Articles de revues sur le sujet « Unione per il Mediterraneo" »

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1

Allegra, Valeria, Marcella Bucca, Gioacchino Pappalardo et Alfonso Silvio Zabà. « Gli scambi commerciali agroalimentari euromediterranei. Contributo allo sviluppo del "Processo di Barcellona : Unione per il Mediterraneo" ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 1 (avril 2013) : 37–72. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2013-001003.

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2

Cattaneo, Ada. « Un'ospedale virtuale per sani ? Previsione, prevenzione e comunicazione della salute nel cuore del Mediterraneo ». FUTURIBILI, no 1 (mai 2009) : 149–66. http://dx.doi.org/10.3280/fu2008-001010.

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Résumé :
- In line with the World Health Organisation, the European Union is showing increasing interest in prevention and prediction in health matters. One of the funded projects designed to find innovative solutions is PIPS (Personalised Information Platform for Health and Life Services), run by the Scientific Institute at the Hospital of San Raffaele (Milan) in a virtual hospital for the healthy. Here, top-level expertise in the medical-technological and sociological-communicative fields creates a network of services for the remote prediction/protection of the illnesses/health of healthy and sick people alike. Intelligent medicine cabinets and trolleys are based on a communicative, relational and interactive architecture of studies on the individual and the creation of individual scenarios. The hospital exemplifies the contribution of sociology in prevention, prediction, education and treatment, putting together personalised services. The location of the hospital at the intersection of the Lisbon-Kiev and Sweden-Sicily axes bears witness to the gradual shift of the centre of gravity of health matters towards the Mediterranean.
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3

Roson, Roberto, et Martina Sartori. « Cambiamento climatico e commercio di acqua virtuale nel Mediterraneo ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 3 (septembre 2011) : 57–73. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-003003.

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Résumé :
Cambiamento climatico e commercio di acqua virtuale nel Mediterraneo In questo lavoro viene considerato lo scambio virtuale di acqua tra Paesi del Mediterraneo, che fa riferimento al contenuto implicito di acqua utilizzato per la produzione di beni commerciati. Vengono stimati i flussi di acqua virtuale legati al commercio di beni agricoli, e successivamente, viene impiegato un modello di equilibrio economico generale per simulare gli effetti di una minor disponibilitŕ futura di risorse idriche, legata al cambiamento climatico. Viene valutato come e quanto i meccanismi autonomi di adattamento dei sistemi economici possano costituire una parziale risposta ai problemi di riduzione delle risorse idriche disponibili.
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4

Toscano, Giulio. « Il Mediterraneo, la cittadinanza, i diritti umani ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 2 (juin 2010) : 173–80. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-002014.

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Résumé :
Il Mediterraneo ha tutte le caratteristiche - purché lo si voglia - per essere un luogo privilegiato nella costruzione di politiche di inclusione. E ciň perché il suo territorio - un territorio, a ben guardare, assai vasto - presenta e ha storicamente sempre presentato, da un lato, caratteristiche coerenti e connotate da una certa omogeneitŕ (tanto da esser stato definito "il sesto continente") e, per altro verso, differenze e contrasti significativi che, se non vanno enfatizzati, non devono neppure essere sottovalutati (a meno di non voler pervenire a raffigurazioni oleografiche o peggio ancora folkloristiche e comunque di nessuna utilitŕ scientifica né operativa).
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5

Degrassi, Lidianna. « Unione europea e turismo : quali opportunità per le autonomie locali ? » RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 20 (octobre 2018) : 185–206. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020001.

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Résumé :
Dopo una breve panoramica sulle competenze in materia di "turismo" nell'ordinamento giuridico dell'UE, in particolare nel Trattato di Lisbona del 2009, l'analisi si sofferma sulla rilevanza del governo locale all'interno del sistema giuridico sovranazionale. Viene quindi affrontata la questione dei fondi strutturali e delle altre fonti di finanziamento che incidono indirettamente sulla materia «turismo» che le regioni e le amministrazioni locali possono ancora utilizzare, a meno che non sia l'Iniziativa Comunitaria-IC a consentire il finanziamento diretto dell'UE , come nel caso dello sviluppo di progetti transfrontalieri, transnazionali e interregionali nel programma Interreg, in particolare il V, cui è particolarmente interessato il Friuli-Venezia Giulia, oltre che Grado. La riflessione finale è dedicata allo scenario futuro dell'UE con uno specifico ipotetico rilancio del governo locale e un ulteriore sviluppo del settore turistico a partire dall'analisi del Libro Bianco della Commissione Europea del marzo 2017.
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Trichopoulos, Dimitrios, et Pagona Lagiou. « Mediterranean diet and overall mortality differences in the European Union ». Public Health Nutrition 7, no 7 (octobre 2004) : 949–51. http://dx.doi.org/10.1079/phn2004559.

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Résumé :
AbstractObjective:To assess whether the Mediterranean diet contributes to overall mortality differences and trends between Mediterranean and non-Mediterranean European Union (EU) countries.Design:Routinely recorded adjusted overall mortality and food availability data in Mediterranean and non-Mediterranean EU countries. A Mediterranean diet score designed a priori was used as instrument.Setting:Fifteen EU countries in the 1960s and the 1990s.Subjects:The general population in the 15 EU countries.Results:The difference between Mediterranean and non-Mediterranean EU countries in a 7-point Mediterranean diet score was reduced from 2.9 in the 1960s to 1.6 in the 1990s. This reduction may underlie the reduction in the difference in general mortality between these countries, from about 100 deaths per 100 000 person-years in the early 1970s to about 50 deaths per 100 000 person-years in the 1990s.Conclusions:The decline in overall mortality in the 15 EU countries over the last 25 years is probably unrelated to diet. However, the gradual loss of the survival advantage of Mediterranean EU citizens, compared with other EU citizens, may be linked to the gradual abandonment by the former of their dietary traditions.
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Braović Plavša, Mira, et Nina Sirković. « I tratti storici e culturali del mediterraneo nel fumetto Favola di Venezia di Hugo Pratt ». Hum, no 25 (4 février 2022) : 67–86. http://dx.doi.org/10.47960/2303-7431.25.2021.67.

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Résumé :
Il fumetto Favola di Venezia è una storia apparentemente semplice sull' avventura di Corto Maltese alla ricerca di uno smeraldo perduto da qualche parte in questa bellissima città. Tuttavia, da un' analisi dei simboli e delle personalità sia nei disegni che nella parte testuale del fumetto si può dedurre che si tratta, di fatto, della storia del Mediterraneo come uno spazio in cui diverse culture, non solo geograficamente ma anche culturalmente, sono state legate da secoli. Essendo sempre in contatto, si mescolano e cambiano, si influenzano a vicenda, ma riescono comunque a mantenere la loro autenticità. Sebbene facciano parte del patrimonio culturale dell' intero Mediterraneo, i simboli, le leggende e le persone citati in questo fumetto sono associati principalmente a Venezia, in modo che, con una sola passeggiata per la città, il lettore possa facilmente immaginare la storia dell' intero territorio del Mediterraneo. Nell`articolo si cerca di provare che la lettura di questa opera non può essere passiva perché Pratt chiede dal lettore di esplorare attivamente simboli, personaggi ed eventi menzionati in Favola. Parole chiave: civiltà; Favola di Venezia; Hugo Pratt; leggende; Mediterraneo; simboli
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Guidi, Andrea. « Storia italiana, storia mediterranea : nuove prospettive su un passato imperiale e coloniale ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 298 (juin 2022) : 350–69. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa4.

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Résumé :
Negli ultimi anni, il legame fra Italia e Mediterraneo ha attirato una maggiore attenzione da parte della storiografia. Questo legame viene ormai studiato tenendo conto del dibattito su nuove categorie spaziali fra le scale nazionale, regionale, e globale con un interesse crescente per la categoria di impero. Il presente saggio discute lo stato attuale della ricerca e possibili orizzonti. Uno sguardo d'insieme su quattro monografie in lingua inglese permette di considerare il Mediterraneo come spazio adatto a ripensare la storia italiana mettendo l'accento sul suo carattere imperiale, compresa la decolonizzazione e i suoi echi fino a oggi. A partire da questi spunti, il saggio propone un dialogo con altre aree geo-storiche del bacino, la ricerca su fonti in varie lingue, e una maggiore attenzione per le realtà locali nel periodo precedente alla dominazione italiana.
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Scamardě, Giuseppina. « Per mare e per terra. L'immagine del mediterraneo nei primi anni del xvii secolo, tra i disegni e i racconti di una cronaca manoscritta ». STORIA URBANA, no 135 (février 2013) : 5–26. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135001.

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Résumé :
Un'inedita cronaca manoscritta tratta degli eventi vissuti e delle terre visitate o soltanto osservate nel corso di quindici navigazioni compiute dal suo autore, imbarcato su una delle galere dell'Ordine mediceo di Santo Stefano negli anni tra 1602-1616, all'interno dell'intero bacino del Mediterraneo. Le descrizioni, che non si limitano ai soli caratteri fisici, ma sono arricchite da note su struttura sociale, usanze e tradizioni, economia locale e principali risorse produttive, sono arricchite da circa 200 disegni. L'assoluta autonomia dell'autore, che scrive per se stesso e non per un committente da compiacere, induce a considerare le informazioni fornite come oggettive. Ciň consente di ricostruire l'immagine precisa e realistica di terre e popoli mediterranei, all'interno di un importante momento storico: l'etŕ delle guerre dei corsari e dei conflitti tra le principali potenze, impegnate a contendersi il predominio sul Mediterraneo e sull'Occidente (Francia, Spagna, Impero Ottomano), e gli Stati loro alleati. Particolarmente significativa, a tal proposito, č la descrizione dei territori ellenici, presenza importante a\ll'interno del manoscritto e in cui la cristianitŕ convive in maniera piů o meno pacifica con il nemico ottomano. Č uno scenario estremamente variegato, di cui l'autore mette in risalto le peculiaritŕ e le "stranezze" sia per quanto riguarda i sistemi urbani o comunque antropizzati, sia, soprattutto per ciň che riguarda gli aspetti antropologici e sociali, lontani dalla cultura e dalle tradizioni dell'autore.
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Celi, Giuseppe, Andrea Ginzburg, Dario Guarascio et Annamaria Simonazzi. « Una Unione divisiva. Una prospettiva centro-periferia della crisi europea ». Il Politico 252, no 2 (19 janvier 2021) : 195–98. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.522.

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Résumé :
La storia dell’integrazione europea resta ancora oggi, a sessantatré anni dalla fondazione della Comunità Economica Europea, uno dei temi fondamentali per comprendere l’Unione e i suoi sviluppi politici. Molti dei conflitti, delle tensioni, dei problemi strutturali e delle inefficienze che si riconducono all’Unione Europea, così come anche molti dei successi e delle fortune, sono realmente comprensibili soltanto con una conoscenza della storia delle istituzioni europee e della progressiva integrazione degli Stati Membri.
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Cerfeda, Walter. « La di-unione europea e il patto euro plus ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (février 2012) : 85–91. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-003005.

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Résumé :
L'Europa sta attraversando il periodo piů difficile della sua storia e gli sbocchi sono del tutto incerti ed imprevedibili. La combinazione inedita tra stagnazione economica e speculazione finanziaria puň determinare un lungo periodo di recessione economica e la messa in discussione della stessa moneta dell'euro. Per questo vi č una sostanziale moratoria dei diritti sociali. Il modello sociale europeo č stato sempre interconnesso al modello economico e la crisi attuale ingenera quella sociale. Una politica di solo rigore non basta. La crisi non č nell'euro ma dell'euro. Serve un equilibrio urgente tra rigore e crescita. Quindi non un'Europa delle nazioni ma un'accelerazione dell'integrazione economica e un vero ruolo di Banca centrale della BCE. La scorciatoia di rovesciare tutto il deficit di competitivitŕ sul lavoro in realtŕ sta conducendo l'UE in un vicolo cieco.
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Melotti, Marxiano. « Tra passato e presente. Ostia e la sua problematica liminalità ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 124 (mars 2021) : 100–118. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-124006.

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Résumé :
Ostia, già grande porto dell'antica Roma, è oggi il decimo municipio della capitale. Fra la vecchia e la nuova città non esiste continuità storica né funzionale. La prima è ora soltanto un sito archeologico; la seconda, sviluppatasi come distretto balneare, è diventata un satellite della capitale, che ne utilizza il degrado anche per distogliere l'attenzione dalle criticità presenti nel suo stesso centro. La liminalità non è però per Ostia un destino. La riacquisita importanza del dialogo mediterraneo potrebbe anzi farne un punto di forza per la capitale e per il paese.
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Corritore, Renzo P. « Un problema negletto. Per un riesame della questione annonaria nelle cittŕ di antico regime ». STORIA URBANA, no 134 (juin 2012) : 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134001.

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Résumé :
Approvvigionamento - Mediterraneo - Mercato - Storia urbana - Adam Smith, Ferdinando Galiani«Le leggi riguardanti il grano possono ovunque essere paragonate alle leggi riguardanti la religione. Il popolo si sente tanto interessato a ciň che attiene alla sua sussistenza in questa vita, o alla sua felicitŕ di una vita futura, che il governo deve assecondare i suoi pregiudizi e, per conservare la tranquillitŕ pubblica, deve instaurare un sistema che la popolazione stessa approvi. Č forse per questo motivo che raramente si trova instaurato un sistema ragionevole riguardo a questi due problemi essenziali» (Digressione concernente il commercio dei grani e le leggi sui grani, in La Ricchezza delle Nazioni). I saggi raccolti in questo numero monografico di «Storia Urbana» vogliono verificare la fondatezza di questo passo, assai noto, di Adam Smith sull'irrazionalitŕ dei sistemi annonari durante l'ancien régime, concentrandosi sul rapporto fra approvvigionamento cittadino (annona) e strutture urbane in importanti centri del Mediterraneo. La resilienza di tali istituzioni, ma anche la loro capacitŕ di adattarsi a contesti radicalmente diversi, mutando la loro natura secondo il contesto e la congiuntura, fanno ritenere quanto meno semplicistica tale affermazione. Č auspicabile quindi una riapertura del dossier sussistenza e approvvigionamento nelle cittŕ e negli stati dell'etŕ pre-industriale secondo schemi piů aggiornati e in un orizzonte spazio-temporale meno angusto.
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Granata, Sebastiano Angelo. « «Per attrarre nel Mediterraneo il commercio». Alle origini della Facoltà di Economia ». ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no 1 (septembre 2019) : 137–52. http://dx.doi.org/10.3280/asso2019-001013.

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Vertecchi, Giulia. « Una proposta di ricerca multidisciplinare per l’Europa e il bacino del Mediterraneo ». Riparia, no 1 (2018) : 3–16. http://dx.doi.org/10.25267/riparia_sup.2018.i1.02.

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Cormaci, Mario, Giovanni Furnari et Giuseppina Alongi. « Flora marina bentonica del Mediterraneo : Rhodophyta - Rhodymeniophycidae II. Halymeniales, Nemastomatales, Peysson-neliales, Plocamiales, Rhodymeniales, Sebdeniales ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 54, no 384 (27 juillet 2021) : FP9—FP341. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v54i384.94.

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Résumé :
Dopo una breve introduzione sui 6 Ordini che costituiscono l’oggetto di questo secondo contributo alle Rhodymeniophycidae del Mediterraneo (Mar Nero escluso), si passa alla trattazione dei taxa seguendo l’ordine strettamente alfabetico.La trattazione riguarda 131 taxa correntemente accettati, di cui 126 a livello specifico e infraspecifico e 5 a livello solamente di genere. Inoltre vengono censiti 132 taxa (a livello specifico e infraspecifico) non accettati, nonché altri 280 taxa (a livello specifico e infraspecifico) sinonimi dei taxa accettati e/o non accettati. Dei 124 taxa a livello specifico e infraspecifico accettati, 96 sono componenti tradizionali della flora macroalgale mediterranea, 12 sono alieni o involontariamente introdotti, 16 sono taxa excludenda. Tutti i taxa accettati sono ripartiti in 39 generi di cui: 31 con rappresentanti in Mediterraneo, 3 sono excludenda, e 5 privi di rappresentanti in Mediterraneo (solamente citati nel testo). I 132 taxa non accettati sono così ripartiti: 47 sono taxa inquirenda (di cui 3 con nome illegittimo); 32 sono taxa con nome illegittimo (3 dei quali sono anche taxa inquirenda); 41 sono taxa con il nome invalidamente pubblicato (32 dei quali sono nomina nuda); 15 taxa sono combinazioni invalide. Di ciascun taxon trattato viene fornita una breve descrizione preceduta da alcuni riferimenti bibliografici riportanti notizie, illustrazioni e/o distribuzione in Mediterraneo. La trattazione della maggior parte dei taxa specifici e infraspecifici è corredata da tavole iconografiche; inoltre, quasi tutti i taxa trattati sono arricchiti di note bilingue (Italiano e Inglese) a supporto delle sinonimie indicate, o delle scelte tassonomiche seguite o delle motivazioni per cui il taxon è stato considerato inquirendum e/o excludendum o delle conclusioni nomenclaturali. Inoltre, vengono proposte 3 nuove combinazioni, 2 delle quali di taxa non presenti in Mediterraneo. Il lavoro è completato da un glossario di 173 voci, da un indice di tutti i nomi dei taxa citati nel testo e da una errata corrige al precedente lavoro sulle Rhodymeniophycidae di Cormaci et al. (2020).
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Poggi, Roberto. « Presenza in Italia di Alfieriella Wittmer, 1935 con dati sulle specie attribuite al genere (Coleoptera Cryptophagidae) ». Bollettino della Società Entomologica Italiana 152, no 2 (9 septembre 2020) : 79–89. http://dx.doi.org/10.4081/bollettinosei.2020.79.

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Résumé :
Si rendono note le località italiane di raccolta di Alfieriella naxiana (Reitter, 1884), che figurava già citata per l’Italia, ma senza dati precisi. Con l’occasione si presenta una piccola revisione di tutte e tre le specie del genere rinvenibili lungo le coste del Mediterraneo centro- orientale, illustrando in particolare i caratteri edeagici che permettono una sicura identificazione dei taxa.
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Vincenzo Lisciani. « Le suggestioni del Purgatorio ne Il deserto dei Tartari : Buzzati e il modello dantesco tra poetica, immaginario e missione morale ». Quaderni d'italianistica 41, no 2 (11 juin 2021) : 175–93. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36777.

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Résumé :
Dino Buzzati offre ne Il deserto dei Tartari una rielaborazione audace del Purgatorio dantesco per atmosfera e stile. L’aspetto temporale del romanzo è ricalcato esattamente sulla prospettiva dantesca, in cui linearità e circolarità poggiano sull’ambientazione desertica. Tempo e spazio si dilatano o restringono a seconda della prospettiva interiore del personaggio, in una perfetta unione di circolarità e linearità; ugualmente, anche lo spazio sembra oscillare tra Fortezza e deserto per poi subire improvvise verticalizzazioni. Il modello dantesco, come “scrittura verticale” e come “retorica della salvezza,” emerge dunque nei nodi più cruciali dell’immaginazione buzzatiana, mettendo in luce una consonanza profonda e radicata.
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Cormaci, Mario, Giovanni Furnari et Giuseppina Alongi. « Flora marina bentonica del Mediterraneo : Rhodophyta - Rhodymeniophycidae I. Acrosymphytales, Bonnemaisoniales, Gelidiales, Gigartinales, Gracilariales ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 53, no 383 (6 mars 2020) : FP11—FP346. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v53i383.87.

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Résumé :
Dopo una breve introduzione sulla consistenza numerica delle Rhodymeniophycidae (Rhodophyta) presenti in Mediterraneo (Mar Nero escluso), sugli "steps" programmati per la loro completa trattazione con la precisazione che questa prima parte riguarda i taxa dei 5 Ordini già elencati nel titolo e la presentazione di una tabella delle Rhodophyta nella quale i taxa superiori alle famiglie sono ordinati secondo un criterio filogenetico, si passa alla trattazione dei taxa seguendo l'ordine strettamente alfabetico. A seguito degli aggiornamenti tassonomico-nomenclaturali, i taxa a livello specifico ed infraspecifico ricadenti negli ordini sopra citati e presenti in Mediterraneo, sono risultati 132 (di cui 28 inquirenda). Questi a loro volta si raggruppano in 50 generi e 25 famiglie. Inoltre 46 taxa, di cui 1 a livello di famiglia e 45 a livello specifico ed infraspecifico sono stati considerati taxa excludenda; 31 taxa, a livello specifico e infraspecifico, sono stati considerati taxa inquirenda, di questi 3 sono anche excludenda e uno dei tre ha nome illegittimo. Inoltre viene evidenziata l'illegittimità dei nomi di 47 taxa (di cui 3 a livello di famiglia, 3 a livello di genere e 41 a livello specifico e infraspecifico), l'invalidità dei nomi di 29 taxa (di cui 1 a livello di genere e 28 a livello specifico ed infraspecifico) e l'invalidità di 9 combinazioni; infine, viene proposta 1 nuova combinazione. Di ciascun taxon trattato viene fornita una breve descrizione preceduta da alcuni riferimenti bibliografici riportanti notizie, illustrazioni e/o distribuzione in Mediterraneo; per la maggior parte dei taxa specifici sono state realizzate delle illustrazioni. Quasi tutti i taxa trattati sono arricchiti di note bilingue (Italiano e Inglese) a supporto delle sinonimie indicate, o delle scelte tassonomiche seguite o delle motivazioni per cui il taxon è stato considerato inquirendum e/o excludendum o delle conclusioni nomenclaturali. Il lavoro è completato da un glossario di 158 voci, da un indice di tutti i nomi dei taxa citati nel testo e da una errata corrige al lavoro di Cormaci et al. (2017).
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De Magistris, Alessandro. « La kommunalka non è un cohousing. Per una storia della coabitazione in Unione Sovietica ». TERRITORIO, no 75 (janvier 2016) : 32–41. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-075003.

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Albarella, Umberto, Valeria Ceglia et Paul Roberts. « S. Giacomo degli Schiavoni (Molise) : an early fifth century AD deposit of pottery and animal bones from central Adriatic Italy ». Papers of the British School at Rome 61 (novembre 1993) : 157–230. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009971.

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Résumé :
S. GIACOMO DEGLI SCHIAVONI (MOLISE): UN DEPOSITO DI CERAMICA E OSSA ANIMALI DELL'INIZIO DEL V SECOLO d.C.—ADRIATICO CENTRALE, ITALIAGli scavi recentemente effettuati presso S. Giacomo degli Schiavoni (CB) hanno portato alla luce un complesso di carattere industriale, con zone lavorative, magazzini ed un sistema idraulico di pozzi, contenitori e fogne, centrato su di una cisterna.Il riempimento di questa cisterna conteneva una grande quantità di ceramica (400 vasi circa), databile agli anni 420–440 sulla base della terra sigillata chiara africana e focese ivi rinvenuta. Inoltre erano presenti anfore da trasporto dell'Africa e del Mediterraneo orientale, lucerne di produzione locale e molta ceramica dipinta e comune (anche quest'ultima, in parte, inportata dal Mediterraneo orientale).La presenza di scarti di fornace di ceramica dipinta e comune e l'alta percentuale di ceramica importata suggeriscono che il sito avesse un ruolo economico abbastanza importante durante il tardo impero. La qualità delle importazioni dal Mediterraneo orientale suggerisce la presenza di un sistema economico apparentemente diverso da quello dell'Italia tirrenica.Lo scavo della cisterna ha messo in luce anche un piccolo campione faunistico di estremo interesse.La relativamente ampia varietà di specie, la inusuale (per questo periodo) predominanza degli ovicaprini sui suini e la presenza di una scapola di cammello (o dromedario) sembrano rappresentare gli elementi di maggiore interesse di questa fauna.Interessante è anche la presenza di ossa di equidi (sia cavallo che asino) il cui ipotetico utilizzo come animali da trasporto fa supporre che il sito avesse un ruolo in un sistema economico di più ampia scala, nel cui ambito anche la presenza del cammello potrebbe essere interpretata.Seppure l'incompleto recupero del materiale (dovuto ad assenza di setacciatura) e la piccolezza del campione invitino alla cautela, sembra lecito ipotizzare la presenza di un sito dalle molteplici attività economiche: allevamento (probabilmente per carne, latte e lana), agricoltura, caccia, commercio.
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Cormaci, Mario, et Giovanni Furnari. « Sulla presenza nell'Italia meridionale di alcune alghe marine bentoniche rare per il Mediterraneo ». Giornale botanico italiano 122, no 3-4 (janvier 1988) : 215–26. http://dx.doi.org/10.1080/11263508809429401.

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Freni, Giulia. « Gli antichi e la glaukophthalmia : nuovi dati per la storia di un ‘inestetismo’ mediterraneo ». Florentia Iliberritana 31 (15 octobre 2021) : 67–80. http://dx.doi.org/10.30827/floril.v31i.20977.

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Résumé :
Tra gli aspetti più curiosi del mondo antico vi è il disprezzo per gli occhi blu, di certo qualcosa di molto distante dal modo in cui la bellezza viene concepita ai nostri giorni. Il presente contributo si propone di ripercorrere la percezione di questo tratto fisico da parte degli antichi, mostrando come esso fosse associato anche alla capacità di gettare il malocchio. Avere il cosiddetto ὄμμα γλαυκόν era considerato un vero e proprio inestetismo, per cui spesso si cercava di correggerlo con particolari medicamenti, come quelli suggeriti da Galeno nel IV libro del De compositione medicamentorum secundum locos libri X. Il disprezzo per gli occhi blu emerge anche dai trattati fisiognomici e da altri scritti in cui questo tratto fisico è associato a determinate caratteristiche della persona che lo porta: per esempio, Efestione di Tebe nota come l’iride glauca si trovi per lo più in coloro che hanno i capelli biondi o rossi. Di questa credenza si ha un riflesso anche in alcune fonti latine come il De origine et situ Germanorum di Tacito, in cui gli occhi blu e i capelli rossi sono considerati tratti tipici dei Germani. Una certa attenzione è rivolta, in questo contributo, anche ai termini adoperati in greco e latino per indicare l’iride glauca, mettendo in luce il legame con la dea Atena, definita γλαυκῶπις. Dopo aver analizzato le testimonianze antiche si accenna infine ad alcune sopravvivenze di questa credenza, facendo riferimento al mondo arabo e alla Grecia moderna, in cui ricorre nuovamente la percezione dell’occhio glauco come elemento negativo.
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Ferrara, Marinella. « Mediterranean design ? » i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 6 (2 octobre 2011) : 21–27. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2011.v6i.12635.

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Résumé :
Questo articolo propone un’ampia riflessione sul ruolo che il design agroalimentare e agroindustriale gioca oggi come punto di partenza per processi di rigenerazione dei contesti locali e di sviluppo sostenibile delle attività economiche a livello locale. La cultura del design, utilizzando gli strumenti della comunicazione visiva, del prodotto e del design strategico, avvia un ciclo virtuoso tra prodotto e territorio. I casi riportati riguardano esperienze di progetti sviluppati nel contesto mediterraneo.
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Pintore, Anna. « "A rule-governed gunman writ large?" Il posto della coercizione in The Concept of Law ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (décembre 2011) : 7–26. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-002001.

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Résumé :
Oggi molti teorici del diritto ritengono che Herbert Hart, con la sua critica a Austin e a Kelsen, abbia dimostrato in modo conclusivo che la coercizione non č un elemento essenziale del diritto e che perciň non presenta alcun interesse per il filosofo del diritto. Contro l'opinione corrente, Pintore ritiene che la coercizione vada tuttora considerata un tema basilare della filosofia del diritto, almeno per il positivismo giuridico. L'autrice mostra inoltre che inla coercizione gioca un ruolo cruciale in tre ŕmbiti: (i) l'analisi delle regole e degli obblighi sociali, morali e giuridici; (ii) la teoria dei sistemi giuridici come unione di norme primarie e secondarie; (iii) l'idea del contenuto minimo del diritto naturale.
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Marchetti, Luca. « La filosofia dell'arte di Arthur C. Danto. Alcune traduzioni recenti ». PARADIGMI, no 3 (décembre 2010) : 163–72. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-003012.

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Résumé :
Il saggio si concentra su alcune recenti traduzioni italiane delle opere di A.C. Danto per mostrare le linee guida della sua filosofia dell'arte. In primo luogo la tesi per cui, se due oggetti "indiscernibili" appartengono a due categorie filosofiche differenti, non č piů possibile una teoria "estetica" dell'arte (teoria dell'imitazione, teoria dell'illusione, formalismo, ecc). In secondo luogo, la peculiare unione di "essenzialismo" (la definizione di condizioni necessarie e sufficienti) e di "storicismo" (con riferimento alla filosofia dell'arte hegeliana). Attraverso queste linee guida Danto affronta il rapporto tra filosofia e arte, tra arte e realtŕ (o tra opera d'arte e mero oggetto), la tesi della "fine dell'arte" e il problema dell'arte post-storica.
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de Crescenzo, Armando. « Il Meccanismo Europeo di Stabilità ‘alla prova' del futuro dell'Unione europea. Parlamenti (ancora) assenti nelle condizionalità macroeconomiche ? » CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2020) : 133–61. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001005.

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Résumé :
Il lavoro inquadra la genesi e la governance del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), anche in relazione all'ordinamento costituzionale, più di recente oggetto di un acceso dibattito pubblico sia con riguardo alle sue modifiche, quanto al suo impiego per risolvere la crisi sanitaria che ha investito la zona euro a dieci anni di distanza dalla crisi economica iniziata nel 2008. Nell'ambito delle numerose problematiche giuridiche che pone il MES, ci si concentra sul funzionamento delle condizionalità previste dal Trattato, l'impatto sull'indirizzo politico nazionale e il deficit di democraticità che si registra in questi meccanismi intergovernativi. Bisognerebbe chiedersi se sia realmente questa l'idea di Unione Europea auspicata dai padri fondatori e se siano maturi i tempi per operare una vera (e significativa) svolta, indispensabile per la sopravvivenza stessa del progetto europeo.
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Fentress, Elizabeth. « Cooking pots and cooking practice : an African bain-marie ? » Papers of the British School at Rome 78 (novembre 2010) : 145–50. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000842.

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Résumé :
Sommarii:L'articolo prende in considerazione tre particolari forme di ceramica da cucina: l'Hayes 23B, 196 e 197. Realizzati nella Tunisia settentrionale fin dal periodo flavio, esse rappresentano le forme più comuni tra i rinvenimenti africani nei siti del Mediterraneo occidentale. Comunque, ci sono problemi nell'interpretare i modi in cui erano usati. In questa sede suggerisco che le tre forme costituissero un set per la cottura a bagnomaria (con il recipiente più basso che andava riempito per metà d'acqua; uno superiore in cui veniva immesso il cibo; e un coperchio soprastante). Vengono discusse le origini di simili vasi e il loro ruolo nella cottura.
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Pulvirenti, Chiara Maria. « Laboratorio mediterraneo. I progetti di Lord William Bentinck per l'Italia nell'età dei risorgimenti europei ». ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no 1 (mars 2017) : 63–82. http://dx.doi.org/10.3280/asso2017-001006.

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Buchanan, James M. « The Constitutional Moment of the 1990s * ». Journal of Public Finance and Public Choice 9, no 3 (1 octobre 1991) : 175–85. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345379.

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Résumé :
Abstract In questo scritto vengono delineate le prospettive costituzionali che nel decennio in corso si stanno aprendo sia nell’ambito della Comunità europea che per i paesi dell’ex-Unione Sovietica, in un’ottica di economica costituzionale del federalismo e del secessionismo. In particolare, l’autore sostiene che nell’elaborare una costituzione per l’Europa sia opportuno attribuire ad un potere federale il ruolo di «Stato protettivo », con il compito di garantire la creazione di un grande mercato, e agli stati membri della federazione il ruolo di «Stato produttivo», cui sono quindi assegnate le altre funzioni di natura governativa.Allo scopo poi di impedire che il governo centrale travalichi i limiti previsti dalla costituzione, viene auspicata la previsione costituzionale di un diritto di secessione che consenta agli stati membri di recedere dal contratto originario.
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Comelli, Michele. « Sub-regional Cooperation around the Mediterranean and the Role of the EU ». European Foreign Affairs Review 15, Issue 3 (1 août 2010) : 385–401. http://dx.doi.org/10.54648/eerr2010027.

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Résumé :
Abstract. More than other seas, the Mediterranean has played not only a uniting role, acting as a bridge between different regions (Europe, Africa, and the Middle East), but also an important role in competition and division. Its geographical definition is not unchallenged, nor is its political definition, and the Mediterranean has therefore been defined by some scholars as a region connecting other regions rather than as a region per se. However, it is also considered an ensemble of different sub-regional spaces. This article argues that the many heterogeneous elements as well as the different political and economic systems and the different perceptions of security between the two shores of the Mediterranean are obstacles to the emergence of a homogeneous and organized regional space. Nevertheless, the idea of a common Mediterranean space has a normative value that could be used as a political catalyst for cooperation in the area. Numerous sub-regional cooperation initiatives have been launched in the Mediterranean basin, with mixed results. The European Union (EU) has tried to trigger cooperation both indirectly by supporting sub-regional initiatives, especially in the economic field, and directly, through the Euro-Mediterranean Partnership (EMP), which was merged with the Union for the Mediterranean (UfM) following the Paris Summit in July 2008. Indeed, EU-led cooperation in the Mediterranean represents the most important and comprehensive form of cooperation in the area, even though the latest developments of the UfM are not encouraging.
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Dono, Gabriele, et Graziano Mazzapicchio. « L'impatto economico dei cambiamenti climatici sulla disponibilitŕ di acqua irrigua in un'area del Mediterraneo ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 1 (juillet 2010) : 129–50. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-001010.

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Résumé :
L'impatto economico dei Cambiamenti Climatici sulla disponibilitŕ di acqua irrigua in un'area del Mediterraneo, di Gabriele Dono e Graziano Mazzapicchio Questo studio valuta alcuni effetti economici e produttivi del cambiamento climatico sull'agricoltura di un'area irrigua dell'Italia meridionale. Esso considera, in particolare, la variazione dovuta al cambiamento nel regime delle piogge sulla disponibilitŕ d'acqua per l'irrigazione in una diga. Stimato il rapporto tra precipitazioni e volumi d'acqua nella diga, si definiscono le distribuzioni dei vari stati d'invaso idrico nel passato, nel presente e in uno scenario futuro. Queste distribuzioni sono usate per rappresentare le attese degli agricoltori sulle condizioni di disponibilitŕ idrica che potrebbero affermarsi passando da una situazione di stabilitŕ a una di crescente variabilitŕ dei fenomeni piovosi. In particolare, tali distribuzioni sono inserite in un modello di Programmazione Stocastica Discreta che riproduce le scelte delle aziende agricole dell'area, dato il valore stocastico atteso per l'acqua d'irrigazione disponibile in diga. I risultati delle simulazioni ottenuti confrontando gli scenari del presente e del futuro con quello del passato, evidenziano un calo dei redditi e dell'occupazione soprattutto in alcune tipologie aziendali. Emergono anche modifiche nell'uso del suolo, con un calo nell'uso dei fattori produttivi e un aumento della quantitŕ di acqua estratta dai pozzi aziendali.
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Ziller, Jacques. « Il nuovo assetto dei Diritti nei trattati Europei dopo Lisbona ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mars 2011) : 63–84. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001005.

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La problematica dei diritti č strettamente collegata alla natura pattizia della ‘costituzione' della Comunitŕ - ora Unione - europea come giŕ chiarito dalla Corte di giustizia nella sentenza Van Gend en Loos del 1963. Č su questa base che vanno quindi analizzate le novitŕ del trattato di Lisbona, per quanto riguarda diritti derivanti da obblighi degli Stati membri, che sono nuovi rispetto ai previgenti trattati CE e UE. L'autore esamina come si manifesta il carattere vincolante della Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea per tutti gli Stati membri, dato che il Protocollo sulla Polonia e il Regno Unito non rappresenta una deroga al sistema di diritto UE. Infine, l'autore presenta le tre piů importanti conseguenze del carattere ormai vincolante della Carta, cioč la differenziazione tra diritti fondamentali e altri diritti, l'applicabilitŕ di una riserva di legge e la possibilitŕ di ricorso alla procedura di rinvio pregiudiziale per l'interpretazione della Carta.
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Tartabini, Veronica. « Verso un sapere sul sacro : dal misticismo spagnolo alla ragione poetica ». Bajo Palabra, no 25 (14 juin 2021) : 251–72. http://dx.doi.org/10.15366/bp2020.25.012.

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San Giovanni della Croce e Teresa d’Avila esercitarono la loro influenza sulle riflessioni di una delle protagoniste della filosofia spagnola del XX secolo: María Zambrano. Nel 1939, compiendo i primi passi del suo esilio in Messico, la filosofa scrisse sul grande mistico castigliano, ereditando la sua critica ad una concezione dell’uomo che possa prescindere dall’anima e dalle “viscere” dell’esistenza, dall’amore per la vita e le sue differenze, dall’unione di filosofia e poesia. In età matura, a Roma, la pensatrice malagueña scrive citando Santa Teresa e la sua visione della soggettività umana, ereditando i suoi insegnamenti per comprendere l’essere umano nella sua costante ricerca di unione con il sacro. Si tratta di una lunga tradizione di pensiero, che colloca la discepola di Ortega sulla scia dei grandi mistici spagnoli del XVI secolo.
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Santus, Cesare. « Il "turco" e l'inquisitore. Schiavi musulmani e processi per magia nel Bagno di Livorno (XVII secolo) ». SOCIETÀ E STORIA, no 133 (octobre 2011) : 449–84. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-133003.

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Résumé :
L'articolo prende in esame la presenza di schiavi musulmani all'interno del Bagno di Livorno nel XVII secolo, soffermandosi sulla loro esistenza quotidiana ed in particolare sulle relazioni da essi intrattenute con gli abitanti della cittÀ. L'analisi di alcuni processi inquisitoriali conservati presso l'Archivio arcivescovile di Pisa ha portato ad evidenziare l'esistenza di casi in cui clienti cristiani ricorrevano alle arti magiche dei "turchi", dettagliatamente descritte e perciň confrontabili con la tradizione islamica nordafricana. Questo fenomeno si dimostra allo stesso tempo frutto di un'ideologia che associava gli infedeli al mondo demoniaco ma anche uno dei canali attraverso cui si esercitava il confronto culturale tra le due sponde del Mediterraneo.
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Cazzato, Luigi. « L’ASSENZA ‘‘PRESENTE’’ DI GEORGE ELIOT : FRA CENTRO INGLESE E MARGINE MEDITERRANEO ». Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 13 (2013) : 195–202. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2013.i13.17.

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Résumé :
Il saggio si cimenta con la questione dell’assenza di George Eliot come autoredonna sulle scene letterarie. La romanziera inglese scelse di celare il proprio genere sotto uno pseudonimo maschile, apparentemente, per poter affrontare nel suo centro ciò che è stato chiamato “the regime of the male gaze”. Questo suo atto, considerato ambiguo dalla critica femminista, può dirci qualcosa, non solo in relazione a questioni di posizionamento di genere, ma anche in relazione a questioni di posizionamento di ciò che nel suo secolo veniva chiamata “razza”. In altre parole, il saggio si occupa, dal punto di vista postcoloniale, dei suoi rapporti di autrice al centro della cultura patriarcale metropolitana con i margini mediterranei (Italia e Spagna) orientalizzati, ovvero meridionizzati, che lei visitò durante i suoi viaggi e di cui scrisse nelle sue lettere e nei suoi romanzi. Parole chiave: Scrittura femminile, sguardo maschile, Mediterraneo, meridionismo
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Oriani, Aldo. « Dati storici sulla presenza circummediterranea del francolino nero Francolinus francolinus francolinus (Linnaeus, 1766) ». Rivista Italiana di Ornitologia 84, no 1 (20 mars 2015) : 11. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2014.217.

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Résumé :
Si espone la distribuzione storica del francolino nero sulle coste del Mediterraneo; da quelle asiatiche, dove era endemico, venne introdotto e si naturalizzò in Grecia fin dall’antichità e dal XIII secolo in Sicilia ed Aragona. In quel secolo ne parlò Federico II di Svevia nel suo trattato di falconeria dimostrandone una approfondita conoscenza e contemporaneamente la specie veniva citata nelle leggi dell’Aragona. Da queste due regioni il francolino venne diffuso in ampie zone della Spagna, della Francia sud-occidentale, della Toscana e forse anche della Lombardia ed è emersa l’ipotesi che la specie fosse presente anche in Egitto. <br />Il francolino scomparve, tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, da tutti i territori dove era stato introdotto a scopo venatorio a causa delle modifiche ambientali conseguenti alle bonifiche e alla antropizzazione e della caccia non regolamentata, ormai non più prerogativa esclusiva della nobiltà che, per secoli, si era adoperata a tutelare la specie. Analoghe cause portarono, nel corso dell’Ottocento, alla scomparsa del francolino anche da quasi tutti gli ambienti costieri del Mediterraneo orientale, tanto che, già negli anni Trenta del secolo scorso, si nutrivano preoccupazioni sulla sua salvaguardia anche nei territori dove era indigeno.
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Capogreco, Carlo Spartaco. « Da Ventimiglia a Nonantola (1958-1997). Il "viaggio in Italia" di Klaus Voigt. Un ricordo ». MONDO CONTEMPORANEO, no 3 (septembre 2022) : 169–81. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-003007.

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Résumé :
L'autore ricorda per Mondo Contemporaneo lo storico tedesco Klaus Voigt, scomparso a Berlino il 21 settembre 2021, suo sincero amico. Internazionalmente noto per le ricerche sull'Esilio tedesco, in Italia Voigt è molto conosciuto anche per aver ricostruito la storia dei "ragazzi di Villa Emma", un gruppo di adolescenti ebrei dell'Europa centro-orientale che nel 1942, dopo un'incredibile peregrinazione, approdò a Nonantola, nel modenese. Era nato a Berlino il 2 novembre 1938 e - partito dalla storia medievale - si era dedicato poi allo studio dell'idea di unione europea. E, in età più matura, a quello dei profughi (soprattutto ebrei) dalla Germania nazionalsocialista. Il suo lavoro più noto è Zuflucht auf Widerruf (in italiano, Il rifugio precario). Il tema del rapporto con l'Italia è al centro della conversazione amichevole tra Capogreco e Voigt, del 2016, pubblicata qui per la prima volta. Seppure concluso piuttosto bruscamente, per un imprevisto, il racconto di Voigt è molto fresco e spontaneo. E termina proprio con un richiamo a Nonantola, il luogo dove egli, a metà degli anni Novanta, avviò la sua poderosa ricerca sui ragazzi ebrei in fuga dal nazismo.
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Turco, Eugenio. « Obiettivo : I progetti europei di gemellaggio (twinning) e l'esperienza albanese ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (juillet 2009) : 123–32. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003012.

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Résumé :
- I twinning projects sono strumenti di cooperazione internazionale, elaborati dalla Commissione europea, che prevedono la diretta assistenza di uno Stato membro in favore di uno Stato beneficiario per il raggiungimento di specifici obiettivi nel rispetto delle politiche di allargamento della Unione. Il twinning di supporto all'Alto Consiglio della giustizia in Albania č stato il primo progetto al quale ha partecipato il Consiglio superiore della magistratura italiano: iniziato nel febbraio del 2007, e realizzato unitamente al Consiglio superiore dei giudici di Spagna, esso si č concluso nel dicembre del 2008. I positivi risultati ottenuti rendono auspicabile un maggior impegno del CSM in tali forme di cooperazione.
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Filipi, Goran. « Ornitonimia istriana : I nomi di tipo mazorin per la specie Anas platyrhynchos - un relitto mediterraneo ? » Linguistica 34, no 2 (1 décembre 1994) : 69–72. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.34.2.69-72.

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Résumé :
Nel presente saggio si cerca di interpretare gli ornitonimi di tipo mazurin come relitti mediterranei. i nomi popolari presentati fanno parte di un ampio corpus che abbiamo raccolto durante l'ultimo decennio nella regione istro-quarnerina (isola di Veglia compresa) in quasi 200 paesi per tutti gli idiomi istriani (istroveneto, istrioto, istrorumeno, i dialetti sloveni e croati e la parlata montenegrina di Peroj).
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Piras, Romano, et Anass Bensaid. « Un'analisi empirica del brain drain per i paesi del Nord Africa verso i principali paesi Europei ». SCIENZE REGIONALI, no 1 (mars 2011) : 81–108. http://dx.doi.org/10.3280/scre2011-001004.

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Résumé :
L'obiettivo principale di questo lavoro č quello di capire quali siano i principali fattori che determinano le migrazioni degli individui maggiormente istruiti da alcuni paesi della sponda Sud del Mediterraneo, verso i principali paesi europei. I nostri risultati confermano le conclusioni raggiunte dai piu recenti lavori empirici sulle migrazioni qualificate internazionali. In particolare viene evidenziato che i differenziali di reddito, i tassi di disoccupazione, i precedenti legami coloniali e la lingua comune, nonché la spesa sociale e la popolazione nei paesi di destinazione influenzano in maniera decisiva il tasso migratorio degli individui altamente qualificati. Contrariamente alle aspettative, né la distanza geografica, né gli effetti di network appaiono influenzare i flussi migratori qualificati.
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Picco, Giandomenico. « Afghanistan. La necessitŕ di nuovi leaders ? » FUTURIBILI, no 1 (mars 2011) : 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001002.

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Résumé :
La storia dell'Afghanistan č stata sempre profondamente segnata dalle mire espansionistiche di altri stati, che hanno usato il paese come territorio-cuscinetto, terreno di conflitto su basi religiose e tribali, come campo di battaglia della Guerra fredda. L'emersione del fenomeno talebano č stata l'evoluzione di decenni di conflitti e della distruzione della tradizionale struttura tribale, entrambi generati dalle politiche messe in atto da Unione Sovietica, Pakistan, Stati Uniti, India e i loro rispettivi alleati. Diventato territorio di conquiste e rivendicazioni, il paese ha perso la sua identitŕ nazionale. Ora l'Afghanistan ha la possibilitŕ di ricostituire un nuovo progetto nazionale, ma per questo sono necessari, da un lato, un nuovo equilibrio tra gli stati vicini (un nuovo dialogo tra India e Pakistan, per esempio, facilitato dagli Stati Uniti e da una coalizione internazionale) e dall'altro una spinta unificatrice che provenga dallo stesso Afghanistan, per individuareche possano superare divisioni religiose ed ideologiche in favore di quello che potrebbe essere il primo progetto di stato post-westfaliano della regione.
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PALLADINO, FRANCO, et NICLA PALLADINO. « SULLE RACCOLTE MUSEALI ITALIANE DI MODELLI PER LE MATEMATICHE SUPERIORI ». Nuncius 16, no 2 (2001) : 781–90. http://dx.doi.org/10.1163/182539101x00703.

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Abstracttitle SUMMARY /title We present here the general catalogue and the website of the mathematical models found in the Italian universities of Catania, Messina, Bari, Naples, Rome, Florence, Bologna, Modena, Ferrara, Parma, Pavia, Milan, Padua, Turin and Genoa. For the most part they consist of old models published by the firms Ludwig Brill in Darmstadt, Martin Schilling in Halle an der Saale (later Leipzig), by H. Wiener for G. B. Teubner in Leipzig or belonging to the Collections Charles Muret published by Charles Delagrave in Paris. Other models were produced by different firms. A small number were even produced in Italy at the laboratories annexed to universities and, among these we also include the reproduction created in Florence by Luigi Campedelli in the 1950s with the support of the Unione Matematica Italiana. The research on the models (almost all of which are accompanied by the relevant images) can be carried out principally on the basis of the following criteria: Name of model - Catalogue - Material - Year of publication - Designer - Builder - Publisher - Location. The address of the mirrored web sites are: www.dmi.unisa.it/people/palladino/modelli and www.dma.unina. it/~nicla.palladino/catalogo.
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Catarci, Marco, Massimiliano Fiorucci, Maria Chiara Giorda, Gennaro Gervasio, Manfredi Merluzzi et Paola Perucchini. « "Non avere paura" : prevenire le discriminazioni attraverso l'educazione interculturale ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (octobre 2021) : 21–39. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12465.

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Résumé :
Il contributo che proponiamo offre una riflessione sulla confusione semantica e sui limiti dei discorsi sulla radicalizzazione che spesso contribuiscono ad alimentare stereotipi e pregiudizi, accelerando la diffusione di paure sociali gi&agrave; storicamente radicate, come quelle relative alle diversit&agrave; culturali e religiose. Anzich&eacute; soffermarci su modi e tecniche di azioni preventive di processi (almeno mediaticamente) sopravvalutati, proponiamo che l'educazione interculturale sia l'approccio pi&ugrave; fruttuoso per operare una pulizia lessicale e concettuale, per prevenire le discriminazioni - in primis l'islamofobia - come mostrano i risultati del progetto PriMed-Prevenzione e interazione nello spazio trans-mediterraneo, per gettare le basi di legami sociali e culturali complessi e plurali. La prospettiva interdisciplinare si fonda su differenti approcci metodologici e su una variegata e recente letteratura proveniente, in particolare, dall'ambito pedagogico, psicologico, sociologico e storico.
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Jarjou, Mustapha. « STORIE, CORPI E DIRITTI, PRIMA DELL’ITALIANO ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (21 juillet 2022) : 80–81. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18158.

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Résumé :
Tantissimi dei giovani arrivati attraverso la rotta del Mediterraneo non hanno avuto accesso all’istruzione e vivono oggi in condizioni di emarginazione. Durante il lockdown molti sono piombati in una situazione di invisibilità. Il contesto di arrivo è per molti un luogo dove le speranza vengono abbandonate definitivamente. Stories, bodies and rights, before Italian language Many of the young people who arrived via the Mediterranean route did not have access to education and now live in conditions of marginalization. During the lockdown, many fell into a situation of invisibility. The arrival context is for many a place where hopes are definitively abandoned.
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Wodecki, Bernard. « Morze w Piśmie Świętym ». Ruch Biblijny i Liturgiczny 58, no 2 (30 juin 2005) : 97. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.587.

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Résumé :
L’autore descrive il mare come si presenta in tutta la Bibbia. Inizia con la terminologia usata - ebraica, aramaica, greca e latina. Poi discute il problema della flotta e navigazione marittima nell’antico Israele e parla dei quattro mari concreti: Rosso, Mediterraneo, Morto e di Tiberiade. Più a lungo si sofferma sugli aspetti religioso-teologici del mare e sul suo ruolo nell’attività di Gesù e di Paolo apostolo. Alla fine presenta il ricco simbolismo del mare nei sacri libri. Dall’articolo risulta che il mare aveva non poco significato, sia reale che simbolico, per gli uomini dei tempi biblici.
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Aurenhammer, Hans. « Michelangelos Jüngstes Gericht und Dantes Commedia ». Deutsches Dante-Jahrbuch 93, no 1 (28 septembre 2018) : 25–56. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2018-0003.

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Résumé :
RiassuntoGià i contemporanei erano convinti che Michelangelo, il »gran dantista«, si fosse ispirato alla Commedia nel concepire alcuni momenti essenziali del suo Giudizio Universale della Cappella Sistina (1536–1541). Nell’Ottocento, il rapporto Dante-Michelangelo venne poi interpretato come una sorta di unione parentale e spirituale tra due grandi genî. Nel primo Novecento, infine, si tentò di ricorrere a Dante per risolvere tutte le questioni iconografiche aperte del Giudizio Universale – un tentativo destinato a fallire. Oggi si è tuttavia più cauti nel giudicare i riferimenti danteschi di Michelangelo. Attraverso un’analisi accurata di diversi particolari del grande affresco romano, questo contributo illustra come Michelangelo citi e allo stesso tempo trasformi dei personaggi concreti dell’Inferno dantesco – e in particolare le figure di Caronte e di Minosse, che nel Giudizio vengono collocati alle soglie dell’antro infernale. L’autore affronta anche la complessa questione di cosa volesse rivendicare Michelangelo per la propria gigantesca opera escatologica, attraverso questo puntuale, ed evidentissimo, tributo a Dante.
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Tizzoni, Elisa. « Tourism will tear us apart. Turismo e ambiente nell'Italia del boom attraverso un caso di studio nel Levante ligure ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 297 (janvier 2022) : 95–116. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297005.

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Nonostante il crescente interesse per il turismo da parte degli storici ambientali, l'impatto sull'ambiente della diffusione della vacanza balneare lungo le coste mediterranee nella seconda metà del XX secolo ha riscosso un'attenzione limitata sino a oggi. Al fine di contribuire a colmare questa lacuna nell'attuale panorama di studi, l'articolo indaga i conflitti ambientali causati dal tentativo di sviluppare il turismo di massa nel Levante ligure, un'area costiera situata nel Nord-Ovest dell'Italia. L'articolo applica una duplice prospettiva, analizzando sia gli aspetti materiali che quelli immateriali dei conflitti ambientali; inoltre, la ricerca ricostruisce il ruolo giocato dai diversi attori coinvolti nello scontro per la protezione / lo sfruttamento del patrimonio naturale. L'articolo tiene conto delle più recenti acquisizioni della storia ambientale e offre una prospettiva multi-disciplinare sulle conseguenze ambientali del turismo di massa lungo le coste del Mediterraneo.
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Zampieri, Pier Paolo. « Imparare da favara. Radici culturali e prospettive di una rigenerazione urbana di successo ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (janvier 2022) : 119–29. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003009.

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La fabula di una coppia innamorata, e ancor più innamorata della propria terra, che investe le proprie risorse per generare un futuro diverso nel proprio comune attraverso la creatività, l'architettura e l'arte trasformando un perimetro ottocentesco di ruderi e abusivismo, collocato in un centro storico abbandonato nella parte sudoccidentale della Sicilia, nel roboante "sesto posto al mondo come meta turistica culturale" https://blog.purpletravel.co.uk/ è, non solo mediaticamente, irresistibile. L'analisi proposta cercherà di sottrarsi al mantra celebrativo a cui è, giustamente, sottoposto dalla letteratura scientifica e dal carnivoro interesse mediatico, inserendo Farm Cultural Park in un processo che per quanto innervato di contemporaneità e in-tenzioni prospettiche trova le ragioni culturali del suo successo nell'emporio di Storia, segni e contraddizioni che hanno caratterizzato una regione ossimorica come la Sicilia, posta al centro del mediterraneo e al margine meridionale dell'Occidente.
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Rollandi, Maria Stella. « Mimetismo di bandiera nel Mediterraneo del secondo settecento. Il caso del Giorgio inglese ». SOCIETÀ E STORIA, no 130 (février 2011) : 721–42. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-130003.

Texte intégral
Résumé :
L'autrice esamina alcuni aspetti dei viaggi effettuati fra il 1767 e il 1769 dalla nave Giorgio, battente bandiera inglese, ma di proprietÀ di Gian Tommaso Balbi, un aristo- cratico genovese. Scopo principale dell'investimento: trasportare cereali dall'Arcipelago alla Spagna con un'operazione che si inserisce nella consolidata pratica di rifornimento dei granai spagnoli, in un momento di salita dei prezzi, con specifici fini speculativi. L'investitore ricorre alla pratica del mimetismo di bandiera molto diffusa in quel periodo presso la marineria genovese a causa della fragilitÀ politica e militare della Repubblica. L'attivitÀ non si rivela profittevole e i viaggi si concludono nel momento in cui viene meno l'interesse del Balbi. La documentazione correlata a questa impresa presenta interessanti aspetti per quanto concerne il meccanismo degli imbarchi e degli sbarchi in vista dei luoghi di destinazione della nave e della tipologia della navigazione; fornisce dati relativi al dinamico e differenziato mercato del lavoro marittimo di quel periodo e, in particolare alla luce del caso esaminato, delle oscillazioni nelle retribuzioni sia all'interno dei gruppi omogenei che formano l'equipaggio sia fra marinai italiani e stranieri.
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