Articles de revues sur le sujet « Tradizione classica »

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Raczyńska, Alicja. « Scena dell’incontro tra il poeta e la Musa nel poemetto Urania di Alessandro Manzoni alla luce della tradizione classica. Analisi strutturale ». e-Scripta Romanica 2 (28 décembre 2015) : 39–45. http://dx.doi.org/10.18778/2392-0718.02.05.

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Résumé :
Il poemetto Urania è l’ultimo lavoro neoclassico di Alessandro Manzoni, uno degli esponenti del Romanticismo italiano. L’obiettivo del mio articolo è l’analisi della scena dell’incontro fra il poeta Pindaro e la Musa Urania. Le mie ricerche mirano a riconoscere le relazioni tra la scena del poemetto e la tradizione classica dell’incontro di un poeta con una divinità ispiratrice. Le mie analisi sono ispirate alle ricerche di Tomasz Mojsik, storico e filologo classico polacco, sul ruolo delle Muse nella cultura della Grecia antica.
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Betti, Fabio Eugenio. « Tradizione classica e cultura sudarabica : osservazioni sulla statua bronzea di lady bar'at ». Egitto e Vicino Oriente 39 (2017) : 201. http://dx.doi.org/10.12871/978886741747613.

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Keohane, Robert O. « LO STUDIO DEI REGIMI INTERNAZIONALI E LA TRADIZIONE CLASSICA NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no 3 (décembre 1987) : 349–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016956.

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Résumé :
IntroduzioneGli studiosi moderni di politica internazionale hanno cercato di individuare le cause della guerra e le condizioni della pace: essi si sono chiesti in che modo gli interessi di Stati sovrani in competizione reciproca e non soggetti ad alcun potere comune possano essere conciliati gli uni con gli altri. I più importanti tentativi di comprensione delle problematiche della pace e della guerra, da parte di studiosi occidentali, sono partiti da tre premesse comuni, che definiscono ciò che Holsti chiama «la tradizione classica» nello studio delle relazioni internazionali: 1) l'oggetto di analisi più appropriato è costituito, appunto, dalle cause della guerra e dalle condizioni della pace/sicurezza/ordine; 2) le principali unità d'analisi sono i comportamenti diplomatici e militari degli unici attori essenziali, gli Stati nazionali; 3) gli Stati operano in un sistema caratterizzato dall'anarchia, ovvero dalla mancanza di una autorità centrale.
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Vignera, Roberto. « Teoria e formalizzazione matematica nella tradizione sociologica classica : note di un bilancio controverso ». SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no 114 (octobre 2017) : 52–80. http://dx.doi.org/10.3280/sr2017-114003.

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Marchegiani, Maria Lucignano. « I Pastori e l'epifania dell'amore : Tradizione classica ed eredità medievale nella pastorale del Poliziano ». European Medieval Drama 3 (janvier 2000) : 177–86. http://dx.doi.org/10.1484/j.emd.2.300855.

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Piwowar, Andrzej. « Słowo Boże jedynym źródłem najwyższej i doskonałej prawdy (Prz 30,1-6) ». Verbum Vitae 13 (14 janvier 2008) : 53–86. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1459.

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Résumé :
L'ultimo redattore del Libro dei Proverbi doveva avere un motivo importante per inserire nel testo di questo libro sacro l'insegnamento di un pagano; proveniente da Massa, chiamato Agur. Dalla sua dottrina possiamo dedurre che egli era un proselita oppure un saggio pagano che conosceva benissimo la tradizione biblica sapienziale: lo fanno capire molte allusioni e riferimenti ai testi biblici deli'Antico Testamento.Il presente articolo e dedicato alla prima parte delle parole di Agur (Pr 30, 1-6), la quale si concentra sulla sua ricerca della sapienza. Essa ha carettere di una testimonianza che viene basata sull'esperienza personale dell'autore. Il testo possiede una struttura raffinata. Inizia con l'autopresentazione di Agur (v. 1a), poi segue il cosidetto enigma dei destinatari secondo l'interpretazione classica del testo ( v. 1b) che, in verita, e una confessione delia faticosa ricerca delia sapienza da parte del saggio. In seguito Agur ammette la sua incapacita di conoscere e di raggiungere la sapienza (vv. 2-3), perche nessun uomo puó conoscerla da solo, basandosi soltanto sulle sue proprie forze (v. 4). Alia fine il sapiente riconosce con umilta che la vera sapienza e contenuta nella Parola di Dio, che e la suprema fonte di essa (vv. 5-6). In questo modo l'insegnamento di Agur si avvicina e sostiene la tradizione biblica sapienziale che identifica la Sapienza con la Parola di Dio (cf. Sir 24,23; Ba 4,1).
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Rossini, Antonio. « Dante fra la 'mulier aliena' e la 'mulier fortis' ». Quaderni d'italianistica 27, no 2 (1 juin 2006) : 5–35. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v27i2.8576.

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Résumé :
Nel quindicesimo canto del Paradiso Dante affida a Cacciaguida il peana della Firenze 'del buon tempo antico'. La gran parte di questo panegirico è dedicata alle donne fiorentine. Dopo aver lodato i costumi muliebri dell'antica Firenze, l'avo di Dante rivolge alle contemporanee del poeta un'aspra invettiva che, pur basandosi su di un'antica e provata tradizione classica di tipo satirico-morale, sembra però aprirsi con forza a modelli biblici che non sono stati fin qui sufficientemente investigati. Questo articolo intende mostrare quanto l'antica filigrana vete-rotestamentaria del discorso di Cacciaguida possa paradossalmente ed efficacemente prestarsi proprio alla critica sociale provocata in Dante dalla particolare temperie storica della Firenze in cui era immerso e come questo sostrato biblico corrisponda anche a certe ideologie dell'austerità di costumi di ambiente augusteo penetrate nell'Eneide virgiliana.
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Stiefel, Viola. « Transmediale Übertragungsstrategien im Comic Dante’s Inferno (Gage/Latorre) ». Deutsches Dante-Jahrbuch 94, no 1 (23 septembre 2019) : 143–53. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2019-0007.

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Résumé :
Riassunto Il fumetto Dante’s Inferno è uscito nel 2010 per la casa editrice Panini. Questo Inferno, ispirandosi alla struttura del testo originale dantesco, non segue tuttavia la tradizione dell’illustrazione ›classica‹ della Divina Commedia, ma offre una nuova interpretazione transmediale: Dante è rappresentato come crociato e guerriero, colpevole e peccatore. Beatrice in confronto sembra ambigua: è illustrata tanto come donna fedele quanto come regina mostruosa dell’inferno. Dall’analisi condotta secondo il modello di Juliane Blank emerge che l’Inferno dantesco non è soltanto una fonte di ispirazione tematica per gli autori, ma serve da modello per la struttura che sta alla base del fumetto. L’azione è costruita sull’organizzazione dei cerchi infernali e dei rispettivi peccati. Simultaneamente, sia i personaggi che i motivi danteschi subiscono una conversione transmediale adattata al genere del fumetto.
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ARCIDIACONO, Carmen. « Gli elementi bucolici del centone Versus ad gratiam Domini fra tradizione classica e rivisitazione cristiana ». AL. Rivista di studi di Anthologia Latina 3 (janvier 2012) : 125–60. http://dx.doi.org/10.1484/j.alat.5.130413.

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Pedley, Mary. « The manuscript papers of Diego de Revillas in the Archive of the British School at Rome ». Papers of the British School at Rome 59 (novembre 1991) : 319–24. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009752.

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Résumé :
LE CARTE MANOSCRITTE DI DIEGO DE REVILLAS NELLA BRITISH SCHOOL AT ROMEL'archivio della British School at Rome conserva in due scatole le carte manoscritte del prete girolamino Diego de Revillas (1690–1746), comprate da Thomas Ashby nel 1902 da Constantino Corvisieri che a sua volta le aveva acquistate dal monastero girolamino di S. Alessio e Bonifacio sull'Aventino. Revillas, amante di scienze nella tradizione dell'illuminismo, studiò varie discipline: la fisica, la fisiologia, la metereologia, la topografia classica e la cartografia. I manoscritti della British School contengono note e documenti di molti lavori pubblicati da Revillas, ed anche, diari, schizzi di cartografia ed osservazioni metereologiche a Roma (fù uno dei primi ad usare gli strumenti di Celsius e Réaumur). Le carte sono molto importanti per gli studiosi di topografia classica (che dal tempo di Ashby ne hanno beneficiato) come è dimostrato dalle osservazioni dettagliate di Revillas sulle antichità delle regioni Marsicana e Tiburtina. Le note rivelano anche che egli fu uno dei primi a Roma ad impiegare il rilevamento trigonometrico nella costruzione delle mappe a grande scala. A causa dei legami con il circolo del Cardinale Alessandro Albani e i principi Stuart, le sue carte rivelano l'ambiente scientifico della Roma del XVIII secolo.
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Fantazzi, Charles. « Le “metamorfosi” del Sannazaro. Carmelo Salemme. Biblioteca della tradizione classica 18. Bari : Cacuccio Editore, 2018. 118 pp. €19. » Renaissance Quarterly 72, no 4 (2019) : 1423–25. http://dx.doi.org/10.1017/rqx.2019.384.

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Bjelobaba, Saša. « La grammaticografia italiana degli ultimi decenni – nel solco della tradizione classica o al bivio tra l’innovazione e la decadenza ? » Studia Romanica et Anglica Zagrabiensia 65 (2020) : 401–10. http://dx.doi.org/10.17234/sraz.65.49.

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Božič, Dana. « Massimo Bontempelli (1878-1960) lettore di Stendhal e il pubblico della società di massa alle soglie della Terza epoca ». Acta Neophilologica 54, no 1-2 (7 décembre 2021) : 179–96. http://dx.doi.org/10.4312/an.54.1-2.179-196.

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Résumé :
Nella prefazione all’edizione italiana del Rosso e il nero di Stendhal (1913), Massimo Bontempelli (1878-1960), il traduttore del romanzo, presenta alcune sue opinioni relative al necessario rinnovamento culturale e letterario che costituirà poi il suo Novecentismo, difeso nella rivista letteraria “900” (1926-1927). Il presente articolo esplora come Bontempelli, attraverso le osservazioni sulla vita di Stendhal e la tragica esperienza di Julien Sorel, traccia un parallelo implicito con il proprio momento storico, considerando il ruolo dello spirito rivoluzionario delle avanguardie in tale rinnovamento. Tuttavia, implica anche che ciò debba essere controbilanciato dall’idea classica di arte e letteratura, dove la tradizione è vista come un’intima e profonda continuità tra manifestazioni di inaspettata novità. Anche se Bontempelli simpatizzerà in seguito con il Futurismo italiano, è proprio tale equilibrio che rende la sua proposta culturale e letteraria per la “Terza Epoca”, il Novecentismo, unica nel panorama letterario italiano. Questo saggio considera i suoi scritti del 1913 nel contesto della società di massa emergente, e quindi gli aggiustamenti editoriali e linguistici che furono necessari per l’edizione, e li paragona contemporaneamente alle riflessioni bontempelliane fatte sul tema negli anni a seguire.
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Baroni, Giorgio. « Globalizzazione mercantile e culturale nel Giorno di Giuseppe Parini ». SPONDE 1, no 1 (27 juillet 2022) : 15–28. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.3888.

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Résumé :
L’avere, grazie all’Edizione nazionale delle Opere di Giuseppe Parini (conclusasi, dopo dieci anni di lavoro, nell’estate del 2021 e comprendente 14 volumi di versi, prose, teatro, lettere e biografie), a disposizione testi pienamente affidabili, permette di studiare in profondità l’opera di questo grande lombardo, considerato maestro da Manzoni e da molti scrittori anche recenti. Il contributo si concentra sullo studio dell’apertura internazionale del capolavoro di Parini, Il Giorno. Quest’apertura parte dal mondo del mito appartenente alla tradizione letteraria classica che per Parini si dimostra una miniera di forme da cui attingere per arricchire il suo discorso sulla società a lui contemporanea e alla Francia che ne è cultura ispiratrice. Così un’analisi testuale dimostra, a.e., che Voltaire è accostato a Proteo (''multiforme''), lo stesso Voltaire e Jean Jacques Rousseau ad Aristippo e Diogene, e la scrittrice e cortigiana francese Ninon de Lenclos alla raffinata greca Aspasia, ma anche a Taide, personaggio del teatro latino, presente pure in Dante. L’influsso dei costumi francesi, d’altra parte, ma anche dell’esterofilia in generale, nella maniera ironica in cui vengono trattati da Parini (e cioè come un invito a consumare merci delle provenienze più varie) inducono però anche a una lettura del Giorno che riconosce in questo testo efficaci sintesi quasi ''sociologiche'', per cui, a mo’ di conclusione, ci si riconosce il fenomeno oggi noto sotto il termine di ''globalizzazione''.
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Williams, Michael Stuart. « (S.) Palumbo (ed., trans.) Ambrogio di Milano : De Nabuthae historia. (Biblioteca della Tradizione Classica 3.) Pp. 365. Bari : Cacucci Editore, 2012. Paper, €40. ISBN : 978-88-6611-181-8. » Classical Review 64, no 2 (18 mars 2014) : 630–31. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x14000109.

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Fear, A. T. « Greece at the Edge - L. Braccesi : Grecità di frontiera : i perorsi occidentali della leggenda. (Sassi di antichità e tradizione classica, 20.) Pp. xi+191. Padua : Esedra, 1994. Paper, L. 38,000. » Classical Review 45, no 2 (octobre 1995) : 363–64. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00294237.

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Love, Rosalind. « BEDE - (E.) Tinelli (ed., trans.) Beda il Venerabile : De natura rerum. (Biblioteca della Tradizione Classica 6.) Pp. 182. Bari : Cacucci Editore, 2013. Paper, €20. ISBN : 978-88-6611-223-5. » Classical Review 64, no 2 (25 mars 2014) : 477–79. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x14000390.

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Burgersdijk, D. « LATE-ANTIQUE PANEGYRIC - (C.) Laudani (ed.) Nazario : Panegirico in onore di Costantino. (Biblioteca della Tradizione Classica 12.) Pp. 463. Bari : Cacucci Editore, 2014. Paper, €45. ISBN : 978-88-6611-405-5. » Classical Review 67, no 2 (11 mai 2017) : 423–25. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x17000786.

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Alciati, Roberto. « SIDONIUS APOLLINARIS - (S.) Santelia (ed., trans.) Sidonio Apollinare : Carme 16, Eucharisticon ad Faustum episcopum. (Biblioteca della Tradizione Classica 4.) Pp. 174. Bari : Cacucci Editore, 2012. Paper, €18. ISBN : 978-88-6611-199-3. » Classical Review 64, no 2 (15 avril 2014) : 476–77. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x14000353.

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Podlecki, Anthony J. « The letters of ‘Themistocles’ - Guido Cortassa, Enrica Culasso Gastaldi : Le lettere di Temistocle, Vol. I : Edizione critica, traduzione, note testuali e indici, Vol. II : Il problema storico ; il testimone e la tradizione. (Saggi e materiali universitari, 15, 14. Serie di antichità e tradizione classica.) 2 vols. Pp. 198, 310. Padua : Editoriale Programma, 1990. Paper, L. 80,000. » Classical Review 43, no 1 (avril 1993) : 33–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x0028565x.

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Kohl, Benjamin G. « Roberto Cardini, Eugenio Garin, Lucia Cesarini Martinelli, and Giovanni Pascucci, eds. Tradizione classica e letteratura umanistica : per Alessandro Perosa. (Humanistica, 3-4.) Rome : Bulzoni Editore, 1985. 2 vols. : 23 plates + xxvi + 814 pp. L.90,000. » Renaissance Quarterly 40, no 3 (1987) : 514–16. http://dx.doi.org/10.2307/2862523.

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Lomas, Kathryn. « Peripheral Italia - F. Sartori : Dall' ItalÍa all' Italia. (Saggi e materiali universitari, serie di antichità e tradizione classica, 19.) 2 vols. Pp. xxv+646 ; 282 ; 20 illus., 31 illus. Padua : Editoriale Programma, 1993. Paper, L. 160,000. » Classical Review 44, no 2 (octobre 1994) : 364–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00289397.

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Ferwerda, Rein. « La tradizione socratica ». Ancient Philosophy 17, no 1 (1997) : 164–67. http://dx.doi.org/10.5840/ancientphil199717122.

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Ferguson, John. « A Utopian Conference - R. Uglione (ed.) : Atti del Convegno Nazionale di Studi su La Cittá Ideale nella Tradizione Classica e Biblico-Cristiana, Torino 2–4 Maggio 1985. Pp. 308 ; 20 plates. Turin : Regione Piemonte/Assessorato alia Cultura, nd [c.1986–1987]. L. 15,000. » Classical Review 38, no 1 (avril 1988) : 73–74. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00113459.

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Dilts, Mervin R., Marco Fassino et Stefano Martinelli Tempesta. « Studi sulla tradizione del testo di Isocrate ». Classical World 99, no 2 (2006) : 193. http://dx.doi.org/10.2307/4353044.

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Dilts, Mervin R. « Studi sulla tradizione del testo di Isocrate (review) ». Classical World 99, no 2 (2006) : 193–94. http://dx.doi.org/10.1353/clw.2006.0035.

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Douglas, Alan. « Panezio di Rodi e la Tradizione Stoica ». Ancient Philosophy 16, no 2 (1996) : 531–33. http://dx.doi.org/10.5840/ancientphil199616265.

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Patterson, John R. « Romanisation Without Tears ? - Giovannella Cresci Marrone, Enrica Culasso Gastaldi (edd.) : Per pagos vicosque : Torino romana fra Orco e Stura. (Saggi e materiali universitari, 11 : serie di antichità e tradizione classica, 10.) Pp. 235 ; 82 plates (7 colour), 38 illustrations and 4 maps. Padua : Editoriale Programma, 1988. Paper, L. 60,000. » Classical Review 41, no 1 (avril 1991) : 155–56. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00277755.

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De Girolami Cheney, Liana. « Giulio Bodon. Heroum Imagines : La Sala dei Giganti a Padova. Un monumento della tradizione classica e della cultura antiquaria. Studi di arte veneta 16. Venice : Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2009. 16 color pls. index. append. illus. bibl. 荤48. ISBN : 978–88–95996–06–6. » Renaissance Quarterly 63, no 2 (2010) : 604–6. http://dx.doi.org/10.1086/655270.

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Gostoli, Antonietta, et F. D'Alfonso. « Stesicoro e la tradizione citarodica ». Quaderni Urbinati di Cultura Classica 59, no 2 (1998) : 145. http://dx.doi.org/10.2307/20546546.

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Morelli, Giuseppe. « I nomi di Cibele nella tradizione antica ». Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 142, no 2 (juillet 2014) : 257–93. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123308.

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Antonaccio, Carla M. « Greek Sanctuaries in Sicily - (F.) Veronese Lo spazio e la dimensione del sacro. Santuari greci e territorio nella Sicilia arcaica. (Saggi di Antichità e Tradizione Classica 24.) Pp. 682, b/w & ; colour figs, b/w & ; colour ills, b/w & ; colour maps. Padova : Esedra Editrice, 2006. Paper, €50. ISBN : 978-88-6058-016-0. » Classical Review 60, no 1 (8 mars 2010) : 261–63. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x09991314.

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Sinopoli, Franca. « Imre Károly Reviczky e la Tradizione dei Classici Alla Fine del Settecento ». Neohelicon 25, no 2 (septembre 1998) : 243–55. http://dx.doi.org/10.1007/bf02558115.

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Lucarini, Carlo M. « La tradizione manoscritta del centone di Proba ». Hermes 142, no 3 (2014) : 349–70. http://dx.doi.org/10.25162/hermes-2014-0021.

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Di Benedetto, Paolo. « Costruire e ri-costruire la storia e l’identità d’Asia in età imperiale ». Ars & ; Humanitas 16, no 1 (22 décembre 2022) : 47–63. http://dx.doi.org/10.4312/ars.16.1.47-63.

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Résumé :
Nell’antica Grecia, il mito delle Amazzoni, che, nell’immaginario collettivo greco, rappresentavano l’elemento “altro”, è spesso associato a tradizioni di fondazione e di eponimia in rapporto a città, soprattutto nella Ionia e nell’Eolide d’Asia Minore. Queste tradizioni si possono rintracciare in racconti locali, che si sono conservati fino all’età imperiale romana, in un momento in cui, in particolare, si assiste ad una ripresa delle tradizioni greche arcaiche e classiche durante la seconda sofistica. L’epoca dell’imperatore Adriano, più di ogni altra, sarebbe stata importante per la rinascita ed il recupero di questi miti di fondazione, in quanto molte città ioniche ed eoliche (come Efeso, Smirne, Cuma e Mirina) creavano un nesso con il loro passato e con la loro origine per mezzo della figura dell’Amazzone, rappresentata anche sulla monetazione locale, con l’obiettivo di affermare la loro antichità e priorità: tali tradizioni sono attestate anche nelle fonti letterarie. Grazie alla remota antichità ed adattabilità, il mito di fondazione basato sulle Amazzoni attraversò diversi processi di rielaborazione e rifunzionalizzazione e fu riutilizzato come “paradigma” in Asia Minore, soprattutto in età imperiale, per sottolineare l’archaiologia delle antiche poleis. Queste elaborazioni, fondate su antiche tradizioni mitiche locali, sono state determinanti per riaffermare e rivendicare l’identità culturale ed etnica dei Greci sotto l’Impero romano in un preciso momento storico. Obiettivo del presente lavoro è indagare i processi di costruzione e ri-costruzione dell’identità cittadina attraverso l’analisi delle fonti relative ai racconti di fondazione e di eponimia attestati in Ionia e in Eolide in relazione al particolare contesto legato al revival delle tradizioni locali greche in età imperiale.
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Stok, Fabio, et Giuseppe Ramires. « Sul rapporto fra ds e la tradizione manoscritta serviamo (con note sul commento a Georg. 1.1-278) ». Exemplaria Classica 26 (15 décembre 2022) : 85–108. http://dx.doi.org/10.33776/ec.v26.7365.

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Résumé :
Nell’articolo è esaminata l’unica parte del commento serviano alle Georgiche per la quale è disponibile DS. Il confronto fra i manoscritti serviani e l’unico testimone di DS, il codice di Leida Voss. lat. Oct. 80, suggerisce che la divisione della tradizione serviana nei rami e sia posteriore all’epoca della compilazione di DS. Sono proposte nell’articolo anche diverse modifiche del testo pubblicato da Thilo.
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Delvigo, Maria Luisa. « Varianti virgiliane di tradizione indiretta : revisioni e proposte (I) ». Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, no 15 (1985) : 137. http://dx.doi.org/10.2307/40235850.

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Chiesa, Paolo. « Congettura o tradizione ? A proposito di Giovenale 2, 150 ». Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, no 37 (1996) : 271. http://dx.doi.org/10.2307/40236175.

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Gambino, Silvio. « Metodo comparativo e tradizioni costituzionali comuni ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2021) : 63–97. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001003.

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Résumé :
Muovendo da una recente ricerca sistemologica e dal dibattito sul metodo comparativo, il contributo propone previamente una riflessione sulla validità euristica delle categorie tipolo-giche del diritto comparato privato e pubblico, e sulla loro utilizzabilità nell'indagine dei fenomeni di trans-nazionalizzazione e di globalizzazione. Nella stessa prospettiva, l'analisi si sofferma sui tentativi di "deformalizzazione' della scienza giuridica classica (soprattutto costituzionale), nella prospettiva di un approccio realista maggiormente attento alle tematiche del diritto vivente e dei soggetti concreti dell'ordinamento giuridico. L'analisi affronta quindi le tematiche che hanno caratterizzato la formazione del diritto primario dell'Unione e al suo interno l'apporto della Corte di giustizia al riconoscimento per via giurisprudenziale di diritti fondamentali al livello europeo, avvalendosi a tal fine delle "tradizioni costituzionali comuni agli stati membri dell'Unione". Nelle conclusioni si propone, infine, un interrogativo relativo al diritto di formazione giurisprudenziale della Unione in materia di tutela dei diritti fondamentali. Tale formazione porta infatti a chiedersi, in chiave sistemologica, se si tratti di una peculiarità dell'ordinamento europeo, ovvero di un caso esemplare (case study) destinato a influenzare, se non anche l'origine, gli sviluppi degli ordinamenti giuridici a livello globale in questa materia.
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Zonta, Mauro. « La tradizione medievale arabo-ebraica delle opere di Aristotele : stato della ricerca ». Elenchos 28, no 2 (1 juin 2007) : 369–88. http://dx.doi.org/10.1515/elen-2007-280205.

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NIGRO, Giovanni Antonio. « Le epistulae commendaticiae di Basilio di Cesarea fra tradizione e innovazione ». Classica et Christiana 17, no 2 (2022) : 595–608. http://dx.doi.org/10.47743/cetc-2022-17.2.595.

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La Spina, Vincenzina. « Il bianco e le semantiche cromatiche nell'architettura tradizionale mediterranea spagnola ». TERRITORIO, no 98 (mars 2022) : 123–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098018.

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Résumé :
L'architettura tradizionale mediterranea condivide con l'architettura monumentale classica e con quella del Movimento Moderno il mito del bianco. È un ideale cromatico che, nonostante i numerosi studi, persiste nel tempo e nell'immaginario collettivo anche nel territorio spagnolo, malgrado la varietà cromatica che in realtà possiede. Pertanto, il principale obiettivo dell'articolo è cercare di comprendere l'origine del mito del bianco nell'architettura tradizionale mediterranea spagnola, la cui influenza è di grande rilevanza nelle proposte architettoniche del Movimento Moderno internazionale e nazionale, nonché la sua demistificazione, evidenziandone la sua vera natura materiale e le varie semantiche cromatiche che la caratterizzano in stretto vincolo con il territorio.
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Burn, A. R. « (P.) Högemann Alexander der Grosse und Arabien. (Zetemata, 82.) Munich : Beck. 1985. Pp. ix + 236, 9 text figs. DM 65. - Ps. Demosthenes. Sul trattato con Alessandro (polis, monarchia macedone e memoria demostenica). Ed. and trans. E. Culasso Gastaldi. (Saggi e materiali universitari, 2. Serie di antichità e tradizione classica.) Padua : Editoriale Programma. 1984. Pp. 214. L 18,000. » Journal of Hellenic Studies 107 (novembre 1987) : 240. http://dx.doi.org/10.2307/630142.

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Mantelli, Sincero. « Per la tradizione di Sallustio, Hist. fr. II 64 M ». Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 143, no 1 (janvier 2015) : 56–60. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123324.

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Barbero, Marco. « La tradizione manoscritta della Metaphrasis in Theophrastum di Prisciano Lido ». Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 147, no 1 (janvier 2019) : 152–84. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123554.

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Mori, Francesco. « Note sulla tradizione del dramma satiresco euripideo in Eustazio ». Graeco-Latina Brunensia, no 2 (2021) : 181–92. http://dx.doi.org/10.5817/glb2021-2-11.

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Primo, Andrea. « Prosseno e gli Hypomnemata Pyrrhou : Una tradizione apocrifa ? » Hermes 139, no 1 (2011) : 92–96. http://dx.doi.org/10.25162/hermes-2011-0008.

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Tessier, Andrea. « Il testo pindarico prima di Triclinio : Una tradizione 'astrofica' ? » Quaderni Urbinati di Cultura Classica 65, no 2 (2000) : 117. http://dx.doi.org/10.2307/20546641.

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Mosino, Franco. « Da Ibico reggino a Nosside locrese : Tradizione e innovazione ». Quaderni Urbinati di Cultura Classica 45, no 3 (1993) : 43. http://dx.doi.org/10.2307/20547210.

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Raccanelli, Renata. « "Cara cognatio" : La tradizione di una festa tra propinqui ». Quaderni Urbinati di Cultura Classica 53, no 2 (1996) : 27. http://dx.doi.org/10.2307/20547338.

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