Littérature scientifique sur le sujet « Terapia del diabete di tipo 2 »

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Articles de revues sur le sujet "Terapia del diabete di tipo 2"

1

Marchetti, Piero. « Le incretine nella terapia del diabete di tipo 2 ». L'Endocrinologo 9, no 4 (décembre 2008) : 174–82. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344634.

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2

De Feo, Pierpaolo, et Cristina Fatone. « L’esercizio fisico come terapia del diabete di tipo 2 ». L'Endocrinologo 11, no 2 (avril 2010) : 45–53. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344694.

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3

Santeusanio, Fausto, et Gabriele Perriello. « Nuovi farmaci per la terapia del diabete di tipo 2 ». L'Endocrinologo 1, no 1 (juin 2000) : 15–22. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344365.

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4

Bonora, Enzo, et Isabella Pichiri. « Terapia del diabete di tipo 2 : obiettivi glicemici in relazione al tipo di paziente ». L'Endocrinologo 11, no 6 (décembre 2010) : 254–59. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344759.

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Magnani, Guest Editors : L., G. Beltramello, D. Brancato, A. Fontanella et R. Nardi. « L’internista ospedaliero nella gestione del paziente diabetico complesso ». Italian Journal of Medicine 6, no 1 (27 avril 2018) : 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.2.

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Résumé :
L’internista deve occuparsi (e rioccuparsi) del paziente diabetico complesso in OspedaleA. Fontanella, L. MagnaniDiagnosi, classificazione, epidemiologia clinica del diabete mellitoV. Provenzano, D. BrancatoUp-date degli studi disponibiliP. Gnerre, T.M. Attardo, A. Maffettone, G. BeltramelloIl diabete mellito costituisce ancora un equivalente di rischio cardiovascolare?G. Augello, T.M. AttardoLe terapie del diabete tipo 2 sono tutte uguali ai fini della riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare?V. ProvenzanoLe nuove tecnologie nella cura del diabete mellitoD. Brancato, V. ProvenzanoInsuline prandiali e insuline basaliR. PastorelliQuali target nel diabete mellito: il dogma dell’emoglobina glicata è davvero imprescindibile?V. ManicardiIl controllo dell’iperglicemia nel paziente anziano polipatologico: è sempre necessario iniziare l’insulina?G. Gulli, M. NizzoliLa nefropatia diabeticaF. Salvati, D. Manfellotto, M. StornelloCirrosi epatica e diabeteM. Imparato, L. FontanellaLa terapia personalizzata nel diabete di tipo 2A. Maffettone, C. Peirce, M. RinaldiLa gestione dell’iperglicemia nel paziente critico e instabileC. NozzoliLa disfunzione erettile nel paziente diabetico di tipo 2N. Artom, A. Bosio, G. PinnaQuali obiettivi di approccio integrato nella gestione del diabete mellito?E. Romboli, D. PanuccioIperglicemia, normoglicemia ed ipoglicemia nei pazienti anziani fragili: situazioni a rischio, politerapia e comorbilitàA. Greco, M. Greco, D. Sancarlo, F. Addante, G. D’Onofrio, D. Antonacci, S. De CosmoL’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzatoV. Borzì, L. Morbidoni, A. FontanellaL’internista chiamato in consulenza per un diabete gestazionale: quale approccio pragmatico?P. Novati, L. SaliLa frugalità nella gestione del diabete mellito: qualità assistenziale, governo clinico e costi correlatiP. Gnerre, G. Carta, D. MontemurroLa gestione dell’iperglicemia in area medica, ma senza esagerare.L. Magnani, G. BeltramelloAPPENDICE IUn approccio pragmatico per la valutazione globale e la gestione del paziente diabeticoF. Pieralli, A. Crociani, C. BazziniAPPENDICE IILe insuline e i farmaci ipoglicemizzanti orali disponibiliP. Zuccheri, L. Alberghini, E. SoraAPPENDICE IIILe scale di correzione insulinica: pro e controV. Borzì
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Pradelli, Lorenzo. « Prevenzione e terapia precoce del diabete mellito di tipo II : aspetti farmacoeconomici ». Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 6, no 3 (15 septembre 2005) : 251–61. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v6i3.839.

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Résumé :
Type II (non-insulin-dependent) diabetes is one of the most widespread chronic patologies in the developed countries and its prevalence in Italy is about 2-3% of the population. Type II diabetes is also associated with several other metabolic abnormalities such as central obesity, hypertension, and dyslipidemia, which contributes to the very high rate of cardiovascular morbidity and mortality. Therefore Type II diabetes involves a significant financial burden on the health care system. The purpose of this paper is to explain the composition of the healthcare costs of managing people with Type II diabetes and the economic repercussions due to the adoption of an aggressive strategy against the pathology. To carry out this evaluation we considered the CODE-2 (The Cost of Diabetes in Europe - Type II) Study results, the American Diabetes Association Position Statement, the Diabetes Prevention Program and the UK Prospective Diabetes Study. Evidence exists to show that introducing prevention program or an early therapy can avert or delay significantly the onset of cardiovascular morbidity in Type II diabetes patients. According to the pharmacoeconomical criteria, this very desiderable clinical goal is associated to a little increase of the health expenditures, and sometimes also to a costs saving.
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Lettieri, M. « Smartphones and apps in personal care with diabetes : a narrative review of the literature ». Journal of AMD 24, no 4 (février 2022) : 268. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.6.

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Résumé :
OBIETTIVO DELLO STUDIO L’educazione e l’auto-monitoraggio della persona con diabete aiutano a ottimizzare il controllo metabolico, riducendo morbilità e mortalità. In questo scenario gli smartphone rappresentano uno strumento potente e alla portata di tutti e numerose piattaforme destinate a persone con diabete sono sta-te elaborate allo scopo di fornire loro una salute “su misura”. Lo scopo della presente revisione è valutare l’impatto dell’utilizzo degli smartphone come strumento di educazione sanitaria e la loro efficacia nella gestione della glicemia negli adulti con diabete di tipo 1 e 2. DISEGNO E METODI È stata effettuata una ricerca bibliografica utilizzando quali motori di ricerca CINAHL e PUBMED. Sono stati selezionati 17 studi randomizzati controllati per un totale di 4.125 partecipanti. Per ogni studio la di mensione del campione era compresa tra 30 e 574 partecipanti e tutti i soggetti avevano un’età ≥ 18. RISULTATI I risultati mostrano la riduzione dei livelli di HbA1c nei soggetti che si avvalgono della tecnologia per la cura del diabete. Dei 17 studi analizzati, 14 suggeriscono l’efficacia del supporto della tecnologia per migliorare la gestione della glicemia nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 e 2. I restanti 3 studi mostrano risultati contrastanti, ove non si è riscontrata una differenza significativa della concentrazione di HbA1c. CONCLUSIONI L’utilizzo delle nuove tecnologie per la cura del diabete si è dimostrato uno strumento efficace nella cura delle persone con diabete, determinando una riduzione dei livelli di HbA1c. Il loro impiego nella pratica clinica può semplificare la gestione del diabete e migliorare l’educazione del paziente alla terapia e alla cura e alla prevenzione delle complicanze correlate al diabete. PAROLE CHIAVE diabete mellito; smartphone; app; tecnologie.
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Lucioni, Carlo, S. Mazzi et K. Neeser. « Analisi di costo-efficacia della terapia combinata con pioglitazone nel trattamento del diabete mellito di tipo 2 in Italia ». PharmacoEconomics Italian Research Articles 6, no 2 (juillet 2004) : 81–93. http://dx.doi.org/10.1007/bf03320626.

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Cimino, Elena. « The therapeutic inertia in T2 Diabetes management during Covid-19 pandemic ». Journal of AMD 25, no 1 (mai 2022) : 14. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.1.3.

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Résumé :
La pandemia COVID-19 ha profondamente modificato la presa in carico e la gestione delle patologie croniche non trasmissibili, non ultimo il diabete mellito. Nell’ambito della iniziativa Annali AMD, è stata condotta un’approfondita analisi circa gli effetti dell’emergenza sanitaria originata dalla diffusione epidemica di SARS-CoV-2 sui servizi di Diabetologia Italiani. Sono stati analizzati, confrontandoli con i dati del 2019, i dati dell’anno 2020 estraibili mediante la cartella informatizzata diabetologica di tutti i pazienti che presentassero una prescrizione farmacologica. Per poter valutare anche i pazienti seguiti da remoto con sistemi di telemedicina, sono stati inclusi nell’analisi anche coloro che hanno ricevuto una prescrizione farmacologica indipendentemente dalla rilevazione di altri parametri (es peso o pressione). Pur nell’estrema difficoltà dei primi mesi di lockdown, il numero totale di pazienti seguiti in presenza e da remoto nel 2020 è risultato solo lo 0.8% inferiore a quello del 2019. Nel 2020 si è assistito ad un incremento nella prescrizione di farmaci cardio-nefro protettivi (SGLT2i e GLP1RA) a fronte di una riduzione di quella di secretagoghi. Il livello medio di Hba1c è, seppur di poco, peggiorato nel 2020. Molte sono state le difficoltà nell’implementare la terapia anche in soggetti con HbA1c elevata (HbA1C > 9%) dove si è assistito ad un ulteriore ritardo dell’inizio della terapia insulinica. Anche le complicanze sono state indagate in misura minore per le ovvie conseguenze del forte ridimensionamento degli accessi nelle strutture sanitarie per esami clinici e di laboratorio non urgenti. In definitiva, nonostante gli sforzi della comunità diabetologica italiana per continuare con tutti i mezzi a disposizione la presa in carico dei soggetti affetti da diabete, la pandemia COVID-19 ha rappresentato un ulteriore motivo di peggioramento dell’inerzia terapeutica. Ha, contestualmente, fornito l’occasione per sperimentare sistemi di telemedicina/televisita che dovranno rappresentare, in un contesto tecnologico e normativo adeguato, nell’immediato futuro, ulteriori strumenti a disposizione per incentivare una presa in carico sempre più globale della persona con diabete. PAROLE CHIAVE diabete mellito tipo 2; inerzia terapeutica; pandemia; Covid 19; telemedicina; SGLT2i; GLP1RA; insulina.
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Monda, V. M. « Association of GLP-1 RA once weekly and basal insulin : a valid therapeutic option from the complications of SARS-CoV-2 infection too ? » Journal of AMD 24, no 4 (février 2022) : 295. http://dx.doi.org/10.36171/jamd21.24.4.5.

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Résumé :
Gli agonisti recettoriali del glucagon like peptide-1 (GLP1-RAs) sono un gruppo di farmaci antidiabetici con una rilevante azione sul controllo glicemico, basata sull’aumento della secrezione di insulina glucosio-dipendente con concomitante riduzione della secrezione di glucagone e ritardato svuotamento gastrico. I GLP1-RA hanno inoltre attività pleiotropiche come proprietà antinfiammatorie, antitrombotiche e antiobesogeniche, con evidenti benefici su eventi cardiovascolari maggiori, mortalità cardiovascolare e danno renale. Tutto ciò rende questa classe di farmaci un elemento chiave nella gestione dei pazienti con diabete tipo 2 e potenzialmente utile nei soggetti con COVID-19 (2019nCoV – Coronavirus disease 2019, COVID-19). Per le proprietà antinfiammatorie è stato ipotizzato che le terapie a base di incretino-mimetici esercitino effetti benefici sugli esiti di COVID-19. Qui riportiamo un caso di una donna di 82 anni con diabete tipo 2 scarsamente controllato, che utilizzava un regime insulinico basal-bolus più metformina. Il miglioramento del controllo glicemico ottenuto passando dal trattamento con insulina basale al GLP-1RA aggiunto al regime insulinico basale, con la sospensione dell’insulina prandiale (trattamento di de-escalation) in questo caso è risultato associato agli effetti benefici sugli esiti di COVID-19. PAROLE CHIAVE GLP1-RAs; DMT2; SARS-CoV-2; COVID-19.
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Thèses sur le sujet "Terapia del diabete di tipo 2"

1

Massimino, Alberto. « Effetti degli agonisti del recettore del Glucagon Like Peptide - 1 (rGLP-1) sull equilibrio del sistema nervoso autonomico : studio comparativo in pazienti diabetici di tipo 2 trattati con terapia insulinica associata ad ipoglicemizzanti orali ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1024.

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Résumé :
Il ruolo del GLP-1 a livello nervoso e cardiovascolare è documentato da diverse osservazioni : a) Il GLP-1 oltre che secreto dalle cellule L ileali è anche sintetizzato dai neuroni del nucleo del tratto solitario del SNC. b) Sono stati riscontrati recettori per il GLP-1 a livello cardiaco ed in alcune aree del SNC che modulano il controllo del sistema nervoso autonomico (35). c) Evidenze scientifiche supportano l ipotesi che specifiche vie nervose formate dalle efferenze dei sistemi parasimpatico e simpatico siano capaci di mediare l effetto periferico del GLP-1 sulla variabilità della frequenza cardiaca (HRV) (36-37). Analisi elettrofisiologiche hanno infatti evidenziato l attivazione dei neuroni del nucleo del nucleo del tratto solitario e dei motoneuroni del nucleo dorsale del nervo vago dopo somministrazione periferica di Exendina -4 (Ex-4) un agonista sintetico del recettore del GLP-1 ( GLP-1R) (36). In alcuni roditori gli agonisti del GLP-1 hanno un effetto cronotropo e modulatore della pressione arteriosa, con effetto dose-dipendente (37). Nel modello sperimentale di cani affetti da miocardiopatia indotta farmacologicamente, la somministrazione di agonisti del GLP-1R migliora la gittata cardiaca e la pressione arteriosa (38). In pazienti con infarto acuto del miocardio la somministrazione di GLP-1, in infusione continua parenterale, migliora la funzione del ventricolo sinistro e determina vasodilatazione (Basu A, Nystrom T) (39-40). Inoltre, in particolari condizioni di iperinsulinismo/insulinoresistenza in cui notoriamente la produzione di NO è ridotta a favore dell incremento dei NEFA che iperattivano il sistema nervoso simpatico, il GLP-1 è in grado di modulare l attività della bilancia simpatico/vagale mediante l incremento della produzione di NO, riducendo l attività dei NEFA e svolgendo quindi un ruolo importante nell equilibrio simpato/vagale cardiaco (41). I dati che legano l attività del sistema cardiovascolare, del GLP-1 e del sistema nervoso centrale ed autonomico sono quindi complessi e non del tutto chiari, specialmente quando vengono confrontati gli studi sugli animali con gli studi sull uomo. Per tale motivo, considerando che l alterazione del sistema nervoso autonomico nel paziente diabetico è la causa principale della cardiopatia ischemica silente e della morte improvvisa, gli studi di questi rapporti nei pazienti diabetici sono di grande interesse per la ricaduta clinica che possono avere.
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Vasta, Tramontana Paola. « Valutazione del rischio ulcerativo del piede in una popolazione di soggetti con diabete mellito tipo 2 ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1021.

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Résumé :
Studi recenti hanno evidenziato il ruolo dell arteriopatia ostruttiva periferica (AOP) come importante fattore di rischio suggerendo la necessità di modificare il sistema di classificazione proposto dal gruppo di studio internazionale del piede diabetico (IWGDF) per meglio predire il rischio ulcerativo del paziente. Scopo del presente studio è stato quello di valutare, gli esiti ulcerativi ed amputativi in pazienti con diabete mellito tipo 2 (DMT2), mediante il sistema di classificazione IWGDF. Pazienti e metodi. Lo studio è stato condotto su 5177 pazienti (2710 donne e 2467 maschi) che afferivano all ambulatorio dedicato alla cura del piede del servizio di Diabetologia . Sono stati selezionati ed inclusi nello studio i pazienti con un follow-up ³ 2 anni. I pazienti sono stati sottoposti ad un visita ambulatoriale iniziale per la valutazione del rischio ulcerativo del piede. Sulla base dei fattori di rischio ulcerativo, i pazienti sono stati divisi nei seguenti gruppi: gruppo 0: neuropatia assente; gruppo 1: neuropatia periferica; gruppo 2A: neuropatia periferica + deformità; gruppo 2B: presenza di AOP; gruppo 3A: pregressa ulcera; gruppo 3B: pregressa amputazione. Risultati. I pazienti studiati avevano un età media di 64.3 ± 9.4 anni e durata del diabete di 12.7 ± 9.2. Il periodo medio di follow-up è stato di anni 5,8 (range 2,2 11,8 anni). I nuovi esiti ulcerativi ed amputativi presentavano un trend altamente significativo tra le classi di rischio esaminate (C2 for trend p< 0.0001). In particolare il rischio ulcerativo rispetto al gruppo 0 con neuropatia assente era il seguente: gruppo 1: 6.9 (3.6-13.2); gruppo 2A : 10.7 (5.4-21.4); gruppo 2B : 38.6 (20.7-71.7); gruppo 3A: 457.3 (243.8-857.9); gruppo 3B: 671.1 (308.7-1458.6) mentre il rischio amputativo era il seguente: gruppo 1: 13.8 (0.7-268.5); gruppo 2A : 14.3 (0.6-350.2); gruppo 2B : 183.9 (11-3073); gruppo 3A: 712.8 (43.3-11716); gruppo 3B: 1417 (83.9-23919. A prescindere dagli altri fattori di rischio, la presenza di una AOP era associata nel 52% dei casi a nuovi esiti ulcerativi (OR 11,5 C.I. 9.2 14.5), mentre nel 70,2 % dei casi era associata a nuovi eventi amputativi (OR 19.3 C.I. 11.3 33.2). Conclusioni. I dati del presente lavoro sembrano confermare la validità della classificazione del rischio ulcerativo proposta dal gruppo di studio internazione del piede diabetico nel predire i nuovi esiti ulcerativi. Inoltre sottolineano l importanza della AOP in quanto associata ad elevata prevalenza sia di nuovi eventi ulcerativi che di esiti amputativi.
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Righi, Cristina <1991&gt. « La MTC nel trattamento del diabete di tipo 2 e neuropatie associate : proposta di traduzione di tre articoli medici ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7096.

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Résumé :
La presente tesi si focalizza sulla MTC e alcune sue pratiche volte al trattamento del diabete di tipo 2 e delle neuropatie associate. Sia la MTC che la medicina occidentale si sono occupate del trattamento del diabete e delle neuropatie diabetiche periferiche, sviluppando una serie di pratiche per prevenirne il peggioramento e alleviarne i sintomi. Due dei tre articoli tradotti si occupano del trattamento del diabete di tipo 2 (l’articolo 1 si focalizza su un caso specifico, mentre l’articolo 2 espone le teorie più diffuse e gli ultimi risultati ottenuti dalla ricerca in questo settore). L’articolo 3, invece, presenta le pratiche della MTC volte al trattamento delle neuropatie associate. In ognuno di questi articoli l’attenzione è posta sulle erbe medicinali e i farmaci utilizzati nella terapia, stabiliti in base alle sindromi manifestatesi nei pazienti, e su un confronto tra le pratiche della MTC e quelle della medicina occidentale. L’obiettivo di questa tesi è fornire una traduzione di questi tre articoli che rispetti gli standard di genere, e per raggiungere questo risultato è stata scelta un strategia di tipo familiarizzante, focalizzandosi sul linguaggio e sui testi d’arrivo, favorendo così l’approccio dei lettori futuri. Il capitolo finale della tesi è dedicato ai problemi morfo-sintattici, linguistici e culturali incontrati durante la traduzione e alle strategie applicate per risolverli. Dal momento che, essendo testi scientifici, si sono trovati numerosi termini specifici, questi sono stati riuniti in un glossario, che potesse risultare un utile strumento per gli eventuali lettori futuri.
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Valentino, Giulia. « Modello a lungo termine per la dinamica del glucosio-insulina nel diabete di tipo 1 ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22994/.

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Résumé :
L’elaborato ha l’obiettivo di studiare il modello a lungo termine per la dinamica del glucosio-insulina nel diabete di tipo 1, proposto da Magdelaine e coll. nel 2015 per superare i limiti dei modelli precedenti. Nell’introduzione viene presentato il problema di trovare un modello insulina-glucosio a lungo termine in grado di aiutare il paziente nella gestione del diabete. Nel primo capitolo si descrive la regolazione del sistema glucosio-insulina mediata attraverso la secrezione degli ormoni insulina e glucagone. Nel secondo capitolo si classifica il diabete secondo criteri eziopatogenetici definendo brevemente il diabete di tipo 1, di tipo 2, altre tipologie specifiche di diabete e il diabete mellito gestazionale. Il terzo capitolo si concentra sul diabete di tipo 1 e sulla terapia insulinica consistente nell’automonitoraggio della glicemia e nella somministrazione di insulina, il tutto gestito attraverso “strumenti” che compongono la terapia insulinica funzionale. Il quarto capitolo descrive in modo conciso due modelli matematici a breve termine: il Modello Minimo e il Modello di De Gaetano e Arino, evidenziandone i limiti. Nel quinto capitolo si illustra il modello matematico a lungo termine di Magdelaine e coll., costituito da tre sottosistemi relativi alla dinamica del glucosio, dell’insulina e della digestione. Il modello completo è composto da cinque variabili di stato e nove parametri; da questo si possono ricavare le proprietà a regime e i parametri utili per la terapia insulinica funzionale. Per validare il modello, Magedelaine e coll. hanno raccolto dati clinici su cinque pazienti per più di due giorni, a partire dai quali sono stati identificati i parametri in modo da minimizzare l’errore sulla glicemia. Infine, la conclusione ripercorre i cinque capitoli evidenziando che il modello a lungo termine, pur fornendo risultati interessanti, non è ancora in grado di riprodurre la variabilità nel tempo di alcuni parametri clinici.
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DICEMBRINI, ILARIA. « “Persistente secrezione di Exendin-4, un agonista recettoriale del Glucagon-like peptide-1, mediante terapia genica mediata da Adeno-associated Viruses, su ghiandole salivari di roditori in due differenti modelli di obesità/diabete tipo 2” ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/799293.

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Résumé :
Exendin-4 (Ex-4)è un agonista recettoriale del Glucagon-like peptide 1 (GLP-1)attualmente approvato per il trattamento del Diabete Mellito tipo 2 e prevede una somministrazione per via iniettiva sottocutanea due volte al giorno. Nei pazienti affetti da Diabete tipo 2, la somministrazione di GLP-1 riduce significativamente la glicemia ed i livelli di HbA1c con una modesta, ma significativa riduzione del peso corporeo. In questa tesi di dottorato si è valutata la persistenza di espressione di livelli farmacologici di Exendin-4 ,in seguito a terapia genica mediata da Adeno-associated virus, da parte delle ghiandole salivari di modelli animali di roditori di Obesità e Diabete tipo 2, quali topi sottoposti a dieta a elevato contenuto di grassi (HFD) e ratti Zucker fa/fa. In seguito a singola somministrazione percutanea di AAV5 nelle ghiandole salivari, in entrambi i modelli sperimentali, sono stati riscontrati per tutta la durata dello studio livelli di Exendin-4 biologicamente attiva. Exendin-4 ha raggiunto valori circolanti medi pari a 138.9±42.3 pmol/L nei topi a sei settimane dal trattamento e pari rispettivamente a 238.2±72 pmol/L e 3.25 nmol/L, 4 ed 8 settimane dopo la somministrazione di AAV5. Sono stati riscontrati significativi miglioramenti del grado di controllo glicemico e/o dei livelli di insulinoresistenza, così come dei valori circolanti e di espressione tissutale di adiponectina da parte del tessuto viscerale adiposo. Questo esperimento suggerisce una innovativa modalità di induzione di una persistente espressione tessuto specifica di Exendin-4 da parte delle ghiandole salivari mediante terapia genica mediata da AAV5, di conseguenza un potenziale nuovo approccio terapeutico all’obesità ed al Diabete mellito tipo 2.
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BERTOCCINI, LAURA. « Genetica del diabete di tipo 2 e del rischio cardiovascolare : ruolo del sistema Vitamina D - Recettore della vitamina D (VDR) e di altri geni di suscettibilità ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1045034.

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Résumé :
BACKGROUND: L’ipovitaminosi D si associa ad aumentata prevalenza e incidenza di sindrome metabolica e di Diabete di Tipo 2 (DT2). Polimorfismi (SNPs) dei geni del metabolismo della vitamina D sono stati trovati associati allo stato di vitamina D in studi di GWAS e di associazione genetica condotti nella popolazione generale. SCOPO: Studio di SNPs in geni coinvolti nel metabolismo della vitamina D in pazienti affetti da DT2. METODI: Sono stati reclutati 2165 pazienti con DT2 nell’ambito dello Studio SUMMER. Sono stati valutati i parametri clinici, metabolici e i livelli di vitamina D circolanti. Sono stati analizzati SNPs nei geni DHCR7 (rs12785878), CYP2R1 (rs10741657), GC (rs4588) e VDR (rs11568820) precedentemente associati con i livelli di vitamina D. RISULTATI: DHCR7 rs12785878: il genotipo GG era significativamente associato con ridotti livelli di vitamina D rispetto ai genotipi TT e GT (21.6±9.8 vs 25.1±10.5 vs 24.2±10.8 ng/ml, p<0.001) e ad una più giovane età (63.8 ± 10.8 vs 66.7 ± 9.7 vs 66.2 ± 9.9, p=0.001). CYP2R1 rs10741657: il genotipo AA era significativamente associato con ridotti valori di HbA1c rispetto ai genotipi GG e GA (7±1.2 vs 7.3±1.5 vs 7.3±1.4 mg/dl, p=0.05). GC rs4588: i soggetti portatori della variante presentavano livelli di vitamina D significativamente ridotti rispetto ai non portatori (22±9.4 vs 25.4±11.2 vs 23.6±9.7 ng/ml, p=0.001). VDR rs11568820: i soggetti portatori di almeno un allele di rischio presentavano livelli significativamente aumentati di HbA1c (7.4±1.5 vs 7.2±1.4 mg/dl, p=0.044) e una più giovane età (65.7 ± 9.9 vs 66.6 ± 9.9, p=0.039). E’ stato calcolato un Genetic Risk Score pesato (WGRS) calcolando un OR di rischio di ipovitaminosi D utilizzando il cut-off di 30 ng/ml sulla base dei 4 SNPs per valutare l’associazione dello score con i livelli di vitD. E’ stata osservata un’associazione con la vitamina D, che diminuiva significativamente dal 1° al 4° quartile (26.3±11.8 vs 24±10.2 vs 24.6±10.7 vs 22.8±9.2 ng/ml, p=0.001) con un OR = 1.92 (C.I. = [1.1-3.1], p=0.006). CONCLUSIONI: In una popolazione con DT2, gli SNPs nei geni DHCR7 e GC si associano con i livelli di vitamina D; gli SNPs dei geni CYP2R1 e VDR si associano, anche se debolmente, con i valori di HbA1c; il GRS conferma l’associazione delle varianti con i livelli di vitamina D.
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PIBIRI, CARLOTTA. « Impatto clinico della metodica del counting dei carboidrati sul management di pazienti affetti da diabete tipo 1 in terapia multiniettiva e con microinfusore ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1236351.

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Résumé :
OGGETTO Il counting dei carboidrati rappresenta l’approccio nutrizionale più efficace nel DM1 nell’ottimizzare la terapia insulinica sulla base dell’intake dei carboidrati. La finalità di questo metodo educativo è il miglioramento della qualità di vita del paziente in trattamento insulinico intensivo che si realizza attraverso il raggiungimento di un’aumentata flessibilità alimentare. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l’impatto della metodica del counting su variabili cliniche, biochimiche e antropometriche e sulla variabilità glicemica in una popolazione di soggetti con DM1 in un follow-up di 3 mesi. DISEGNO DELLO STUDIO E METODI In questo studio osservazionale prospettico della durata di 3 mesi sono stati arruolati consecutivamente 30 pazienti affetti da DMT1, afferenti alla U.O.D. di Diabetologia del Policlinico Umberto I di Roma tra Marzo e Maggio 2018. I pazienti hanno seguito il corso di counting dei carboidrati, articolato in 4 incontri pomeridiani della durata di 2 ore ciascuno, per un arco temporale totale di 1 mese. Ai pazienti è stato applicato per una settimana all’inizio del corso (T0) e a 3 mesi (T3) un sensore glicemico (CGM) retrospettivo modello Medtronic Enlite. Di tutti i soggetti sono stati raccolti dati clinici, antropometrici e glicemici al basale (T0) e a 3 mesi (T3). RISULTATI Si evidenza un miglioramento significativo del valore del BMI medio (24,67±3,60 vs 23,55±3,32 kg/m2 – p<.001) e della circonferenza della vita (87,42±9,57 vs 82,72±8,12 cm – p<.001). Il valore medio dell’HbA1c è passato da un valore di 8,52±1,20 a 7,40±0,61 % (p<.001), mentre il fabbisogno insulinico giornaliero si è significativamente ridotto (39,59±11,80 vs 32,20±8,90 UI/die – p<.001). La popolazione al T3 è caratterizzata da una riduzione significativa del valore di glicemia media (198,23±55,57 vs 143,50±27,16 mg/dl- p<.001) ed il valore medio dell’area sotto la curva (AUC) della glicemia sopra il limite è passato da un valore di 73,21±42,42 a 24,49±16,74 mg/dL x min (p<.001), mentre quello dell’area sotto la curva (AUC) della glicemia sotto il limite ha avuto una riduzione significativa (0,42±0,53 vs 0,21±0,57 mg/dL x min- p<.001). A T3 la media della percentuale delle glicemie in target è significativamente aumentata (27,36±17,87 vs 49,06±20,59 % - p<.001), contestualmente il valore medio delle glicemie sopra il target si è significativamente ridotto (70,16±16,48 vs 44,63±20,21 % - p<.001), così come quello delle glicemie sotto il target (2,86±2,96 vs 2,20±4,13 % - p=0.046). CONCLUSIONI In questo studio il counting si è dimostrato efficace nel raggiungimento di un migliore controllo glicometabolico, confermando quindi l’importanza di questa metodica sia come strumento per gestire in modo più consapevole la terapia insulinica sia come percorso educativo che porta a scelte nutrizionali più corrette.
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