Littérature scientifique sur le sujet « Trattamenti di malattie infiammatorie »

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Articles de revues sur le sujet "Trattamenti di malattie infiammatorie"

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Birnbaum, D. J., T. Bège et S. V. Berdah. « Gestione chirurgica delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino : trattamento chirurgico della malattia di Crohn ». EMC - Tecniche Chirurgiche Addominale 21, no 2 (juin 2015) : 1–13. http://dx.doi.org/10.1016/s1283-0798(15)70637-6.

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Cazzato, Luciano, Claudia Citarella, Margherita Casanova, Angela Tullo, Maria Luigia Iaculli et Vincenza D’Onghia. « La granulocitoaferesi ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 4_suppl (23 juillet 2013) : S23—S26. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1085.

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Résumé :
Rettocolite Ulcerosa e Morbo di Crohn, note come Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, sono largamente diffuse nei paesi occidentali. L'eziologia è multifattoriale e comprende una predisposizione genetica e squilibri immunologici del tratto digerente che attivano il processo flogistico della parete intestinale. La terapia delle Malattie Infiammatorie Intestinali comprende amino salicilati, cortisonici, immunosoppressori, ciclosporina e agenti biologici, farmaci gravati da una grave tossicità a lungo termine e da fenomeni di resistenza. Dal momento che granulociti e monociti attivati, insieme a citochine proinflammatorie e alla deregolazione dell'attività dei linfociti T regolatori (T®), hanno un ruolo cruciale nell'infiammazione cronica intestinale, l'aferesi selettiva dei monociti e dei granulociti, una tecnica che rimuove i leucociti attivati dal sangue in regime di circolazione extracorporea, potrebbe rappresentare un presidio terapeutico sicuro ed efficace. Vari studi multicentrici sull'efficacia terapeutica della granulocitoaferesi hanno dimostrato che questa rappresenta un'opzione sicura per i pazienti resistenti alla terapia farmacologica oppure un trattamento ben tollerato in associazione con protocolli terapeutici tradizionali, capace di indurre periodi di remissione clinica prolungati e una significativa riduzione dell'assunzione di cortisonici. Ulteriori studi sono necessari per definire meglio la frequenza del trattamento, i volumi ematici da processare, la migliore terapia farmacologica da associare alla granulocitoaferesi e la sua efficacia in altre patologie autoimmuni.
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Fontanella, A., R. Nardi, M. Masina et G. Uomo. « Le malattie infiammatorie immuno-mediate (IMID) di interesse internistico : fisiopatologia, aspetti clinici e prospettive di terapia ». Italian Journal of Medicine 5, no 1 (7 septembre 2017) : 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.7.

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Résumé :
<img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Le IMID: inquadramento introduttivo</strong><br /><em>A. Fontanella, G. Uomo</em></p><p class="titolo"><strong>Infiammazione e IMID</strong><br /><em>T. d’Errico, M. Laccetti</em></p><p class="titolo"><strong>Malattia IgG4-relata</strong><br /><em>C. Mastrobuoni, G. Uomo</em></p><p class="titolo"><strong>IMID in ematologia</strong><br /><em>F. Rezzonico, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>IMID in reumatologia</strong><br /><em>A. Parisi, R. Buono, R. Russo, G. Uomo</em></p><p class="titolo"><strong>IMIDs in neurologia</strong><br /><em>G.T. Maniscalco, C. Florio</em></p><p class="titolo"><strong>IMID in diabetologia</strong><br /><em>R. Nicosia, C. Ricordi</em></p><p class="titolo"><strong>IMIDs in endocrinologia</strong><br /><em>M.R. Poggiano, V. Nuzzo</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie infiammatorie intestinali</strong><br /><em>M. Salice, L. Calandrini, C. Praticò, M. Mazza, A. Calafiore, G. Carini, C. Calabrese, A. Belluzzi, F. Rizzello, P. Gionchetti, M. Campieri</em></p><p class="titolo"><strong>La malattia celiaca nel terzo millennio: nuove prospettive su patogenesi, clinica, diagnosi e terapia</strong><br /><em>G. Caio, F. Giancola, R. De Giorgio, U. Volta</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie epato-biliari autoimmuni</strong><br /><em>M. Visconti, L. Fontanella, G. Marino Marsilia</em></p><p class="titolo"><strong>Pancreatiti autoimmuni</strong><br /><em>P.G. Rabitti, R. Boni</em></p><p class="titolo"><strong>IMID e tumori</strong><br /><em>F. Gallucci</em></p><p class="titolo"><strong>La sindrome infiammatoria da ricostruzione immune</strong><br /><em>I. Ronga, G. Uomo</em></p><p class="titolo"><strong>Le malattie autoinfiammatorie</strong><br /><em>M. Gattorno, A. Brucato</em></p><p class="titolo"><strong>Il rischio cardio-vascolare nelle IMIDs</strong><br /><em>A. Fontanella, P. Gnerre, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Quale ruolo degli inibitori delle PCSK9 in Medicina Interna nella prevenzione cardio-vascolare in alternativa alle terapie tradizionali?</strong><br /><em>P. Gnerre, P. Zuccheri, M. Campanini, G. Pinna, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Trombo-embolismo venoso e malattie autoimmuni sistemiche</strong><br /><em>A. Fontanella, P. Gnerre, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>IMID nell’anziano: cenni sul trattamento</strong><br /><em>M. Masina</em></p><p class="titolo"><strong>Farmaci biosimilari e farmaci innovativi in reumatologia: quale futuro?</strong><br /><em>M. Todoerti, C. Montecucco</em></p>
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Faccendini, Paolo, Enrica Cantillo, Caterina Fanizza et Maria Grazia Celeste. « Analisi di Farmacoutilizzazione dei Trattamenti Biologici Nelle Malattie Infiammatorie Immunomediate Croniche : I Risultati di Uno Studio Osservazionale Retrospettivo Condotto in un Centro Ospedaliero del Centro Italia ». Global & ; Regional Health Technology Assessment : Italian ; Northern Europe and Spanish 4, no 1 (janvier 2017) : grhta.5000271. http://dx.doi.org/10.5301/grhta.5000271.

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Savoiardo, M., M. Sberna et M. Grisoli. « RM nelle malattie degenerative e infiammatorie ». Rivista di Neuroradiologia 1, no 1_suppl (avril 1988) : 67–74. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s108.

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Résumé :
In alcune malattie degenerative la RM dimostra la distribuzione dell'atrofia meglio della TC senza ulteriori vantaggi. In alcuni gruppi di malattie dei nuclei della base, la RM ad alta intensità di campo dimostra in modo peculiare accumuli o distribuzioni abnormi di ferro. Malattie della sostanza bianca, come le leucodistrofie e particolarmente le malattie demielinizzanti, hanno trovato nella RM il miglior mezzo diagnostico. La RM è s̀olitamente superiore alla TC anche nella dimostrazione di piccole lesioni infiammatorie.
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Bianchi, Alfio Ernesto, Patrizia Strappazzon, Antonio Maggi et Riccardo Raddino. « Il tessuto adiposo epicardico e perivascolare. Un fattore di rischio cardiovascolare emergente ». Cardiologia Ambulatoriale 30, no 3 (9 décembre 2022) : 172–80. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-5.

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Résumé :
Il tessuto adiposo ectopico e quello perivascolare possono diventare un fattore di rischio cardiovascolare per l’ingresso all’interno del tessuto stesso di molecole infiammatorie Questa trasformazione del tessuto adiposo può favorire la progressione di malattia in organi e vasi e particolari situazioni cliniche come la fibrillazione atriale, lo scompenso, la vasculopatia cerebrale e la malattia coronarica. La radiomica che è una nuova e più avanzata tomografia computerizzata, permette di qualificare e quantificare il tessuto adiposo cosi trasformato. Essa permette inoltre una migliore definizione del rischio cardiovascolare e permette di inquadrare la malattia aterosclerotica già in una fase precoce favorendo, se necessario, un trattamento terapeutico, altrettanto precoce.
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Trani, Antonio, Antonio Cardinale et Pierluigi Antonino Cappiello. « La terapia dell’insufficienza venosa cronica ». Cardiologia Ambulatoriale 29, no 1 (30 mai 2021) : 63–72. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-8.

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Résumé :
La malattia venosa cronica è una patologia ad altissima prevalenza nella popolazione generale, caratterizzata da andamento cronico e progressivo. Secondo la classificazione internazionale CEAP, viene differenziata in stadi di complessità e gravità crescenti, da C0 a C6. Si è soliti definire gli stadi iniziali C0-C2 nel loro complesso come malattia venosa cronica propriamente detta, mentre gli stadi avanzati C3-C6 definiscono più propriamente l’insufficienza venosa cronica. Senza un trattamento adeguato, la malattia venosa tende a peggiorare e progredire inevitabilmente verso gli stadi più avanzati, caratterizzati dalle ulcere venose. La causa iniziale e l’aggravamento progressivo sono sostenuti da stimoli infiammatori a carico della parete venosa e dei tessuti perivenosi, che provocano un danno strutturale di parete e delle valvole venose, conducendo all’ipertensione venosa e compromettendo la fisiologica funzione del ritorno venoso. In relazione allo stadio e alla severità, la malattia venosa cronica richiede tipologie di trattamento differenziate, sulla base dei sintomi e segni prevalenti, comprendenti l’utilizzo di farmaci venoattivi in associazione con tecniche interventistiche mininvasive e chirurgiche.
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Pascarella, Filomena, Massimo Martinelli, Erasmo Miele et Annamaria Staiano. « Novità in tema di malattie infiammatorie croniche intestinali ». Area Pediatrica 13, no 4 (octobre 2012) : 85–91. http://dx.doi.org/10.1016/j.arped.2012.10.002.

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Maddock, Clementine, et Carmine M. Pariante. « How does stress affect you ? An overview of stress, immunity, depression and disease ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no 3 (septembre 2001) : 153–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005285.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo – Il termine “stress” viene spesso usato come sinonimo di “vita moderna”. In questa revisione della letteratura abbiamo valutato la relazione tra lo stress e l'insorgenza o il decorso della depressione maggiore, dei disturbi cardiovascolari e delle malattie tumorali, le maggiori cause di morbidità e di mortalita nel mondo occidentale. Abbiamo anche discusso come i cambiamenti nei parametri del sistema immunitario indotti dallo stress possano essere considerati, almeno in parte, responsabili di questa relazione tra stress e malattia. Metodo – Abbiamo condotto una ricerca su Medline per il periodo 1996-2000, utilizzando i termine stress, disease (malattia) e immune system (sistema immunitario), allo scopo di identificare i più recenti sviluppi della ricerca in questo campo. Abbiamo anche rintracciato le più importanti pubblicazioni citate in questi articoli. Risultati – Gli studi in letteratura confermano il legame tra lo stress e l'insorgenza della depressione. Lo stress sembra anche avere un effetto negativo sulla prognosi dei disturbi cardiovascolari e delle malattie tumorali, ed evidenze preliminari suggeriscono che interventi di gestione dello stress possono migliorare la sopravvivenza in questi pazienti. Situazioni di stress cronico sono associate ad una soppressione della funzionalità del sistema immunitario, mentre stress acuti hanno un effetto sia attivante, sia inibitorio. La liberazione di citochine infiammatorie, mediatori solubili della risposta immunitaria, può indurre la comparsa di sintomi depressivi. Conclusioni – Studi epidemiologici prospettici sono necessari per chiarire il ruolo dello stress nell'insorgenza, decorso e prognosi delle malattie. L'utilizzo di terapie di gestione dello stress allo scopo di migliorare la prognosi dei pazienti con disturbi cardiovascolari, malattie tumorali ed altre malattie croniche, è un'area di ricerca particolarmente interessante. Gli effetti dello stress sul sistema immunitario sono importanti per capire il legame tra stress e malattia. In particolare, l'aumentata produzione di citochine infiammatorie durante situazioni di stress costituisce un possibile meccanismo biologico per spiegare il legame tra stress e depressione.
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Terziroli Beretta-Piccoli, Benedetta, Andrea De Gottardi, Diego Vergani et Giorgina Mieli-Vergani. « Le malattie autoimmuni di fegato nell’adulto ». Schweizer Gastroenterologie 2, no 2 (juillet 2021) : 56–66. http://dx.doi.org/10.1007/s43472-021-00040-4.

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Résumé :
RiassuntoL’epatite autoimmune è una infiammazione cronica del fegato che colpisce tutte le età, caratterizzata da transaminasi e immunoglobuline G elevate, presenza di autoanticorpi, epatite dell’interfaccia alla biopsia epatica, e ottima risposta alla terapia con steroidi. Se non trattata, ha una sopravvivenza a 5 anni del 50 %.La colangite biliare primitiva è una patologia cronica colestatica autoimmune del fegato che colpisce i medi e piccoli dotti biliari, caratterizzata da preponderanza femminile, e positività dell’anticorpo anti-mitocondrio. La sopravvivenza media della malattia non trattata è 9‑10 anni. La terapia di scelta è l’acido ursodesossicolico, che ha un forte impatto sulla storia naturale della malattia.La colangite sclerosante primitiva è la più rara e la più grave delle malattie autoimmuni di fegato. Si caratterizza da forte associazione alle malattie infiammatorie intestinali. I pazienti con PSC hanno un rischio elevato di colangiocarcinoma. Non esistono terapie medicamentose efficaci, e la malattia richiede una presa a carico specialistica multidisciplinare.Questo articolo offre una panoramica per il clinico delle tre patologie nell’adulto.
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Thèses sur le sujet "Trattamenti di malattie infiammatorie"

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Criscuoli, Valeria <1975&gt. « Ruolo del Cytomegalovirus nelle malattie infiammatorie croniche dell’intestino : decorso di malattia e storia naturale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/709/1/Tesi_Criscuoli_Valeria.pdf.

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Criscuoli, Valeria <1975&gt. « Ruolo del Cytomegalovirus nelle malattie infiammatorie croniche dell’intestino : decorso di malattia e storia naturale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/709/.

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Cucino, C. « Prevalenza della colelitiasi in una serie consecutiva di pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2005. http://hdl.handle.net/2434/62148.

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Résumé :
In 1969 Heaton el al. documented an increase of 4-5 times in the prevalence of cholelithiasis (GD) in patients with Crohn s disease (CD). These data were later confirmed by several Authors, but the mechanisms involved are controversal. Only three studies reported the prevalence of gallstones disease in ulcerative colitis (UC) and they gave controversial results as well. The aim of our study was to look at the prevalence of cholelithiasis in a consecutive series of patiens with CD and UC and to evaluate the possible risk factors involved. These results represent preliminary data for the first study about the incidence of GD and IBD. We included 412 patients with CD and 183 with UC, performed an abdominal US and evaluated several parameters as possible risk factors. We calculated the OR and the 95% CI by the regression logistic models after adjustment for the considered variables. The prevalence of GD was 9% in CD and 7 % in UC. Female sex and a high BMI did not correlate with an increase of GD. Older age was a risk factor for CD but not for UC. Previous bowel resections represent a risk factor for both CD an UC and, in particular, ileal resection was strongly associated with an increase of GD in CD. A number of hospitalizations > 3 and a cumulative number of days of hospitalization > 40 resulted to be a risk factor for CD and UC.
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COPPOLA, CONCETTA. « Caratterizzazione di farmaci per la cura del cancro, di malattie neurodegenerative e infiammatorie per mezzo della tecnica EPR ». Doctoral thesis, Urbino, 2015. http://hdl.handle.net/11576/2628891.

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Pastorelli, Luca <1977&gt. « Espressione e ruolo funzionale di interleuchina-33 e del suo recettore, ST2, nelle malattie infiammatorie croniche intestinali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4148/1/pastorelli_luca_tesi.pdf.

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Résumé :
IL-33 is a novel member of the IL-1 family and ligand for the IL-1 receptor-related protein, ST2. Recent evidence suggests that the IL-33/ST2 axis plays a critical role in several autoimmune and inflammatory disorders; however, its role in inflammatory bowel disease (IBD) has not been clearly defined. We characterized IL-33 and ST2 expression and modulation following conventional anti-TNF therapy in Crohn’s disease and ulcerative colitis (UC) patients, and investigated the role of IL-33 in SAMP1/YitFc (SAMP) mice, a mixed Th1/Th2 model of IBD. Our results showed a specific increase of mucosal IL-33 in active UC, localized primarily to intestinal epithelial cells (IEC) and colonic inflammatory infiltrates. Importantly, increased expression of full-length IL-33, representing the most bioactive form, was detected in UC epithelium, while elevated levels of cleaved IL-33 were present in IBD serum. ST2 isoforms were differentially modulated in UC epithelium and sST2, a soluble decoy receptor with anti-inflammatory properties, was also elevated in IBD serum. Infliximab (anti-TNF) treatment of UC decreased circulating IL-33 and increased sST2, while stimulation of HT-29 IEC confirmed IL-33 and sST2 regulation by TNF. Similarly, IL-33 significantly increased and correlated with disease severity, and potently induced IL-5, IL-6 and IL-17 from mucosal immune cells in SAMP mice. Taken together, the IL-33/ST2 system plays an important role in IBD and experimental colitis, is modulated by anti-TNF therapy, and may represent a specific biomarker for active UC.
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Pastorelli, Luca <1977&gt. « Espressione e ruolo funzionale di interleuchina-33 e del suo recettore, ST2, nelle malattie infiammatorie croniche intestinali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4148/.

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Résumé :
IL-33 is a novel member of the IL-1 family and ligand for the IL-1 receptor-related protein, ST2. Recent evidence suggests that the IL-33/ST2 axis plays a critical role in several autoimmune and inflammatory disorders; however, its role in inflammatory bowel disease (IBD) has not been clearly defined. We characterized IL-33 and ST2 expression and modulation following conventional anti-TNF therapy in Crohn’s disease and ulcerative colitis (UC) patients, and investigated the role of IL-33 in SAMP1/YitFc (SAMP) mice, a mixed Th1/Th2 model of IBD. Our results showed a specific increase of mucosal IL-33 in active UC, localized primarily to intestinal epithelial cells (IEC) and colonic inflammatory infiltrates. Importantly, increased expression of full-length IL-33, representing the most bioactive form, was detected in UC epithelium, while elevated levels of cleaved IL-33 were present in IBD serum. ST2 isoforms were differentially modulated in UC epithelium and sST2, a soluble decoy receptor with anti-inflammatory properties, was also elevated in IBD serum. Infliximab (anti-TNF) treatment of UC decreased circulating IL-33 and increased sST2, while stimulation of HT-29 IEC confirmed IL-33 and sST2 regulation by TNF. Similarly, IL-33 significantly increased and correlated with disease severity, and potently induced IL-5, IL-6 and IL-17 from mucosal immune cells in SAMP mice. Taken together, the IL-33/ST2 system plays an important role in IBD and experimental colitis, is modulated by anti-TNF therapy, and may represent a specific biomarker for active UC.
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RANIERI, MICAELA. « Terapie biologiche, tiopurine e neoplasie nelle malattie infiammatorie intestinali : studio monocentrico retrospettivo su 1057 pazienti ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1205.

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Résumé :
Background: Se l’uso crescente di farmaci immunomodulatori (ISS) e delle terapie biologiche può aumentare il rischio di neoplasia nelle malattie infiammatorie intestinali (IBD), è indefinito. Obiettivo: In uno studio di coorte monocentrico si vuole stimare la frequenza e l’istotipo di neoplasia in una popolazione di 1057 pazienti sotto regolare controllo medico. La frequenza di neoplasia è stimata anche in relazione ad un uso precedente di ISS e/o anti-TNFs . Materiali e metodi: Studio retrospettivo effettuato su dati registrati nel database del nostro centro di riferimento per le malattie infiammatorie intestinali. I pazienti esaminati sono stati controllati in un arco di tempo tra il 1984 ed il 2009. Sono stati valutati i seguenti dati: tipo di IBD / sede di malattia / durata di malattia, presenza di intervento chirurgico, fumo, uso di ISS e/o anti-TNFs e durata della somministrazione, presenza di neoplasia. Analisi statistica: Wilcoxon’test,t test e test del chi quadrato. Risultati: La popolazione studiata include 1057 pazienti IBD (512 F 545 M): 555 con malattia di Cren (CD), 502 con Colite Ulcerosa (UC). La neoplasia è presente in 73/1057 IBD (6.9%; 39M 34F) di cui: 47/555 CD (8.5%), 26/502 UC (5.2%). Sede della neoplasia / istotipo: mammario 14 (10 CD, 4 UC); intestinale 7 (3 CD, 4 UC), cutaneo 7 (5 CD, 2 UC), linfoma 6 (5 CD, 1 UC), canale anale 2 (2 CD), altre sedi 37. Fra i 73 pazienti, con IBD e neoplasia, usano ISS 20 pazienti (27.3%), anti-TNFs 10 pazienti (13.6%), ISS ed anti-TNFs 7 pazienti (9.5%). L’età mediana alla diagnosi di neoplasia è di 52.4 anni (range 21 -81) di cui: UC 52 anni (range 27 -81), CD 62 anni (range 13 -83). La relazione tra caratteristiche cliniche e neoplasia è stata stimata nei 1057 pazienti IBD: età mediana 52.4 anni ( range 13 -83) 555 CD, 502 UC; durata di IBD: UC 7 anni ( range1-86) versus CD 12 anni ( range 1-76); p = < 0.01. Trattamenti farmacologici precedenti: ISS in 275/1057 IBD (26%), 201/555 CD (36.2%), 74/502 UC (14.7%); Anti-TNFs in 179/1057 IBD (16.9%), 146/555 CD (26.3%), 33/502 UC (6.6%); ISS e concomitante anti-TNFs in 125/1057 IBD (11.8%), 104/555 CD (18.7%), 21/502 UC (4.2%). La neoplasia è stata diagnosticata in 73/1057 pazienti IBD (6.9%; 39M 34F): 47/555 CD (8.5%), 26/502 UC (5.2%; p=ns). Fra i 73 pazienti, con IBD e neoplasia, l’uso di ISS è stato effettuato in 20/73 pazienti (27.3%) (età 51 anni versus i 55 anni dei 53 pazienti con neoplasia e nessun uso di ISS; p=ns), suddiviso per tipo IBD 12/20 CD (0.6%), 8/20 UC (0.4%). Fra i 73 pazienti, con IBD e neoplasia, la somministrazione di anti-TNFs è stata eseguita in 10/73 pazienti (0.14%) (età 53 anni versus i 55 anni dei 63 pazienti con neoplasia e nessun trattamento anti-TNFs; p=ns), suddiviso per tipo IBD 9 / 47 CD (19.1%), 1/26 UC (3.8%). Fra i 73 pazienti, con IBD e neoplasia, l’uso concomitante di ISS e di anti-TNFs è stato riscontrato in 7/73 pazienti (9.5%) (età 51 anni versus i 54 anni dei 50 pazienti senza trattamenti ISS e anti-TNFs; p=ns), suddiviso per tipo IBD 7/47 CD (14.8%), 0/26 UC (0%). Sede della neoplasia / istotipo: mammario 11 (11 CD); intestinale 4 (2 CD), cutaneo 4 (3 CD), linfoma 3 (3 CD), canale anale 1 (CD), altri sedi 18. Conclusioni. Nella nostra popolazione di 1057 IBD pazienti, è stata riscontrata una frequenza alta di neoplasia, con un trend più alto ma non significativo nei pazienti con malattia di Crohn trattati con ISS, mentre la somministrazione di anti-TNFs sembra non aumentare significativamente il rischio di neoplasia.
Background. Whether the growing use of immunomodulatory drugs (ISS) and biologic therapies may increase the cancer risk in Inflammatory Bowel Disease (IBD) is undefined. Aims. In a single-center, cohort study we aimed to assess the frequency and histotype of cancer in a population of 1057 patients (pts) under regular follow up. The frequency of cancer was also assessed in relation to previous ISS and/or anti-TNFs use. Materials and methods. In a cross-sectional study, clinical records from all IBD pts. In follow up from 1984-2009 in our tertiary IBD referral center were reviewed. Data recorded: IBD type/ site/duration, surgery, smoking habits, follow up length, ISS and/or anti-TNFs use. Statistical analysis: Wilcoxon test,t test and χ test. Results. The study population included 1057 IBD pts (512 F 545 M): 555 Crohn’s Disease (CD), 502 Ulcerative Colitis (UC). Cancer was diagnosed in 73/1057 IBD (6.9%; 39M 34F): 47/555 CD (8.5%), 26/502 UC (5.2%). Cancer site/histotype: breast 14 (10 CD, 4 UC); colon 7 (3 CD, 4 UC), skin 7 (5 CD, 2 UC), lymphoma 6 (5 CD, 1 UC), anal canal 2 (2 CD), other cancers 37. Among the 73 pts with IBD and cancer, ISS use reported by 20 (27.3%), anti-TNFs by 10 (13.6%), both ISS and anti-TNFs by 7 pts (9.5%). Age at the diagnosis of cancer: IBD 52.4 yrs (range 21-81), UC 52 (range 27-81), CD 62 (range 13-83). The relation between clinical features and cancer was assessed in 1057 IBD pts (52.4 age range 13-83): 555 CD, 502 UC (IBD duration: UC 7 yrs, range 1-86 vs CD 12 yrs, range 1-76; p=< 0.01). Previous treatments: ISS in 275/1057 IBD (26%), 201/555 CD (36.2%), 74/502 UC (14.7%); Anti-TNFs in 179/1057 IBD (16.9%), 146/555 CD (26.3%), 33/502 UC (6.6%); Concomitant ISS and anti-TNFs in 125/1057 IBD (11.8%), 104/555 CD (18.7%), 21/502 UC (4.2%). Cancer was diagnosed in 73/1057 (6.9%; 39M 34F) IBD pts: 47/555 CD (8.5%), 26/502 UC (5.2%; p=ns). Among the 73 pts with IBD and cancer, ISS use reported by 20/73 (27.3%)(age 51 vs 55 yrs in the 53 pts with cancer and no ISS use; p=ns), including 12/20 CD (0.6%), 8/20 UC (0.4%). Among the 73 pts with IBD and cancer, anti-TNFs use reported by 10/73 IBD (0.14%) (age 53 vs 55 yrs in the 63 pts with cancer and no anti-TNFs; p=ns), including 9/ 47 CD (19.1%), 1/26 UC (3.8%). Among the 73 pts with IBD and cancer, both ISS and anti-TNFs use reported by 7/73 (9.5%)(age 51, vs 54 yrs in the50 pts with no concomitant ISS and anti-TNFs; p=ns), including 7/47 CD (14.8%), 0/26 UC (0%). Cancer site/histotype: breast 11 (11 CD); colon 4 (2 CD), skin 4 (3 CD), lymphoma 3 (3 CD), anal canal 1 (CD), other cancers 18. Conclusions. In our cohort of 1057 IBD pts, a high frequency of cancer was observed, with a not significantly higher trend in CD pts treated with ISS, while anti-TNFs appeared not to significantly increase the cancer risk.
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Ramoni, Stefano <1978&gt. « Il ruolo delle cellule infiammatorie, delle citochine e delle metalloproteinasi di matrice nella pustolosi amicrobica delle pieghe e in altre dermatosi neutrofiliche ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3389/1/RAMONI_STEFANO_TESI.pdf.

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Ramoni, Stefano <1978&gt. « Il ruolo delle cellule infiammatorie, delle citochine e delle metalloproteinasi di matrice nella pustolosi amicrobica delle pieghe e in altre dermatosi neutrofiliche ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3389/.

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Spina, Luisa <1975&gt. « Variazione dei markers di attivata coagulazione indotta dalla terapia infusionale con Infliximab in pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/707/1/Tesi_Spina_Luisa.pdf.

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Résumé :
INTRODUCTION: A relationship between inflammatory response and coagulation is suggested by many observations. In particular, pro-inflammatory cytokines, such as TNFalpha, promote the activation of coagulation and reduce the production of anticoagulant molecules. It is known that inflammatory bowel diseases show a prothrombotic state and a condition of hypercoagulability. Aim of our study was to evaluate whether anti-TNFalpha therapy induces changes in the levels of coagulation activation markers in IBD patients. MATERIALS AND METHODS: We analyzed 48 plasma samples obtained before and 1 hour after 24 infliximab infusions (5 mg/kg) in 9 IBD patients (5 men and 4 women; mean age: 47.6+17.6 years; 4 Crohn's disease, 4 Ulcerative Colitis,1 Indeterminate Colitis). F1+2 and D-dymer levels were measured in each sample using ELISA methods.The data were statistically analyzed by means of Wilcoxon matched paired test. RESULTS: Median F1+2 levels were markdely reduced 1 hour after anti-TNFα infusion (median pre-infusion levels were 247.0 pmol/L and median post-infusion levels were 185.3 pmol/L) (p<0.002). Median D-dymer levels were also significantly reduced, from 485.2 ng/mL to 427.6 ng/mL (p< 0.001). These modifications were more evident in patients naive for infliximab therapy (p<0.02 for F1+2 and p<0.02 for D-dymer) and in Crohn's disease compared with Ulcerative Colitis patients (p=0.01 for F1+2 and p<0.007 for D-dymer).CONCLUSIONS: Infusion of infliximab significantly reduces the activation of coagulation cascade in IBD patients. This effect is early enough to suggest a direct effect of infliximab on the coagulation cascade and a possible new anti-inflammatory mechanism of action of this molecule.
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