Articles de revues sur le sujet « Tutela ambientale ed ecologica »

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1

Romano, Bernardino. « Le reti ecologiche tra ‘zoning approach' e ‘urban policy approach' ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 27–35. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058004.

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Résumé :
Gli organismi di governo territoriale nazionale ancor oggi sono affezionati a tradizionali forme di tutela ‘insulare', faticosamente proiettati verso politiche di ‘rete', nelle regioni, invece, quasi tutte le leggi sull'uso e la trasformazione del territorio emanate dopo il 2002 contengono riferimenti alle reti ecologiche o ai sistemi di continuitŕ ambientale, anche se spesso si rileva una sostanziale inapplicabilitŕ dei concetti. Lo ‘zoning approach' e l'‘urban policy approach' attribuiscono un significato ecologico relazionale, e quindi un ruolo ecosistemico non necessariamente secondario, a settori territoriali quali gli incolti, i coltivi in abbandono, le aree incendiate, i boschi degradati ed altre aree che la tradizione urbanistica ha sempre relegato ad uno stato di pre-urbanizzazione ineluttabile. Si richiede una revisione profonda dei paradigmi programmatici che crea negli attuali equilibri uno sbilanciamento delle certezze acquisite.
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Berardi, Donato, Filippo Galimberti, Antonio Pergolizzi et Michele Tettamanzi. « La transizione ecologica : dalle persone alle politiche e viceversa ». ECONOMIA PUBBLICA, no 3 (novembre 2021) : 159–81. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003007.

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Résumé :
È necessario ricostruire i modelli di produzione e di consumo, abilitando il reddito come strumento in grado di generare sostenibilità. Tra gli strumenti atti a misura-re la relazione tra ambiente e sviluppo economico vi sono la curva di Kuznets e il disaccoppiamento: il primo indaga i modelli di consumo e il rapporto che inter-corre fra il reddito pro capite e l'inquinamento prodotto da ciascun cittadino quale relazione tra reddito e diseguaglianza sociale. L'ipotesi di questa teoria è che al crescere del reddito pro capite l'impatto ambientale cresca fino a segnare un picco, per poi decrescere disegnando una curva ad "U rovesciata". Il disac-coppiamento, invece, si occupa dei modelli di produzione e ha un'accezione più ampia, studiando l'esistenza di un sistema nel quale il benessere e la qualità della vita delle persone possono crescere senza generare ulteriore pressione sull'ambiente: in altre parole, quando alla crescita economica non corrisponde un aumento proporzionale della produzione di rifiuti da parte delle attività eco-nomiche. Il progresso tecnologico è chiamato a trovare il modo di coniugare il miglioramento del tenore di vita con la tutela dell'ambiente. Se i modelli di con-sumo saranno orientati all'ambiente anche la produzione vi si dovrà adeguare. È questo il senso più intimo della transizione ecologica.
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3

Sgreccia, E., M. Pennacchini et M. B. Fisso. « I documenti della Chiesa sulla questione ambientale ». Medicina e Morale 49, no 4 (31 août 2000) : 635–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.761.

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Résumé :
L’articolo prende in esame tutti i documenti del magistero pontificio, del magistero episcopale e di alcune personalità rappresentative del mondo ecclesiastico, sul tema della questione ambientale. L’intento perseguito dagli autori è quello di mostrare come nel corso degli anni disia sviluppato l’interesse della Chiesa Cattolica sulle tematiche ambientali, nel legame che esse hanno con i temi più generali della pace e dello sviluppo. Il lavoro mette in luce il ruolo svolto della Chiesa Cattolica nella formazione di una nuova coscienza ecologica ed evidenzia come, storicamente, l’interesse della Chiesa nei confronti della complessa questione ambientale si sia sviluppato contemporaneamente al sorgere degli stessi problemi ecologici. L’articolo intende documentare lo sviluppo del pensiero della Chiesa e segnalare i principi trasmessi da tale insegnamento. Da un punto di vista metodologico gli autori hanno preferito “dare voce” ai testi ufficiali in modo tale da consentire al lettore di confrontarsi in maniera diretta con i documenti. Non vengono presi in considerazione i documenti del magistero della Chiesa che trattano la questione ambientale focalizzando l’attenzione sull’uso dell’energia nucleare, poiché necessiterebbero di una trattazione a parte.
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Cozza, Cassandra. « Architetture che cambiano la vita ». TERRITORIO, no 100 (novembre 2022) : 42–56. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100005.

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Résumé :
Il saggio illustra l'impegno umanitario di Yasmeen Lari, a partire da quando, in seguito al terremoto del Kashmir, iniziò a dedicare la sua vita alle persone più indigenti, dimostrando un impegno costante per la costruzione di una giustizia sociale ed ecologica. Un impegno sul campo con due obiettivi principali: il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni più povere e vulnerabili e la sostenibilità ambientale. Un lavoro complesso, di ampio interesse internazionale e attento ai materiali, alla storia e alle tradizioni locali. L'architettura come processo finalizzato all'indipendenza e all'empowerment dei suoi ‘clienti scalzi' - soprattutto donne - attraverso un impegno costante nella formazione degli architetti più giovani e degli autocostruttori, nonché nel fronteggiare l'emergenza pandemica causata da Covid-19.
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5

del Gobbo, Giovanna. « I professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112007.

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Résumé :
La riconversione e riorganizzazione dei processi economici (greening) e una dif-fusa responsabilità, anche individuale, rispetto all'ambiente e al territorio nella direzione di una "green society" oltre che della "green economy" sembrano poter aprire un potenziale mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale. Le unità professionali operanti in attività di educazione, formazione e sensibilizzazione ambientale ad oggi sono varie. Le attività sono svolte, per lo più, da figure operanti in ambiti e settori diversi (public utilities, turismo, servizi culturali, escursionismo, tutela del patrimonio ambientale, agricoltura, educazione e istruzione, ecc.) vanno a definire una famiglia dai contorni indistinti, senza una univoca definizione di ruoli, aree di attività, competenze e percorsi for-mativi. Il presente contributo intende offrire uno sguardo introduttivo su un pro-blema che richiede necessariamente un approccio sistemico e sollecita la riflessione pedagogica sull'ambiente ad una interlocuzione più forte e mirata con il mercato del lavoro a garanzia di processi di professionalizzazione la cui utilità sociale ed economica sembra indiscutibile.
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Pasi, Riccardo. « Idroelettrico e tutela delle acque : le opportunitŕ d'intervento e regolazione della pubblica amministrazione ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 100 (août 2011) : 129–46. http://dx.doi.org/10.3280/asur2011-100007.

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Résumé :
L'idroelettrico, compreso il mini-idroelettrico, puň generare pesanti impatti ambientali sui corpi idrici in cui si inserisce, allontanando cosě gli obiettivi di qualitŕ ambientale stabiliti dalla Direttiva Acque. Allo stesso tempo la politica energetica europea spinge per l'aumento della produzione di energia rinnovabile, compresa quella idroelettrica: ma di che tipo? Conciliare le due istanze č possibile solo se la pubblica amministrazione (Regioni e Province in primo luogo), con politiche territoriali ed economiche adeguate, saprŕ governare le proprie risorse e indirizzare lo sviluppo del settore.
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Bisaglia, Stefania. « Gli aspetti peculiari della tutela ex art. 136 del D.lgs. n. 42 del 2004 delle aree boscate ». L'Italia forestale e montana 77, no 6 (30 janvier 2023) : 217–23. http://dx.doi.org/10.36253/lifm-1086.

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Résumé :
Nel codice dei beni culturali ci sono alcuni articoli relativi alla tutela dei beni paesaggistici (n. 134, 136, 142, 143, 149) in cui sono presenti riferimenti inerenti la tutela delle aree boscate. Nel nostro Paese la stretta interconnessione che esiste tra le competenze legislative riguardanti più aspetti (culturale, ambientale, forestale, paesaggistico) e quelle amministrative su differenti scale (locale, regionale, nazionale) ha generato molti dibattiti e discussioni che in questi anni hanno coinvolto sia le Regioni, sia l’Ufficio legislativo del Ministero della cultura sino ad arrivare al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. E’ necessario ed auspicabile che tutte le autorità coinvolte collaborino insieme per giungere ad una disciplina condivisa di utilizzo dei boschi volta a preservare il patrimonio boschivo nazionale.
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Bisaglia, Stefania. « Gli aspetti peculiari della tutela ex art. 136 del D.lgs. n. 42 del 2004 delle aree boscate ». L'Italia forestale e montana 77, no 6 (30 janvier 2023) : 217–23. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1086.

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Résumé :
Nel codice dei beni culturali ci sono alcuni articoli relativi alla tutela dei beni paesaggistici (n. 134, 136, 142, 143, 149) in cui sono presenti riferimenti inerenti la tutela delle aree boscate. Nel nostro Paese la stretta interconnessione che esiste tra le competenze legislative riguardanti più aspetti (culturale, ambientale, forestale, paesaggistico) e quelle amministrative su differenti scale (locale, regionale, nazionale) ha generato molti dibattiti e discussioni che in questi anni hanno coinvolto sia le Regioni, sia l’Ufficio legislativo del Ministero della cultura sino ad arrivare al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. E’ necessario ed auspicabile che tutte le autorità coinvolte collaborino insieme per giungere ad una disciplina condivisa di utilizzo dei boschi volta a preservare il patrimonio boschivo nazionale.
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Gibelli, Gioia, et Riccardo Santolini. « Reti ecologiche e governo del territorio ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 61–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058009.

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Résumé :
Alla luce delle emergenze climatiche ed economiche, che spingono a riempire di contenuti concreti i concetti di sostenibilitŕ all'interno degli strumenti di pianificazione, si č attivata una profonda riflessione che ha portato a considerare la biodiversitŕ come un obiettivo da perseguire in quanto dimensione primaria dei sistemi naturali ma con funzione prioritaria di conservare un capitale naturale di qualitŕ, il cui ruolo č quello di garantire la durabilitŕ dei processi e la conservazione delle risorse per le generazioni future e di erogare una serie di servizi ecosistemici alle generazioni presenti. Il progetto di rete ecologica ligure (Rel) rappresenta, allo stato attuale delle conoscenze, i luoghi dove il capitale naturale č allocato. I Ptcp di nuova generazione vedranno le province impegnate nella ridefinizione dello scenario strategico di valorizzazione e conservazione del capitale naturale e nell'acquisizione e eventuale maggiore definizione delle cause di vulnerabilitŕ del sistema paesistico-ambientale.
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Moccia, Luigi. « La comparaison « au-delà » des systèmes de droit : la protection de l'environnement ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2021) : 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001001.

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Résumé :
Due tesi di fondo, distinte ma strettamente correlate tra loro, sono al centro di questo saggio. La prima è che la globalizzazione, non solo economica e tecnologica, ma anche sociale e culturale, incidendo sul piano giuridico chiama in causa il diritto comparato per ripensarne e riaffermarne la propria vocazione di studio critico di problematiche ed esperienze giuridiche e normative, che si pone, al livello teorico, come modo autoriflessivo di conoscenza del diritto. La seconda tesi è che vi sono temi, come è il caso emblematico della tutela ambientale, che assumono carattere di ‘fondamenti' di comparazione giuridica, nel senso di rappresentare un paradigma di un nuovo statuto metodologico ed epistemologico di questo campo di studi, che invece di conoscere il mondo attraverso il diritto, alla maniera di classificazioni (tassonomie) dei sistemi giuridici, cerca di conoscere il diritto attraverso il mondo, nella sua dimensione ‘globale', al tempo stesso territoriale e spaziale, particolare e comune, relativa e universale, come polarità tra loro non oppositive, ma complementari.
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Grilli, Paolo, et Maria Balsamo. « LA COMUNITÀ MACROBENTONICA DELL’ALTO METAURO (APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO) ». Fragmenta Entomologica 41, no 1 (31 octobre 2009) : 1. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2009.80.

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Résumé :
La parte alta del bacino idrografico del Fiume Metauro (Appennino Umbro-Marchigiano) è stata oggetto di una campagna di ricerca annuale finalizzata alla caratterizzazione della comunità macrobentonica. In quattro stazioni di raccolta è stata riscontrata una comunità di elevata ricchezza tassonomica, alla quale contribuivano taxa stenoeci con valore di indicatori e/o di importanza biogeografica. I popolamenti sono apparsi differenti nelle varie stazioni e nelle diverse stagioni, mostrando nel complesso una relazione inversa tra ricchezza tassonomica e abbondanza del taxon dominante. La diversità tassonomica era più elevata nelle stazioni a maggiore altitudine, caratterizzate da sedimenti grossolani, mentre una sensibile riduzione del numero di taxa è stata osservata lungo l’asta fluviale, dove è apparsa evidente la dominanza di taxa eurieci. La diversità della comunità macrobentonica osservata dimostra l’importanza faunistica ed ecologica del tratto pedemontano del fiume Metauro, evidenziando l’opportunità di una sua gestione attenta alla tutela e alla conservazione.
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Troiano, Stefania, et Francesco Marangon. « I Payments for Ecosystem Services : opportunitŕ di sviluppo nella tutela delle risorse paesaggistico-ambientali ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 3 (novembre 2011) : 87–113. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-003006.

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Résumé :
La protezione del paesaggio č stata per lungo tempo affidata alla Pubblica Amministrazione, che per lo svolgimento di questo compito si č avvalsa degli strumenti vincolistici. Questi ultimi, perň, si sono dimostrati incapaci di far fronte alle conseguenze negative derivanti dall'abbandono dei terreni. Questa constatazione ed il declino delle risorse finanziarie stanziate a favore della protezione delle risorse paesaggistico-ambientali hanno favorito l'affermarsi di strumenti alternativi, quali gli strumenti economici per la tutela delle risorse paesaggistico-ambientali, che prevedono un ruolo preponderante degli attori privati. In base agli studi sulla valutazione monetaria e non monetaria dei beni paesaggistico- ambientali condotti negli ultimi anni, che hanno consentito, da un lato, di individuare le caratteristiche che rendono attraente un paesaggio, e, dall'altro lato, di identificare la disponibilitŕ a pagare per fruire di un servizio paesaggistico-ambientale, l'articolo descrive le possibilitŕ di creazione di un mercato per i servizi derivanti dalla protezione del paesaggio. Viene approfondito, in particolare, il caso dei Payments for Ecosystem Services (PES), strumenti economici utilizzati a favore della conservazione/ valorizzazione dei servizi forniti dalle risorse paesaggistico-ambientali. Dopo una sintetica analisi di questa strumentazione, l'articolo si sofferma sulle prospettive di sviluppo in Italia di specifiche categorie di PES, che hanno per oggetto alcune risorse paesaggistico- ambientali preferite dagli utenti.
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Fattorini, Simone. « I COLEOTTERI TENEBRIONIDI DI ROMA (Coleoptera, Tenebrionidae) ». Fragmenta Entomologica 45, no 1-2 (31 octobre 2013) : 87. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2013.21.

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Résumé :
In base alla revisione dei dati di letteratura e all’esame di circa 2000 esemplari raccolti a Roma dal 1880 ai nostri giorni, è stata accertata la presenza in questa città di 45 specie di Tenebrionidi, ovvero oltre il 26% delle specie e sottospecie di Tenebrionidi note per l’Italia peninsulare. Altre 18 specie, di cui è stato esaminato materiale cartellinato “Roma” o citato di questa città, sono da considerarsi certamente o verosimilmente estranee. 11 specie citate da Gardini (1997) sono rimosse dalla fauna di Roma, mentre ne vengono segnalate per la prima volta altre 29. Di ogni specie sono indicati: i dati riguardanti il materiale esaminato, i dati di letteratura, la distribuzione, l’ecologia, la distribuzione ambientale nella città di Roma. In base all’estensione temporale delle ricerche, l’elenco fornito dovrebbe essere considerato pressoché completo. Specie rare sono <em>B. gigas</em>,<em> B. lethifera, C. atropos, M. tibialis, G. obscurum, S. metallica, Corticues</em> spp. e <em>N. picipes</em>. Per alcune di esse sono noti pochi reperti, prevalentemente di vecchia data. Alcune specie presenti a Roma mostrano una generale rarefazione, anche in ambienti naturali, probabilmente a causa di pressioni antropiche. Specie considerate un tempo comuni a Roma (come <em>T. italica, A. bacarozzo, Gonocephalum spp., O. sabulosum o N. planippennis</em>) sono oggi piuttosto rare o localizzate, mentre specie con una più ristretta tolleranza ecologica (come <em>C. atropos, M. tibialis, S. metallica, P. violacea, Corticeus spp</em>.) sono probabilmente divenute molto rare o si sono estinte a Roma. Le specie che hanno avuto maggior successo nella colonizzazione degli ambineti urbani sono elementi xerotermofili, o con ampia tolleranza ecologica, come<em> A. luigionii, S. striatus, B. gibba</em> e <em>P. meridianus.,</em> specie tipiche di ambienti aperti ed aridi, comuni nei giardini, nei parchi, nei siti archeologici, nelle aree ruderali, ecc. La presenza nella città di queste specie, tuttora abbondanti, può essere seriamente compromessa dalle operazioni di pulizia delle aree verdi, dall’inquinamento e dalla espansione urbanistica.
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Messina, Nunziata. « UOMO E TERRITORIO : UN RAPPORTO IN CONTINUA EVOLUZIONE ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no 1 (25 juin 2016) : 477. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v2.264.

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Résumé :
Il dualismo tra uomo e natura da sempre si è posto al centro di molti studi di carattere filosofico, geografico, sociologico e psicologico. Nel corso della storia si sono susseguiti diverse impostazioni di pensiero e ciascuna ha messo in risalto un particolare aspetto della relazione tra uomo e natura. L’uomo si trova immerso all’interno di un paesaggio caratterizzato da elementi naturali e non, che ne condizionano il suo modo di essere ed il rapporto con ciò che lo circonda. Nella relazione tra uomo e territorio circostante è necessario affermare che l’obiettivo è la messa a punto di un sistema che renda ogni scelta di pianificazione carica di quelle valenze di programmazione territoriale necessarie a rendere vitale la tutela dell’ambiente e del paesaggio: occorre partire dall’assunto che tutto il territorio, per la storia che lo ha formato, per i valori paesaggistici e culturali, per la memoria collettiva che lo anima, per la sua stessa riconoscibilità, è da considerarsi in prima istanza un bene ambientale da tutelare, soprattutto nelle relazioni tra oggetti e fenomeni legati tra loro da mutui rapporti funzionali. Si può pertanto affermare che laddove gli elementi fisici del territorio costituiscono punti di riferimento collettivo, tali elementi sono da considerarsi “valori ambientali” e le loro interrelazioni possono rappresentare un “bene comune” da tutelare. Il territorio ci appartiene, fa parte del nostro mondo interiore, è luogo di riferimento, un bene mai dimenticato che alimenta l’essenza della memoria. E’ terra, è casa, è vita, è l’uomo di oggi, ma anche quello di ieri che si riconosce nel legame che ha con la sua terra. E’ necessario trovare il giusto equilibrio per mantenere la testimonianza della propria memoria, ma allo stesso tempo la capacità di progettare un futuro compatibileper la salvaguardia del nostro Pianeta.
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Résumé :
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Duran-Muñoz, Isabel, et Katia Peruzzo. « I testi turistici sulle aree naturali protette in italiano e spagnolo : Un compito semplice per il traduttore ? // Tourist Texts about Protected Natural Areas in Italian and Spanish : A Simple Task for the Translator ? » Ecozon@ : European Journal of Literature, Culture and Environment 5, no 1 (1 avril 2014) : 65–83. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2014.5.1.587.

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Résumé :
Nella traduzione di testi che riguardano tematiche ambientali dallo spagnolo all’italiano o viceversa, il traduttore spesso incontra termini che a prima vista possono sembrare equivalenti assoluti, come parque regional in spagnolo e parco regionale in italiano. Tuttavia, questi termini a volte possono dare luogo a errori di traduzione o problemi di interpretazione del testo di partenza, essendo il prodotto della cultura di origine e quindi diversi dal punto di vista sociale, politico e amministrativo. I traduttori devono quindi essere consapevoli delle differenze per evitare i tranelli linguistici che possono portare ad errori di interpretazione e di resa del testo di partenza nella lingua di arrivo. In questo articolo si presenta uno studio condotto su un corpus parallelo spagnolo-italiano composto di testi turistici sulla promozione delle aree naturali protette in Spagna, a cui si affianca l’analisi delle fonti normative nazionali, internazionali ed eurounitarie. Lo scopo dello studio è fornire una descrizione delle differenze e somiglianze a livello concettuale e terminologico nel settore della tutela ambientale, basata sull’analisi delle classificazioni e delle caratteristiche delle aree naturali protette. Nel materiale analizzato si individuano differenze e somiglianze tra i termini specifici delle due culture in esame, mentre la disamina delle traduzioni presenti nel corpus parallelo permette di identificare i principali problemi traduttivi ed eventuali errori di traduzione. Infine, i corpora comparabili monolingui e le fonti normative vengono considerati strumenti fondamentali che permettono di evitare errori traduttivi e selezionare le strategie traduttive più adeguate, come la domesticazione e la stranierizzazione (Venuti 1995) o l’espansione e la semplificazione, al fine di rendere più fruibili i testi tradotti e consentire sia ai destinatari della lingua di partenza che a quelli della lingua di arrivo di condividere se non proprio la stessa realtà concettuale, una realtà molto simile. Abstract In the process of translating Italian-Spanish environmental texts, translators frequently come across terms which at first glance might seem to be perfect translation equivalents, such as parque natural in Spanish and parco naturale in Italian, which can sometimes result in mistranslation and misinterpretation. These terms are embedded in cultures and, thus, different both from a social and a political perspective. Consequently, translators must be aware of these underlying differences so as to avoid possible pitfalls in interpreting the content and translating the texts correctly. This article presents a study carried out on a Spanish-Italian parallel corpus of tourist texts dealing with the promotion of protected natural areas in Spain, which is accompanied by an analysis of the legal sources at national, international and European levels. The purpose of the study is to provide a description of the differences and similarities at the conceptual and terminological levels in the specific field of environmental protection, based on the analysis of the characteristics and classifications of protected natural areas. The use of these resources will identify the differences and similarities between the specific terms of the two cultures examined (the Italian and Spanish), while the discussion of translations in Italian in the parallel corpus allows to highlight the major translation problems and potential translation errors. Finally, the use of the comparable monolingual corpora and the consultation of legal sources are seen as key tools that help translators to avoid errors and to select the most appropriate translation strategies, such as domestication or foreignization (Venuti 1995) and amplification or simplification in order to make the translated texts more accessible and allow both the recipients of the source language and those of the target language to share if not exactly the same conceptual reality, a very similar reality. Resumen En la traducción de textos sobre temas ambientales del español al italiano o vice versa, el traductor se enfrenta a menudo a términos que a primera vista pueden parecer equivalentes absolutos, como parque regional en español y parque regional en italiano. Sin embargo, estos términos a veces puede conducir a errores en la traducción o a una interpretación inadecuada en el texto meta debido a la relación del texto origen con la cultura origen. Por lo tanto, los traductores deben ser conscientes de estas diferencias entre la cultura origen y la meta a fin de evitar posibles errores de interpretación y transmitir correctamente el mensaje original. En este artículo se presenta un estudio llevado a cabo en un corpus paralelo español-italiano compuesto por textos turísticos relacionados con la promoción de las áreas naturales protegidas en España, junto con un análisis de las fuentes aplicables nacionales, internacionales y comunitarias. El propósito del estudio es proporcionar una descripción de las diferencias y similitudes en el plano conceptual y terminológico en el ámbito de la protección del medio ambiente, basado ​​en el análisis de las características y clasificaciones de las áreas naturales protegidas. En el material analizado se identifican similitudes y diferencias entre los términos específicos de las dos culturas en cuestión, mientras que el examen de las traducciones en el corpus paralelo se utiliza para identificar los principales problemas de traducción y errores de traducción. Finalmente, los corpus monolingües y la normativa al respecto se consideran herramientas fundamentales para evitar los errores de traducción y seleccionar las estrategias de traducción más apropiadas, tales como la domesticación y extranjerización (Venuti 1995) o la amplificación y la simplificación, con el fin de producir unos textos traducidos más accesibles y ofrecer tanto a los destinatarios de la lengua de origen como a los de la lengua meta una realidad compartida, si no exactamente la misma desde un punto de vista conceptual, sí muy similar.
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Calenda, Giorgio, et Umbro Sciamannini. « Le tecnologie tutte italiane per la prevenzione delle infezioni nosocomiali ». Journal of Advanced Health Care, 24 août 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1908-013.

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Résumé :
Prevenire il 30% delle infezioni contratte dai pazienti durante e dopo il ricovero ospedaliero è l’obiettivo di medici, politici e associazioni di pazienti per arginare quest’emergenza sanitaria, che conta mezzo milione di casi all’anno e che uccide -numeri alla mano- più degli incidenti stradali: ogni anno le regioni pagano indennizzi milionari alle famiglie che hanno subito danni nella sanità. Una tecnologia innovativa tutta italiana è stata messa a punto per porre una valida ed efficace barriera, sulle infezioni e sepsi d’organo, in ambito delle strutture Ospedaliere ad alta tecnologia. La gamma è denominata ABT 9000 ed ABT 3000 realizzate dopo circa 20 anni di ricerca. Da una attenta analisi emerge la necessità di tutela prima, durante e dopo l’attività lavorativa in ambito sanitario: mettere a disposizione degli operatori tecnologie sempre innovative per la loro protezione, per quella ambientale e, in sostanza, generare automaticamente l’innalzamento della qualità lavorativa e –più in generale- di tutto l’ambiente. Il controllo del rischio biologico-chimico reale, effettivamente validato in ABT, diminuisce lo stress professionale, migliora il microclima di lavoro, abbatte i costi delle gravissime infezioni o sepsi d’organo con meno utilizzo di antibiotici e relativa antibiotico resistenza, dovuta all’uso sempre maggiore di antimicrobici sofisticati ad alto peso. Altro aspetto migliorativo –non meno importante– è quello di poter ottenere un elevato miglioramento dei tempi di lavoro. In tal senso, una sola apparecchiatura ABT 9000 si stima possa catturare circa 24 tonnellate annue (ipotizzando un pieno al giorno) e inertizzare con un’azione biologica (denaturazione/inibizione) i nuclei interni alle Rna resistenti, presenti nel Dna. Inoltre, viene garantita la difesa ambientale nel rispetto degli accordi stato-regione tra Ministero della Salute e quello dell’Ambiente -la tecnologia soddisfa infatti l’art. 214 del dLg 152/2006 inerente la riduzione di rifiuti speciali e la loro gestione in sicurezza- oltre che il risparmio che la Struttura ottiene non dovendo affidare i rifiuti liquidi a ditta specializzata per il loro smaltimento. Il sistema è unico ed esclusivo, dotato di due patent PCT internazionali e realizzato nel rispetto delle recenti normative ISO 62366 Usability al servizio delle risorse umane impiegate. La nuova proposta “ABT” fornisce ulteriori vantaggi sulla gestione delle risorse umane, migliorando le condizioni psico-fisico-relazionali e organizzative che ne caratterizzano il lavoro all’interno delle aziende sanitarie.
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