Thèses sur le sujet « Tradizioni culturali »

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1

Zara, Cecilia <1992&gt. « Cultura e resistenza tra tradizione e creatività. Il caso del Jenin Creative Cultural Centre ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16239.

Texte intégral
Résumé :
La tesi tratta del rapporto tra cultura e resistenza nei Territori Palestinesi occupati. Il primo capitolo prende in esame quanto le identità collettive cambino in base alle narrazioni dominanti, al contesto sociale ed alle esigenze contingenti. A causa del conflitto israelo-palestinese tali narrazioni tracciano dei confini tra sé e l’altro, e in questi processi un ruolo decisivo viene assunto anche dall’istruzione e dalle rappresentazioni identitarie portate avanti nelle scuole e nei libri di testo. Nelle fonti, viene contestato al sistema scolastico palestinese di accontentarsi di fornire nozioni che, anche se aiutano lo sviluppo di un orgoglio nazionale e a tramandare la memoria collettiva palestinese, lasciano poco spazio alla formazione di un pensiero critico e creativo. Nel secondo capitolo vengono analizzate diverse forme artistiche e culturali adottate nei Territori occupati per conservare e tramandare le proprie tradizioni ed il proprio patrimonio culturale, sia attraverso forme che rimandano a metodi, contenuti e simboli più tradizionali, sia che si ricerchino nuove tecniche espressive. Il terzo capitolo si concentra sul contesto geografico, storico, e culturale di Jenin con particolare riferimento all’invasione del campo rifugiati della città nell’aprile 2002. Il quarto capitolo racconta la realtà del Jenin Creative Cultural Centre: attraverso l’analisi di documenti rinvenuti sul luogo ed interviste personalmente condotte viene a delinearsi il profilo di un Centro culturale che per mezzo delle proprie attività diventa promotore di una resistenza non armata, bensì culturale. Le conclusioni indagano il rapporto tra cultura, resistenza e politica con una particolare attenzione al ruolo della creatività.
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2

SCORSOLINI, VALENTINA GIOVANNA. « TRADIZIONE CULTURALE E INSEGNAMENTO LINGUISTICO IN AUSTRALIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40178.

Texte intégral
Résumé :
Alla luce del recente interesse verso l’insegnamento della lingua italiana all’estero, il presente elaborato esamina la storia della comunità italiana e dell’evoluzione della didattica dell’italiano nello stato del Victoria, in Australia. La tesi presenta inoltre i risultati della mia ricerca sull’influenza dei flussi migratori e delle politiche linguistiche australiane sull’insegnamento dell’italiano nelle scuole, descrivendo come la percezione della lingua italiana sia cambiata nell’immaginario australiano. Tale analisi storica mi ha permesso di formulare una valutazione critica e suggerimenti per migliorare le metodologie didattiche impiegate nei corsi di italiano nelle scuole secondarie del Victoria.
In light of the growing interest towards Italian teaching abroad, the present dissertation investigates the history of the Italian community and the evolution of Italian teaching in the state of Victoria, Australia. I hereby present the results of my research on the history of the Italian community in Victoria, as well as the influence of Australian immigration and language policies on Italian teaching in Victorian schools, highlighting how the perception of Italian language evolved in Australian public opinion throughout history. Based on this historical framework, a critical evaluation of Italian teaching methodologies in Victoria was conducted, which informed my suggestions for future improvement of Italian teaching practices.
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3

SCORSOLINI, VALENTINA GIOVANNA. « TRADIZIONE CULTURALE E INSEGNAMENTO LINGUISTICO IN AUSTRALIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40178.

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Résumé :
Alla luce del recente interesse verso l’insegnamento della lingua italiana all’estero, il presente elaborato esamina la storia della comunità italiana e dell’evoluzione della didattica dell’italiano nello stato del Victoria, in Australia. La tesi presenta inoltre i risultati della mia ricerca sull’influenza dei flussi migratori e delle politiche linguistiche australiane sull’insegnamento dell’italiano nelle scuole, descrivendo come la percezione della lingua italiana sia cambiata nell’immaginario australiano. Tale analisi storica mi ha permesso di formulare una valutazione critica e suggerimenti per migliorare le metodologie didattiche impiegate nei corsi di italiano nelle scuole secondarie del Victoria.
In light of the growing interest towards Italian teaching abroad, the present dissertation investigates the history of the Italian community and the evolution of Italian teaching in the state of Victoria, Australia. I hereby present the results of my research on the history of the Italian community in Victoria, as well as the influence of Australian immigration and language policies on Italian teaching in Victorian schools, highlighting how the perception of Italian language evolved in Australian public opinion throughout history. Based on this historical framework, a critical evaluation of Italian teaching methodologies in Victoria was conducted, which informed my suggestions for future improvement of Italian teaching practices.
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4

BONVEGNA, GIUSEPPE. « John Henry Newman. Tradizione, cultura religiosa e politica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/176.

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Résumé :
Il lavoro riguarda alcuni aspetti ancora non molto studiati della personalità intellettuale di John Henry Newman, vale a dire la proposta di una cultura cristiana alternativa alla secolarizzazione in ambito educativo e socio-politico, così come si sviluppò durante il corso della sua vita: il giudizio dato da Newman sull'antico regime inglese è il tema del primo capitolo; la riflessione degli ultimi anni oxoniensi e dei primi anni successivi alla conversione (il ruolo del cristianesimo e del cattolicesimo nella cultura inglese) è il tema del secondo successivo; la proposta educativa così come emerge degli scritti sull'Università è il tema del terzo capitolo; alla riflessione sul compito Stato e sui fondamenti della politica è infine dedicato il quarto capitolo.
The work considers some aspects (not so studied yet) of the intellectual personality of John Henry Newman, that is the Christian cultural proposal alternative to the secularization in education, and in the social and political field, as it was developed during his life: the topic of the first chapter is Newman's opinion about the ancien regime; in the second chapter we study the reflection of the last Oxonian years and of the first years after his conversion (the role of Christianity and of Catholicism in English culture); the third chapter regards the educative proposal, as it develops from the writings on University onwards; the fourth chapter is dedicated to the reflections on the role of the State and on the foundations of politics.
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BONVEGNA, GIUSEPPE. « John Henry Newman. Tradizione, cultura religiosa e politica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/176.

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Résumé :
Il lavoro riguarda alcuni aspetti ancora non molto studiati della personalità intellettuale di John Henry Newman, vale a dire la proposta di una cultura cristiana alternativa alla secolarizzazione in ambito educativo e socio-politico, così come si sviluppò durante il corso della sua vita: il giudizio dato da Newman sull'antico regime inglese è il tema del primo capitolo; la riflessione degli ultimi anni oxoniensi e dei primi anni successivi alla conversione (il ruolo del cristianesimo e del cattolicesimo nella cultura inglese) è il tema del secondo successivo; la proposta educativa così come emerge degli scritti sull'Università è il tema del terzo capitolo; alla riflessione sul compito Stato e sui fondamenti della politica è infine dedicato il quarto capitolo.
The work considers some aspects (not so studied yet) of the intellectual personality of John Henry Newman, that is the Christian cultural proposal alternative to the secularization in education, and in the social and political field, as it was developed during his life: the topic of the first chapter is Newman's opinion about the ancien regime; in the second chapter we study the reflection of the last Oxonian years and of the first years after his conversion (the role of Christianity and of Catholicism in English culture); the third chapter regards the educative proposal, as it develops from the writings on University onwards; the fourth chapter is dedicated to the reflections on the role of the State and on the foundations of politics.
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Louafi, Rim. « La presenza berbera in Marocco : lingua, tradizioni e riti ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8871/.

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Résumé :
Ma chi sono realmente i berberi? Da dove proviene la loro cultura, le loro tradizioni e la loro lingua? E come riescono a convivere nella società magrebina? Queste sono le domande a cui il presente elaborato cercherà di rispondere in modo tale da fare capire una parte dell’identità berbera. Traendo spunto da articoli tratti da riviste marocchine e da libri pubblicati sull'argomento, proverò a spiegare brevemente l’origine dei riti, delle tradizioni e della lingua berbera. Innanzitutto, la parola Berberi viene dal temine greco barbaroi e dal termine arabo brabra, significa popolo la cui lingua non si capisce. È una denominazione offensiva attribuita da un vincitore ad un vinto, o da una persona sicura di appartenere ad una civiltà superiore. Non è il nome che il popolo stesso si conferisce, tanto è vero che i berberi preferiscono essere chiamati amazigh (imazighen al plurale). I berberi sono i primi abitanti dell’Africa settentrionale che occupano da millenni un vasto territorio che va dalle coste atlantiche del Marocco fino ai confini del Magreb e dell’Egitto. Un popolo nomade che si sposta attraverso i territori spesso verso le montagne o il deserto.
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7

Marangoni, Francesca <1990&gt. « MODERNITA’ E TRADIZIONE DI UN BRAND : IL PATRIMONIO COMUNICATIVO DE L’INGLESINA BABY SPA ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5233.

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Résumé :
L’analisi dell’azienda L’Inglesina Baby Spa è stata svolta con un’impronta sociologica al fine di comprendere le dinamiche comunicative del brand storico Inglesina. Si è analizzato l’oggetto Carrozzina, nella dimensione pubblica come stereotipo di consumo (prodotto parte di una cultura comune) e nella dimensione privata (costruttore dell’esperienza del singolo), nella transizione dal ruolo di donna a madre. Ogni singolo oggetto che circola nel mercato può esser visto come una “nave di significati culturali e personali” e i consumatori possono utilizzare questi significati per classificare e comunicare se stessi agli altri attraverso l’uso degli oggetti o per se stessi. Nel consumo simbolico è focale, quindi, che un’azienda possieda una forte personalità di marca creando valore per il consumatore. Si sono dunque delineate le potenzialità comunicative del Brand Inglesina tracciando un profilo socio-culturale della donna e svolgendo un’analisi degli elementi grafici dell’azienda e della comunicazione aziendale dagli anni ’60 ad oggi. Lo Studio del profilo comunicativo dell’azienda è stato poi raffrontato con i principali competitors al fine di proporre delle linee guida che l’azienda potrebbe percorrere per rafforzare la propria Brand Identity.
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8

Cardascia, Gabriella. « Traduzione dal tedesco di ricette dolci cultura e tradizione in ambito culinario ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9827/.

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Résumé :
Zusammenfassung In dieser Arbeit wird die Übersetzung des deutschen Kochbuchs “Das beste Dr. Oetker Backbuch” ins italienische vorgestellt. Das Ziel ist es den kulturellen Problemen auf den Grund zu gehen, welche besonders bei den Rezepten entstehen, die Zutaten enthalten die es in Italien nicht gibt. Diese Arbeit ist in vier Kapitel eingeteilt: im ersten Kapitel wird die Textart definiert und beschrieben; im zweiten Kapitel findet man sieben ins italienisch übersetze Rezepte mit deutschem Originaltext; das dritte Kapitel besteht aus dem Kommentar zur Übersetzung und zu den Unterschieden zwischen der deutschen und italienischen Kultur das vierte und letze Kapitel hingegen beschreibt die Arbeitsweise und Organisation des hier vorgestellten Beitrags. Resumen En este trabajo se propone la traducción de recetas de dulces alemanes de el recetario Das beste Dr. Oetker Backbuch en italiano. El objeto es entender las problemas de adaptación cultural sobre todo cuando se traducen ingredientes de recetas que no existen en Italia. El trabajo se desarolla a lo largo de cuatro capitulos: en el primero hay una breve descripción de la clasificación textual; en el segundo capítulo se encuentra la traducción de siete recetas de un recetario aleman con el texto original; el tercer capítulo es un comentario a la traducción y a la diferencia que hay entre las tradiciones alemanas y las tradiciones italianas y, en fín el cuarto capítulo incluye toda la descripción y la organicación de el trabajo concluido.
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9

Franzi, Francesca <1990&gt. « Il territorio varesino : ambiente, tradizione e cultura come opportunità di sviluppo turistico ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7250.

Texte intégral
Résumé :
L’elaborato ha lo scopo di analizzare l’area varesina per evidenziarne le peculiarità e gli elementi di rilievo e pregio che la caratterizzano. Una prima analisi generale presenta l’evoluzione della città di Varese e dell’area circostante evidenziandone la vocazione industriale, nonché i patrimoni storici e naturalistici presenti. L’attenzione si sposta, in seguito, su tre aspetti che vogliono essere presentati come opportunità di pratiche turistiche nell’area: il lago, che presenta un passato di importanti tradizioni di pesca e un sito patrimonio dell’Unesco; lo sport, dove emergono realtà di spicco che portano Varese ad essere conosciuta a livello internazionale e la gastronomia, con la presentazione di tre prodotti locali che oltre ad un elevata qualità contano su un forte legame con il territorio.
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10

Sciortino, Gabriella. « Fenici e Greci in Sicilia in età arcaica : Il significato dei materiali di tradizione fenicia all'interno di contesti sicelioti nello studio delle interazioni culturali ». Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2014. http://hdl.handle.net/10803/283659.

Texte intégral
Résumé :
The research project aim is to analyze the cultural interactions in archaic Sicily, a period particularly significant about colonial encounters, strongly characterized by the presence of different groups of colonizers of different origins: the Phoenicians and the Greeks. This analysis will be realized through the study of different kinds of archaeological records, such as items and fragments of an important Phoenician marker, such as the Red-Slip pottery, or through the evidence of group of orientalia and Phoenician-Punic amphorae from some of the most important Greek colonies. Although the elusive nature of these data the support of the contextual approach constitutes a valuable tool to understand the social and cultural framework of the colonial communities through a flow of information conveyed by the same objects and their associations by combining different perspectives of analysis.
El principal objetivo de esta investigación es de analizar las interacciones culturales en la Sicilia arcáica, una época en que la isla se caracteriza por los encuentros culturales, determinados por la presencia de diferentes grupos de colonos: lo Fenícios y los Griegos. El análisis pretende alcanzar el estudio de diferentes tipos de evidencias materiales, como ejemplares y fragmentos de cerámica de engobe rojo, materiales como los “orientalia” y las amphoras de tipo fenício-púnico, todos hallados en algunos de los principales asentamientos griegos de la isla. Sin embargo, debido a la dificultad de enmarcar estos materiales en una perspectiva histórico-arqueológica, el uso de la aproximación contextual en este análisis representa un instrumento valioso para la comprensión de las situaciones socio-culturales del mundo colonial, gracias a la combinación de datos, que permite vehicular todas las informaciones que estos proporcionan a través de diferentes perspectivas de análisis.
L’obiettivo principale di questa ricerca è quello di analizzare le interazioni culturali nella Sicilia arcaica, in un’epoca particolarmente significativa per gli incontri coloniali, caratterizzati prevalentemente dalla presenza di due gruppi coloniali: i Fenici e i Greci. Quest’analisi verrà condotta attraverso lo studio di differenti tipi di evidenza materiale, da un lato quella dei materiali fenici e di tipo fenicio, prevalentemente in stato frammentario e in molti casi da includersi all’interno della red-slip, da un altro, quella di attestazioni di natura diversa, come gli “orientalia” o le anfore di tipo fenicio-puniche, materiali che provengono esclusivamente da contesti sicelioti. Data la natura elusiva di questi dati, il ricorso all’analisi contestuale costituisce un utile strumento metodologico in grado di suggerire indicazioni su determinate situazioni coloniali e di fornire nuove interpretazioni mediante la combinazione dei dati e delle loro associazioni, nonché dal combinare differenti livelli di ricerca.
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De, Benetti Nicola <1994&gt. « Cultura popolare e identità politiche : il "recupero delle tradizioni" nel Trevigiano dal fascismo al leghismo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15686.

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Résumé :
Partendo dalla figura di Giuseppe Mazzotti, con questa tesi si vuole mettere sotto la lente d’ingrandimento la valorizzazione della cultura popolare. Un’opera stimolata durante il fascismo dagli ideali tradizionalisti che impregnavano l’ambiente culturale e politico di Treviso durante gli anni Venti e Trenta. Come promotore culturale, Mazzotti contribuì a mettere in risalto la tradizione, intesa sia come cultura popolare, sia come critica al modernismo. Nel dopoguerra egli continuò a celebrare la cultura trevigiana, mitizzandone i valori artistici e popolari. Nel mentre, il territorio e la società iniziarono a risentire dei cambiamenti dovuti dallo sviluppo tecnologico ed economico che coinvolsero la Penisola. Un cambiamento che modificava non solo l’aspetto paesaggistico ma pure le abitudini e i consumi dei trevigiani. Il benessere degli anni Ottanta finì nella crisi politica che contribuì a far emergere nuovi attori politici; tra cui la Lega Nord. A Treviso il rifiuto delle nuove abitudini consumistiche della gente si concretizzò nella creazione dell’Ombralonga, una manifestazione enologica tra le varie osterie della città. Iniziata per svago da dei giovani ragazzi, l’Ombralonga diventò un evento noto anche al di fuori delle mura, attirando soprattutto l’attenzione della Lega. Patrocinando e finanziando la manifestazione, il partito rivendicava non solo il carattere tradizionale e locale del consumo enologico, ma tentava di rilanciare l’etichetta della ‘Marca Gioiosa’ entrata in auge grazie a Mazzotti.
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Cobelli, Giulia <1991&gt. « Il Museo della Carta di Toscolano Maderno : la rinascita di un luogo tra tradizione e innovazione ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10494.

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Résumé :
Il Museo della Carta presso la Valle delle Cartiere di Toscolano Maderno sarà l’argomento centrale della tesi, la quale affronterà gli aspetti caratterizzanti il museo e che dovrebbe articolarsi in cinque capitoli attraverso cui si renderà evidente un quadro generale dell’istituzione, anche in rapporto al territorio circostante. Un caso di studio affiancato da una valutazione del Museo della Carta attraverso le opinioni e le considerazioni da parte di visitatori effettivi e potenziali. Dapprima verrà descritta la storia della Valle delle Cartiere con un breve excursus storico relativo ad una zona che ha contribuito al benessere economico e culturale a livello locale e nazionale. Successivamente l’intenzione sarebbe quella di raccontare il museo in tutte le sue parti: la valorizzazione del bene, le caratteristiche strutturali, il percorso di visita e gli aspetti di gestione ed amministrazione. Si prevede la realizzazione di un’indagine di customer visiting e satisfaction attraverso tre questionari con l’obiettivo di testare la conoscenza e l’efficacia comunicativa degli eventi e delle attività proposte, individuando i limiti dell’offerta e incrementandone i punti di forza. La realtà della Fondazione Valle delle Cartiere ha come scopo quello di promuovere e tutelare le attività legate alla produzione di carta come avveniva in passato nella Valle; la tutela e la necessità di far rinascere questo luogo ha portato alla realizzazione di un progetto che permettesse di ricreare un’attività produttiva, riscoprendo valori ormai scomparsi attraverso l’assunzione di giovani cartai e uno sviluppo economico-sociale ed imprenditoriale. Per questo motivo un capitolo sarà dedicato ad una panoramica generale del progetto "Toscolano 1381" nato per far rivivere un luogo e un mestiere da tempo abbandonato, rimodernando l’antica arte della fabbricazione della carta in base alle necessità del mercato odierno e sviluppando un commercio dell’artigianato. La riscoperta vuole valorizzare le tradizioni e le peculiarità su cui si fonda il Made in Italy; la scelta dei prodotti si rivolge ad un pubblico interessato alla loro storia e alla nuova realtà imprenditoriale. Si ha inoltre la volontà di raccontare la Valle delle Cartiere come luogo in cui, nel corso dei secoli a partire dal 1500, si sono trasferiti numerosi stampatori italiani ed europei, tra cui la famiglia Paganini, tipografi veneziani, in particolare della figura di Alessandro Paganini giunto a Toscolano nel 1517. L’intenzione è quella di dedicare una parte della tesi all'analisi dei libri a stampa realizzati, nella maggior parte dei casi, da Alessandro Paganini e conservati nel museo, tutto questo attraverso un processo di valutazione dello stato conservativo dei beni e di archiviazione, secondo gli standard attuali ISAD(G), ISAAR e del software archivistico Archimista; questo lavoro sarà poi associato ad un'indagine legata alla possibilità di miglioramenti dei metodi conservativi e all'eventuale necessità di lavori di restauro di tali opere.
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Radetić, Dunja <1977&gt. « Scomode contiguità dello sguardo : quattro re-visioni della tradizione visiva occidentale ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3013.

Texte intégral
Résumé :
La mia ricerca ha indagato le strategie di re-visione della tradizione storico artistica, da parte degli artisti contemporanei che usano come mezzo di espressione le nuove tecnologie della visione (fotografia, video e arte digitale). La ricerca si inserisce nell'ambito degli studi sulla memoria culturale e si è concentrata a studiare, attraverso quattro casi studio (Untitled #205 di Cindy Sherman che riprende La Fornarina di Raffello, Still Life di Sam Taylor-Wood che si basa sulla tradizione della rappresentazione della natura morta, Uncomfortable Proximity di Graham Harwood che rielabora il sito web della Tate Gallery con alcune sue opere e Col Tempo-The W. Project di Péter Forgács, in cui compare la Vecchia di Giorgione e una serie di Autoritratti di Rembrandt) le relazioni dialogiche tra il passato e il presente. L'analisi delle opere si è svolta principalmente sulla base degli strumenti della storia dell'arte e delle teorie contemporanee sull'intermedialità.
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La, Cara Roberta. « "Dalla violenza endofamiliare allo stalking. Instaurazione del legame di coppia, processi culturali tradizionali e vulnerabilità" ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1587.

Texte intégral
Résumé :
Scopo di questa ricerca è una descrizione di alcune dinamiche che si riscontrano all interno delle famiglie che presentano delle problematiche di violenza domestica e di stalking, inteso non come un fenomeno isolato e determinato ma come un punto lungo un continuum preceduto da vessazioni e violenze di varie forme. Gli studi di cui la letteratura ci porta a conoscenza di stampo psicologico e criminologico si sono incentrati, perlopiù, sull individuazione di un certo profilo del reo, su dipendenze patologiche e su analisi circa la complementarità dei profili personologici dei membri della coppia patogena, che appaiono avere un significato rilevante sull andamento della spirale di violenza. Soprattutto, essi si sono soffermati sulla presenza degli script che si identificano all interno di queste famiglie e come questi si ricolleghino alla formazione dei legami di attaccamento che si creano tra i membri della famiglia stessa. I risultati più significativi emersi da tali analisi indicano che esiste una correlazione tra tipo di legame stabilito dai soggetti con i genitori, tipologia di famiglia di provenienza e la condizione attuale. Nello specifico, essi concludono che stile di attaccamento e tipologia familiare sono determinanti nella spiegazione dell aggressività all interno della famiglia. In questi studi emerge una complementarità del tipo di seguito riportato: lo stile di attaccamento della vittima è di tipo insicuro-evitante. Detto attaccamento è tipico della famiglia disimpegnata-rigida e si accoppierebbe, in maniera complementare, allo stile insicuro-ambivalente dell aggressore, proveniente quest ultimo da una tipologia familiare invischiata-caotica . Gli studi sulla formazione della coppia basati sulla teoria dell attaccamento confermano che gli accoppiamenti avvengono tra sicuri e tra insicuri: i sicuri tenderebbero, dunque, ad avere compagni altrettanto sicuri, cosi come gli insicuri evitanti si accoppierebbero con gli insicuri ambivalenti, salvo poi concludere, nonostante le correlazioni esplicitate, che lo stile di attaccamento può variare nel corso della vita e che tutti gli accoppiamenti sono possibili. La nostra ricerca, alla luce di analisi secondarie delle storie delle vittime di violenza intrafamiliare unitamente ai fatti riportati dalla cronaca, ha mostrato qualche perplessità circa la necessaria complementarità degli stili di attaccamento tra vittima e reo e circa la correlazione tra il loro attaccamento e la tipologia familiare percepita, ritenendo dubbia l inferenza all universo di riferimento, dal momento che la stessa teoria riserva margini di mutamento che rendono problematica, a nostro avviso, ogni tipo di classificazione. L indagine empirica condotta ha tentato di testare le classificazioni fornite dai succitati studi, giungendo ad allontanarsene per pervenire all emersione di una realtà trasversale declinata in termini prevalentemente culturali.
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Bertagna, Francesca <1993&gt. « Servizi ecosistemici culturali e sistemi di irrigazione tradizionali. Il caso delle karez nell'oasi di Turfan ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11669.

Texte intégral
Résumé :
Le karez sono un sistema di irrigazione tradizionale nate in Iran tra il IX e l’VIII secolo a.C. e sviluppatesi in diversi Paesi, tra i quali la regione cinese dello Xinjiang. In Xinjiang esse prendono il nome di karez e sono presenti nell'oasi di Turfan. Le karez hanno modificato l’architettura dell’oasi, diversificandola da altre zone, la società, dettandone la struttura sociale, e infine la cultura, arricchendola di leggende, tradizioni e riti. Così facendo hanno creato un indistruttibile sistema di valori legati alla comprensione dei luoghi, dei paesaggi e delle specie presenti in un determinato ecosistema da parte del genere umano. Se l’essere umano riesce a creare uno stretto legame con la natura, trae da essa benefici sia materiali che immateriali: i benefici immateriali che le persone ottengono dall’ecosistema sotto forma di arricchimento spirituale, sviluppo cognitivo, riflessione, svago ed esperienze estetiche prendono il nome di servizi ecosistemici culturali. Nonostante l’importanza dei servizi ecosistemici culturali, il più delle volte essi non vengono presi in considerazione durante i lavori di modernizzazione e sviluppo economico, come accade appunto a Turfan: il Governo Centrale, puntando su un rapido sviluppo delle regioni occidentali cinesi, non tiene in considerazione la cultura locale, di cui le karez svolgono un ruolo fondamentale. Trovare un punto d’incontro tra governo di Pechino e governi locali non è cosa facile, ma il caso analizzato riguardante le karez della Repubblica Islamica dell’Iran sembra essere un buon punto di partenza da cui trarre un importante e ben riuscito esempio. Salvaguardare le karez, così come altri sistemi tradizionali, permette al genere umano di trarre costanti benefici dall’ecosistema poiché consente di creare un forte legame con la natura, che facilita la creazione del benessere personale, sociale ed economico.
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Grigolon, Matilde <1993&gt. « Cultura Nazionale e Cultura Organizzativa : Come la cultura di una Nazione influenzi la gestione aziendale. La Svezia : la spiegazione del “Soft Swedish Management Style” attraverso l’analisi di valori, tradizioni e pensieri ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13798.

Texte intégral
Résumé :
la Tesi indaga il concetto di Cultura cercando di definire la relazione esistente tra Cultura Nazionale e Cultura Organizzativa, con l’intento di cogliere le dimensioni culturali che più influenzano le attività gestionali. Per comprendere tale relazione viene considerato il ruolo svolto dal management cross culturale sottolineando l’importanza della comprensione culturale per la gestione aziendale nelle sue fasi di internazionalizzazione. Il successo mondiale di numerose aziende Svedesi hanno spinto a ricercare le fonti che conducono a tali risultati, e ad indagare i segreti che definiscono il così-detto “Swedish Model”. Con il supporto di espatriati italiani in Svezia, si è cercato dunque di scoprire in che modo si strutturino le loro scelte e le loro attività aziendali. L’indagine ha portato a dover svolgere una ricerca culturale che mettesse in luce valori, abitudini e tradizioni svedesi che chiarissero il perché di determinate “practices” nel contesto lavorativo . Nel fare ciò sono inoltre emerse le maggiori sfide comunicative affrontate dagli espatriati e il modo con cui sono state abbattute quelle barriere culturali che impediscono l’adattamento ad una cultura differente.
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La, Corte Riccardo. « Proposta di traduzione dal portoghese del libro "Contos de Exemplo" di Luís da Câmara Cascudo ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23659/.

Texte intégral
Résumé :
L'elaborato da me realizzato si compone principalmente di tre sezioni: nella prima viene presentato il libro Contos de Exemplo e il suo autore, Luís da Câmara Cascudo, inoltre, è presente un breve excursus sulla letteratura per l'infanzia; nella seconda è stata inserita la mia proposta di traduzione; nell'ultima, infine, vengono discusse diverse tematiche relative alla traduzione, come le differenze culturali, i culturemi, ecc. L'obiettivo che l'elaborato si propone è quello di presentare una serie di racconti tradizionali provenienti dal Brasile e ricchi di cultura al pubblico di ragazzi e bambini italiani, con la speranza che possa aumentare l'interculturlità nel nostro paese.
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Cimardi, Linda <1983&gt. « Conservare la cultura, creare una storia. Tradizione e genere nella musica di villaggio dei Banyoro e dei Batooro dell’Uganda ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6028/1/Tesi_Linda_Cimardi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
La dissertazione si articola attorno all’idea di tradizione e alla concettualizzazione di genere nella musica di villaggio dei Banyoro e dei Batooro dell’Uganda occidentale. Il lavoro si sviluppa nel complesso in tre parti principali. Nella prima si presentano le trasformazioni storiche intervenute nelle relazioni di genere dal periodo precoloniale al presente e si introduce la musica di villaggio delle popolazioni considerate, ponendola a confronto con la musica di corte e con quella religiosa. La seconda sezione è dedicata allo studio dei repertori vocali e di danza di villaggio, a partire dalla documentazione realizzata con informatori anziani: di queste musiche sono considerate le caratteristiche stilistiche ed è condotta un’analisi che mira a mettere in luce le idee di genere trasmesse attraverso questi repertori. L’ultima parte del lavoro prende in considerazione le trasformazioni intervenute nel panorama musicale ugandese nell’ultimo secolo, a partire dall’influenza di musiche esterne, dall’insegnamento della musica tradizionale nelle scuole e dall’istituzione di festival scolastici e di gruppi folklorici: diverse performance attuali di canti e di danza sotto sottoposte a studio analitico. Nel complesso, si rileva una generale rifunzionalizzazione di musiche e idee di genere che si rifanno al passato, ma hanno valore soprattutto per il recupero della cultura locale nel presente,connotato dal contesto multiculturale dell’Uganda contemporanea e dalle politiche, promosse dal Governo, che favoriscono l’emancipazione femminile.
This dissertation is structured around the idea of tradition and the conceptualization of gender in the village music of the Banyoro and Batooro of western Uganda. The thesis is composed of three main parts. In the first one, the historical transformations in gender relations since the pre-colonial period up to the present are presented and village music is introduced through comparison with royal and religion music. The second section is devoted to vocal and dance repertoires, on the basis of the documentation realized with elders: stylistic characteristics of these musics are considered and an analysis is carried out, aiming to show the ideas about gender in these repertoires. The last part of this work considers the transformations occurred in Ugandan music landscape during the last century, depending on several factors: various extern musics influences, the teaching of traditional music in schools, and the institution of school festival and cultural groups. On the whole, we observe a general re-functionalization of traditional music and gender ideas, which are referring to the past but hold value in particular for the recovery of local culture in the present, with special reference to contemporary Uganda multicultural society and to Government politics for women emancipation.
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Cimardi, Linda <1983&gt. « Conservare la cultura, creare una storia. Tradizione e genere nella musica di villaggio dei Banyoro e dei Batooro dell’Uganda ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6028/.

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Résumé :
La dissertazione si articola attorno all’idea di tradizione e alla concettualizzazione di genere nella musica di villaggio dei Banyoro e dei Batooro dell’Uganda occidentale. Il lavoro si sviluppa nel complesso in tre parti principali. Nella prima si presentano le trasformazioni storiche intervenute nelle relazioni di genere dal periodo precoloniale al presente e si introduce la musica di villaggio delle popolazioni considerate, ponendola a confronto con la musica di corte e con quella religiosa. La seconda sezione è dedicata allo studio dei repertori vocali e di danza di villaggio, a partire dalla documentazione realizzata con informatori anziani: di queste musiche sono considerate le caratteristiche stilistiche ed è condotta un’analisi che mira a mettere in luce le idee di genere trasmesse attraverso questi repertori. L’ultima parte del lavoro prende in considerazione le trasformazioni intervenute nel panorama musicale ugandese nell’ultimo secolo, a partire dall’influenza di musiche esterne, dall’insegnamento della musica tradizionale nelle scuole e dall’istituzione di festival scolastici e di gruppi folklorici: diverse performance attuali di canti e di danza sotto sottoposte a studio analitico. Nel complesso, si rileva una generale rifunzionalizzazione di musiche e idee di genere che si rifanno al passato, ma hanno valore soprattutto per il recupero della cultura locale nel presente,connotato dal contesto multiculturale dell’Uganda contemporanea e dalle politiche, promosse dal Governo, che favoriscono l’emancipazione femminile.
This dissertation is structured around the idea of tradition and the conceptualization of gender in the village music of the Banyoro and Batooro of western Uganda. The thesis is composed of three main parts. In the first one, the historical transformations in gender relations since the pre-colonial period up to the present are presented and village music is introduced through comparison with royal and religion music. The second section is devoted to vocal and dance repertoires, on the basis of the documentation realized with elders: stylistic characteristics of these musics are considered and an analysis is carried out, aiming to show the ideas about gender in these repertoires. The last part of this work considers the transformations occurred in Ugandan music landscape during the last century, depending on several factors: various extern musics influences, the teaching of traditional music in schools, and the institution of school festival and cultural groups. On the whole, we observe a general re-functionalization of traditional music and gender ideas, which are referring to the past but hold value in particular for the recovery of local culture in the present, with special reference to contemporary Uganda multicultural society and to Government politics for women emancipation.
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Vecchiato, Simone <1990&gt. « "Il Diavolo e i demoni infernali. Origine, rielaborazione e interpretazione dei guardiani danteschi tra tradizione classica e cultura cristiana" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18553.

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Résumé :
Le due principali sorgenti solcate e rielaborate dall'ingegno di Dante nel concepimento della sua Opera sono la tradizione classica e quella giudaico-cristiana. La tesi nello specifico si divide in due parti: nella prima, più generale, si affrontano tematiche quali la tradizione classica verso la quale Dante è debitore ed erede mettendo in evidenza, sia il ruolo di Virgilio come autore e come guida sia la descrizione dell'oltretomba pagano così come è tratteggiato dall'auto nel VI libro dell'Eeneide; un ulteriore paragrafo viene poi dedicato ad Ovidio e alla ripresa dei suoi miti da parte di Dante. Segue un capitolo in cui si delinea, attraverso esempi, la percezione e la sensibilità maturate dall'uomo medievale in merito a Satana, ai demoni e all'inferno, con specifico riferimento sia a due delle più importanti visioni sull'aldilà elaborate nel Medioevo e sia al pensiero intorno alla demonologia cristiana espresso da auctoritates quali S. Agostino, Gregorio Magno e Tommaso d'Aquino. La seconda parte della tesi, più specifica, si presenta invece come una sorta di inventario dei demoni-guardiani incontrati e descritti da Dante nella prima cantica. Si tratta di una categoria di personaggi che spesso, nella funzione che svolgono, sono gli esecutori della giustizia divina. Si vedrà quindi la loro origine, classica, biblica o storica che sia, per poi evidenziarne l'uso e la rielaborazione da parte di Dante nell'Inferno. Oltre a dare spazio alla voce dei commentatori antichi si vuole offrire la rappresentazione di questi demoni-custodi, così come vengono raffigurati in alcuni degli antichi manoscritti e nelle più recenti illustrazioni di artisti quali Paolo Barbieri e Gabriele dell'Otto.
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RUBINO, ELIA. « Le mani del cielo... il cielo tra le mani. La processione dei Misteri di Campobasso, ricostruzione storico-sociale di un bene culturale immateriale del Molise ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/76221.

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Résumé :
In Italia, e nello specifico in Molise, continuano a perdurare eventi festivi tradizionali che rappresentano un intangible cultural heritage ancora in gran parte da studiare in chiave interdisciplinare. La ricerca si è proposta di ricostruire il percorso storico che ha portato al consolidarsi della processione dei Misteri di Campobasso così come la conosciamo oggi, per poterne meglio comprendere le molteplici stratificazioni e in seguito per proporne una migliore valorizzazione in chiave culturale e turistica. L'evento si configura come una festa calendariale inserita nei riti di tarda primavera sincretizzati nel Corpus Domini. In particolare a Campobasso, fin dal XV secolo, ci sono notizie documentate su rituali specifici legati alle sacre rappresentazioni, messi in scena nel contesto urbano durante la processione eucaristica. La centralità della festa nel tessuto cittadino ci ha indotto ad affrontare in modo rigoroso il fenomeno ponendolo nella vita del nucleo urbano. Seguendo un approccio multidisciplinare abbiamo cercato di superare la tradizionale visione storiografica del fenomeno in modo da restituire alla ritualità la sua complessità originaria e proporre quindi un modello interpretativo in grado di nato di coglierne non solo i legami con il sociale e produttivo tessuto della città ma anche le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli. Partendo dalla ricognizione della bibliografia esistente abbiamo approfondito attraverso una capillare ricerca d’archivio le origini della processione. Accanto alle fonti documentali, di grande importanza sono state le fonti iconografiche (fotografie e filmati), che hanno consentito di seguire il lento processo di conservazione e diversificazione degli attuali Misteri. I luoghi della ricerca sono stati vari, per avere un quadro possibilmente completo delle fonti per la ricostruzione festiva. L'Archivio Storico della diocesi di Campobasso–Bojano, della cattedrale, delle parrocchie di San Leonardo e di Sant'Antonio abate di Campobasso. Un lungo periodo della ricerca si è svolto presso l'Archivio di Stato di Campobasso e di Napoli. Mi sono recato in più riprese all'Archivio dell’Abbazia di Montecassino a cui Gasdia aveva donato il suo cospicuo fondo. Importante il materiale risultato dallo spoglio di giornali locali presenti nella Biblioteca G.Albino di Campobasso e in quella dell’Archivio di Stato locale. Troviamo, dalla seconda metà del 1800, notizie sulla dinamica festiva, che contribuiscono alla chiarificazione della desacralizzazione della processione e del progressivo disinteresse - escludendo il periodo fascista - della città nei confronti della festa, fino alla ripresa nel dopoguerra e al rilancio ai nostri giorni. I Misteri sono risultati il prodotto di una ritualità in costante cambiamento, adattata alle logiche del tempo,che rispetta, tuttavia, un nucleo identificativo tradizionale che, dalle origini fino ad oggi, si è mantenuto tale, sia dal punto di vista della gestione processionale, sia nella riproposizione iconografica dei soggetti. Ne scaturisce un'immagine a tutto tondo della processione, che a nostro avviso potrebbe consentire una valorizzazione maggiore di questo evento.
In Italy, and specifically in Molise, they keep on persisting traditional festive events that still represent an intangible cultural heritage to a large extent to study in interdisciplinary key. The search is proposed to reconstruct the historical run that has brought to consolidate the procession of the Mysteries of Campobasso as we know it today, to be able to understand better th manifold stratifications of it and subsequently to propose a best exploitation of it in a cultural and tourist view. The event can be seen as a calendrical feast inserted in the rites in late spring syncretized in the Corpus Domini. Particularly to Campobasso, since the XV century, there are proofs of ritual specific legacies to the sacred representations, staged in the urban context during the eucharistical procession. The centrality of the feast has induced us to face in rigorous way the phenomenon setting it in the life of the urban nucleus. Following an multidisciplinar approach we have tried to overcome the traditional historiographical vision of the phenomenon in order to return his native complexity to the rituality and to propose therefore a model interpretative able not only to track back its bonds with the social and productive substratum of the city but also the transformations occurred during the centuries. Starting from the recognition of the existing bibliography we went through a capillary search of file the origins of the procession. Close to the sources documents of great importance they have been the iconografical sources (photos and documentaries), that has allowed to follow the slow process of maintenance and diversification of the current Mysteries. The places in which the research has been taken place have been different and varied, to possibly have a complete picture especially some sources for the reconstruction of the feast and these ones were, in particular, the Historical Archive of the diocese of Campobasso-Bojano, the ones of the cathedral, that of the parishes of St. Leonardo and Sant'Antonio abbot of Campobasso. A long phase of the search was carried out at the State Archive in Campobasso and Naples. I have approached in more resumptions to the Archive ofthe abbey of Montecassino to which Gasdia, Campobasso's historic, had given his conspicuous fund. A very Important material resulted by counting the present local newspapers in the Library G.Albino of Campobasso and in that of the local State Archive. We find, from the second half of 1800, news on the festive dynamics, that contributed to the clarification of the desacralization of the procession and the progressive indifference - excluding the fascist period - of the city towards the feast, up to the resumption in the postwar period and to the more and more raising in interest of our days. The Mysteries are the product of a rituality in constant change, suited for the logics of the time, that it respects, nevertheless, a traditional nucleus of identity that, from the origins until today is maintained as it is, both from the point of view of the processional management, and in the iconographic repetition of the subjects. The result is a complete picture of the procession, that could allow a great exploitation of this event.
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Berisso, Marco. « La raccolta dei poeti perugini del Vat. Barberiniano Lat. 4036 storia della tradizione e cultura poetica di una scuola trecentesca / ». Firenze : L.S. Olschki, 2000. http://catalog.hathitrust.org/api/volumes/oclc/44135461.html.

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Salvi, Greta. « Cultura teatrale e scenari urbani nella Milano del Triennio Cisalpino (1796-1799) : Tra impianti tradizionali e influenze francesi ». Thesis, Paris 10, 2013. http://www.theses.fr/2013PA100099.

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Résumé :
Dans le Triennio 1796-1799 se déroule la courte vie de la République Cisalpine, l’une des unités politiques fondées par Napoléon Bonaparte pendant la Campagne d’Italie. Cette thèse étudie la culture théâtrale et les aspects de la représentation théâtrale qui caractérisent la République Cisalpine et surtout sa capitale, Milan, dans cette conjoncture historique. La thèse avancée concerne l’emploi des pratiques de la représentation théâtrale en tant qu’instrument d’éducation populaire et de diffusion des principes de la Révolution de 1789. Un but poursuivi, avec des intentions différentes, par les autorités françaises autant que par les patriotes italiens qui étaient pour la Révolution Française.L’étude traite trois questions fondamentales : les changements urbanistes et architecturaux qui investissent Milan pendant le Triennio, le théorie et la pratique théâtrale, les fêtes publiques. Les relations culturelles entre Italie et France ont été l’objet d’une attention particulière. La documentation sur laquelle la présente étude est fondée est constituée par des éditions imprimées de pièces théâtrales, des descriptions de fêtes, des édits, des correspondances et des périodiques de l’époque, gardés dans des bibliothèques et des archives milanaises et parisiennes
In the Triennium 1796-1799 took place the short life of the Cisalpine Republic, one of the political units founded by Napoleon Bonaparte during the Italian Campaign.This work studies the theatrical culture and the performing aspects which characterized the Cisalpine Republic and particularly its capital, Milan, in that historical juncture. The thesis asserted here is about the use of performing practices as an instrument of popular education and spreading of the principles of the 1789 Revolution. This aim was pursued by both French authorities and Italian pro-Revolution patriots.This work tackles three main points: the architectural and urban changes which affected Milan during the Triennio (Triennium), the theory and practice of theatre, the public celebrations. The cultural relations between Italy and France have been investigated with special attention. This study is based on some documents kept in archives and libraries of Milan and Paris, such as printed editions of theatrical plays, records of celebrations, correspondence and periodicals from the age of the Cisalpine Republic
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SALVI, GRETA. « CULTURA TEATRALE E SCENARI URBANI NELLA MILANO DEL TRIENNIO CISALPINO (1796 - 1799) : TRA IMPIANTI TRADIZIONALI E INFLUENZE FRANCESI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/2030.

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Résumé :
Nel Triennio 1796-1799, si svolge la breve parabola della Repubblica Cisalpina, una delle unità politiche fondate da Napoleone Bonaparte nel corso della Campagna d’Italia. Il presente lavoro studia la cultura teatrale e gli aspetti performativi che caratterizzano la Cisalpina e soprattutto la sua capitale, Milano, in questa congiuntura storica. La tesi che si vuole sostenere riguarda l’uso delle pratiche performative come strumento di educazione popolare e di diffusione dei principi della Rivoluzione del 1789. Un intento perseguito, con differenti finalità, tanto dalle autorità francesi quanto dai patrioti italiani filo-rivoluzionari. La trattazione si articola intorno a tre nuclei fondamentali: i mutamenti urbanistici e architettonici intervenuti a Milano durante il Triennio, la teoria e la pratica teatrale, la forma para-performativa delle feste pubbliche. Le relazioni culturali tra Italia e Francia sono state oggetto di particolare attenzione. La documentazione su cui lo studio si basa è costituita da edizioni a stampa di testi teatrali, descrizioni di feste, editti, corrispondenza e periodici dell’epoca conservati presso biblioteche e archivi milanesi e parigini.
In the Triennium 1796-1799 took place the short life of the Cisalpine Republic, one of the political units founded by Napoleon Bonaparte during the Italian Campaign. This work studies the theatrical culture and the performing aspects which characterized the Cisalpine Republic and particularly its capital, Milan, in that historical juncture. The thesis asserted here is about the use of performing practices as an instrument of popular education and spreading of the principles of the 1789 Revolution. This aim was pursued by both French authorities and Italian pro-Revolution patriots. This work tackles three main points: the architectural and urban changes which affected Milan during the Triennium, the theory and practice of theatre, the public celebrations. The cultural relations between Italy and France have been investigated with special attention. This study is based on some documents kept in archives and libraries of Milan and Paris, such as printed editions of theatrical plays, records of celebrations, correspondence and periodicals from the age of the Cisalpine Republic.
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SALVI, GRETA. « CULTURA TEATRALE E SCENARI URBANI NELLA MILANO DEL TRIENNIO CISALPINO (1796 - 1799) : TRA IMPIANTI TRADIZIONALI E INFLUENZE FRANCESI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/2030.

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Résumé :
Nel Triennio 1796-1799, si svolge la breve parabola della Repubblica Cisalpina, una delle unità politiche fondate da Napoleone Bonaparte nel corso della Campagna d’Italia. Il presente lavoro studia la cultura teatrale e gli aspetti performativi che caratterizzano la Cisalpina e soprattutto la sua capitale, Milano, in questa congiuntura storica. La tesi che si vuole sostenere riguarda l’uso delle pratiche performative come strumento di educazione popolare e di diffusione dei principi della Rivoluzione del 1789. Un intento perseguito, con differenti finalità, tanto dalle autorità francesi quanto dai patrioti italiani filo-rivoluzionari. La trattazione si articola intorno a tre nuclei fondamentali: i mutamenti urbanistici e architettonici intervenuti a Milano durante il Triennio, la teoria e la pratica teatrale, la forma para-performativa delle feste pubbliche. Le relazioni culturali tra Italia e Francia sono state oggetto di particolare attenzione. La documentazione su cui lo studio si basa è costituita da edizioni a stampa di testi teatrali, descrizioni di feste, editti, corrispondenza e periodici dell’epoca conservati presso biblioteche e archivi milanesi e parigini.
In the Triennium 1796-1799 took place the short life of the Cisalpine Republic, one of the political units founded by Napoleon Bonaparte during the Italian Campaign. This work studies the theatrical culture and the performing aspects which characterized the Cisalpine Republic and particularly its capital, Milan, in that historical juncture. The thesis asserted here is about the use of performing practices as an instrument of popular education and spreading of the principles of the 1789 Revolution. This aim was pursued by both French authorities and Italian pro-Revolution patriots. This work tackles three main points: the architectural and urban changes which affected Milan during the Triennium, the theory and practice of theatre, the public celebrations. The cultural relations between Italy and France have been investigated with special attention. This study is based on some documents kept in archives and libraries of Milan and Paris, such as printed editions of theatrical plays, records of celebrations, correspondence and periodicals from the age of the Cisalpine Republic.
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Cutrali, Valentina. « L opera di Georges Brassens : «une petite fête de mots et de notes» fra tradizione e libertà ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1237.

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Résumé :
Il presente studio concerne l opera del cantautore francese Georges Brassens e l impatto ideologico e formale che la sua opera ebbe nel contesto musicale, letterario e sociale della Francia del secondo dopoguerra. Un primo capitolo cercherà di chiarire come Brassens s inserisca in tale contesto ed in quale misura se ne distacchi. Una sezione è dedicata allo studio della canzone, messaggio multiplo che risulta dall armonia di tre elementi inscindibili (testo, musica ed interpretazione) ed al suo rapporto, privilegiato in quel momento storico, con la letteratura. La standardizzazione della cultura generata dalla diffusione dei media, unita alla tragicità degli eventi storici, determina infatti una riconsiderazione dello spazio letterario. Molti scrittori, tra cui Prévert, Desnos e P. Mac Orlan, trovano nella canzone una forma d espressione spontanea, capace di realizzare la difficile comunicazione con l altro. Un secondo capitolo consiste nello studio dei procedimenti lessicali e sintattici che contraddistinguono le canzoni di Brassens. Lo studio è volto a dimostrare l equilibrio tra un registro elevato ed uno popolare. L opera rappresenta un riuscito esempio di sintesi tra tradizione popolare e ricercatezze letterarie, pur restando accessibile al vasto pubblico. Un terzo capitolo affronterà infine la questione dell engagement di Brassens e della concezione individualista che permea l opera del cantautore, al fine di mostrare la coerenza del suo progetto artistico.
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BERNARDINI, LORENA. « La coroplastica di tipo tanagrino come dono votivo nel santuario della Sorgente di Saturo : dall’analisi del materiale alla ricostruzione delle funzioni e della tradizione culturale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/201809.

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Chiurato, Chiara. « Un monachesimo (re)inventato ? Due comunità femminili a confronto ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423042.

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Résumé :
This work originated from a research carried out among two Italian female communities, which define themselves “monastic”. One belongs to Monastic Fraternities of Jerusalem (FMG), a so-called “community of a new kind”; the other is a traditional Camaldolese nunnery. I used of a qualitative methodology for this study – that is both communities were kept under ethnographic observation for 4 months each, in addition to that I made 23 deep interviews. The hypothesis on which this study is based developed during my field experience and is based on the following observation: there are processes of reinterpretation of tradition underway both in FMG and in the Benedictine community which become evident through the different way the two communities look at the monastic identity and at the role of nuns and monks in society and in the world. The analysis of empirical data permits to see that such processes of “invention of tradition” take up specific and opposite features in the two communities. As to the FMG it can be read as “keeping to tradition is needed to get legitimation” while to the Camaldolese community it goes like that: “change is needed to preserve heritage”.
Questo lavoro ha origine da una ricerca condotta presso due comunità italiane femminili che si definiscono monastiche: una appartiene alla Fraternità Monastica di Gerusalemme (FMG), una cosiddetta “comunità di nuovo tipo”, l’altra è un Monastero Camaldolese di matrice tradizionale. L’ipotesi che sta alla base di questo studio, che si è avvalso di una metodologia di tipo qualitativo (un periodo di osservazione etnografica di quattro mesi per ognuna delle due comunità e ventitré interviste in profondità), ha preso forma nel corso dell’esperienza sul campo e si fonda sulla seguente constatazione: tanto nella FMG, quanto nella comunità benedettina, sono in atto dei processi di reinterpretazione della tradizione che si manifestano attraverso diverse modalità di intendere l’“identità monastica” e il ruolo dei/-le monaci/-che nel mondo e nella società. L’analisi del materiale empirico ha permesso di identificare come tali processi di invenzione della tradizione assumano, nelle due comunità, delle connotazioni specifiche e di segno opposto, che si possono tradurre, nel caso della FMG, in: “occorre conservare per essere legittimati”, in quello della comunità camaldolese, invece, nei termini di: “occorre cambiare per conservare l’eredità”.
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DI, SANTI GIANCARLO. « La Fabbrica dello zucchero nella terra del tamburo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2007. http://hdl.handle.net/2108/365.

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Résumé :
Questa ricerca tratta della fine del mondo, una fine del mondo che si avvia con l’arrivo dei bianchi. L’impatto dell’invasione va ben oltre gli aspetti politici ed economici legati al dominio e alla sopraffazione coloniali, investendo anche la sfera dei rapporti sociali, influenzando vigorosamente i rapporti e gli equilibri con le altre etnie locali e inducendo una rielaborazione complessiva della civiltà Turka. La tesi si articola in tre capitoli. Il primo capitolo è dedicato alla trascrizione dei colloqui che costituiscono la base documentaria di partenza. Il secondo capitolo analizza e indaga la cultura tradizionale che nell’impianto di questa ricerca risulta in crisi. Il terzo capitolo si sofferma sul mondo attuale del villaggio. Vi si descrive l’incontro-confronto tra cultura tradizionale e processo di modernizzazione. Si è poi ritenuto indispensabile per l’articolazione stessa della tesi procedere ad una breve introduzione storica basata su fonti di archivio locali e sulla scarsissima bibliografia. Questa breve introduzione storica ha la funzione di contestualizzare i problemi in riferimento a diversi ambiti geografici, territoriali ed economici che si sovrappongono. Mentre la breve premessa metodologica vuole essere un piccolo tributo al carattere multidisciplinare del Dottorato e della tesi. Nella tesi sono dunque i problemi legati al processo di modernizzazione a rappresentare, in alcuni casi esplicitamente in altri casi meno, il filo conduttore che mette insieme il vasto “repertorio” dei dati raccolti sul campo.
This thesis is about the "End of the World" begun with the colonization of Burkina Faso by white-western civilization. The impact of colonization was not only political and economical, instead it strongly influenced the sphere of social relations and affected the balance with the other ethnic groups. This produced a new elaboration of the whole Turka civilization. The thesis is divided in three chapters: the first chapter contains the transcription of the interviews, the main documental base of the research; the second chapter analyzes the crisis of the traditional culture; the third chapter focuses on the present world of the village, describing the encounter and confrontation between traditional culture and modernity. We thought it was indispensable to write a historical introduction in order to give a solid background to the ethnograpic approach and link it to geographical, political and economic problems already existing in the area. A short methodologic foreword intends to give account to the multidisciplinarity of the PhD program.
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Viscione, Gianluigi. « Dinamiche di reimpiego materiale e recupero arcaizzante della scultura altomedievale nel Romanico. Spolia, pseudospolia e arcaismo in Toscana e Abruzzo ». Doctoral thesis, 2023. https://hdl.handle.net/2158/1295786.

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Résumé :
La ricerca si propone di analizzare il riuso di elementi scultorei altomedievali e il recupero del loro linguaggio formale in Toscana e Abruzzo tra XI e XIV secolo. L’ampia casistica oggetto di questo studio può essere suddivisa in tre grandi categorie di riferimento: casi di autentico spoglio, pseudospolia ed episodi arcaizzanti. In alcuni casi, nuovi cantieri architettonici, infatti, impiegano elementi di spoglio provenienti da arredi liturgici realizzati tra VIII e IX secolo. Accanto a episodi di vero e proprio riuso, è possibile riconoscere casi di pseudospolia, cioè sculture che si fingono elementi di recupero tentando di apparire più antiche di quello che sono e parte di un insieme scomposto in realtà mai esistito. Oltre all’esibizione di spolia autentici o solo apparenti, incontriamo infine sculture e decorazioni architettoniche vivacemente arcaizzanti che recuperano retrospettivamente stilemi e soluzioni altomedievali, rielaborandoli con grande libertà e fantasia.
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LAURI, MARCO. « La tradizione utopica nella cultura arabo-islamica : elementi per una storia ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918781.

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KOLA, EDUARD. « I media tradizionali come veicolo di trasmissione culturale. L’Italia e la sua influenza sui contenuti e sui format della televisione albanese ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1630062.

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Résumé :
Questa tesi di dottorato è incentrata sullo studio del panorama mediatico albanese con particolare attenzione alla presenza di influenze culturali di matrice italiana. Per una comprensione esaustiva del tipo di relazioni che intercorrono tra Albania e Italia è stato necessario, prima di tutto, analizzarne la natura che esonda la sola dimensione comunicativa. In questo senso, dunque, è stato redatto un excursus storico, sociale ed economico necessario a definire più in dettaglio il campo di indagine. Il focus della ricerca ha riguardato tutti i mezzi di comunicazione tradizionali, ma in particolare la televisione, oggetto di un campionamento che ha preso in esame i palinsesti tra il 1969 e il 2020. L’analisi dei dati raccolti ha permesso di effettuare, in primis, una mappatura dell’offerta televisiva distinta per generi; successivamente si è proceduto a classificare i singoli programmi, evidenziando, al contempo, le preferenze del pubblico. Questo aspetto ha reso evidenti alcuni tratti fondamentali dell’identità culturale albanese veicolati e costruiti dalla televisione stessa. La vicinanza, non solo geografica, con l’Italia si è manifestata, sin dai primi anni del Novecento, attraverso varie forme, non ultima quella comunicativa veicolata dai mass media. Da strumenti di propaganda nel periodo dell’occupazione fascista dell’Albania, i mezzi di comunicazione si sono evoluti fino ad acquisire nuove forme e nuovi ruoli nel mondo contemporaneo, mantenendo sempre un forte legame con la matrice italiana. Il campionamento dei palinsesti televisivi, in particolare, ha evidenziato una forte presenza di prodotti italiani che possono essere distinti secondo tre categorie: le trasmissioni televisive “pure”, ovvero i programmi e i film italiani ritrasmessi senza alcuna modifica dalla televisione albanese; i format televisivi italiani riprodotti in Albania sotto forma di copie, adattamenti o imitazioni; e infine i programmi originali albanesi che al loro interno includono elementi di cultura italiana. Il processo di raccolta dei dati si è rivelato molto complesso: la mancanza di enti ufficiali universalmente riconosciuti (come Auditel in Italia) e di collaborazione da parte dei canali privati, ha reso necessario il ricorso a interviste in profondità somministrate a Opinion Leader della televisione albanese. Le figure selezionate sono state individuate attraverso criteri di multidisciplinarità e diversificazione per restituire al meglio la complessità dell’ambiente televisivo, e si sono rivelate essenziali per colmare le lacune nella raccolta dei dati ma anche per offrire un punto di vista interno privilegiato. Dalle parole degli intervistati sono emersi i forti legami con l’Italia che risiedono tanto nelle scelte produttive ed estetiche quanto in quelle tematiche; inoltre si sono delineate alcune criticità interne a un sistema mediale ancora in via di sviluppo. L’Italia, elemento di influenza sia a livello generale che specifico, rappresenta per l’Albania e per la sua televisione un punto di riferimento culturale imprescindibile, tuttavia permane l’assenza di un vero sguardo critico, capace di selezionare i contenuti in funzione pedagogica: questo favorisce la crescita di una televisione di impronta commerciale, i cui interessi continuano a ruotare intorno ai proventi tralasciando gli aspetti qualitativi.
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BOUSSOUS, Nabil. « Beni culturali e valore d’uso : conoscenza tacita, creatività e innovazione ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251082.

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Résumé :
Il lavoro di tesi indaga la definizione di bene culturale secondo una interpretazione estensiva del termine "cultura", data dalla sovrapposizione del concetto di cultura a quello di civiltà. In chiave di lettura antropologica, cultura e civiltà si presentano come sinonimi. Sicché, la nozione di beni culturali giunge a costituire un insieme aperto e suscettibile di continuo ampliamento, talché, ossequio al relativismo culturale, il concetto di cultura, meglio ingloba anche quelle pratiche ed usanze tradizionali che altre accezioni del termine lo sogliono contrapporre a "barbarie". Si è voluto così porre enfasi sulla pari meritevolezza di tutte quelle culture a lungo classificate come "altre". In altra istanza s’è colto il nesso trapelante tra il concetto di cultura e quello di conoscenza affinché l’analisi potesse essere convogliata verso l’altrettanta sua fondamentale variante tacita. L’intersezione col nuovo paradigma dell’economia della conoscenza ne ha fatto punto di riflessione e spunto di ricerca. In vero, la relazione esistente tra fruizione del beni culturali e lo sviluppo della conoscenza tacita ne ha ulteriormente suffragato l’impatto in termini di creatività e innovazione. Elementi, entrambi, necessari per l’acquisizione di un vantaggio competitivo nell’economia della globalizzazione. Successivamente, il "valore d’uso" associato alla fruizione del patrimonio culturale è stato analizzato. Dopo una sua prima scomposizione nelle due componenti, educativa ed edonistica, si è proceduto all’analisi della loro stretta interdipendenza funzionale. Il fine ultimo è stato quello di comprendere il loro contributo in termini di creatività e innovazione intese quale forma tangibile dell’espressione culturale. Si è cercato di dimostrare come la fruizione dei beni culturali, resa possibile mediante tecniche aggiornate di marketing sensoriale (o esperienziale), capaci di intercettare il mutamento dei benefici attesi dai consumatori, consente il raggiungiumento di uno stadio relativamente superiore di acculturazione tale da configurare un ricco bagaglio di conoscenza tacita. Addotta, poi, a fattore produttivo immateriale indispensabile per la creazione di prodotti place-specific forti degli attributi distintivi tradotti in termini di non replicabilità, inimitabilità e della difficile riproducibilità in altri contesti. Infine, il concetto di "Industrie Culturali e Creative" si è rivelato quello meglio atto ad inglobarne gli attributi, di modo che ci si è assunti l’onere di indagare le politiche finanziarie dell’UE all’uopo adottate in sua tutela.
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ALESSANDRA, Campanari. « “IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.

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Résumé :
Il mio lavoro di ricerca rappresenta un contributo allo studio dell'esperienza umana dello “spazio alimentare” come costruzione sociale che comprende sia i modelli del comportamento umano, e la loro relazione sensoriale con uno specifico luogo, sia l'imprenditoria etnica. Il nucleo di questo progetto di ricerca è rappresentato da un’indagine multi-generazionale del multiforme processo della migrazione italiana in America, laddove la cultura alimentare viene utilizzata come veicolo per esaminare come gli immigrati abbiano prima perso e poi negoziato una nuova identità in terra straniera. Lo scopo generale della tesi è quello di esaminare come il cibo rappresenti un collegamento nostalgico con la patria per la prima generazione, un compromesso culturale per la seconda e un modo per rinegoziare un'etnia ibrida per le generazioni successive. La lente del cibo è anche utilizzata per esplorare lo sviluppo dei ristoranti italiani durante il Proibizionismo e il loro ruolo nel processo di omogeneizzazione culinaria e di invenzione della tradizione nel mondo contemporaneo. Per spiegare come la cucina regionale in America sia diventata un simbolo collettivo di etnia e abbia potuto creare un'identità Italo-Americana nazionale distinta da quella italiana, ho adottato il modello creato da Werner Sollors e Kathleen Neils Cozen e sintetizzato con l'espressione di “invenzione dell'etnia”. Il capitolo di apertura esplora la migrazione su larga scala che ha colpito l'Italia e la storia economica italiana per oltre un secolo e prosegue con un’analisi storica sullo sviluppo dei prodotti alimentari nel tempo. La prima sezione evidenzia il significato culturale dell'alimento e il suo ruolo nella costruzione di un'identità nazionale oltre i confini italiani e prosegue con un’analisi sulla successiva variazione delle abitudini alimentari durante l'immigrazione di massa. Il capitolo conclude illustrando il quadro teorico utilizzato per teorizzare le diverse dimensioni dell'etnia. Partendo dall'ipotesi che l'identità sia un elemento socialmente costruito e in continua evoluzione, il secondo capitolo è dedicato all'analisi della natura mutevole del cibo, esplorata attraverso tre distinti ma spesso sovrapposti tipi di spazio: spazio della "memoria individuale"; spazio della "memoria collettiva"; spazio della "tradizione inventata". Lo spazio della “memoria individuale” esplora come i primi immigrati italiani tendevano a conservare le loro tradizioni regionali. Al contrario lo spazio della memoria collettiva osserva il conflitto ideologico emerso tra la prima e la seconda generazione di immigrati italiani, in risposta alle pressioni sociali del paese ospitante. L'analisi termina con la rappresentazione di generazioni successive impegnate a ricreare una cultura separata di cibo come simbolo dell'identità creolata. Il capitolo tre, il primo capitolo empirico della dissertazione, attraverso l'analisi della letteratura migrante mostra l'importanza del cibo italiano nella formazione dell'identità italo- americana. Questa letteratura ibrida esamina il ruolo degli alimenti nelle opere letterarie italo-americane di seconda, terza e della generazione contemporanea di scrittori. Il quarto capitolo completa la discussione seguendo la saga del cibo italiano dai primi ristoranti etnici a buon mercato, frutto della tradizione casalinga italiana, fino allo sviluppo di un riconoscibile stile di cucina italo-americano. A questo proposito, i ristoranti rappresentano una "narrazione" etnica significativa che riunisce aspetti economici, sociali e culturali della diaspora italiana in America e fa luce sull'invenzione del concetto di tradizione culinaria italiana dietro le cucine americane. La sezione termina con un'esplorazione del problema moderno relativo al fenomeno dell’Italian "Sounding" negli Stati Uniti, basato sulla creazione di immagini, colori e nomi di prodotti molto simili agli equivalenti italiani, ma senza collegamenti diretti con le tradizioni e la cultura italiana. Il capitolo finale fornisce una visione etnografica su ciò che significa essere italo-americani oggi e come i ristoranti italiani negli Stati Uniti soddisfano la tradizione culinaria Italiana nel mondo contemporaneo americano. Per concludere, considerando le teorie dell'invenzione della tradizione, due casi di studio esplorativi a Naples, in Florida, vengono presentati sia per analizzare come gli italo-americani contemporanei manifestano la loro etnia attraverso il cibo etnico sia per esaminare come il cibo italiano viene commercializzato nei ristoranti etnici degli Stati Uniti, alla luce della del processo di globalizzazione.
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