Littérature scientifique sur le sujet « Tradizioni culturali »

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Articles de revues sur le sujet "Tradizioni culturali"

1

Čok, Lucija. « Lingue e culture nel dibattito sulle identità europee ». Linguistica 50, no 1 (29 décembre 2010) : 137–42. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.137-142.

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Résumé :
Nelle politiche linguistiche e culturali delle strategie comunitarie, il discorso sulle identità del singolo (identità nazionale, culturale, linguistica, regionale...) presenta un potenziale punto d'intesa. Nel complesso delle attività che le politiche comunitarie propongono, risulta che una speciale attenzione è riservata alla tutela di alcune di esse (per esempio quella nazionale e linguistica). Si attivano quindi, simultaneamente, mezzi e conoscenze per instaurare la condivisione di un'unica cittadinanza e di una comune economia per creare una crescita culturale in un'entità organica. L'Europa è caratterizzata da culture e tradizioni simili e da una storia che accomuna tutte le nazioni che ne fanno parte. Il passato delle nazioni è contrassegnato dalla ricchezza dei valori paneuropei: valori politici, sociali, culturali, umani. La memoria, soprattutto la memoria storica, è fatta di un materiale essenziale atto a costruire e composto di elementi specifici insostituibili. Vi si trovano valori da salvaguardare e da distribuire. Uno dei vantaggi del continente Europa è il fatto di avere un passato, anche se, a tratti, conflittuale a causa delle specificità delle singole nazioni. La componente regionale e quella locale costituiscono un prezioso scrigno culturale paneuropeo le cui ricchezze emergono nel dialogo interculturale. Ci sono luoghi e tempi per cercare la creatività artistica, la curiosità scientifica, la forza intellettuale del singolo e dei gruppi che potranno far emergere nuove idee, proposte, progetti e strategie per arrivare al bene comune. La scuola è uno dei luoghi intesi come laboratori culturali. Il processo d'innovazione in atto all'interno del sistema scolastico supporta senz'altro la scuola nell'adempimento della sua funzione di operatore educativo comunitario e, allo stesso tempo, di tutore dei beni culturali e delle identità regionali.
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Amadei, Gherardo. « Alcune considerazioni sull'articolo di Paolo Migone "Il problema della ‘traduzione' di aspetti delle filosofie orientali nella psicoterapia occidentale" ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (décembre 2010) : 526–30. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-004006.

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Résumé :
L'attitudine della mindfulness, che sta di recente ricevendo sempre maggior attenzione in Italia, va "tradotta" con cautela in termini occidentali per evitare di fraintenderne l'essenza e gli obiettivi. In particolare č importante non rubricarla sotto la voce "Oriente" perché sarebbe fuorviante rispetto a una modalitŕ di essere e di relazionarsi che di fatto č universale: la si trova infatti descritta e praticata in tradizioni e in aree culturali molto diverse. Č proprio questo riscontro che richiede di definire maggiormente l'estensione concettuale della mindfulness nonché le ricadute del suo utilizzo nella clinica e nella formazione.
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Busolini, Daniele, Francesca Maria D’Agnelli, Laura Gavazzi, Luana Greco et Valerio Pennasso. « BeWeB : un giovane progetto che compie vent’anni ». DigItalia 16, no 1 (juin 2021) : 89–100. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00028.

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Résumé :
Il portale BeWeB rappresenta il racconto delle comunità di eredità che esprimono il valore identitario del patrimonio culturale nelle sue diverse tipologie, materiale e immateriale, come riflesso ed espressione dei loro valori, delle conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. I beni ecclesiastici, oltre ad avere un’accezione culturale, storica, artistica, bibliografica, archivistica e patrimoniale, rappresentano anche uno dei luoghi in cui si compie la missione della chiesa. Le diocesi e le parrocchie, nel catalogare i propri beni attraverso un progetto locale di carattere nazionale, hanno investito risorse culturali, umane ed economiche motivate da una prospettiva principalmente legata alla conoscenza, certamente patrimoniale e di tutela, svolgendo l’attività con crescente consapevolezza. Ultimamente questa consapevolezza del dono da custodire e da trasmettere, da usare oggi, è cresciuta, e ormai in quei beni le comunità identificano i motivi della propria identità, un valore di vita e di annuncio.
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Ratzinger, Joseph. « Nauczanie Ojców Kościoła w encyklice „Fides et ratio" Jana Pawła II ». Vox Patrum 34 (15 décembre 1998) : 303–10. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7383.

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Il Card. J. Ratzinger nella sua conferenza analizza le radici dell'enciclica „Fides et ratio", soprattutto quelle patristiche. Mette in risalto il cammino dei primi secoli del cristianesimo nel quadro di quel quadro specifico che e stata l'esperienza della Chiesa di fronte alle diversi correnti filosofiche di quei tempi. Su questa base i Padri hanno messo in evidenza il legame interiore e coerente sapienza teologica e sapere filosofico, partendo dal significato metafisico della verita. Inoltre, Ratzinger sottolinea come i Padri abbiano dimostrato l’esistenza di una reale possibilita di dialogo critico con tutte le correnti filosofiche e eon tutte le tradizioni culturali.
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della Porta, Donatella, et Liborio Mattina. « I MOVIMENTI POLITICI A BASE ETNICA : IL CASO BASCO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, no 1 (avril 1985) : 35–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200002999.

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Résumé :
IntroduzioneNel corso degli ultimi venti anni in molte regioni dell'emisfero nord-occidentale sono riemersi quei movimenti politici a base etnica il cui declino era sembrato ineluttabile dopo la ridefinizione dei confini nazionali seguita alle due guerre mondiali. Tali movimenti hanno perseguito obiettivi diversi da un caso all'altro — dalla difesa della lingua regionale alla richiesta dell'autonomia politica, all'indipendenza — e talvolta anche divergenti tra le diverse componenti del medesimo schieramento. Nonostante le differenze essi sono stati contrassegnati da una comune caratteristica: quella di rivalorizzare attributi culturali oggettivi condivisi dai loro militanti — la razza, la lingua, la religione, l'insediamento in un determinato territorio, il riferimento a precedenti istituzioni, simboli, tradizioni storiche. Questi attributi sono serviti ad alimentare processi di identificazione politica che ai governi centrali è stato richiesto di riconoscere. Tuttavia, sebbene l'esistenza di attributi culturali oggettivi comuni ai membri di gruppi etnici sia stata una condizione necessaria del riemergere dei movimenti, non ne ha però costituito il fattore decisivo.
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Blondel, Jean. « DECISIONI DI GOVERNO E VINCOLI PARTITICI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 2 (août 1989) : 199–222. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012910.

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Résumé :
IntroduzioneFino ad ora, il dibattito sulla natura del processo decisionale interno ai gabinetti di governo è risultato inconcludente. Si è affermato con forza che, almeno in alcuni paesi, i primi ministri sono divenuti l'elemento dominante del processo decisionale e che la collegialità all'interno del gabinetto è ormai un mito; ma l'evidenza portata a sostegno di questa tesi è, nel migliore dei casi alquanto selettiva. Di fatto, presentare il problema in questi termini costituisce una grossa semplificazione poichè numerosi fattori interagiscono: il processo decisionale di gabinetto dipende da variabili come le personalità, il livello relativo di informazione dei ministri, la durata della loro permanenza nel gabinetto, i vincoli delle coalizioni ed anche le tradizioni culturali. Quindi, un approccio realistico a questo problema richiede che si proceda con cautela verso le conclusioni, raccogliendo materiale sulla enorme varietà di situazioni esistenti, classificandole e cercando di valutare l'influenza relativa delle diverse variabili.
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Piccioni, Sara, Mariapia D’Angelo et Maria Chiara Ferro. « I Corpora SEAH di comunicazione specializzata nel settore dell’Architettura e delle Costruzioni ». Linguistica 61, no 2 (30 décembre 2021) : 97–122. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.61.2.97-122.

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Résumé :
La mancanza di competenze nel linguaggio accademico-disciplinare costituisce spesso un ostacolo alla mobilità degli studenti. Questo è particolarmente vero nel campo dell’Architettura e delle Costruzioni (AC), in cui il percorso formativo comprende una serie di sotto-domini tecnici che sono spesso definiti da pratiche professionali, tradizioni culturali e quadri giuridici specifici di un dato paese. Con l’obiettivo di favorire la partecipazione ai programmi di scambio, il progetto Erasmus+ SEAH (Sharing European Architectural Heritage: Innovative language teaching tools for academic and professional mobility in Architecture and Construction) mira a creare corpora specializzati nel campo dell’AC e moduli linguistici open access basati sui suddetti corpora in lingua francese, tedesca, italiana, russa e spagnola. Il contributo presenta il quadro teorico di riferimento, le metodologie e le finalità del progetto SEAH, soffermandosi sui criteri e sulle procedure generali del corpus design, con esemplificazioni della compilazione e impiego dei corpora per la lingua spagnola, italiana e russa.
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Del Missier, Giovanni. « Le mutilazioni genitali femminili ». Medicina e Morale 49, no 6 (31 décembre 2000) : 1097–143. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.774.

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Résumé :
L’articolo intende approfondire la tematica delle mutilazioni genitali femminili (MGF) per esprimere un fondato giudizio morale su queste pratiche e offrire delle linee di riferimento per la promozione di comportamenti sociali giusti e responsabili, nel pieno rispetto della dignità personale delle donne coinvolte. L’autore offre un quadro generale del fenomeno, emergente anche in Italia, individuando le testimonianze storiografiche delle MGF, le diverse tipologie di intervento, le conseguenze psico-fisiche che esse comportano per le donne che vi si sottopongono, la distribuzione geografica e quantitativa dei soggetti coinvolti. Vengono esaminate le motivazioni tradizionalmente addotte a giustificazione di queste pratiche e le teorie esplicative moderne fornite dalle scienze umane che hanno tentato di interpretare in vario modo le mutilazioni sessuali, con particolare attenzione alla riflessione ispirata ai diritti umani. Successivamente, vengono considerati criticamente i paradigmi etici più utilizzati in letteratura per schierarsi a favore o contro la legittimità delle MGF. I limiti rilevati inducono l’autore ad inquadrare il discorso in una più ampia cornice di tipo antropologico personalista e a percorrere una via di soluzione equidistante dal culturicentrismo e dal relativismo culturale. Sulla base del significato della corporeità si sostiene la grave illiceità delle pratiche mutilatorie, analizzando nel dettaglio le responsabilità dei diversi attori sociali che vi si possono trovare coinvolti. Sulla scorta di alcune argomentazioni derivate per analogia dai Teologi Dottori della tradizione cattolica viene individuato, inoltre, un criterio minimale di riferimento per avviare un dialogo interculturale non direttivo né paternalistico, ma rispettoso e fermo che conduca le etnie, presenti nella società italiana, a superare queste pratiche trasformandole in una nuova ritualità non cruenta, senza compromettere il patrimonio di valori che esse vorrebbero salvaguardare e trasmettere. L’esposizione si conclude con una serie di indicazioni volte a guidare la progettazione di interventi sociali finalizzati a modificare le tradizioni dannose per la salute, secondo una strategia ispirata non solo all’efficacia, ma soprattutto al rispetto della dignità umana e delle diversità culturali, con particolare riguardo ai problemi delle donne, delle famiglie, delle comunità di riferimento, degli operatori socio-sanitari e alla questione dell’introduzione di norme penali specifiche anti-MGF.
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Bancheri, Salvatore. « Elementi di plurilinguismo nell’opera di Filippo Orioles ». Quaderni d'italianistica 36, no 2 (27 juillet 2016) : 23–40. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26898.

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Résumé :
La prima metà del Settecento — periodo in cui scrisse Filippo Orioles (1687–1793), autore del Riscatto d’Adamo — fu segnato in Sicilia da un continuo alternarsi di dominazioni e quindi anche da normale commistione di linguaggi. Di riflesso, i lavori dell’Orioles (La notte in giorno, La S. Rosalia, Il S. Alessio e Il San Basilio Magno), analizzati brevemente nella loro esemplarità linguistica, sono uno specchio di questa realtà. Nelle opere esaminate troviamo una mescolanza di lingue (italiano, spagnolo e latino), frequenti latinismi, dialetti (siciliano e napoletano). La contaminazione dei linguaggi si manifesta sia sul piano puramente linguistico, sia su quello dei codici e delle tradizioni culturali: abbiamo in contempo il linguaggio lirico e drammatico, colto e popolare, profano e religioso. Al linguaggio galante dei salotti si contrappone il dialetto schietto dei popolani; al tono epico si contrappone quello eroicomico dei servi. L’elemento più interessante delle commedie agiografiche dell’autore palermitano è il plurilinguismo — inteso in senso lato — grazie al quale va in scena, sia pure in modo anacronistico, la Sicilia del ’700, sia aristocratica che popolana. E sono proprio, e principalmente, i personaggi del popolo con il loro colorito dialetto che rendono meno pesanti, se non addirittura vivaci, le commedie dell’Orioles.
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Sciacovelli, Antonio. « Restare o partire ? Sulle rappresentazioni non stereotipate di Napoli ». Italianistica Debreceniensis 25 (29 mars 2020) : 36–53. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2019/5553.

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Résumé :
L'immagine letteraria di Napoli, "Capitale del Sud", che vede periodiche alternanze di crisi e splendore nelle arti, è sicuramente dicotomica: da un lato il locus amoenus in cui fiorisce l'inventiva e diverse tradizioni culturali si intersecano e convivono; dall'altro, il luogo simbolico di immense disparità sociali, uno scoppio di epidemie e la culla di una mentalità rilassata e reazionaria. L'immagine usata da Benedetto Croce per definire la città, "un paradiso abitato dai diavoli", risale al Medioevo, e viene negata di volta in volta dagli autori che intendono costruire un mito positivo di napoletanità, ma già agli inizi 20° secolo, e quindi soprattutto nel periodo dal 1943 (ai giorni nostri), ci sono accenti sempre più critici nei confronti di questa immagine, che risultano - più che nell'odio o nel disprezzo per la città e i suoi abitanti - nella tendenza ad allontanarsi da Napoli, per abbandonare una realtà contraddittoria che non risolve i suoi problemi, ma come una foresta vergine ricresce distruggendo ogni elemento del progresso. Gli autori esaminati nell'articolo sono: Carlo Bernari, Anna Maria Ortese, Raffaele La Capria, Fabrizia Ramondino, Ermanno Rea, Giuseppe Montesano, Elena Ferrante.
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Thèses sur le sujet "Tradizioni culturali"

1

Zara, Cecilia <1992&gt. « Cultura e resistenza tra tradizione e creatività. Il caso del Jenin Creative Cultural Centre ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16239.

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La tesi tratta del rapporto tra cultura e resistenza nei Territori Palestinesi occupati. Il primo capitolo prende in esame quanto le identità collettive cambino in base alle narrazioni dominanti, al contesto sociale ed alle esigenze contingenti. A causa del conflitto israelo-palestinese tali narrazioni tracciano dei confini tra sé e l’altro, e in questi processi un ruolo decisivo viene assunto anche dall’istruzione e dalle rappresentazioni identitarie portate avanti nelle scuole e nei libri di testo. Nelle fonti, viene contestato al sistema scolastico palestinese di accontentarsi di fornire nozioni che, anche se aiutano lo sviluppo di un orgoglio nazionale e a tramandare la memoria collettiva palestinese, lasciano poco spazio alla formazione di un pensiero critico e creativo. Nel secondo capitolo vengono analizzate diverse forme artistiche e culturali adottate nei Territori occupati per conservare e tramandare le proprie tradizioni ed il proprio patrimonio culturale, sia attraverso forme che rimandano a metodi, contenuti e simboli più tradizionali, sia che si ricerchino nuove tecniche espressive. Il terzo capitolo si concentra sul contesto geografico, storico, e culturale di Jenin con particolare riferimento all’invasione del campo rifugiati della città nell’aprile 2002. Il quarto capitolo racconta la realtà del Jenin Creative Cultural Centre: attraverso l’analisi di documenti rinvenuti sul luogo ed interviste personalmente condotte viene a delinearsi il profilo di un Centro culturale che per mezzo delle proprie attività diventa promotore di una resistenza non armata, bensì culturale. Le conclusioni indagano il rapporto tra cultura, resistenza e politica con una particolare attenzione al ruolo della creatività.
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2

SCORSOLINI, VALENTINA GIOVANNA. « TRADIZIONE CULTURALE E INSEGNAMENTO LINGUISTICO IN AUSTRALIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40178.

Texte intégral
Résumé :
Alla luce del recente interesse verso l’insegnamento della lingua italiana all’estero, il presente elaborato esamina la storia della comunità italiana e dell’evoluzione della didattica dell’italiano nello stato del Victoria, in Australia. La tesi presenta inoltre i risultati della mia ricerca sull’influenza dei flussi migratori e delle politiche linguistiche australiane sull’insegnamento dell’italiano nelle scuole, descrivendo come la percezione della lingua italiana sia cambiata nell’immaginario australiano. Tale analisi storica mi ha permesso di formulare una valutazione critica e suggerimenti per migliorare le metodologie didattiche impiegate nei corsi di italiano nelle scuole secondarie del Victoria.
In light of the growing interest towards Italian teaching abroad, the present dissertation investigates the history of the Italian community and the evolution of Italian teaching in the state of Victoria, Australia. I hereby present the results of my research on the history of the Italian community in Victoria, as well as the influence of Australian immigration and language policies on Italian teaching in Victorian schools, highlighting how the perception of Italian language evolved in Australian public opinion throughout history. Based on this historical framework, a critical evaluation of Italian teaching methodologies in Victoria was conducted, which informed my suggestions for future improvement of Italian teaching practices.
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SCORSOLINI, VALENTINA GIOVANNA. « TRADIZIONE CULTURALE E INSEGNAMENTO LINGUISTICO IN AUSTRALIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40178.

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Résumé :
Alla luce del recente interesse verso l’insegnamento della lingua italiana all’estero, il presente elaborato esamina la storia della comunità italiana e dell’evoluzione della didattica dell’italiano nello stato del Victoria, in Australia. La tesi presenta inoltre i risultati della mia ricerca sull’influenza dei flussi migratori e delle politiche linguistiche australiane sull’insegnamento dell’italiano nelle scuole, descrivendo come la percezione della lingua italiana sia cambiata nell’immaginario australiano. Tale analisi storica mi ha permesso di formulare una valutazione critica e suggerimenti per migliorare le metodologie didattiche impiegate nei corsi di italiano nelle scuole secondarie del Victoria.
In light of the growing interest towards Italian teaching abroad, the present dissertation investigates the history of the Italian community and the evolution of Italian teaching in the state of Victoria, Australia. I hereby present the results of my research on the history of the Italian community in Victoria, as well as the influence of Australian immigration and language policies on Italian teaching in Victorian schools, highlighting how the perception of Italian language evolved in Australian public opinion throughout history. Based on this historical framework, a critical evaluation of Italian teaching methodologies in Victoria was conducted, which informed my suggestions for future improvement of Italian teaching practices.
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BONVEGNA, GIUSEPPE. « John Henry Newman. Tradizione, cultura religiosa e politica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/176.

Texte intégral
Résumé :
Il lavoro riguarda alcuni aspetti ancora non molto studiati della personalità intellettuale di John Henry Newman, vale a dire la proposta di una cultura cristiana alternativa alla secolarizzazione in ambito educativo e socio-politico, così come si sviluppò durante il corso della sua vita: il giudizio dato da Newman sull'antico regime inglese è il tema del primo capitolo; la riflessione degli ultimi anni oxoniensi e dei primi anni successivi alla conversione (il ruolo del cristianesimo e del cattolicesimo nella cultura inglese) è il tema del secondo successivo; la proposta educativa così come emerge degli scritti sull'Università è il tema del terzo capitolo; alla riflessione sul compito Stato e sui fondamenti della politica è infine dedicato il quarto capitolo.
The work considers some aspects (not so studied yet) of the intellectual personality of John Henry Newman, that is the Christian cultural proposal alternative to the secularization in education, and in the social and political field, as it was developed during his life: the topic of the first chapter is Newman's opinion about the ancien regime; in the second chapter we study the reflection of the last Oxonian years and of the first years after his conversion (the role of Christianity and of Catholicism in English culture); the third chapter regards the educative proposal, as it develops from the writings on University onwards; the fourth chapter is dedicated to the reflections on the role of the State and on the foundations of politics.
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5

BONVEGNA, GIUSEPPE. « John Henry Newman. Tradizione, cultura religiosa e politica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/176.

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Il lavoro riguarda alcuni aspetti ancora non molto studiati della personalità intellettuale di John Henry Newman, vale a dire la proposta di una cultura cristiana alternativa alla secolarizzazione in ambito educativo e socio-politico, così come si sviluppò durante il corso della sua vita: il giudizio dato da Newman sull'antico regime inglese è il tema del primo capitolo; la riflessione degli ultimi anni oxoniensi e dei primi anni successivi alla conversione (il ruolo del cristianesimo e del cattolicesimo nella cultura inglese) è il tema del secondo successivo; la proposta educativa così come emerge degli scritti sull'Università è il tema del terzo capitolo; alla riflessione sul compito Stato e sui fondamenti della politica è infine dedicato il quarto capitolo.
The work considers some aspects (not so studied yet) of the intellectual personality of John Henry Newman, that is the Christian cultural proposal alternative to the secularization in education, and in the social and political field, as it was developed during his life: the topic of the first chapter is Newman's opinion about the ancien regime; in the second chapter we study the reflection of the last Oxonian years and of the first years after his conversion (the role of Christianity and of Catholicism in English culture); the third chapter regards the educative proposal, as it develops from the writings on University onwards; the fourth chapter is dedicated to the reflections on the role of the State and on the foundations of politics.
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Louafi, Rim. « La presenza berbera in Marocco : lingua, tradizioni e riti ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8871/.

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Résumé :
Ma chi sono realmente i berberi? Da dove proviene la loro cultura, le loro tradizioni e la loro lingua? E come riescono a convivere nella società magrebina? Queste sono le domande a cui il presente elaborato cercherà di rispondere in modo tale da fare capire una parte dell’identità berbera. Traendo spunto da articoli tratti da riviste marocchine e da libri pubblicati sull'argomento, proverò a spiegare brevemente l’origine dei riti, delle tradizioni e della lingua berbera. Innanzitutto, la parola Berberi viene dal temine greco barbaroi e dal termine arabo brabra, significa popolo la cui lingua non si capisce. È una denominazione offensiva attribuita da un vincitore ad un vinto, o da una persona sicura di appartenere ad una civiltà superiore. Non è il nome che il popolo stesso si conferisce, tanto è vero che i berberi preferiscono essere chiamati amazigh (imazighen al plurale). I berberi sono i primi abitanti dell’Africa settentrionale che occupano da millenni un vasto territorio che va dalle coste atlantiche del Marocco fino ai confini del Magreb e dell’Egitto. Un popolo nomade che si sposta attraverso i territori spesso verso le montagne o il deserto.
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Marangoni, Francesca <1990&gt. « MODERNITA’ E TRADIZIONE DI UN BRAND : IL PATRIMONIO COMUNICATIVO DE L’INGLESINA BABY SPA ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5233.

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Résumé :
L’analisi dell’azienda L’Inglesina Baby Spa è stata svolta con un’impronta sociologica al fine di comprendere le dinamiche comunicative del brand storico Inglesina. Si è analizzato l’oggetto Carrozzina, nella dimensione pubblica come stereotipo di consumo (prodotto parte di una cultura comune) e nella dimensione privata (costruttore dell’esperienza del singolo), nella transizione dal ruolo di donna a madre. Ogni singolo oggetto che circola nel mercato può esser visto come una “nave di significati culturali e personali” e i consumatori possono utilizzare questi significati per classificare e comunicare se stessi agli altri attraverso l’uso degli oggetti o per se stessi. Nel consumo simbolico è focale, quindi, che un’azienda possieda una forte personalità di marca creando valore per il consumatore. Si sono dunque delineate le potenzialità comunicative del Brand Inglesina tracciando un profilo socio-culturale della donna e svolgendo un’analisi degli elementi grafici dell’azienda e della comunicazione aziendale dagli anni ’60 ad oggi. Lo Studio del profilo comunicativo dell’azienda è stato poi raffrontato con i principali competitors al fine di proporre delle linee guida che l’azienda potrebbe percorrere per rafforzare la propria Brand Identity.
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Cardascia, Gabriella. « Traduzione dal tedesco di ricette dolci cultura e tradizione in ambito culinario ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9827/.

Texte intégral
Résumé :
Zusammenfassung In dieser Arbeit wird die Übersetzung des deutschen Kochbuchs “Das beste Dr. Oetker Backbuch” ins italienische vorgestellt. Das Ziel ist es den kulturellen Problemen auf den Grund zu gehen, welche besonders bei den Rezepten entstehen, die Zutaten enthalten die es in Italien nicht gibt. Diese Arbeit ist in vier Kapitel eingeteilt: im ersten Kapitel wird die Textart definiert und beschrieben; im zweiten Kapitel findet man sieben ins italienisch übersetze Rezepte mit deutschem Originaltext; das dritte Kapitel besteht aus dem Kommentar zur Übersetzung und zu den Unterschieden zwischen der deutschen und italienischen Kultur das vierte und letze Kapitel hingegen beschreibt die Arbeitsweise und Organisation des hier vorgestellten Beitrags. Resumen En este trabajo se propone la traducción de recetas de dulces alemanes de el recetario Das beste Dr. Oetker Backbuch en italiano. El objeto es entender las problemas de adaptación cultural sobre todo cuando se traducen ingredientes de recetas que no existen en Italia. El trabajo se desarolla a lo largo de cuatro capitulos: en el primero hay una breve descripción de la clasificación textual; en el segundo capítulo se encuentra la traducción de siete recetas de un recetario aleman con el texto original; el tercer capítulo es un comentario a la traducción y a la diferencia que hay entre las tradiciones alemanas y las tradiciones italianas y, en fín el cuarto capítulo incluye toda la descripción y la organicación de el trabajo concluido.
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Franzi, Francesca <1990&gt. « Il territorio varesino : ambiente, tradizione e cultura come opportunità di sviluppo turistico ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7250.

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Résumé :
L’elaborato ha lo scopo di analizzare l’area varesina per evidenziarne le peculiarità e gli elementi di rilievo e pregio che la caratterizzano. Una prima analisi generale presenta l’evoluzione della città di Varese e dell’area circostante evidenziandone la vocazione industriale, nonché i patrimoni storici e naturalistici presenti. L’attenzione si sposta, in seguito, su tre aspetti che vogliono essere presentati come opportunità di pratiche turistiche nell’area: il lago, che presenta un passato di importanti tradizioni di pesca e un sito patrimonio dell’Unesco; lo sport, dove emergono realtà di spicco che portano Varese ad essere conosciuta a livello internazionale e la gastronomia, con la presentazione di tre prodotti locali che oltre ad un elevata qualità contano su un forte legame con il territorio.
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Sciortino, Gabriella. « Fenici e Greci in Sicilia in età arcaica : Il significato dei materiali di tradizione fenicia all'interno di contesti sicelioti nello studio delle interazioni culturali ». Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2014. http://hdl.handle.net/10803/283659.

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Résumé :
The research project aim is to analyze the cultural interactions in archaic Sicily, a period particularly significant about colonial encounters, strongly characterized by the presence of different groups of colonizers of different origins: the Phoenicians and the Greeks. This analysis will be realized through the study of different kinds of archaeological records, such as items and fragments of an important Phoenician marker, such as the Red-Slip pottery, or through the evidence of group of orientalia and Phoenician-Punic amphorae from some of the most important Greek colonies. Although the elusive nature of these data the support of the contextual approach constitutes a valuable tool to understand the social and cultural framework of the colonial communities through a flow of information conveyed by the same objects and their associations by combining different perspectives of analysis.
El principal objetivo de esta investigación es de analizar las interacciones culturales en la Sicilia arcáica, una época en que la isla se caracteriza por los encuentros culturales, determinados por la presencia de diferentes grupos de colonos: lo Fenícios y los Griegos. El análisis pretende alcanzar el estudio de diferentes tipos de evidencias materiales, como ejemplares y fragmentos de cerámica de engobe rojo, materiales como los “orientalia” y las amphoras de tipo fenício-púnico, todos hallados en algunos de los principales asentamientos griegos de la isla. Sin embargo, debido a la dificultad de enmarcar estos materiales en una perspectiva histórico-arqueológica, el uso de la aproximación contextual en este análisis representa un instrumento valioso para la comprensión de las situaciones socio-culturales del mundo colonial, gracias a la combinación de datos, que permite vehicular todas las informaciones que estos proporcionan a través de diferentes perspectivas de análisis.
L’obiettivo principale di questa ricerca è quello di analizzare le interazioni culturali nella Sicilia arcaica, in un’epoca particolarmente significativa per gli incontri coloniali, caratterizzati prevalentemente dalla presenza di due gruppi coloniali: i Fenici e i Greci. Quest’analisi verrà condotta attraverso lo studio di differenti tipi di evidenza materiale, da un lato quella dei materiali fenici e di tipo fenicio, prevalentemente in stato frammentario e in molti casi da includersi all’interno della red-slip, da un altro, quella di attestazioni di natura diversa, come gli “orientalia” o le anfore di tipo fenicio-puniche, materiali che provengono esclusivamente da contesti sicelioti. Data la natura elusiva di questi dati, il ricorso all’analisi contestuale costituisce un utile strumento metodologico in grado di suggerire indicazioni su determinate situazioni coloniali e di fornire nuove interpretazioni mediante la combinazione dei dati e delle loro associazioni, nonché dal combinare differenti livelli di ricerca.
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Livres sur le sujet "Tradizioni culturali"

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Pietro, Barcellona, et Ciaramelli Fabio, dir. La frontiera mediterranea : Tradizioni culturali e sviluppo locale. Bari : Dedalo, 2006.

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2

Atzori, Mario. Tradizioni popolari della Sardegna : Identità e beni culturali. Sassari : EDES, 1997.

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3

Valentina, Colombo, et Gozzi Gustavo, dir. Tradizioni culturali, sistemi giuridici e diritti umani nell'area del Mediterraneo. Bologna : Il mulino, 2003.

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4

Zito, Gaetano. Euplo e Lucia 304-2004 : Agiografia e tradizioni culturali in Sicilia. Catania : Studio Teologico S. Paolo, 2006.

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Azzari, Margherita, et Laura Cassi. Itinerari turistico culturali in Toscana. Florence : Firenze University Press, 2002. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-027-x.

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Résumé :
Nella convinzione che gli itinerari culturali debbano assumere una crescente importanza nell'ambito di un turismo basato su criteri di sostenibilità, sono stati elaborati tre esempi di valorizzazione della cultura locale in aree di grande interesse per tradizioni storiche e per particolari valori territoriali. La crescita del mercato turistico e del tempo libero forniscono un efficace stimolo alla maturazione di proposte volte a prospettare nuovi itinerari e ad alleggerire i flussi più consolidati, inserendo un vasto patrimonio di valori paesaggistici e culturali in trame territoriali significative. E questo anche nell'ottica di crescenti sinergie fra economia e cultura.
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Il destino degli animali : Aspetti delle tradizioni culturali araba e occidentale nel Medio Evo. Firenze : SISMEL, 2012.

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Roberto, Mancini, dir. La trama del tempo : Reti di saperi, autonomie culturali, tradizioni : studi in onore di Sergio Bertelli. Roma : Carocci, 2005.

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Maurizio, Buora, et Santoro Sara, dir. Progetto Durrës : L'indagine sui beni culturali albanesi dell'antichità e del Medioevo : tradizioni di studio a confronto : [atti del primo incontro scientifico, Parma-Udine, 19-20 aprile 2002]. Trieste : Editreg, 2003.

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Maurizio, Bora, et Santoro Sara, dir. Progetto Durrës : L'indagine sui beni culturali albanesi dell'antichità e del Medioevo : tradizioni di studio a confronto : [atti del primo Incontro scientifico : Parma-Udine, 19-20 aprile 2002]. Trieste : Editreg, 2003.

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Dai verdi prati della Valdichiana alle nevi dello Jutland : Pagine sparse di tradizioni locali, cronache di guerra e dopoguerra e degli scambi culturali dei nostri licei con le scuole d'Europa. Montepulciano : Thesan & Turan, 2008.

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Chapitres de livres sur le sujet "Tradizioni culturali"

1

Indellicato, Michele. « La forza universalistica dei diritti e il primato della dignità della persona ». Dans HUMAN RIGHTS Evolution in the digital era, 11–18. Wydawnictwo Wyższej Szkoły Gospodarki Euroregionalnej im. Alcide De Gasperi w Józefowie, 2021. http://dx.doi.org/10.13166/wsge/hr-pl/chyk8647.

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Résumé :
A serious ethical-anthropological reflection on the universalistic force of human rights must start from the question about man (“who is man why you care?”) opening towards a perspective in which the different cultural and religious traditions, today more than ever, they must meet in order to reduce the distance that separates them and to achieve the recognition of the primacy of the dignity of the person. Una seria riflessione etico-antropologica sulla forza universalistica dei diritti umani deve partire dalla domanda sull’uomo (“chi è l’uomo perché te ne curi?”) aprendo verso una prospettiva in cui le diverse tradizioni culturali e religiose, oggi più che mai, devono incontrarsi per ridurre la distanza che le separa e pervenire al riconoscimento del primato della dignità della persona.
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Nobile, Marianna. « Mutilazioni genitali femminili : il conflitto tra diritti fondamentali e tradizioni culturali ». Dans Il benessere, un percorso multidisciplinare, 45–57. Ledizioni, 2014. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.3068.

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3

Brysiak, Anna. « Italianita come luogo della scrittura : La questione dell’identita in Fleur Jaeggy ». Dans Sperimentare ed esprimere l’italianità. Aspetti letterari e culturali. Doświadczanie i wyrażanie włoskości. Aspekty literackie i kulturowe. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-478-0.04.

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Résumé :
Fleur Jaeggy, scrittrice italiana di origine svizzera, in una sua intervista afferma: “Un senso di identitŕ, forse, non l’ho mai provato. Penso che identitŕ sia la lingua in cui si scrive” (1998). A partire da tale dichiarazione nel nostro studio approfondiremo la complessa costellazione identitaria di una autrice e una scrittura cosmopolita, come la defině Susan Sontag, per la quale tanto la Svizzera quanto l’Italia costituiscono luoghi interiori, territori da abitare e di cui appropriarsi all’interno della creazione letteraria. Analizzando le opere di Jaeggy, da “I beati anni del castigo” a “Proleterka”, punteremo ad evidenziare come il tema dell’identitŕ rappresenti una costante di questa autrice, determinando percorsi multipli, a tratti perturbanti, sempre segnati dalle contestazioni di stereotipi e cliché. Emergerŕ cosě il profilo di una scrittrice che sceglie la lingua italiana (imparata solo dopo il francese e il tedesco) come cardine identitario, “matria” di una esperienza letteraria ed esistenziale che ospita, perň, prevalentemente spazi nordici, nomi francesi, paesaggi svizzeri, nonché modelli di scrittura esterni alla tradizione italiana (a partire dalle figure di Ingeborg Bachmann e Thomas Bernhard).
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« Parte 2. Catalogo ». Dans Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Résumé :
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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« Parte 2. Catalogo ». Dans Cipro nella Biblioteca Marciana di Venezia Manoscritti, testi e carte. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-621-3/002.

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Résumé :
La prima sezione del Catalogo, intitolata «Storiografia e diritto a Cipro», raccoglie manoscritti vergati in varie lingue (dal vernacolo locale, al latino, al francese e all’italiano) di contenuto storico e giuridico. Il valore indiscutibile di tali documenti testimonia l’interesse concreto delle autorità della Serenissima per le vicende e l’organizzazione della sua colonia, tanto da favorire il trasferimento e la conservazione di buona parte di questi pezzi presso i suoi archivi e da lì in Marciana. La seconda sezione, «Cipro crocevia di culture», ritrae la vocazione multiculturale dell’isola, lì dove l’elemento nativo greco, a seguito della dominazione franca prima e veneziana poi, si è intrecciato con le altre tradizioni del Mediterraneo medievale e moderno, generando un laboratorio culturale capace di trasmettere il sapere antico e medievale all’Europa moderna. La terza sezione, «Autori e testi ciprioti in Marciana», valorizza specificatamente il patrimonio della Biblioteca. Essa include manoscritti che trasmettono opere di autori di origine cipriota; in taluni casi si tratta di testimoni unici dei quali la Marciana è custode. Notevole è l’importanza di tali manoscritti per definire nuovi orizzonti della ricerca filologica e storica sulle vicende dell’isola. Conclude il Catalogo la sezione dedicata alle «Carte». Il mare magnum dei materiali disponibili non poteva trovare spazio sufficiente. Qui dunque si è preferito, con dolorose soppressioni, privilegiare le rappresentazioni cartografiche che ritraessero l’isola negli anni della dominazione veneziana.
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« Capitolo IV. Racconti tradizionali : rappresentazione narrativa e implicazioni culturali dei primati nel racconto mitico ». Dans Geloion mimēma : studi sulla rappresentazione culturale della scimmia nei testi greci e greco-romani, 387–470. Turnhout, Belgium : Brepols Publishers, 2021. http://dx.doi.org/10.1484/m.ash-eb.5.130902.

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Kaczmarek, Tomasz. « Pirandello a Łódź ovvero Adam Hanuszkiewicz mette in scena Così è (se vi pare) ». Dans Sperimentare ed esprimere l’italianità. Aspetti letterari e culturali. Doświadczanie i wyrażanie włoskości. Aspekty literackie i kulturowe. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-478-0.15.

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Résumé :
Nel presente articolo si tratta dell’allestimento di Così è (se vi pare) di Pirandello che ebbe un successo notevole sul palcoscenico del Teatr Powszechny a Łódź nel 1989. Questa rappresentazione fu importante non solo per la carriera del regista, Adam Hanuszkiewicz, ma anche per la ricezione della produzione pirandelliana di cui le vicende non furono fino ad allora particolarmente favorevoli. Essa propose nuove possibilità interpretative fin qui celate dell’opera dell’autore italiano. Di fatti, oltre a trasgredire le convenzioni sceniche, secondo alcuni ormai desuete, il Siciliano mise avanti una nuova drammaturgia frammentaria e apparentemente incompiuta che si concentra piuttosto sulla “vita” che sull’“azione prettamente agonistica”. Esponendo un nuovo paradigma del “dramma-della-vita” che sta in netta oposizione al “dramma-nella-vita”, ossia “dramma assoluto”, egli diede vita alla drammaturgia moderna e contemporanea. Aderendo all’ottica teatrale e drammatica di Pirandello, Hanuszkiewicz tende dunque a liberare l’autore di Enrico IV dalle tradizionali interpretazioni che si focalizzavano essenzialmente sul suo sistema chiamato “pirandellismo” oppure sul presunto “esistenzialismo”. Il regista polacco non esitò ad adottare il dramma ai tempi moderni, senza però intaccare i presupposti “ideologici” dell’opera: Hanuszkiewicz la rilesse secondo la chiave contemporanea ed anche profondamente personale, scoperchiandone il suo carattere sempre attuale nonché universale che poteva essere accolto con comprensione e ammirazione non solamente in Italia. L’articolo ripercorre quindi la fortuna dello spettacolo che, al pari dei Giganti della montagna, messo in scena da Izabella Cywińska (1974), aprì una nuova strada alla riscoperta dell’opera dello scrittore agrigentino.
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Actes de conférences sur le sujet "Tradizioni culturali"

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Pultrone, Gabriella. « Turismo e centri urbani minori : possibili percorsi integrati verso frontiere innovative di sviluppo sostenibile ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8032.

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Résumé :
Il trend crescente del fenomeno turistico costituisce una sfida determinante nell’ambito delle questioni più ampie legate al paradigma della sostenibilità, in considerazione dei diversi effetti che le attività ad esso correlate producono su città e territori interessati. È un problema che va orientato nella giusta direzione come strumento privilegiato carico di valenze: capacità di sensibilizzare al rispetto dell’ambiente; elevate potenzialità di sostenere attività economiche tradizionali e innovative; capacità di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Se correttamente programmato e gestito, esso può infatti giocare un ruolo chiave per il riequilibrio territoriale, attraverso la costruzione di sistemi turistici che comprendano destinazioni mature, emergenti ed aree marginali, in un’ottica di destagionalizzazione dei flussi e promozione delle economie locali, e in una logica in grado di coniugare stabilità e innovazione in un processo dialettico fra tradizione e creatività. Per molte città e regioni italiane, come la Calabria, la scelta di tutelare, valorizzare e gestire in modo integrato le risorse naturalistico-ambientali, paesaggistiche e storico-culturali attraverso la leva e il moltiplicatore del settore turismo può rappresentare, anche in momenti di crisi, un importante strumento per rivalutare il proprio patrimonio, sviluppare l’indotto a esso collegato, promuovere progetti strategici nel settore del turismo, stimolare la creazione di strutture ricettive e servizi complementari. Di fronte alle sfide della globalizzazione riscoprire i caratteri della propria specificità diviene quindi un’occasione imperdibile per ripensare il proprio sviluppo con intelligenza, laddove l’attributo smart si riferisca all’incontro creativo di tecnologie e capacità umane, che attraverso le comunità stesse diventano portatrici di innovazione. The growing trend of tourism is a key challenge in the context of broader issues related to the paradigm of sustainability, taking into account the different effects that the activities related to it produce on cities and regions concerned. This issue must be addressed in the right direction as a privileged instrument full of values: the ability to raise awareness of the environment; great potential to support innovative and traditional economic activities, the ability to contribute to improving the quality of life. If properly planned, it can play a key role in the territorial balance, through the construction of tourist facilities including mature destinations, emerging and marginal areas, with a seasonal adjustment of flows and promotion of local economies, that combines stability and innovation in a dialectical process between tradition and creativity. For many Italian cities and regions, such as Calabria, the choice to protect, enhance and manage the resources in an integrated natural-environmental, landscape and historical-cultural through the lever and the sector leverage tourism can be, even in times of crisis, an important tool to revalue its assets, develop the armature connected to it, to promote strategic projects in the tourism sector, to stimulate the creation of accommodation facilities and complementary services. Faced with the challenges of globalization, rediscover its own specificity then becomes a unique opportunity to rethink its own development with intelligence, where the smart attribute refers to the meeting of creative technology and human capabilities, through which the communities themselves become carriers of innovation.
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Ragosta, Annamaria, et Bianca Gioia Marino. « Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage. » Dans HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage : Culture, People and Sustainability. Valencia : Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Résumé :
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Cedroni, Anna Rita. « Roadmap per una citta sostenibile : Vienna ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Résumé :
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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