Thèses sur le sujet « Traduzione dei classici »

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Venturi, Paola <1966&gt. « L'immobilità del traduttore : la traduzione dei classici moderni inglesi in Italia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4097/1/venturi_paola_tesi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Translations, says Gideon Toury, are facts of target cultures – but the perceived status of source texts has a bearing on how these are reflected or refracted in the target language. This proposition is particularly evident in the case of classics: when translators have to work on literary creations occupying a pivotal position in the source/target cultures, they adopt strategies of literalness and ennoblement which betray a quasi-religious awe – on the one hand, a desire to ruffle the surface of the revered original as little as possible; and on the other, a determination to reproduce the supposed “classical qualities” of the classic even when they are not present in the source. In this dissertation, Paola Venturi studies how the “idea of classic” influences translation theory and practice, and substantiates her theoretical observations by looking at Italian translations of eighteenth- and nineteenth-century English classics. A marked – and historically determined – disparity between source and target readerships, and the translators’ reverence for their prestigious originals, conspire to produce Italian versions which are much more “wooden” and “elegant” than their English counterparts.
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Venturi, Paola <1966&gt. « L'immobilità del traduttore : la traduzione dei classici moderni inglesi in Italia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4097/.

Texte intégral
Résumé :
Translations, says Gideon Toury, are facts of target cultures – but the perceived status of source texts has a bearing on how these are reflected or refracted in the target language. This proposition is particularly evident in the case of classics: when translators have to work on literary creations occupying a pivotal position in the source/target cultures, they adopt strategies of literalness and ennoblement which betray a quasi-religious awe – on the one hand, a desire to ruffle the surface of the revered original as little as possible; and on the other, a determination to reproduce the supposed “classical qualities” of the classic even when they are not present in the source. In this dissertation, Paola Venturi studies how the “idea of classic” influences translation theory and practice, and substantiates her theoretical observations by looking at Italian translations of eighteenth- and nineteenth-century English classics. A marked – and historically determined – disparity between source and target readerships, and the translators’ reverence for their prestigious originals, conspire to produce Italian versions which are much more “wooden” and “elegant” than their English counterparts.
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Lago, Paolo. « Pasolini traduttore dei classici greci e latini ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423157.

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Résumé :
My Phd thesis focuses on classic translations made by Pier Paolo Pasolini. The first part analyzes translations from ancient Greek and the second translations from Latin. Chapter 1 analyzes the translation of some fragments from Sappho’s poems; chapter two the “Orestiade”, the translation of the Oresteia of Aeschylus; chapter three the translation of the Antigone of Sophocles (only the first 281 verses translated by Pasolini); chapter four the insert of some verses of the Sophocles’ Trachinie in the tragedy “Affabulazione”; chapter five focuses on the text of movies “Edipo re” (1967) and “Medea” (1969). The second part is dedicated to the analysis of the translations from Latin: the first 300 verses of the first Book of the Aeneis and “Il vantone”, a roman translation of the Miles gloriosus by Plautus.
La tesi analizza le traduzioni greche e latine di Pasolini, di natura teatrale e letteraria. La prima parte è dedicata alle traduzioni dal greco, la seconda a quelle dal latino. Nella prima parte l’analisi si concentra sulle traduzioni giovanili di alcuni frammenti di Saffo, tutte anteriori al 1949 (primo capitolo); sull’Orestiade, la versione dell’Orestea di Eschilo realizzata da Pasolini nel 1960 per una messa in scena del Teatro Popolare Italiano (secondo capitolo; un’analisi è stata dedicata anche al film Appunti per un’Orestiade africana, nel quale sono inseriti brani dell’Orestiade, nel capitolo 2 b); sulla traduzione solamente abbozzata dell’Antigone di Sofocle (terzo capitolo); sulla presenza di alcuni versi tratti dalle Trachinie di Sofocle in Affabulazione, una delle tragedie composte da Pasolini. In essa, infatti, all’interno della prima stesura del VI episodio (poi sostituito nella veste definitiva), sono stati inseriti dei versi della tragedia greca, all’interno di un rifacimento del dialogo finale fra i personaggi di Eracle e di suo figlio Illo (capitolo quarto). Il quinto capitolo, infine, è dedicato alle sceneggiature dei film Edipo re (1967) e Medea (1969) per individuare, all’interno di esse, la presenza di traduzioni letterali del testo greco originale. La seconda parte, nel primo capitolo, prende in esame la traduzione dei circa trecento versi iniziali del libro I dell’Eneide, alla quale il poeta pose mano nel 1959 e che può bene essere considerata come un importante ‘laboratorio’ testuale nel quale Pasolini sperimenta la propria tecnica di traduttore. Nel capitolo secondo, invece, l’analisi si sposta su un’altra importante traduzione pasoliniana di un classico portata sulle scene: il Vantone, dal Miles gloriosus di Plauto, una versione in romanesco realizzata nel 1961.
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Andreatta, Luca. « Il Maestro e Margherita : analisi comparativa nell’ambito della ritraduzione dei classici ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
Questo lavoro nasce da un desiderio personale di approfondire la conoscenza del mondo della traduzione letteraria e vuole essere quindi un modo per avvicinarvisi, analizzando in particolare l’aspetto della ritraduzione. Questa pratica negli ultimi anni sta acquisendo un’importanza sempre maggiore anche a livello accademico, dove si moltiplicano gli articoli che analizzano l’argomento. Il mio studio si servirà di due traduzioni italiane di «Master i Margarita» di Michail A. Bulgakov. Il presente elaborato sarà diviso in tre capitoli principali. Nel primo tratterò brevemente di M.A. Bulgakov e presenterò la trama del romanzo, per poi fare una rassegna delle varie traduzioni italiane di quest’opera, prendendo in esame per quanto possibile anche le rispettive traduttrici o traduttori. Nel secondo capitolo verrà affrontato invece il tema della ritraduzione, definendo il fenomeno e presentando alcuni dei più importanti studi sull’argomento e cercando di raccogliere e capire i motivi che portano alla ritraduzione di un’opera letteraria. Questo capitolo si concentrerà poi sul problema dell’invecchiamento delle traduzioni, partendo dall’ipotesi di Berman e poi utilizzando le categorie trovate da Van Poucke nel suo articolo «Aging as a motive for literary retranslation» per meglio definire questo fenomeno. Il terzo capitolo sarà costituito dall’analisi comparativa vera e propria tra due traduzioni italiane di «Master i Margarita» pubblicate a più di quarant’anni di distanza l’una dall’altra, quella del 1967 di Vera Dridso per Einaudi e quella del 2011 di Margherita Crepax per Feltrinelli. In particolare, l’analisi sarà svolta sul ventiquattresimo capitolo del romanzo, intitolato «Izvlečenie mastera» («La liberazione del Maestro»). Le differenze tra le due traduzioni, fornendo esempi presi dai testi, verranno analizzate e divise tra non-linguistiche e linguistiche, e queste saranno a loro volta suddivise in «lessicali», «grammaticali e sintattiche», e «di stile e registro».
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Castagnino, Alessia <1984&gt. « Per uno studio storico sulle traduzioni : le traduzioni italiane dei “classici” dell'Illuminismo scozzese (1765-1838) ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4628.

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Résumé :
La ricerca che ho svolto si è focalizzata sul tema della ricezione dell'Illuminismo scozzese in Italia, e in particolare di quella delle histories di William Robertson, indagata attraverso il punto di osservazione delle traduzioni pubblicate nella penisola tra la seconda metà del XVIII secolo e i primi decenni del XIX. L'intenzione è stata quella di affrontare da una prospettiva essenzialmente storiografica uno studio sulle traduzioni, verificando alcune delle proposte interpretative che provengono dalla “cultural history of translation” e coniugando ad esse un esame più direttamente connesso alla storia del libro. Un'analisi di edizioni intese tanto nel contenuto, con tagli, integrazioni, correzioni o manipolazioni, quanto negli elementi paratestuali, con una particolare attenzione per la ricostruzione delle vicende editoriali e per l'approfondimento delle strategie e del ruolo di traduttori ed editori nel suggerire un testo e nel proporlo in una determinata veste al lettore italiano.
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BACIGALUPO, VALERIA. « I frammenti del grammatico Pio. Edizione, traduzione e commento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1048183.

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Résumé :
This dissertation provides a critical edition, with an Italian translation and a commentary, of the seventeen fragments attributed or attributable to the Greek grammarian Pius, who probably lived in the Imperial Age. These fragments show that Pius commented both the Homeric poems and Sophocles’ Ajax. In the Introduction, I critically review the hypotheses formulated by previous scholars about Pius’ chronological and cultural background: a thorough review of the surviving material reveals that Pius’ lifetime can be very likely set in the Imperial Age, between the end of the 1st and the 3rd cent. CE. As regard the geographical location, we unfortunately have no elements to identify the place(s) where Pius lived and worked. The research outlines Pius’ role as one of the hypomnematic sources gathered in the archetype of the scholia exegetica to the Iliad and the scholia vetera to Sophocles. Within the Introduction I also demonstrate that a previous interpretation, who traced back to Pius’ work all the discussions of Aristarchus’ atheteses preserved in the Homeric scholia, has to be dismissed. Finally, I propose a new hypothesis about the context in which Pius’ works could be read, on the grounds of some features of his interventions, which features suggest that Pius’ hypomnemata were used not only by other grammarians, in an erudite context, but also in the schoolroom, as a teaching aid. So, we could (re)think of Pius as a γραμματικός not only as a “scholar” (in philological terms), but also as a “teacher”, who delivered the second level of education. In the second part of the dissertation, I collect and study the surviving fragments, which I propose to classify as follows: one testimonium (T 1, which provides the title of a hypomnema of Pius related to the sixteenth book of the Odyssey); fourteen fragments which can be certainly ascribed to Pius (FF 1-14), eight related to the Iliad (FF 1-8), four to the Odyssey (FF 9-12) and two (FF 13-14) to Sophocles’ Ajax. I include in this group a new fragment (F 13) which was not considered in the previous collection of Pius’ material; one dubium (F 1*), which very likely belongs to Apion; two spuria, which I ascribe respectively to Apion (sch. ex. Od. 4, 356a1 = F 1**) and to the Roman grammarian Porphyrion (Serv. ad Aen. 5, 735 = F 2**).
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Di, Cataldo Filippo. « Eliano. La "Tactica theoria". Testo critico, traduzione e commento dei capitoli I-XXVII ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/178.

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Résumé :
Rapido riesame degli studi precedenti sul trattato di arte militare scritto da Eliano (I-II secolo) e suoi rapporti con Asclepiodoto ed Arriano, autori di due opere analoghe a quella di Eliano. Evidenziati i limiti dell'unica edizione critica esistente del testo (ad opera di Kà à à à ¶chly, pubblicata nel 1855). Proposto un nuovo testo, privo di molti interventi del precedente editore ) accompagnato da una nuova traduzione in lingua italiana (le due precedenti sono del 1552), e commento su particolarita' linguistiche, storiche e sociali dei primi 27 capitoli del manuale.
Status quaestionis of the researches about Aelianus tacticus and his only work, the Tactica Theoria, a manual concerning ancient greek army. It is examined too the relation existing with Asclepiodotos' and Arrian's works (both known with the title of "Ars Tactica"). A new critic text is given for chapters I-XXVII (the last edition was published in 1855 and has many errors), with a translation in Italian language (last translations: 1552) and a commentary about linguistic, historical and social matters.
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Lorusso, Vito. « Galeni Methodi medendi libri XIV. Edizione critica con traduzione italiana dei libri 1‐3 ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2010. http://hdl.handle.net/11384/86172.

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Tufariello, Chiara <1994&gt. « La prostituzione in Giappone e in Europa : traduzione di un testo classico e commento ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13821.

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Résumé :
Simbolo del “mondo fluttuante” (ukiyo),Yoshiwara è il quartiere dei piaceri di Tōkyō e il più celebrato dall’arte e la letteratura del periodo Tokugawa. Si trattava di un luogo ricco, voluttuoso e estremamente importante, nato dalla volontà dello shogunato di tenere i chōnin “impegnati” e lontani dalla vita politica. Un luogo che si trasforma in un fiorente business, che dura ben tre secoli e sopravvive a due grossi incendi (quello di Meireki del 1657, che fu uno dei motivi che ne determina il ricollocamento dall’attuale Nihonbashi alla zona settentrionale di Asakusa e quello del 1913, che lo danneggiò in buona parte) per essere poi pressoché raso al suolo dal grande terremoto del Kanto del 1923. Continuò le proprie attività fino al 1956, quando venne chiuso per la legge sulla prostituzione, che vietava per l’appunto le attività dei quartieri di piacere. Quartieri di piacere in cui la prostituzione, a differenza delle società cristiane che la percepivano come peccato, diventava di fatto arte. Tendenzialmente, restava sordida necessità economica per entrambe le tradizioni. Sicuramente non vi è stato in Europa luogo sfavillante quanto Yoshiwara, dove le cortigiane aspiravano al modello delle eleganti dame del Genji monogatari, esempio assoluto e indiscusso delle dinamiche di corte di ogni genere. Erano intrattenitrici, artiste e se non erano anche brave poetesse, cantanti e ballerine si collocavano nei gradini più bassi, ammettendo che vi rientrassero, di questa rigidissima e quasi aristocratica gerarchia. Un mondo estremamente articolato, dove vi erano regole ferree da seguire per chi vi lavorava e dove era “buon costume” comportarsi e presentarsi in un certo modo per chi lo frequentava. Nulla era lasciato al caso e i controlli erano severi. Per chi ormai apparteneva a Yoshiwara la libertà era un miraggio, reso visibile solo da chi vi entrava e usciva per proprio diletto. A portare anche a noi un assaggio di quella che era la vivacità del mondo di cui stiamo parlando, sono sicuramente gli sharebon 洒落本, i “libri alla moda”, “arguti, piccanti”, ambientati per l’appunto nei quartieri di piacere. Il modello, nell’ambito di questo genere, è Yūshi hōgen 遊子方言, risalente al 1770 e che qui riportiamo in traduzione, iniziatore di una serie di testi che vedranno il ricorrere di personaggi ben delineati: ad esempio non manca lo tsūjin 通人, ovvero l’uomo di mondo, l’intenditore della vita nei quartieri di piacere o il musuko 息子, ovvero il giovane ignaro delle dinamiche di questi luoghi ma abile nell’apprendere. Sarà proprio questo il testo che prenderemo in esame e che ci mostrerà in modo chiaro ed evidente come a Yoshiwara non fosse sufficiente scegliere quale cortigiana “comprare”, ma come fosse necessario essere graditi dalle stesse: non a caso l’uomo di questo racconto, pur cercando di mettere in mostra la propria conoscenza in merito al modo di presentarsi a Yoshiwara e le proprie avventure amorose, finisce per essere ridicolizzato dalle signorine della casa da tè: il giovane inesperto al quale voleva insegnare le proprie tecniche, riceverà invece un trattamento decisamente migliore. Questo è dunque esempio lampante della peculiarità del luogo e della necessità di rispettare certi canoni che non si limitava solo alle prostitute, come siamo soliti pensare dal nostro punto di vista “occidentale”. Questo lavoro ha dunque l’obiettivo, attraverso la traduzione integrale del testo sopra menzionato e della sua analisi, di ricostruire nella mente del lettore un luogo che è ormai materialmente scomparso, di fornire le basi per una riflessione sulla prostituzione così come era concepita nel Giappone dell’epoca e al di fuori di questo paese e, perché no, di gettare le fondamenta per una più ampia analisi etico-morale sul “lavoro più antico del mondo”.
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Funaro, Federica <1991&gt. « Le Etiopiche di Eliodoro di Emesa : manoscritti, edizioni, traduzioni latine e italiane del XVI secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19546.

Texte intégral
Résumé :
Il lavoro si propone di studiare la diffusione, manoscritta e a stampa, e le traduzioni latine e italiane del romanzo greco di Eliodoro di Emesa: le Etiopiche (III sec. d.C.). Nella prima parte si delinea la problematica relativa al profilo dell’autore, non ancora universalmente riconosciuto, e si analizzano l’opera, intesa come romanzo “erotico”, e le sue struttura e trama. Nella seconda sezione si ricostruisce e si aggiorna lo studio della tradizione manoscritta e dei trentasei testimoni che hanno conservato l’opera, da un frammento pergamenaceo (VII sec. d.C.), a mss. del XVIII secolo, copie di edizioni a stampa. Questo è il tema scelto per la terza parte, in cui si ripercorrono, attraverso note prefatorie ed epistole dedicatorie, le tappe degli studi di editori, stampatori e traduttori coinvolti nella pubblicazione delle Etiopiche: dall’editio princeps in greco (1534), alle numerose edizioni parziali e traduzioni latine, qui confrontate e valutate a partire dall’originale greco; dal volgarizzamento italiano (1556), mai editato criticamente, fino alle pubblicazioni di Martin Crusius (1584) e Commelinus (1596), autori, rispettivamente, di una monumentale epitome in latino e della prima edizione “moderna” con testo latino affrontato al greco, frutto di collazioni tra manoscritti ed edizioni. L’ultima parte segue le orme di Eliodoro nel Settecento e nell’Ottocento e le vede ripercorse da quelle di numerosi e celebri poeti. Constatata l’importanza delle Etiopiche, questa tesi si propone come aggiornamento e sintesi degli studi finora condotti, e come punto di partenza per quelli futuri, poiché il romanzo necessita di ulteriore ricerca, filologica e linguistica, volta soprattutto all’esegesi del volgarizzamento italiano.
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Nicolai, Elena. « La tradizione greco - latina e arabo - latina del I libro dell'Almagesto. saggio di analisi e traduzione ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426897.

Texte intégral
Résumé :
Almagest is the summa of the ancient astronomical knowledge. it has been translated several times, into Latin, into Syriac, into Arabic. Present study tries to analyze the latin and arabic translations.
Questa tesi è un saggio di analisi delle traduzioni del trattato tolemaico, e propone un'edizione critica del primo libro. l'intento è sia quello di individuare le tecniche seguite dai traduttori, sia quello di verificare le lezioni testuali nel passaggio da un sistema linguistico e culturale ad un altro.
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Negro, Gianmarco <1992&gt. « Hayao Miyazaki e i classici d'animazione Proposta di traduzione e analisi dello stile e posizione sociale del Gran Maestro e la presentazione del suo "mondo fantastico" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9341.

Texte intégral
Résumé :
Nel 1963 Hayao Miyazaki, dopo essersi laureato in “Economia e Scienze Politiche presso la Gakushuin University di Kyōto, ha deciso di dedicare tutto sé stesso al suo vero sogno: diventare un disegnatore e aprire un proprio studio. Si può dire che Hayao Miyazaki sia indubbiamente il “Gran Maestro” del mondo dei film d’animazione giapponese. Ciò che ha creato è un mondo fantastico ricco di magia e colori: di questo mondo ne fanno parte cincillà, spiriti, streghe, animali, mostri, diversi tipi di entità in contrasto con coraggiosi protagonisti, solitamente ragazze o bambine, diverse dal resto dell’umanità che al contrario molto spesso viene presentata come corrotta o malvagia. Tutta questa serie di elementi caratterizzano i suoi lavori. Altri elementi importanti che compaiono sono i riferimenti al “volo”, grande passione del Maestro sin dalla tenera età, la sua grande importanza rivolta alla conservazione e il mantenimento della natura e la sua speranza per un futuro prospero e differente per un umanità forse già corrotta e malsana. Con la sua bravura Miyazaki è riuscito a portare l’animazione giapponese ai livelli dell’animazione occidentale della Disney e Pixar, facendo commuovere un intera generazione di persone. Questa è una mia proposta di traduzione e analisi sull’animazione giapponese, in particolare ponendo l’attenzione sul maestro Hayao Miyazaki e i suoi lavori considerati i più rappresentativi nella storia dell’animazione giapponese stessa.
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Tondini, Raffaele. « Origenes brevior. Ricerche su Origene e sulla tradizione del Commento a Matteo (con l'edizione dei libri XII-XIII) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425411.

Texte intégral
Résumé :
Questa tesi si prefigge due obiettivi distinti ma tra loro collegati. Essa prende le mosse da ricerche volte a saggiare la maggiore o minore disponibilità  dei lettori bizantini a dialogare con l'affascinante ma controversa eredità  di Origene. In questa prospettiva verrà  indagato un curioso riferimento, contenuto negli atti del Secondo Concilio di Nicea (787), a dei fantomatici atti di un sinodo apostolico tenutosi ad Antiochia e conservati nella biblioteca di Origene (capitolo 1). Ci dedicheremo poi allo studio dei rapporti di Fozio con la figura e l'opera di Origene. La valutazione del suo pensiero teologico si salderà  qui con la trasmissione materiale delle opere di Origene: particolare peso in questa ricerca avrà  infatti il codice Marc.gr. 47 della Filocalia (capitolo 2). In secondo luogo, questa tesi si occuperà  della ricezione e della trasmissione medievale di un'opera di Origene, il Commento a Matteo. Si fornirà  pertanto l'edizione dei libri 12 e 13 discostandosi dai criteri ecdotici adottati da Klostermann nella sua edizione del 1935. Per quest'opera disponiamo di un testo di tradizione diretta greca (libri 10-17 su 25), parzialmente sovrapposto a un'anonima traduzione latina (V-VI sec.). Si intende qui dimostrare che i nostri manoscritti greci non trasmettono il testo così come licenziato dall'autore: essi sono bensì testimoni di un compendio successivo, in cui il Commento a Matteo è stato pesantemente abbreviato. Si giungerà a questa conclusione tramite il sistematico confronto del testo greco con la traduzione latina, che appare spesso più ampia (capitolo 4) e con le catene esegetiche dedicate a i Vangeli sinottici che, laddove attingono al commento origeniano, offrono passaggi ignoti alla tradizione diretta (capitolo 3). Le medesime conclusioni si ricaveranno poi dallo studio di altri rami di tradizione, tra cui spiccano i frammenti palinsesti del Crypt. Γ. β. VI, testimoni della redazione non compendiata del Commento a Matteo (capitoli 5 e 6). Nella sua edizione del 1935 Klostermann aveva inserito nel testo greco innumerevoli congetture e integrazioni ricavate dal confronto sistematico con la traduzione latina. In questa sede offriamo invece un'edizione della sola redazione compendiaria greca, depurata dagli interventi dell'editore tedesco. Il testo greco sarà accompagnato da una traduzione italiana di servizio e sarà seguito da una serie di note atte a giustificare le scelte ecdotiche più delicate. L'edizione sarà peraltro basata su un aggiornato studio codicologico e paleografico dei manoscritti greci del Commento a Matteo (Cantabr.Trin.Coll. B. 8. 10; Monac.gr. 191; Marc.gr. 43, Vat.gr. 597; Par.gr. 455; Matr.gr. 4725; Barb.gr. 575; Barb.gr. 556), dei quali si offrirà un'aggiornata sistemazione stemmatica (capitolo 7).
This thesis has two distinct but related purposes. First of all, it aims at testing the greater or lesser willingness of Byzantine readers to dialogue with the fascinating but controversial Origen's legacy. In this perspective, we will investigate a curious reference, contained in the acts of the Second Council of Nicaea (787), to the presumed acts of an apostolic synod held in Antioch and kept in Origen's library (chapter 1). We will then focus on the study of Photius' appreciation of the figure and work of Origen. The evaluation of his theological thought will be joined with the material transmission of Origen's works. Indeed, ms. Marc.gr. 47of the Philocalia will be particularly relevant in this research (chapter 2). Secondly, this thesis will deal with the reception and the medieval transmission of a work by Origen, the Commentary on Matthew. The edition of books 12 and 13 will therefore be 560 provided, departing from the ecdotic criteria adopted by Klostermann in his 1935 edition. For this work, a Greek text is available (books 10-17 on 25), partially overlapping with an anonymous Latin translation (5th-6th century). Our aim is to demonstrate that our Greek manuscripts do not transmit the text as licensed by the author. On the contrary, they attest a later compilation, in which the Commentary on Matthew has been heavily abbreviated. We will come to this conclusion through the systematic comparison between the Greek text and the Latin translation, which often appears wider (chapter 4), and with the exegetical chains dedicated to the Synoptic Gospels which, where they draw from Origen's Commentary, offer passages unknown to the direct tradition (chapter 3). The same conclusions will then be drawn from the study of other branches of the tradition, among which the fragments of Crypt. Γ. β. VI stand out. They are in fact a witness of the unabridged version of the Commentary on Matthew (chapters 5 and 6). In its 1935 edition, Klostermann had inserted in the Greek text conjectures and additions derived from the systematic comparison with the Latin translation. Here we offer instead an edition of the Greek abridged version, purified from the interventions of the German scholar. The Greek text will be accompanied by a strictly literal Italian translation and will be followed by a series of notes to justify the most delicate ecdotic choices. The edition will also be based on a new codicological and palaeographic study of the Greek manuscripts of the Commentary on Matthew (Cantabr.Trin.Coll. B. 8. 10; Monac.gr. 191; Marc.gr. 43, Vat.gr. 597; Par.gr. 455; Matr.gr. 4725; Barb.gr. 575; Barb.gr. 556). Finally, an updated stemmatic arrangement of the manuscript tradition will be offered (chapter 7).
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Contemori, Laura. « La divulgazione attraverso il fumetto. Traduzione in italiano di alcune pagine dedicate al pensiero economico classico del primo capitolo di Economix di Goodwin e Burr ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16019/.

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Résumé :
In questo elaborato verrà analizzata la traduzione di tredici pagine del primo capitolo "The Invisible Hand" del libro a fumetti "Economix: How and Why Our Economy Works (and Doesn't Work), in Words and Pictures" scritto da Michael Goodwin e illustrato da Dan E. Burr. La divulgazione scientifica è sempre una scommessa. Funziona quando al rigore si accompagna la chiarezza, e questo libro è sicuramente riuscito nello scopo, per questo se n'è voluta tradurre una parte significativa. Nel primo capitolo si tratterà in maniera generale della storia dell’autore e dei commenti fatti al suo lavoro da testate giornalistiche e figure autorevoli. In seguito, nel secondo capitolo, verranno riportate la metodologia e le linee generali seguite durante il lavoro di traduzione, citando anche i passaggi complessi e le problematiche riscontrate. Nel terzo verrà discussa la forza comunicativa del fumetto umoristico, in particolare analizzando esempi tratti dalle parti tradotte del libro. Nel quarto capitolo verranno approfondite le pagine del libro dedicate al pensiero economico di famosi economisti come Smith, Malthus e Ricardo. Nel quinto capitolo verrà operata una breve analisi di alcuni concetti economici basilari a confronto tra "Economix" e un manuale di economia, in questo caso si è preso come esempio "L’essenziale di economia" di Mankiw e Taylor, 2015. Infine, nel settimo capitolo è presente il testo originale con la traduzione svolta a fronte per consultazione.
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PELLEGRINO, DOMENICO. « La traduzione greco-latina di Burgundio del trattato galenico De elementis ex Hippocratis sententia. Introduzione e testo critico a cura di Domenico Pellegrino ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11570/3126441.

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