Littérature scientifique sur le sujet « Trattamento renale sostitutivo »

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Articles de revues sur le sujet "Trattamento renale sostitutivo"

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Gentile, M. G. « Dietoterapia nell'insufficienza renale necessitante trattamento sostitutivo ». Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 5, no 2 (avril 1993) : 6–14. http://dx.doi.org/10.1177/039493629300500202.

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Fantuzzi, Anna Laura, Francesca Lugli et Rossella Giannini. « Il parere dei pazienti sui prodotti ipoproteici nella terapia dietetica dell'insufficienza renale cronica ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 4 (27 novembre 2014) : 361–67. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.940.

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Résumé :
Il supporto nutrizionale del paziente con Insufficienza Renale Cronica (IRC) in trattamento conservativo consente di prevenire/controllare le principali alterazioni metaboliche della malattia, raggiungere e/o mantenere uno stato nutrizionale soddisfacente posticipando il trattamento sostitutivo (dialisi o trapianto). Quando la dieta ipoproteica richiede l'introduzione di alimenti speciali ipoproteici, il dietista deve effettuare un monitoraggio particolarmente attento. Il presente studio ha valutato il gradimento degli alimenti ipoproteici in un campione di 100 pazienti con IRC afferenti alla nostra Unità Operativa di Scienza dell'Alimentazione nel triennio 2009–2012 e lo ha confrontato con quello riscontrato in uno studio simile effettuato nell'anno 2008–2009. L'età mediana del campione era 65 anni (intervallo da 17 a 88 anni), con prevalenza del sesso maschile (57%). L'88% dei pazienti era in trattamento conservativo e il 12% in trattamento sostitutivo (10% dialisi e 2% trapianto). Tutti i pazienti erano stati trattati con una dieta ipoproteica con 0.6 o 0.8 g proteine / kg peso corporeo ideale / die. Soltanto il 6% dei pazienti dichiarava “nulla” o “scarsa” la sostituibilità dei prodotti normali con quelli ipoproteici. Rispetto allo studio precedente, si è assistito a un incremento del consumo di pane e sostituti con associato maggiore gradimento. Anche se la varietà e la qualità dei prodotti ipoproteici sono nettamente aumentate nel corso degli anni, il loro inserimento nel modello alimentare è uno dei fattori che condizionano maggiormente la concordance al trattamento dietetico. In relazione alle esigenze della nostra utenza, abbiamo affiancato allo studio una revisione delle normative regionali inerenti l'erogazione dei prodotti ipoproteici, che evidenzia una marcata disomogeneità sul territorio nazionale. (nursing)
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Corsano, Barbara, Dario Sacchini, Nicola Panocchia et Antonio G. Spagnolo. « Dialisi nel fine vita : quando è eticamente giustificato desistere ? » Medicina e Morale 71, no 3 (3 novembre 2022) : 333–43. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1215.

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Résumé :
Introduzione: la malattia renale cronica è una causa significativa di decesso. I malati che progrediscono verso la malattia renale allo stadio terminale spesso iniziano la dialisi come trattamento salva-vita. Esistono diverse questioni etiche relative alle decisioni di iniziare/non iniziare o mantenere/non prolungare la dialisi, in particolare per i pazienti con deficit cognitivo e comorbilità, dove la decisione diventa più complessa. Obiettivo: attraverso il caso di un paziente di 56 anni, affetto da cancro laringeo e insufficienza renale cronica end-stage in trattamento sostitutivo emodialitico trisettimanale – oltre che da altre comorbidità – si intendono approfondire gli aspetti etici connessi alla valutazione della proporzionalità e dell’appropriatezza etico-clinica del trattamento dialitico in pazienti che hanno una prognosi infausta “quoad vitam” a breve termine e presentano deficit cognitivo. Discussione: il trattamento dialitico, quale trattamento sostitutivo della funzione renale, sebbene abbia sempre una finalità palliativa e sia tecnicamente praticabile, in determinate circostanze potrebbe configurarsi come ostinazione irragionevole ed essere un penoso prolungamento del processo del morire. Conclusioni: nel valutare l’appropriatezza clinica e la proporzionalità del trattamento dialitico è stata importante una valutazione interdisciplinare e il coinvolgimento dei familiari che ha portato all’elaborazione di un documento condiviso di orientamento etico assistenziale. All’interno di tale documento sono stati individuati gli obiettivi di cura e ciò che rappresentava il miglior bene per il paziente.
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Crepaldi, Carlo. « La dialisi peritoneale ovvero il gioco delle perle di vetro ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (14 février 2014) : S25—S26. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.962.

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Résumé :
La dialisi peritoneale (PD) in Italia è un trattamento sostitutivo renale di nicchia, limitato numericamente nel numero di pazienti trattati e nel numero di Centri che lo propongono. Non esistono, allo stato attuale, valide motivazioni cliniche e dialitiche che facciano in generale preferire la dialisi extracorporea (HD) alla PD. Al contrario, la dialisi peritoneale potrebbe trovare ampio spazio come “first choice” nei pazienti uremici incidenti a diuresi conservata per la sua validità nel preservare la funzione renale residua. Le due metodiche dialitiche (HD e PD) dovrebbero convivere e integrarsi nella stessa Unità Operativa, arricchendo la proposta dialitica al paziente. Compito del nefrologo dovrebbe essere, infatti, quello di offrire senza preconcetti e di confezionare il trattamento sostitutivo che meglio si adatta al paziente nella sua complessa realtà umana, clinica, ambientale e sociale.
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Di Lullo, Luca, Fulvio Floccari, Antonio De Pascalis, Vincenzo Barbera, Giovanni Barbera, Moreno Malaguti et Alberto Santoboni. « Fibrillazione Atriale e Malattia Renale Cronica ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 1 (2 décembre 2014) : 69–74. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.865.

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Résumé :
La fibrillazione atriale (FA) rappresenta la più comune forma di aritmia riscontrabile nella pratica clinica quotidiana, soprattutto nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica cronica e da malattia renale cronica (CKD), ed è spesso correlata all’età avanzata e alla presenza di altre comorbidità, come ipertensione arteriosa, diabete mellito e vasculopatia polidistrettuale. Negli ultimi 20 anni si è assistito a un progressivo incremento dell’incidenza della fibrillazione atriale nei pazienti affetti da malattia renale cronica, soprattutto nei pazienti sottoposti al trattamento sostitutivo della funzione renale. (Cardionephrology)
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Galderisi, C., A. Cecilia, M. Tomaselli, P. Arcieri, L. Di Lullo et P. Polito. « Quadro severo di mieloma multiplo e insufficienza renale trattato con successo con bortezomib e desametasone ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no 4 (31 janvier 2018) : 11–14. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1237.

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Résumé :
Il trattamento delle malattie mieloproliferative richiede sempre più frequentemente il coinvolgimento della figura del nefrologo nella gestione terapeutica. Il nefrologo è chiamato a mettere in atto una serie di provvedimenti terapeutici che mirino a correggere fattori precipitanti la funzionalità renale. Mostreremo un caso emblematico di gestione ematologica e nefrologica di un caso di mieloma multiplo di tipo micromolecolare con severa compromissione renale trattato con successo con associazione di Velcade e desametasone in 8 cicli in un periodo di 6 mesi. In questo periodo il paziente è stato supportato con terapia medica e infusionale per mantenere un'adeguata idratazione, una costante alcalinizzazione delle urine, buoni livelli di albuminemia, calcemia e uricemia senza ricorrere a trattamento dialitico sostitutivo. Non viene mai sospeso il trattamento chemioterapico e gli effetti tossici più importanti vengono monitorati e trattati con terapia specifica senza mai ridurre il dosaggio del chemioterapico. Si ottiene un progressivo recupero della funzione renale oltre a una remissione della malattia di base.
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Lasaponara, Fedele. « Tecnica chirurgica open a minima invasività per la nefrectomia del rene policistico (PKD) ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 2 (27 juin 2014) : 209–15. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.894.

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Résumé :
La malattia policistica renale (PKD) è una malattia genetica, con frequente compromissione di organi e apparati extrarenali, la cui evoluzione può portare a insufficienza renale terminale con necessità di ricorrere a un trattamento sostitutivo dialitico (emodialisi o dialisi peritoneale) o al trapianto renale o combinato fegato-rene. L'asportazione di un rene policistico non deve essere considerata routinaria, ma può rendersi necessaria in caso di ripetute emorragie cistiche e di infezioni recidivanti, di fronte al sospetto di una degenerazione neoplastica o al fine di creare uno spazio addominale idoneo per il trapianto. In corso di PKD, la nefrectomia è un atto chirurgico non semplice, in considerazione delle dimensioni della massa da asportare e delle aderenze frequentemente presenti; la classica tecnica chirurgica per via lombotomica extraperitoneale spesso obbliga a un'incisione ampia e invasiva. La via intraperitoneale, a cielo aperto o per via laparoscopica, altera l'integrità peritoneale limitando poi l'opportunità della dialisi peritoneale. Un'incisione lombotomica breve (10–12 cm), con conservazione costale e risparmio dell'integrità peritoneale, per minimizzare l'invasività della classica tecnica open, consente l'isolamento della massa renale e puntura, aspirazione e svuotamento mirato in asepsi di cisti renali. Questa manovra porta al rimodellamento morfologico dell'organo e rende possibile la sua asportazione in tempi chirurgici peraltro contenuti e senza complicanze specifiche intra e peri-operatorie.
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Nkouka, L. E., P. Maida, M. Pallotti et C. Venanzio. « Anticoagulazione regionale con citrato nelle terapie sostitutive in Area Critica : 10 anni di esperienza dialitica di un singolo Centro ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no 4 (24 janvier 2018) : 47–50. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1501.

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Résumé :
Oggigiorno, dopo vent'anni di esperienza il citrato può essere considerato a pieno titolo un vero anticoagulante alternativo all'eparina per le terapie sostitutive in Area Critica. L'anticoagulazione con citrato è regionale, perché viene anticoagulato solo il circuito extracorporeo con risparmio della coagulazione sistemica del paziente. Dal 2001 abbiamo utilizzato per i pazienti afferenti alla Terapia Intensiva DEA /Grandi Traumi (ICU), con danno renale e necessitanti di trattamento sostitutivo ad alto rischio emorragico o sanguinamento in atto (per la maggior parte pazienti con grandi traumi, grandi ustionati “GU”), un protocollo di anticoagulazione regionale con citrato in emodiafiltrazione continua (CWHDF), intermittente prolungata a 7–11 ore (I-HDF) e coupled plasma-filtration adsorption (CPFA-HF). Nel periodo 2001–2010 sono stati trattati 283 pazienti, di cui 133 pazienti con citrato (69 GU, 64 ICU), per un totale di 1265 giorni di dialisi (647 giorni GU, 618 giorni ICU). Le sedute di CPFA-HF sono state in totale 238, di cui 58 con citrato. Il protocollo adottato si è rivelato sicuro (nessun episodio di ipocalcemia grave) ed efficace (sopravvivenza dei circuiti superiore con citrato che con eparina). Il monitoraggio del iCa++ sistemico e del circuito extracorporeo tramite emogasanalisi e dosaggio delle citratemie si è rivelato fattibile e di facile gestibilità anche durante le ore notturne con la fattiva collaborazione del personale infermieristico delle ICUs.
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Mennilli, S., M. N. Vosolo, L. Di Liberato et M. Bonomini. « Quando il trapianto renale fallisce : necessità di pianificazione di un percorso assistenziale al paziente che riprende il trattamento sostitutivo emodialitico ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no 3 (24 janvier 2018) : 17–21. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1224.

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Mennilli, S., M. N. Vosolo, L. Di Liberato et M. Bonomini. « Quando il trapianto renale fallisce : necessità di pianificazione di un percorso assistenziale al paziente che riprende il trattamento sostitutivo emodialitico ». Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 22, no 3 (juillet 2010) : 17–21. http://dx.doi.org/10.1177/039493621002200306.

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Thèses sur le sujet "Trattamento renale sostitutivo"

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ZAMIDEI, LUCIA. « IL RUOLO DELLA TERAPIA RENALE SOSTITUTIVA CON MEMBRANE AD ALTO CUT-OFF IN PAZIENTI CRITICI CON SEPSI GRAVE/SHOCK SETTICO ASSOCIATI AD INSUFFICIENZA RENALE ACUTA ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/989010.

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