Littérature scientifique sur le sujet « Teoria Architettura »

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Articles de revues sur le sujet "Teoria Architettura"

1

Borghi, Roberta. « Marco Assennato, Linee di fuga. Architettura, teoria, politica ». Les Cahiers de la recherche architecturale et urbaine, no 28 (1 septembre 2013) : 92–94. http://dx.doi.org/10.4000/crau.509.

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2

Clarke, Georgia. « Vitruvian Paradigms ». Papers of the British School at Rome 70 (novembre 2002) : 319–46. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002191.

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Résumé :
PARADIGMI VITRUVIANIQuesto articolo esamina la diffusione e la conoscenza del De archittctura di Vitruvio in Italia nel quindicesimo secolo e dimostra come l'interesse verso di esso sia aumentato nel corso del secolo, come attestato dal numero di copie di manoscritti realizzato dalla metà del secolo in poi, dall'influenza vitruviana sulla scrittura e la traduzione di altri trattati di architettura, e dalla stampa del De architettura nel 1487/8. Questo tipo di attenzione va messo in relazione con il contemporaneo interesse nei confronti dell'architettura da parte di mecenati, studiosi ed architetti. Nei primi decenni del sedicesimo secolo, Vitruvio occupava di già una posizione centrale in rapporto alla teoria architettonica tanto che fu prodotta nel corso del secolo tutta una serie di edizioni del testo. In alcuni testi, ma sopratutto nella pubblicazione sull'architettura del 1537 di Sebastiano Serlio, gli ordini vennero enfatizzati come la parte più importante dell'architettura e a Vitruvio fu concessa la massima autorità. In seguito, riferimenti a Vitruvio furono usati per giustificare teorie che dipendevano sia dalle idee e formulazioni del sedicesimo secolo che dal De architettura stesso.
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3

Souza, Maria Luiza Zanatta de. « repercussão na arquitetura e nas artes do Tratado das Ordens de Iacomo Barozzi da Vignola (1562) ». Risco Revista de Pesquisa em Arquitetura e Urbanismo (Online) 19 (28 juillet 2021) : 62–79. http://dx.doi.org/10.11606/1984-4506.risco.2021.166889.

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Résumé :
Após passar por uma etapa de estudo e levantamentos dos vetustos monumentos romanos, acompanhando leituras e discussões teórico-artísticas promovidas pela Accademia della Virtú (c.1542) em Roma, Iacomo Barozzi da Vignola redigiu duas obras que permitem situá-lo entre os importantes teóricos do período. A exemplo de Sebastiano Serlio (1475-1554) e Guillaume Philandrier (1505-1563) que partiram do estudo do De Architettura de Vitrúvio (I séc. a. C.) e da observação das ruinas para compor os seus tratados, Barozzi deu sua contribuição à Teoria das Ordens com seu Regole delli Cinque ordine d’ Architettura, 1562. Diferentes estudos sobre as raízes da Arte têm levado àcompreensão de o Brasil não esteve alheio à difusão do Livro de Figuras de Vignola.
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Parsi, Vittorio Emanuele. « La bomba e noi ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 14 (septembre 2010) : 34–44. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-014003.

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Résumé :
Durante la Guerra Fredda le armi nucleari hanno segnato il panorama delle Relazioni Internazionali rendendo il conflitto tra le superpotenze di fatto improbabile. Sulla scia di tale esperienza, nella memoria attuale l'effetto stabilizzante della bomba atomica sembra quasi occultare gli aspetti piů nefasti e tuttora incompresi del delicato equilibrio del terrore. Tuttavia, la fine del bipolarismo e la frammentazione del sistema internazionale hanno minato il potenziale di stabilizzazione dell'ordigno nucleare, rendendolo al contrario un pericoloso fattore di disordine. Le recenti ambizioni nucleari (piů o meno coronate da successo) di Stati quali Pakistan, Corea del Nord e Iran impongono quindi un ripensamento non solo della teoria della deterrenza, ma dell'intera architettura istituzionale volta a prevenire la proliferazione nucleare.
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Rivero-Lamela, Gloria. « CHRISTIAN NORBERG-SCHULZ : GENIUS LOCI : PAESAGGIO, AMBIENTE, ARCHITETTURA ». Proyecto, Progreso, Arquitectura 23 (19 novembre 2020) : 198–99. http://dx.doi.org/10.12795/ppa.2020.i23.13.

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Résumé :
Christian Norberg-Schulz publicó este libro en 1979 en italiano, y fue traducido al inglés solo un año después. Desde entonces, se ha posicionado como uno de los ensayos primordiales en la reflexión y comprensión del lugar desde la perspectiva fenomenológica de la arquitectura. Como secuela de sus trabajos teóricos precedentes, con esta obra pretende superar la teoría abstracta y científica para conquistar la dimensión existencial de la arquitectura en su contexto. Para ello, el libro se estructura en ocho capítulos que se podrían dividir en tres partes: en la primera, teórica, se asientan los fundamentos de los distintos tipos de lugares analizados: lugar, lugar natural y lugar artificial. La segunda parte, a modo de travelling, recorre y analiza tres ciudades para descender a su genius loci. En la última, conclusiva, se deducen en primer término los aspectos inherentes del lugar para finalizar con una reflexión del “lugar hoy”. Se perciben, de esta manera, las posibles contribuciones de la fenomenología en el mundo contemporáneo.
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Moneti, Silvia. « L'influenza dell'ambiente antropico (architettura) sul sistema psico-neuroendocrino-immunologico ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2022) : 75–91. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002008.

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Résumé :
Questo articolo sintetizza i temi trattati in un più vasto lavoro di ricerca, presentato come tesi al Master in Pnei dell'Università de L'Aquila. Lo scopo primario di questo studio è stato quello di raccogliere prove scientifiche che dimostrino come l'architettura possa influenzare il benessere psi- cofisico delle persone. I destinatari della ricerca sono professionisti sanitari e tecnici, invitati a interagire con lo scopo di promuovere la salute di un "paziente comune". Nei paragrafi iniziali vengono esposte le principali teorie sull'architettura terapeutica, con approfondimenti su neuro-architettura, neuro-estetica, neu roni specchio e neuroni luogo. Si procede poi con l'enunciazione di linee di indirizzo per la progettazione in ottica Pnei di strutture sanitarie, istituti scolastici ed edifici residenziali. Due paragrafi pongono infine l'accento sulla "Green Care" e sulla "Art on Prescription", dimostrando l'impatto positivo del contatto con la natura e dell'esperienza estetica. L'articolo si conclude con l'auspicio di concretizzare le evidenze raccolte in futuri progetti architettonici, ma soprattutto di promuovere l'inserimento dell'architettura fra le discipline in ottica Pnei, come terapia integrata.
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Aloisio, Miriam. « Architettura e scrittura in Fantasmi romani di Luigi Malerba ». Quaderni d'italianistica 36, no 2 (27 juillet 2016) : 127–54. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26902.

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Résumé :
Questo studio è un’analisi testuale di Fantasmi romani (2006) che mira ad illustrare come sia avvenuto un mutamento ideologico nella poetica di Luigi Malerba, che da autore di romanzi divertente e divertito, si presenta ora come un commentatore amareggiato dell’epoca contemporanea. Avvalendomi delle teorie di Remo Cesarani e di Fredric Jameson, secondo cui in conseguenza del tramonto delle “grandi metanarrazioni”, sono apparse nuove forme dello spazio cittadino e nuove tendenze architettoniche, analizzo come i protagonisti di Fantasmi romani vivano in uno stato di disagio e “smarrimento esistenziale” all’interno della metropoli romana. Laddove il personaggio di Clarissa cercherà di orientarsi leggendo i segni magici che la città le offre, l’architetto Giano prima porterà avanti il suo progetto architettonico di distruggere e ricostruire una nuova Roma; poi, attraverso il suo romanzo, cercherà invano di riordinare e dunque, cambiare, la società in cui vive. La consapevolezza del fallimento del progetto utopistico (l’architettura) e della creazione di un romanzo (la scrittura), è il segno di una preoccupazione radicata da parte dell’autore per lo stato attuale delle cose. Se inizialmente la cognizione della crisi ecologica, culturale, relazionale che percorre le pagine degli scritti malerbiani era mitigata da divertissement filologico, gioco linguistico e coinvolgente comicità in romanzi come ad esempio Il serpente, Salto mortale, il Protagonista, essa affiora invece nel testo dell’ultimo romanzo attraverso un sentimento di sfiducia e rassegnazione.
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Sanfilippo, Matteo. « Pietro Consagra en Gibellina. » Revista Eviterna, no 10 (28 septembre 2021) : 128–41. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.12822.

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Résumé :
Lo scultore italiano Pietro Consagra con il testo La città frontale,scritto nel 1968 dopo un lungo viaggio negli Stati Uniti, si mette in polemica contro l’architettura funzionalista, avanzando l’ipotesi di una partecipazione attiva degli artisti allo sviluppo dell’impianto urbano e architettonico delle città. Gibellina, piccola città siciliana ricostruita con l’aiuto di numerosi artisti dopo il terremoto che la distrusse completamente nel 1968, è stato il campo di sperimentazione delle teorie avanzate da Consagra. Qui l’artista ha attuato parte della sua utopia di città frontale, realizzando grandi sculture e architetture tutte legate al principio della frontalità. Proprio la frontalità è l’espediente che l’artista ha utilizzato sin dagli anni cinquanta per creare un rapporto paritario fra opera e fruitore, le sculture frontali così come le architetture non cercano di imporsi e dominare il circostante da un centro ideale, si lasciano invece attraversare, invitano a un colloquio a tu per tu, creando un rapporto intimo di complicità con ciò che le circonda. Questa utopia è nata anche grazie alla volontà di Ludovico Corrao, illuminato sindaco di Gibellina per più di un ventennio, e grazie soprattutto alla popolazione che, dopo la catastrofe e la tabula rasa portata dal terremoto, ha accettato e partecipato con entusiasmo alle proposte degli artisti. Tramite un’analisi comparativa delle opere realizzate a Gibellina da Consagra, metteremo in evidenza il dibattito nato fra artisti e architetti in questo periodo sulle possibilità di sviluppo condiviso delle future città.
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9

Paradiso, Michele, Stefano Galassi, Sara Garuglieri et Christian Zecchin. « STUDIO SULLA STABILITÀ DELLE VOLTE CATALANE DELLE SCUOLE D’ARTE DE LA HABANA (CUBA) : ¿UN SINGOLARE CASO DI APPROSSIMAZIONE COSTRUTTIVA ? » Revista M 17 (25 janvier 2021). http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v17i0.2515.

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Résumé :
Le Scuole Nazionali d’Arte (Escuelas Nacionales de Arte) de L’Avana, Cuba, restano a tutt’oggi, malgrado lo stato di alto degrado in cui versano, l’esempio più emblematico dell’uso delle bóvedas tabicadas in una architettura modernista. Splendido esempio di architettura organica, furono progettate, nei primi anni ’60 del secolo scorso, su incarico del governo rivoluzionario cubano, dagli architetti italiani Roberto Gottardi e Vittorio Garatti, e dal cubano Ricardo Porro. Consistono in 5 complessi edificati, per una superficie totale di 65.000 mq immersi in un parco naturale di 600.000 mq, dedicate all’insegnamento della danza, della musica, dell’arte teatrale, delle arti plastiche del balletto. Particolarmente disinvolta nell’uso della tecnica catalana o valenziana è la Scuola di Balletto, dove la monta ribassata delle volte doveva permettere, per volontà del progettista Vittorio Garatti, di essere percorribili e vissute anche in estradosso. Nella zona dell’ingresso, la perdita dell’ultimo folio estradossale a causa dell’incuria ed atti di vandalismo, ha suggerito una verifica numerica del suo grado di stabilità, utilizzando la Teoria di Heyman. Si è verificato il sistema voltato, nello stato precario in cui versa attualmente, sia a peso proprio, sia a folla compatta concentrata nella zona di chiave, dimostrando così una perdita di stabilità del 30%, che suggerisce la necessità di un pronto intervento di messa in sicurezza e successivo consolidamento.
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10

Sommaini, Fabrizio. « IL LAVORO E L'ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE NELLA ROMA PAPALE E IMPERIALE. LA BASILICA DI SAN PIETRO E IL COMPLESSO DI DOMIZIANO : FONTI MODERNE PER RICOSTRUIRE PROGETTI ANTICHI ». Papers of the British School at Rome, 27 juillet 2021, 1–46. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246221000052.

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Résumé :
Sin dai primi studi sul cantiere e sul processo costruttivo delle architetture antiche, esempi storicamente ben documentati di età medievale e moderna sono stati presi come riferimento e termine di paragone, al fine di comprendere più approfonditamente l'industria delle costruzioni nell'antica Roma. Questo contributo riflette circa la possibilità di utilizzare due casi di studio parzialmente simili per dimensioni, ubicazione e tecniche costruttive: la Basilica di San Pietro, di età rinascimentale e barocca, in comparazione con l'antico complesso di Domiziano, estensione dei Palazzi Flavi sul Palatino. I primi risultati, che si iscrivono in un progetto di studio sul Complesso domizianeo, aggiungono nuovi elementi alla ricostruzione teorica del cantiere e del ciclo costruttivo. Si analizzano diversi aspetti di questi due progetti architettonici di grandi dimensioni (XXL structures) – la committenza, la forza lavoro, l'approvvigionamento dei materiali da costruzione, l'allestimento del cantiere – evidenziando analogie e differenze, nel tentativo di ovviare alle lacune nella documentazione antica.
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Thèses sur le sujet "Teoria Architettura"

1

Barbolini, Fausto <1967&gt. « Teoria e pratica dell'architettura solare - Morfologia, rendimento, strategia progettuale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6418/1/Barbolini_Fausto_Tesi.pdf.

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Résumé :
La recente Direttiva 31/2010 dell’Unione Europea impone agli stati membri di riorganizzare il quadro legislativo nazionale in materia di prestazione energetica degli edifici, affinchè tutte le nuove costruzioni presentino dal 1° gennaio 2021 un bilancio energetico tendente allo zero; termine peraltro anticipato al 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici. La concezione di edifici a energia “quasi” zero (nZEB) parte dal presupposto di un involucro energeticamente di standard passivo per arrivare a compensare, attraverso la produzione preferibilmente in sito di energia da fonti rinnovabili, gli esigui consumi richiesti su base annuale. In quest’ottica la riconsiderazione delle potenzialità dell’architettura solare individua degli strumenti concreti e delle valide metodologie per supportare la progettazione di involucri sempre più performanti che sfruttino pienamente una risorsa inesauribile, diffusa e alla portata di tutti come quella solare. Tutto ciò in considerazione anche della non più procrastinabile necessità di ridurre il carico energetico imputabile agli edifici, responsabili come noto di oltre il 40% dei consumi mondiali e del 24% delle emissioni di gas climalteranti. Secondo queste premesse la ricerca pone come centrale il tema dell’integrazione dei sistemi di guadagno termico, cosiddetti passivi, e di produzione energetica, cosiddetti attivi, da fonte solare nell’involucro architettonico. Il percorso sia analitico che operativo effettuato si è posto la finalità di fornire degli strumenti metodologici e pratici al progetto dell’architettura, bisognoso di un nuovo approccio integrato mirato al raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico. Attraverso una ricognizione generale del concetto di architettura solare e dei presupposti teorici e terminologici che stanno alla base della stessa, la ricerca ha prefigurato tre tipologie di esito finale: una codificazione delle morfologie ricorrenti nelle realizzazioni solari, un’analisi comparata del rendimento solare nelle principali aggregazioni tipologiche edilizie e una parte importante di verifica progettuale dove sono stati applicati gli assunti delle categorie precedenti
The recent Directive 31/2010 of the European Union requires that the member states reorganize their national legislative framework in the field of energy performance of buildings. so that from 1 January 2021 the energy balance of all new buildings will tend to zero (1 January 2019 for public buildings). The concept of nearly Zero Energy Buildings (nZEB) is based on the assumption that the envelope follows the standard of the passive houses and the small energy consumption required on annual basis is compensated by the production of renewable energy, preferably on-site. In this context, the rethinking of the potential of solar architecture allows to identify concrete tools and valid methodologies to support the design of increasingly efficient envelopes that take full advantage of an inexhaustible, common and affordable energy source, such as the solar energy. This should be achieved considering the necessity of no longer delaying the reduction of the energy load due to buildings, known as responsible for over 40% of world consumption and 24% of greenhouse gas emissions. According to these premises, the central theme of the research is the integration of the heat gain systems, so-called passive, and the solar energy production, so-called active, in the envelope. The carried out analytical and operational path has set the objective of providing practical and methodological tools for the design of the architecture, in need of a new integrated approach to achieve the goals of energy savings. Through a general survey of the concept of solar architecture and its theoretical assumptions and terminology, the research has envisioned three types of outcome: a codification of the recurring morphologies in solar constructions, a comparative analysis of the solar performance in the principal types of building aggregations and a significant design verification, where the assumptions of the previous categories have been applied
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Barbolini, Fausto <1967&gt. « Teoria e pratica dell'architettura solare - Morfologia, rendimento, strategia progettuale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6418/.

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Résumé :
La recente Direttiva 31/2010 dell’Unione Europea impone agli stati membri di riorganizzare il quadro legislativo nazionale in materia di prestazione energetica degli edifici, affinchè tutte le nuove costruzioni presentino dal 1° gennaio 2021 un bilancio energetico tendente allo zero; termine peraltro anticipato al 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici. La concezione di edifici a energia “quasi” zero (nZEB) parte dal presupposto di un involucro energeticamente di standard passivo per arrivare a compensare, attraverso la produzione preferibilmente in sito di energia da fonti rinnovabili, gli esigui consumi richiesti su base annuale. In quest’ottica la riconsiderazione delle potenzialità dell’architettura solare individua degli strumenti concreti e delle valide metodologie per supportare la progettazione di involucri sempre più performanti che sfruttino pienamente una risorsa inesauribile, diffusa e alla portata di tutti come quella solare. Tutto ciò in considerazione anche della non più procrastinabile necessità di ridurre il carico energetico imputabile agli edifici, responsabili come noto di oltre il 40% dei consumi mondiali e del 24% delle emissioni di gas climalteranti. Secondo queste premesse la ricerca pone come centrale il tema dell’integrazione dei sistemi di guadagno termico, cosiddetti passivi, e di produzione energetica, cosiddetti attivi, da fonte solare nell’involucro architettonico. Il percorso sia analitico che operativo effettuato si è posto la finalità di fornire degli strumenti metodologici e pratici al progetto dell’architettura, bisognoso di un nuovo approccio integrato mirato al raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico. Attraverso una ricognizione generale del concetto di architettura solare e dei presupposti teorici e terminologici che stanno alla base della stessa, la ricerca ha prefigurato tre tipologie di esito finale: una codificazione delle morfologie ricorrenti nelle realizzazioni solari, un’analisi comparata del rendimento solare nelle principali aggregazioni tipologiche edilizie e una parte importante di verifica progettuale dove sono stati applicati gli assunti delle categorie precedenti
The recent Directive 31/2010 of the European Union requires that the member states reorganize their national legislative framework in the field of energy performance of buildings. so that from 1 January 2021 the energy balance of all new buildings will tend to zero (1 January 2019 for public buildings). The concept of nearly Zero Energy Buildings (nZEB) is based on the assumption that the envelope follows the standard of the passive houses and the small energy consumption required on annual basis is compensated by the production of renewable energy, preferably on-site. In this context, the rethinking of the potential of solar architecture allows to identify concrete tools and valid methodologies to support the design of increasingly efficient envelopes that take full advantage of an inexhaustible, common and affordable energy source, such as the solar energy. This should be achieved considering the necessity of no longer delaying the reduction of the energy load due to buildings, known as responsible for over 40% of world consumption and 24% of greenhouse gas emissions. According to these premises, the central theme of the research is the integration of the heat gain systems, so-called passive, and the solar energy production, so-called active, in the envelope. The carried out analytical and operational path has set the objective of providing practical and methodological tools for the design of the architecture, in need of a new integrated approach to achieve the goals of energy savings. Through a general survey of the concept of solar architecture and its theoretical assumptions and terminology, the research has envisioned three types of outcome: a codification of the recurring morphologies in solar constructions, a comparative analysis of the solar performance in the principal types of building aggregations and a significant design verification, where the assumptions of the previous categories have been applied
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3

TAPIA, VILA KATERINE NINOSKA. « Mario Bianco. La dialettica tra urbanistica e architettura - fra teoria e pratica ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/11578/282410.

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4

Camporeale, Antonio. « ARCHITETTURA PLASTICA - L'impiego organico del calcestruzzo armato nel progetto contemporaneo ». Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2018. http://hdl.handle.net/10251/100088.

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Résumé :
Las siguientes notas representan el inicio de una investigación cuyos supuestos y creencias están ligados a la experiencia diaria con la arquitectura. Se hará referencia al método crítico de análisis e interpretación sobre los que la "Escuela Romana" ha definido la base teórica. Este método tiene como objetivo identificar los caracteres permanentes, que pueden ser leídos en las distintas realidades construidas en los lentos cambios que tuvieron lugar a lo largo de la historia. Una historia que no se entiende como una serie de episodios arquitectónicos particulares en los que los edificios especiales representan la singularidad, sino como una secuencia de transformaciones necesariamente vinculadas unas a las otras que implican la totalidad del mundo construido, desde los tejidos urbanos, pasando por la ciudad, hasta el territorio antropizado. De esa manera se alcanzan, además, las razones de la forma y la expresión, debidas a la consolidación y la transmisión, a través del tiempo y del espacio, de necesidades y costumbres constructivas, típicas de las distintas áreas geográfica-culturales. ¿Por qué el hormigón armado? Porque hoy es el material de construcción por excelencia. Si por un lado se puede hablar con claridad de "desarrollo elástico", ampliamente demostrado por el uso difundido del marco estructural en la arquitectura, su "potencial plástico", por otro lado sin embargo, parece aún no haber encontrado una definición arquitectónica clara. Con "plástico" aquí no se hace referencia al aspecto "escultórico" de tal material, sino a la acepción constructiva del término; es decir, plástico como capacidad del material de reproducir nuevas configuraciones tras la "rotura" ocurrida causada por carga excesiva; plástico como unión entre cantidades y capacidades de transmisión de las cargas; plástico, finalmente, como capacidad de resistencia del material debido a las formas de los elementos. A través de este filtro crítico se puede leer la historia de la arquitectura como un proceso continuo que ha afectado a la materia que constituye la realidad; materia por primera vez "encontrada" por el hombre nómada y de la que luego se reconoció su capacidad especial para ser utilizada como material de construcción dadas las necesidades sedentarias que surgieron. El material se transforma en elemento de construcción, a través de un mayor empeño del hombre en su elaboración. Tales elementos se pueden ensamblar en una estructura de la que serán legibles los caracteres en función del área geográfica-cultural de formación. El área geográfica-cultural se entiende como porción de territorio en que se puede reconocer un gran número de caracteres comunes en los materiales, en los elementos y en las estructuras de las construcciones (Strappa, 1995). La combinación de hormigón con hierro produce un material que es totalmente nuevo, desconocido, mágico. Una "piedra fundida", moldeable en cualquier forma que se desee, que trabaja a compresión y al mismo tiempo resistente a la tracción. Pier Luigi Nervi en Italia y Eduardo Torroja en España han intentado llevar a cabo una síntesis entre el mero diseño estructural, que se creía propio de los ingenieros, y la contribución creativa de los arquitectos, dando a la construcción una función unificadora.
The following notes represent the beginning of an investigation whose assumptions and beliefs are linked to the daily experience with architecture. Reference will be made to the critical method of analysis and interpretation on which the "Roman School" has defined the theoretical basis. This method aims to identify the permanent characters, which can be read in the different realities constructed in the slow changes that took place throughout history. A history that is not understood as a series of particular architectural episodes in which the special buildings represent the singularity, but as a sequence of transformations necessarily linked to each other that imply the totality of the constructed world, from the urban fabrics, passing through the city, to the anthropized territory. In this way, the reasons for form and expression are also reached, due to the consolidation and transmission, through time and space, of constructive needs and customs, typical of the different geographical-cultural areas. Why reinforced concrete? Because today is the building material par excellence. If on the one hand one can speak clearly of "elastic development", amply demonstrated by the widespread use of the structural framework in architecture, its "plastic potential", on the other hand however, seems to have not yet found a clear architectural definition. With "plastic" there is no reference to the "sculptural" aspect of such material, but to the constructive meaning of the term; that is, plastic as the ability of the material to reproduce new configurations after the "break" occurred caused by excessive loading; plastic as a union between quantities and capacities of transmission of loads; plastic, finally, as the ability to resist the material due to the shapes of the elements. Through this critical filter one can read the history of architecture as a continuous process that has affected the matter that constitutes reality; matter for the first time "found" by the nomadic man and from which his special capacity was later recognized to be used as construction material given the sedentary needs that arose. The material becomes a building element, through a greater effort of man in its development. Such elements can be assembled in a structure from which the characters will be legible according to the geographic-cultural area of formation. The geographic-cultural area is understood as a portion of territory in which a large number of common characters can be recognized in the materials, in the elements and in the structures of the constructions (Strappa, 1995).
Les següents notes representen l'inici d'una recerca que els seus suposats i creences estan lligats a l'experiència diària amb l'arquitectura. Es farà referència al mètode crític d'anàlisi i interpretació sobre els quals la "Escola Romana" ha definit la base teòrica. Aquest mètode té com a objectiu identificar els caràcters permanents, que poden ser llegits en les diferents realitats construïdes en els lents canvis que van tenir lloc al llarg de la història. Una història que no s'entén com una sèrie d'episodis arquitectònics particulars en els quals els edificis especials representen la singularitat, sinó com una seqüència de transformacions necessàriament vinculades unes a les altres que impliquen la totalitat del món construït, des dels teixits urbans, passant per la ciutat, fins al territori **antropizado. D'aqueixa manera s'aconsegueixen, a més, les raons de la forma i l'expressió, degudes a la consolidació i la transmissió, a través del temps i de l'espai, de necessitats i costums constructius, típiques de les diferents àrees geogràfica-culturals. Per què el formigó armat? Perquè avui és el material de construcció per excel·lència. Si d'una banda es pot parlar amb claredat de "desenvolupament elàstic", àmpliament demostrat per l'ús difós del marc estructural en l'arquitectura, el seu "potencial plàstic", d'altra banda no obstant açò, sembla encara no haver trobat una definició arquitectònica clara. Amb "plàstic" ací no es fa referència a l'aspecte "escultòric" de tal material, sinó a l'accepció constructiva del terme; és a dir, plàstic com a capacitat del material de reproduir noves configuracions després del "trencament" ocorregut causat per càrrega excessiva; plàstic com a unió entre quantitats i capacitats de transmissió de les càrregues; plàstic, finalment, com a capacitat de resistència del material a causa de les formes dels elements. A través d'aquest filtre crític es pot llegir la història de l'arquitectura com un procés continu que ha afectat a la matèria que constitueix la realitat; matèria per primera vegada "trobada" per l'home nòmada i de la qual després es va reconèixer la seua capacitat especial per a ser utilitzada com a material de construcció donades les necessitats sedentàries que van sorgir. El material es transforma en element de construcció, a través d'una major obstinació de l'home en la seua elaboració. Tals elements es poden assemblar en una estructura de la qual seran llegibles els caràcters en funció de l'àrea geogràfica-cultural de formació. L'àrea geogràfica-cultural s'entén com a porció de territori en què es pot reconèixer un gran nombre de caràcters comuns en els materials, en els elements i en les estructures de les construccions (**Strappa, 1995). La combinació de formigó amb ferro produeix un material que és totalment nou, desconegut, màgic. Una "pedra fosa", emmotllable en qualsevol forma que es desitge, que treballa a compressió i al mateix temps resistent a la tracció. **Pier Luigi **Nervi a Itàlia i Eduardo **Torroja a Espanya han intentat dur a terme una síntesi entre el mer disseny estructural, que es creia propi dels enginyers, i la contribució creativa dels arquitectes, donant a la construcció una funció unificadora.
Camporeale, A. (2018). ARCHITETTURA PLASTICA - L'impiego organico del calcestruzzo armato nel progetto contemporaneo [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/100088
TESIS
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5

Montanari, Stefano. « L'architettura come scienza ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2874/.

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Résumé :
L'obbiettivo della presente tesi curriculare è una lettura di alcuni esami in relazione all'idea di ar-chitettura che la nostra Scuola – la Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” – porta avanti: l'architettura come progetto collettivo e unitario nel tempo fondato sui fatti architettonici, ovvero l'architettura come scienza: Noi raccogliamo questa strada dell'architettura come scienza, della formulazione logica dei principi, della meditazione sui fatti architettonici e quindi principalmente sui monumenti e pensiamo di verificarla attraverso una serie di architetti e di opere antiche e moderne che noi scegliamo, su cui operiamo un certo tipo di scelta . Ciò che caratterizza l'architettura come scienza è il metodo progettuale: l'obbiettivo della tesi è pertanto una riflessione sulla teoria della progettazione insegnata nella nostra Scuola – intesa come momento della più generale teoria dell'architettura di Aldo Rossi – ovvero su come essa sia stata seguita per realizzare i progetti presentati. La tesi è così ordinata: una prima parte dedicata alla teoria dell'architettura di Aldo Rossi nella quale vengono indicati i principi, cioè lo scopo che la nostra Scuola di architettura persegue; una seconda parte dedicata alla teoria della progettazione nella quale viene indicato il metodo, cioè lo strumento eminente che la nostra Scuola di architettura utilizza; infine sono presentati i progetti –Laboratorio di sintesi finale: l'architettura del museo; Disegno dell'architettura II; Laboratorio di progettazione architettonica IV; – scelti per mettere in luce le distinte parti di cui il metodo consiste.
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Minghetti, Giulia. « Progettare nel verde urbano. Dalla teoria del settore a nuove ipotesi di densificazione e riqualificazione urbana : Un nuovo auditorium per bogota ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7986/.

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Résumé :
Questa tesi si propone di ripensare una parte della città di Bogotà, dopo un’attenta analisi del suo sviluppo storico ed evolutivo. L’intento è sia quello di contrastare lo sprawl urbano e gli effetti negativi che esso produce, sia quello di migliorare la vivibilità delle città, tentando di limitare i problemi della città diffusa. In particolare, studiando i piani urbanistici e il loro concretizzarsi all’interno della città, si sono volute dare soluzioni al crescente bisogno di alloggi, causato dall’aumento di popolazione. L’attenzione si è quindi focalizzata sull’area nord, in cui il carattere urbano è più debole e fortemente frammentato dal passaggio dell’attuale autopista Norte, infrastruttura che separa e divide due parti della città e che il progetto vuole provare a ricollegare dal punto di vista identitario. L’idea del masterplan è stata studiata riferendosi al piano pilota di Le Corbusier e più nello specifico alla sua teoria del settore che prevedeva all’interno di ogni quartiere strutturato da una griglia precisa di strade, differenti funzioni, che il maestro chiama categorie fondamentali dell’urbanistica: abitare, lavorare, circolare e coltivare il corpo e lo spirito; è proprio in relazione a quest’ultima categoria che si è pensato di progettare un nuovo polo accentratore per Bogotá legato alle arti, prevedendo una riconnessione con il centro attraverso, soprattutto, un sistema di aree verdi e pubbliche strutturate a formare un sistema gerarchico di parchi, che vede l’autopista come asse principale di sviluppo. La scelta di progettare un edificio con una vocazione pubblica importante è stata dettata dalla volontà di dislocare in un quartiere meno centrale un nuovo polo attrattore per gli abitanti di tutta la città, in questo modo si è cercato di valorizzare il settore nord, fino ad oggi così marginale e periferico.
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BOERI, ELISA. « Architettura, teoria e rappresentazione negli anni della Rivoluzione Francese : i disegni dell'Architecture Civile di Jean Jacques Lequeu (1757-1826) alla Bibliothèque Nationale de France ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/11578/278728.

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Landi, Federico. « EMBODIED ARCHITECTURE Tinder dynamic as an Actor-Network and the spatial consequences of the self-profiling ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
L’obiettivo del progetto di tesi qui presentato è stato di evidenziare i caratteri urbani dei servizi di incontri digitali, in particolare di Tinder, e di come i social media influenzino l’uso dello spazio. Attraverso l’impiego della teoria actor-network sono stati rilevati tutti gli attanti coinvolti nella creazione della dinamica di Tinder, gli utenti coinvolti, le psicologie di utilizzo e le tecnologie utilizzate, arrivando a definire i caratteri urbani della dinamica. La negoziazione sessuale, attraverso Tinder e grazie alla localizzazione, si sposta dai luoghi una volta deputati a questa azione, come discoteche e saune, a quegli spazi di interazione che combinano spazi reali e digitali. L’urbanità della negoziazione sessuale grazie agli smartphone si sposta dalle modalità in cui sono configurate le città ai corpi degli utenti ed al modo in cui questi gestiscono i propri profili online. Da questo è stato poi elaborato un progetto architettonico, declinazione delle caratteristiche dell’attuazione urbana di Tinder. Sono state progettate una serie di abitazioni temporanee per gli utenti di Tinder, dalle dimensioni ridotte, ma flessibili e completate da una serie di spazi pubblici, bar, palestra, area relax e di lavoro. Tutti gli spazi sono stati progettati cercando di permettere varie modalità di utilizzo ed organizzati in modo frammentato al fine di creare vari ambiti, alcuni più pubblici, altri più privati. La negoziazione sessuale e tutti i caratteri dell’urbanità digitale possono quindi essere performati negli spazi proposti, assieme alle specificità di azione che ogni spazio progettato, grazie alle dotazioni presenti, può ospitare.
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BELVEDERE, Antonio. « Pratiche dell'architettura in Vittorio Ugo (1957-1987) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90994.

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Résumé :
La ricerca verte sulla figura di Vittorio Ugo (1938-2005), architetto e urbanista palermitano , docente presso la Facoltà di architettura di Palermo dal 1964 al 1987. Della complessa attività di Ugo, che nella seconda fase si svolge principalmente a Milano, la tesi mette a fuoco il periodo 1957-1987, anni che comprendono la formazione universitaria e la sua poco nota attività di architetto e urbanista a Palermo.
Vittorio Ugo (Palermo, 1938-2005) is an Italian architect, mostly known in Italy and France as theorist and a critic as well, Professor at University of Palermo from 1964 to 1987. Much less known is his architectural work as author of projects on different scales: architecture, urban-planning, design. The years from 1957 to 1987 represent a sort of long training period, which prepare the second phase of Ugo’s biography, devoted exclusively to the Theory of Architecture. Born from a family of artists - his grandfather was a sculptor, his father an architect - he was looking for an original way to be an architect, feeling an ethical need to see architecture from a scientific point of view. The main argument of this research, starts from the belief that the fame of Vittorio Ugo as a theorist, together with his open International impulse - France and Japan were his second homeland – conceals a complex "apprenticeship ", yet to be revealed. Many of his former pupils wondered who he was, where he came from, what had determined his passion of teaching and the care he devoted to his students. In 1978, he was living in Paris attending the heated debates that took place at the prestigious Ecole des hautes études en sciences sociales, inside the courses of Louis Marin and Hubert Damisch. «[...] Que venait chercher Victor Hugo auprès de cette école de pensée sémiologique?» What was Vittorio Ugo looking for in that school of semiological thought? Philippe Potié was asking a few years ago. How to explain the choice of Ugo to devote himself to the Theory, after twenty years of designing?
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Ori, Eva <1982&gt. « Enrico Prampolini tra arte e architettura. Teorie, progetti e Arte Polimaterica ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6275/1/Ori_Eva_tesi.pdf.

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Résumé :
Obiettivo principale della ricerca è quello di aggiungere un tassello mancante, attraverso una nuova chiave di lettura, alla complessa attività artistico-teorica dell’artista futurista Enrico Prampolini (1894-1956). Questa tesi, oltre a riordinare e raccogliere tutto ciò che riguarda l’architettura e il rapporto di quest’ultima con le arti nell'opera di Prampolini, coglie l’occasione per puntualizzarne aspetti ancora poco esplorati, grazie anche all'analisi inedita dei documenti originali dell'artista conservati presso il CRDAV del Museo d’arte contemporanea di Roma. Partendo dall'analisi dei rapporti dell’artista modenese con le avanguardie straniere, la ricerca prosegue con la presa in esame dei manifesti, degli scritti e degli articoli noti e inediti legati alla teoria architettonica nella produzione dell’artista modenese. Il nucleo centrale della ricerca è costituito dagli elementi inediti emersi presso l’Archivio Prampolini consistenti in relazioni di progetti architettonici per un Piano urbanistico del Centro Alberghiero di Castel Fusano (1938) e per due alberghi nel centro di Roma (1938-1939). La seconda parte della ricerca si concentra sull'analisi del rapporto tra arte e architettura nel Futurismo e sul fondamentale contributo dato in tal senso da Prampolini, in particolare attraverso la “plastica murale”, come completamento dell’architettura futurista e fascista e la concezione dell’Arte Polimaterica. Nell'ultima parte della ricerca si affronta infine l'analisi del rapporto tra arte e architettura gestito in ambito istituzionale in Italia tra le due guerre, con l’emanazione, nel 1942, della legge detta “del 2%”. Aspetto finora inedito delle vicende legate alla “legge del 2%” è l'emergere del ruolo centrale di Prampolini nel contribuire al dibattito che portò alla sua approvazione, e non secondariamente nella ricerca di migliori condizioni economiche e maggiori occasioni di lavoro per gli artisti. La figura di Enrico Prampolini emerge dunque, da questa ricerca, come un nodo fondamentale per comprendere alcuni degli aspetti ancora inesplorati della cultura artistico-architettonica italiana degli anni Venti-Quaranta.
The main objective of this research is to add a missing piece, through a new interpretation, to the artistic and theoretical activity of the futurist Enrico Prampolini (1894-1956). This thesis , wants collect everything related to architecture and the relationship of the latter with the arts in the work of Prampolini and takes the opportunity to point out this aspects still poorly explored, thanks also to the analysis of unpublished documents’ artist kept at the CRDAV of the MACRO. The core of the research consists in the new elements emerged at the Prampolini Archives consisting in a descriptive reports of architectural plans for a development of the Centre of Hospitality of Castel Fusano (1938) and two hotels in the center of Rome (1938-1939). The second part of the research focuses on the analysis of the relationship between art and architecture in Futurism and the fundamental contribution in this direction by Prampolini, particularly through the "plastica murale" as completion of Futurist and Fascist architecture and the conception of the Polymaterials Art. In the last part of the research we deal with the analysis of the relationship between art and architecture managed in Italy in the institutional context, between the two Wars, with the enactment, in 1942, of the law known as the "2%". Appearance of until now unpublished events related to the "law of 2%" is the emergence of the central role of Prampolini in contributing to the debate that led to its approval, and not secondarily for search of better economic conditions and more job opportunities for artists. The figure of Enrico Prampolini therefore emerges from this research as a crucial question to understand some of the unexplored aspects of the Italian architectural and artistic culture of the Twenties-Forties.
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Livres sur le sujet "Teoria Architettura"

1

Dell'Osso, Riccardo. Teoria, progetto e architettura. Santarcangelo di Romagna (RN) : Maggioli editore, 2020.

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Assennato, Marco. Linee di fuga : Architettura, teoria, politica. Palermo : Duepunti, 2011.

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3

Architettura dell'imitazione : Teoria dell'arte e architettura fra XV e XX secolo. Firenze : Alinea, 2005.

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4

Elementi di teoria nel progetto di architettura. 2e éd. Palermo : Grafill, 2011.

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5

Koenig, Giovanni Klaus. Architettura del Novecento : Teoria, storia, pratica critica. Venezia : Marsilio, 1995.

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6

Gambardella, Cherubino. L' architettura delle scale : Disegno, teoria e tecnica. Genova : Sagep, 1993.

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7

Arredi, M. Principi di architettura : Antologia di teoria della progettazione. Torino : UTET, 1992.

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8

Torricelli, Maria Chiara. Romano Del Nord : Teoria e prassi del progetto di architettura. Firenze, Italy : Firenze University Press, 2021.

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Architettura e memoria : [teoria, progettazione, dibattito sulla città, arti visive]. Roma : Gangemi, 2006.

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10

Didascalia(e) di architettura : Dal morfema alla teoria di stringa. Roma : Gangemi editore SpA international publishing, 2016.

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Chapitres de livres sur le sujet "Teoria Architettura"

1

Macaione, Ina. « Scrivere architettura ». Dans Progetto, teoria, editoria, 163–66. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xmh.22.

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2

Orazi, Manuel. « Scrittura e architettura ». Dans Progetto, teoria, editoria, sous la direction de Massimo Ferrari et Alessandro Massarente, 115–20. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xmh.18.

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3

Guida, Antonella. « Architettura, cultura e formazione ». Dans Progetto, teoria, editoria, 11–12. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xmh.4.

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4

Arcidiacono, Giuseppe. « Per una teoria della temporalità ». Dans Patrimonio e progetto di architettura, 180–82. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3x69.32.

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5

Gambardella, Cherubino. « Architettura come teoria di valori misteriosi ». Dans Patrimonio e progetto di architettura, 90–93. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3x69.16.

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6

Durbiano, Giovanni. « Una rivista per la Società Scientifica del progetto di architettura ». Dans Progetto, teoria, editoria, sous la direction de Ettore Vadini, 15–18. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xmh.5.

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7

Borrelli, Marino. « Quale editoria per il progetto di architettura in ambito universitario ? » Dans Progetto, teoria, editoria, sous la direction de Ettore Vadini, 25–28. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xmh.7.

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8

Marinella Arena, Daniele Colistra et Domenico Mediati. « Arte e architettura. Teoria e prassi del meme dominante ». Dans 42th INTERNATIONAL CONFERENCE OF REPRESENTATION DISCIPLINES TEACHERS. CONGRESS OF UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO. PROCEEDINGS 2020. LINGUAGGI, DISTANZE, TECNOLOGIE. FrancoAngeli srl, 2021. http://dx.doi.org/10.3280/oa-693.4.

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9

Marchesini, Marcello. « Tre architetture ». Dans Teorie dell’architettura, 32–38. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gvdn9s.6.

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10

Ferrari, Massimo. « Architettura senza tempo ». Dans Teorie dell’architettura, 376–81. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gvdn9s.53.

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Actes de conférences sur le sujet "Teoria Architettura"

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Gironi, Roberta. « The Diagonal City : crossing the social divisions ». Dans 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia : Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.6266.

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Résumé :
Roberta Gironi Departamento de Proyectos Arquitectónicos, UPV. Camino de Vera, s/n. 46022 Valencia Joint Doctorate Dipartimento di Architettura – Teorie e Progetto. “Sapienza” Università degli Studi di Roma. Via Gramsci, 53. 00100 Roma E-mail: roberta.gironi@gmail.com Keywords (3-5): Informal processes, dynamic transformation, new planning approach, flexible space, self-organization Conference topics and scale: Reading and regenerating the informal city Contemporary cities are affected by transformations that put in discussion the claim of control and stability to which the urban project aspires. All those gradual adjustments are manifested according to the demand, bring toward a less formal and more flexible spatial order, for which the traditional forms of the "static" city become the background of the "kinetic" landscape of informal cities. On the contrary of the formal processes of urban planning, informality process is configured as an organic development model and a flexible dynamic system opened to changes. The informal space is produced according to principles of spontaneity and self-organization. A consideration on the possibility to assume different approaches can be proposed. Those approaches should integrate in the design reasoning all the dynamics usually excluded by the discourse on the urban project, which processes can become catalysts to enrich the methods of planning and design of the urban space. Through the analysis of the case-study Previ Lima and the Living Room at the Border of St. Ysidro, the aim is to delineate in which way the contemporary architecture can absorb and metabolize these processes, triggering a different approach to a different method to intervene in the spaces of relationship among formal and informal. It is believed that the informal urban qualities cannot be eliminated and is impossible to ignore the inhabitants' practices, but rather to work on the intersection between collective and individual actions. References Brillembourg A., Feireiss K., Klumpner H. (2005), Informal City (Prestel Publishing, Munich) Cruz T. (2008), "De la frontière globale au quartier de frontière: pratiques d'empiètement", Multitudes, 31(1). Davis M. (2006), Planet of Slums (Verso, London). Hernandez F., Kellett P., Allen L.K. (2010), Rethinking the informal city: critical perspectives from Latin America (Berghahn books, New York, Oxford). McFarlane C., Waibel M., (2012), Urban Informalities: Reflections on the Formal and Informal (Ashgate, Farnham). Jacobs J. (1961), The death and life of great American cities(Random House, New York- Toronto). Roy A., Alsayyad N., (2004) Urban Informality: Transnational Perspectives from the Middle East, Latin America, and South Asia (Lexington Books, Lanham)
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2

Zocchi, Angela Maria, et Barbara Raggiunti. « Il territorio tra rigenerazione e riconoscimento ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7901.

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Résumé :
Da tempo, nelle analisi delle trasformazioni dello spazio e della tutela dell’ambiente, si ricorre all’uso di metafore; ad esempio, quella della rigenerazione che, in quanto metafora “biologica”, evoca anche interventi di tipo “terapeutico”. Scopo del nostro contributo è mettere a fuoco senso e significati della “rigenerazione”, facendo riferimento a specifici processi di ri-costruzione e re-interpretazione che hanno interessato il territorio abruzzese negli ultimi anni, a partire dal terremoto dell’aprile 2009 che ha distrutto il capoluogo de L’Aquila. Seguendo una struttura argomentativa centrata sulla dicotomia “recupero versus ricostruzione”, e coniugando prospettiva teorica e ricerca empirica, l’articolo propone una riflessione su alcune pagine di un “classico” della sociologia – La memoria collettiva di Maurice Halbwachs – mettendole in relazione con evidenze empiriche emerse da una recente ricerca partecipativa sui bisogni sociali rilevati all’interno del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) di Assergi, in provincia de L’Aquila. Esplorando, poi, il possibile nesso tra riconoscimento e rigenerazione del territorio, le Autrici richiamano l’attenzione sul processo di re-interpretazione, in chiave bioclimatica, bioedilizia e antisismica, delle cosiddette case di terra, vere e proprie architetture della memoria, presenti in diverse Regioni italiane, tra le quali anche l’Abruzzo. La riflessione su alcune dinamiche di rivalutazione e di riappropriazione dello spazio, costituisce l’occasione per mettere a fuoco una diversa dimensione del costruire che, tra paesaggio e memoria, intende proporsi come strumento fondamentale per la realizzazione di una buona qualità della vita. It’s long since, in the analysis of environment and space transformation, researchers have used metaphors such as that of “regeneration”, a biological metaphor that evokes therapeutic interventions as well. The aim of our contribution is to focus on the sense and meaning of “regeneration” by referring to the specific processes of re-construction and re-interpretation that have concerned Abruzzo in the last years, starting from April 2009 earthquake that destroyed the city of L’Aquila. The following paper will deal with the dichotomy “recovery versus reconstruction” through the combining of the theoretical perspective of Maurice Halbwachs and the empirical research of the social needs observed in the C.A.S.E. Project of Assergi (L’Aquila). Then, by exploring the possible connection between territory recognition and regeneration, the authors will refer to the process of re-interpretation of the bioclimatic, bio-constructive and antiseismic built in earth houses, which are present in Abruzzo as well as in a number of other Italian regions. The analysis of some space reevaluation and re-appropriation dynamics will give us the opportunity to focus upon a different building dimension, between landscape and memory, that wants to be proposed as a fundamental instrument for the amelioration of life.
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