Articles de revues sur le sujet « Unità funzionali »

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Mannoni, Tiziano. « Archeologia della produzione architettonica. Le tecniche costruttive ». Arqueología de la Arquitectura, no 4 (30 décembre 2005) : 11. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2005.73.

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Résumé :
La maggior parte delle classificazioni dei modi di costruire murari si basa sugli aspetti formali delle superfici visibili, con certe utilità nel distinguere le unità stratigrafiche murarie e negli aspetti estetici delle superfici stesse. Dal momento però che i muri fanno parte delle strutture portanti più importanti, non si può parlare di tecniche murarie senza cercare di capire come i vari tipi classificati si comportino realmente dal punto di vista statico. Si cerca perciò di verificare e in qualche modo di capire l’intero volume di ogni tecnica muraria, e se vi siano della regole generali o particolari che siano in qualche modo deducibili anche dalle superfici visibili. Si propone infine una classificazione delle «famiglie» di tecniche murarie più note sulla base dei loro sistemi costruttivi e funzionali, oltre che formali.
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Lombardi, Duccio, et Tommaso Alterini. « Nuove tecniche di transgenesi e imaging : neuro e nefro-applicazioni. Parte 1 ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 2 (30 juin 2014) : 173–81. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.883.

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Résumé :
L'evoluzione delle tecniche e delle applicazioni legate all'impiego di animali geneticamente modificati, unite a un forte progresso nello sviluppo di sistemi di imaging volti a garantire una sempre maggiore risoluzione, permettono oggi di analizzare nei più fini dettagli un'ampia gamma di fenomeni fisiopatologici. La fusione delle nuove metodiche applicabili nei due campi ha reso possibile, per esempio, non solo l'analisi di processi biologici in vivo nel momento in cui avvengono, ma anche la loro visualizzazione a livello dell'intero organo. Allo stesso tempo è possibile creare ricostruzioni in due o in tre dimensioni dell'intero organo o di sue particolari unità funzionali. A ciò è inoltre possibile aggiungere la dimensione temporale grazie ad analisi in time lapse o per acquisizione di dati in maniera continua. La finalità di questo primo contributo è volta alla revisione delle più recenti innovazioni nei campi della transgenesi e della microscopia, con particolare attenzione a come tali innovazioni sono realizzate e ai vantaggi che ne derivano. Le possibili applicazioni e i vantaggi derivanti dall'impiego di tutti questi sistemi saranno invece analizzati e valutati in maggior dettaglio nel prossimo numero di questa rubrica.
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3

Voghera, Miriam, Alessio Bottone, Alfonsina Buoniconto, Giovanni Genna, Riccardo Orrico et Debora Vena. « LECO : UNA PROPOSTA PER IL RECUPERO E IL POTENZIAMENTO DELLE ABILITÀ DI LETTURA E COMPRENSIONE DEL TESTO ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (26 juillet 2022) : 403–47. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18296.

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Résumé :
LeCo (Leggere e comprendere) appartiene ad un percorso di sperimentazione sulla comprensione di testi di vario tipo e genere (testi narrativi, funzionali, narrativi e poetici, saggi, multimedia, teatro, cronaca) per il recupero e il potenziamento delle risorse cognitive, informative e linguistiche degli studenti (1376 ) del biennio di scuole secondarie superiori delle province di Salerno e Avellino. L’articolo illustra le premesse teoriche di LeCo, le caratteristiche e le difficoltà di comprensione dei testi proposti, il curricolo e il protocollo sperimentale del progetto, i descrittori delle competenze necessarie per un’efficace comprensione del testo da parte degli studenti, la formazione dei docenti, le aree di intervento, la disposizione degli argomenti scelti nelle varie unità didattiche di lavoro e i primi dati di valutazione e risultati generali della sperimentazione. LeCo: a proposal for the remedial and reinforcement of reading and text comprehension skills LeCo (Reading and Comprehension) belongs to a pilot roadmap for comprehension of texts of various types and genres (narrative, functional, narrative and poetic, essays, multimedia, theatre, news) for the recovery and empowerment of the cognitive, informative, and linguistic resources of students (1376) in the secondary schools in the provinces of Salerno and Avellino. The article illustrates the theoretical premises of LeCo, the characteristics and comprehension difficulties of the proposed texts, the curriculum and experimental protocol of the project, the descriptors of the needed skills for adequate student comprehension of the text, the training of teachers, the areas of intervention, the arrangement of the topics selected within the various didactic units, and the first evaluation data and general results of the experimentation.
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4

Cartolari, R., G. B. Scarfò et S. Boni. « La TC con carico assiale nella instabilità del rachide lombo-sacrale ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 2 (avril 1996) : 147–55. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900203.

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Résumé :
La diagnosi di instabilità del rachide lombo-sacrale è, a tutt'oggi, fondamentalmente clinica. Anche le più sofisticate tecniche di diagnostica radiologica consentono infatti solo una valutazione statica di questa entità nosologica (che, per definizione si manifesta durante la deambulazione e con la stazione eretta) la cui definizione dinamica è campo pressochè esclusivo della radiologia convenzionale. Presentiamo i risultati di uno studio condotto attraverso l'uso di uno strumento originale progettato per sviluppare un carico assiale variabile e riproducibile in un paziente supino: il Compressore assiale. Con questo strumento, compatibile con l'esecuzione di esami TC, sono stati valutati 24 pazienti con forte sospetto clinico-radiologico di instabilità lombare. La metodica di studio, denominata Axial Loaded - Computed Tomography (AL-CT) si basa sull'acquisizione successiva di esami TC basali e con carico assiale (AL), che vengono poi comparati. Il confronto avviene sia sulle scansioni assiali che su immagini ricostruite su piani sagittali e con «rendering» tridimensionale (3D-TC). La valutazione comparativa prevede sia l'uso di immagini statiche che l'organizzazione in sequenze cine (cine AL-CT) delle immagini 2D e 3D ottenute. Tutti i procedimenti di rielaborazione sono indispensabili nella valutazione dei risultati. I risultati mostrano con chiarezza reperti (numerosi e spesso simultanei) a carico di tutte le component le unità funzionali spinali; fra questi meritano una segnalazione: l'incremento o la accentuazione di protrusioni discali sotto carico; la scomparsa del vacuum discale e/o intraarticolare durante la compressione («segno del vacuum»); l'accentuazione della listesi sotto carico; la ottimale ed originale visualizzazione dell' ipermobilità delle faccette articolari. Proponiamo AL-CT e cine AL-CT come metodiche di scelta nello studio dell'instabilità lombare.
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Rainer Zitelman. « La forza del capitalismo. Un viaggio nella storia recente dei cinque continenti ». Il Politico 252, no 2 (19 janvier 2021) : 190–92. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.520.

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Résumé :
il volume qui in considerazione è una traduzione dall’ originale tedesco Kapitalismus is nicht das Problem, sondern die Lösung. In esso, Rainer Zitelmann, dottore di ricerca in storia e sociologia, affronta il tema del capitalismo e dell’anticapitalismo a partire dall’osservazione storico-empirica. in altre parole, si prefigge di esaminare cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato nell’adozione di misure favorevoli all’economia di mercato o, per contro, di pianificazione economica in un medesimo paese (Cina, Regno Unito, USA, Svezia), in paesi diversi ma caratterizzati dalla medesima storia e cultura (Cile e Venezuela, Repubblica Federale tedesca e Repubblica Democratica tedesca, Corea del Sud e Corea del Nord) e nel continente africano.
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Scerbo, Andrea. « Culture e discipline costituzionali in tema di pena : Italia, Stati Uniti e Canada a confronto ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 5 (janvier 2011) : 152–70. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-005011.

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Résumé :
1, Premessa e delimitazione del campo d'indagine / 2. Lo stretto legame fra diritto penale e Costituzioni / 3. Fini e funzioni della pena alla luce della giurisprudenza costituzionale: l'Italia / 4. ... segue: gli Stati Uniti / 5. ... segue: il Canada.
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Piccioni, Luigi. « Una protezione della natura "alla francese" ? Note e riflessioni su un recente convegno ». SOCIETÀ E STORIA, no 132 (juillet 2011) : 359–67. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-132006.

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Résumé :
Fino a tempi recenti la storiografia francese sulla protezione della natura e dell'ambiente č sembrata non riuscire a competere con quelle di altri grandi paesi industriali come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Germania. Il convegno "Une protection de la nature et de l'environnement À la française?" tenutosi a Parigi nel settembre 2010 e organizzato dalla neonatain occasione del cinquantesimo anniversario della promulgazione della legge quadro francese sui parchi nazionali, č servito a fare il punto sugli studi francesi in materia e ha mostrato come essi sperimentino al contrario una notevole fase di espansione e di affinamento qualitativo. Il convegno č stato caratterizzato dalla partecipazione di studiosi di diverse nazionalitÀ e di diverse discipline ma anche di funzionari pubblici, esponenti politici e militanti. L'autore illustra gli svolgimenti del colloquio inquadrandoli nel contesto dell'evoluzione degli studi di storia ambientale.
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Mancini, Elena, Anna Laura Chiocchini, Raffaella Rizzo, Laura Patregnani et Antonio Santoro. « L'aferesi nelle Unità di Terapia Intensiva : la parola al Nefrologo ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 4_suppl (8 février 2013) : S49—S56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1092.

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Résumé :
I trattamenti aferetici sono oggi rappresentati da un'ampia gamma di trattamenti extracorporei che possono avere indicazione in diverse patologie, che vanno dalle malattie immunologiche alla sepsi e dall'insufficienza epatica alla patologia tossicologica. In larga parte affidati ai Servizi Trasfusionali, perché programmabili e da ripetere a cadenze definite, questi trattamenti devono, però, essere eseguiti anche dai Centri Nefrologici, che devono garantirne la fattibilità in urgenza/emergenza, in condizioni che, in alcuni casi, sono con prognosi quoad vitam e, pertanto, in area intensivologica. D'altra parte, i Nefrologi hanno tutto il know how che consente loro di poter eseguire trattamenti di aferesi anche direttamente in area critica, dove è più facile che possano essere ricoverati pazienti che, a seguito della patologia di base (intossicazione, avvelenamento, epatite acuta, ecc.), sono in condizioni estremamente critiche e richiedono assistenza intensivologica per il supporto alle funzioni vitali (polmonare, cardiaca, ecc.). La plasmaferesi urgente è definibile come un trattamento aferetico che deve essere iniziato il prima possibile e comunque non oltre le 24–36 ore dopo la diagnosi, quando la vita del paziente è in pericolo e non esistono valide alternative terapeutiche. Oggi le apparecchiature per il trattamento extracorporeo dell'insufficienza renale acuta sono utilizzabili anche per eseguire trattamenti di plasma exchange classici. La grande dimestichezza tecnologica e la preparazione culturale di medici nefrologi e infermieri assicurano che i trattamenti aferetici siano eseguiti con grande competenza. Oggi, inoltre, il progresso tecnologico ha portato alla disponibilità di strumentazioni complesse che consen-tono di non sostituire più il plasma del paziente, bensì di trattarlo con apposite resine: tali modalità sono oggi applicate soprattutto nel campo della sepsi e dell'insufficienza epatica e dovrebbero, pertanto, essere nel ba-gaglio formativo del personale nefrologico di supporto all'area critica.
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Bausch, Luca. « I ruoli del formatore tra tradizione e ricerca di una nuova identità ». Swiss Journal of Educational Research 27, no 2 (1 septembre 2005) : 253–67. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.27.2.4706.

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Résumé :
La modularizzazione dei percorsi costituisce una risposta alla crescente domanda di flessibilizzazione e individualizzazione della formazione. Se da un lato questi processi sono forieri di un potenziale di emancipazione considerevole, dall’altro possono generare insicurezza e dipendenza, tali da rendere auspicabile l’introduzione di misure atte a ricomporre l’eterogeneità di percorsi composti da unità più o meno indipendenti e quindi portatrici di logiche interne di volta in volta diverse. Dalle nostre riflessioni – che, a partire dalle esperienze condotte presso l’ISPFP, si incentrano sulle funzioni che i professionisti della formazione sono chiamati ad assumere in questi nuovi contesti – sembrano emergere tre ruoli di formatore: il manager, il docente e l’accompagnatore. Se al primo competono principalmente compiti legati alla struttura dei percorsi e alla loro gestione, al docente – la cui attività si esplica normalmente all’interno del quadro ben definito di un modulo – spetta di ristrutturare la conoscenza (tendenzialmente privata del suo referente naturale, la disciplina) secondo nuovi criteri d’ordine, ad esempio il profilo di competenza mirato. Sempre maggior rilevanza assumono le funzioni legate all’accompagnamento che trovano il loro terreno di applicazione negli aspetti relazionali (punti di riferimento per la persona in formazione) e nel supporto ai processi di apprendimento (metacognizione, impiego di strumenti di formazione diversificati). L’azione formativa tende dunque a concentrarsi sui suoi aspetti metodologici e relazionali con una particolare attenzione ai processi di attribuzione di senso che, nel contesto di strutture modulari, non possono più essere dati per scontati.Le funzioni che caratterizzano i tre profili emersi possono combinarsi in maniera diversa in rapporto alle situazioni contingenti e in particolare alla tipologia di percorso modulare. Questo ci pone di fronte ad una serie di interrogativi relativi ai processi di costruzione dell’identità professionale: se la tendenza emergente è quella di una suddivisione del lavoro che vede le tre figure sempre più specializzate nei rispettivi settori di competenza, quali sono le rappresentazioni e attese indotte nelle persone in formazione? Quale la percezione, in termini di identità, che il formatore può avere di se stesso in quanto professionista?
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Di Giacomo, Giuseppe, et Fabio Mazzola. « Pianificazione strategica tra sviluppo locale e policentrismo : alcune evidenze empiriche sul caso siciliano ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 2 (juin 2009) : 64–108. http://dx.doi.org/10.3280/rest2009-002003.

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Résumé :
The aim of this paper is the analysis of metropolitan strategic planning in Sicily. Urban areas are becoming important units for territorial cohesion policy and strategic planning represents more and more an important policy instrument. Evidence of a policentric pattern is tested across 30 strategic plans carried out by Sicilian cities in order to derive useful insights for policy implications. Methods and Results This study uses multidimensional scaling and rank-size regressions across Sicilian Functional Urban Areas (FUA) as well as descriptive information drawn from strategic plans in order to identify the main characteristics of these instruments and to provide evidence on their capacity to innovate traditional local development policies. Conclusions The empirical results show a strong evidence in favour of hierarchical patterns across urban areas which are adopting a strategic plan while polycentric forces appear to be very limited.JEL: R11, R12, R58Keywords: strategic planning, local development, functional urban areas, rank-sizeParole chiave: piani strategici, sviluppo locale, area urbana funzionale, regola, rango, dimensione
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Giuffrida, C. M., V. Paternò et M. Passanisi. « Le ernie discali ». Rivista di Neuroradiologia 15, no 4 (août 2002) : 409–14. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500409.

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La degenerazione dell'anulus fibroso con l'avanzare dell'età, il carico a cui sono sottoposti i dischi intervertebrali in presenza di dischi ad alto contenuto d'acqua favoriscono la formazione delle protrusioni e delle ernie discali. L'eccesso ponderale, i traumi acuti ed i microtraumi ripetuti, i vizi posturali sono altri fattori alla base della patologia discale. Il tratto vertebrale più comunemente interessato è quello lombare assieme al tratto di passaggio lombo-sacrale (L4-L5 ed L5-S1); seguono i tratti C5-C6 e C6-C7; il tratto toracico è più raramente interessato (1–6% di tutte le ernie discali). (Più frequenti le ernie nel tratto toracico medio-basso e nel passaggio dorso-lombare). Gli autori descrivono l'anatomia, la fisiopatologia ed il meccanismo eziopatogenetico delle ernie discali, la classificazione anatomo-clinica alla luce dei dati della letteratura. Gli autori, inoltre, sottolineano il ruolo della unità funzionale spinale (FSU) e le sue implicanze sul piano terapeutico. Il trattamento chirurgico tradizionale viene discusso alla luce delle nuove prospettive terapeutiche delle protesi discali, progettate al fine di impiantare dei sistemi elasto-dinamici, ammortizzanti per il ripristino della motilità fisiologica e della dinamica della colonna vertebrale.
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Ferroni, Roberta, et Marilisa Birello. « L’insegnamento dei segnali discorsivi allora, dunque e beh : riflessioni metapragmatiche di studenti di italiano LS ». Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 juin 2022) : 125–49. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.73212.

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Questo studio descrive un percorso didattico incentrato sui segnali discorsivi allora, dunque, beh e analizza le riflessioni metapragmatiche di studenti d’italiano LS nello sviluppo di attività interattive in cui viene chiesto loro di usare questi segnali discorsivi. Si tratta di un’indagine longitudinale svolta fra apprendenti d’italiano di livello A1-A2. Il materiale utilizzato in classe usa un sillabo task-based ed è proveniente dal manuale Al Dente 1. Ogni unità include una sezione specifica dedicata ai segnali discorsivi fin dal livello A1. I risultati mostrano che le attività di presentazione, riconoscimento e riflessione associate ad attività di produzione guidata e libera favoriscono il riconoscimento dei valori, delle funzioni e degli usi dei segnali allora, dunque, beh e inducono gli studenti a riflettere sui segnali discorsivi oggetto di studio. Inoltre, durante l’evolversi delle varie fasi del corso, gli studenti recuperano i segnali per aprire il turno, che sono stati trattati in precedenza e che non sono più oggetto di studio, fino a farne un uso fluente nella pratica libera.
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Nowakowski, Bartosz. « Funkcjonowanie kan. 1107 KPK z 1983 r. w kanonicznym systemie małżeńskim ». Prawo Kanoniczne 52, no 1-2 (5 juin 2009) : 201–28. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2009.52.1-2.08.

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L’articolo riguarda la presunzione giuridica del can. 1107 del CIC quale svolge un ruolo importante nel campo di diritto matrimoniale, non soltanto per caso che funzionava nel Codice del 1917 e poi è stato introdotto nel Codice attuale, ma pertanto che può essere applicato per casi particolari dei matrimoni uniti. L’autore di articolo richiama l’attenzione che si può verificare la situazione quando nonostante che il consenso è stato manifestato, il matrimonio sarà invalido. La causa di questa situazione può essere l’esistenza dell’impedimento oppure la mancanza della forma canonica, sebbene il consenso esiste ma non è efficace. In questo caso si applica il can. 1107 CIC, quale presunta la durezza del consensus praestitus. Anzi, la presunzione esiste fino a quando non si possiede la certezza di richiamo del consenso. La manifestazione del consenso matrimoniale in questa situazione particolare, (quale sicuro nessuna l’autorità non può sostituire), produce due conseguenze: per primo le parti possono richiamare il suo consenso oppure per secondo essi possono fare sanatio in radice. Questa pratica dimostra la grande perseveranza del consenso matrimoniale prestato dalla parte di comunità della Chiesa cattolica.
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D’Amico, Tiziana. « Quo vadis esilio ? Promeny : uno spaccato sulla riflessione introspettiva dell'esilio intellettuale ceco post-1948 ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (mai 2021) : 275–96. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002014.

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Obiettivo del presente lavoro è quello di indagare la riflessione introspettiva dell'esilio ceco (cecoslovacco) sulle sue funzioni e i suoi compiti rispetto alla Cecoslovacchia, intesa sia come regime comunista che come paese, e rispetto all'Occidente, nello specifico gli Stati Uniti. L'interesse è rivolto alla prima ondata di emigrazione anti-comunista, quella seguita al colpo di Praga del 1948, e copre un periodo di circa vent'anni, fino al 1968. L'indagine si concentra sulla rivista Promeny, fondata nel 1964 a New York da Ladislav Radimský all'interno della Società per le scienze e le arti, una organizzazione no profit di intellettuali cechi e slovacchi creata negli Usa nel 1958. Nella prima parte inserisce l'organizzazione da cui nasce la rivista all'interno del contesto dell'esilio intellettuale per concentrare poi l'attenzione, nella seconda parte, sulle questioni linguistica e culturale dell'esilio attraverso gli articoli, e le reazioni a questi, sulle pagine della rivista. Particolare attenzione è data agli editoriali in quanto tratti costitutivi della rivista stessa.
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Giannetti, Daniela. « MODELLI TEORICI DI FEDERALISMO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no 2 (août 1995) : 307–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023595.

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IntroduzioneTutti gli studiosi concordano nel considerare l'unione degli stati americani creata con la Costituzione del 1787 il primo esempio di federalismo in senso moderno. Qual è la novità storica del federalismo americano? In sintesi, si può affermare che essa consiste in un rafforzamento del potere centrale che si accompagna a un insieme di garanzie costituzionali circa le sfere di autorità o la ripartizione di funzioni tra differenti livelli di governo. La Costituzione di Filadelfia viene inoltre generalmente considerata un esempio di deliberata progettazione istituzionale e i vari saggi che compongono ilFederalist –scritti da Hamilton, Jay e Madison allo scopo di illustrare i vantaggi che sarebbero derivati da un'organizzazione federale degli stati indipendenti allora uniti nella confederazione nordamericana –sono considerati la prima articolazione compiuta della teoria federalista. Dall'«invenzione» del sistema americano, che introduce un'innovazione sostanziale nella storia delle istituzioni occidentali, poi ampiamente imitata in numerosi paesi, il federalismo è diventato una delle realtà politiche più importanti e uno dei temi più dibattuti nella letteratura.
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de Berardinis, Daniela. « Ospedale e cronicità ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (octobre 2021) : 13–18. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003003.

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Résumé :
Nel contesto ospedaliero le forme organizzative più idonee per consentire l'integrazione sono quelle che prevedono l'istituzione di Servizi o Unità di Psicologia con funzioni di coor-dinamento per l'ottimale utilizzazione delle competenze psicologiche ai diversi livelli e per le attività necessarie ad una adeguata implementazione ed aggiornamento dei professionisti, della loro integrazione nelle diverse strutture operative ospedaliere e della collaborazione interprofessionale. La politica sanitaria centrata sul concetto di azienda come luogo in grado di gestire processi in modo efficace e efficiente presuppone una adeguata attenzione a quei fattori soggettivi che possono incidere sui costi e sulla produttività. Si tende ad una Psicologia Ospedaliera che sappia tenere insieme questi diversi bisogni, collocandoli in un orizzonte di analisi ed interventi specifici, fortemente integrati, che renda visibile la strategia "sistemica" e su questa costruisca sinergie ed alleanze. In campo scientifico e professionale si è affermato e consolidato il concetto che la salute sia un fenomeno multidimensionale, per cui occorre costruire una alleanza e una sinergia tra ricerca e intervento che abbia obiettivi condivisi e chiari. L'articolo resoconta dell'esperienza di collaborazione multiprofessionale nell'area delle malattie croniche nel contesto ospedaliero e pome la questione dei setting di lavoro e di ricerca congiunti come spazi dove diviene possibile costruire modelli di lavoro transdisciplinari.
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Mariano Carta, Stefano, et Antonio Alcaro. « Una casa di 3 piani + 1. Il sogno di Jung e le omologie archetipiche cervello-mente in una prospettiva evolutiva ». STUDI JUNGHIANI, no 55 (août 2022) : 54–79. http://dx.doi.org/10.3280/jun55-2022oa14057.

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Résumé :
Sulla nave che lo portava verso le Clark lectures negli Stati Uniti, Jung racconta a Freud un sogno, divenuto famoso, in cui una casa a quattro piani, o livelli, sembra rappresentare la struttura di una psiche fondata sull'inconscio archetipico. Nonostante l'idea di archetipo sia stata più volte oggetto di critiche, a partire dalla seconda metà del 1900 gli studi scientifici sull'organizzazione del cervello umano hanno confermato l'ipotesi di una stratificazione delle funzioni mentali e di una determinazione prevalentemente istintuale ed ereditaria del primo e più antico strato dell'evoluzione neuropsichica. Pertanto, riprendendo la struttura della casa sognata da Jung, in questo articolo proponiamo l'idea di una stratificazione psico-neuro-archeologica suddivisa in 3+1 strati sovrapposti che costituisce una elaborazione del modello neuro-archeologico ternario elaborato da Paul MacLean prima e da Jaak Panksepp poi, in cui l'affettività rappresenta il fattore organizzativo fondamentale del cervello-mente. Lo strato più evoluto, caratteristico della specie umana, è quello dell'auto-coscienza riflessiva. Subito sotto si trova il livello della coscienza intersoggettiva, caratteristico delle specie omeoterme (mammiferi ed uccelli) e legato all'evoluzione di un complesso di strutture corticali mediali chiamate Default-Mode-Network. Ancora sotto si trova lo strato della coscienza cognitivo-immaginativa, evolutasi nei vertebrati dotati di corteccia cerebrale. Infine, il primo e più antico strato, è quello della consapevolezza affettiva, legato al funzionamento delle strutture sottocorticali mediali (core-Self), dove risiedono i circuiti istintuali ed archetipici individuati negli studi neuro-etologici di Panksepp.
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Giannakoulas, Andreas. « La follia rimossa della coppia sana ». PSICOBIETTIVO, no 2 (janvier 2011) : 48–64. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-002005.

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Résumé :
La relazione coniugale č una relazione speciale, anzi unica, che si sviluppa all'interno di un contesto culturale e sociale. Č un'impresa individuale e reciproca realizzata per soddisfare i bisogni biunivoci personali ed emozionali di una stretta intimitŕ e interdipendenza all'interno di un quadro istituzionale e sociale di cui gli sposi fanno parte. La ricerca di risposte emotive da parte dei partner con bisogni regressivi e con la gratificazione di fantasie infantili rimane profondamente radicata e costantemente presente nella sessualitŕ adulta. Naturalmente un compito speciale č stanziato nella forza dell'Io per maneggiare un'elevata regressione e dipendenza con meno ansie. Quindi nell'amore adulto il senso di fiducia e di affidabilitŕ reciproca possono produrre un gran senso di sicurezza, di autonomia, di libero desiderio e possono portare all'inevitabilitŕ della ricerca per regressione unita a livelli piů arcaici con il desiderio di realizzare un reciproco e soddisfacente orgasmo e una maggiore intimitŕ. Questo include l'elaborazione immaginativa di parti fisiche, di sensazioni e di funzioni del sé in relazione all'altro. Implicito, e spesso esplicito nelle menti dei partner, č anche l'obbiettivo di formare una nuova integrazione sociale, una nuova famiglia con la sua propria cultura interna distintiva, derivata e dipendente dalle varie referenze interne e dalle esperienze con significative figure dell'infanzia e dell'adolescenza. Le vicissitudini degli oggetti interni e dellei, all'interno dell'Io, del Super-Io e del sé, la loro, la liberazione di significative introiezioni sono state descritte molto abilmente da Bychowski, da Khan, dalla Milner, da Bion, da Kohut, da Bradley e da altri. Cosě, noi possiamo concepire la relazione coniugale come un'interazione di due persone con una lunga storia personale e di sviluppo e, a livello conscio ed inconscio, con conseguenze normali e patologiche. L'importanza di conflitti parentali collusivi come un fattore possibile dell'eziologia o del mantenimento della patologia di un bambino č stata esplorata come un'area da investigare da molti studiosi.
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Lacey, Eric F. « The Italian Competition Law Compared with Other OECD Countries’ Competition Laws ». Journal of Public Finance and Public Choice 8, no 2 (1 octobre 1990) : 147–51. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345090.

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Résumé :
Abstract L’ltalia è il penultimo Paese membro dell’OCSE che abbia adottato una legge sulla protezione della concorrenza (adesso solo la Turchia non ha alcuna legge al riguardo).Peraltro, la legislazione vigente nei Paesi OCSE non è del tutto identica. Vi è, per esempio, una notevole differenza tra la legislazione anti-trust degli Stati Uniti, con proibizione (rafforzata da sanzioni penali) della fissazione di prezzi e di ripartizione dei mercati, ed il progetto di legge belga contro l’abuso di potere economico, che da luogo ad un tipo di controllo molto tenue.Per quanto riguarda, in particolare, le norme attinenti alle concentrazioni, l’ltalia è il quindicesimo Paese OCSE ad avere una normativa. Questo significa non soltanto che nove Paesi OCSE devono ancora convincersi dell’utilità del controllo delle concentrazioni, ma che, date le divergenze tra le diverse normative in vigore, sono anche diversi i criteri e le procedure mediante cui possono essere valutate fusioni ed acquisizioni.Si può affermare che l’impostazione della legge italiana, di carattere dichiaratamente proibitivo, quanto ad accordi restrittivi ed abuso di posizione dominante segue l’attuale tendenza dei Paesi OCSE a favore di questo metodo di controllo piuttosto che del metodo del caso per caso, che e ancora vigente nei Paesi nordici, in Irlanda e nel Regno Unito.Per quanto attiene, invece, alle concentrazioni, l’impostazione di carattere proibitivo non si estende normalmente al loro controllo. Molti ordinamenti preferiscono il sistema del «caso per caso» e così fa anche la legge italiana, anche se questa procedura richiede un giusto equilibrio tra l’esigenza di completare in tempi stretti l’indagine, per non danneggiare le imprese interessate, e l’altrettanto legittima esigenza di avere tempo sufficiente per un esame accurato. Su questo ultimo aspetto, i tempi previsti dalla legge italiana sembrano più brevi della media dei Paesi OCSE. In particolare, il periodo di tempo previsto dalla legge italiana perché l’Autorità effettui l’indagine è di quarantacinque giorni, mentre il tempo mediamente previsto nei Paesi OCSE è di tre mesi.Un elemento molto positivo della legge italiana è quello di sottoporre le concentrazioni ad una valutazione di natura strettamente concorrenziale, senza introdurre dementi di natura politica o sociale. Inoltre, in molti Paesi il Governo ha il potere di dire l’ultima parola sull’autorizzazione o meno delle concentrazioni.Bisogna anche notare che, mentre molti Paesi hanno costruito poco per volta la loro legislazione concorrenziale, partendo dagli accordi orizzontali per poi estendere il controllo all’abuso del potere di mercato e giungendo quindi al controllo delle concentrazioni, la legge italiana include tutti e tre questi tipi di restrizioni della concorrenza. Essa riguarda, inoltre, sia il mercato dei beni che quello dei servizi.La legge italiana si applicherà sia alle imprese private che a quelle pubbliche, con l’eccezione dei monopoli pubblici. Per quanto riguarda le banche e le assicurazioni, la legge italiana riserva ad essi un trattamento analogo a quello di altre leggi della concorrenza, anche se adesso sembra emergere la tendenza a restringere le esenzioni dalle leggi sulla concorrenza di cui godono questi settori.L’Autorità italiana per l’applicazione della legislazione concorrenziale ha ampi poteri di investigazione, di decisione e anche di sanzione, attraverso la comminazione di multe, nonche importanti funzioni consultive. In altri ordinamenti vi è una distinzione tra gli organi che nelle diverse fasi applicano la legislazione della concorrenza. La legge italiana, dato che l’Autorità è responsabile delle varie fasi, potrà essere applicata più facilmente, anche se si potrebbe rilevare che la distinzione tra funzioni istruttorie e funzioni decisionali dà maggiori garanzie (in ogni caso, le parti hanno comunque diritto di ricorrere contro le decisioni dell’Autorità).L’applicazione di sanzioni, che è un aspetto essenziale del sistema di controllo, è modellata nella legge italiana sulla base della normativa CEE e sembra adeguata.Per quanto riguarda il particolare trattamento riservato alle istituzioni finanziarie, sebbene in diversi Paesi vi siano norme speciali nei riguardi delle concentrazioni bancarie (con approvazione da parte delle autorità bancarie, in sostituzione delle autorità che si occupano della concorrenza o in aggiunta all’approvazione di queste ultime), non si riscontra in altri ordinamenti una norma come quella secondo cui anche l’acquisizione di una quota del cinque per cento del capitale debba essere sottoposta ad autorizzazione. Soltanto l’Olanda, forse, ha una regola analoga, mentre l’Australia ha una regola che stabilisce un limite generale del quindici per cento per un solo investitore.Nel complesso, la legge italiana per la concorrenza sembra fornire una buona base per una efficiente politica della concorrenza. Evidentemente, tutto dipenderà dal modo in cui l’Autorità assicurerà che le norme siano effettivamente applicate, soprattutto per quanto riguarda l’art. 4 (che prevede deroghe per le intese) e l’art. 8, paragrafo 2, sulle deroghe per le imprese che forniscono servizi d’interesse economico generale. Sarebbe molto spiacevole se questa norma fosse utilizzata per non applicare la legge allo stesso modo, sia alle imprese private che a quelle pubbliche.
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Stinson, Charles P., Saleh S. Almuthaybiri et Christopher C. Tisdell. « A note regarding extensions of fixed point theorems involving two metrics via an analysis of iterated functions ». ANZIAM Journal 61 (13 juin 2020) : C15—C30. http://dx.doi.org/10.21914/anziamj.v61i0.15048.

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Résumé :
The purpose of this work is to advance the current state of mathematical knowledge regarding fixed point theorems of functions. Such ideas have historically enjoyed many applications, for example, to the qualitative and quantitative understanding of differential, difference and integral equations. Herein, we extend an established result due to Rus [Studia Univ. Babes-Bolyai Math., 22, 1977, 40–42] that involves two metrics to ensure wider classes of functions admit a unique fixed point. In contrast to the literature, a key strategy herein involves placing assumptions on the iterations of the function under consideration, rather than on the function itself. In taking this approach we form new advances in fixed point theory under two metrics and establish interesting connections between previously distinct theorems, including those of Rus [Studia Univ. Babes-Bolyai Math., 22, 1977, 40–42], Caccioppoli [Rend. Acad. Naz. Linzei. 11, 1930, 31–49] and Bryant [Am. Math. Month. 75, 1968, 399–400]. Our results make progress towards a fuller theory of fixed points of functions under two metrics. Our work lays the foundations for others to potentially explore applications of our new results to form existence and uniqueness of solutions to boundary value problems, integral equations and initial value problems. References Almuthaybiri, S. S. and C. C. Tisdell. ``Global existence theory for fractional differential equations: New advances via continuation methods for contractive maps''. Analysis, 39(4):117–128, 2019. doi:10.1515/anly-2019-0027 Almuthaybiri, S. S. and C. C. Tisdell. ``Sharper existence and uniqueness results for solutions to third-order boundary value problems, mathematical modelling and analysis''. Math. Model. Anal. 25(3):409–420, 2020. doi:10.3846/mma.2020.11043 Banach, S. ``Sur les operations dans les ensembles abstraits et leur application aux equations integrales''. Fund. Math., 3:133–181 1922. doi:10.4064/fm-3-1-133-181 Brouwer, L. E. J. ``Ueber Abbildungen von Mannigfaltigkeiten''. Math. Ann. 71:598, 1912. doi:10.1007/BF01456812 Bryant, V. W. ``A remark on a fixed point theorem for iterated mappings'' Am. Math. Month. 75: 399–400, 1968. doi:10.2307/2313440 Caccioppoli, R. ``Un teorema generale sullesistenza de elemente uniti in una transformazione funzionale''. Rend. Acad. Naz. Linzei. 11:31–49, 1930. Goebel, K., and W. A. Kirk. Topics in metric fixed point theory. Cambridge University Press, 1990, doi:10.1017/CBO9780511526152 Leray, J., and J. Schauder. ``Topologie et equations fonctionnelles''. Ann. Sci. Ecole Norm. Sup. 51:45–78, 1934. doi:10.24033/asens.836 O'Regan, D. and R. Precup. Theorems of Leray–Schauder type and applications, Series in Mathematical Analysis and Applications, Vol. 3. CRC Press, London, 2002. doi:10.1201/9781420022209 Rus, I. A. ``On a fixed point theorem of Maia''. Studia Univ. Babes-Bolyai Math. 22:40–42, 1977. Schaefer, H. H. ``Ueber die Methode der a priori-Schranken''. Math. Ann. 129:415–416, 1955. doi:10.1007/bf01362380 Tisdell, C. C. ``When do fractional differential equations have solutions that are bounded by the Mittag-Leffler function?'' Fract. Calc. Appl. Anal. 18(3):642–650, 2015. doi:10.1515/fca-2015-0039 Tisdell, C. C. ``A note on improved contraction methods for discrete boundary value problems.'' J. Diff. Eq. Appl. 18(10):1773–1777, 2012. doi:10.1080/10236198.2012.681781 Tisdell, C. C. ``On the application of sequential and fixed-point methods to fractional differential equations of arbitrary order.'' J. Int. Eq. Appl. 24(2):283–319, 2012. doi:10.1216/JIE-2012-24-2-283 Ehrnstrom, M., Tisdell, C. C. and E. Wahlen. ``Asymptotic integration of second-order nonlinear difference equations.'' Glasg. Math. J. 53(2):223–243, 2011. doi:10.1017/S0017089510000650 Erbe, L., A. Peterson and C. C. Tisdell. ``Basic existence, uniqueness and approximation results for positive solutions to nonlinear dynamic equations on time scales.'' Nonlin. Anal. 69(7):2303–2317, 2008. doi:10.1016/j.na.2007.08.010 Tisdell, C. C. and A. Zaidi. ``Basic qualitative and quantitative results for solutions to nonlinear, dynamic equations on time scales with an application to economic modelling.'' Nonlin. Anal. 68(11):3504–3524, 2008. doi:10.1016/j.na.2007.03.043 Tisdell, C. C. ``Improved pedagogy for linear differential equations by reconsidering how we measure the size of solutions.'' Int.. J. Math. Ed. Sci. Tech. 48(7):1087–1095, 2017. doi:10.1080/0020739X.2017.1298856 Tisdell, C. C. ``On Picard's iteration method to solve differential equations and a pedagogical space for otherness.'' Int. J. Math. Ed. Sci. Tech. 50(5):788–799, 2019. doi:10.1080/0020739X.2018.1507051 Zeidler, E. Nonlinear functional analysis and its applications. Springer-Verlag, New York, 1986. doi:10.1007/978-1-4612-4838-5
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Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Résumé :
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Migliori, Maurizio. « Divino e umano ». Revista de Estudos Filosóficos e Históricos da Antiguidade 13, no 25 (14 juin 2022). http://dx.doi.org/10.53000/cpa.v13i25.830.

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Questo articolo affronta una serie di temi fortemente connessi. In primo luogo si ricostruisce brevemente la “invenzione” del concetto di anima nel mondo greco, da Omero a Socrate, facendo emergere il duplice problema della unità di un’anima che ha funzioni diverse e anche opposte, e quello della sua sopravvivenza. Su questa base si affrontano entrambi i temi in Platone; in questa trattazione si cerca di evidenziare la polivalenza strutturale della visione platonica che affronta sempre i problemi da una pluralità di punti di vista. Si può in questo modo mostrare che in Aristotele c’è una analoga attitudine filosofica, per certi aspetti addirittura esasperata. Rifiutata in questo modo l’inconsistente tesi di una evoluzione dello Stagirita, si analizza la posizione aristotelica nelle sue somiglianze e nelle sue differenze rispetto a quella platonica. Emergono così alcune ineliminabili aporie che spiegano la successiva insuperabile divaricazione tra le diverse interpretazioni.
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Di Pietro, Maria Luisa, et Barbara Corsano. « Il “trapianto di faccia” ». Medicina e Morale 59, no 4 (30 août 2010). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2010.203.

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L’allotrapianto di tessuto composito (CTA) nella forma di faccia viene proposto nel caso di gravi alterazioni della funzionalità e dell’estetica del volto e consente di sostituire tessuto facciale danneggiato e/o non-esistente con tessuto facciale sano, ben vascolarizzato, da donatore. Sebbene ancora in fase sperimentale, simile procedura – effettuata allo stato attuale nove volte in Francia, Cina, Stati Uniti e Spagna – pare mostrare risultati promettenti. Tuttavia, accanto alle difficoltà che come ogni procedura trapiantologica essa presenta dal punto di vista clinico, occorre considerare le problematiche economiche, organizzative e soprattutto etiche. ---------- Composite tissue allotransplantation (CTA) of the face is used for serious changes of the facial functionality and beauty and allows to replace facial tissue damaged or nonexistent by facial tissue sound, well vascularized, from donor. Although it is still at the experimental stage, this procedure – nine times realized in France, China, United States and Spain – seems to be promising. Neverthless, in addition to clinic issues, economic, organizational and above all ethical questions should be considered.
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Belardinelli, Sergio. « Il bene famiglia e le sue funzioni sociali. The Good-Family and its Social Functions ». Metafísica y persona, no 6 (30 mai 2017). http://dx.doi.org/10.24310/metyper.2011.v0i6.2785.

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In una società dove, da più parti, la famiglia è sotto attacco, occorre creare una cultura della famiglia che sia anche per la famiglia. La tendenza a identificare con la famiglia qualsiasi aggregazione di individui, a prescindere dal sesso o dal vincolo che li tiene uniti, produce uno scossone semantico destinato a danneggiare non soltanto la famiglia ma l’intera società. Nonostante i cambiamenti che abbiamo registrato in questi ultimi anni, la famiglia tradizionale continua a essere l’istituzione sociale che più di altre incide sulla formazione delle persone e che più di altre è capace di generare quei capitali individuali e sociali —la fiducia reciproca, il senso del bene comune, la speranza nel futuro, il senso di appartenenza a una catena generazionale, quindi a una tradizione, lo sviluppo di una vera democrazia—, senza i quali è assai difficile immaginare una società degna del nome.In a society where the family suffers attacks from many different sides, a culture of the family is needed that will be also for the family. The tendency of identifying as a family any aggregate of individuals regardless of their sex or of the link that joins them, gives rise to a semantic chaos, which not only hurts the family but society also. In spite of the changes of the last few years, traditional family is still the social institution with more influence on the formation of persons, and the most able to generate individual and social capitals –mutual trust, a shared understanding of common good, hope for the future, the sense of belonging to a generational line or tradition, the development of a true democracy– the lack of which makes it very hard to conceive (the idea of) a society worthy of that name.
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Grassia, Gianluca. « Correlazioni tra disfonia postura e malocclusione ». Journal of Advanced Health Care, 17 juillet 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1907-004.

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La voce è un segnale acustico, caratterizzato da una frequenza fondamentale e dai suoi multipli interi, variamente amplificati e/o smorzati ad opera delle cavità di risonanza. I disordini della voce sono causati da un disturbo o da una perdita della normale funzione. Ci sono voluti molti anni per dimostrare che la masticazione è solo una delle funzioni dell’apparato odontostomatognatico, in quanto tale apparato è coinvolto direttamente e indirettamente anche nella respirazione, nell’orientamento, nell’equilibrio, nella postura, nel parlato, nel cantato. La fonazione è una funzione multidimensionale e quindi la valutazione della voce non può limitarsi ad un singolo aspetto, ma deve essere multiparametrica. Una corretta valutazione diagnostica clinico-strumentale e` alla base dell’interpretazione dei segni clinici e quindi dell’individuazione della patologia vocale specifica: la diagnosi e` di competenza del medico specialista, foniatra e/o otorinolaringoiatra. E’ necessaria una metodica di indagine standardizzata, in modo che tutti i professionisti del settore si possano confrontare con le stesse unità di valutazione. Possiamo riassumere che ogni volta che siamo di fronte alla persona affetta da disfonia disfunzionale è raccomandabile avere una visione globale del paziente. L’intervento mira al ripristino dei principi occlusali (riabilitazioni temporo-mandibolare), alla riprogrammazione posturale globale, ginnastica propriocettiva computerizzata, al controllo dei movimenti del diaframma e, di conseguenza, del flusso di aria e della vibrazione delle corde vocali, mantenendo tonica la muscolatura addominale. Questa visione olistica risulta maggiormente efficace al raggiungimento dell’eufonia, intesa come la miglior voce possibile, naturale, in assenza di fatica, senza sforzo, senza contrazioni per cui lo Speech assume caratteristiche di economicità efficienza ed efficacia in un contesto di quotidianità colloquiale.
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Suaudeau, Jacques. « Le cellule staminali : dall’applicazione clinica al parere etico. Parte III. Riflessioni etiche ». Medicina e Morale 55, no 6 (30 décembre 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.335.

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Un’ampia polemica si è sviluppata attorno alle cellule staminali: alcuni rivendicano una totale libertà di reperire le cellule staminali embrionali umane (hES) dagli embrioni provenienti dalla fecondazione in vitro o dal trasferimento nucleare (clonazione terapeutica), altri insistono sull’impiego di cellule staminali somatiche e di cellule del sangue del cordone ombelicale (UCB). Il fulcro di questa polemica è etica: infatti, il reperimento del primo tipo di cellule, in quanto richiede il sacrificio programmato di embrioni umani, solleva, a differenza del secondo tipo, questioni etiche. Molti tra coloro che reputano la ricerca sulle cellule hES eticamente accettabile ritengono che gli embrioni umani, prima dell’impianto uterino, non possono essere considerati ancora organismi individuali. Essi fondano la loro tesi su due considerazioni: l’elevata percentuale di perdita naturale di embrioni precoci e il verificarsi della gemellarità monozigotica. Recenti studi hanno, tuttavia, messo in crisi simile tesi, mostrando che l’embrione dei mammiferi funziona come unità biologica sia a livello citologico (gap junctions, tight junctions, compaction) sia a livello genetico (zigotic gene activation). Altri si dichiarano a favore della ricerca sulle cellule ES, giustificandola con la seguente argomentazione: un “essere” umano non può essere riconosciuto come tale dal punto di vista antropologico, finché non abbia raggiunto un elevato grado di “umanizzazione”. Tuttavia, l’errore di simile “prospettiva dello sviluppo” proviene dalla mancanza di un’attenta riflessione sul piano ontologico. Altri, pur riconoscendo che l’embrione umano, in quanto persona potenziale, merita grande rispetto, giustificano la distruzione di embrioni umani per reperire le cellule ES, ricorrendo all’argomento del “fine buono”. In questo caso, il principio morale intangibile che deve essere applicato è quello per il quale il fine non giustifica i mezzi. Ne deriva che la distruzione di embrioni umani per ottenere cellule ES è una eliminazione diretta e deliberata di un essere umano innocente, non giustificabile attraverso alcun argomento. Va, infine, posto il seguente quesito: è lecito usare linee di hES fornite da altri ricercatori o disponibili sul mercato? Tuttavia, una simile utilizzazione rientra nella categoria della cooperazione moralmente illecita ad atti ingiusti, sia in termini di cooperazione materiale immediata sia in termini di cooperazione formale. D’altra parte, la proposta di reperire linee di cellule ES da un singolo blastomero, ottenuto attraverso la biopsia di un embrione, sarebbe, senza dubbio, più rispettosa della vita umana nascente, ma comporterebbe altri problemi etici: essa, infatti, implicherebbe il ricorso alla fecondazione in vitro ed esporrebbe l’embrione a un rischio non indifferente. Quanto poi alla “riprogrammazione” di cellule somatiche a livello di cellule ES, pur essendo eticamente lecita, resta, allo stato corrente, un’ipotesi teorica. Il realismo pratico ed il rispetto della vita umana nascente ci spingono, dunque, a considerare come primaria la ricerca sulle cellule staminali adulte e sulle cellule del sangue del cordone ombelicale, che, nel campo della medicina rigenerativa, ha già dato risultati incoraggianti. ---------- A wide polemic has developed around stem cells: some claim a full freedom for deriving human embryonic stem cells (hES) from embryos coming from in vitro fertilization or from nuclear transfer (therapeutic cloning), others insist on the interest of somatic stem cells or stem cells from umbilical cord blood (UCB). The core of this polemic is ethical: in fact, getting the first type of cells, because of it needs the programmed sacrifice of human embryos, raise, unlike the second type, ethical questions. Many among those who think hES research as ethically acceptable consider that human embryos before implantation cannot be considered as individual organisms. They support their opinion on two considerations: the elevated percentage of natural loss of early embryos and the occurrence of monozygotic twinning. But, recent studies have removed a lot of their substance from these arguments, showing in particular that the mammalian embryo works as a biological unity at the cytological level (gap junctions, tight junctions, compaction) as well as at the genetic level (zigotic gene activation). Others pronounced themselves in favor of hES research, with the argument that a biological human “being” cannot be recognized as such from an anthropological standpoint until he has reached a consistent level of “humanization”. But, the error of this “developmental perspective” comes from its ignorance of a careful ontological reflection. Others, although they do recognize that the human embryo, as a possible person, deserves great respect, justify the destruction of human embryos human to get ES cells with the argument of the “good end”. In this case, the intangible moral principle that must be applied is that the goal doesn’t justify the means. It follows that the destruction of human embryos to get hES cells is a direct and deliberate elimination of an innocent human being that no argument can justify. Another question is: is it permissible to use hES cell lines from other researchers or available on the market? But, this use enters into the category of the illegitimate cooperation in evil, both in terms of immediate material cooperation, and in terms of formal cooperation. On the other hand, the proposal to derive hES cell lines from a single blastomere separated mechanically from an embryo while leaving alive this embryo would be more respectful of early human life, but brings in other ethical problems: it implicates the practice of in vitro fertilization in vitro, and exposes the embryo to a substantial risk. Regarding the “reprogramming” of somatic cells to the level of ES cells, although it is ethically permissible, is now more a theoretical hypothesis. Practical realism and respect of early human life invite therefore to give prime attention to research on adult stem cells and on stem cells from umbilical cord blood, that, in the field of the regenerative medicine, have given encouraging results.
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