Articles de revues sur le sujet « Trasformazioni urbanistiche »

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Prosdocimi, Maritza. « London Transformed : John Nash e l'ibrido progettuale ». TERRITORIO, no 96 (septembre 2021) : 174–89. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096016.

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Résumé :
Nella prima metà dell'Ottocento i ‘London Improvements' realizzano trasformazioni urbanistiche che testimoniano un nuovo atteggiamento rispetto alla città in Europa, all'indomani del trauma delle guerre napoleoniche, nel confronto col nuovo assestamento post-bellico. Questi progetti sono da attribuire alle abilità creative di John Nash, cui dobbiamo i pioneristici lavori di Regent's Park e Regent Street, che lo consacrano come ‘architect of the Picturesque'. Qui, il Pittoresco travalica la definizione di categoria estetica, si concretizza nell'espressione architettonica e trova scenografica applicazione nella progettazione urbanistica. In quale modo e in quale fase John Nash adotta il Pittoresco e, soprattutto, quali sono le ragioni di tale scelta?
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2

Erba, Valeria, et Mina di Marino. « Reti ecologiche : pianificazione e progetti territoriali ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 17–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058003.

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Résumé :
Il tema delle reti ecologiche in questo contributo di riflessione scientifica e di sperimentazione didattica viene utilizzato per i possibili sviluppi futuri di approccio sostenibile, integrato e multidisciplinare con la pianificazione territoriale, la progettazione urbanistica e architettonica. Il paradigma di sostenibilitŕ ambientale e sociale delle reti ecologiche sia a livello programmatico-strategico che progettuale, viene applicato all'elaborazione dei tre progetti ricadenti nelle province lombarde di Varese, Lecco e Como. Le sperimentazioni non si limitano a un progetto tradizionale di rete ecologica finalizzato solo alla conservazione della biodiversitŕ (a scala regionale, provinciale e locale), ma all'impiego del medesimo strumento concettuale integrato alle componenti urbanistiche e territoriali per valutare, regolare e/o progettare trasformazioni territoriali sostenibili.
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3

Campagna, Lorenzo. « Trasformazioni urbanistiche in Sicilia alle origini della Provincia. Riflessioni sul ruolo di Roma ». Ktèma : civilisations de l'Orient, de la Grèce et de Rome antiques 44, no 1 (2019) : 123–43. http://dx.doi.org/10.3406/ktema.2019.2568.

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4

Rosa, Elisabetta. « Regole e trasgressioni nella cittŕ abusiva. Un altro punto di vista ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (juillet 2012) : 37–52. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001002.

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Résumé :
L'ipotesi discussa nel testo č che regole e trasgressioni non siano due opposti, due alternative, ma che tra esse esista una relazione complessa e articolata, che comprende (almeno) due aspetti: le trasgressioni delle regole e le regole a partire dalle trasgressio- ni. Ambito di riferimento č la disciplina urbanistica, pertanto si considerano le regole per l'uso e la trasformazione dei beni immobili (edifici e suoli) e le trasgressioni di queste regole, ovvero l'abuso edilizio e urbanistico. Nel testo si analizzano entrambi questi aspetti alla luce del concetto di ‘nomotropismo' e si propone per ciascuno di essi una tipizzazione: sette idealtipi di trasgressioni urbanistiche e quattro tipi di regole a partire dalle trasgressioni. Essi mostrano, in conclusione, che l'universo delle trasgressioni urbanistiche č piů complesso e articolato di quanto non esprima il termine ‘abuso', che le trasgressioni hanno tratti diversi, spesso paradossali e, soprattutto, che esiste una profonda e complessa relazione con le regole.
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Gabellini, Patrizia. « Sottolineature da un'esperienza ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 76–80. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057010.

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Résumé :
Il testo rimarca tre aspetti dell'esperienza di consulenza generale per il nuovo piano di Bologna e pone l'accento sul ruolo della riflessivitŕ nella pratica urbanistica e sulla sua necessitŕ quando il lavoro coinvolga l'Universitŕ. Sulla cittŕ oggi e sul progetto urbanistico: a distanza di 20 anni dal precedente Prg, in una cittŕ e in condizioni politiche e amministrative profondamente modificate, il nuovo piano ha preso posizione sulle dinamiche in atto attraverso l'individuazione di 7 ‘figure' urbane. Sul piano urbanistico: la traduzione del progetto nel piano disegnato dalla legge urbanistica regionale ha comportato un lavoro minuzioso di adattamento e qualche riduzione. Sul processo: a fronte di un'ereditŕ impegnativa, l'innovazione č stata affidata alla capacitŕ di lavorare sulle trasformazioni previste e avviate, aggiungendo e ricomponendo entro una diversa prospettiva.
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Bazzaco, Edoardo. « Dieci anni dopo "Expo '98" : analisi della trasformazione della zona orientale di Lisbona ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 95 (février 2010) : 7–26. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-095002.

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Résumé :
L'operazione legata all'esposizione mondiale del 1998 ha rappresentato il piů importante intervento urbanistico realizzato nell'ambito dell'Area metropolitana di Lisbona nel corso dell'ultimo decennio. Obiettivo dell'articolo č quello di valutare, partendo dall'analisi dei documenti ufficiali di programmazione relativi all'area, i risultati di questa complessa operazione urbanistica, e di compararli con gli obiettivi dichiarati in partenza dagli attori coinvolti nella gestione del processo, individuando eventuali divergenze tra questi ultimi e la realtŕ dei fatti.
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Oliva, Federico. « L’urbanistica italiana tra riforma e contrariforma ». Ciudades, no 18 (8 novembre 2017) : 127. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.18.2015.127-142.

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Résumé :
In Italia la riforma urbanistica è attesa dal 1963, quando fu presentata una legge di riforma della legge urbanistica del 1942 che avrebbe cambiato la qualità delle successive trasformazioni territoriali, ma che il Parlamento non approvò perché riduceva radicalmente il peso della rendita fondiaria nell’economia. Da allora sono stati approvati vari provvedimenti, anche positivi, ma non una nuova legge organica, anche per la contrapposizione che si è creata nel mondo dell’urbanistica tra riformisti, sostenitori di un nuovo modello di piano strutturale-strategico, capace di adattarsi alle nuove realtà territoriali in divenire e conservatori, contrai a superare il modello regolativo della legge del 1942. Mentre dal 2003 è cambiato completamente il quadro istituzionale, con il passaggio alle Regioni delle competenze legislative in materia urbanistica e la formazione di una sorta di “federalismo urbanistico”, con molti elementi di confusione. Oggi è in discussione una nuova legge nazionale nell’ambito della revisione costituzionale delle competenze Stato-Regioni, che riprende alcuni dei principi fondamentali della riforma urbanistica e molte soluzioni già sperimentate dalle leggi delle varie Regioni. Essendo d’iniziativa governativa questa legge ha qualche probabilità di essere approvata, concludendo così il lungo percorso della riforma urbanistica italiana.
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Alì, Alessandro. « Piccoli centri. Campi di riforma del progetto urbanistico ». TERRITORIO, no 93 (janvier 2021) : 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093007.

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Résumé :
Dieci anni separano il nuovo Piano urbanistico di Romano di Lombardia approvato definitivamente nell'aprile 2019 da quello precedente costruito alle soglie della crisi del primo decennio del millennio. Un periodo tradizionalmente breve per l'urbanistica, ma sufficiente per tracciare un profondo mutamento nelle domande e nei fabbisogni che attraversano i territori dei piccoli centri. La crisi di previsioni di crescita urbana e di scelte di sviluppo di impresa apparentemente illimitate, il rapporto tra pubblica amministrazione e soggetto privato nella costruzione del welfare urbano, le difficoltà a compiersi delle grandi trasformazioni pianificate in contrapposizione alla fluidità di quelle piccole e diffuse, sono alcuni aspetti del fare urbanistica messi in questione dal nuovo piano di Romano di Lombardia.
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Ziegler, Volker. « Pianificazione urbana nella Renania superiore, dagli anni Venti alla ricostruzione : Karlsruhe, Strasburgo, Friburgo ». STORIA URBANA, no 129 (avril 2011) : 171–93. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129007.

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Résumé :
Il saggio indaga i processi di pianificazione in Renania dagli anni venti del Novecento alla ricostruzione post-bellica, con particolare riferimento alle cittŕ di Karlsruhe, Strasburgo e Friburgo. L'analisi ha come punto di partenza il 1918, quando l'Alsazia torna alla Francia e s'interrompono le relazioni economiche transrenane. In questa regione, fragile e ricca di contraddizioni, gli ambiziosi programmi di trasformazione urbana, ma anche politica, furono fortemente influenzati da interessi nazionali, regionalismi e una molteplicitŕ di poteri locali. Ma il difficile processo di trasformazione, in una regione di confine, dunque molto contesa, fu anche guidato dalla questione dell'identitŕ nazionale e l'ambiguo concetto di. In questi anni la pianificazione territoriale assume un'importanza primaria nella competizione tra le cittŕ della regione. Il destino politico e urbanistico di cittŕ come Strasburgo o Karlsruhe, che devono essere collegate ai centri economici piů lontani nel cuore dei rispettivi paesi, fu condizionato da una politica di espansione territoriale, dall'irrompere della tecnica, dal tema della forma della modernitŕ; temi che, intrecciandosi a fatica con le questioni simboliche legate alle nuove identitŕ di questi luoghi, fanno da sfondo ai progetti urbanistici di questo periodo.
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Musarra, Gabriella. « Una nuova dialettica tra il piano e il progetto : i grandi progetti urbani ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 104 (octobre 2012) : 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

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Résumé :
In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
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Chittň, Monica. « Trasformazioni in corso : č la cultura che governa il cambiamento ». COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no 22 (décembre 2011) : 33–43. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022004.

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Résumé :
L"autrice pone in rilievo come il passaggio di Sesto San Giovanni da piccolo borgo alle porte di Milano a cittŕ industriale segni, durante tutta la prima metŕ del secolo scorso, anche importanti trasformazioni culturali che hanno progressivamente improntato il profilo non solo urbanistico della cittŕ. La memoria di queste trasformazioni si pone oggi come importante elemento di salvaguardia dell"identitŕ di fronte al problema di riconvertire gli enormi spazi urbani che si sono liberati con le dismissioni industriali decenni passati.
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Pult, Quaglia Anna Maria. « Acque termali : tra riscoperta e trasformazione ». STORIA URBANA, no 125 (avril 2010) : 151–67. http://dx.doi.org/10.3280/su2009-125008.

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Résumé :
Nel corso del Settecento si assiste in molti paesi europei ad un deciso rilancio dell'idroterapia. La sempre piů diffusa pratica del "Grand Tour", il nuovo interesse per le scienze in genere e per la medicina e la chimica in particolare, una decisa attenzione di governi e classi dirigenti favorevoli ad una promozione turistica delle localitŕ dove la presenza di sorgenti e di acque termali rendevano possibile questa pratica terapeutica sono tutti elementi che favoriscono questa ripresa. E questa connessione tra pratiche mediche, turismo, sociabilitŕ decreterŕ una rivoluzione non solo nella diffusione del termalismo ma nello stesso aspetto urbanistico delle localitŕ termali, dove sempre piů alberghi, sale da gioco e da ballo, luoghi per passeggiare o praticare attivitŕ sportive diventeranno un necessario complemento.
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Boga, Diletta, et Giorgia Tassoni. « Trasformazione urbanistica e ormeggio stabile di imbarcazione adibita a struttura ricettiva ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 20 (octobre 2018) : 275–92. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020005.

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Résumé :
La decisione in esame, in accordo con la normativa italiana in materia urbanistica, riconosce l'esistenza di una "nuova operazione di costruzione" sull'ormeggio permanente di due navi per l'esercizio di un albergo, adottando un rigoroso approccio nei confronti del gestore. Il nuovo codice della nautica da diporto avrebbe potuto essere più chiaro, soprattutto con riferimento alla nozione di unità di navigazione
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Alagna, Fatima, Giovanni Fini et Renzo Pavignani. « Esperienze di pianificazione in Emilia-Romagna : fra transizione energetica, adattamento ai cambiamenti climatici e nuova legge urbanistica orientata alla rigenerazione urbana ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 131 (novembre 2021) : 23–43. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131-s1002.

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Résumé :
L'articolo ripercorre l'evoluzione del rapporto fra variabile energetica e strumenti di governo del territorio in Emilia Romagna, una regione in cui la recente legge urbanistica marca il passaggio d'attenzione verso la rigenerazione urbana e l'adattamento ai cambiamenti climatici: l'obiettivo di scelte di trasformazione del territorio sostenibili anche in chiave energetica viene a declinarsi in modo integrato con altri fattori che entrano in gioco nelle politiche di resilienza.
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Rubans’ka, Yuliya, et Gianfranco Franz. « Geografia del potere e grandi progetti urbani in una cittŕ dell'ucraina ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 104 (octobre 2012) : 123–39. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104008.

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Résumé :
L'evoluzione delle politiche di sviluppo urbano nel contesto europeo degli ultimi decenni č stata caratterizzata da modifiche strutturali nelle relazioni di potere: dal governo della cittŕ, incentrato sulla pianificazione urbanistica e il piano regolatore si č passati a forme piů o meno articolate e solo in parte pluraliste di governance urbana, grazie alle quali importanti gruppi immobiliari, immobiliaristi improvvisati e free-riders, importanti gruppi industriali alleati con le grandi centrali del credito e della finanza, hanno trovato maggiori consensi politico-culturali e minori difficoltŕ procedurali nel dirigere, imporre e realizzare grandi progetti di trasformazione urbana. La progressiva crescita del mercato immobiliare, sostenuto e drogato dal mercato finanziario, ha facilitato la proposizione e la realizzazione di GPU, almeno fino al 2007/2008, anno del crack finanziario occidentale, dal quale sono rimasti parzialmente immuni Paesi emergenti le cui economie non erano state ancora tanto profondamente modificate dal sistema finanziario di Stati Uniti ed Europa occidentale. Con differenze di scala e di magnitudo una folta schiera di cittŕ europee e nordamericane si sono impegnate nella realizzazione di GPU, seguite in questo processo dalle principali cittŕ di Paesi emergenti o di potenze in via di consolidamento (Pechino, Shangai, San Paolo, Cittŕ del Messico ecc.). Anche cittŕ piccole e medie si sono impegnate nella sfida di innovare e trasformare i propri tessuti, la propria economia e il proprio rango urbano, investendo in progetti affidati molto spesso alle cosiddette "archistar" internazionali o a societŕ di progettazione parti- colarmente avanzate sui temi della costruzione ecologica e del risparmio energetico. Il presente saggio propone un caso studio particolarmente interessante, caratterizzato da dinamiche precipue e non riscontrabili in molti altri contesti: le recenti trasformazioni urbane nella cittŕ di Dnipropetrovsk (Nipropetrovsk), capoluogo dell'omonima regione, una delle cittŕ principali dell'Ucraina dal punto di vista economico, politico e culturale.
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Doni, Matteo. « Gli effetti urbanistici di un grande progetto di trasformazione della cittŕ di Milano ». TERRITORIO, no 47 (février 2009) : 139–49. http://dx.doi.org/10.3280/tr2008-047016.

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Résumé :
- Consideration of the affair of the former O.M. (Machine Workshop) area starts with an attempt to ‘read the past to understand the present' and therefore the main documents, plans and programmes which affected this part of the city were examined and ‘taken apart' as it were. This process involved analysing some of the main Milanese deregulation instruments (The master document for the Urban Link Line Railway, 1983), the starting point for the redefinition of plans for this area. In subsequent years the entire area was affected by the ‘Nine parks for Milan project' (1995) which laid the foundations for the complete conversion of it, which was to occur with the ‘Urban redevelopment programme' (1999) named the ‘former O.M.'. As we will see, this programme was to take no account of some abandoned or about to be abandoned areas contiguous to the zone which were redeveloped independently using the ‘Dia' instrument. Reflection performed at the same time on the planning assumptions and on actual results highlighted issues for consideration within the framework of large urban transformations. Being There and Away.
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Minerva, Laura. « Partecipazione popolare e progettazione urbana : il caso del quartiere Gallaratese di Milano (1965-1975) ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (juillet 2021) : 90–111. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001004.

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Résumé :
L'articolo evidenzia l'importanza della partecipazione popolare nella pianificazione urbanistica del quartiere Gallaratese di Milano nel decennio 1965-1975, ricostruendo le diverse fasi del confronto politico tra i cittadini e gli enti istituzionali. Dalle prime associazioni a carattere spon-taneo sino alla definizione di un organismo strutturato quale il Comitato popolare di quartiere, le iniziative dei residenti si sono inserite all'interno delle complesse dinamiche di trasformazione della realtà urbana, assumendo un ruolo decisivo nel dibattito politico con l'Amministrazione comunale. Il coinvolgimento diretto dei soggetti sociali ha permesso un'evoluzione positiva della realta` territoriale del quartiere, in termini sia di qualita` dello spazio fisico sia di complessiva funzionalita` dello stesso, evitando la riproposizione del classico schema di emarginazione e ingiustizia sociale proprio della dicotomia centro-periferia. L'esperienza del Gallaratese e` la dimostrazione di come l'intervento dell'attore pubblico nel governare i processi di trasformazione del paesaggio urbano abbia maggiore efficacia quando lo stesso accetti di confrontarsi, o sia in qualche modo costretto a farlo, con gli altri attori interessati.
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Serraglio, Riccardo. « Pedrinhas Paulista. Una colonia di emigranti italiani in Brasile negli anni della ricostruzione postbellica ». TERRITORIO, no 91 (juin 2020) : 128–37. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-091013.

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Résumé :
Nel 1952 la Compagnia Brasiliana di Colonizzazione e Immigrazione Italiana istituì la colonia agricola di Pedrinhas Paulista, riservata a lavoratori provenienti dall'Italia. L'architetto Rosario Megna curò la pianificazione urbana e territoriale del nuovo insediamento attenendosi ai principi della razionalità e dell'economia. Nel mezzo del latifondo organizzò un villaggio all'interno del quale erano distinti settori per gli edifici comunitari, per i quartieri residenziali e per gli impianti di trasformazione dei prodotti agricoli. Le case per i lavoratori, sia quelle disposte nell'area urbanizzata sia quelle nelle aree agricole, furono dotate di accessori adeguati alle condizioni locali. Le soluzioni urbanistiche e architettoniche elaborate da Megna hanno posto le basi per il successo della colonia di Pedrinhas, che al giorno d'oggi è una città di circa tremila abitanti sostenuta da una fiorente economia agricola.
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Treccani, Gian Paolo. « Geografie risorgimentali. Allestimenti celebrativi e trasformazioni urbane a Brescia, 1861-1895 ». STORIA URBANA, no 132 (février 2012) : 165–201. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132006.

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Résumé :
All'indomani dell'annessione di Brescia al regno d'Italia (1859) si attuarono una serie di iniziative volte a commemorare da un lato i cosiddetti padri della patria, protagonisti della stagione risorgimentale, e dall'altro gli episodi che, nel 1849, videro la cittŕ insorgere contro il dominio austriaco dando luogo alla rivolta nota come Dieci giornate. Tutto ciň determinň un sostanziale processo di trasformazione della cittŕ antica, e in parte contribuě a definire il volto di quella moderna. Avvenne con la formazione d'importanti ambiti celebrativi costituti da statue dedicate agli eroi del Risorgimento (Garibaldi in primo luogo), con la sistemazione urbanistica realizzata attorno a queste sculture, la posa di lapidi, il restauro dei "monumenti nazionali" e, infine, con una nuova toponomastica che cancellando antichi nomi di strade e piazze ebbe l'ambizione di rifondare simbolicamente la cittŕ. Tale processo vide in Giuseppe Zanardelli, deputato liberale, ministro dei Lavori pubblici, della Giustizia e piů tardi Primo ministro del regno, un protagonista assoluto capace di concretizzare in queste operazioni l'ideale politico di unitŕ della nazione ma soprattutto di concepire questo progetto in un piů ampio programma di modernizzazione e progresso della societŕ bresciana.
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Evangelisti, Francesco. « Prossima Bologna : processo, piani, progetti ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 58–65. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057007.

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Piů di un anno č trascorso tra la definitiva approvazione dei nuovi strumenti urbanistici di Bologna e il quadro d'aggiornamento sui processi trasformativi della cittŕ, qui restituito. In mezzo la brevissima stagione amministrativa del sindaco Delbono e la prolungata gestione del Commissario straordinario Cancellieri. Sullo sfondo, la crisi economica e il rallentamento che essa ha prodotto anche nei settori dell'edilizia e delle infrastrutture. L'articolo opera una ricognizione delle trasformazioni in corso osservandole secondo il principio d'ordine che il Piano strutturale comunale ha individuato a loro interpretazione e guida con le figure territoriali delle ‘sette cittŕ'. Tra gli interventi di questo periodo anche quelli prioritari d'urgenza promossi dal Commissario per la riqualificazione del nucleo antico della cittŕ ed in particolare dei suoi spazi pubblici.
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Sulfaro, Nino. « La dismissione delle fortificazioni urbane in Italia : percorsi bibliografici ». STORIA URBANA, no 136 (mars 2013) : 225–40. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136008.

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Sono pochi i testi che offrono una sintesi di ampio respiro sugli stretti legami che intercorrono tra dismissione delle fortificazioni, trasformazioni urbane e realtŕ socioeconomica, in Italia tra XIX e inizi del XX secolo. Uno dei primi problemi che si pone alla ricerca su questo tema č, quindi, il dover far fronte alla frammentarietŕ del materiale disponibile. Al fine di rendere piů agevole la consultazione del materiale proposto, il saggio presenta tre percorsi bibliografici sul tema. Il primo riguarda gli aspetti normativi, amministrativi e finanziari della dismissione. Esso fa riferimento a pubbli- cazioni riguardanti le procedure di demilitarizzazione di quelle fortificazioni urbane che, perso il loro ruolo militare, sono acquisite dalle amministrazioni comunali. In particolare, vengono richiamati studi e ricerche che evidenziano alcuni aspetti finanziari del tema, come la valorizzazione della rendita fondiaria dei terreni precedentemente occupati dalle cinte urbane, e l'ampliamento delle cinte daziarie. Il secondo percorso si basa su pubblicazioni che pongono l'accento sul rapporto tra demolizione delle mura e trasformazioni urbane, come nel caso dell'insediamento degli scali ferroviari, del miglioramento della viabilitŕ e, in generale, dell'attuazione degli strumenti urbanistici. Inoltre, si fa riferimento al tema della conversione delle cinte urbane in pubblici passeggi e viali di circonvallazione. L'ultimo percorso si muove lungo una serie di riferimenti bibliografici che pongono in risalto l'incidenza di alcune problematiche, come la pressione demografica, la crisi occupazionale, il decollo industriale e il rapporto tra cultura igienista e istanze di conservazione, sui processi di demolizione delle cinte urbane
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Romano, Bernardino. « Le reti ecologiche tra ‘zoning approach' e ‘urban policy approach' ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 27–35. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058004.

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Gli organismi di governo territoriale nazionale ancor oggi sono affezionati a tradizionali forme di tutela ‘insulare', faticosamente proiettati verso politiche di ‘rete', nelle regioni, invece, quasi tutte le leggi sull'uso e la trasformazione del territorio emanate dopo il 2002 contengono riferimenti alle reti ecologiche o ai sistemi di continuitŕ ambientale, anche se spesso si rileva una sostanziale inapplicabilitŕ dei concetti. Lo ‘zoning approach' e l'‘urban policy approach' attribuiscono un significato ecologico relazionale, e quindi un ruolo ecosistemico non necessariamente secondario, a settori territoriali quali gli incolti, i coltivi in abbandono, le aree incendiate, i boschi degradati ed altre aree che la tradizione urbanistica ha sempre relegato ad uno stato di pre-urbanizzazione ineluttabile. Si richiede una revisione profonda dei paradigmi programmatici che crea negli attuali equilibri uno sbilanciamento delle certezze acquisite.
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Scala, Barbara. « Irredentismo e processi di trasformazione urbana. Il caso di Riva del Garda (1853-1905) ». STORIA URBANA, no 132 (février 2012) : 367–97. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132013.

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L'annessione del Trentino all'Italia avvenne soltanto nel 1918. Questa lunga attesa di oltre cinquant'anni accrebbe in quella popolazione, per tradizione italiana ma politicamente ancora sotto il governo austriaco, un forte sentimento "italiano", che defině un clima politico e culturale molto vivace. Si sviluppň, soprattutto a Riva del Garda, un movimento politico e intellettuale, l'irredentismo, col quale una élite culturale rivendicava l'appartenenza della regione all'Italia. Da un lato si diffondevano le idee di patria, nazione, libertŕ, dall'altro, come reazione al conservatorismo austriaco, si diffondeva un'attenzione al progresso, all'innovazione tecnologica, all'inventiva. Lo spirito libero di Riva, luogo d'incontro tra due aree geografiche, (l'impero austriaco e il regno d'Italia), evitň alla cittŕ di divenire una terra periferica dell'immenso impero asburgico, grazie alla nascente «industria del forestiere» che la elesse capitale del turismo mitteleuropeo. Riva si adattň, cosě, alle esigenze di un turismo sempre piů decisivo per le sorti economiche, senza perň venir meno alla sua anima italiana. Il saggio delinea il significativo rinnovamento, politico, economico e urbanistico che, dagli anni cinquanta dell'800, un vivace mileu locale condusse per la promozione della klimathoterapie locale (cioč di una terapia sanitaria favorita da particolari condizioni climatiche del luogo), segnando il tessuto edilizio con singoli interventi o con operazioni di piů ampio respiro volte.
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Renzoni, Cristina. « Il piano implicito : il territorio nazionale nella programmazione economica italiana 1946-'73 ». STORIA URBANA, no 126 (septembre 2010) : 139–68. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126007.

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Résumé :
A partire dal secondo dopoguerra l'Italia elabora un numero considerevole di piani nazionali a lungo termine a carattere per lo piů settoriale. Piani infrastrutturali, agricoli, energetici, piani pluriennali per l'edilizia economica e popolare e per l'edilizia scolastica, piani di sviluppo economico rendono conto di uno sforzo consistente di pianificazione teso ad affrontare la stagione di grandi cambiamenti economici e culturali in cui il paese si trova immerso. In totale assenza di un piano territoriale alla scala nazionale, la maggior parte dei programmi pluriennali prodotti in quegli anni si occupa, in maniera piů o meno esplicita, di cittŕ e territorio e ne mette in campo letture e ipotesi di trasformazione. Il presente saggio focalizza l'attenzione sui documenti della programmazione economica italiana elaborati tra il 1946 e il 1973, in cui vengono riconosciute quattro figure prevalenti che hanno informato le scelte di piano sia a livello teorico che operativo. Il territorio italiano viene a fasi alterne letto come risorsa, come supporto, come veicolo di progresso, o, infine, come sfera quotidiana: quattro immagini che costituiscono un possibile strumento di interpretazione per analizzare le forme e i modi in cui il discorso urbanistico entra nella politica nazionale tra anni Cinquanta e Sessanta.
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cura di Paola E. Boccalatte, a. « Intervista a Cristina Alga. L’ecomuseo Mare Memoria Viva di Palermo ». Clionet 06 (19 décembre 2022). http://dx.doi.org/10.30682/clionet2206ar.

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Résumé :
A Palermo un ecomuseo racconta le trasformazioni urbanistiche e sociali della città dal dopoguerra a oggi attraverso testimonianze, storie, immagini e memorie legate al mare di città; ma è anche un luogo capace di visione, che coraggiosamente si sbilancia in una proiezione futura in direzione sostenibile, equa, inclusiva. Il Museo è un presidio culturale e sociale che lavora con strumenti e linguaggi diversi facendo della disponibilità all’ascolto, dell’apertura disciplinare e del focus sulle persone i propri punti di forza.
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