzione di un sistema di valutazione delle stesse, che attraverso un’analisi empirica dei percorsi formativi degli studenti, avente come oggetto gli immatricolati ai corsi di laurea del nuovo ordinamento (post-riforma) dell’Università di Salerno, allo scopo di esaminare principalmente i parametri e gli indicatori che sono stati utilizzati per valutare le performances degli atenei. [a cura dell'autore]
X n.s.
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4

ZECCA, LUISA. « I laboratori pedagogico-didattici nella formazioni iniziale degli insegnanti. Il caso di scienze della formazione primaria di Milano-Bicocca ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/53436.

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Résumé :
La ricerca si compone di una parte teorica di ricognizione della letteratura sulla formazione iniziale degli insegnanti primari, e sui Laboratori Pedagogico-Didattici (LPD). La seconda parte è invece un’indagine naturalistica, che si ispira alla Grounded Theory e al metodo fenomenologico. Presso Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Milano-Bicocca sono state realizzate interviste semi-strutturate in profondità con docenti responsabili di 4 aree disciplinari (psico-pedagogica, scientifico-matematica, storico-geografica, motoria-artistica e musicale), 16 studenti laureandi o appena laureati e 8 insegnanti ex studenti. Obiettivi della ricerca sono verificare l’efficacia, già provata da precedenti studi, del metodo laboratoriale in ambito universitario e capirne in profondità le metodologie, evidenziando punti di forza e criticità. Criteri fondamentali dell’approccio sono: apprendere dalla propria esperienza e costruire e immaginare possibili ‘pratiche’ da sperimentare in classe. Le competenze attese sono: imparare a interrogarsi su di sé come persona e sulle proprie rappresentazioni d’infanzia, dell’insegnamento e apprendimento, imparare ad ascoltare e osservare, a problematizzare e a riflettere sull’esperienza. Gli studenti individuano due tipi di Laboratori: ‘teorici’ e ‘pratici’; i primi sono valutati ‘inutili’ e le teorie sono percepite come poco connesse alle pratiche. I secondi sono al contrario utili e corrispondono all’approccio proposto dai docenti responsabili. Fattore determinante per un laboratorio di qualità è il ruolo del conduttore. Il conduttore di qualità sa gestire situazioni di apprendimento esperienziale ed è in grado di tenere legate ‘teoria’ e ‘pratica’. Una criticità emerge durante il Tirocinio o all’inizio della vita professionale: la scuola ‘reale’ viene percepita come molto ‘distante’ da quella ‘ideale’. Nella scuola reale è poco praticata una didattica laboratoriale, in cui piccoli gruppi cooperativi imparano facendo ricerca. Questa discrasia invita a intraprendere nuove strade di ricerca sulla formazione dei conduttori di LPD e su dispositivi formativi che connettano le scuole e l’università.
The present research envisages a theoretical section that recognizes previous studies carried out on Primary Teacher Education and on on-campus laboratories (LPD pedagogical-didactical laboratories). The second section is empiric and relates to a naturalistic case-study, based both on the phenomenological method and on the Grounded Theory. The experience of Milano-Bicocca involved teachers from four curriculum areas (psycho-pedagogical, scientific-mathematical, historical-geographical, motor-artistic and musical), 16 graduating or newly graduated students and 8 former-student teachers, that have all been involved in broad semi-structured interviews. The aim of the research is to verify the effectiveness, already proved through different studies, of on-campus laboratories, and fully understand their methodology, highlighting strengths and weaknesses. Experiental Learning is used in the LPD (pedagogical-didactical laboratories) in order to comprehend curricular subject matters and a teaching method, to improve reflexivity and didactic based on social-constructivism. Core criteria of this approach are learning from one’s own experience, learning by doing and by reflecting on new pedagogical methodologies. The expertise to be gained is: learning to understand ourselves and our childhood representation, teaching and learning, listening and observing. Students have pointed out two types of laboratories: ‘theoretical’ and ‘practical’; the former are considered ‘useless’ because theories are not linked to practice; the latter are useful and reflect the teachers’ approach. In order to run a high quality laboratory the role of the person in charge is key. A skilled laboratory leader is capable of managing experimental learning situations and of linking ‘practice’ to ‘theory’. During apprenticeship or at the beginning of one’s professional career, a specific issue emerges: the actual real school is completely different from the ideal one. The real school seldom teaches through laboratory where small cooperating groups learn by researching. These issues open up new paths of research on LPD education leaders and on training devices aimed at better connecting schools and Universities.
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5

Raggi, Nicola. « Ipotesi di espansione lineare - Centro di ricerca avanzata per il quadrante nord dell'Alta Velocità sul Ticino ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2136/.

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Résumé :
Il progetto di tesi, inizialmente, è stato concentrato sull’approfondimento, e studio, delle problematiche relative alla costruzione delle linee ad Alta Velocità, che hanno recentemente segnato il territorio italiano, da nord a sud e da ovest ad est. Proseguendo l’analisi sul sistema ferroviario, tramite il confronto con le altre realtà europee, ho compreso quali fossero le principali criticità e doti del trasporto su ferro in Italia, che è ancora molto lontano dalla sua miglior ottimizzazione, ma che comunque, ci tengo a dire, in rapporto a ciò che succede negli altri paesi d’Europa, non è così deficitario come si è portati a pensare. L’entrata in funzione delle linee ad Alta Velocità, infatti, ha cambiato lo scenario di relazioni tra infrastruttura, città e territorio, proprio in questo ambito nasce la volontà di proporre un modello di sviluppo urbano che comprenda, nella sua pianificazione originale, città, infrastruttura ed architettura, e che anzi rivendichi l’importanza di quest’ultima nelle scelte urbanistiche, al contrario di quanto purtroppo avviene oggi. Dopo uno studio dei contesti possibili in cui inserire un progetto di questa portata, è stata individuata la zona che meglio si adatta alle premesse iniziali, ad ovest di Milano tra Novara e l’aeroporto di Milano Malpensa. Qui la scarsa razionalizzazione dei trasporti pregiudica lo sfruttamento delle potenzialità dell’aeroporto da una parte, e della nuova linea ad Alta Velocità dell’altra, così aggiungendo una nuova tratta di ferrovia ad alte prestazioni e riorganizzando trasporti e territorio, ho tentato di dare risposta alle mancanze del sistema della mobilità. In questo quadro si inserisce la città lineare studiata per dimostrare la possibile integrazione tra trasporti, città ed architettura, il modello, partendo dallo studio del blocco milanese giunge a definire un piano di tipo composto, con un asse principale in cui sono concentrate le vie di trasporto, ed una serie di assi ortogonali secondari che individuano le emergenze architettoniche, punti notevoli che devono fungere da catalizzatori. In uno di questi punti, posto in posizione baricentrica è stato collocato il centro di ricerca avanzata, in particolare è stato inserito in una zona difficilmente raggiungibile, questo per enfatizzare l’isolamento e la riservatezza che sono necessarie alla funzione. Il campus avrebbe potuto trovarsi anche in un altro punto del piano e questo non avrebbe inficiato le premesse iniziali, il progetto dell’università è solo un pretesto per dimostrare l’ipotesi prima dichiarata, l’architettura può e deve svolgere un ruolo importante nella pianificazione anche infrastrutturale.
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BONELLI, EMANUELA. « Progettazione e sperimentazione di un intervento di Accoglienza Anticipata e Integrata in Università Cattolica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/143.

Texte intégral
Résumé :
La ricerca presentata si inserisce nell'ambito dell'orientamento universitario quale studio di nuove metodologie in tema di orientamento richieste dalla riforma universitaria (a partire dalla Legge delega 127 del 1997). Con il nuovo sistema universitario, l'orientamento acquista un rilievo di primo piano, infatti, il D.M. 509/99, in attuazione alla delega (Legge 127/97), include l'orientamento tra le attività formative che devono essere obbligatoriamente previste nei regolamenti didattici d'ateneo. Il suddetto scenario ha motivato la presente ricerca tale da prevedere all'interno dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano un intervento di accoglienza orientativa anticipata ed integrata che si inserisce nelle attività insite nei Progetti ponte con l'obiettivo di sostenere le nuove matricole alla presa di decisione orientativa, per accogliere adeguatamente gli studenti in università e favorirne l'inserimento nel nuovo contesto di studi. Si tratta, pertanto, di una ricerca applicata con la finalità di valutare il servizio di accoglienza erogato. Questa riflessione su nuove metodologie di azione orientativa ha delineato nuove collaborazioni del CROSS (Centro di Ricerche sull'Orientamento Scolastico-professionale e sullo Sviluppo delle organizzazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) sia con i servizi alla persona interni all'università sia con enti esterni al fine di garantire servizi orientativi adeguati ai bisogni della persona.
The introduced search becomes part in the University Guideline which study of new methodologies in topic of guideline demanded from the University Reform (the Law delegation 127 of 1997). With the new university system, the guideline acquires an important relief, as a matter of fact, the D.M. 509/99, in performance to the law 127/97, includes the guideline between the formative activities that must obligatorily be previewed in the didactic regulations of athenaeum. The aforesaid scene has motivated the present such search to inside preview of the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano as an participation of orientativa acceptance anticipated and integrated that becomes part in the activities inborn in the Progetti ponte to support the new matriculations to the taken one of orientativa decision, in order to receive adequately the students in university and to favor of the insertion in the new context of studies. This is, therefore, a search applied with the purpose to estimate the distributed service of acceptance. This reflection on new methodologies of orientativa action has delineated new collaborations of the CROSS (Centro di Ricerche sull'Orientamento Scolastico-professionale e sullo Sviluppo delle organizzazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) with the inner services to the person to this university and with external agencies to the aim to guarantee services oriented adapts to the needs of the person.
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BONELLI, EMANUELA. « Progettazione e sperimentazione di un intervento di Accoglienza Anticipata e Integrata in Università Cattolica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/143.

Texte intégral
Résumé :
La ricerca presentata si inserisce nell'ambito dell'orientamento universitario quale studio di nuove metodologie in tema di orientamento richieste dalla riforma universitaria (a partire dalla Legge delega 127 del 1997). Con il nuovo sistema universitario, l'orientamento acquista un rilievo di primo piano, infatti, il D.M. 509/99, in attuazione alla delega (Legge 127/97), include l'orientamento tra le attività formative che devono essere obbligatoriamente previste nei regolamenti didattici d'ateneo. Il suddetto scenario ha motivato la presente ricerca tale da prevedere all'interno dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano un intervento di accoglienza orientativa anticipata ed integrata che si inserisce nelle attività insite nei Progetti ponte con l'obiettivo di sostenere le nuove matricole alla presa di decisione orientativa, per accogliere adeguatamente gli studenti in università e favorirne l'inserimento nel nuovo contesto di studi. Si tratta, pertanto, di una ricerca applicata con la finalità di valutare il servizio di accoglienza erogato. Questa riflessione su nuove metodologie di azione orientativa ha delineato nuove collaborazioni del CROSS (Centro di Ricerche sull'Orientamento Scolastico-professionale e sullo Sviluppo delle organizzazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) sia con i servizi alla persona interni all'università sia con enti esterni al fine di garantire servizi orientativi adeguati ai bisogni della persona.
The introduced search becomes part in the University Guideline which study of new methodologies in topic of guideline demanded from the University Reform (the Law delegation 127 of 1997). With the new university system, the guideline acquires an important relief, as a matter of fact, the D.M. 509/99, in performance to the law 127/97, includes the guideline between the formative activities that must obligatorily be previewed in the didactic regulations of athenaeum. The aforesaid scene has motivated the present such search to inside preview of the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano as an participation of orientativa acceptance anticipated and integrated that becomes part in the activities inborn in the Progetti ponte to support the new matriculations to the taken one of orientativa decision, in order to receive adequately the students in university and to favor of the insertion in the new context of studies. This is, therefore, a search applied with the purpose to estimate the distributed service of acceptance. This reflection on new methodologies of orientativa action has delineated new collaborations of the CROSS (Centro di Ricerche sull'Orientamento Scolastico-professionale e sullo Sviluppo delle organizzazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) with the inner services to the person to this university and with external agencies to the aim to guarantee services oriented adapts to the needs of the person.
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BOTTINI, MARTA. « EMERGING ADULTHOOD : TRA TEORIA E RICERCA EMPIRICA. Valutazione del profilo dell’utenza e dell’effectiveness del Servizio di Counselling psicodinamico dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/330119.

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Résumé :
La fase del ciclo di vita dell’emerging adulthood, propria delle società industrializzate, si estende dai 19 ai 28/30 anni ed è definita da Arnett (2004) come età self-focused, caratterizzata da esplorazione identitaria, instabilità, pluri-possibilità e da una sensazione di feeling in between tra adolescenza ed età adulta. Nell’elaborato viene descritto il Servizio di Counselling ad orientamento psicodinamico dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il profilo dell’utenza che accede al Servizio è caratterizzato da alcuni fattori di rischio, quali presenza di sintomatologia, insicurezza nell’attaccamento, soddisfazione di vita non elevata ed esperienze avverse infantili. Nel corso degli studi, si evidenzia l’effectiveness dell’intervento di counselling psicodinamico proposto, sia a breve termine, portando ad una diminuzione dei livelli sintomatologici, sia a lungo termine, mantenendo stabili nel tempo i miglioramenti raggiunti. L’effectiveness dell’intervento emerge anche nello studio con il gruppo di controllo in waiting list, che non mostra miglioramenti, a differenza degli studenti che effettuano i colloqui di counselling. Infine, nello studio esplorativo di confronto tra studenti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e studenti dell’Università Rupert Karl di Heidelberg, emergono similitudini tra i due gruppi, quali medesime motivazioni alla base della richiesta di aiuto e simili livelli sintomatologici, mentre vi sono differenze rispetto agli stili di attaccamento e alla soddisfazione di vita. I dati evidenziano l’importante ruolo di protezione dell’attaccamento sicuro rispetto alla psicopatologia e alla soddisfazione di vita, a differenza dell’attaccamento insicuro che si configura come potenziale fattore di rischio, a prescindere dal paese di provenienza degli studenti.
Typical of industrialized societies, the emerging adulthood’s lifecycle phase (from 19 to 28/30 years old) is defined by Arnett (2004) as a self-focused age, characterized by identity exploration, instability, possibilities and a sensation of feeling in between adolescence and adulthood. The psychodynamic Counseling Service of the University of Milano-Bicocca will be described. The profile of the Service’s users is characterized by some risk factors, such as the presence of symptomatology, insecurity in attachment, low life satisfaction and adverse childhood experiences. The effectiveness of the proposed psychodynamic counseling intervention will be highlighted, both in the short term, leading to a decrease in symptom levels, and in the long term, keeping the achieved improvements stable over time. The effectiveness of the intervention also emerges in the study with a control group in the waiting list, who does not show improvements with respect to the students who carry out the counseling intervention. Finally, in the exploratory comparison study between students of the University of Milano-Bicocca and students of the Rupert Karl University of Heidelberg, similarities emerge between the two groups, such as same reasons behind the request for help and similar symptom levels, while there are differences with respect to attachment styles and life satisfaction. The data highlights the important protective role of secure attachment with respect to psychopathology and life satisfaction, unlike insecure attachment that is configured as a potential risk factor, regardless of the students’ country of origin.
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BERGAMO, SONIA. « La scena aperta del consumo di Milano Rogoredo : contesto e pratiche in dialogo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/306490.

Texte intégral
Résumé :
Obiettivo: Nelle ricerche sui consumi di sostanze psicotrope, solitamente il contesto viene trattato come un prodotto di processi strutturali più ampi, riducendo le possibilità di una comprensione più accurata delle specificità locali. Durante il lavoro sul campo (2017-2018), Milano Rogoredo veniva considerata la più grande scena aperta del consumo osservabile nel nord Italia. L’obiettivo della ricerca è quello di documentare come il contesto in esame viene influenzato dalle pratiche di consumo e viceversa. Metodologia: La ricerca si serve della metodologia del caso studio per raccogliere e mettere in dialogo diversi tipi di informazioni. L’approccio etnografico utilizzato include interviste in profondità e semi strutturate (42), osservazione partecipante (70 giorni), articoli di cronaca, mappe e fotografie. La cornice teorica post-strutturalista, si basa sugli elementi analitici proposti da Duff (2007): spazio, incorporamento e pratiche. Risultati: La scena aperta del consumo di Rogoredo si configura come un luogo di segregazione socio-spaziale. Le pratiche di consumo che la caratterizzano, creano uno spazio di resistenza nella città tossica. Il disordine droga-correlato percepito dai cittadini porta alla richiesta di purificazione sociale e spaziale. La zona di resistenza che si configura nella scena aperta del consumo fa emergere di legami di comunità e favorisce la diffusione di pratiche di consumo, che richiedono competenze specifiche. La tecnologia della siringa riproduce mondi e divisioni sociali, così come differenze generazionali. La violenza permea le routine e le pratiche quotidiane, che includono lavoro sessuale droga correlato e attività informali di sussistenza. La mancanza di interventi di riduzione del danno strutturati e duraturi riduce lo spazio per negoziare questa violenza. Limiti/implicazioni: I risultati sono specifici del contesto in cui lo studio è stato condotto. I contatti e le informazioni sono stati raccolti in buona parte attraverso gli interventi di riduzione del danno (gatekeeeper). Considerata la strategia di reclutamento adottata, i consumatori non possono essere considerati come rappresentativi della popolazione di riferimento. Valore aggiunto: Nonostante un’ampia letteratura internazionale, l’Italia mostra una mancanza di studi sociologici sulle scene aperte del consumo, in particolare per quanto riguarda l’impatto del contesto sulle pratiche locali di consumo. I risultati possono orientare strategie di riduzione del danno più efficaci e fornire delle evidenze iniziali sull’impatto delle misure istituzionali adottate per far fronte alle scene aperte. La ricerca si propone anche come riferimento per future indagini sulle pratiche di consumo di sostanze psicotrope in relazione al contesto.
Purpose: In most recent drug research, context is still treated as a product of broad structural processes, reducing the chances for a more finely-grained understanding of time and place of consumption. At the time of the field work, Milano Rogoredo was the biggest urban open drug scene in northern Italy. Starting form this case study, the goal of the present work is to document how the specific context is produced through the activity of drug use and how the so constructed context intervenes in the modulation of drug use itself. Methodology: In the research, the case study methodology is implied in order to collect and put into dialogue data of different nature. Analysis was conducted through an ethnographic approach which includes in-depth and semi-structured interviews (42), participant observation (70 days), news articles and use of maps and photos. Drawing on a post-structural theoretical framework, the methodology is based on the analytical elements proposed by Duff (2007): space, embodiment and practices. Findings: Drug use practices embedded in the Milano Rogoredo open drug scene impact on space representations creating a place of resistance in the narcotic city. The so-called drug related nuisance tends to result in a claim for social and spatial purification from citizens. The resistance zone that develops within the open drug scene allows the emergence of community bonds and fosters the spread of drug use practices that involve specific skills. The social object of the syringe reproduces social worlds, social divisions and generational differences. Violence permeates the every-day routines and practices which include drug related sex work and beggary. The lack of structured harm reduction interventions reduces the space to negotiate this violence. Research limitations/implications: The results are specific of the context in which the study was conducted. Contacts and data were mainly gained starting from harm reduction interventions, since these organisations provide the most accessible contact with drug users. Given the recruitment strategy adopted, individuals who are part of the study cannot be considered as representative of the drug using population as a whole. Value/practical implications: Despite a wide international literature, Italy shows a lack of sociological accounts of open drug scenes, particularly regarding the impact of context on local drug use practices. This research gives visibility to the effect of the local setting on drug use practices in a long-lasting ODS in Milan (Italy). In the effort to make interventions always more effective, results can orient harm reduction strategies and provide initial evidence on the impact of institutional measures to face ODS. Along with punctual aspects, outcomes can also orient future research on drug consumption practices and context relevance in drug use settings.
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Cunha, Marion Machado. « O trabalho dos professores e a universidade do estado de Mato Grosso em SINOP/MT na década de 1990 : o sentido do coletivo ». reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2010. http://hdl.handle.net/10183/21858.

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Résumé :
In questa tesi studiamo il lavoro degl’insegnanti della Università dello Stato di Mato Grosso (UNEMAT), nella decada de 1990, nel processo di colonizzazione della città di Sinop. Cerchiamo capire e spiegare le contraddizioni che hanno intervenuto i soggetti insegnanti della UNEMAT, Campus di Sinop, e le correlazioni di forza quanto all’insegnamento superiore nella città di Sinop nel periodo. Ci utilizziamo della ricerca qualitativa, sotto orientazione del metodo materialista dialettico e storico, fondato da Marx ed Engles. La centralità del lavoro, nella specificità dell’insegnante, in uno spazio marcato per lo e per il processo di cumulo e riproduzione del capitale, dimostra che la colonizzazione di Sinop nell’Amaziona Legal ha figurato come impresa capitalista, sustentata per lo necessario movimento di migrazione di lavoratori. Questa città, stata nel Nord di Mato Grosso, ha corrisposto, in sua natura specifica, come un negozio immobiliario, urbano e rurale, di una impresa privata della città di Maringá, Paraná, come spazio di disputa egemonica. La impresa, responsabile per la colonizzazione, si è tornata signore di un’area, approssimatamente, di 650 mille ettari. I migranti insegnanti, come lavoratori salariati, si hanno istituito come forza sociale e politica, si dispondo per lo mondo del lavoro scolare e per la dimensione dello spazio dello “vivere”, davanti della negazione della “terra di negocio” dello capitale. Le posizioni politiche e gli antagonismi di classi sociali, dello capitale e lavoro, si hanno vivificato per l’insegnamento superiore e nella istituzionalizzazione della UNEMAT, ritornata per formare insegnanti in una struttura di riproduzione dello capitale e di dominazione presente nella Impresa Colonizzatrice. L’esistenza della UNEMAT ha rivelato che la scuola improvvisata e gl’inseganti alla ventura sono stati strategici per una città privata.
Nesta Tese estudamos o trabalho dos professores da Universidade do Estado de Mato Grosso (UNEMAT), na década de 1990, no processo de colonização da cidade de Sinop. Priorizamos compreender e explicitar as contradições que mediaram os sujeitos professores, no Campus de Sinop, e as correlações de força quanto ao ensino superior na cidade de Sinop, no período. Valemo-nos da pesquisa qualitativa, sob orientação do método materialista dialético e histórico, fundado por Marx e Engels. A centralidade do trabalho, na especificidade do professor, em um espaço marcado pelo e para o processo de acumulação e reprodução do capital, mostra que a colonização de Sinop na Amazônia Legal figurou como empreendimento capitalista, sustentado pelo necessário movimento de migração de trabalhadores. Esta cidade, localizada no norte de Mato Grosso, correspondeu, em sua natureza específica, a um negócio imobiliário, urbano e rural, de uma empresa privada da cidade de Maringá, Paraná, como espaço de disputa hegemônica. A empresa, responsável pela colonização, tornou-se dona de uma área, aproximadamente, de 650 mil hectares. Os migrantes professores, como trabalhadores assalariados, instituíram-se como força social e política, orientando-se pelo mundo do trabalho escolar e pela dimensão do espaço do viver, diante da negação da “terra de negócio” do capital. As posições políticas e os antagonismos de classes sociais, do capital e trabalho, vivificaram-se pela disputa do ensino superior e na institucionalização da UNEMAT, voltada para formar professores em uma estrutura de reprodução do capital e de dominação presente da Empresa Colonizadora. A existência da UNEMAT revelou que a escola improvisada e os professores do acaso foram estratégicos para uma cidade privatizada.
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BROCCO, Debora. « Il sistema di gestione integrato della sicurezza e della qualità nelle Università e negli enti di ricerca : l'esperienza della Sezione di Chimica Biologica e dei Laboratori Universitari di Ricerca Medica dell'Università degli Studi di Verona ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343861.

Texte intégral
Résumé :
Il mio percorso di Dottorato è consistito in: - una fase iniziale di studio della normativa di riferimento, in materia di salute e sicurezza dei lavoratori e di sistemi di gestione, della qualità e della sicurezza; - un approfondimento in merito all’applicazione delle normative sulla sicurezza nelle Università Italiane e analisi del contesto universitario; - la sperimentazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza in due Sezioni dell’ateneo veronese. Nello specifico, è stato fatto un excursus sull’evoluzione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro dalle sue origini al D.Lgs. 81/08 e ss.mm.ii., che ha introdotto una nuova visione della materia, basata sull’organizzazione della sicurezza all’interno del sistema aziendale. Aspetti ancora carenti nell’organizzazione della sicurezza prevista dal D.Lgs. 81/08, tuttavia, sono: • la verifica e la misura delle prestazioni di salute e sicurezza dell’azienda, in relazione ai risultati della valutazione dei rischi; • la previsione di audit periodici per verificare la conformità alle decisioni pianificate per la gestione della sicurezza; • il rispetto della politica e il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza posti dalla direzione aziendale. La strada per sopperire a queste carenze, comunque, è delineata dal Decreto stesso, che indica i modelli di organizzazione aziendale, conformi alle Linee guida UNI-INAIL per un SGSL (2001), o al BS OHSAS 18001:2007, tra i modelli idonei ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni. Tenuto conto che, per avere successo, un SGS dovrebbe essere parte integrante del sistema di organizzazione aziendale, ho provveduto a fare dei confronti tra D.Lgs. 81/08, OHSAS 18001:2007, Linee Guida UNI-INAIL per un SGSL e standard ISO 9001:2008 per i Sistemi di Gestione della Qualità. Da questo confronto è emerso che sarebbe un grande risparmio di risorse ed energie implementare un sistema di gestione integrato Sicurezza – Qualità. Per quanto riguarda l’applicazione delle norme di sicurezza in ambito universitario, ho riportato un’indagine effettuata dalla CRUI nel 2005. Da questo studio è emerso che la quasi totalità degli Atenei Italiani ha dichiarato di aver formalizzato l’approccio sistemico in un regolamento, ma che non c’è ancora una buona corrispondenza tra azioni formali ed effettiva attuazione delle azioni operativo-gestionali. Inoltre, le principali carenze tecniche si sono riscontrate nei settori: Prevenzione incendi; Impianti elettrici; Impianti termici; Barriere architettoniche. In generale, si è visto che la realtà universitaria deve coniugare l’organizzazione della prevenzione con una realtà organizzativa molto complessa e flessibile, data l’autonomia e la libertà di ricerca e di didattica e l’elevato turn-over del personale. Nella nostra realtà, è stato elaborato un “Regolamento per la gestione della salute e della sicurezza sul lavoro nell’Università degli Studi di Verona” in cui sono state definite le modalità per individuare le responsabilità, le procedure, i processi e le risorse per la realizzazione della politica dell’ateneo per la prevenzione, nel rispetto delle norme di salute e sicurezza vigenti; si registra, tuttavia, una certa difficoltà ad adottare in toto un SGS, che dovrebbe essere voluto dai vertici aziendali e condiviso nello spirito e negli obiettivi da tutte le componenti universitarie. Per questo motivo si è deciso di adottare degli SGS “locali”. In particolare, in Chimica Biologica abbiamo dapprima definito l’organigramma della Sezione, identificando i ruoli di tutte le figure presenti, ai sensi del D.Lgs. 81/08. Poi abbiamo costruito un elenco di tutte le attività svolte da ogni singolo gruppo di ricerca; infine sono stati raccolti: o l’elenco degli agenti biologici e o.g.m. utilizzati o l’elenco degli agenti chimici o l’elenco delle attrezzature e degli strumenti o l’elenco degli esposti a rischio agenti cancerogeni e mutageni o la planimetria della Sezione, con la destinazione d’uso delle stanze. Con queste informazioni, la Direzione è in grado di definire:  la Politica di Sezione per la salute e la sicurezza dei lavoratori;  gli obiettivi e il Piano di miglioramento;  le Procedure Gestionali;  le Procedure o Istruzioni Operative di sicurezza;  gli aspetti da verificare periodicamente, con audit programmati;  le regole per effettuare periodici “Riesami della Direzione”, volti a garantire una continua idoneità, adeguatezza ed efficacia del Sistema di Gestione. Purtroppo, il lavoro nella Sezione di Chimica Biologica è stato ostacolato da un’adesione solo formale alla sperimentazione da parte del Responsabile. Ciò ha comportato il non-coinvolgimento di buona parte del personale e la totale assenza degli elementi fondamentali dei Sistemi di Gestione. Pertanto, si è cercato di lavorare per approssimazioni successive, implementando dapprima Procedure necessarie per rispondere agli adempimenti normativi cogenti, in seguito si vorrebbero implementare procedure di interesse comune e poi Procedure/Istruzioni Operative relative a singoli processi/attività, contando su un interesse crescente da parte di tutti i gruppi di ricerca. Il passo successivo sarà quello di prendere tutte le metodiche di laboratorio e di trasformarle in vere e proprie Istruzioni operative, contenenti anche le informazioni di sicurezza. Tale collezione risulterebbe essere un punto di partenza importante per un sistema di gestione della qualità che eventualmente si volesse, un domani, implementare. Nei Laboratori Universitari di Ricerca Medica si è dovuto affrontare il problema di identificare le componenti universitarie e quelle aziendali, in quanto nella struttura, che è universitaria e diretta da personale universitario, operano 23 gruppi di ricerca afferenti a 5 Dipartimenti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata – Verona. Definiti compiti e responsabilità di tutte le figure che operano nel LURM, è stato steso l’organigramma della struttura. Poi si sono raccolte le informazioni in modo analogo a quanto si è fatto per la Sezione di Chimica Biologica. Per agevolare il Direttore del LURM nel compito di promozione e vigilanza sugli adempimenti relativi alle misure di prevenzione da adottare, è stato implementato un data-base contenente tutte le informazioni sopra citate. Questo D-B risulta essere uno strumento potentissimo attorno a cui costruire la maggior parte delle procedure dell’SGS, soprattutto se si pensa di poterlo integrare con le seguenti informazioni:  il profilo di rischio di ogni lavoratore;  i Dispositivi di Protezione Individuale consegnati al singolo lavoratore;  la formazione in materia di sicurezza svolta da ogni lavoratore;  la registrazione degli infortuni occorsi;  la registrazione degli incidenti o dei mancati infortuni accaduti nell’ambito dei Gruppi di Ricerca. Con uno strumento di questo tipo è possibile definire le regole con cui far girare tutte le informazioni inerenti la sicurezza, dai Preposti ai Direttori di Dipartimento e del LURM e viceversa, nonché verso il Serv. di Prevenzione e Protezione, il Serv. di Sorveglianza Sanitaria, il Serv. di Radioprotezione, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Una volta implementato un SGS basato sui principi fondamentali dell’OHSAS 18001:2007, sarà possibile integrare le procedure già elaborate per l’SGS con i requisiti previsti dal SGQ, ed intraprendere anche un percorso di Certificazione del Sistema Qualità. Sulla base delle due sperimentazioni condotte, è emerso che la spinta propositiva da parte della Direzione è fondamentale per elaborare una Politica per la sicurezza della Sezione, fissare obiettivi da raggiungere, coinvolgere il personale nello spirito e nella convinzione dell’importanza dell’implementazione del Sistema di Gestione della Sicurezza, al fine di ottenere condizioni di lavoro migliori.
The route of my PhD consisted in: • an initial study of the relevant legislation about health and safety of workers and management systems of quality and safety; • a study regarding the application of regulations concerning safety at Italian Universities and analysis of the university context; • the testing of a Safety Management System (SMS) in two Sections of the University of Verona. Specifically, a survey has been on the evolution of legislation on health and safety at work from its origins to the D.Lgs. 106/09, which introduced a new vision of the subject, based on organizational behavior of security within the enterprise system. Aspects that are still lacking in the organization of safety provided by D.Lgs. 106/09, however, are: • verification and performance measurement of health and safety company, in connection with the evaluation of risks; • providing for periodic audits to verify compliance with decisions planned for safety management; • compliance with the policy and the achievement of safety targets set by management. The way to overcome these deficiencies, however, is delineated by the law itself which indicates the models of business organization, in accordance with the Guidelines for SGSL INAIL-UNI (2001), or to BS OHSAS 18001:2007, as models suitable to have effect on the administrative liability of legal persons, companies and associations. Given that, to succeed a SMS should be part of the system of organization, I proceeded to make comparisons between D.Lgs. 81/08, OHSAS 18001:2007, Guidelines for UNI-INAIL SGSL and standard ISO 9001:2008 for Quality Management Systems. This comparison revealed that it would be a great saving of energy resources to implement an integrated management system of Safety and Quality. As regards the application of safety standards in Universities, I quoted a survey conducted by CRUI in 2005. This study showed that almost all Italian universities said had formalized the systemic approach in a regulation, but that there isn’t a good match between formal actions and effective implementation of operational and managerial actions, yet. Moreover, the main technical deficiencies were found in: fire prevention, electrical systems, heating systems and architectural barriers. In general, we have seen that university must combine prevention organization with a very complex and flexible organizational reality, given the autonomy and freedom of research and teaching and the high turnover of staff. In the University of Verona, has developed a "Rules for the management of health and safety at work at the University of Verona," in which procedures for identifying responsibilities, procedures, processes and resources for policy implementation for the prevention of the University, in compliance with health and safety regulations, are defined; there are, however, some difficulties to take over a full SMS, which should be whised by senior management and shared in the spirit and objectives by all university constituents. For this reason it was decided to adopt local SMS. In particular, in the Section of Biological Chemistry, we defined first the organization, identifying the roles of all the figures according to the D.Lgs. 81/08. Then, we built a list of all the activities carried out by each research group, and finally we collected: o the list of biological agents and genetically modified microorganisms used o the list of chemicals o the list of equipment and instruments o the list of exposed to risk carcinogens and mutagens o the Section planimetry, with the intended use of the rooms. With this information, the Direction of the Section is able to define: • Policy Section for the health and safety of workers; • objectives and improvement plans; • Management Procedures; • Procedures and Safety Operating Instructions; • aspects to be checked periodically, with planned audits; • the rules for carrying out through periodic "review management”, to ensure continued suitability, adequacy and effectiveness of the Management System. Unfortunately, work in the Section of Biological Chemistry was hampered only by a formal adherence to the trial by the Head of Section. This has led to a non-involvement of most staff and the total absence of the key elements of management systems. Therefore, we tried to work through successive approximations, first by implementing the procedures necessary to meet the mandatory regulatory requirements, then we would implement procedures of common interest and then Procedures / Operating Instructions related to individual processes / activities, relying on a growing interest from all research groups. The following step will be to take into consideration all the laboratory methods and turn them into proper operating instructions, which also contain safety information. This collection of operative instruction would be an important starting point for a quality management system that could be eventually implemented in the future. University Laboratories for Medical Research (LURM) has faced the problem of identifying the academic and hospital components, as in the structure, which is headed by university staff, operate 23 research groups applying to 5 Departments of University Hospital Integrated - Verona. After having defined tasks and responsibilities of all the figures involved in LURM, we drew the organization chart of the structure. Then we gathered information in a way similar to the one which has been done for the Section of Biological Chemistry. To assist the Director of LURM in the task of promotion and supervision of compliance relating to the prevention measures to be taken, a database containing all the information above was implemented. This DB appears to be a powerful tool around which to build most of the procedures of SMS, especially in the case that the DB will be supplemented with the following information: • the risk profile of each employee; • the Personal Protective Equipment delivered to the individual worker; • training on safety held by each employee; • recording of accidents occurring; • recording of accidents or near misses occurred within research groups. Thank to this tool one can define the rules by which to run all information pertaining to safety, from the Supervisors to the Directors of Departments and of LURM and vice versa, and moreover to the Prevention and Protection Service, the Health Monitoring Service, the Radioprotection Service, the representatives of workers' safety. Once implemented an SMS based on the core of OHSAS 18001:2007, one can integrate procedures already developed for the SMS with the requirements of the QMS, and take a path of Quality System Certification. The two experiments carried out showed that the push by the proactive management is essential to design a policy for the safety of the section, set goals, engage staff in the spirit and in the belief of the importance of the Safety Management System implementation, in order to obtain better working conditions.
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GALLUPPO, Francesca. « Il Sistema di Gestione integrato della Sicurezza e della Qualità nelle Università e negli Enti di Ricerca : l’esperienza della Sezione di Immunologia e della Sezione di Anatomia e Istologia Umana dell’Università degli Studi di Verona ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343863.

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Résumé :
Scopo della tesi è l’implementazione di un Sistema di Gestione Integrato Qualità - Sicurezza in due strutture dell’ Università di Verona. Sono state prese in considerazione le Sezioni di Immunologia e di Anatomia e Istologia Umana, caratterizzate dalle seguenti peculiarità: - la Sezione di Immunologia è una sezione mista che svolge sia attività di ricerca che attività di diagnostica, in quanto convenzionata con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (AOUI) - Verona. Come Sezione convenzionata con l’Azienda viene denominata “Unità Operativa di Immunologia Clinica”, ed è struttura certificata secondo UNI EN ISO 9001: 2008 dal 2002; la parte della Sezione puramente universitaria, dedicata alla ricerca, non è in possesso, invece, di alcuna certificazione; - la Sezione di Anatomia e Istologia Umana si occupa esclusivamente di ricerca e affronta il Sistema di Gestione della Sicurezza e della Qualità in modo completamente nuovo. Per quanto riguarda l’Unità Operativa di Immunologia Clinica il lavoro svolto è consistito nell’integrazione dei contenuti specifici della sicurezza nella documentazione del Sistema di Gestione della Qualità. Questo è stato il primo passo di un percorso di integrazione dei Sistemi di Gestione Qualità – Sicurezza che verrà sviluppato attraverso:  la definizione della Politica e degli obiettivi di Sezione per la salute e la sicurezza dei lavoratori;  l’identificazione di indicatori specifici relativi agli aspetti della sicurezza;  la stesura di procedure specifiche relative alla sicurezza, quali: - la gestione degli infortuni - la gestione delle emergenze  l’effettuazione di verifiche periodiche integrate sugli aspetti critici e sul raggiungimento degli obiettivi sia della Qualità che della Sicurezza;  il Riesame della Direzione e la riprogrammazione degli obiettivi, sempre in modo integrato Qualità – Sicurezza, in un’ottica di miglioramento continuo. Per quanto riguarda la componente prettamente universitaria della Sezione di Immunologia, ci si è posti l’obiettivo di implementare un Sistema di Gestione Qualità e Sicurezza unico con quello dell’Unità Operativa di Immunologia Clinica, ma, dall’analisi dell’organizzazione, si è arrivati alla conclusione che non è possibile unificare l’individuazione delle figure della sicurezza secondo D.Lgs. 81/08 e, quindi, non si può arrivare a costruire un organigramma unico e a definire in modo univoco compiti e responsabilità. Pertanto, ci si è posti inizialmente l’obiettivo di elaborare un Sistema di Gestione della Sicurezza nella Sezione di Immunologia, anche al fine di rispondere ai requisiti normativi previsti dal D.Lgs. 106/09, pensando di integrarlo, poi, con i contenuti specifici del Sistema di Gestione della Qualità e di raggiungere, infine, l’obiettivo iniziale di avere il maggior numero possibile di documenti integrati qualità – sicurezza comuni ad entrambe le parti della Sezione, universitaria e aziendale. Per quanto riguarda la Sezione di Anatomia e Istologia Umana, inizialmente ci si è dedicati alla sensibilizzazione del Direttore e del personale al fine di arrivare all’implementazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza, eventualmente da integrare con un Sistema di Gestione della Qualità in un prossimo futuro. A questa fase è seguita:  la raccolta e l’aggiornamento delle planimetrie della sezione  l’elaborazione dell’organigramma funzionale e nominale del personale  la compilazione di un data-base con indicazione, per ciascun lavoratore, delle attività svolte, dei locali di lavoro occupati, dei possibili rischi legati alla manipolazione di sostanze tossiche/cancerogene e di agenti biologici. Il lavoro svolto si è concluso con questa fase di raccolta dati, a cui si vorrebbe far seguire una fase di identificazione dei processi e di elaborazione delle Procedure. In base alle esperienze maturate, sono emerse, nelle realtà considerate, grandi differenze in termini di approccio ai Sistemi di Gestione e di coinvolgimento del personale. Questa diversa sensibilità trova la sua origine nel percorso fatto sinora, che ha visto il mondo universitario molto poco sensibile all’avvento dei sistemi di gestione certificati che, negli ultimi anni, hanno preso piede in tutto il mondo lavorativo. Di fatto, nell’Unità Operativa di Immunologia Clinica, dove il Sistema di Gestione della Qualità era già implementato e la documentazione utilizzata risultava già parzialmente integrata con le informazioni di sicurezza, ci si è trovati a confronto con personale consapevole e coinvolto nell’implementazione del Sistema. Tutto il personale della Sezione/Unità Operativa di Immunologia è risultato, quindi, più disponibile ad adottare nuove procedure integrate Qualità–Sicurezza, essendo personale che spesso è coinvolto sia in processi ospedalieri di diagnostica, che in processi universitari di ricerca. Solo una piccola parte del personale della Sezione è prettamente universitario, e quindi ancora digiuno di tutte le procedure di qualità adottate dall’Unità Operativa, ma in un contesto in cui tutti i colleghi sono già informati, formati e coinvolti nel processo di implementazione del Sistema di Gestione, il raggiungimento del 100% del coinvolgimento del personale risulta essere un obiettivo facilmente ottenibile. Il percorso iniziato nell’Unità Operativa di Immunologia Clinica, di integrazione dei Sistemi di Qualità - Sicurezza, risulta, quindi, un obiettivo di facile raggiungimento. L’auspicio è che tale attività trascini anche il personale universitario in un percorso a step, che parte dall’implementazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza, che garantisce anche tutti gli adempimenti normativi in materia, per arrivare all’integrazione con un Sistema di Gestione della Qualità. Il problema della sensibilità nei confronti dei Sistemi di Gestione si è fatto sentire in modo molto più pesante nella Sezione di Anatomia e Istologia Umana, dove buona parte del lavoro svolto è consistito proprio in attività di coinvolgimento del personale e di spiegazione dei principi alla base dei Sistemi di Gestione. Il lavoro svolto non è, quindi, potuto andare oltre la definizione di ruoli, compiti e responsabilità e l’identificazione delle attività svolte nell’ambito della Sezione. Il percorso di implementazione del Sistema di Gestione della Sicurezza prevede, non solo la definizione di Politica, Obiettivi, Piano di Miglioramento, modalità di verifica e Riesame della Direzione, ma anche la stesura di tutte le Procedure e Istruzioni Operative, sia gestionali che tecniche.
The aim of the thesis is the implementation of a Safety and Quality Integrated Management System in two sections of the University of Verona: the section of Immunology and the section of Anatomy and Human Histology. The Immunology section carries out both research and diagnostic activities, as part of the Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata-Verona (AOUI). Under this agreement, the Immunology section is identified as “Clinical Immunology Unit” and it is certified UNI EN ISO 9001: 2008 since 2002; the part of the section that is exclusively committed to research is not covered by any type of certification. The Anatomy and Human Histology section carries out only research activities and is not covered by any type of certification for the Safety and Quality Management System. In the Clinical Immunology Unit we integrated information about safety into the documentation of the Quality Management System. This was the first step aiming to an integration of Quality and Safety Management System. This integrated system will be developed through the following steps:  definition of policy and objectives for the health and safety of workers in the Unit;  identification of specific indicators related to safety;  drafting of specific procedures for safety, such as: o management of accidents o management of emergencies  periodical integrated monitoring of the critical aspects and achievements of the objectives for both Quality and Safety;  management review and replanning of the objectives aiming to a continual improvement of the system. As regards the University component of the Immunology Section the goal was to implement a common Quality and Safety Management System with the Management System of the Clinical Immunology Unit; however, from the analysis of the above mentioned organization, it emerged that it is not possible to identify common liabilities for Safety Management according to D.Lgs. 81/08 and thus it is impossible to build a shared organization chart and univocally define tasks and responsibilities. For this reason, the initial objective was to work out a Safety Management System in the Immunology Section, in order to meet the rules stated in the D.Lgs. 106/09, integrating it later with the specific contents of the Quality Management System and to finally reaching the initial objective of sharing as many as possible integrated documents on Quality and Safety between the two parts of the Section. As regards the Anatomy and Human Histology Section, we tried to raise awareness in the Director and staff of the Section in order to reach, as a first step, the implementation of a Safety Management System and then a Quality and Safety Integrated Management System. The actions carried out during this study were the following:  Collection and update of the Section planimetry  Elaboration of the organization chart for the staff of the section  Elaboration of a database with the description of the elements in the staff, position covered, activities, exposure to toxic/carcinogenic substances, evaluation of the risk in which all processes are carried out. The work carried out in the Anatomy and Human Histology Section was concluded at this stage of data collection; this phase should be followed by the drawing of the procedures. A clear evidence, which emerged from what has been related above, is that the two contexts considered in this study show wide differences in the way the Management systems have been approached and in the way the staff has been involved. The different sensitivity to the issues considered originates from the course taken so far, which showed a scarce interest of the academic world in the certified management systems that, over the last few years, have gained ground in the working environment worldwide. At an operational level, in the Clinical Immunology Unit, further to implementing all the documentation for the Quality Management System which is already partially integrated with Safety guidelines, the staff showed awareness and felt involved in the implementation of the System. As a consequence, the process of integration with the Safety Management System was felt as a natural evolution of the work so far carried out. All the staff of the Section/Unit of Immunology proved more willing to adopt the new integrated procedures for Quality and Safety. Only a small portion of the staff in this Section is only academic, and is thus not yet primed with all the Quality guidelines put in place in the Unit, yet, in a context in which most of the workers are already trained and involved in the process of implementation of the Management System, the goal of extending this knowledge to 100% of the staff seems to be easily attainable. The shared hope is that this will eventually drag the university staff in a stepwise path that, starting from the implementation of a Management System for Safety which grants the fulfilment of all the regulatory requisitions, will allow the final integration with a Quality Management System. Awareness towards the Management Systems is an issue that was more heavily felt within the Anatomy and Human Histology Section, where a good portion of the efforts were spent in activities aimed at involving the staff and explaining the principles standing at the base of the Management Systems. The study could not therefore go beyond the definition of roles, tasks and the identification of all activities being carried out within the Section. The path towards the implementation of a Safety Management System implies not only the definition of a Policy, Objectives, Improvement Plan, Check and Management Review, but also the drafting up of organizational and technical procedures.
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PERIN, RAFFAELLA. « L'atteggiamento della Chiesa cattolica verso ebrei e protestanti da Pio X a Pio XI. Tesi di dottorato in Storia del Cristianesimo, Università degli Studi di Padova, a.a. 2009-2010 ». Doctoral thesis, non pubblicata, 2010. http://hdl.handle.net/10278/3671818.

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Ravecca, A. « ESPERIENZE DI DI GIOVANI IMMIGRATI NELL'UNIVERSITÀ ITALIANA - STORIE IN TENSIONE FRA MOBILITÀ E MARGINALITÀ ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/230962.

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Résumé :
Nowadays disparities in educational opportunities are among the most pervasive challenges across Western societies. Educational setbacks perpetuate broader inequalities in later stages of life. This happens particularly for the socioeconomically disadvantaged and for children with an immigrant background. This thesis focuses on the latter and on their experience in higher education system of a specific national setting, Italy. Forty interviews have been administered to migrant origin studies. Their narratives have been analyzed and red through the lens of international literature on the topic. Three ilealtipic groups have been built gathering students with common experiences and orientations in the Italian University system.
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MARIOTTI, Marcella Maria. « Il piacere della grammatica : dizionario grammaticale di base della lingua giapponese per madrelingua italiani. - Tesi di Dottorato di Ricerca in Studi Orientali, XIX ciclo, Università Ca' Foscari di Venezia (tesi depositata secondo gli obblighi previsti dalla L. 14/4/2004, n.106 e dal Regolamento emanato con D.P.R. 3/5/2006, n). Tutor Prof. B. Ruperti ». Doctoral thesis, country:ITA, 2007. http://hdl.handle.net/10278/22631.

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Guibovich, Pérez Pedro M. « Pallas, Gerónymo. S.J. Missión a las Indias con advertencias para los religiosos que de Europa la huvieren de emprender. Estudio y transcripción de José Jesús Hernández Palomo. Madrid : Consejo Superior de Investigaciones Científicas, El Colegio de México, Università degli studi di Torino, 2006, 325 pp., ilustr ». Pontificia Universidad Católica del Perú, 2012. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/121927.

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MANASSERO, STEFANIA. « Il trasferimento della capitale da Torino a Firenze. Le sedi ministeriali dell'Italia unita come banco di prova delle politiche per i beni culturali / The capital's transfer from Turin to Florence. The ministry offices of united Italy as a testing ground for policies for cultural heritage ». Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2015. http://hdl.handle.net/11583/2617606.

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Résumé :
La vicenda del trasferimento della capitale del regno d’Italia da Torino a Firenze è nota e non mancano importanti studi di riferimento sugli aspetti storico-politici e amministrativi di questo delicato passaggio. Meno indagate risultano alcune questioni più propriamente tecniche, di carattere urbanistico e soprattutto architettonico: in questo ambito la letteratura approfondisce il tema dell’ingrandimento della città scelta provvisoriamente come capitale, ossia Firenze, e dei nuovi significati che Torino, ormai ex-capitale, tenta più o meno consapevolmente di assumere, mentre sfiora soltanto il problema della scelta delle sedi per l’apparato burocratico. La ricerca di dottorato colma, in maniera innovativa, tale vuoto perché, a partire dal trasferimento delle sedi governative da Torino e a Firenze, si pone l’obiettivo di rintracciare il dibattito culturale da esso generato. In questi stessi anni iniziano infatti a delinearsi specifiche politiche per i beni culturali, chiamate a superare i localismi pre-unitari per elaborare un quadro di tutela nazionale: le differenti logiche di intervento, in un’alternanza tra prerogative locali e governative spesso in disaccordo, scatenano vivaci discussioni facilmente ripercorribili attraverso la pubblicistica del tempo e gli sberleffi offerti dalla satira, ricca di vignette sul tema, che raccoglie gli umori dell’opinione pubblica e offre una prospettiva sul senso di un disorientamento diffuso tra i cittadini. Il trasferimento, fortemente intriso di provvisorietà, si presta quindi ad essere un interessante caso studio, una sorta di banco di prova per comprendere quali siano state le difficoltà di trovare un sottile equilibrio tra le strategie di tutela per gli edifici messi a disposizione, tutti di grande valore storico e architettonico, e le necessarie modifiche per le nuove destinazioni d’uso. Un equilibrio reso ancora più precario se messo a confronto con la stretta tempistica delle operazioni di trasloco di mezzi, documenti e uomini. Nell’ottobre del 1864 è stabilito che le operazioni dovranno attuarsi nel più breve tempo possibile e comunque a partire dal maggio dell’anno successivo. In pochi mesi occorre quindi provvedere alla sistemazione di tutte le sedi fiorentine, lasciando uno strascico di ulteriore incertezza circa il destino di quelle torinesi, abbandonate in fretta e furia. Esistono attenzioni e criteri specifici per riconvertire le sedi ministeriali a nuovi impieghi? Certamente le disposizioni sulla soppressione dei conventi e le leggi sull’esproprio giocano un ruolo di primo piano, qui analizzato criticamente e posto a confronto con le moderne teorie sul restauro che proprio in questi stessi anni si dibattono con vivacità. Il tema della provvisorietà accompagna quindi costantemente gli eventi e suggerisce di ricostruire le vicende in una prospettiva storica più ampia, che travalica i primi anni di unità nazionale e giunge al passato recente: nel momento in cui i ministeri trovano una sistemazione nella città di Roma, la celeberrima ‘terza Roma’ destinata ad assumere il ruolo di capitale definitiva del regno d’Italia, vanno identificate nuove destinazioni d’uso negli edifici torinesi e fiorentini. Possono essere individuate logiche comuni tra le due città apparentemente chiuse ad ogni confronto tra loro? L’aspra dialettica tra le esigenze governative e gli obiettivi municipali non determina più ora il prevalere delle istanze del governo centrale, ma si configura in una netta vittoria da parte delle due città. Torino e Firenze sono consapevoli dei vincoli rappresentati dalla normativa statale, soprattutto quella in via di definizione riferita ai beni culturali e, facendo presa sulla sua debolezza e fragilità, individuano con astuzia le pieghe attraverso le quali far emergere le loro specifiche esigenze, anche in chiave di risarcimento per il periodo in cui sono state messe a disposizione della macchina statale. La tesi è organizzata in un primo capitolo dedicato all’inquadramento normativo riferito ai ‘monumenti’, oggi diremmo beni culturali, nel periodo pre e post unitario: il servizio di tutela, assai disomogeneo nelle varie realtà locali, cerca con difficoltà di proporsi in una prospettiva nazionale. Il percorso tracciato, com’è noto, evidenzia importanti criticità che perdurano per molto tempo e non possono essere trascurate nella ricostruzione delle scelte politiche attuate durante il trasferimento della capitale. Per comprendere la complessità di tali operazioni, è stato necessario identificare la ‘consistenza’ di una macchina burocratica così complessa. L’organizzazione amministrativa nei vari uffici ministeriali cambia anche considerevolmente in funzione del peso politico assunto da ciascun ministero, e le differenze in termini di competenze, unità e numero di uffici si traducono in spazi architettonici più o meno ampi, collocati in edifici di proprietà statale dall’alto valore rappresentativo oppure relegati in stabili anonimi e regolati da contratti di affitto. Per organizzare il consistente materiale di studio in modo chiaro ed esaustivo, è stato scelto lo strumento della schedatura delle sedi ministeriali torinesi e fiorentine, che occupa i capitoli centrali del lavoro. L’indagine è stata condotta facendo un costante riferimento alle fonti bibliografiche e documentarie, queste ultime conservate sia presso gli archivi storici della città di Torino e di Firenze, sia presso gli archivi di Stato di Torino, Firenze e Roma, in modo da privilegiare il costante confronto tra la dimensione municipale e quella centrale. Le voci di schedatura delineano in sintesi i caratteri storici e architettonici di ciascun edificio, mentre approfondiscono maggiormente l’ambito cronologico riferito alle esigenze governative e locali sino ai più recenti cambiamenti: l’analisi quindi supera lo studio delle sue peculiarità artistiche, del resto già presenti in molte pubblicazioni indicate in una bibliografia specifica, allo scopo di intrecciare inediti rapporti tra il singolo stabile e le vicende risorgimentali e post risorgimentali, in una chiave di lettura innovativa. Incrociando i dati desunti dalle schede, interpretati anche sulla base del sistema normativo sui beni culturali di inizio Novecento, si è giunti alla stesura del capitolo conclusivo che individua per le sedi ministeriali ormai dismesse cinque famiglie in base alla funzione che le accomuna: didattica, militare, culturale, amministrativa e residenziale. L’indagine cercherà di capire se è possibile cogliere una logica comune di recupero e riutilizzo degli edifici, che diventano chiara espressione della volontà di trasmettere una serie di valori omogenei, nel solco del difficile percorso verso l’acquisizione di una solida identità nazionale. I complessi architettonici sottoposti all’indagine sono stati l’espressione di un continuo cambiamento d’uso, quasi destinato a non avere mai fine. Possibile che le scelte operate siano state dettate soltanto da fortuite contingenze e da singole occasioni d’uso? Poco probabile. L’approfondimento critico dello studio attraverso l’indispensabile confronto con il coevo piano normativo dedicato ai beni culturali, inserito volutamente all’inizio e alla fine della stesura della tesi, ha permesso di cogliere alcuni atteggiamenti comuni alle due città, forse non sempre consapevoli, che testimoniano una chiara espressione di attenzione ad un bisogno di volta in volta collettivo o municipale. E’ stato possibile dimostrare che l’identità nazionale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento è stata costruita, varrebbe la pena dire strutturata, soprattutto tentando di rispondere a queste esigenze: istruire i cittadini, rafforzare la memoria collettiva e garantire l’unità tanto amministrativa quanto militare, a fondamento di un sentire comune che, almeno nelle intenzioni dei diversi attori politici e amministrativi, presto avrebbe potuto e dovuto accomunare tutto il popolo italiano.
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CASCIALLI, Gian Luca. « Valutazione delle lesioni mammarie benigne con rischio evolutivo : dottorato di ricerca in scienze oncologiche in ginecologia / Gianluca Cascialli ; coordinatore : Vittorio Marinozzi ; Università degli studi di Roma La Sapienza ; Università degli studi di Catania ; Università degli studi di Torino ». Doctoral thesis, 1992. http://hdl.handle.net/11573/398604.

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LO, MUZIO Ciro. « L'iconografia di Siva in Asia Centrale (Tesi di dottorato di ricerca, Università degli studi di Genova) ». Doctoral thesis, 1994. http://hdl.handle.net/11573/499029.

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BERTELLI, ERIKA. « Giorgio Luti. Studi e ricerche. La tradizione del moderno nell'Università di Firenze ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1152726.

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Résumé :
Uno studio dedicato alla personalità ed all’attività di Giorgio Luti oltre ad essere una novità nel panorama degli studi italiani sul secondo Novecento, è stato ideato come studio critico delle carte (dislocate in tre sedi: la casa del critico; la Biblioteca San Giorgio di Pistoia, la Biblioteca Marucelliana di Firenze) e della biblioteca personali, in relazione all’insegnamento universitario e alle pubblicazioni. Premesso che la critica letteraria teorizzata e praticata da Giorgio Luti verteva essenzialmente sui filoni delle riviste di cultura, della tradizione del romanzo nella cultura italiana, con una speciale sensibilità alla poesia novecentesca, il lavoro è stato svolto nel seguente modo: riordino, catalogazione, selezione delle carte personali di Giorgio Luti ai fini della ricostruzione del profilo biografico e dell’ingresso della modernità letteraria nell’Università di Firenze, con una particolare attenzione agli studi condotti da Giorgio Luti su Italo Svevo e sulle riviste del Novecento.
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Caiafa, Raffaele. « Le politiche di formazione e sviluppo nella gestione strategica delle risorse umane ». Thesis, 2007. http://hdl.handle.net/10955/286.

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CIANCI, ROSARIO. « Iperomocisteinemia e stenosi dell'arteria renale : dottorato di ricerca in scienze immunologiche / Rosario Cianci ; coordinatore : Giovanni Danieli ; Università degli studi di Ancona 2003 ». Doctoral thesis, 2003. http://hdl.handle.net/11573/491865.

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Adamo, Sara. « Il Fondo Benussi conservato presso la Biblioteca Centrale dell'Università degli Studi di Milano Bicocca : inventariazione ed implementazione di una digital library ». Thesis, 2005. http://eprints.rclis.org/6017/1/tesi_Sara.pdf.

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MODESTI, Paola Assunta Emilia. « Teoria dell'utilità : prospettiva storica e sviluppi recenti (tesi del Dottorato in Matematica applicata ai problemi economici, Università degli Studi di Trieste) ». Doctoral thesis, 1992. http://hdl.handle.net/11381/2501836.

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ZATTI, FILIPPO. « Il controllo del mercato mobiliare : dottorato di ricerca in diritto pubblico dell'economia, Università degli studi di Roma "La Sapienza", Facoltà di economia, Dipartimento di diritto dell'economia, 2003, 13. ciclo. - A. A. 2000-2001 ». Doctoral thesis, 2002. http://hdl.handle.net/2158/327845.

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Résumé :
La tesi si propone di verificare l'inquadramento istituzionale della Consob nel progressivo mutamento del quadro comunitario di riferimento in vista di una proposta di riforma dell'assetto di regolazione del mercato finanziario e, in particolare, di quello mobiliare.
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PALLADINO, Danilo Mauro. « Dinamica dei processi di trasporto e deposizione delle colate piroclastiche con applicazioni alle sequenze eruttive del Complesso Vulcanico di Latera (Monti Vulsini). Tesi di Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra, Università degli Studi di Roma "La Sapienza" : pp. 341 ». Doctoral thesis, 1992. http://hdl.handle.net/11573/468308.

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PORRETTA, Pasqualina. « Il VaR in opzioni esotiche : modelli standard e modelli interni a confronto (tesi di dottorato, “Gestione Bancaria e Finanziaria”, XVI ciclo, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”) ». Doctoral thesis, 2004. http://hdl.handle.net/11573/388306.

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Résumé :
Il lavoro realizza una approfondita analisi delle peculiarità delle opzioni esotiche e del loro profilo di rischio e confronta gli accantonamenti patrimoniali obbligatori per questi prodotti, derivanti dall'applicazione delle disposizioni di vigilanza prudenziale in materia di rischio di mercato con quelli prodotti dai modelli di misurazione interna di Value at Risk (Var).
The thesis realize an analysis of the features of esotic options and of their risk profile. It compares the risk market capital requirement for esotic options with the Value at Risk measures.
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Manzari, Marco. « Lo stress occupazionale. Proposta di un metodo per la valutazione del nesso causale tra esposizione a fattori potenzialmente stressogeni in ambito lavorativo e insorgenza di patologie stress correlabili. Studio di fattibilità in soggetti afferenti presso l'ambulatorio di Medicina del Lavoro dell'Università degli Studi di Torino ». Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/102406.

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PAIANO, MARIA ANTONIA. « "Sacrosanctum Concilium". La costituzione conciliare sulla liturgia nella preparazione e nello svolgimento del Vaticano II. Continuità o rottura?, Università degli studi di Bologna, a. a. 1995-1996 ». Doctoral thesis, 1996. http://hdl.handle.net/2158/655916.

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Rafael, Ana Filipa Maia. « A experiência ERASMUS - uma comparação entre duas realidades : a Faculdade de Medicina da Università Degli Studi di Perugia Itália e a Faculdade de Medicina da Univeridade de Coimbra ». Master's thesis, 2012. http://hdl.handle.net/10316/48305.

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Résumé :
Trabalho final de mestrado integrado em Medicina área científica de Educação Médica, apresentado á Faculdade de Medicina da Universidade de Coimbra
Criado em 1987 pela União Europeia, o Projeto Erasmus é um programa de intercâmbio de estudantes e docentes que tem como objetivos cultivar educacional, linguística e culturalmente todos os que nele participam. A partir da experiência de aprendizagem em outros países europeus este programa pretende ainda promover a cooperação entre instituições europeias, de forma a enriquecer os métodos de ensino e o contexto de aprendizagem nas mesmas. Para tal, é fundamental a realização de um levantamento da informação obtida pelos alunos em mobilidade, que regressam com dados de relevo para esta melhoria educacional. É assim, com o intuito de contribuir para este enriquecimento, que tencionamos neste relatório comparar objetivamente o ensino médico na Universidade de Perugia com o da Universidade de Coimbra, tentando identificar os pontos divergentes e convergentes entre ambas. Para tal, serão abordados temas como a proporção de aulas teóricas e práticas nas unidades curriculares, a existência de estágios práticos obrigatórios fora do período lectivo, a escala de avaliação e o tipo de avaliações mais preconizada, o número de oportunidades para a realização das unidades curriculares e o sistema de acompanhamento por um tutor. Desta forma, através do confronto entre diferentes realidades, o nosso objetivo final é contribuir, de forma significativa, para o enriquecimento pedagógico da Faculdade de Medicina da Universidade de Coimbra, colaborando, em última instância, para o progresso da educação médica em Portugal
Created in 1987 by the European Union, the project Erasmus is an exchange program of students and teachers that aims to cultivate them educationally, linguistically and culturally. Based on the learning experience in other European countries, this program also promotes cooperation between European institutions, in order to enrich the teaching methods and learning environments. Therefore, it is critical to conduct an assessment of the information acquired by students in mobility that return with relevant data to this educational enrichment. This report aims to objectively compare the medical teaching at the University of Perugia to the University of Coimbra, trying to identify its divergent points. It will address issues such as the proportion of theoretical and practical lessons in the curriculum units, the existence of compulsory practical training outside the school’s term, the rating scale, the type of assessments most advocated, the number of opportunities to carry out exams, the final average of studies, the average duration for its completion and, finally, the presence of a tutoring system. Thus, comparing different realities that seek to achieve the same educational objective we may improve medical education in Portugal
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IPPOLITI, ELENA. « Il rilievo dei centri storici per la conoscenza e la conservazione. Tesi del dottorato di ricerca in “Rilievo e Rappresentazione del Costruito”, VI ciclo, sede amministrativa Università degli Studi di Roma "La Sapienza", Facoltà di Architettura, Dipartimento di Rappresentazione e Rilievo, 1995. Tutor prof. Mario Docci ». Doctoral thesis, 1995. http://hdl.handle.net/11573/218823.

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Résumé :
Il principale tema della tesi riguarda la definizione di un quadro di riferimento (culturale, metodologico, di esperienza scientifica e operativa) nel rilievo urbano e, nello specifico, nel settore dei centri storici, che stabilisca non solo in cosa debbano consistere e quali debbano essere gli elaborati, quali precisioni debbano essere rispettate, quali tecniche e strumentazioni debbano essere utilizzate, ma, soprattutto, quali temi debbano essere indagati, quali attenzioni debbano essere rivolte e a che cosa, quali approfondimenti siano necessari. Per la definizione di questa metodologia critico-operativa e’ stato necessario costruire un “quadro di riconoscimento” della realta’ indagata (del centro storico nella sua totalita’, nelle relazioni con il contesto territoriale e nelle sue componenti elementari) attraverso il quale pervenire all'individuazione dei “temi” di indagine rispetto ai quali progettare e organizzare le operazioni di rilievo. Successivamente sono state poi definite le “categorie” di analisi attraverso cui condurre l'indagine, ed infine i “modi” e le “forme” in cui si attua la conoscenza stessa attraverso il rilievo, inteso come costituito delle due fasi complementari, quella del momento dell'acquisizione del dato e quella della costruzione dell'informazione attraverso la rappresentazione. Per il raggiungimento di questo obiettivo il primo passo e’ consistito nell'approfondimento della letteratura e delle esperienze connesse e riferibili al tema della ricerca, il rilievo di un centro storico, realizzato attraverso una ricerca bibliografica e la valutazione ed elaborazione critica degli studi e delle posizioni culturali, legislative ed operative inerenti e connesse. In questo senso gli argomenti trattati hanno avuto principalmente l'obiettivo di chiarire e approfondire, e nello stesso tempo di definire e delimitare, il senso, il significato e il valore dei due termini di riferimento fondamentali per la presente ricerca: rilievo e centro storico. Presupposto del presente studio e’ che l'azione della conoscenza, e quindi la comprensione, e’ pregiudiziale all'azione di tutela, salvaguardia e conservazione. Il rilievo - nelle sue accezioni di comprensione, evidenziazione, ricostruzione - si propone come processualita’ di atti che si realizza nella concretezza dello svolgersi delle operazioni: e’ nel procedere stesso, nell'operare, che si attua la conoscenza. Il rilievo non e’ semplice riproduzione meccanica del reale, ma ha soprattutto un carattere interpretativo: del fenomeno che ci si appresta a studiare e’ necessario preventivamente formulare dei modelli interpretativi, che riducano la complessita’ dell'oggetto in modo che questo diventi a noi conoscibile. Nell'ambito di questa ricerca il rilievo e il rilevare sono strumenti di lettura e di analisi irrinunciabili per la conoscenza del reale, conoscenza che si attua attraverso una pratica intellettuale con la quale il fenomeno indagato viene dapprima riconosciuto, quindi interpretato - discretizzato ed infine classificato. Questo vuol dire che per conoscere e’ necessario innanzitutto riconoscere, e che la stessa conoscenza non puo’ essere comunicata, trasmessa se non viene classificata, tipizzata. Il significato che qui si vuole attribuire al rilievo e’ quello della documentazione, sincronica e diacronica (per la conoscenza e la conservazione) che sappia cogliere dell'oggetto di studio sinteticamente l'individualita’ e comprenderne analiticamente gli elementi che lo compongono. Una concezione che e’ ben conscia dell'impossibilita’ del raggiungimento dell'esaustivita’ e della completezza, ma che d'altra parte nega valore alla conoscenza settoriale condizionata da un uso limitato e specifico che perde i contatti con la globale comprensione della realta’ indagata. Questo porta alla proposta della definizione di rilievo “tematizzato” (tipizzato), che significa invece impostare la processualita’ delle operazioni di un rilievo intorno a dei temi che ne costituiranno la struttura e il progetto. Un rilievo, dunque, indipendente dal fine, ma che per contro ammette molte utilizzazioni. Le successive argomentazioni hanno riguardato la definizione del quadro di riferimento, ovvero la "tipizzazione delle sue caratteristiche", il che ha necessitato l'approfondimento dell'oggetto della presente ricerca, il centro storico, un manufatto complesso, risultato di successive modificazioni, trasformazioni e stratificazioni, ma anche espressione, immagine di un'idea, di una determinata cultura e di una determinata organizzazione sociale. Un fenomeno dunque molto articolato, in cui una determinata organizzazione dello spazio (sia nelle sue connotazioni fisico-spaziali sia in quelle simboliche) esprime l'appartenenza degli uomini ad un particolare luogo in un determinato tempo, e quindi le relazioni tra questi la storia e gli eventi naturali. La comprensione di un fenomeno cosi’ complesso puo’ attuarsi solo a patto di considerare tanto il sistema di relazioni che il centro storico intrattiene con il territorio, quanto il sistema di relazioni che lega gli elementi che lo costituiscono. Per la definizione della una metodologia per la lettura e l'analisi dei centri storici e’ stata cosi’ proposta una articolazione, una gradualita’ del processo conoscitivo, relazionata ad una corrispondente articolazione riscontrabile nel fenomeno che ci apprestiamo ad indagare, facendo cosi’ corrispondere ai modelli interpretativi della realta’ indagata dei modelli operativi strumentali alla messa in atto del processo conoscitivo del rilievo. Il punto di partenza e’ consistito nella scomposizione del fenomeno da analizzare e nella classificazione degli elementi che lo compongono. Il metodo proposto individua all'interno del fenomeno urbano una qualificazione scalare dei fatti costruiti in funzione della loro “ampiezza” (la scala territoriale, la scala urbana, la scala edilizia, la scala architettonica) a cui corrisponde una gradualita’ della conoscenza, che si attua con modalita’ e procedure differenziate. Il percorso conoscitivo proposto procede dal generale al particolare, ma affrontando iterativamente il fenomeno prima nella sua totalita’ e poi nei suoi elementi costitutivi. Pertanto i fenomeni individuati ed analizzati dapprima in funzione delle “classi d'ampiezza” sono poi analizzati in quanto individuo, organismo, struttura, elemento. Ad esempio, il centro storico nella sua complessita’ e totalita’ e’ stato considerato in quanto manufatto unico, individuale, irripetibile, ma e’ stato anche analizzato come particolare attuazione concreta di una tipologia insediativa, ed e’ anche stato studiato come composto di parti, di elementi considerati come tasselli di un mosaico, dotati ognuno di determinate qualita’ organizzative dello spazio. Infine sono poi definite le categorie con cui condurre l'analisi di un centro storico, sia nei rapporti con il territorio, sia nelle relazioni con i singoli elementi costituenti. Si e’ ritenuto basilare verificare via via le ipotesi teoriche che si andavano delineando, attraverso la sperimentazione condotta su un campione di studio, un centro storco di limitate dimensioni, individuato in Monte Castello di Vibio, in provincia di Perugia a dieci chilometri da Todi. Dal confronto tra ipotesi metodologiche e risultati sperimentali ottenuti sono state tratte le conclusioni della ricerca. I risultati della ricerca sono stati raccolti in un volume e organizzati in due parti. Nella prima, dal titolo “Il quadro teorico”, vengono sviluppati, indagati e sistematizzati i temi e gli argomenti di tipo teorico, considerati irrinunciabili e indispensabili per lo sviluppo della ricerca. Nella seconda parte, dal titolo “La sperimentazione. Il rilievo di un centro storico tipo: Monte Castello di Vibio”, sono stati applicati e verificati alcuni dei temi teorici sviluppati precedentemente, in riferimento al centro storico tipo prescelto per la sperimentazione.
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LOCATELLI, STEFANO. « Edizioni teatrali nella Milano del Settecento. Per un dizionario bio-bibliografico dei librai e degli stampatori milanesi e annali tipografici dei testi drammatici pubblicati a Milano nel XVIII secolo, TESI DI DOTTORATO, Università Cattolica del Sacro Cuore, Dottorato in "Teoria e Storia della rappresentazione drammatica", XVIII ciclo, coordinatore : Paolo Bosisio, tutor : Annamaria Cascetta, a.a. 2005/06, Milano [http://hdl.handle.net/10280/191] ». Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/499791.

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Résumé :
La tesi di dottorato si concentra sull'editoria teatrale milanese del Settecento. Tenuto conto della mancanza di un catalogo delle edizioni teatrali stampate a Milano nel Settecento, il dott. Locatelli ha provveduto ad effettuare uno spoglio complessivo del patrimonio librario delle principali biblioteche milanesi al fine di realizzare uno strumento di ricerca basilare. La mancanza altresì di un lavoro di insieme sugli stampatori e librai milanesi del XVIII secolo ha reso inoltre indispensabile l'effettuazione di ricerche mirate alla realizzazione di un dizionario bio-bibliografico degli stampatori e librai attivi a Milano nel Settecento. I risultati della ricerca vengono dunque anzitutto presentati nella forma degli annali tipografici, così da render conto dell'attività in ambito teatrale di ogni singola azienda tipografica milanese. La prima parte della tesi, oltre a offrire un contributo sul valore documentario del teatro in forma di libro, offre un panorama della produzione del libro di teatro nel Settecento. Per quanto concerne Milano, in particolare, si scavano alcune problematiche (come quelle dell'autore drammatico), si portano alcune esemplificazioni, si giustificano alcune delle attribuzioni fornite negli annali. È il caso, per esempio, della certa attribuzione alla stamperia di Marc'Antonio Pandolfo Malatesta di alcune commedie di Carlo Maria Maggi stampate nel 1700-1701 e 1708 con falsa data Venezia. Viene infine proposto un breve capitolo di approfondimento sulla circolazione e lettura del libro di teatro nella Milano del Settecento, realizzato anche sulla base dello spoglio di inventari di librerie e biblioteche private coeve.
The PhD thesis by Stefano Locatelli is about theatre's book in 18th century. It offers a catalogue of dramatic editions print in Milan from 1701 to 1800 and a bio-bibliographical dictionary of printers and librarians in Milan during 18th century. The thesis offers also a study about the documentary value of theatre book and outlines a survey of theatre book production in Milan during the 18th century. It also analyse lecture and circulation of theatre book in Milan by going through some catalogues and inventories of booksellers and private libraries.
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ROMANO, ANTONELLA. « Un contributo alla restituzione di San Lorenzo fuori le mura in Roma nelle sue due basiliche : Pelagiana e Onoriana, tesi di dottorato di ricerca in Storia dell’architettura - X ciclo - Dipartimento di Storia dell'Architettura, Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici, Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Deposito legale presso Biblioteca Nazionale Centrale, Roma-Firenze, IT\ICCU\CFI\0751524, p. 1-389 ». Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/11573/183325.

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LOPEZ, GARCIA ANTONIO. « Las estructuras de la Piazza della Madonna di Loreto (Roma) : ¿El Athenaeum de Adriano ? » Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/856101.

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Résumé :
Italiano: A partire dal 2007, nell’area di Piazza Venezia a Roma, sono stati realizzati alcuni sondaggi archeologici per la costruzione di una stazione per la Linea C della metropolitana. Nel sondaggio S14, quello realizzato nella Piazza della Madonna di Loreto, sono state trovate una serie di strutture appartenenti a diversi periodi storici:dal periodo tardo-repubblicano all’età moderna. Le strutture, appartenenti all’età adrianea, hanno aperto un intenso dibattito tra gli studiosi poiché i tecnici della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma hanno proposto l’identificazione di queste strutture con quelle dell’Athenaeum dell’imperatore Adriano, un’istituzione accademica a noi nota grazie alle fonti letterarie. Purtroppo le scarse fonti a nostra disposizione, relative a questa istituzione, non hanno permesso fino ad ora di proporre un’ubicazione per l’Athenaeum di Adriano. Español: A partir del 2007, en el área de la Piazza Venezia en Roma, se realizaron una serie de sondeos arqueológicos para la construcción de una estación para la Línea C del metro. En el sondeo S14, realizado en la Piazza della Madonna di Loreto, se han encontrado una serie de estructuras pertenecientes a diversos periodos de la historia: desde el periodo tardo-republicano a la Edad Moderna. Las estructuras pertenecientes a la época adrianea han abierto un intenso debate entre los estudiosos, pues los técnicos de la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma han propuesto la identificación de estas estructuras con las del Athenaeum del emperador Adriano, una institución académica conocida gracias a las fuentes literarias. Por desgracia, la ausencia de fuentes a nuestra disposición relativas a esta institución, no han permitido hasta ahora proponer una ubicación para el Athenaeum de Adriano. English: Since 2007, in the area of ​​the Piazza Venezia in Rome, a series of archaeological surveys for the construction of a station for Metro Line C were performed. In the survey S14, conducted in the Piazza della Madonna di Loreto, found a number of structures belonging to different periods of history from the late-Republican period to the Modern Age. The structures belonging to the Hadrian era have opened an intense debate among scholars, because technicians from the Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma have proposed the identification of these structures with the Athenaeum of Emperor Hadrian, an academic institution known through literary sources. Unfortunately, the absence of sources at our disposal concerning this institution have not allowed yet to propose a location for Hadrian's Athenaeum.
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SBARBATI, Claudia. « LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO:CRONACA, MEMORIA E STORIA ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251127.

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Résumé :
Oggetto del presente studio è la narrazione pubblica delle stragi degli anni Settanta, realizzata attraverso il filtro della carta stampata di ieri e di oggi. In particolare, le stragi delle quali è stato ricostruito il pubblico racconto sono quelle di Milano (12 dicembre 1969), di Brescia (28 maggio 1974) e di Bologna (2 agosto 1980). L’interesse di ricerca è nato dalla percezione di un vuoto storiografico rispetto all’“impressione di realtà” - quindi all’immaginario - che nel corso dei decenni quotidiani e periodici nazionali hanno edificato riguardo allo stragismo neofascista. In generale, l’eversione di destra – seppur oggetto di preziosi studi - è stata meno analizzata rispetto a quella di sinistra e quello che è divenuto il cosiddetto “caso Moro”, perché sovente stigmatizzata come subalterna allo Stato e quindi priva di una sua dimensione particolare. È esattamente in questo spazio che la ricerca s’inserisce, guardando alla storia d’Italia attraverso l’interpretazione dello stragismo offerta dall’informazione a stampa. La scelta della fonte giornalistica come fonte storica per analizzare le categorie interpretative e i quadri di riferimento messi a disposizione dell’opinione pubblica, ha richiesto di tenere in considerazione gli elementi distintivi del giornalismo italiano e i suoi rapporti con il contesto politico nazionale coevo alle stragi, con attenzione anche per i cambiamenti occorsi nel tempo nel mondo dell’informazione e nel panorama internazionale, definendo un arco temporale che dal 1969 giunge sino al 2017. Inoltre, gli scenari politici sovranazionali della Guerra Fredda sono costantemente richiamati in virtù dell’intima connessione fra eversione di destra, forze dell’ordine e servizi di sicurezza italiani da un lato, ed equilibri geopolitici internazionali dall’altro. Si è scelto di attingere a numerose testate nazionali per dare conto delle diverse linee editoriali, delle molteplici caratterizzazioni politiche delle stesse, dei differenti stili comunicativi e della pluralità di lettori cui ogni quotidiano o periodico è destinato. Fra gli archivi storici più attenzionati emergono quelli del “Corriere della Sera”, “La Stampa”,“la Repubblica”, “L’Unità”, “Il Giorno”, “La Notte”, “La Nazione”, “L’Avanti!”, “il Manifesto”, “Lotta Continua”, “Umanità Nova”, “Il Popolo”, “il Secolo d’Italia”, “Candido” e “il Borghese”. A ogni strage è stato dedicato uno specifico capitolo in cui sono introdotti i fatti e gli esiti giudiziari, analizzate le prime reazioni della stampa, ricostruiti gli anni dei processi e la ricezione delle sentenze, sino a riproporre l’eco pubblica delle opere che nel corso dei decenni sono intervenute sul tema. Gli articoli di cronaca e gli editoriali di approfondimento analizzati permettono di vagliare la riproposizione su carta delle versioni ufficiali delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica; le memorie dei protagonisti degli eventi e l’analisi offerta dagli opinion makers che di volta in volta hanno raccontato le stragi dell’Italia repubblicana (giornalisti, storici, magistrati, scienziati sociali). L’ultimo capitolo è stato invece dedicato al problema della Memoria e dei suoi rapporti con la Storia, analizzando la produzione memorialistica degli ex terroristi, delle vittime di prima, seconda e terza generazione, sino al tema della riconciliazione e della pacificazione. Si è dunque ricostruito il dibattito sviluppatosi “a caldo” ed “ex post”, nella consapevolezza che l’informazione e la comunicazione pubblica della Storia sono fondamentali per la storicizzazione del passato traumatico della Nazione.
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