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1

Lazzari, Chiara. « La tutela della dignità professionale del lavoratore ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 156 (novembre 2017) : 663–707. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2017-156002.

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2

Pascucci, Paolo. « Sicurezza sul lavoro e cooperazione del lavoratore ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 171 (décembre 2021) : 421–58. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171003.

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Résumé :
Il saggio analizza il particolare ruolo del lavoratore in tema di sicurezza sul lavoro, destinatario della disciplina di tutela ma anche soggetto obbligato a cooperare con il datore di lavoro per rendere efficiente il sistema di prevenzione aziendale. Dopo aver evidenziato il carattere dove-roso e non solo oneroso della cooperazione creditoria del lavoratore e le ricadute di tale posi-zione sul piano del contratto di lavoro e dell'esercizio dei poteri datoriali, l'autore esamina le previsioni del d.lgs. 81/2008 sugli obblighi di sicurezza del lavoratore per poi passare a rico-struire i principali orientamenti della giurisprudenza in merito alle responsabilità di un infortu-nio di cui il lavoratore sia stato artefice o coartefice, soffermandosi in particolare sulla questione della configurabilità del concorso di colpa del lavoratore. Infine, soffermando l'attenzione su due recenti sentenze della Corte di Cassazione che limitano le ipotesi del con-corso colposo del lavoratore a causa della prevalenza delle violazioni del datore di lavoro, propone di rileggere la questione alla luce delle norme del d.lgs. 81/2008 che responsabilizzano il lavoratore come parte attiva del sistema di prevenzione.
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3

Cannella, Giovanni. « Tutela giudiziaria ed estensione delle ipotesi di decadenza ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 6 (mars 2011) : 113–25. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-006008.

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Résumé :
1. La nuova disciplina della decadenza in generale / 2. L'estensione della decadenza ad altre ipotesi / 3. Recesso dal rapporto di lavoro parasubordinato / 4. Trasferimento del lavoratore / 5. Il trasferimento d'azienda / 6. La titolaritŕ del rapporto di lavoro / 7. Rapporti a termine: cenni / 8. Conclusioni.
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4

Tullini, Patrizia. « Effettività dei diritti fondamentali del lavoratore : attuazione, applicazione, tutela ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 150 (juin 2016) : 291–316. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2016-150004.

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5

Rodríguez-Pińero, Miguel, et Bravo Ferrer. « La riforma spagnola del mercato del lavoro. Punti di vista della dottrina ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 130 (juin 2011) : 265–73. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-130004.

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Résumé :
Il saggio č dedicato all'esame delle principali novitŕ introdotte dalla recente legge spagnola di riforma del mercato del lavoro, a proposito della quale l'A. mette in evidenza come, seppure in modo incompleto e talvolta contraddittorio, si sia cercato di introdurre un equilibrio dinamico tra le esigenze di tutela del lavoratore e l'interesse dell'impresa e dell'economia nel suo complesso.
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Cannati, Giuseppe. « Bisogni, rimedi e tecniche di tutela del prestatore di lavoro ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 133 (décembre 2011) : 129–69. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-133004.

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Résumé :
Il saggio č dedicato a uno dei temi classici del diritto del lavoro aggiornato dall'A. alla luce di alcune importanti novitŕ (il diritto a unprevisto dalla Carta di Nizza, la giurisprudenza sulle discriminazioni, il nuovo art. 614 bis c.p.c., l'art. 388, c. 2, c.p. come reinterpretato da una pronuncia delle S.U. del 2007 e altro ancora). Il filo rosso che attraversa l'indagine č quello dell'effettivitŕ delle posizioni di vantaggio del lavoratore. L'analisi viene svolta prima in chiave rimediale e, poi, sul piano della coercizione indiretta e diretta. Quest'ultimo č considerato un momento imprescindibile della tutela di condanna ed č esplorato dall'A. anche con riferimento ad alcuni aspetti della tutela processuale, fino ad oggi, rimasti in secondo piano.
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7

di Maio, Claudio. « Riflessi previdenziali della libera circolazione. La tutela del lavoratore migrante nella normativa spagnola ». Civitas Europa 30, no 1 (2013) : 195. http://dx.doi.org/10.3917/civit.030.0195.

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Colapietro, Carlo. « Tutela della dignità e riservatezza del lavoratore nell'uso delle tecnologie digitali per finalità di lavoro ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 155 (septembre 2017) : 439–69. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2017-155002.

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Razzolini, Orsola. « Lavoro economicamente dipendente e requisiti quantitativi nei progetti di legge nazionali e nell'ordinamento spagnolo ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 132 (novembre 2011) : 631–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132004.

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Résumé :
Nell'ordinamento spagnolo e in tre progetti di legge nazionali, la nozione di lavoro economicamente dipendente descrive, in linea generale, la situazione in cui il lavoratore ricava una quota consistente del proprio reddito da un principale committente che diviene cosě la fonte primaria del suo sostentamento. Nel presente contributo, questa definizione di dipendenza economica viene messa in discussione sotto due profili. Anzitutto, l'inserzione del dato quantitativo nella struttura della fattispecie, lungi dal contribuire alla certezza del diritto, č fonte di incertezza; in secondo luogo, desta perplessitŕ sotto il profilo della tutela della libertŕ e della volontŕ contrattuale del committente, ripercuotendosi sul problema della qualificazione dei rapporti di lavoro. Lo spunto č l'occasione per svolgere qualche riflessione conclusiva sull'idoneitŕ del requisito quantitativo a giustificare l'introiezione di una logica redistributiva nel diritto privato.
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Milione, Ciro, et Santo Napoli. « L’anima lavoristica della costituzione della repubblica italiana ». Boletín Mexicano de Derecho Comparado 1, no 158 (24 mars 2021) : 825. http://dx.doi.org/10.22201/iij.24484873e.2020.158.15637.

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La Costituzione italiana rappresenta un unicum dal punto di vista degli or-dinamenti passati e vigenti, giacché è la sola a porre a suo fondamento il concetto di “lavo-ro”. Tale nozione, nell’ottica della Carta, assurge a diritto, dovere e principio di natura cos-tituzionale. Va sottolineato che la relazione di impiego che soggiace a questa stessa nozione è quella che le norme civilistiche definiscono come subordinata. L’intenzione del Costituente era quella di conciliare la subordinazione del lavoratore con la libertà del cittadino. Per questo, la Costituzione introduce dei “contrappesi” volti a tutelare quegli individui che, sprovvisti di mezzi di produzione, per vivere dignitosamente sono vincolati al potere diretti-vo di un datore di lavoro. Sebbene molte disposizioni costituzionali non siano state piena-mente attuate, la Costituzione ha comunque assolto la funzione di migliorare le condizioni dei lavoratori italiani. La globalizzazione e le cicliche recessioni del mercato internazionale hanno messo in crisi l’anima lavoristica della Costituzione, esigendo il sacrificio di numerose garanzie. Nonostante oggi si registrino alcune timide migliorie dei livelli occupazionali, è dif-ficile sperare in una restaurazione completa di quelle stesse tutele di cui hanno goduto gene-razioni passate di lavoratori italiani.
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Battistelli, Stefania, et Piera Campanella. « Comando e controllo nel lavoro agile : prime riflessioni ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 2 (février 2022) : 52–67. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002004.

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Résumé :
La normativa italiana in materia di lavoro agile (L. n. 81 del 2017) delinea le ca-ratteristiche di una nuova modalità di lavoro flessibile, senza vincoli specifici di orario e luogo di lavoro. L'istituto, che nasce con finalità di incrementare la com-petitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, solleva questioni nuove, concernenti tanto l'organizzazione e la produttività del lavoro, quanto il benessere dei lavoratori, aprendo nuovi spazi di riflessione e di studio a riguardo. Alla luce di queste prime considerazioni, il contributo in oggetto si concentra sull'impatto del lavoro agile, e più in generale del lavoro a distanza, nei confronti dei poteri tipici del datore di lavoro rispetto alle relazioni industriali-tipo. Con l'introduzione di nuove tecnologie e di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il potere di controllo del datore di lavoro tende a rafforzarsi, esponendo i lavoratori a nuove forme di sorveglianza costante. In questo (nuovo) contesto, ci si chiede, in particolare, in che modo il potere di controllo o vigilanza si atteggi nel lavoro a distanza, quale funzione sia deputato ad assolvere e se e in che misura risulti com-patibile con la disciplina avente ad oggetto la vigilanza sull'esatto adempimento degli obblighi contrattuali da parte dei dipendenti di cui all'art. 4 St. lav. Analoga-mente, ci si chiede quali siano gli effetti della flessibilità dell'orario di lavoro sul potere, sui doveri e sulle responsabilità del datore, chiamato a garantire la discon-nessione del lavoratore dagli strumenti tecnologici di lavoro attraverso l'adozione di apposite misure tecniche e organizzative (art. 19, co. 1, L. 81/2017). D'altro can-to, lo scopo del diritto alla disconnessione non è solo quello di tutelare la salute del lavoratore e garantire il rispetto della sua vita personale, ma anche quello di evita-re il rischio di abuso di potere del datore di lavoro, comunemente definito "time porosity". Tuttavia, un modo adeguato per garantire efficacemente il diritto del lavoratore alla disconnessione non è ancora stato individuato e la questione meri-ta di essere approfondita. Tenuto conto di ciò, sarebbe opportuno ripensare al ruo-lo, da una parte, della contrattazione collettiva e delle parti sociali e, dall'altra, della legge nell'ottica di innalzare la qualità del lavoro a distanza.
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Vallauri, Maria Luisa. « La tutela dei lavoratori nella riforma delle procedure concorsuali ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 166 (juillet 2020) : 267–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-166006.

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Dovere, Salvatore, et Paolo Pascucci. « Covid-19 e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 166 (juillet 2020) : 373–95. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-166011.

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Mattone, Sergio. « Il ruolo del giudice nella crisi delle relazioni industriali ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 5 (novembre 2009) : 35–47. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-005004.

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Résumé :
1. Gli accordi separati: una controriforma passata sotto silenzio (o quasi)2. Il diritto a una giusta retribuzione3. La tutela contrattuale dei lavoratori non iscritti alle organizzazioni sindacali stipulanti4. I rapporti tra i diversi livelli di contrattazione5. Verso una nuova supplenza giudiziaria?
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Rosaria Mauro, Maria. « Commercio internazionale e tutela dei diritti dei lavoratori : alla ricerca di una globalizzazione sostenibile. » E-REVISTA INTERNACIONAL DE LA PROTECCION SOCIAL 2, no 6 (2021) : 372–401. http://dx.doi.org/10.12795/e-rips.2021.i02.17.

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Résumé :
La liberalizzazione del commercio internazionale può promuovere la crescita economica e le opportunità di lavoro sia nei Paesi in via di viluppo sia nelle economie industrializzate. Peraltro, non tutti gli Stati hanno beneficiato in uguale misura di tale liberalizzazione e, in generale, della globalizzazione delle relazioni economiche internazionali. Di conseguenza, questi fenomeni e gli accordi commerciali di stampo liberista che li hanno favoriti continuano a essere oggetto di un acceso dibattito. In tale contesto, uno degli aspetti più controversi è la mancanza di una protezione adeguata dei diritti dei lavoratori nell’ambito dei suddetti accordi. Partendo dall’attuale mancanza di regole specifiche nel quadro giuridico multilaterale degli scambi, l’autore analizza le cosiddette “clausole sociali” contenute negli accordi di libero scambio bilaterali e regionali di nuova generazione, con particolare riferimento ai trattati conclusi dall’Unione europea (UE). Dall’analisi emerge che tali clausole non garantiscono ancora una sufficiente protezione ai lavoratori e che, pertanto, esse andrebbero modificate.
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Canfora, Irene, et Vito Leccese. « Pratiche sleali, equilibrio del valore e legalità dei rapporti di lavoro nella filiera agroalimentare ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 173 (mai 2022) : 135–50. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-173006.

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Résumé :
Il saggio analizza il decreto legislativo 198/2021 sulle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. Partendo dal quadro normativo europeo in cui si è sviluppata l'esigenza di re-golamentare il fenomeno, si sofferma sulle scelte del legislatore nazionale, con particolare ri-guardo agli interventi sull'equilibrio del valore nella filiera agroalimentare, in connessione con gli strumenti di tutela dei lavoratori in agricoltura.
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de Angelis, Luigi. « Art. 18 dello statuto dei lavoratori e processo : prime considerazioni ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 136 (décembre 2012) : 693–711. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136006.

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Résumé :
L'Autore esamina gli aspetti processuali della recente riforma del mercato del lavoro italiano (l. n. 92/2012), che ha modificato l'art. 18 della l. n. 300/1970 prevedendo quattro differenti livelli di tutela per i licenziamenti ingiustificati. Al fine di accelerare le relative controversie, la l. n. 92/2012 ha previsto due fasi procedimentali. La prima, obbligatoria, consiste in un giudizio sommario. La seconda, eventuale, consiste in un giudizio di cognizione ordinaria, che puň avere un appello e che puň essere portato dinanzi alla suprema Corte di cassazione.
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Di Pietro, Maria Luisa, et Maria Beatrice Fisso. « Donna e lavoro : considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo ». Medicina e Morale 44, no 3 (30 juin 1995) : 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

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Résumé :
E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
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D’Onghia, Madia. « Le tutele previdenziali dei lavoratori agricoli tra regole speciali e abusi ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 162 (juin 2019) : 231–66. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2019-162002.

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Di Nunzio, Daniele. « Modelli organizzativi, sistemi di gestione della salute e sicurezza e benessere dei lavoratori ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 2 (juin 2012) : 177–92. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-002006.

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Résumé :
In questo articolo descriveremo le tendenze dell'organizzazione dei processi produttivi e il loro impatto sulle condizioni di lavoro. Mostreremo come la tendenza nell'utilizzo di sistemi standardizzati sia funzionale alle nuove architetture produttive: da un lato offre la possibilitŕ di coniugare la flessibilitŕ con la razionalizzazione, dall'altro apre delle nuove sfide per la tutela e l'affermazione del benessere dei lavoratori. Il primo capitolo approfondisce i cambiamenti piů rilevanti nell'organizzazione dei processi produttivi; il secondo descrive le tendenze dei sistemi di gestione della salute e sicurezza; il terzo traccia alcune sfide emerse dall'analisi
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Huws, Ursula. « Cosa è successo nel mercato del lavoro ? Piattaforme digitali e politiche pubbliche ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 163 (août 2022) : 26–47. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163002.

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Résumé :
Questo articolo esamina la rottura del modello occupazionale che sosteneva il sistema di Welfare della seconda metà del XX secolo. Il focus del capitolo è il lento ma al contempo progressivo smantellamento delle tutele del lavoro avvenuto negli ultimi decenni, smantellamento che nell'ipotesi qui proposta ha svolto anche un ruolo cruciale nel facilitare la nascita delle piattaforme digitali. Così, se da un lato la perdita delle tutele può essere correlata ai limiti che avevano le tradizionali regolazioni del lavoro, soprattutto nell'inclusione di donne, migranti e altri lavoratori generalmente considerati più "marginali"; dall'altro essa è un prodotto diretto della nuova divisione globale del lavoro e del modo in cui le tecnologie sono oggi utilizzate per esternalizzare il lavoro. Questi sviluppi vengono successivamente ampliati dalla crescente "piattaformizzazione" dell'economia che si sta diffondendo in tutti i settori di produzione basati su attività direttamente controllate dagli algoritmi. Nonostante la nascita di nuove forme sindacali, capaci di intercettare le istanze e difendere gli interessi dei gig worker, il paper si conclude evidenziando come quest'ultime non possano rappresentare da sole una soluzione definitiva e come occorra puntare a un nuovo set di diritti universali dei lavoratori.
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Violante, Pietro. « Corte di giustizia e diritti dei lavoratori. L'erosione sistematica delle tutele nazionali ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (janvier 2020) : 7–24. http://dx.doi.org/10.3280/sd2019-003001.

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Borgogelli, Franca. « Frammentazione organizzativa e pubbliche amministrazioni : interesse generale e tutela dei lavoratori nelle società a controllo pubblico ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 158 (juillet 2018) : 357–402. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2018-158006.

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Vicenza, Giordano. « Multiculturalismo Specifico in Svizzera ». INFLUENCE : International Journal of Science Review 1, no 2 (25 août 2019) : 1–9. http://dx.doi.org/10.54783/influence.v1i2.87.

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Ci sono numerose aree, culture e lingue in Svizzera. In Svizzera, le minoranze sono per lo più minoranze etno-linguistiche la cui lingua comune è unificata. Lo Stato elvetico è stato quindi considerato uno Stato multilingue sin dalla costituzione della Confederazione nel 1848. La Confederazione ei Cantoni devono preservare le minoranze linguistiche. I fondamenti della struttura sociale svizzera sono due principi: libertà linguistica (Sprachenfreiheit) e territorialità con multiculturalismo storico e quattro lingue nazionali (Territorialitätsprinzip). Non esiste una religione di stato ufficiale in Svizzera. La religione predominante è il cristianesimo, l'islam è la più grande minoranza religiosa. Le maggiori confessioni cristiane sono quella cattolica (37,7%) e la CRS (25,5 per cento). La Svizzera ha iniziato l'afflusso di nuove minoranze culturali dopo la seconda guerra mondiale ed era fortemente legata alla migrazione economica e al massiccio numero di lavoratori ospiti dal Terzo mondo e dall'ex Jugoslavia nell'Europa meridionale. La tutela delle minoranze nazionali, ma non delle minoranze culturali, coinvolge il diritto internazionale. La tutela delle minoranze nazionali in Svizzera si basa anche su norme internazionali.
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Spagnolo, Spagnolo, N. Magnavita, A. R. Morgani, F. Tortoreto et E. Sgreccia. « Responsabilità etico-deontologiche del medico del lavoro di fronte all’infezione da HIV ». Medicina e Morale 46, no 4 (31 août 1997) : 665–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.870.

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Résumé :
Fra i problemi etico-sociali che l’infezione da HIV ha sollevato, quello delle ripercussioni in ambito lavorativo è certamente rilevante, sia per l’aumento della sieropositività fra la popolazione lavorativa sia per il possibile verificarsi di condotte discriminanti come l’ingiustificato rifiuto di un posto di lavoro o l’allontanamento da esso. Fra le molte responsabilità coinvolte e correlate fra loro, la riflessione e lo studio degli autori si incentrano su quella del medico del lavoro che, infatti, è chiamato a valutare situazioni delicate come la reale entità del rischio di infezione connesso con lo specifico lavorativo e con la presenza di lavoratori infetti, l’influenza negativa dell’ambiente lavorativo su tali lavoratori, la loro idoneità ai compiti lavorativi specifici. La funzione valutativa del medico del lavoro, dunque, esige competenza scientifico-professionale ma implica anche una dimensione di responsabilità etico-deontologica, strettamente connessa a particolari aspetti della infezione da HIV come quello della riservatezza, della discriminazione, della imposizione di procedure non scientificamente fondate, dell’attività di prevenzione e di formazione. Dopo un’analisi della normativa italiana ed auropea a riguardo, gli autori descrivono un’indagine conoscitiva svolta fra i medici del lavoro della regione Lazio, invitati a fornire le proprie opinioni circa alcuni aspetti cruciali dell’infezione da HIV, tramite un questionario di quindici domande. Dalla calutazione e dalla discussione dei dati emersi da tale indagine scaturiscono necessarie considerazioni che in conclusione portano gli autori a delineare gli obiettivi prioritari da perseguire in materia di infezione da HIVnell’ambiente di lavoro: 1) tutela dei diritti dei soggetti colpiti dall’infezione; 2) informazione e formazione dei lavoratori; 3) salubrità dell’ambiente di lavoro.
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Lazzari, Chiara. « L'obbligo di sicurezza nel lavoro temporaneo, fra ordinamento interno e diritto comunitario ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 124 (mars 2010) : 633–72. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-124003.

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Résumé :
Il saggio propone, in chiave critica, ma attenta a valorizzare le potenzialitŕ della norma, una riflessione sulla disciplina dell'obbligo di sicurezza nel lavoro temporaneo, per tale intendendo, sulla falsariga della definizione accolta nell'art. 1 della direttiva n. 91/383/CEE, quello a termine ed interinale (oggi in somministrazione). La ricerca, condotta alla luce dell'effettiva conformitŕ dell'ordinamento interno ai principi posti dal diritto comunitario ed aperta altresě ad una dimensione comparata (segnatamente con la legislazione francese), mira ad indagare le forme di tutela apprestate per i lavoratori temporanei, com'č noto esposti a maggiori rischi proprio in ragione della natura del loro rapporto di lavoro, con particolare attenzione alle novitŕ recate dal d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, e successive modificazioni.
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Zaccardi, Glauco. « Lavoroŕ la carte e precarietŕ ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (septembre 2011) : 189–203. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003015.

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Uno dei tratti della condizione giovanile č il passaggio dalla scuola al lavoro. Orbene, nell'ultimo decennio, la scelta del legislatore italiano - pur con il dichiarato fine di agevolare l'inserimento giovanile nel mondo del lavoro - č stata in realtŕ quella di costruire un sistema che consente agli imprenditori di pagare poco i lavoratori di etŕ inferiore a trenta anni, senza che a questi ultimi siano forniti, attraverso adeguati percorsi formativi, gli strumenti per costruirsi un futuro in linea con le aspettative di sviluppo della persona attraverso il lavoro. Il tutto in un quadro di assoluta insufficienza delle tutele previdenziali. Precarietŕ, dunque, senza formazione né sicurezza sociale.
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Treu, Tiziano. « Flessibilitŕ e tutele nella riforma del lavoro ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 137 (février 2013) : 1–51. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137001.

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Résumé :
Il saggio contiene un'analisi generale della recente riforma del lavoro (l. n. 92/2012). In premessa si ricostruisce l'iter formativo del provvedimento anzitutto nel dibattito fra le parti sociali e il governo, di cui si sottolinea l'andamento contrastato, e poi in sede parlamentare, dove si č verificata una larga convergenza politica sul testo e sulle sue modifiche, che peraltro non ha impedito forti tensioni e diffuse critiche. Il saggio discute l'impostazione generale della legge ispirata al modello europeo della flexicurity, mettendola a confronto con le esperienze di altri paesi e tenendo conto delle particolaritŕ italiane. Sottolinea inoltre l'importanza della delega sulla partecipazione dei lavoratori nell'impresa, che č indicata fra i principi ispiratori del provvedimento. Il commento rileva la non completa corrispondenza dei principali blocchi della legge rispetto agli obiettivi dichiarati dal governo e ai modelli europei: la persistente debolezza degli ammortizzatori sociali, accentuata dalla storica inadeguatezza degli strumenti di politica attiva del lavoro; l'importanza della promozione dell'apprendistato come canale privilegiato di ingresso dei giovani al lavoro; le scelte contrastanti in tema di flessibilitŕ in entrata, consistenti da una parte in una parziale liberalizzazione del contratto a termine, dall'altra in interventi limitativi dei contratti a progetto, partite IVA, associazione in partecipazione, con il ricorso alla tecnica delle presunzioni e, per altro verso, con l'aumento dei costi contributivi (interventi non omogenei che riflettono la mancanza di una rivisitazione complessiva del lavoro autonomo); infine, la modifica dell'art. 18 dello St.lav. che realizza il superamento dell'anomalia italiana della reintegrazione come unica sanzione del licenziamento ingiustificato e riconduce la reintegrazione a ipotesi tassativamente indicate dalla legge, sostanzialmente marginali rispetto alla indennitŕ risarcitoria. Il saggio sottolinea, infine, l'importanza delle vicende applicative della legge, opportunamente soggette a monitoraggio, e il ruolo decisivo non solo della giurisprudenza, ma della contrattazione collettiva che č chiamata a modificare la normativa con interventi ai vari livelli nazionali e decentrati.
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Razzolini, Orsola, Dario Andreutto, Daniele Michelli et Tiziana Sorbello. « Il multiservizi nell'esperienza della Commissione di garanzia ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 172 (février 2022) : 731–47. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-172015.

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Résumé :
Il contributo, dedicato alla memoria di Lauralba Bellardi, esamina l'esperienza della Commissione di garanzia nel settore del multiservizi domandandosi se essa possa offrire qualche suggerimento o spunto utile al problema della corretta perimetrazione delle categorie contrattuali dei contratti collettivi e del dumping salariale, innescato specialmente dal ccnl multiservizi. L'analisi delle delibere della Commissione consente di rilevare come, in linea generale, la determinazione del campo di applicazione delle discipline contrattuali che regolano l'esercizio del diritto di sciopero nei diversi servizi pubblici essenziali (dichiarate idonee) avvenga sulla base di criteri oggettivi, non soggettivi/volontaristici. Il multiservizi, in particolare, è sia destinatario di una disciplina ad hoc di carattere residuale, sia soggetto alla disciplina che regola il servizio principale a cui risulta strumentale. Sono considerati, a titolo esemplificativo, i casi del trasporto aereo, della sanità e dell'igiene ambientale, che presenta alcune specifiche problematiche. Nel paragrafo conclusivo sono svolte alcune brevi considerazioni sul recente art. 49, d.l. 77/2021 che ha modificato la tutela dei lavoratori nel subappalto pubblico.
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Pederzoli, Chiara. « L'importanza del principio di giustificatezza nel licenziamento : il paradosso del despido exprés nell'ordinamento spagnolo al tempo della crisi ». ARGOMENTI, no 35 (septembre 2012) : 109–27. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-035005.

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Résumé :
Nel presente lavoro viene descritta la disciplina spagnola in materia di licenziamento, come modificata a seguito delle riforme succedutesi tra il 2010 e il 2012, nel pieno della crisi economica. L'analisi, condotta dal punto di vista giuridico, si concentrerà sul passaggio da un sistema basato sulla limitazione del potere dell'imprenditore di estinguere il contratto di lavoro solo per i motivi precisati dalla legge, con conseguente tutela obbligatoria contro il licenziamento ingiustificato, al modello del licenziamento libero pagato. L'esclusione del principio di giustificazione, che può essere considerato come "totem" a garanzia della stabilità del posto di lavoro, ha portato a conseguenze paradossali, rese particolarmente evidenti dalla crisi economica. Tali irrazionali conseguenze sono il motivo che ha comportato l'abrogazione della norma. Il legislatore spagnolo ha preferito lasciare uno spazio aperto al recesso libero (ad nutum) solo rispetto ai lavoratori di nuova assunzione e per un periodo di tempo limitato al primo anno di durata del contratto.
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Bubbico, Davide. « L'emigrazione operaia e a bassa qualificazione dal Mezzogiorno ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 121 (février 2011) : 135–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-121008.

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Résumé :
La ripresa dei flussi migratori interni dalla seconda metŕ degli anni '90 ha coinvolto non solo la forza lavoro più scolarizzata e qualificata ma anche, nuovamente, una consistente quota di lavoratori con basso titoli di scolarizzazione impiegati nel settore industriale e in quello edile. Da questo punto di vista si tratta dell'innesto nei flussi migratori più recenti di una componente tradizionale dell'emigrazione interna per motivi di lavoro nel sistema economico italiano. L'articolo si propone di analizzare la composizione di questa componente tradizionale nei recenti flussi migratori che tuttavia ha conosciuto modifiche sul piano delle caratteristiche contrattuali, delle tipologie di prestazione e delle modalitŕ di trasferta/residenzialitŕ, anche lě dove le tutele contrattuali hanno storicamente determinato un quadro di garanzie sindacali, ma non solo, tendenzialmente più forti rispetto ad altri settori.
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Luzzi, Saverio. « Salute e sviluppo industriale in Italia. Riflessioni storiche su un rapporto conflittuale ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 266 (septembre 2012) : 113–18. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-266007.

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Résumé :
Il saggio analizza alcune riflessioni contenute in Lavoro, salute, sicurezza. Uno sguardo lungo un secolo (Fondazione Giuseppe Di Vittorio, Annali, 2010, Roma, Ediesse, 2011), partendo dagli infortuni e dalle malattie professionali dei lavoratori italiani alla fine del secolo XIX ed evidenziandone la maggiore incidenza rispetto ai principali stati europei. Si ripercorre l'evoluzione della salute pubblica e delle modalitŕ con le quali il sindacato italiano ha cercato di tutelare l'equilibrio psicofisico di operai e impiegati, ponendo in risalto come lo sviluppo industriale dell'Italia - in misura maggiore rispetto ad altre nazioni - sia stato basato sulla scarsa considerazione nei confronti della salute e dell'ambiente.
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Fiore, Stefano. « Verso una nuova rilevanza penale dello sfruttamento di manodopera. Simbolismo ed effettività della risposta punitiva ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 2 (octobre 2011) : 83–98. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002006.

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Résumé :
La recrudescenza dei fenomeni di "caporalato" nel nostro paese, certamente collegata ai flussi di migranti clandestini che offrono un ricco serbatoio dal quale attingere nuove e particolarmente vulnerabili vittime dello sfruttamento, non ha trovato nella legislazione penale vigente adeguati strumenti di contrasto. La rilevanza penale dei fatti riconducibili al c.d. caporalato, quando non viene collocata in fattispecie "comuni" (come la violenza privata o l'estorsione), si distribuisce tra le poco efficaci ipotesi contravvenzionali previste all'art. 18 del d.lgs. 10 settembre 2003, n. 276 ed il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù, normalmente sovradimensionato sia sul piano strutturale, che su quello del correlativo impegno probatorio. L'elevato valore dei beni in gioco (libertà, autodeterminazione, dignità personale) legittima certamente un intervento penale appropriato, da inserire in un sistema di tutela integrato dei diritti dei lavoratori e offre un adeguato e condiviso fondamento alla proposta, variamente avanzata, di introdurre una fattispecie incriminatrice. Le proposte di legge analizzate, al di là di alcune disomogeneità nei contenuti, manifestano come tratto comune qualificante un articolato sistema sanzionatorio, che combinando ed integrando diverse misure, appare correttamente "mirato" sulla peculiarità del fenomeno criminale.
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Frey, Marco, et Silvia Loré. « Smart working nell'era della digitalizzazione post-Covid : da soluzione d'emergenza a strategia per la sostenibilità ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 111 (février 2021) : 153–201. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-111008.

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Résumé :
Lo Smart Working è un approccio al lavoro flessibile adottato in massa duran-te la pandemia da Covid-19 per consentire distanziamento sociale e prosecuzione delle attività. Il lockdown ha promosso un cambiamento radicale del concetto di spazio e tempo di lavoro. Ma quali sono gli impatti e quali le potenzialità delle soluzioni di lavoro a distanza? Il presente studio dimostra che lo smart working può configurarsi come una misura vincente per rendere le città più sostenibili e in armonia con l'ambiente, conciliare esigenze di vita e di lavoro, tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, per sopravvivere a crisi di portata globale; riflettere sull'esperienza emergenziale può orientare le imprese verso l'adozione di pratiche più sostenibili proponendosi come promotori della creazione di smart cities.
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Carrieri, Mimmo, Giovanni Pino, Caterina Valeria Sgrò, Fabio Paolucci et Silvia Mancini. « Lo sciopero generale dopo la delibera n. 3/134 del 2003 ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 174 (septembre 2022) : 275–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-174005.

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Résumé :
L'articolo si propone di ricostruire il percorso attraverso il quale la Commissione di garanzia ha analizzato il fenomeno del cosiddetto sciopero "general", partendo dagli interrogativi ini-ziali che hanno condotto l'Autorità ad adottare la delibera n. 3/134, in un'ottica di contempe-ramento tra l'esigenza delle organizzazioni sindacali di proclamare una manifestazione di pro-testa che potesse coinvolgere tutti i settori pubblici e privati, come individuati dall'art. 1 della l. 146 del 1990 e s.m.i., con la necessità di salvaguardare le prestazioni indispensabili a tutela dei diritti dei cittadini utenti, di cui la legge stessa si fa analogamente garante. Tuttavia, il mutare del panorama sindacale e della natura stessa dello sciopero "generale", sempre meno utilizzato dalle Confederazioni, è divenuto strumento di pressione che, soprattutto nel corso degli ultimi anni, ha consentito a sigle sindacali di insediamento limitato di produrre un "effetto annuncio" il più delle volte inversamente proporzionale all'effettivo dato percentuale di adesione. L'intensificarsi di tale fenomeno ha indotto, dunque, la Commissione di garanzia ad un riesa-me delle regole esistenti all'esito del quale, pur nell'ambito nella disciplina di riferimento, è stato possibile individuare nuovi strumenti atti a consentire all'Autorità una "percezio-ne/misurazione" quanto più possibile corrispondente alla reale partecipazione dei lavoratori allo sciopero "generale".
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Varesi, Pier Antonio. « Pluralismo e rappresentatività sindacale cinquant'anni dopo lo Statuto dei lavoratori. Proposte per una legislazione mirata di sostegno al sistema di relazioni sindacali ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 171 (décembre 2021) : 459–98. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171004.

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Résumé :
L'articolo affronta, a cinquant'anni dallo Statuto dei lavoratori ed alla luce del principio costi-tuzionale di libertà sindacale, le principali questioni in tema di rappresentatività sindacale che da tempo si pongono agli attori del sistema italiano di relazioni sindacali ed alle forze politiche. L'Autore dimostra come tali problemi nella fase più recente siano stati resi più acuti dal para-dosso generato, per un verso, dal costante ampliamento dell'area di diritti, tutele e poteri che lo Stato ha progressivamente posto in capo ai soggetti sindacali qualificati come «rappresentativi» e, per altro verso, dal contemporaneo indebolimento dei concetti e dei criteri selettivi applicati. Inoltre, tenendo in debita considerazione l'importante esperienza acquisita dalle riforme riguar-danti le relazioni sindacali nel pubblico impiego, è sottoposto a verifica lo stato di avanzamento del processo di implementazione del sistema di misurazione e di certificazione della «rappre-sentatività sindacale» previsto dagli accordi interconfederali per il settore privato stipulati nello scorso decennio. Nella parte conclusiva, l'Autore avanza alcune proposte di riordino della le-gislazione in materia.
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VITAGLIANO, CHIARA. « Potere di controllo datoriale : nuove tecnologie e tutela dei lavoratori nella società digital / Supervisory power of the employer : new technologies and worker protection in the digital society ». European Journal of Privacy Law & ; Technologies, no 1 (2022) : 350. http://dx.doi.org/10.57230/ejplt221cv.

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Comite, Ubaldo. « Responsabilità sociale e gestione etica dell'impresa tra profitto e primato della persona umana ». E-Theologos. Theological revue of Greek Catholic Theological Faculty 1, no 1 (1 avril 2010) : 21–36. http://dx.doi.org/10.2478/v10154-010-0003-9.

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Résumé :
Responsabilità sociale e gestione etica dell'impresa tra profitto e primato della persona umana Negli ultimi anni si è andato affermando in maniera crescente il concetto di responsabilità in ambito pubblico e privato. In tal senso, sia le imprese che le amministrazioni pubbliche hanno avviato in diversi contesti programmi di responsabilità sociale. Il punto di riferimento di imprenditori e manager non sono più, semplicemente, gli azionisti e gli investitori ma, accanto a questi stanno progressivamente subentrando altre categorie di soggetti ai quali, nel terzo millennio, l'impresa deve rendere conto, ovvero: lavoratori, fornitori, risparmiatori, cittadini, istituzioni sociali. L'attenzione sta dunque passando dagli shareholder agli stakeholder e da qui la necessità di munirsi di adeguati strumenti. La definizione di responsabilità sociale più diffusa è stata esplicitata dall'Unione Europea che l'ha definita come "Integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate", integrazione da intendersi come risposta alle esigenze di innovazione delle pratiche di governo dell'impresa e del territorio. Attraverso la Responsabilità Sociale di Impresa si intende fare riferimento ad un modello di governance allargata, in base al quale chi governa l'impresa ha responsabilità che si estendono dall'osservanza dei doveri fiduciari nei riguardi della proprietà ad analoghi doveri fiduciari nei riguardi, in generale, di tutti gli stakeholder. Si tratta, dunque, di un concetto che si sta diffondendo rapidamente come approccio innovativo alla gestione aziendale, la cui valutazione globale non si limita più ad analizzare aspetti di carattere economico, ma tiene conto di valori quali la tutela ambientale, la salvaguardia della salute, il rispetto dei diritti umani, in altri termini dell'apporto sociale dell'attività posta in essere. Ancora, nella gestione d'impresa occorre coniugare due valori fondamentali: la creazione del profitto e il primato della persona umana, con particolare attenzione al suo sviluppo. Nell'impresa che viene gestita "eticamente" il perseguimento del profitto tende a collocarsi in un quadro più ampio di "creazione di valore" per tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, sono associati all'azienda. Guidare l'impresa con responsabilità significa farla crescere e conseguentemente far progredire la società nel suo insieme. In tal senso, il contributo intende proporre una riflessione sul concetto di Responsabilità Sociale di Impresa complessivamente inteso, in rapporto all'etica degli affari.
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Bamoshmoosh, Nadia. « Perchè la parità retributiva nell'Unione europea è ancora un sogno ? » La Nuova Giuridica 2, no 2 (19 janvier 2023) : 163–78. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1985.

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Nonostante le pari opportunità in ambito lavorativo siano state oggetto di attenzione già nel Trattato di Roma istitutivo della Comunità Economica Europea, ancora oggi la parità salariale in Europa è un traguardo lontano. Dopo aver dato una panoramica generale delle più importanti tappe nel contesto UE che hanno portato all’inserimento della parità di retribuzione nella Carta di Nizza, questo articolo riflette su come il diritto unionale oggi affronta la questione della parità salariale. Verranno evidenziati i progressi, ma anche le mancanze e i possibili margini di miglioramento che potenzialmente tutelano le donne nel mercato del lavoro. La piena implementazione del principio “equal pay for equal work” non solo dovrebbe essere vista come garanzia dei diritti delle donne e dei soggetti che potrebbero subire una discriminazione salariale, ma come uno strumento di miglioramento della loro società che, attraverso una retribuzione equa di tutti i lavoratori, progredisce e si arricchisce.Despite the fact that equal opportunities in the workplace were already taken into account in the Treaty of Rome establishing the European Economic Community, today equal pay is still a distant dream. After giving a general overview of the most important legal steps in EU law which led to the inclusion of wage parity in the Charter of Fundamental Rights of the European Union, this article debates around the attitude of EU law towards the issue of equal pay. The main progresses, flaws and the potential scope for improvement in order to safeguard women in the work market will be highlighted. The full implementation of the principle “equal pay for equal work” should be seen not only as a guarantee to the rights of women and of subjects vulnerable to salary discrimination, but as a tool to improve their society which, by granting equal retribution to all workers, advances and develops.
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Laus, Federico. « La tutela della salute nel lavoro sportivo alla luce del d.lgs.36/2021 ». Diritto Dello Sport 03, no 01 (24 juin 2022). http://dx.doi.org/10.30682/disp0301c.

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Résumé :
Il rapporto di lavoro sportivo è stato oggetto di recente rinnovata attenzione legislativa e giurisprudenziale, che pare mettere in parziale discussione l’inquadramento normativo ormai consolidatosi in oltre quarant’anni di vigenza della legge n. 91/1981. Sebbene la relativa entrata in vigore sia stata parzialmente rinviata all’1 gennaio 2023, è recentemente intervenuto il d.lgs. 28 febbraio 2021, n. 36, recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo. A differenza di quanto caratterizzava la disciplina precedente, la novella ha voluto disciplinare unitariamente la figura del lavoratore sportivo, secondo una nozione che intende superare la tradizionale distinzione tra settore professionistico e dilettantistico, estendendo le relative tutele giuslavoristiche e assistenziali a coloro che prima erano definiti dilettanti o professionisti di fatto. Il contributo intende richiamare i profili di novità, alla luce delle criticità della normativa previgente, verificando l’impostazione assunta in merito alla tutela della salute dello sportivo anche in altri ordinamenti nazionali.
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« Diritto italiano : Lavoro ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 1 (avril 2010) : 219–36. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001015.

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Résumé :
1. Corte costituzionale ordinanza 6.11.2009 n. 285diniego indennitŕ accompagnamento e di frequenzaviolazione del principio di paritŕ di trattamentoinammissibilitŕ questione giŕ decisa con sentenza 306/08 e applicabilitŕ alla indennitŕ di frequenza della sopravvenuta Conv. ONU sui diritti delle persone con disabilitŕ2. Corte appello di Milano 2.7.2009 n. 746lavoratore irregolarmente soggiornantepretesa di pagamento differenze salarialiirrilevanza del possesso di permesso di soggiorno ai fini della tutela ex art. 2126 c.c.3. Tribunale di Voghera 20.11.2009lavoratore irregolarmente soggiornantepretesa di pagamento differenze salarialimancata comparizione del ricorrente per timore di denuncia ex art. 10 bis TUpregiudizio delle facoltŕ difensive del lavoratore in mancanza di deroghe all'obbligo di denunciaquestione di legittimitŕ costituzionaleSCHEDA di Marco Paggi
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« Osservatorio italiano. Leggi, regolamenti e decreti statali ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 1 (mai 2011) : 265–96. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-001020.

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1. Decreto-legge 29.12.2010 n. 225 - Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie, convertito con mod. nella legge 26.2.2011.2. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 17.12.2010 - Proroga dello stato di emergenza per la prosecuzione delle iniziative inerenti agli insediamenti di comunitŕ nomadi nel territorio delle Regioni Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto.3. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 12.2.2011 - Dichiarazione dello stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa.4. Ordinanza Presidente del Consiglio dei Ministri 18.2.2011 n. 3924 - Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai paesi del Nord Africa, nonché per il contrasto e la gestione dell'afflusso di cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea.5. Ordinanza Presidente del Consiglio dei Ministri 23.2.2011 n. 3925- Disposizioni urgenti di protezione civile.6. Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 17.2.2011 - Programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali per l'anno 2011.7. Decreto Ministro della salute 29.7.2010, n. 268 - Regolamento ai sensi dell'art. 24 del d.lgs. 9.11.2007, n. 206, recante disciplina delle misure compensative per il riconoscimento dei titoli professionali conseguiti nei Paesi comunitari ed extracomunitari ai fini dell'esercizio delle attivitŕ professionali di medico chirurgo, medico specialista, medico veterinario, farmacista, odontoiatra, psicologo, ostetrica, tecnico sanitario di radiologia medica, infermiere.CircolariCittadini comunitariLavoro e previdenza sociale1. Ministero interno e politiche sociali 31.1.2010 n. 707 - regime transitorio in materia di accesso al mercato del lavoro dei cittadini della Romania e della Bulgaria.Cittadini extracomunitariIngresso2. Ministero interno, lavoro e politiche sociali 3.1.2011 n. 18 - d.p.c.m. 30.11.2010. Programmazione transitoria dei flussi di ingresso per lavoratori extracomunitari non stagionali nel territorio dello Stato per l'anno 2010 .3. Ministero interno, lavoro e politiche sociali 25.2.2011 n. 1602 - d.p.c.m. del 17.2.2011, concernente la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali nel territorio dello Stato per l'anno 2011 Lavoro e previdenza sociale.4. Ministero lavoro e politiche sociali 11.2.2011 n. 549 - reddito del datore di lavoro titolare di azienda agricola ai fini dell'assunzione di un lavoratore subordinato del settore domestico.Soggiorno5. Ministero interno 26.1.2011 n. 552 - reati relativi alla tutela del diritto d'autore ovvero in materia di contraffazione di marchi o introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi. Conversione del permesso di soggiorno per lavoro autonomo in un permesso di soggiorno per lavoro subordinato.6. Ministero interno 22.2.2011 n. 1477 - rinnovo del permesso di soggiorno per studio nel caso in cui lo straniero sia impegnato nella frequenza dei c.d. corsi singoli.APPENDICE DI OSSERVATORIO ITALIANOLeggi, regolamenti e decreti stataliDecreto legislativo 30.12.2010 n. 235 - Modifiche ed integrazioni al d.lgs. 7.3.2005, n. 82, recante Codice dell'amministrazione digitale, a norma dell'art. 33 della legge 18.6.2009, n. 69.estrattoCircolari -Cittadini extracomunitariSoggiornoMinistero istruzione, universitŕ e ricerca 28.12.2010 - decreto 4.6.2010 (G.U. n. 134 dell'11.6.2010) - Accordo quadro 11.11.2010 tra il Ministero dell'interno - ed il Ministero dell'istruzione, dell'universitŕ e della ricerca, Dipartimento dell'istruzione - Trasmissione vademecum.
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Petrucci, Fabio. « La sicurezza sul lavoro nella Costituzione e nel Codice Civile ». Revista da Faculdade de Direito da Universidade Federal de Uberlândia 40, no 2 (4 avril 2013). http://dx.doi.org/10.14393/rfadir-v40n2a2012-22378.

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Résumé :
Sommario: 1 La tutela "dell'integrità fisica e della personalità morale" dei lavoratori nel sistema codicistico ed in quello costituzionale. 2 Effetti della riforma del titolo V della Costituzione sulla "tutela e sicurezza del lavoro".
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Borelli, Dario, Giuseppina Moccia, Anna Borrelli, Giovanni Genovese, Antonella Maisto, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte et al. « Un intervento di sanità pubblica : elaborazione di una campagna vaccinale anti-influenzale in operatori sanitari ». La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 85–90. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.9.

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Résumé :
La tutela della salute degli operatori sanitari è un argomento di estremo interesse per la comunità scientifica internazionale, che negli ultimi anni ha dato luogo a prolifiche ed interessanti analisi su quanto sia importante migliorare e potenziare tutte le misure di sicurezza atte a proteggere pazienti ed operatori sanitari. Il compito di chi si occupa della Prevenzione Sanitaria è innanzitutto di educare i lavoratori a tutte le misure atte a proteggere se stessi e gli altri. Molti studi internazionali descrivono il grande stress a cui sono continuamente sottoposti gli operatori sanitari che ha rilevantissime conseguenze nella loro salute fisica e mentale. È da sottolineare, appunto, come figure professionali di medici, ostetriche ed infermieri non sono “immuni” agli agenti patogeni con cui rischiano quotidianamente di entrare in contatto e, quindi, di sviluppare patologie infettive. Questo non solo comporta un danno diretto alla salute dei lavoratori, con possibilità di eventuali complicanze e cronicizzazione di eventuali patologie ma anche un danno sociale ed economico con perdita di giornate lavorative e, di conseguenza, danno all’utenza. Ma c’è un altro aspetto importante da analizzare: un medico o infermiere che entra in contatto con un agente infettivo può essere un subdolo veicolo di infezione e trasmettere l’agente infettivo a tutta l’utenza e, in particolare, a chi si trova in una situazione di immunodeficienze come anziani, donne gravide, neonati ed allettati. Questo studio da noi condotto presso l’A.O.U. “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” coadiuvati dalla U.O.S.D. Sorveglianza Sanitaria e Radioprotezione, ha avuto come scopo la promozione, utilizzando strumenti e tecniche comunicative studiate ad hoc, e l’analisi dell’adesione al piano vaccinale antinfluenzale dei dipendenti dell’Azienda Ospedaliera confrontando i risultati con l’adesione degli anni precedenti.
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Cavallini, Michela. « Diritti umani, tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e responsabilit� sociale d�impresa : Quali prospettive ? » Revista Direitos Humanos Fundamentais 11, no 1 (1 septembre 2011). http://dx.doi.org/10.36751/rdh.v11i1.533.

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Résumé :
O reconhecimento da sa�de e seguran�a dos trabalhadores como direito humano � essencial para assegurar a prote��o universal. O tema �, portanto, examinado em rela��o ao direito internacional dos direitos humanos, em rela��o as pol�ticas mais recentes de Organiza��o Internacional do Trabalho e segundo a perspectiva da Carta Social Europeia. Levando em conta tamb�m uma s�rie de quest�o do direito do trabalho italiano, � necess�rio ter em conta o quadro jur�dico e promover a coopera��o entre os diferentes atores envolvidos, para verificar a validade e garantir a efic�cia das pol�ticas de Corporate Social Responsibility.
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Siniscalchi, Laura, Giuseppina Moccia, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Ferrucci, Rosetta Frammartino, Armando Genovese et al. « Come rendere un ospedale “formaldeide free” ». La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 103–24. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.11.

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Résumé :
La formaldeide o aldeide formica è un gas prodotto e commercializzato sotto forma di soluzione acquosa, con il nome di “formalina” ed è utilizzata nelle strutture sanitarie per conservare cellule e tessuti asportati per finalità diagnostiche e terapeutiche. Il processo in cui un campione biologico viene trattato con formaldeide si definisce “fissazione” e consente di mantenere inalterata nel tempo la morfologia cellulare e l’architettura del tessuto, impedendone la degenerazione post-necrotica; in tal modo si può conservare il campione biologico fino al momento della diagnosi definitiva o a tempo indeterminato per diverse finalità (diagnostiche, scientifiche, medico-legali, etc.). La nuova normativa impone al datore di lavoro (nel caso specifico, l’ospedale) l’obbligo di effettuare una meticolosa valutazione dei danni connessi all’utilizzo di questa sostanza, al fine di definire se il livello di rischio sia rilevante per la salute dei lavoratori esposti. Per ridurre la possibilità di incorrere in effetti dannosi è opportuno mantenere un livello di esposizione dei lavoratori al di sotto dei valori limite di soglia stabiliti, tramite la messa in essere di misure tecniche e procedurali (art. 235 T.U. SSL). In questo lavoro si analizzano le motivazioni per le quali la formaldeide è stata considerata tossica, ovvero le acquisizioni scientifiche sugli effetti che può avere sull’organismo (in particolare il rischio cancerogeno) e quali siano gli obblighi del datore di lavoro per la salvaguardia dei lavoratori esposti, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 81/08; si descrive, inoltre, lo studio sperimentale condotto nell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, in risposta alla normativa, per stabilire il livello di esposizione dei lavoratori alla formaldeide e limitare il rischio tossico connesso; studio rivolto con particolare attenzione agli infermieri che lavorano in sala operatoria e a tutti i lavoratori dell’Anatomia Patologica. Si presentano, infine, le strategie operative possibili oltre che necessarie per adeguare l’ospedale alla nuova normativa di legge e tutelare i lavoratori dal rischio chimico derivante dalla formaldeide.
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Mainardi, Sandro. « El ordenamiento italiano y la «tutela creciente» frente a los despidos improcedentes ». Revista de Trabajo y Seguridad Social. CEF, 7 décembre 2015, 45–64. http://dx.doi.org/10.51302/rtss.2015.2764.

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Résumé :
Este artículo analiza la reforma de los despidos en Italia, introducida por el Decreto Legislativo núm. 23/2015. Este importante cambio en el Derecho del Trabajo fue adoptado por el Gobierno italiano sobre la base de la Ley núm. 183/2014. Este nuevo Decreto Legislativo se aplica solo a los empleados contratados después de su entrada en vigor, de modo que los despidos anteriores a la reforma se regirán por la normativa precedente, incluido el artículo 18 de la Ley núm. 300/1970 (el famoso Statuto dei Lavoratori). En particular, el Decreto Legislativo núm. 23/2015 cambió el régimen de sanciones aplicables a los empleadores en todos los tipos de despidos improcedentes: despidos discriminatorios o, en todo caso, nulos; despidos disciplinarios insuficientemente motivados; despidos motivados ilegalmente por razones relacionadas con el empleado individual (por ejemplo, para las bajas por enfermedad que no excedan de los límites legales); despidos individuales y colectivos en los procedimientos de las empresas, por crisis o exceso de personal. Las innovaciones más importantes consisten en una fuerte reducción de las sanciones por despidos ilegales de los empleados contratados por los empleadores con más de 15 empleados. Antes de esta reforma, en bastantes casos de despido improcedente, los empleados tenían derecho a la reincorporación en el lugar de trabajo y en los casos restantes a una indemnización a tanto alzado de un importe determinado por el tribunal que sigue siendo alta (12 a 24 meses de salario). De acuerdo con el Decreto Legislativo núm. 23/2015, en cambio, la readmisión en el lugar de trabajo ya no es la regla general, pero es una excepción aplicable en caso de discriminación, en supuestos de nulidad del despido y en aquellos en que el despido disciplinario fue motivado con base en una acusación basada en hechos inexistentes. En todos los demás casos de despido improcedente, incluyendo todos los casos de despido por razones económicas, el empleado tiene derecho únicamente a una indemnización a tanto alzado por daños equivalente a 2 meses de salario por cada año de duración de la relación laboral, con un mínimo de 4 meses de salario para las relaciones de trabajo de menos de 2 años y un máximo de 24 meses de sueldo para las relaciones que duraron más de 12 años (las cantidades medias reales serán probablemente menores, puesto que también se introdujo un incentivo fiscal parcial a fin de alentar llegar a una solución extrajudicial antes de plantear litigios en los tribunales laborales). Después de ofrecer una visión general del Decreto Legislativo núm. 23/2015, el autor analiza las principales dificultades en la interpretación de las nuevas normas, y, finalmente, llega a la conclusión de que esta reforma, muy significativa, parece una continuación de las reformas del Derecho laboral de los últimos años, ya que tiene como objetivo proteger a los empleadores más en el mercado de trabajo que en la relación laboral, debido a que reduce el poder discrecional de los tribunales laborales.
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« Diritto italiano : Soggiorno ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 2 (juillet 2010) : 229–38. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-002017.

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1. Consiglio di Stato 17.2.2009 n. 896 - carta di soggiorno e permesso di soggiorno - diversità dei due istituti - diniego di rilascio per entrambi a seguito di condanna per reati relativi alla tutela del diritto d'autore - illegittimità per errata equiparazione dei due status - esclusione di automatismo per soggiornanti di lungo periodo anche prima dell'attuazione della Direttiva 2003/109/CE - rilevanza del tempo di soggiorno2. Tribunale amministrativo regionale Veneto 3.7.2009 n. 2104 - diniego rinnovo permesso di soggiorno per attesa occupazione - insufficienza reddito e fonti sostentamento - omessa considerazione delle fonti di reddito del coniuge - omessa valutazione dell'effettività del vincolo familiare3. Tribunale amministrativo regionale Emilia Romagna 29.5.2009 n. 859 - richiesta di nulla osta lavorativo per l'ingresso di straniero (decreto flussi) - diniego motivato da presunta insufficienza reddituale - mancata valutazione del maggior reddito conseguito successivamente alla richiesta - illegittimità del diniego; capacità reddituale del datore di lavoro commisurata al doppio dell'importo della retribuzione spettante al futuro lavoratore4. Tribunale amministrativo regionale Piemonte 8.2.2010 n. 981 - permesso CE per soggiornanti di lungo periodo - revoca per intervenuta condanna ostativa (reato in materia di stupefacenti) - omessa valutazione dei criteri (durata del soggiorno, inserimento lavorativo e sociale) indicati dall'art. 9 TU n. 286/98 riformato dal d.lgs. 3/2007 per valutare la concreta pericolosità sociale - illegittimità5. Tribunale amministrativo regionale Umbria 28.5.2009 n. 263 - permesso CE per soggiornanti di lungo periodo - richiesta per il coniuge soggiornante in Italia da meno di 5 anni - diniego per difetto del requisito quinquennale - illegittimità; verifica del requisito della permanenza quinquennale esclusivamente per il titolare del diritto; familiare di straniero titolare di permesso CE per soggiornanti di lungo periodo - diversità di condizione giuridica in caso di separazione o divorzio o perdita del diritto da parte del titolare
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« Circolari. Cittadini extracomunitari ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (décembre 2011) : 250–64. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-003019.

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Anagrafe e stato civile 1. Ministero interno 3.8.2011 n. 22 - annotazioni delle convenzioni matrimoniali sugli atti trascritti ex art. 19 d.p.r. 396/2000 2. Ministero interno 13.10.2011 n. 25 - trascrivibilitŕ atti di matrimonio celebrati all'estero in cui manchi la documentazione della volontŕ coniugale Ingresso 3. Ministero interno 12.9.2011 n. 6914 - d.p.c.m. del 17.2.2011, concernente la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali nel territorio dello Stato per l'anno 2011 Lavoro e previdenza sociale 4. Ministero lavoro e politiche sociali 12.9.2011 n. 24 - art. 11 del decreto-legge 13.8.2011, n. 138, livelli essenziali di tutela in materia di tirocini formativi: primi chiarimenti Protezione temporanea e stato di emergenza 5. Presidenza Consiglio dei Ministri 6.7.2011 n. 2703 - impiego dei richiedenti asilo in attivitŕ di formazione e riconoscimento di un contributo per il sostenimento di piccole spese personali cd. Pocket money 6. Presidenza Consiglio dei Ministri 8.8.2011 n. 3799 - impiego dei richiedenti asilo in attivitŕ di formazione e riconoscimento di un contributo per il sostenimento di piccole spese personali c.d. pocket money - estensione ai migranti cui sono stati riconosciuti i benefici previsti dall'art. 20 del d.lgs. N. 286 del 25.7.1998 7. Presidenza Consiglio dei Ministri 10.8.2011 n. 3885 - ulteriori disposizione in merito all'erogazione del c.d. pocketmoney 8. Ministero interno 8.10.2011 n. 400 - proroga misure umanitarie di protezione temporanea per le rilevanti esigenze connesse all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del nord Africa, d.p.c.m. del 6.10.2011 9. Ministero interno 8.10.2011 - proroga misure umanitarie di protezione temporanea per le rilevanti esigenze connesse all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del nord Africa, d.p.c.m. del 6.10.2011 Soggiorno 10. Ministero interno 5.9.2011 n. 6786 - studenti stranieri. Rilascio del permesso di un soggiorno per attesa occupazione 11. Ministero interno 4.10.2011 n. 7496 - d.lgs. 1.9.2011, n. 150 recante "Disposizioni complementari al codice di procedura civile in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione, ai sensi dell'art. 54 della legge 18.6.2009, n. 69"
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Silvestrelli, Paola. « Problematiche socio-economiche dei processi produttivi e distributivi di beni contraffatti ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (mai 2018). http://dx.doi.org/10.3280/edt3-2017oa6264.

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Negli ultimi trenta anni è stata rilevata una consistente espansione della produzione e della distribuzione di beni contraffatti a livello globale, in concomitanza allo sviluppo delle imprese industriali del Made in Italy e alla crescente attrattività dei prodotti "di marca". Sono numerosi i settori merceologici colpiti dalla contraffazione di prodotti e di marchi, la quale si configura come un fenomeno "strutturale" degli attuali sistemi economici, coinvolgendo imprese di produzione (regolari e illegali), differenti tipologie di intermediari commerciali (soprattutto quelli abusivi) e cittadini.Il presente lavoro è diretto ad analizzare i fattori-causa e le caratteristiche tecniche, economiche e sociali della contraffazione, collegando tali variabili alle trasformazioni verificatesi nelle strutture produttive, nei sistemi di distribuzione e nei modelli di consumo del nostro Paese. A tal fine, si evidenziano le interdipendenze tra questi fenomeni e i comportamenti dei soggetti economici, alla luce dell'evoluzione del modus operandi di fare affari, indotta dalla globalizzazione economica.Si delinea così uno "schema interpretativo" del fenomeno, che appare ormai come un insieme di attività illegali non del tutto avulse dalle filiere e dai distretti produttivi. Analizzando le ripercussioni socio-economiche della contraffazione e i danni da questa provocati ai vari soggetti (imprese, lavoratori, Stato e cittadini), vengono presentati alcuni strumenti per contrastare i comportamenti illeciti delle organizzazioni criminali; ciò al fine di tutelare i prodotti Made in Italy e le strategie di investimento delle imprese virtuose italiane.
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