Articles de revues sur le sujet « Trasformazioni di fase »

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Ignazi, Piero. « NUOVI E VECCHI PARTITI DI ESTREMA DESTRA IN EUROPA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no 2 (août 1992) : 293–333. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018578.

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Résumé :
IntroduzioneI sistemi di partito dell'Europa occidentale stanno attraversando una fase di trasformazioni (Crewe and Denver 1985, Dalton, 1988, Daltonet al.1984, Daalder e Mair 1983, Mair 1984, 1989a, 1989b, Wolinetz 1988). Questa trasformazione è individuabile a due diversi livelli di analisi, elettorale e partitico.
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2

Garofoli, Gioacchino. « Il processo di trasformazione dell'economia in provincia di Pavia : un quadro generale ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (avril 2022) : 9–34. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001002.

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Résumé :
L'articolo tratta le trasformazioni economiche in provincia di Pavia nel secondo Novecento, dai cambiamenti di struttura produttiva e dei livelli occupazionali ai diversi modelli di sviluppo perseguiti. Dopo il dopoguerra emerge un rapido processo di industrializzazione, specie nei due comuni più grandi, che si inseriscono nel processo di trasformazione del "triangolo industriale" e del "miracolo economico" italiano. In questa fase l'economia pavese, e la città di Pavia, è caratterizzata dalla presenza di grandi imprese, che la fanno rientrare nell'ambito di un modello à la Perroux. Successivamente soprattutto Pavia, ma anche Vigevano, entrano nella fase della crisi della grande impresa dei primi anni Settanta. A partire dalla metà degli anni Settanta inizia a innescarsi un modello di sviluppo periferico, basato sulla piccola impresa e sul coinvolgimento di aree esterne alle città principali, seguendo il modello della Terza Italia. Segue la fase di progressiva deindustrializzazione che determina una crescente dipendenza dal mercato del lavoro dell'area milanese, con aumento del pendolarismo. Il territorio pavese non riesce più a realizzare la valorizzazione delle risorse locali, a partire dal lavoro ma anche delle risorse finanziarie che non vengono più utilizzate per lo sviluppo territoriale. L'articolo si conclude con la discussione delle occasioni mancate e dei problemi lasciati alle future generazioni.
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3

Grilli, Pietro. « NUOVI CONFLITTI E NUOVI SISTEMI PARTITICI ALL'EST. VERSO UN MODELLO ESPLICATIVO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 24, no 2 (août 1994) : 203–35. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022863.

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Résumé :
IntroduzioneI processi di transizione alla democrazia assumono la forma di «ondate» (Huntington 1991) che investono più paesi o aree in differenti momenti di questo secolo. Pur nella varietà delle traiettorie, un aspetto accomuna queste trasformazioni: la costruzione della democrazia significa in primo luogo nascita (o rinascita) dei partiti politici, come principali agenzie di mobilitazione che prendono parte in prima persona ai nuovi processi elettorali, che puntano a gestire direttamente il potere politico e che avranno poi un ruolo determinante nella fase di consolidamento democratico.
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Prosdocimi, Maritza. « London Transformed : John Nash e l'ibrido progettuale ». TERRITORIO, no 96 (septembre 2021) : 174–89. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096016.

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Résumé :
Nella prima metà dell'Ottocento i ‘London Improvements' realizzano trasformazioni urbanistiche che testimoniano un nuovo atteggiamento rispetto alla città in Europa, all'indomani del trauma delle guerre napoleoniche, nel confronto col nuovo assestamento post-bellico. Questi progetti sono da attribuire alle abilità creative di John Nash, cui dobbiamo i pioneristici lavori di Regent's Park e Regent Street, che lo consacrano come ‘architect of the Picturesque'. Qui, il Pittoresco travalica la definizione di categoria estetica, si concretizza nell'espressione architettonica e trova scenografica applicazione nella progettazione urbanistica. In quale modo e in quale fase John Nash adotta il Pittoresco e, soprattutto, quali sono le ragioni di tale scelta?
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Bellifemine, Onofrio. « “La scintilla della libertà” : il 1956 polacco nella pubblicistica italiana ». Forum Filologiczne Ateneum, no 1(9)2021 (15 décembre 2021) : 231–49. http://dx.doi.org/10.36575/2353-2912/1(9)2021.231.

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Résumé :
Nel 1956 la Polonia è stata attraversata da significative trasformazioni politiche, culturali e sociali. Queste sono connesse agli eventi che hanno stravolto il Pcus e il comunismo internazionale dopo la denuncia dei crimini commessi da Stalin durante il XX congresso del partito tenutosi a Mosca. Particolarmente significative sono state l'emergere di una corrente riformista all'interno del PZPR, la rivolta operaia di Poznan e la sua severa repressione, il ritorno alla segreteria del partito di Władysław Gomułka e l'apertura di una nuova fase politica che ispirerà la rivolta di Budapest. Queste vicende hanno goduto di una grande attenzione presso l'opinione pubblica internazionale. Nel seguente saggio si analizza in modo critico come la stampa italiana ha ricostruito questi fatti, quali interpretazioni sono state fornite a seconda delle fasi sulla Polonia e sulle evoluzioni della situazione politica.
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6

Gentiloni Silveri, Umberto. « La politica internazionale e Amintore Fanfani ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 262 (octobre 2011) : 64–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262004.

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Résumé :
Negli ultimi anni il dibattito storiografico sul secondo dopoguerra ha privilegiato i tentativi di superare le narrazioni nazionali, rimettendo in discussione i confini tradizionali delle discipline di riferimento. Il percorso biografico di Amintore Fanfani rappresenta un punto di osservazione privilegiato, segnato dall'incontro tra la politica estera e le scelte che hanno caratterizzato diverse fasi della storia della repubblica. Il contributo analizza alcune questioni chiave che attraversano e ridefiniscono il sistema internazionale, con particolare attenzione agli indirizzi e ai condizionamenti del sistema bipolare. Il ruolo centrale di Fanfani nella Democrazia cristiana e negli esecutivi che lo vedono capo del governo o ministro degli Esteri viene utilizzato come chiave di lettura per seguire le trasformazioni dei nessi tra quadro interno e contesto internazionale. La storia della repubblica diventa parte di una piů ampia dinamica che caratterizza una lunga fase del secondo dopoguerra, fino a condizionare gli assi portanti della proiezione internazionale dell'Italia repubblicana.
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Cacopardi, Irene. « Internet e letteratura : la fine di un idillio ? » ENTHYMEMA, no 30 (2 janvier 2023) : 105–17. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19553.

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Résumé :
L’influenza esercitata dalle nuove tecnologie dell’informazione sulla creazione e sulla pratica letteraria, così come le evoluzioni e i mutamenti dei modi di comunicazione e di produzione delle opere, conducono ad analizzare il grande laboratorio che è il web e il rapporto che esso intrattiene con la letteratura. Dopo più di vent’anni, questa relazione sembra entrare in una fase più istituzionalizzata, in cui l’entusiasmo lascia il posto a posizioni più prudenti, anche da parte di autori integrati. Per tale ragione, lo scopo di questa riflessione è l’analisi dello sguardo che alcuni autori portano sulla rete e sulle dinamiche socio-culturali a cui dà vita. Partendo dalla riflessione condotta dal collettivo Wu Ming sul blog Giap e prendendo in esame Panorama di Tommaso Pincio e Anteprima Mondiale di Aldo Nove, si cercherà di analizzare le trasformazioni prodotte nel campo socio-letterario dall’uso delle nuove tecnologie e di capire le critiche mosse alla mediasfera e alle sue pratiche comunicative nella società contemporanea.
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8

De Vita, Elisa. « Il ritiro sociale : nuova frontiera del malessere giovanile ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 74–80. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002007.

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Résumé :
Il ritiro sociale in adolescenza rappresenta oggi la manifestazione clinica più evidente del malessere giovanile. Crescono in maniera esponenziale, nel pubblico e nel privato, le richieste d'aiuto per far fronte a quella che sembra caratterizzarsi come una vera e propria emergenza clinica. Quella di ritirarsi dal mondo sembra essere la scelta privilegiata dinanzi alle difficoltà della crescita. Dietro alcune forme di ritiro sociale è possibile scorgere una tendenza a mettere in atto, in riposta alle difficoltà nel far fronte alle trasformazioni e ai compiti evolutivi connaturati alla fase adolescenziale, modalità aggressive rivolte a se stessi e agli altri; in questa direzione possono essere letti gli agiti violenti messi in atto nei confronti dei familiari, così come l'autoreclusione volontaria a cui si sottopongono sempre più adolescenti.
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Christie, Neil. « Byzantine Liguria : an imperial province against the Longobards, A.D. 568–643 ». Papers of the British School at Rome 58 (novembre 1990) : 229–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011661.

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Résumé :
LIGURIA BIZANTINA: UNA PROVINCIA IMPERIALE CONTRO I LONGOBARDI,568–643 D.C.L'invasione longobarda dell'Italia bizantina nel 568 d.C. restrinse in maniera consistente i territori imperiali costringendoli alle regioni costiere della penisola. La provincia della Liguria, rapidamente privata di legami terrestri con le altre zone imperiali sopravvissute, ha visto una rapida militarizzazione della sua amministrazione, rimedio supremo nella sua lotta per contrastare l'invasione longobarda. Sebbene solo sporadicamente documentata dalle fonti letterarie, la Liguria beneficia di una messe di dati archeologici, soprattutto in forma di repertori tipologici dettagliati da scavi urbani (fra cui Luni, Albenga e Ventimiglia), che forniscono indicazioni importanti sulle trasformazioni sociali presenti in questa fase così poco studiata. Sistemi di popolamento urbano, militare e rurale sono ampiamente esaminati e riportati all'interno di un'intelaiatura politica, militare e amministrativa della provincia e in generale dell'Italia bizantina. In particolare, molta attenzione viene data alle strutture di difesa e che contribuirono alla sopravvivenza della Liguria bizantina fino alla metà del VII seeolo d.C.
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Matiello, Suzana Terezinha, et Elias Wolff. « Politica e Santitá nel Pensiero di Igino Giordani ». Revista de Cultura Teológica, no 103 (26 décembre 2022) : 87–105. http://dx.doi.org/10.23925/rct.i103.59191.

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Résumé :
Nella prospettiva dell’intimo legame tra cristologia e antropologia abbiamo scelto come argomento per la nostra ricerca lo studio della figura di Igino Giordani. Vissuto prima e dopo il Concilio Vaticano II, Giordani è stato un grande protagonista di questo periodo carico di tensioni e trasformazioni sociali, culturali e religiose e ha apportato un grande contributo alla società italiana e oltre mettendo, da cristiano, al centro del suo agire Cristo. L’obiettivo di questo articolo é quello di offrire, tramite alcuni scritti di Giordani, una riflessione sul momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato anch’esso da una profonda crisi antropologica e spirituale. La metodologia aplicata in questa ricerca é quella di una analisi su alcuni texti di Igino Giordani. Nella prima parte della ricerca ci dedicheremo al incontro di Igino Giordani, nel 1948, con Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari e all’influenza che esso determina nella successiva fase della sua vita. Nella seconda parte riporteremo alcuni scritti dello stesso Igino Giordani dai quali si può cogliere lo spessore del suo essere cristiano in ogni ambito della vita sociale e politica. Nella terza parte parlaremo della politica e la morale nella prospettiva di Igino Giordani.
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Fusar Poli, Elisabetta. « “L’impronta esterna del nostro Io”. Note intorno ai primi lineamenti del diritto sulla propria immagine ». Italian Review of Legal History, no 7 (22 décembre 2021) : 377–417. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16893.

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Résumé :
Lo scritto affronta il «modernissimo» diritto sulla propria immagine, nello svolgersi delle sue dinamiche attraverso il caleidoscopico e cruciale tornante otto-novecentesco. L’attenzione è rivolta agli apporti dottrinali e giurisprudenziali che hanno contribuito a tratteggiare e poi definire un diritto soggettivo autonomo avente ad oggetto la propria immagine personale, e a trovare per esso una collocazione all’interno dell’ordine giuridico, dalla fine dell’Ottocento alla pubblicazione del Libro primo del Codice Civile. Il tema è sollecitato dall’innovazione tecnica in corso nel periodo considerato e dagli stimoli di una società ormai in fase protomediatica, nella quale la riproduzione della fisionomia umana, agevolata dalle potenzialità dei moderni mezzi di comunicazione, acuisce l’urgenza di una tutela per ciò che appare strettamente inerente alla persona e, al contempo, proiezione sociale dell’individuo, interfaccia fra la sua dimensione privata e quella pubblica. Dalla tutela dell’onore e della reputazione, alla protezione dalle incursioni indebite nella sfera personale, il complesso tema è al crocevia fra diversi spazi giuridici e si apre nel Novecento a inattesi sviluppi e trasformazioni. Si inserisce, infatti, gradualmente, entro una più complessa concezione di persona, che emerge da una riflessione scientifica trasversale ai campi della sociologia, antropologia, filosofia, biologia, e volge in direzione della ‘identità personale’.
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Artuso, Mario. « Amministrazione del territorio e vicende politiche in Niger dal periodo coloniale ad oggi ». STORIA URBANA, no 126 (septembre 2010) : 117–38. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126006.

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Résumé :
Questo saggio ripercorre le vicende politiche e amministrative del Niger, il paese dell'Africa subsahariana piů povero del mondo. La prima parte esamina il periodo coloniale (1895-1960) e le difficoltŕ che i francesi incontrarono nell'occupare ed amministrare un territorio cosi vasto, impervio e abitato da popolazioni ostili. Il risultato č un paese che all'alba dell'indipendenza (1960) era diviso in due, il sud ovest, governato dall'amministrazione coloniale francese; il nord est, ancora sotto controllo militare. Tra il 1960 ed il 1991 (seconda parte) gli avvenimenti politici che si susseguirono: Prima repubblica, colpo di stato militare del 1974 e le riforme successive al 1983 con la Société pour le développement furono associati ad altrettante trasformazioni amministrative senza perň mai discostarsi eccessivamente dalla tipologia francese. Il 1991 č un anno importante. In Niger - come in gran parte dell'Africa - la Conférence national costituisce un punto di svolta verso il processo di democratizzazione e il decentramento amministrativo che diviene l'argomento prioritario attorno a cui ruotano le vicende amministrative dal 1991 ad oggi. Tale č l'oggetto della terza parte che approfondisce le vicende legate alla nascita dei comuni e il cui esito furono le prime elezioni comunali del 2004. Le conclusioni riguardano i punti critici con cui si confronta il processo di decentramento nella sua fase attuale e le conseguenti implicazioni soci-economiche.
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Pezzini, Elena. « Questioni sulle produzioni ceramiche palermitane tra fine XII e XIV secolo : un confronto tra fonti scritte e dato ceramico ». ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no 1 (mai 2021) : 28–37. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-001003.

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Si affrontano alcune questioni relative alle produzioni ceramiche bassomedievali di Palermo provando a mettere a confronto fonti documentarie, fonti archeologiche e dato ceramologico per fasce cronologiche. I dati analizzati coprono un arco cronologico (fine XII-prima metà XIV secolo) che vede la trasformazione della Palermo plurilingue con una corposa popolazione islamica e arabofona in una città cristiana e prevalentemente latina, queste trasformazioni si riflettono anche sulle produzioni ceramiche. Parole chiave: Palermo, produzione ceramica, normanni, svevi, bassomedioevo
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Pelli, Massimo. « Nudes. La vulnerabilità dell'adolescente tra rivoluzione digitale e trasformazione antropologica ». PSICOBIETTIVO, no 3 (décembre 2021) : 155–65. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003011.

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Résumé :
L'articolo propone una riflessione a partire dalla visione della serie televisiva "Nudes" su quella che sembra essere una trasformazione antropologica del modo con cui l'adolescente affronta questa fase della vita che si situa tra la fine dell'infanzia e il giovane adulto in fase di organizzazione. Per definizione un'età di passaggio in cui l'adolescente deve confrontarsi con rapidi mutamenti dell'immagine di sé, sia dal punto di vista corporeo che psicologico e relazionale. Scuola e famiglia sono lontani e assenti. L'uso dei dispositivi digitali, il revenge porn e la diffusione non consensuale di immagini intime online sono un epifenomeno di questa trasformazione antropologica dell'adolescente sospeso tra bisogno di appartenenza e bisogno di individuazione. L'articolo include un'intervista a Laura Luchetti, regista della serie televisiva "Nudes", che attraverso tre storie diverse di adolescenti ci parla del fenomeno del revenge porn e della diffusione non consensuale di immagini intime che sta diventando un fenomeno sempre più attuale.
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Dondi, Mirco. « L'emittenza privata tra cambiamento sociale e assenza normativa (1976-1984) ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 298 (juin 2022) : 278–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa1.

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Il saggio analizza la fase nascente delle televisioni private in Italia e l'autonoma evoluzione del sistema televisivo fino al consolidamento dei tre network nazionali Canale 5, Italia 1, Rete 4. I protagonisti di questa fase sono le piccole televisioni private, i grandi editori e i partiti. Le prime stazioni televisive sono spesso destinate a una breve vita, ma rappresentano un interessante fenomeno di costume che apre la strada ai grandi investitori. Sin dall'inizio degli anni Settanta i principali gruppi editoriali Rizzoli, Rusconi, Mondadori ai quali si aggiunge poi Silvio Berlusconi, entrano nell'emittenza televisiva con l'obiettivo di creare emittenti nazionali, un percorso che si compie attraverso strette relazioni con i partiti politici, soprattutto con la Democrazia cristiana e il Partito socialista. In una fase di piena trasformazione, l'assenza di una disciplina normativa, legata a un calcolo politico dei partiti, gioca a favore degli investitori più forti. La trasformazione dell'etere si accompagna a un processo di mutazione antropologica del pubblico, al quale concorre l'influsso della pubblicità. I mutati gusti del pubblico costituiranno un freno alla sistemazione del settore televisivo.
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Arosio, Laura, et Elisabetta Ruspini. « Unico, indimenticabile, da sogno. Il viaggio di nozze tra mito ed esigenze di mercato ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 92 (février 2011) : 123–43. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092009.

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Résumé :
In questo saggio, utilizzando la tecnica dell'analisi documentaria applicata a cataloghi di viaggio riservati a sposi e spose, cercheremo di capire come vengono tematizzate e proposte le mete turistiche abbinate ai viaggi di nozze. Sono diverse le domande alle quali vorremmo rispondere: come sono presentate queste mete? Quale linguaggio viene utilizzato e quali immagini accompagnano i testi? Quale modello di coppia costituisce il target di riferimento, e come vengono (o non vengono) recepite le trasformazioni della famiglia contemporanea? Uno dei piů interessanti risultati emersi dalla nostra analisi č l'ampio utilizzo di un codice espressivo volto ad evocare nei potenziali clienti un'immagine di coppia, di matrimonio e di viaggio fortemente legati ai modelli della tradizione. Questo tipo di messaggio, che viene richiamato tanto con le parole quanto con le immagini, non sembra in alcun modo recepire le intense trasformazioni della famiglia italiana e dei comportamenti di viaggio verificatisi negli ultimi decenni. Se, da un lato, questa scelta puň escludere alcune fasce di potenziali acquirenti (che avranno difficoltŕ nel vedersi rappresentate all'interno dei cataloghi turistici), dall'altro lato puň essere considerata una strategia di valorizzazione di questo tipo di viaggio. Caratterizzando in modo tradizionale il viaggio di nozze, č possibile vendere questo prodotto come importante, diverso, irrinunciabile, inducendo gli sposi a partire investendo consistenti quote di denaro.
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Valz Gris, Alberto, Chiara Iacovone, Astrid Safina, Andrea Pollio et Francesca Governa. « Il ‘campo' geografico di un'etnografia sottile. Cinque esperimenti di fieldwork ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 1 (mars 2022) : 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13364.

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Negli ultimi 20 anni, esperienze e pratiche di ricerca etnografica si sono progressivamente affermate nella ricerca geografica fino a diventarne una componente fondamentale. Eppure ‘fare etnografia' in geografia non è certo né scontato: richiede un adattamento alle esigenze e agli obiettivi della riflessione geografica, ma anche alla complessità del ‘campo' della ricerca nelle scienze sociali contemporanee. In particolare, i tempi, i luoghi e le forme di un'etnografia thick (Geertz, 1973) sembrano inadatte a confrontarsi con le complessità spazio-temporali delle dinamiche socio-spaziali attuali, con le trasformazioni del campo di ricerca, del soggetto che fa ricerca e del contesto in cui si fa ricerca, ma anche, e più radicalmente, con i limiti derivanti dal retaggio coloniale della ricerca etnografica. Attraverso il riferimento a cinque radicalmente diverse esperienze di ricerca sul campo, l'articolo pone la questione del fare etnografia nella ricerca geografica ed esplora le possibilità di un suo ripensamento critico nella direzione di una positiva e necessaria sottigliezza e superficialità.
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Kempf, Klaus. « Il sistema bibliotecario di ricerca tedesco tra trasformazione digitale e "Covid lockdown" ». SOCIETÀ E STORIA, no 175 (avril 2022) : 157–65. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-175010.

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La pandemia di Covid 19 ha imposto tutta una nuova serie di sfide da un giorno all'altro per le biblioteche di ricerca, ma soprattutto per le biblioteche pubbliche. Entrambe le categorie, come tutte le altre istituzioni pubbliche, sono state colpite dalle dure procedure di chiusura in misura considerevole. La loro attività di servizio «classica», cioè soprattutto l'uso dei media nelle sale di lettura e il prestito locale e interbibliotecario, si è fermata quasi completamente. Solo i servizi senza contatti personali potevano continuare ad essere utilizzati. Pertanto, i servizi elettronici sono fioriti, nella misura in cui erano già offerti dalle biblioteche. E non solo. È giusto dire che la pandemia ha fatto da «acceleratore» per molte funzioni nel settore bibliotecario, portando in primo piano quelle che in vari casi erano già in fase di crescita - come i servizi digitali - e d'altra parte ha suggerito che altri servizi analogici dovessero essere abbandonati o almeno temporaneamente messi da parte.
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Paoletić, Vito. « Tra umide mura di cemento t’immagini un po’ di libertà. Poesia e proletariato nell’Ungheria interbellica ». Studia Polensia 9, no 1 (24 novembre 2020) : 25–49. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2020.09.01.02.

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Nel presente contributo si vuole riassumere il rapporto tra il mondo delle lettere, in primis quello della poesia lirica, e il proletariato ungherese quale suo motivo nel difficile periodo di transizione tra le due guerre mondiali. In Ungheria, gli anni Venti e Trenta furono contrassegnati da profonde trasformazioni geopolitiche e instabilità economica, il che portò vaste fasce della popolazione all’orlo di una crisi esistenziale: per il proletariato dell’epoca, e non solo per esso, oppressione e miseria erano all’ordine del giorno. Nel contributo si indaga su come abbiano sentito e sofferto nonché come abbiano espresso la paralisi del quarto stato tre importanti e diversi poeti dell’epoca: l’impressionista Juhász, l’esistenzialista József e l’avanguardista Kassák.
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Nocera, Lea. « Furia urbana a Istanbul. Dai ‘Progetti di trasformazione urbana' ai movimenti di contestazione ». TERRITORIO, no 61 (juin 2012) : 77–81. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-061013.

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Over the past few years, a series of ‘urban transformation proj¬ects' has been radically changing the face of the city of Istan¬bul. In line with the political project begun in the early 1980s, aimed at reintroducing the old capital of the Ottoman Empire onto the international scene and transforming it into a global city, the hub of a network of financial services and international tourism, today radical interventions have been made in the old neighbourhoods of Gecekondu and peripheral enclaves in the city centre, provoking the removal and further marginalization of large parts of the population. The reaction of the individual inhabitants has joined with the activism of neighbourhood as¬sociations and the interests of professional groups, and become translated into many forms of opposition to the projects and the politicisation, though controversial, of these urban protests.
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Pane, Andrea, et Valentina Russo. « Le fortificazioni napoletane tra dismissione e valorizzazione (1860-1939) ». STORIA URBANA, no 136 (mars 2013) : 123–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136005.

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La dismissione, la trasformazione e la valorizzazione delle fortificazioni costituiscono, anche per Napoli, temi trainanti nell'evoluzione urbana tra la seconda metŕ del XIX e la prima metŕ del XX secolo. Nella prima parte del saggio, incentrato sul periodo post-unitario, sono approfondite le motivazioni psicologiche, sociali ed economiche connesse all'annullamento di simboli "negativi" che conducono alla riconfigurazione di ampie parti urbane: a tale quadro d'insieme possono riferirsi gli interventi di tabula rasa effettuati sulla cinta bastionata circostante Castelnuovo dalla fine del XV secolo. Lo smantellamento dei bastioni e delle fabbriche di uso militare racchiuse nel recinto fortificato assume un ruolo centrale nella configurazione della cittŕ del Novecento e, con essa, della piazza Municipio, come confermano anche disegni di legge e dibattiti parlamentari avviati fin dal 1861. La seconda parte del saggio affronta le vicende delle mura aragonesi, che saranno oggetto di interventi di demolizione e trasformazione a partire dalla metŕ del XIX secolo, per giungere ad una fase di progressiva presa di coscienza del loro valore. Dall'apertura della nuova via dei Fossi fino alla liberazione di porta Capuana, si evidenzia il progredire di un atteggiamento che da una sostanziale condanna delle fortificazioni, intese come ostacoli all'espansione urbana, muove verso una loro valorizzazione, ancorché fondata sulla prassi dell'isolamento del "monumento", conducendo, come nel caso di porta Capuana, all'estraniazione di un ambiente stratificato da molti secoli.
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Bianchi, Alfio Ernesto, Patrizia Strappazzon, Antonio Maggi et Riccardo Raddino. « Il tessuto adiposo epicardico e perivascolare. Un fattore di rischio cardiovascolare emergente ». Cardiologia Ambulatoriale 30, no 3 (9 décembre 2022) : 172–80. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-3-5.

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Il tessuto adiposo ectopico e quello perivascolare possono diventare un fattore di rischio cardiovascolare per l’ingresso all’interno del tessuto stesso di molecole infiammatorie Questa trasformazione del tessuto adiposo può favorire la progressione di malattia in organi e vasi e particolari situazioni cliniche come la fibrillazione atriale, lo scompenso, la vasculopatia cerebrale e la malattia coronarica. La radiomica che è una nuova e più avanzata tomografia computerizzata, permette di qualificare e quantificare il tessuto adiposo cosi trasformato. Essa permette inoltre una migliore definizione del rischio cardiovascolare e permette di inquadrare la malattia aterosclerotica già in una fase precoce favorendo, se necessario, un trattamento terapeutico, altrettanto precoce.
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Alì, Alessandro. « Piccoli centri. Campi di riforma del progetto urbanistico ». TERRITORIO, no 93 (janvier 2021) : 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093007.

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Résumé :
Dieci anni separano il nuovo Piano urbanistico di Romano di Lombardia approvato definitivamente nell'aprile 2019 da quello precedente costruito alle soglie della crisi del primo decennio del millennio. Un periodo tradizionalmente breve per l'urbanistica, ma sufficiente per tracciare un profondo mutamento nelle domande e nei fabbisogni che attraversano i territori dei piccoli centri. La crisi di previsioni di crescita urbana e di scelte di sviluppo di impresa apparentemente illimitate, il rapporto tra pubblica amministrazione e soggetto privato nella costruzione del welfare urbano, le difficoltà a compiersi delle grandi trasformazioni pianificate in contrapposizione alla fluidità di quelle piccole e diffuse, sono alcuni aspetti del fare urbanistica messi in questione dal nuovo piano di Romano di Lombardia.
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Stefani, Silvia, et Paola Cereda. « Fare insieme una cosa difficile. Dal teatro comunitario argentino alla compagnia integrata assaiASAI ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (février 2022) : 133–45. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002010.

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Résumé :
L'articolo analizza l'esperienza della compagnia integrata di teatro comunitario assaiASAI, attiva a Torino dal 2010. La compagnia, che dal 2010 a oggi è stata attraversata da più di trecento persone, è costituita da un gruppo eterogeneo che comprende persone diverse per età, provenienza geografica, (dis)abilità, professione, formazione, background socioculturale. Le autrici discutono il ruolo del teatro comunitario argentino e delle riflessioni che ne sono sorte sull'Arte per la Trasformazione Sociale che ispirano il lavoro di assaiASAI. A seguire, la compagnia integrata torinese viene analizzata in quanto "comunità di pratica". Questa lente analitica permette di discutere alcuni elementi portanti della compagnia: la pratica come contesto di apprendimento, la collaborazione oltre le differenze, la creazione di una comunità aperta. Infine, le autrici riflettono sulle difficoltà e le sfide nella relazione con altre realtà del welfare locale.
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Maria Dalba, Anna, et Giovanna Montinari. « Prendersi cura della separazione. Quando i genitori si dividono, la famiglia si unisce ». INTERAZIONI, no 2 (novembre 2020) : 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/int2020-002002.

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Le Autrici riflettono sulle dinamiche intersoggettuali e intrapsichiche che accompagnano la trasformazione del legame coniugale di fronte all'esperienza della genitorialità. La creazione del legame genitoriale richiede di rinunciare al rispecchiamento idealizzato e di rielaborare l'esperienza perturbante della terzietà, a partire dalle origini fondative della propria identità. Quando i processi terziari non sono sufficientemente compiuti, il bisogno di soggettivazione e differenziazione si tramuta in bisogno di separazione intersoggettuale. In questo caso, solo l'effettiva distanza consente, dopo aver attraversato fasi di dolore acuto, di poter fare davvero esperienza dell'Altro, riequilibrando la dialettica tra Eros e Thànatos. Questo processo viene riattivato dal pubertario del figlio adolescente, mobilitando quanto di rimosso o scisso è rima-sto nei procedenti assetti familiari e genitoriali. Nel lavoro istituzionale con la famiglia adole-scente, soprattutto nelle situazioni più difficili, la gruppalità psichica attivata dai dispositivi gruppali di supervisione e co-visione rappresenta un'esperienza di terzietà ineludibile, attivan-do quel fondamentale processo di scena primaria (Gaddini, 1974) che, ripetendosi continuati-vamente nel tempo, consente, a noi terapeuti, di accedere ed elaborare la nostra posizione di fronte al perturbante della famiglia e, ai genitori, di sentirsi accompagnati nell'attraversare il dolore della separazione intesa come trasformazione e non distruzione del loro legame.
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Sear, Frank. « The theatre at Taormina — a new chronology ». Papers of the British School at Rome 64 (novembre 1996) : 41–79. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010345.

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Résumé :
IL TEATRO DI TAORMINA: UNA NUOVA CRONOLOGIAIl teatro di Taormina, nonostante la sua importanza, non era mai stato oggetto di nessun dettagliato rilevamento, fino al 1992 quando un team australiano cominciò lo studio delle sue fasi architettoniche. Tale lavoro ha confermato l'esistenza di tre principali fasi costruttive: una fase ellenistica (III secolo a.C.); una ricostruzione romana (inizio del secondo secolo d.C.); e la trasformazione del teatro in un'arena (inizio III secolo d.C.). Comunque il rilevamento ha anche messo in luce il fatto che molte delle strutture tipiche dell'edificio che si credeva appartenessero al periodo del teatro, di fatto vanno associate alla fase in cui esso operava da anfiteatro. La ricostruzione del teatro quale area designata per l'incontro di gladiatori evenationestrasformò radicalmente l'edificio, modificandone molte delle sue parti. L'aspetto dell'edificio nel periodo in cui funzionava da teatro era molto diverso da quello che comunemente si pensa, ed è di particolare interesse poiché il progetto dell'edificio per rappresentazioni teatrali fu influenzato dalla ricostruzione delscaenadel teatro di Pompeo a Roma, probabilmente all'epoca di Domiziano. Ci sono anche indizi che alcune delle caratteristiche architettoniche del teatro possano essere associate alle province orientali e dell'Asia Minore.
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Pelucchini, Margherita. « Sentire osservando : un percorso insieme Formazione-trasformazione attraverso l'esperienza di osservazione del neonato ». SETTING, no 44 (mars 2021) : 165–96. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-044009.

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Questo articolo presenta l'esperienza di Infant Observation come centrale per la formazione analitica, in quanto capace di sviluppare la capacità di "osservare per vedere" del terapeuta ed il contatto con il proprio bambino interiore; essa predispone altresì all'ascolto del proprio controtransfert nel rapporto con l'altro-da-Sé entro un gioco relazionale carico di significati. Emerge dallo scritto come il concetto di formazione-trasformazione connoti l'intera esperienza, riguardando trasversalmente tutte le menti coinvolte. A modifi-carsi sono, in tal senso, il sentire dell'osservatore, con il proprio setting interno, il bam-bino che viene osservato e le funzioni genitoriali in gioco all'interno del campo d'osservazione; a trasformarsi è inoltre la mente gruppale dei colleghi, che accoglie l'esperienza dell'osservatore per rileggerla ed attribuire ad essa nuovi e più estesi signi-ficati. Si palesa come osservare e sentire il bambino nel contesto consenta di prendere coscienza del suo percorso di sviluppo, sperimentandolo dal vivo. La vicinanza a Valeria nel primo anno di vita ha permesso all'osservatrice di assistere al passaggio dai vissuti originari di fragilità e dipendenza dalla madre pur con l'apporto della propria agentività, alla lenta e progressiva strutturazione di un Io ai primordi, garantito dalle relazioni Io-Tu, di pari passo al presentarsi di difese arcaiche. Nel corso dell'Infant Observation la funzione della pelle della piccola e l'integrazione progressiva tra soma, psiche ed affettività sono risultate centrali, anche nel manifestarsi di sintomi di disagio all'interno delle relazioni primarie. È stato possi-bile assistere allo sviluppo sensoriale e motorio-prassico di Valeria, parallelamente a quello verbale ed insieme alla maturazione di capacità cognitive, dell'abilità imitativa e di quella che è parsa una nascente teoria della mente. Sono inoltre comparsi le rou-tine e lo sviluppo sociale. La riflessione sul costrutto dell'attaccamento è stata cruciale in tutto il percorso. Nel complesso, l'articolo mostra come l'Infant Observation comporti un costante lavorio interiore nell'osservatore, una lettura e rilettura degli innumerevoli elementi del campo di osservazione, quali sensazioni, emozioni, pensieri, dubbi, paure, alla ricerca di una trama ed un senso. Un aspetto cardine è quello del pensiero sul "dopo" e sui saluti, ossia la possibilità della separazione dall'altro con buoni pensieri, con la fiducia verso di lui e verso le sue risorse. Una fase di elaborazione del lutto risulta necessaria, fonte anch'essa di profondi insegnamenti e metamorfosi interna.
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Corň, Giancarlo. « L'economia italiana nei sentieri del capitalismo imprenditoriale ». ARGOMENTI, no 30 (mars 2011) : 69–95. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030004.

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Questo articolo analizza i problemi della bassa crescita che l'economia italiana ha vissuto nell'ultimo decennio, aggravati da una recessione globale che ha colto la parte piů dinamica del tessuto produttivo in una fase di cambiamenti strutturali. Nella prima parte l'articolo si sofferma su alcune delle possibili cause della modesta dinamica della produttivitŕ, quali la persistenza di dualismi strutturali e geografici nell'economia nazionale, gli effetti della flessibilitŕ del lavoro e degli intensi fenomeni migratori, le specificitŕ del modello di innovazione senza ricerca. Nella seconda parte l'articolo propone una analisi dei diversi percorsi di trasformazione che da anni le imprese hanno avviato per rispondere ai cambiamenti del contesto competitivo. In particolare, l'incremento di qualitŕ e la ricerca di eccellenza nei prodotti e nel turismo, lo sviluppo e l'integrazione tecnologica nell'industria, l'organizzazione internazionale della produzione, la crescita dei servizi innovativi per le imprese e l'affermazione di una economia dei servizi di prossimitŕ collegati alla salute, alla cultura e all'ambiente.
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Moscatelli, Matteo. « Nuovi orizzonti del welfare di fronte alle vulnerabilità emergenti ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (janvier 2023) : 139–51. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-002011.

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Résumé :
Nelle società contemporanee caratterizzate da diversi processi di decomposizione sociale e disaffezione partecipativa, il progetto di rigenerare comunità "inclusi-ve, innovative e riflessive" ha dovuto confrontarsi con nuove forme di disuguaglianza sociale e povertà, alcune acuite durante la crisi Covid-19. Al welfare è pertanto chiesto di ripensarsi per rispondere a questa diffusa vulnerabilità da un'ottica preventiva e ri-generativa con interventi asimmetrici per fare fronte alle problematicità emergenti. L'articolo ripercorre alcune di queste recenti trasformazioni e propone tre direttrici di cambiamento sulla base di alcune ricerche em-piriche condotte in Italia su progetti di riforma delle politiche sociali. Le ricerche considerate mostrano che i beni relazionali sono alla base di un welfare sosteni-bile, che l'approccio di intervento più efficace è di tipo multidisciplina-re/multifocale e che nuove governance integrate, reticolari e circolari sono in grado di dare senso all'azione, attraverso innovative logiche di co-progettazione e co-produzione che considerano le eterogeneità territoriali.
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Magliacane, Alessia. « Forma della norma-stato e fatto del potere pastorale ». Revista da Faculdade de Direito UFPR 62, no 2 (31 août 2017) : 175. http://dx.doi.org/10.5380/rfdufpr.v62i2.52428.

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Résumé :
La complessità del soggetto (individuale e collettivo) è sottoposta nella fase detta postmoderna (Harvey, Jameson, Raymond) ad un aggressivo tentativo di riduzione che ha come strumento la norma-stato, che ha attraversato pressoché indenne le epoche storiche fino alla modernità borghese – capitalistica indagata da Habermas (nelle strutture discorsive), da Foucault (nella trasformazione del potere disciplinare e pastorale), da Deleuze (nella particolare struttura della ripetizione, erede della coazione freudiana), da Lacan (nella dialettica della repressione simbolico-normativa), da Butler (nella dialettica tra soggettivazione e assoggettamento) ma soprattutto nelle forme dell’immaginario letterario e cinematografico (di cui si fanno qui gli esempi di Lynch e McCarthy). L’autore tenta anche una netta distinzione tra la critica del diritto e l’analisi critica della forma normativa-giuridica, nella comparazione con altre esistenti forme normative quali quella strettamente simbolica (ad esempio nella morale sociale e nella famiglia) e quella istituzionale (ad esempio nelle forme di alienazione e di istituzione totale) alla luce delle più moderne teorie linguistiche, sistemiche, psicologiche e della complessità.
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Carrino, Annastella. « Fra nazioni e piccole patrie. "Padroni" e mercanti liguri sulle rotte tirreniche del secondo settecento ». SOCIETÀ E STORIA, no 131 (mai 2011) : 36–67. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-001002.

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Nell'immagine storiografica diffusa, l'economia settecentesca si presenta come una macchina che produce sviluppo e, al tempo stesso, dominazione e emarginazione. Ai suoi vertici si collocherebbero potenze superiori sotto il profilo della capacitÀ produttiva, mercantile e politico-militare; all'altra estremitÀ, residuerebbero spazi secondari, praticabili da soggetti privi di ambizioni, relegati dentro circuiti locali in grado di affacciarsi a quelli piů ampi solo in un nesso di subordinazione, o collocandosi sul crinale fra lecito e illecito. Accogliendo suggestioni presenti in studi recenti, l'a. prova a sfumare e complicare questa immagine, sottolineando come una parte significativa dell'espansione commerciale mediterranea settecentesca veda come protagonisti soggetti, luoghi e pratiche spesso privi di capitali rilevanti, saperi codificati e protezioni statali robuste. Il nuovo protagonismo dei "Genovesi" al centro di questo contributo non si pone in continuitÀ con la gloriosa storia del commercio e della finanza genovesi fra tardo medioevo e prima etÀ moderna. Essi sono in realtÀ micro-mercanti provenienti non dalla Dominante, ma da alcuni borghi costieri liguri. Non restano tuttavia figure marginali: riescono invece a fuoriuscire dall'andirivieni del piccolo cabotaggio e a diventare protagonisti di una parte significativa del commercio in grande, inventando modi di fare mercato, strumenti inediti per acquisire informazione e fiducia. Alla base della loro vitalitÀ vi č un anche rapporto forte e mai interrotto con i villaggi natali: minuscoli centri costieri, debolissimi sotto il profilo demografico, istituzionale, commerciale e finanziario, ma al tempo stesso custodi di un capitale relazionale importante, di funzioni mercantili decisive per il loro successo imprenditoriale. Tratteggiando biografie individuali e di gruppo, il saggio suggerisce l'immagine di un Mediterraneo settecentesco affollato di attori, pratiche e luoghi non sempre canonici. Ignorandoli e concentrandosi esclusivamente sulle grandi imprese mercantili, sulle grandi "nazioni" protette da mercantilismi prepotenti, si rischierebbe di non comprendere il funzionamento di questo mercato in una fase decisiva della sua trasformazione.
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Sbiglio, Maria Gabriela, Lara Giambalvo, Alessandra Verri, Barbara Bianchini et Velia Bianchi Ranci. « Gli effetti del presente ». GRUPPI, no 2 (octobre 2021) : 178–93. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12590.

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Il presente scritto è frutto del lavoro di un gruppo di colleghe che si sono riunite, su iniziativa di una di loro, Maria Gabriela Sbiglio, per riflettere sugli effetti della pandemia nella clinica contemporanea. La cornice di questa riflessione è stata costituita dal pensiero di Janine Puget, attraverso la lettura e l'ascolto condiviso di materiale proveniente dagli ultimi interventi in diversi convegni internazionali e seminari cui Puget ha partecipato nel periodo post pandemia. Gli autori sottolineano la situazione dell'incontro con l'alterità che crea una nuova storia, dei nuovi significati e un nuovo inconscio. Nella temporalità del presente e dall'incontro con le differenze si attivano delle "tensioni" e dei 2confini". Le differenze coesistono come "mondi paralleli", ognuna con il proprio significato, e possono produrre aperture e trasformazioni, a partire da quello che è possibile "fare insieme". Il processo del gruppo si è poi intrecciato a una rielaborazione svolta dai singoli partecipanti su alcuni dei concetti principali del pensiero di Puget, integrando anche il materiale dell'intervista da lei rilasciata alla rivista Gruppi del 2019 e qui pubblicata.
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Tognocchi, Luca. « “La notte” di Dino Campana e Faust : tra metamorfosi e iniziazione ». Quaderni d'italianistica 43, no 1 (26 janvier 2023) : 117–30. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v43i1.40182.

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Questo articolo indaga il tema della notte e la funzione poetica del personaggio di Faust all’interno delle prime sezioni dei Canti Orfici (“La Notte” e i “Notturni”) di Dino Campana. Campana dichiarò di voler fare del suo libro un “piccolo Faust,” e nomina proprio Faust come io-lirico della “Notte.” Inoltre, sono presenti espliciti richiami testuali alla scena “Notte di Valpurga” della tragedia goethiana, parzialmente tradotta da Campana in una lettera del settembre 1917. In entrambe le opere, la notte permette la violazione dello status quo e consente all’io di valicare i propri confini. Se il notturno faustiano presenta continue metamorfosi e/o travestimenti dei personaggi in scena e include un rituale d’iniziazione cui lo stesso Faust prende parte, la notte campaniana diventa luogo e momento di trasformazione, secondo modalità carnevalesche, e di iniziazione ai culti misterici, che verranno studiate e approfondite nell’articolo.
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Bindi, Letizia. « Mangiare con gli occhi. Cibo, rappresentazioni della localitŕ e scenari translocali ». CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no 6 (juin 2010) : 67–89. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006005.

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L'articolo affronta il tema della attribuzione di tipicitŕ a prodotti agroalimentari e del rapporto che questi processi intrattengono con la costruzione delle identitŕ locali e della valorizzazione e commercializzazione dei territori. Partendo da alcune etnografie in fase di avvio alcune, di svolgimento altre - particolarmente in Molise - l'autrice intende mostrare la complessitŕ dei rapporti intrattenuti tra produzione agroalimentare, strategie di promozione culturale dei territori da parte istituzionale e privata e livelli sovralocali e talora anche sovranazionali di definizione della tipicitŕ dei prodotti e di loro ammissibilitŕ nei circuiti commerciali (disciplinari, tutela, fonti di finanziamento specifiche). Accanto a ciň questo studio ha la finalitŕ di mostrare come i processi di trasformazione degli stili del gusto enogastronomico rientrino progressivamente in una riformulazione dell'idea stessa di tipicitŕ e nella piů ampia definizione di un patrimonio immateriale che tiene insieme paesaggi e comunitŕ di pratica, ambiente, tradizioni e marketing dei territori, attivismo locale e quadri di riferimento politico-istituzionali sovralocali. L'ultima parte del saggio, infine, tenta di individuare un'ulteriore pista di indagine sui temi della reinvenzione del cibo attinente l'insieme dei media (anche di ultima generazione) nella costruzione di mode e stili del gusto di tipo contemporaneo concretamente sganciati da un'afferenza territoriale, ma sempre piů "ri-localizzati" sul piano simbolico.
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Civitarese, Giuseppe. « Cosa vuol dire "giocare" in analisi ? » PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 1 (juin 2021) : 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001003.

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Résumé :
"Giocare" in analisi ha a che fare con a) l'ascoltare il discorso dell'inconscio come se virtualmente qualsiasi cosa riflettesse il sogno della coppia o del campo analitico, b) l'interpretare il processo dell'analisi non come un rettificare le distorsioni di transfert ma come un promuovere trasformazioni, c) l'adoperare uno stile semplice, diretto e spontaneo di conversazione con il paziente. Nel nuovo paradigma della psicoanalisi, che si può definire non più epistemico ma ontologico, cioè diretto non tanto a svelare contenuti rimossi ma a promuovere nuove funzioni, la psicoanalisi dei bambini, in cui il gioco ha un posto così rilevante, fa da modello alla psicoanalisi degli adulti. I concetti di attività, vitalità, intensità, curiosità, piacere, esplorazione, spontaneità, apertura, ecc. diventano elementi che idealmente dovrebbero essere presenti in qualsiasi analisi. Nel gioco tutto è finzione e si gioca in due. Giocare serve a far crescere la mente passando per momenti di sintonizza zione emotiva (at-one-ment). Da qui la necessità per l'analista di disporre di concetti aggiornati per intuire cosa succede sul piano inconscio e condiviso della relazione.
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Nesi, Luca. « RECENTI CAMPAGNE ELETTORALI IN GERMANIA : VERSO UNA NUOVA PROFESSIONALIZZAZIONE ? » Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 64, no 2 (30 décembre 2010) : 67–102. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9721.

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Résumé :
Il cambiamento delle strutture sociali e soprattutto del sistema mediatico hanno modificato profondamente il modo di fare campagna elettorale anche in Germania. Fin dalla nascita della Repubblica federale i maggiori partiti dello scenario politico tedesco avevano assunto figure esterne per avere un aiuto in alcuni aspetti della campagna, ma essenzialmente il modo di fare campagna era ancora quello utilizzato prima dell’avvento del regime nazionalsocialista, e cioè centralizzato negli organi di partito che pianificavano e conducevano tutte le fasi della campagna. La vera svolta si ebbe con il graduale aumento del potere e dell’influenza del mezzo televisivo e dell’affermazione della sua logica all’interno del mondo politico. Il 1970, con il sorpasso del mezzo televisivo su quello della carta stampata nel ruolo di dominatore della contesa elettorale, ed il 1976, con l’accettazione senza mezzi termini della logica mediale da parte degli attori della scena politica, in primis i partiti ed i candidati, sono le due date fondamentali per quanto riguarda la nascita delle nuove campagne elettorali dominate dalla logica mediale. Questa trasformazione delle contese elettorali in Germania ha portato alla situazione odierna, dove più che “campagna di contenuti” si può parlare di campagna dello spettacolo, dell’intrattenimento e del candidate-show.
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Saruis, Tatiana, et Leonardo Catena. « Le politiche socio-assistenziali in Italia, tra discrezionalitŕ istituzionale e discrezionalitŕ operativa ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juillet 2012) : 145–60. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002009.

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Résumé :
La riorganizzazione del Welfare ha visto una redistribuzione di funzioni, compiti e spazi di autonomia decisionale tra livelli istituzionali, organizzazioni ed attori. In Italia, questi processi hanno interessato sia il versante della programmazione delle politiche, sia quello della loro effettiva realizzazione. La combinazione tra le indicazioni normative e le specificitŕ regionali e locali hanno dato vita ad un sistema di Welfare territorialmente diversificato. L'assunzione del principio di sussidiarietŕ e di una prospettiva di governance porta con sé dilemmi irrisolti, che definiscono esiti differenziati, anche potenzialmente divergenti. Sono numerosi ed interessanti gli interrogativi che sorgono intorno alla possibilitŕ di bilanciare i principi di autonomia ed equitŕ e di contenere gli "spazi" di una discrezionalitŕ che si po- trebbe definire "istituzionale". Il rischio č di sancire dal punto di vista istituzionale squilibri subnazionali e diseguaglianze fra i cittadini. Nell'area delle politiche sociali, dove l'esigibilitŕ dei diritti appare, per molti versi, ridotta, si combina una spesso rilevante discrezionalitŕ "operativa", affidata agli attori preposti alla complessa fase dell'implementazione. In un quadro normativo dai tratti incerti ed indefiniti, sostenuto da risorse spesso contenute, si intrecciano competenze, organizzazioni e professionalitŕ, nell'affrontare bisogni complessi ed in rapida trasformazione. In un mutevole bilanciamento tra specificitŕ ed equitŕ delle prestazioni, flessibilitŕ e garanzia dei servizi, diritti, eccezioni ed emergenze.
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Pireddu, Mario. « Media literacy, coding e cittadinanza digitale : apprendere e costruire con le tecnologie ». Revista Espaço Pedagógico 26, no 2 (10 mai 2019) : 338–51. http://dx.doi.org/10.5335/rep.v26i2.8704.

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Il complesso rapporto tra educazione e tecnologia digitale può essere compreso se è chiaro il ruolo delletecnologie nell’ecosistema di rete che abitiamo. Le tecnologie non sono strumenti o aiuti esterni al corpo umano, ma agenti di trasformazione delle nostre strutture mentali e corporee. Il concetto di fluidità computazionale aiuta a superare i limiti delle teorie relative al pensiero computazionale: il coding può essere visto a tutti gli effetti come una forma di espressione e di padronanza di un linguaggio, secondo un approccio incentrato sulla progettazione, il pensiero critico e la creatività. Lo scopo delle attività di coding non è imparare abilità e concetti base dell’informatica, ma l’espressione di se stessi attraverso ambienti di sviluppo creativo. Padroneggiare il coding aiuta a sviluppare il proprio pensiero, a sviluppare la propria espressività e a sviluppare la propria identità. La fluidità computazionale ha a che fare non solo con la comprensione dei concetti computazionali e delle strategie di risoluzione dei problemi, ma anche con la capacità di saper creare e sapere come esprimersi con le tecnologie digitali per contribuire attivamente alla società verso una piena cittadinanza digitale.
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Leonardi, Daniela. « Piattaforme digitali e lavoratori on demand : contraddizioni, conflitti e processi di (contro) soggettivazione. Inchiesta con i rider a Torino ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 158 (novembre 2020) : 199–221. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158010.

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Il presente articolo contribuisce al dibattito sulle piattaforme digitali focalizzandosi sull'analisi del livello micro, al fine di comprendere i vissuti dei rider del food delivery rispetto ai macro-cambiamenti del mercato del lavoro. La riflessione indaga il rapporto tra trasformazioni strutturali ed esperienze soggettive nel modello organizzativo delle piattaforme digitali. Il contributo è parte di una più ampia ricerca iniziata a Torino (Italia) nel 2016 e attualmente in corso, concepita e realizzata seguendo l'approccio che Alquati (1993) ha definito "conricerca". L'articolo sottolinea la centralità delle pratiche conflittuali agite dai lavoratori. I risultati evidenziano tra le cause scatenanti dell'antagonismo nei confronti del management, i conflitti tra rider e aziende, la contraddizione tra reddito e salute, le tensioni tra autonomia e controllo. La ricerca mostra come la posta in gioco delle pratiche conflittuali attuate non debba essere intesa come riguardante questioni meramente regolative ma abbia a che fare con questioni interpretative e politiche.
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Marucci, Angelo, Davide Marino, Margherita Palmieri et Silvia Pili. « ruolo delle aree agroforestali nella fornitura potenziale di servizi ecosistemici : il caso della Regione Molise ». L’Italia Forestale e Montana 77, no 4 (14 octobre 2022) : 153–63. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1723.

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I cambiamenti nell’uso e copertura del suolo rappresentano la principale causa della perdita del capitale naturale e dell’offerta dei servizi ecosistemici. Analizzare le dinamiche e gli impatti di tali cambiamenti è importante anche rispetto all’attuazione del Nuovo Testo Unico Forestale, che riconosce i servizi ecosistemici generati dalle foreste ed individua, nei Pagamenti per i Servizi Ecosistemici, gli strumenti innovativi per la gestione forestale sostenibile. L’implementazione di tali strumenti richiedono informazioni inerenti alla mappatura, alla quantificazione ed alla valutazione economica dei servizi ecosistemici. Nel nostro studio abbiamo analizzato la variazione dell’offerta dei servizi ecosistemici in relazione alle dinamiche di uso e copertura del suolo avvenuti tra il 1960 ed il 2018 nella Regione Molise. Per fare questo tipo di analisi abbiamo impiegato una metodologia basata sull’analisi in ambiente GIS dei processi di trasformazione del paesaggio agro forestale e sulle matrici qualitative di fornitura potenziale dei servizi ecosistemici legati alla copertura del suolo. I risultati ottenuti potrebbero essere funzionali a prevedere scenari futuri ed identificare strategie di adattamento per la mitigazione degli impatti dovuti ai cambiamenti della copertura del suolo a scala regionale e nazionale.
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Pasquino, Gianfranco. « Democrazia, partiti, primarie ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 55, no 1 (30 juin 2006) : 21–39. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12708.

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Per cominciare, mi sembra opportuno delineare le caratteristiche della, come direbbero gli inglesi, big picture , vale a dire del quadro generale nel quale si inquadrano le trasformazioni dei regimi democratici, in special modo di quelle democrazie che si sono consolidate nel secondo dopoguerra. A partire dalla pubblicazione in inglese (1992) del libro di Francis Fukuyama, La fine della storia e l’ultimo uomo, sono proliferate le analisi di queste trasformazioni della democrazia, spesso effettuate con visioni ideologiche talvolta con riferimenti quasi kantiani alla necessità di estendere la democrazia ai livelli sopranazionali (Unione Europea, Nazioni Unite). Correttamente inteso, ma era sufficiente essere andati oltre la lettura del titolo, il libro di Fukuyama aveva assunto una prospettiva piuttosto diversa. Con straordinario tempismo, l’autore argomentava che, avendo vinto la sfida con i totalitarismi, le democrazie liberali si trovavano finalmente nelle condizioni migliori per iniziare il complesso cammino del loro perfezionamento. Oggi sappiamo che, con la comparsa del terrorismo internazionale, sotto forma di sfida alla civiltà occidentale, come correttamente previsto, ma sicuramente non auspicato, da Samuel Huntington (Lo scontro di civiltà e il nuovo ordine mondiale), la situazione si è molto complicata. Non per questo, le democrazie hanno rinunciato ai loro principi fondanti né li hanno stravolti anche se qualcosa del genere può essere avvenuto, come affermano diversi studiosi e commentatori, alla democrazia degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Bush, seppur in maniera non irreversibile. Al contrario, la maggior parte delle democrazie hanno accettato la sfida della qualità delle loro istituzioni e delle loro prestazioni tanto che quello della “qualità della democrazia” è attualmente il campo di analisi in ascesa nella scienza politica contemporanea (sul punto Diamond e Morlino 2005). E, naturalmente, quando si parla di qualità della democrazia è assolutamente inevitabile interrogarsi non tanto e non soltanto sui diritti dei cittadini, che qualsiasi democraziadegna di questo nome deve promuovere e proteggere, quanto, piuttosto e più precisamente, sui poteri dei cittadini. Questa, peraltro non lunga, ma appena leggermente pomposa, premessa mira a suggerire che, come vedremo meglio in seguito, le elezioni primarie non cadono dal cielo e neppure vengono dall’inferno, ma possono e debbono essere inserite nel discorso relativo al perfezionamento delle democrazie. Peraltro, non ho nessun dubbio sul fatto che la qualità della democrazia dipende anche, gli elitisti direbbero in special modo, dalla qualità delle loro leadership, delle minoranze organizzate che conquistano il potere politico. Ritengo, però, assiomatico affermare che nelle democrazie sono gli elettori a scegliere e, eventualmente e periodicamente, a fare circolare le leadership, ovvero a fare entrare e uscire dalle stanze del potere le minoranze organizzate dei loro sistemi politici. Dunque, mi pare opportuno condurre il discorso che segue con riferimento proprio al potere degli elettori di scegliere non soltanto rappresentanti e governanti, ma anche coloro che ambiscono a diventare rappresentanti e governanti.
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Burlando, Patrizia, et Sara Grillo. « Utopia vs Realtà ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 1 (26 juillet 2021) : 172–81. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10291.

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Se la realtà ci impone di ripensare città come super-organismi con minori impatti per una crescita economica attuale, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, senza emissioni negative (Paris Agreement, Green Deal), dall’altra è chiaro il bisogno di utopia per immaginare dei futuri alternativi, traendo spunto dalle epoche in cui gli ideali hanno avuto il potenziale di influenzare l’attività di progettisti e di pianificatori. In qualunque modo l’utilizzo di un verde più resiliente è diventato l’elemento cardine nei processi di trasformazione urbana. Non a caso anche architetti di fama mondiale come Boeri Associati, MVRDV, AMO/Koolhaas e BIG- Bjarke Ingels Group hanno improntato la loro ricerca sulla green tech al fine di utilizzarla nell’ambito di interventi architettura. Nella soluzione di diversi problemi ambientali: dal cambiamento climatico, alla emergenza COVID-19, dunque, l’utilizzo di un insieme di soluzioni verdi, resilienti e a diverse scale spaziali da quella della città, a quella di quartiere, di isolato e del singolo edificio è diventata una necessità.L’obiettivo di questo lavoro è presentare evidenziandone pregi e criticità alcuni progetti verdi, sia visionari, sia in fase di realizzazione, che si basano sui concetti chiave di sostenibilità, multifunzionalità, aumento dei servizi ecosistemici e multiscalarità. Se la utopia della Riforestazione Urbana di Stefano Boeri diventa realtà, invece la ricerca The Green Dip condotta dal The Why Factory Workshop rappresenta al momento solo uno studio, un manifesto per restituire vivibilità alle città contemporanee.
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Orefice, Carlo. « Problematizzare il mondo, ridare la parola, favorire i processi di trasformazione sociale. I perch&eacute ; di un numero monografico su Paulo ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (juillet 2022) : 11–23. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-2022oa13727.

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A cento anni dalla sua nascita (1921-2021), il pensiero e l'opera di Paulo Freire continuano a testimoniare la straordinaria efficacia politico-pedagogica di questo autore, uno dei maggiori educatori del XX secolo. Il contributo analizza l'eredità di Freire e la sua attualità in termini di nuove sfide epistemiche e pedagogiche, a partire dalle riflessioni fatte durante il Congresso Internazionale (maggio 2021) organizzato dalla Red latinoamericana para el cambio social y el aprendizaje emancipatorio intitolato "Sul fare educazione. L'attualità pedagogica di Paolo Freire a cento anni dalla nascita (1921-2021)", ed in occasione dell'uscita del numero monografico dedicato a tale evento della rivista Educational Reflective Practices.
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Cattorini, Paolo Marino. « Etica ed estetica per l’anoressia / Ethics and aesthetics for anorexia ». Medicina e Morale 67, no 4 (30 octobre 2018) : 417–36. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.550.

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L’anoressia nervosa rischia di venir fraintesa, etichettandola come mero disturbo neurobiologico e affrontandola con tattiche assistenziali, che mirano semplicemente alla rapida correzione del peso. Un approccio fenomenologico coglie invece nel disturbo alimentare una strategia di liberazione, per quanto rischiosa e piena di contraddizioni. Nel presente articolo abbiamo indicato tre dimensioni etiche ed estetiche di questa pericolosa trasformazione di sé. L’anoressica scolpisce il corpo in forme dissonanti, al modo di una body artist; ella scrive nella carne la propria storia alla luce di un mito affettivo, che la guida come un racconto esemplare di formazione; infine l’anoressica prova per il cibo il disgusto che ella vive nei confronti di relazioni mancate di cui ha ancora disperata fame. La persona che soffre tenta di dirigere perfezionisticamente, attraverso la malattia, una trasformazione individuale, imbattendosi in un mondo di oggetti trasfigurati (fra cui i cibi, le sostanze alimentari), un mondo simile a quello istituito dall’arte contemporanea. Per questi motivi, il lavoro medico-psicologico condotto sui disturbi alimentari è più efficace quando si posseggono competenze in ambito umanistico, particolarmente di ordine etico ed estetico. ---------- Anorexia nervosa risks being misunderstood by labelling it merely as a neurobiological disorder or by tackling it only with behavioral advice, in order to rapidly achieve some weight gain. On the contrary, a phenomenological approach recognizes in an eating disorder also an ethical strategy of liberation, although it may well be risky and full of contradictions. This article indicates three ethical and aesthetic dimensions of this dangerous transformation of self-image. Anorexia sculpts the body in dissonant forms, in the way of a body artist; it writes in the flesh a suffering story in the light of an affective myth, which guides the patient towards an ideal of mature development. Finally, sick people feel the same disgust for food that they experience with regard to missed or damaged relationships of which they still desperately hunger for. Through the illness, an attempt is made to manage in a perfectionist way the bodily transformation, but the result is that they come upon a disquieting world of transfigured objects, a world similar to that established by some contemporary art movements. For these reasons, the medical-psychological work carried out on eating disorders requires competence in the field of medical humanities and particularly in the sphere of ethical and aesthetic education.
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Biasin, Chiara, et Veronica Marin. « Pandemic within workplaces. Address the recovery post Covid-19 by training ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 3 (31 décembre 2021) : 312–27. http://dx.doi.org/10.36253/form-10282.

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This paper concerns the effects of the pandemic in the Italian working context. The Covid-19 crisis has forced transformations in working methods, has involved changes of working spaces and times, has generated new social and professional needs and different training demands. The aim is to understand how Covid-19 has changed the way people work and stay at work, exploring the effects of the pandemic in new skills and training needs of adults at work. Through a quantitative approach, an organization in the North-East of Italy is studied as a case study in order to offer theoretical perspectives and practical advice useful to broaden the discussion on the topic. Pandemia e mondo del lavoro: sostenere la ripresa attraverso la formazione. Questo contributo riguarda gli effetti della pandemia nel contesto lavorativo italiano. Il Covid-19 ha imposto trasformazioni nelle modalità lavorative, ha implicato ristrutturazioni degli spazi e dei tempi di lavoro, ha generato nuovi bisogni sociali e professionali e nuove domande formative. L’obiettivo di questo articolo è quello di comprendere come e in che modo il Covid-19 abbia cambiato il modo di fare e di stare al lavoro, facendo emergere nuove competenze e differenti bisogni formativi presso gli adulti al lavoro. Attraverso un approccio di tipo quantitativo, verrà studiato come caso di ricerca una azienda del Nord Est, al fine di offrire prospettive teoriche e indicazioni pratiche utili per una più ampia discussione sul tema.
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Di Amato, Annamaria. « Dallo Stato liberale allo Stato fascista : la progressiva trasformazione della rappresentanza politica tra antiparlamentarismo e corporativismo ». Ciencia Nueva. Revista de Historia y Política 2, no 2 (23 novembre 2018) : 78. http://dx.doi.org/10.22517/25392662.18701.

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En Italia, a finales de la primera guerra mundial, la Cámara electiva estuvo afectada por una profunda transformación debida a la reforma electoral de 1919 y a la consiguiente entrada de los partidos de masas en los equilibrios político-institucionales. La clase dirigente liberal, tradicionalmente acostumbrada a la circunscripción uninominal, quedó perjudicada y totalmente desplazada a la hora de constituir los gobiernos. En esos trances, gracias también a la fusión del movimiento de los Fasci di combattimento con el Partido nacionalista, Mussolini logró granjearse cierta confianza en el ámbito político de los liberales que llamaríamos “históricos” tanto de derecha como de izquierda, y sobre todo por parte del Soberano. La alimentada ambigüedad en algunas cuestiones constitucionales –sobre todo en la primera fase de su gobierno– le permitieron construir sin oposiciones un régimen político que, rápidamente, desembocó en el autoritarismo en particular tras la primera reforma electoral y el delito Matteotti. El Parlamento –sobre todo la Cámara electiva– fue el órgano más afectado por las reformas electorales fascistas (1924, 1928, 1939), que lo cambiaron completamente, introduciendo una nueva forma de representación política, el corporativismo, que reemplazaba la representación individual, alterando la naturaleza profunda del Estado liberal.
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Cigoli, Vittorio, Marialuisa Gennari, Caterina Gozzoli et Davide Margola. « Curare la relazione di coppia. L'incontro tra pratica clinica e ricerca empirica ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 55 (juillet 2022) : 7–38. http://dx.doi.org/10.3280/pr2022-055002.

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È sempre più diffusa la richiesta di cura avanzata da coppie, siano esse coniugali, di fatto o ricostituite. Ciò è dovuto anche alla trasformazione dello scenario culturale relativamente al rapporto tra relazione di coppia e relazione familiare. La clinica di coppia è così diventata un vero e proprio genere terapeutico con sue specificità, in cui il cliente è la relazione tra i partner e il destino di tale relazione. Il contributo focalizza poi l'attenzione sulle differenti concezioni epistemologiche ed etiche che guidano il lavoro clinico con la coppia. La prima concezione, quella supportata empiricamente (Empirically Supported Treatments), propone un'etica basata sull'efficacia-utilità della cura; la seconda, quella supportata qualitativamente, si fonda su un'etica relazionalmente orientata e tende verso la ricerca di senso sia in merito alla relazione di coppia sia alla relazione coppia-terapeuta. Affronta poi, entro tale cornice, la questione della differenza, cruciale nel fare ricerca sulla psicoterapia, tra teoria e modello per un verso e tra metodo e tecniche per l'altro. Evidenzia infine come sia possibile un reale ed efficace incontro tra pratica clinica e ricerca empirica a proposito della relazione di coppia aldilà delle differenze tra modelli terapeutici. A tale proposito vengono offerte indicazioni metodologiche in grado di tener conto sia della variabile personale (i partner, ma anche il terapeuta), sia del legame in quanto tale (la relazione di coppia, ma anche la relazione terapeutica).
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Narciso, Fabio. « L'apprendistato, le politiche attive per l'inserimento dei giovani al lavoro ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 185–95. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099010.

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L'articolo ha come scopo quello di accendere una riflessione sugli strumenti dedicati all'inserimento lavorativo dei giovani. L'obiettivo č quello di fare una valutazione sulle misure di politica attiva, in uso nello specifico nella Provincia di Terni Servizio programmazione delle politiche del lavoro, quali il prodotto di filiera, mettendo questo strumento in relazione ed in filiera con le modalitŕ d'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro per mezzo del contratto di apprendistato. L'articolo ripercorre brevemente le varie trasformazioni ed applicazioni dello strumento dell'apprendistato mettendo in luce come nel tempo questo strumento abbia perso la valenza di raccordo con il mondo dell'istruzione e della formazione ed abbia messo l'accento principalmente sui vantaggi economici del contratto. L'apprendistato nato come luogo d'incontro tra i diversi mondi dell'istruzione, della formazione e del lavoro stenta a far dialogare questi mondi ed a condividere un linguaggio ed ad essere efficace in una logica di contaminazione e nella sua essenza formativa. I dati dell'ultimo rapporto ISFOL sull'apprendistato dimostrano in maniera sorprendente come le cause di interruzione dei rapporti di apprendistato per dimissioni, circa il 62%, dipendano dalla scelta dei lavoratori giovani che affrontano il mondo del lavoro con poca consapevolezza e privi di un percorso di orientamento capace di determinare le scelte professionali adeguate con un costo sociale che č tra i piů alti in Europa L'articolo poi descrive l'esperienza del prodotto di filiera work experience: composto da formazione propedeutica all'ingresso, tirocinio semestrale retribuito ed obbligo all'inserimento che ha prodotto il 64% di successi d'inserimento del mondo del lavoro dei giovani e che č considerato uno strumento virtuoso di conoscenza per massimizzare l'incontro domanda offerta.
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Picardi, Angelo, Giovanni de Girolamo, Giovanni Santone, Enrico Zanalda, Ian Falloon, Angelo Fioritti, Rocco Micciolo, Pierluigi Morosini et Alessandro Svettini. « 2. Le caratteristiche strutturali delle SR ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (septembre 2004) : 7–21. http://dx.doi.org/10.1017/s182743310000006x.

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Résumé :
La prima parte di questa monografia prende in esame le variabili di tipo strutturale delle SR, ovvero le caratteristiche quanti- e qualitative sia delle SR che dello staff curante. L'importanza delle caratteristiche strutturali delle SR è duplice: da un lato si trattava di comprendere in che misura il cambiamento strutturale innescato e promosso dalla Legge 180 si fosse tradotto in una effettiva e coerente trasformazione del contesto assistenziale, e dall'altro quale fosse il gradiente di variabilità delle strutture sul territorio nazionale (peraltro già messo in luce, in termini generali, nella fase 1 del progetto); è inoltre noto che la presenza di condizioni strutturali di qualità accresce le probabilità di un processo appropriato e quindi di un esito favorevole degli interventi.Oltre la metà delle 265 SR partecipanti (N=138, 52,1%) è localizzata nel Nord Italia, mentre le altre si distribuiscono in proporzione simile nel Centro (N=64, 24,2%) e nel Sud (N=63, 23,7%) del paese. Le SR del Sud presentano un numero medio di ospiti per struttura significativamente più elevato (14,1±7,2) rispetto a quelle del Nord (N=ll,2±8,6) e del Centro (N=9,4±5,8) (p<0,01; Nord vs Sud p<0,05; Centro vs Sud p<0,001). Il numero medio di residenti nelle SR selezionate è risultato pari a 10 (media 11,4±7,9), con un range piuttosto ampio, che va da un minimo di 4 ad un massimo di 60. La percentuale di SR con un numero di posti-letto superiore a 20 è tuttavia ridotta (N=16; 5,7%). Le SR con maggiore capienza (>20 posti-letto) presentano alcune differenze statisticamente significative rispetto alle SR di minore capacità ricettiva (<20 posti-letto): una percentuale inferiore di dimissioni concordate (12,7% vs 32,3%; p<0,05), ed una percentuale maggiore di fughe di residenti (17,1% vs 5,5%; p<0,01) e di drop-out (14,5% vs 4,2%; p<0,1).
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Gaviglio, Anna, Alberto Pirani et Pedol Martina Licitra. « Innovazione e competitivitŕ nella trasformazione di prodotti da agricoltura biologica : il caso delle imprese artigiane agro-alimentari lombarde ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 1 (juin 2009) : 77–96. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2009-001006.

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- Innovation and competitiveness of organic food artisan enterprise in Lombardy The present work is inspired by the observation that today "innovation" is frequently a key word for Italian food industry. It seems that this is the only way to successfully face global market. We can see that the food industry is following two different strategies: on one hand there are enterprises, more and more specialized, industrial production oriented whereas on the other hand there are enterprises oriented towards high quality, value added and niche productions. The aim of this work is to investigate behaviour of organic artisan enterprises in Lombardy and to take it as an example of how much innovation helps to increase small enterprise's competitiveness. Particularly the study regards two of the main regional supply chains, dairying and cereal from organic agriculture. It tries to determinate new ways to get good economic performance and, consequently, new ways to take part in the strategic choices. The work tries to check also acquisitions of innovation and which role innovation plays in a business strategy based on an upgraded concept of differentiation. This means, therefore, to focus the attention on the strategic nature of innovative choices and to define what each artisan enterprise is able to do: in an exclusive way; distinguishing it from the contenders; showing it to costumers; maintaining a special position in the market. The method of survey to define resources and ability of each organic artisan firm of the sample, is the Dynamic capabilities approach. The study evidences the key-resource and the key-capabilities combination on which is based the introduced innovation and it describes the main course of this particular sector. The data reveal a prevailing asset: marketing ability is the opportunity that a lot of enterprises efficiently use to differentiate the own distributive system - export is an example - and also to satisfy different customers. This attitude shows a resources and capability configuration more complex than the other. A systematic approach toward innovation in small enterprise, involving all the actors of the supply chain, could carry best economic improvements. Organic market, despite of the conventional one, is a new sector and it offers several opportunities to successful marketing initiative. New products, new services, new communications can attract more customers at all levels.JEL Codes: Q13, L10Key words: innovation, competitiveness, firm strategy, agricultural and food-artisan Enterprises
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