Littérature scientifique sur le sujet « TUMORE TESTA-COLLO »

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Articles de revues sur le sujet "TUMORE TESTA-COLLO"

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Dinapoli, N., T. Tartaglione, F. Bussu, R. Autorino, F. Miccichè, M. Sciandra, E. Visconti, C. Colosimo, G. Paludetti et V. Valentini. « Modelling tumour volume variations in head and neck cancer : contribution of magnetic resonance imaging for patients undergoing induction chemotherapy ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 1 (février 2017) : 9–16. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-906.

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Résumé :
La valutazione del volume del tumore primitivo ha mostrato un valore predittivo per la stima dei risultati della sopravvivenza. Usando i dati volumetrici acquisiti con la Risonanza Magnetica (RM) nei pazienti sottoposti a chemioterapia di induzione (CI), tali risultati sono stati stimati nei pazienti con tumore del testa e collo, prima del trattamento radiante. Le immagini RM acquisite prima e dopo CI in 36 pazienti con tumore avanzato della testa e del collo sono state analizzate per valutarne il volume del tumore primitivo. I due volumi sono stati correlati utilizzando la regressione lineare locale tra i volume valutati nelle immagini della prima e quelli della seconda RM. Sono stati definiti i modelli di rischio proporzionale di COX per la valutazione del controllo locoregionale, la sopravvivenza libera da malattia e la sopravvivenza globale. La regressione lineare locale ha mostrato un buon valore predittivo per tutti i risultati di sopravvivenza nei modelli di rischio proporzionale di COX. I modelli predittivi per il controllo locoregionale di malattia e la sopravvivenza libera da malattia a 24 mesi ha mostrato una ottima discriminazione e capacità di previsione. La valutazione delle variazioni dei volumi dei tumori primitivi della testa e del collo dopo CI fornisce un esempio di modello che può essere facilmente utilizzato per altri approcci terapeutici. Una valutazione completa delle variabili nelle covariate è un prerequisito necessario per la creazione di modelli clinicamente attendibili.
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Bianchini, C., M. Malagò, L. Crema, C. Aimoni, T. Matarazzo, S. Bortolazzi, A. Ciorba, S. Pelucchi et A. Pastore. « Dolore post-operatorio nei pazienti affetti da neoplasia testa-collo : fattori predittivi ed efficacia della terapia ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 2 (avril 2016) : 91–96. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-499.

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Résumé :
Negli anni è aumentata l’attenzione verso i molteplici aspetti associati alla “sfera” dolore, anche nei pazienti oncologici sottoposti a chirurgia testa-collo. Il dolore, definito infatti da diverse caratteristiche, quali l’esperienza personale, gli aspetti qualitativi della percezione, l’intensità, l’impatto emotivo, riconosce un’eziologia “multifattoriale”. Scopo del presente lavoro è stato: (i) valutare l’efficacia della terapia analgesica in pazienti affetti da tumore testa-collo e sottoposti a trattamento chirurgico; (ii) studiare le possibili variabili ed i fattori predittivi che possano influenzare l’insorgenza di dolore. Sono stati studiati 164 pazienti, affetti da neoplasia maligna del distretto testa-collo, trattati chirurgicamente tra il dicembre 2009 ed il dicembre 2013. I dati raccolti comprendono l’età, il sesso, la valutazione del rischio anestesiologico, la sede del tumore, la stadiazione TNM, il tipo di intervento effettuato, la complessità e la durata dell’intervento, le eventuali complicanze post-operatorie, i giorni di degenza post-intervento, la valutazione del dolore nei giorni 0, 1, 3 e 5 post-chirurgia. L’adeguatezza della terapia analgesica è stata espressa in termini di incidenza e prevalenza del dolore post-operatorio, le variabili legate al paziente, alla malattia, al trattamento chirurgico e farmacologico, sono state poi associate all’insorgenza del dolore così da poter descrivere eventuali fattori predittivi. Dai dati ottenuti emerge che la popolazione studiata ha ricevuto un’adeguata terapia antalgica, sia nell’immediato post-operatorio che nei giorni successivi. Non sono risultate associazioni statisticamente significative tra sesso, età ed incidenza del dolore post-chirurgico, mentre lo stadio del tumore, la complessità dell’intervento chirurgico e la sede della neoplasia hanno presentano correlazione significativa con il rischio di insorgenza di dolore post-operatorio. L’elevata prevalenza del dolore in ambito oncologico testa-collo, fa sì che un’appropriata ed attenta gestione del dolore risulti fondamentale. Nel futuro pertanto si auspica una sempre migliore comprensione dei fattori biologici, sociali e psicologici che caratterizzano la percezione del dolore ai fini di migliorarne il controllo.
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Mahieu, R., S. Russo, T. Gualtieri, G. Colletti et A. Deganello. « Ricostruzione del cavo orale con lembo massetere ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 2 (avril 2016) : 139–43. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-890.

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Résumé :
Lo scopo di questo lavoro è quello di evidenziare come una metodica ricostruttiva inusuale, datata ed impopolare come il lembo di massetere possa invece rappresentare, per casi selezionati, una soluzione affidabile, semplice ed efficace nelle ricostruzioni del cavo orale. Riportiamo di seguito l’utilizzo del lembo di massetere in due pazienti che presentavano un secondo tumore del cavo orale e che in precedenza erano già stati sottoposti ad intervento chirurgico nel distretto testa collo; in entrambi i casi sono stati ottenuti eccellenti risultati funzionali e soddisfacenti risultati estetici. In letteratura, fino ad oggi, sono stati riportati solo 60 casi di ricostruzione del cavo orale e dell’orofaringe con il lembo di massetere. L’utilità clinica del lembo di massetere, anche nell’ambito di un approccio moderno alle ricostruzioni del distretto testa collo, viene discussa approfonditamente in questo articolo. Riteniamo che il lembo di massetere debba far parte del bagaglio culturale di ogni chirurgo del testa-collo ed essere considerato fra le alternative proponibili, in quanto ha dimostrato di essere una metodica elegante ed estremamente semplice in casi in cui sussistono delle perplessità sulle procedure microvascolari.
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Cadoni, G., L. Giraldi, L. Petrelli, M. Pandolfini, M. Giuliani, G. Paludetti, R. Pastorino et al. « Prognostic factors in head and neck cancer : a 10-year retrospective analysis in a single-institution in Italy ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 6 (décembre 2017) : 458–66. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1246.

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Résumé :
È stata condotta un’analisi retrospettiva su 482 pazienti con diagnosi di tumore testa-collo arruolati presso l’ ospedale “Agostino Gemelli” di Roma. L’associazione tra fattori demografici, clinici e comportamentali con la overall survival (OS), il rischio di ricorrenza ed il rischio di un secondo tumore primitivo è stata stimata usando gli Hazard Ratio (HR) e gli intervalli di confidenza al 95% (CIs). La OS considerando tutte le sedi tumorali è stata del 60%, mentre considerando le singole sedi tumorali è risultata del 49.0% per il cavo orale, 54.8% per l’orofaringe, 50.0% per l’ipofaringe e 63.4% per la laringe. Un’età avanzata alla diagnosi (HR = 1.04; 95% CI: 1.02-1.05) ed un avanzato stadio del tumore (HR = 2.00; 95% CI: 1.41-2.84) sono risultati fattori significativamente associati con la OS. Il rischio di ricorrenza è risultato associato con il consumo di alcolici (HR = 1.73; 95% CI: 1.00-2.97). Il rischio di sviluppare un secondo tumore primitivo è risutlato associato con uno stadio avanzato del tumore primario (HR = 2.75; 95% CI: 1.39-5.44) e con l’aver fumato per più di 40 anni (HR = 3.68; 95% CI: 1.10-12.30). In conclusione abbiamo notato che la OS differisce tra le sedi tumorali del tumore testa-collo. Lo stadio tumorale è risultato essere associato sia con la OS che con il rischo di sviluppare un secondo tumore primitivo. Il consumo di alcol e di tabacco sono risultati essere fattori prognostici, rispettivamente, per la ricorrenza e per l’insorgenza di un secondo tumore primitivo.
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Roncallo, F., I. Turtulici, A. Bartolini, R. Corvò, G. Sanguineti, V. Vitale, G. Margarino, M. Scala, P. Mereu et F. Badellino. « Tomografia computerizzata e risonanza magnetica nella patologia del distretto testa collo ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 4 (août 1996) : 471–91. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900421.

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Résumé :
Scopo del lavoro è quello di delineare le indicazioni generali alla radioterapia, definitiva o in associazione alla chirurgia, nei pazienti affetti da carcinoma del distretto testa-collo, anche sulla base delle informazioni TC ed RM, e di descrivere le alterazioni morfologiche radiologiche che emergono, differenziando quelle suggestive di persistenza o recidiva neoplastica, da quelle indotte dalla radioterapia. Sono stati selezionati 95 pazienti che hanno praticato radioterapia come unico trattamento o in associazione alla chirurgia. Il primo controllo radiologico è stato effettuato di norma in un periodo di tempo compreso tra i 3 e i 4, 5 mesi dal termine della radioterapia. I pazienti sono stati seguiti nel tempo con esami seriati rispettivamente a 6, 9 e 12 mesi a distanza dal termine della radioterapia, a seconda dei rilievi emersi al primo controllo a ciclo terapeutico ultimato. Per quanto concerne la valutazione della risposta del tumore primitivo alla radioterapia sono stati distinti tre gruppi di pazienti. Il primo gruppo comprende soggetti nei quali il tumore primitivo, valutato alla TC e/o RM prima del trattamento radioterapico, ha dimostrato una regressione volumetrica superiore al 75% nei controlli tra i 3 ed i 12 mesi dalla fine del ciclo terapeutico (31 pazienti). Il secondo gruppo comprende soggetti nei quali il volume tissutale residuo dopo radioterapia, nei controlli a tre mesi, ha dimostrato una regressione inferiore al 50%, una persistenza o addirittura una progressione (44 pazienti). Un terzo gruppo è costituito da soggetti nei quali la regressione volumetrica del tessuto neoplastico nel controllo a tre mesi dal termine del ciclo terapeutico radioterapico è compresa tra il 50 ed il 75%. Quest'ultimo gruppo è quello che pone i maggiori problemi diagnostici e che viene seguito con controlli seriati ogni tre mesi, anche in presenza di negatività degli esami clinici ed endoscopici (20 pazienti). Le alterazioni tissutali post-radioterapiche sono state distinte in transitorie e permanenti. Quelle transitorie hanno raggiunto il massimo della loro espressività al termine del ciclo di trattamento, con visualizzazione di una massa conglomerata più estesa del tumore primitivo. Quelle permanenti si sono verificate a carico dei tessuti superficiali (ispessimenti della cute e del platisma, addensamenti nel tessuto adiposo sottocutaneo), nei piani fasciali profondi periviscerali (fibrosi del connettivo lasso adiposo parafaringeo, cervicale anteriore e posteriore, pericarotideo), nelle logge salivari (scialoadenite reattiva e degenerazione grassa), a livello degli spazi mucosi profondi (ispessimento simmetrico e infiltrazione delle pliche ariepiglottiche e delle corde vocali false, obliterazione dei piani adiposi pre- e paraglottici). La difficoltà di interpretazione delle immagini, con particolare riguardo ai possibili falsi positivi e falsi negativi, rappresenta soltanto una delle diverse facce della complessa problematica in corso di carcinoma del distretto testa-collo. Infatti i quesiti da risolvere coinvolgono anche il clinico, il chirurgo, il radioterapista oltre che il radiologo, il cui sforzo comune deve essere quello di garantire al paziente la migliore terapia possibile a fronte di una qualità di vita accettabile.
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Roncallo, F., I. Turtulici, A. Bartolini, G. Margarino, P. Mereu, F. Scasso, L. Scotto Di Santillo, A. Santelli, G. Garaventa et A. Tedeschi. « Tomografia computerizzata e risonanza magnetica nella patologia del distretto testa-collo ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 3 (juin 1996) : 301–20. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900306.

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Résumé :
La patologia neoplastica maligna del distretto-testa collo presenta un notevole polimorfismo istologico, in rapporto ai diversi tessuti fisiologicamente presenti. La grande maggioranza concerne comunque i carcinomi e tra questi prevale il carcinoma a cellule squamose. Nella prognosi e nella scelta e pianificazione del trattamento assumono una importanza decisiva l'estensione del tumore primitivo e l'eventuale presenza ed entità del coinvolgimento linfonodale. In base al quesito clinico sono stati preliminarmente distinte diverse categorie di esami TC e RM. Le immagini ottenute sono state interpretate sulla base di un criterio anatomo-topografico che separa diversi spazi fasciali nell'ambito delle regioni sopra- e sottoioidea del distretto testa- collo. È stata quindi effettuata una valutazione comparativa delle informazioni ottenute dagli esami clinico-endoscopici e dalla diagnostica per immagini. TC e RM consentono una stadiazione completa dei carcinomi sia su T, perchè sono in grado di documentare lo sviluppo profondo sottomucoso e nell'ambito degli spazi fasciali limitrofi, nonchè la diffusione perineurale, perivascolare e le erosioni osteocartilaginee, parametri non analizzabili dall'endoscopia, sia su N, perchè svelano linfoadenopatie che per dimensioni e soprattutto per sede sono occulte all'esame clinico. Al contrario lesioni non rilevate mucose superficiali possono risultare del tutto mute alla diagnostica per immagini, così come è pressochè impossibile formulare una corretta caratterizzazione tissutale delle ipertrofie anche spiccate degli spazi mucosi rino- ed orofaringeo, informazioni che sono esaustivamente ottenibili dagli esami endoscopico-bioptici. Pertanto TC e RM hanno un notevole impatto nella stadiazione dei carcinomi del distretto testa-collo, ma il loro utilizzo va effettuato sempre complementariamente e successivamente ad esame clinico specialistico del paziente ed indagine endoscopica delle vie aerodigestive superiori.
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Franzen, A., A. Buchali et A. Lieder. « The rising incidence of parotid metastases : our experience from four decades of parotid gland surgery ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 4 (août 2017) : 264–69. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1095.

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Résumé :
La neoplasia secondaria nella ghiandola parotide è un reperto sempre più frequente nella chirurgia parotidea. Vengono qui presentati i nostri risultati in quaranta anni di chirurgia parotidea, analizzando le modalità di metastasi in pazienti con lesioni metastatiche della ghiandola parotide, le procedure operatorie e la gestione dei pazienti. Sono stati esaminati retrospettivamente 772 casi consecutivi di chirurgia parotide in un ospedale universitario tra il 1975 e il 2015 e valutate le variazioni di incidenza e di gestione della patologia nel corso di quattro decenni (I: 1975-1985; II: 1986-1995; III: 1996-2005; IV: 2006-2015). Sono stati diagnosticati complessivamente 683 tumori della parotide, di cui il 15,8% (n = 108) sono rivelati essere di natura maligna; a loro volta, il 44% (n = 48) di tutte le lesioni maligne si sono rivelate essere metastasi. Si è inoltre potuto constatare come, con l’andare del tempo, i tumori maligni della ghiandola parotide abbiano incrementato la loro incidenza con un aumento dall’8% nel primo decennio, del 14% nel secondo, del 17% nel terzo fino al 21% nel quarto decennio. L’incidenza di metastasi alla ghiandola parotide è altresì ulteriormente aumentata dal 10% nella prima decade fino al 57% nell’ultimo decennio. Il 71% per cento dei pazienti era di sesso maschile e il 29% era di sesso femminile, con un’età compresa tra i 23 ei 93 anni (media di 68 anni). La diagnosi istopatologia più frequente era quella di metastasi di carcinoma a cellule squamose (79%). La grande maggioranza delle lesioni primarie era localizzata in lesioni sopra la clavicola (87%), delle quali 30 tumori primari erano localizzati nel cuoio capelluto e nella cute del collo. Nella maggior parte di questi casi, il tumore primario è stato rimosso tra 6 e 24 mesi prima della metastasi parotidea e i pazienti sono stato seguiti in modo subottimale. La gestione consisteva in intervento chirurgico di dissezione del collo. 48 pazienti (67%) sono stati sottoposti a terapia adiuvante, ma nonostante il trattamento multimodale aggressivo la malattia è progredita nella maggior parte dei casi, nel 57% dei casi di metastasi da carcinoma a cellule squamose cutaneo, nel 67% da metastasi di tumore primario della mucosa sopra la clavicola e l’83% dei casi di metastasi da primitivo infraclaveare. I tumori maligni parotidei registrano un progressivo aumento di incidenza, in gran parte dovuto ad un incremento delle lesioni metastatiche parotidee. I più frequenti tumori primitivi sono melanomi maligni precedentemente asportati, e i carcinomi a cellule squamose del cuoio capelluto e del collo precedentemente operati. Nonostante la terapia multimodale il tasso di recidiva e di progressione rimane alto. È auspicabile per i tumori della testa e del collo un programma di follow-up, come già in atto per i tumori della mucosa della testa e del collo.
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Morbini, P., et M. Benazzo. « Papillomavirus umano e carcinomi del tratto aerodigestivo : il punto sulle evidenze nella babele dei dati scientifici ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 4 (août 2016) : 249–58. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-853.

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Résumé :
I carcinomi squamosi dell'orofaringe associati all'infezione da papillomavirus umano (HPV) costituiscono ormai una entità ben caratterizzata, che interessa prevalentemente maschi, giovani adulti o di mezza età, non fumatori. Essi hanno generalmente una prognosi più favorevole rispetto alla controparte non associate ad infezione, e per questo è stato proposto di dedicare a questo gruppo di pazienti un approccio terapeutico meno aggressivo. L'incidenza dei carcinomi dell'orofaringe associati a HPV è in rapido aumento nella maggior parte dei paesi occidentali, ma per quanto riguarda la popolazione italiana non sono disponibili dati epidemiologici in merito. Per quanto riguarda le altre regioni del distretto testa-collo, una più modesta porzione di lesioni displastiche di alto grado e di neoplasie appare essere correlata all'infezione da HPV, mentre il ruolo del virus nei tumori della laringe è stato parzialmente ridimensionato. HPV determina la trasformazione neoplastica delle cellule infettate tramite l'espressione dei suoi due oncogeni, E6 ed E7, che interagiscono con i meccanismi di apoptosi e regolazione del ciclo cellulare della cellula ospite. L'unica metodica in grado di documentare con certezza l'espressione degli oncogeni virali è attualmente l'amplificazione dell'RNA messaggero trascritto dai due oncogeni. Il consenso riguardo la strategia per l'identificazione dei pazienti affetti da carcinoma dell'orofaringe associato a HPV dal punto di vista clinico e diagnostico è tuttora limitato. Le metodiche diagnostiche più utilizzate, singolarmente o in combinazione, comprendono l'immunocolorazione con anticorpi diretti contro p16, l'ibridazione in situ per genotipi virali ad alto rischio e l'amplificazione del DNA virale mediate PCR. La possibilità di ottenere una diagnosi precoce grazie all'identificazione dell'infezione virale nelle cellule epiteliali esfoliate dal cavo orale o dall'orofaringe non ha finora fornito risultati soddisfacenti, tuttavia la persistenza del virus nel cavo orale in pazienti trattati per carcinoma dell'orofaringe ha dimostrato una significativa associazione con il rischio di recidiva del tumore. Non sono ancora disponibili sufficienti dati che documentino in maniera dettagliata la storia naturale dell'infezione a la sua progressione verso lo sviluppo di una neoplasia, e che definiscano con chiarezza le modalità di trasmissione e i fattori di rischio, comunque è chiaro che i comportamenti sessuali hanno un peso rilevante nel determinare il rischio di sviluppo di neoplasia dell'orofaringe HPV-correlata. La progressive diffusione nelle giovani generazioni del vaccino contro HPV, e soprattutto la sua estensione agli adolescenti di entrambi i generi è sicuramente destinata a modificare in maniera rilevante anche l'epidemiologica dei tumori HPV-correlati nel distretto testa-collo nel prossimo futuro.
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Di Dia, A., L. Strigari, S. Bresciani, A. Maggio, A. Miranti, S. Strolin, E. Delmastro, D. Gabriele, P. Gabriele et M. Stasi. « 178. Trial prospettico per predire la correlazione dose risposta nei muscoli costrittori faringei in pazienti con tumore testa-collo Prospective trial to predict the pharyngeal constrictor muscle dose-response correlation in head and neck cancer patients ». Physica Medica 56 (décembre 2018) : 172. http://dx.doi.org/10.1016/j.ejmp.2018.04.189.

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Karatayli-Ozgursoy, S., J. A. Bishop, A. T. Hillel, L. M. Akst et S. R. Best. « Tumori maligni delle ghiandole salivari della laringe : un'unica review istituzionale ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 4 (août 2016) : 289–94. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-807.

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Résumé :
I tumori a istotipo salivare della laringe sono molto rari, con pochi report in letteratura in merito al loro andamento clinico. Nel presente manoscritto discutiamo un'esperienza di 10 anni presso una singola struttura. Abbiamo condotto una review retrospettiva della casistica di un centro di oncologia della testa e del collo di terzo livello. I pazienti sono stati individuati mediante analisi di un database e sono stati revisionati da un Anatomo Patologo testa collo. I dati inerenti la clinica, le modalità di trattamento e gli esiti sono stati prelevati da archivi elettronici. Sono stati inclusi sei pazienti nello studio, con un range di età dai 44 ai 69 anni. Tutti e sei erano affetti da neoplasie maligne a istotipo salivare della laringe. Gli istotipi includevano: tre carcinomi adenoido-cistici (2 sopraglottico, 1 sottoglottico), un carcinoma mucoepidermoidale (sopraglottico), un carcinoma epiteliale-mioepiteliale (sopraglottico), e un adenocarcinoma (transglottico). Tutti sono stati sottoposti a trattamento chirurgico (2 chirurgie laser, 4 open) e 5 dei 6 pazienti sono stati successivamente sottoposti a terapia adjuvante (4 a radioterapia, 1 a radio-chemioterapia concomitante). Un paziente era fumatore; nessun paziente aveva storia di abuso di alcolici. A un follow-up con mediana di 4,5 anni nessuno dei pazienti ha presentato recidiva o metastasi locali o a distanza. I tumori a istotipo salivare della laringe si presentano solitamente in pazienti della seconda/terza età, e possono essere trattati con successo mediante approcci multimodali, con un ottimo controllo locoregionale di malattia.
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Thèses sur le sujet "TUMORE TESTA-COLLO"

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Girardi, Ambra <1980&gt. « Ricerca di marcatori molecolari nella prevenzione dei tumori di testa e collo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4584/1/Girardi_Ambra_tesi.pdf.

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Résumé :
Oral cavity cancers (OSCC) are among the most malignances worldwide. OSCC tipically affects men in their IV or V dedade of life, and the most relevant risk factors are tobacco and alcohol consumption. OSCCs generally exhibit poor prognosis, and late stage identification correlates with higher mortality rates. Basic prognostic factors, are tumor size and presence of lymph node and/or distance metastases (T classification, N, M). However, tumors with the same TNM grade and similar morphology may have completely different evolution, because of their intrinsic biological characteristics. For these reasons, the identification of new molecular markers with a predictive value, could represent useful tools in OSCC prevention, prognosis and treatment. In the first part of my PhD project I evaluated the loss of heterozygosity as a possible cause of deregulation of well-known tumor suppressors genes. Obtained data put on light the importance of this rearrangement and genes PDCD4, CTNB1, CASP4 and HSP23, in the onset and progression of OSCC. Subsequently, the analysis of the expression profile of miRNAs, led to the identification of some miRNAs that seems to be involved in cancer development and metastatic progression. In both cases, we need further investigations to understand whether these molecules may be used ideal markers in OSCC diagnosis and treatment.
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Girardi, Ambra <1980&gt. « Ricerca di marcatori molecolari nella prevenzione dei tumori di testa e collo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4584/.

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Résumé :
Oral cavity cancers (OSCC) are among the most malignances worldwide. OSCC tipically affects men in their IV or V dedade of life, and the most relevant risk factors are tobacco and alcohol consumption. OSCCs generally exhibit poor prognosis, and late stage identification correlates with higher mortality rates. Basic prognostic factors, are tumor size and presence of lymph node and/or distance metastases (T classification, N, M). However, tumors with the same TNM grade and similar morphology may have completely different evolution, because of their intrinsic biological characteristics. For these reasons, the identification of new molecular markers with a predictive value, could represent useful tools in OSCC prevention, prognosis and treatment. In the first part of my PhD project I evaluated the loss of heterozygosity as a possible cause of deregulation of well-known tumor suppressors genes. Obtained data put on light the importance of this rearrangement and genes PDCD4, CTNB1, CASP4 and HSP23, in the onset and progression of OSCC. Subsequently, the analysis of the expression profile of miRNAs, led to the identification of some miRNAs that seems to be involved in cancer development and metastatic progression. In both cases, we need further investigations to understand whether these molecules may be used ideal markers in OSCC diagnosis and treatment.
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PERRONE, DONATELLA. « Le cancer stem cells nei tumori della regione testa-collo : studio in vitro ed in vivo della linea cellulare HEP2 ». Doctoral thesis, Università di Foggia, 2014. http://hdl.handle.net/11369/331740.

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Résumé :
Abstract Recenti evidenze scientifiche hanno proposto un nuovo modello di tumorigenesi, secondo il quale l’origine di un tumore dipende da un accumulo sequenziale e stocastico di mutazioni all’interno di una popolazione cellulare eterogenea costituente uno specifico tessuto. Benché le cellule tumorali spesso esibiscono un largo numero di mutazioni, solo una piccola sottopopolazione risulta cruciale per lo sviluppo ed il mantenimento del tumore. Studi condotti a tale riguardo hanno evidenziato che il cancro origina e viene mantenuto da cellule che posseggono caratteristiche di staminalità, ossia capacità di auto-rinnovamento e di differenziazione. Questa sottopopolazione di cellule cancerose è stata definita come “cellule staminali tumorali” (o cancer stem cells, CSCs) e ad oggi è ritenuta principale responsabile della progressione neoplastica e possibile causa dell’eterogeneità del tumore. Le CSCs rappresentano, dunque, un modello utile per studiare i meccanismi alla base dell’oncogenesi, prerequisito fondamentale per perseguire l’obiettivo ultimo di individuazione di nuovi target molecolari specifici per terapie topiche nel trattamento dei tumori HNSCC. In quest‘ottica è risultato interessante affrontare uno studio volto all’identificazione e alla caratterizzazione molecolare e fenotipica delle cellule staminali cancerose nel tumore della regione testa-collo (Head and neck squamous cell carcinoma, HNSCC). Tale ricerca è stata condotta a carico delle Hep-2, una linea cellulare continua e ben differenziata di carcinoma laringeo umano. Mediante uno specifico protocollo di crescita, la coltura cellulare di Hep-2 è stata arricchita in cancer stem cells. Successivamente, il potenziale tumorigenico delle Hep-2 arricchite in CSCs è stato valutato mediante analisi in vivo.
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Baboci, Lorena. « Human papillomavirus - associated head and neck squamous cell carcinomas in North-East Italy ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423688.

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Résumé :
Background: Specific oncogenic types of human papillomaviruses (HPV), most frequently HPV16, are causally associated with a subset of head and neck squamous cell carcinomas (HNSCC). HPV DNA associated tumors appear to be heterogeneous in prevalence over time and geographically, in the oncogenic activity (direct and indirect viral markers) and clinical behavior. However, it remains unclear which biomarkers can reliably determine which HNSCC are truly driven by HPV transformation. Aims: In the present thesis, the first aim was to determine the prevalence of the truly HPV-associated HNSCC tumors in North-East Italy. The second aim, was to investigate the association of HPV DNA positivity with other viral (viral load, oncoE6 protein, HPV antibodies) and cellular (p16INK4a, pRb) markers. The third aim, was to evaluate the prognostic significance of HPV-association tumors for clinical outcome (i.e. survival). Materials and Methods: Overall, 247 fresh frozen and 53 (21%) formalin-fixed paraffin-embedded (FFPE) tumor tissue biopsies and 102 (41%) sera were collected from 247 newly detected HNSCC patients from North-East Italy. Clinical parameters for each patient were obtained from the clinical database. HPV DNA was determined by polymerase chain reaction (PCR) with consensus MY09/MY11 primers and Restriction Fragment Length Polymorphism (RFLP) analysis and/or BSGP5+/6+-PCR/Multiplex Papillomavirus Genotyping (MPG) capable of detecting all known 51 mucosal HPV types. The HPV DNA+ tumor tissues were further analyzed for i) viral load by HPV16 qPCR and quantitative BSGP5+/6+-PCR/MS; ii) detection of HPV E6*I transcripts by RT-PCR; iii) expression levels of cellular protein p16INK4a and pRb by IHC; and iv) presence of HPVE6 protein for types 16 and 18 by the commercial OncoE6TM Oral Test; Antibodies to HPV early and late proteins of the eight most frequent high-risk HPV types were determine din all available sera by bead-based multiplex serology. Results: Overall, HPV DNA+ was 8.5% (21/247), type 16 was detected in 95% (20 cases) and type 58 in 5% (1 case). No multiple infections were detected. The HPV RNA+ was 6% (14/244). Oropharynx was the site with the highest HPV prevalence by DNA (27%) and RNA (20%). In the other anatomic sites, HPV prevalence was < 8%. Among the HPVDNA+ RNA+ tumors, i) 93% of the HPV16+ tissues (13/14) showed high viral load; ii) 60% (6/10) showed both up-regulation of p16INK4a and down-regulation of pRb; iii) and in 100% (8/8) HPV16 E6 oncoprotein was detected. All sera of 7 HPV-driven tumors showed strong positive antibody reactions with HPVE6 and E7 proteins, 6 for type 16 and 1 for type 58, type-concordant with the related tumor. Another single serum HPV16 DNA+ in the tumor, showed positivity for all early HPV16 proteins suggestive of an HPV-driven tumor. Kaplan-Meier analyses for the oropharynx showed a trend for better survival in the HPV-associated group than in the HPV negative ones. Conclusions: A low HPV prevalence was found in HNSCC of the population living in the North-East of Italy. Oropharynx was the preferential site for HPV infection while the HPV prevalence in the other anatomic sites appeared negligeable. We observed that the HPVDNA+ RNA+ samples showed a good correlation with the other markers like high viral load, presence of the E6 oncoprotein, and HPVE6 and E7 seromarkers. In contrast to recent reports we did not find a good correlation between HPVDNA+ RNA+ and the up-regulation of p16INK4a and down-regulation of pRb. Survival analyses showed a better prognosis in the HPV-driven patients with tumors occurring in the oropharynx.
Il papillomavirus umano (HPV), più frequentemente il tipo 16, sono causalmente associati agli tumori squamosi di testa collo (HNSCC). Questi tumori sono caratterizzati da un'elevata eterogeneità geografica e una migliore risposta alla terapia. L'obiettivo di questo studio è di valutare la prevalenza e l'attività biologica di HPV in HNSCC nel nord dell'Italia. La genotipizzazione per se non è sufficiente a definire il ruolo del virus nella patogenesi HNSCC. E' necessario analizzare e verificare la presenza di altri marker diretti come i trascritti virali, la carica virale, oncoE6 proteine e anticorpi HPV e dei marker indiretti come l'espressione delle proteine cellulari p16INK4a e pRb. I risultati ottenuti sono stati alla fine correlati con la sopravivenza. Nel presente studio sono stati arruolati 247 pazienti del Nord-Est dell'Italia. Sono stati raccolti biopsie tumorale congelate per tutti i pazienti, e per un sottogruppo dei blocchetti di paraffina e del plasma. La presenza del DNA virale è stato determinato con i) reazione a catena della polimerasi con primer consenso MY09/MY11 e tipizzazione con digestione enzimatica e/o ii) BSGP5+/6+ -PCR/Multiplex Papillomavirus Genotype (MPG). I casi HPV DNA positivi sono stati ulteriormente analizzati per: i) carica virale (quantitative PCR); ii) presenza dei trascritti virali (E6*I method); iii) l'espressione delle proteine cellulari p16INK4a e pRb (immunohistochimica, IHC); iv) espressione dell'oncoproteina E6 (OncoE6TM kit, AVC); v) anticorpi anti HPV (Multiplex HPV serology). La prevalenza basata sulla positività del DNA virale era del 9% (21/247). HPV16 è stato trovato nel 95% (20/21) dei casi, 1 HPV58 è stato identificato come infezione singola. La prevalenza basato sul HPV DNA+RNA+ era del 6% (14/244). L'orofaringe era il sito con la più elevata prevalenza di HPV (HPV DNA+ = 27%, HPV DNA+ RNA+ = 20%). 86% (12/14) dei campioni aveva un'alta carica virale per il tipo analizzato; ii) over espressione p16INK4a nel 90% (9/10), down-regulation pRb nel 55% (6/11); iii) la presenza dell'oncoproteina E6 era presente nel 100% (8/8) dei casi testati. La presenza di anticorpi anti HPV è stata valutata in 102 plasmi; 8 su 102 erano positivi per anticorpi HPV, con elevata correlazione con lo status HPV dei relativi tessuto tumorale. Le analisi di Kaplan-Meier per l'orofaringe hanno mostrato un trend di migliore sopravvivenza nei pazienti con tumori HPV positivi per DNA e RNA rispetto ai pazienti HPV negativi. Bassa prevalenza di HPV nei tumori testa collo nel nord dell'Italia confrontato ad altri paesi. L'orofaringe rimane il sito prediletto dell'infezione per l'HPV (27 %). HPV16 era il principale tipo trovato (95%). Migliore sopravvivenza dei pazienti con tumori HPV positivi.
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PRATESI, NICOLA. « La Farmacogenetica nel trattamento radioterapico del carcinoma testa-collo ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/1038921.

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Résumé :
Association between single nucleotide polymorphisms in the XRCC1 and RAD51 genes and clinical radiosensitivity in head and neck cancer Purpose: Individual variability in radiosensitivity is large in cancer patients. Single nucleotide polymorphisms (SNPs) in genes involved in DNA repair and in protection against reactive oxygen species (ROS) could be responsible for such cases of radiosensitivity. We investigated the association between the occurrence of acute reactions in 101 patients with squamous cell carcinoma of the head and neck (SCCHN) after radiotherapy (RT) and five genetic polymorphisms: XRCC1 c.1196A > G, XRCC3 c.722C > T, RAD51 (c.-3429G > C, c.-3392G > T), and GSTP1 c.313A > G. Materials and methods: Genetic polymorphisms were detected by high resolution melting analysis (HRMA). The development of acute reactions (oral mucositis, skin erythema and dysphagia) associated with genetic polymorphisms was modeled using Cox proportional hazards, accounting for biologically effective dose (BED). Results: Development of grade P2 mucositis was increased in all patients (chemo-radiotherapy and radiotherapy alone) with XRCC1-399Gln allele (HR = 1.72). The likelihood of developing grade P2 dysphagia was higher in carriers of RAD51 c.-3429 CC/GC genotypes (HR = 4.00). The presence of at least one SNP or the co-presence of both SNPs in XRCC1 p.Gln399Arg /RAD51 c.-3429 G > C status were associated to higher likelihood of occurrence of acute toxicities (HR = 2.03). Conclusions: Our findings showed an association between genetic polymorphisms, XRCC1 c.1196A > G and RAD51 c.-3429 G > C, and the development of radiation-induced toxicities in SCCHN patients.
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RIZZO, MARIA IDA. « Cellule tumorali circolanti nella chirurgia del distretto testa-collo : studio prospettivo comparativo pre- e post-operatorio con tecnologia ScreenCell® ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/948099.

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Résumé :
Studiare le cellule neoplastiche presenti nel torrente circolatorio ha la finalità di contribuire al miglioramento della prognosi quoad vitam e quoad valitudinem dei pazienti con carcinoma laringeo. Queste cellule sono note come CTC (cellule tumorali circolanti). Recenti studi indicano le CTC come la “benzina” dei tumori e si ritiene che siano le cellule tumorali che causano recidiva e metastasi. Pochi studi sono in corso sulla ricerca delle CTC nei tumori del distretto testa-collo. Obiettivi dello studio sono stati: (a) RICERCARE la presenza delle CTC nei pz con K laringeo, attraverso l’utilizzo della metodica ScreenCell: in grado di individuare sia le CTC CK+ che CK-; (b) CARATTERIZZARE le CTC mediante l’utilizzo di kit per valutazione citologica e molecolare; (c) Effettuare una COMPARAZIONE nel PRE- e nel POST-Operatorio delle CTC rilevate. Per realizzare questi obiettivi è stato elaborato in primis uno studio di fattibilità e successivamente disegnato uno studio prospettico comparativo. Lo Studio ha previsto 7 fasi: l’arruolamento dei pazienti; il prelievo di 10 cc di sangue periferico prima dell’intervento; la demolizione oncologica; il prelievo di 10 cc/pz di sangue periferico nel follow-up a breve termine; il prelievo ematico di 10 cc/pz nel follow-up a medio termine; il prelievo ematico di 10 cc/pz nel follow-up a lungo termine; l’analisi dei dati. Il campione ematico è stato processato mediante i kit ScreenCell. Questa metodica è basata sulla filtrazione cellulare: Le CTC sono di maggiori dimensioni rispetto alle cellule del sangue. Pertanto è possibile isolarle su un substrato (filtro) perforato con micropori da 7,5 micron. I kit ScreenCell usati, sono stati: i Cyto kit e gli MB kit, rispettivamente x la caratterizzazione citologica e molecolare. Il filtro (dove vengono trattenute le CTC) ha una forma ad anello nel cyto kit e una forma a capsula nei kit MB. I marcatori molecolari utilizzati sono stati: Pan-Citocheratine, che sono espresse sulle cell epiteliali (comprese quelle tumorali) e non espresse nelle cell del sangue; EpCam anch’esso espresso sulle cell epiteliali ma non sulle cell del sangue, e la β-catenina coinvolta nella transizione Epitelio-Mesenchima e nell’acquisizione di caratteri staminali. Le correlazioni tra la presenza di CTC ed i parametri clinico-patologici sono state esaminate, per stabilire l’impatto effettivo della presenza di CTC sul decorso della malattia. Le CTC apparivano con distribuzione casuale, raggruppate o distanziate, con nuclei di maggiori dimensioni, densi e ipercromatici; un alto rapporto nucleo-citoplasma; e una membrana nucleare irregolare. L'analisi della correlazione tra la presenza di CTC e la prognosi del paziente, ha evidenziato che la presenza di CTC nel preoperatorio e nel postoperatorio ha un impatto sulla prognosi dei pazienti affetti da carcinoma laringeo squamocellullare. Infatti nella presente casistica: - L’assenza di CTC si correla con una prognosi favorevole; - la presenza di un elevato numero di CTC nel sangue periferico si correla con una prognosi sfavorevole, - una riduzione del n° di CTC si correla ad una risposta terapeutica migliore. - la precoce rilevazione delle CTC può anticipare di qualche mese la presenza di una recidiva o di una metastasi a distanza. Quindi le CTC possono rappresentare fattori prognostici indipendenti, implementando la valutazione clinica di routine. Gli studi internazionali sulle CTC (che riguardano soprattutto mammella, colon, prostata) suggeriscono che le CTC possono essere considerate come una “biopsia liquida”. Peraltro, L’introduzione nella routine sarebbe semplice poiché i prelievi ematici rappresentano una metodica accettata, veloce, sicura e ripetibile più volte nel corso del tempo, con compliance del paziente. In conclusione, lo studio di queste cellule apre un campo scientifico molto promettente nella ricerca contro il cancro, poiché i pazienti potrebbero beneficiare di nuovi mezzi prognostici e, nel futuro, di nuove strategie terapeutiche che le inibiscono o che le colpiscono direttamente; e in prospettiva, di un futuro strumento di screening per quelle neoplasie come il carcinoma laringeo che non ne dispongono. In particolare: - le CTC possono rappresentare fattori prognostici indipendenti, questo consentirebbe una migliore stratificazione del rischio e una gestione del paziente più mirata ed efficace, con risvolti sulla cura dei pazienti (per es.: possono essere utili nella selezione dei pazienti da trattare con terapia neoadiuvante e adiuvante, e/o rappresentare un segno di maggiore aggressività tumorale e di conseguenza indicare un criterio di più ampia demolizione chirurgica). - La combinazione delle terapie attuali (chirurgia, chemio e radioterapia) con terapie mirate all‘eliminazione delle CTC potrebbe avere un impatto significativamente positivo sull‘outcome a lungo termine dei pazienti con K Laringeo. - In prospettiva, lo studio delle CTC potrebbe portare ad implementare l’analisi delle CTC nello scenario clinico di routine anche come mezzo di screening. Risultano pertanto necessari ulteriori studi e avanzamenti scientifici in questo campo di ricerca.
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Montaini, Gianni. « Meccanismi cellulari e molecolari coinvolti nell’evasione dall’immunosorveglianza nei carcinomi testa-collo a cellule squamose (Cellular and molecular mechanisms of immunosurveillance escape in Head Neck Squamous Cell Carcinoma) ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1149324.

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Résumé :
In this study, we wanted to investigate more about the mechanisms involved in the immunosuppressive activity of tumor-MSCs. First, we observed that T cells infiltrating HNSCC were enriched for Treg, however, most of the effector T cells were characterized by IFN-γ and TNF-α production. Looking at the effect of these two cytokines on MSCs, we found out that upon inflammatory stimulation, MSCs upregulate the expression of immunosuppressive molecules such as IDO1, IL4I1 and PD-L1. Testing the functional role of anyone of these molecules, we discovered that IDO1 was the major player in MSCs’ mediated immunosuppression, but also IL4I1 and PD-L1 play a small part. We also found out that, MSCs are able to attract (by the expression of numerous chemokines) and bind lymphocytes (by expressing CD106), nevertheless their inhibitory action does not seem to be due to cellular contact. Our data together with the previous ones, consolidate the hypothesis that tumor-MSCs could promote tumor growth, directly or indirectly inhibiting the immune response.
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Livres sur le sujet "TUMORE TESTA-COLLO"

1

Licitra, Lisa, et Patrizia Olmi. Tumori della testa e del collo. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8.

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Licitra, Lisa, et Patrizia Olmi. Tumori della testa e del collo : Integrazione terapeutica nella conservazione della funzione d'organo. Springer, 2011.

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Licitra, Lisa, et Patrizia Olmi. Tumori della testa e del collo : Integrazione terapeutica nella conservazione della funzione d'organo. Springer, 2012.

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Licitra, Lisa, et Patrizia Olmi. Tumori Della Testa e Del Collo : Integrazione Terapeutica Nella Conservazione Della Funzione D'organo. Springer London, Limited, 2011.

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Chapitres de livres sur le sujet "TUMORE TESTA-COLLO"

1

Balducci, Lodovico. « Tumori nell’anziano ». Dans Tumori della testa e del collo, 281–91. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_21.

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2

Casanova, Michela. « Tumori in età pediatrica ». Dans Tumori della testa e del collo, 269–79. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_20.

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3

Licitra, Lisa, et Patrizia Olmi. « Tumori maligni epiteliali dell’orofaringe ». Dans Tumori della testa e del collo, 309–19. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_23.

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4

Woolgar, Julia A., et Asterios Triantafyllou. « Istopatologia dei tumori squamocellulari ». Dans Tumori della testa e del collo, 31–45. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_4.

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Tos, Angelo Paolo Dei. « Istopatologia dei tumori rari ». Dans Tumori della testa e del collo, 47–66. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_5.

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6

Rampias, Theodore, et Amanda Psyrri. « Biologia dei tumori squamocellulari ». Dans Tumori della testa e del collo, 81–89. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_7.

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Satolli, Roberto. « Multidisciplinarietà in oncologia : chi ha paura del lavoro di squadra ? » Dans Tumori della testa e del collo, 3–8. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_1.

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Crippa, Flavio, Alessandra Alessi et Emilio Bombardieri. « Diagnostica per immagini : PET e PET/TC ». Dans Tumori della testa e del collo, 141–49. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_10.

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Piazza, Cesare, Francesca Del Bon, Piero Nicolai et Giorgio Peretti. « Nuove frontiere della chirurgia conservative : chirurgia laser e robot-assistita ». Dans Tumori della testa e del collo, 151–70. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_11.

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Geets, Xavier, et Vincent Grégoire. « La moderna radioterapia : verso la radioterapia adattativa guidata da immagini biologiche ». Dans Tumori della testa e del collo, 171–79. Milano : Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1806-8_12.

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