Thèses sur le sujet « Tecnologia e tecnica cinematografica »

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Brotto, Denis. « Trame digitali. L'immagine cinematografica in pixel tra narrazione, estetica e tecnica ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3422384.

Texte intégral
Résumé :
The main object of this doctoral dissertation is to analyse the relations between film language and new digital technologies, investigating the principal developments that have occurred as to the film narration, the aesthetics of representation and the various technical aspects concerning the film industry. Besides an introductory chapter which mostly emphasizes the content and the method of the analysis, four different thematic sections may be identified. In the first one, a special emphasis has been given on the development and the radicalization of narration in digital cinema. A tendency towards autobiographical and diaristic story-telling, along with the growing presence of a “narrating I” as a condition of development of the filmic text, are the most relevant aspects that have come to light, namely as to the analysis of the remarkable works of Agnès Varda, Alain Cavalier, Jonathan Caouette, Joseph Morder. At the same time what we have tried to demonstrate is how the digital environment has favoured a tendency towards multi-narrative tales, a characteristic connected in a way with post-modern culture as Atom Egoyan’s, David Lynch’s, Peter Greenaway’s and Lars von Trier’s works highlight. As to section two, we have investigated the changes of the coordinates of time and space that have occurred in narrative films due to digital technology. A renewed relation with the real space was also found, showing how important is not to limit the digital storytelling to a form of mimesis of reality but to also look for a further formal expressive key as to the image composition. In this way, the works of Abbas Kiarostami, Pedro Costa, Amir Naderi, Jia Zhang-Ke, Lav Diaz proved themselves particularly valuable. The third point of this research has focused on the development of the aesthetics in filmmaking as to new technologies, looking at the processing of digital color correction of the images and to the modifications that allow to create a totally new visual look from the original color range of the raw materials captured during the shooting. In order to this subject, much weight has been given to the comparative studies of some works by comparing the original materials of a movie with its final version after the color correction. The three works that have been examined are Aleksandr Sokurov's Russian Ark, Giorgio Diritti’s Il vento fa il suo giro, and Salvatore Mereu’s Sonetàula. The final section in this research deals with the relationships that exist among the different phases in the entire life of a film - from the very first idea throughout production, post-production and distribution to end with film storage and analysis. Besides the increasing trend of film productions made entirely by means of digital cameras, also a quite new mode of fruition of and interaction with the film, based on many digital facilities as to hardware and software, is now arising. Film relocation and cross-mediality reveal themselves as the symptoms of a new way of conceiving the film work as to the spectator. Moreover, the methods of film archiving and film studies have also changed, introducing a new relationship with the film itself mediated by the use of digital components, as demonstrated in particular by the study of the Padua based Microwave-Network company’s WonderCube (storage software) and the Institut de Recherche et de l'Innovation of the Center Pompidou’s Lignes de Temps (film studies software).
La tesi analizza il rapporto tra linguaggio cinematografico e nuove tecnologie digitali, andando ad osservare i principali sviluppi in relazione alla narrazione filmica, all’estetica della rappresentazione e agli aspetti tecnici della filiera cinematografica. Dopo un capitolo introduttivo in cui si sono esplicitate le principali linee guida della tesi e le scelte metodologiche applicate, si è entrati nel merito della ricerca, andando ad individuare quattro differenti articolazioni di studio. Nella prima parte della tesi si sono messi in evidenza gli sviluppi e la radicalizzazione della narrazione nel cinema digitale. Ad emergere sono state una maggior propensione verso un racconto di carattere autobiografico, una narrazione diaristica ed un recupero dell’io-narrante come condizione di sviluppo del testo filmico, come si evince dai casi trattati tra i quali si segnalano le opere di Agnès Varda, Alain Cavalier, Jonathan Caouette e Joseph Morder. Si è inoltre dimostrato come il digitale abbia favorito una tendenza alla multinarratività, una caratteristica questa influenzata anche dalla cultura postmoderna, ed evidente nelle opere di Atom Egoyan, David Lynch, Peter Greenaway, Lars von Trier. La seconda parte della ricerca è stata dedicata alle modificazioni delle coordinate di tempo e di spazio prodotte dal digitale nell’ambito narrativo cinematografico. È stato riscontrato un rinnovato rapporto con lo spazio reale in cui emerge l’importanza di non limitare la narrazione digitale ad una forma di mimesi della realtà, intervenendo in chiave espressiva sulla messa in quadro dell’immagine. In tal senso, di particolare valore sono sembrati i lavori di Abbas Kiarostami, Pedro Costa, Amir Naderi, Jia Zhang-Ke, Lav Diaz. Il terzo punto della ricerca si è concentrato sugli sviluppi dell’estetica cinematografica in relazione alle nuove tecnologie, osservando le modalità di elaborazione digitale e di color correction dell’immagine, modificazioni che consentono di rielaborare profondamente la gamma cromatica dell’immagine ottenuta in fase di ripresa. A tal proposito, molta importanza è stata data allo studio comparativo di alcune opere, mettendo a confronto i materiali originali relativi al girato del film con la versione finale dell’opera stessa, successiva alla fase di color correction. Le tre opere analizzate sono state Arca russa di Aleksandr Sokurov, Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti e Sonetàula di Salvatore Mereu. Un’ultima articolazione affrontata da questa ricerca è inerente alla relazione tra i diversi momenti della filiera cinematografica, intesa come insieme di fasi che vanno dalla creazione, alla fruizione, alla conservazione e all’analisi dell’opera filmica. È emerso come, all’avvio di produzioni cinematografiche realizzate interamente con il supporto di videocamere digitali, abbia corrisposto in breve tempo la nascita di una nuova modalità di fruizione ed interazione con il film, che proprio sui software digitali basa molte delle proprie possibilità. La rilocazione filmica, la cross-medialità emergono come sintomi di un nuovo modo di concepire l’opera cinematografica da parte dello spettatore. Inoltre i metodi stessi di archiviazione e di film studies sono cambiati, introducendo un rapporto con l’opera anche in tal caso mediato dalla componente informatica, come dimostrato in particolare dallo studio del software WonderCube della società MicroWave-Network di Padova in merito all’archiviazione, e del software Lignes de Temps realizzato dall’Institut de Recherche et de l’Innovation del Centre Georges Pompidou di Parigi per quanto concerne i film studies.
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2

Cardiota, Andrea. « Tecnologia Blockchain : analisi tecnica e sviluppo di un'applicazione decentralizzata per votazioni elettroniche ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17985/.

Texte intégral
Résumé :
Scopo della tesi è la progettazione e sviluppo di un’applicazione distribuita e decentralizzata, basata su tecnologia Blockchain, il cui obiettivo è di fornire una possibile alternativa a quello che è il sistema di votazioni elettorali attualmente in uso, sfruttando la piattaforma Ethereum ed il linguaggio di programmazione Solidity. Mediante l’utilizzo della suddetta applicazione, è possibile registrare il proprio voto con la certezza che la sua integrità e segretezza non vengano compromesse, escludendo inoltre la possibilità che possa essere considerato nullo. Queste funzionalità saranno rese disponibili agli utenti finali mediante l’utilizzo di uno strumento, Metamask, che permette di accedere e sfruttare servizi web distribuiti senza l’impiego di un client apposito, ma tramite un comune web browser. È quindi presentata un’analisi approfondita delle tecnologie sin qui citate, utile alla comprensione e formulazione di un modello di software distribuito moderno che sfrutti una tecnologia Blockchain, al fine di introdurre considerevoli vantaggi non raggiungibili con le tecnologie attuali.
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Franco, Marcelo Araujo. « O ambiente virtual : uma investigação sobre a relação entre tecnica e semiotica ». [s.n.], 2003. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/253195.

Texte intégral
Résumé :
Orientador: Angel Pino Sirgado
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-08-03T14:37:40Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Franco_MarceloAraujo_D.pdf: 8809034 bytes, checksum: e10f083a49092b7090af20a9abb6f8db (MD5) Previous issue date: 2003
Resumo: o objetivo da tese foi investigar o surgimento e a concretização do ambiente virtual (AV). Este pode ser visto como a concretização de um novo tipo de ambiente advindo da fusão da técnica com a semiótica. O processo de virtualização nasce da articulação entre técnica e semiótica. O AV não é uma maquinaria puramente técnica. Nele a técnica se virtualiza e se atualiza como semiótica. Para defender esta tese, utilizamos conceitos estabelecidos por Gilles Deleuze e Felix Guattari, que consideramos os mais pertinentes para a análise proposta. Procuramos construir um plano de consistência conceitual para a problemática criada com o surgimento do AV. Este é mais que um conjunto de abstrações, ele estabelece novos espaços concretos, que abrem oportunidades para o campo educacional. Do AV emerge uma máquina abstrata que provoca desterritorializações e reterritorializações. E a partir dele podem surgir linhas de fuga criadoras mas também linhas de fuga que paralisam as oportunidades de transformação. A máquina abstrata ambiente virtual possui regimes semióticos que devemos mapear e programas que devemos conhecer, pois ela está sobrescrevendo outras máquinas abstratas, inclusive a educacional. É preciso saber distinguir o plano técnico do programa tecnocrático
Abstract: The main goal of this thesis was to investigate the appearance and consolidation of the virtual environment. The virtual environment can be seen as the consolidation of a new type of environment originating from the fusion of the technique with semiotics. The virtualization process is a result of the articulation between technique and semiotics. The virtual environment is not a purely tecnhical machine. In it the technique becomes virtual and updates itself into semiotics. To advocate this thesis, we employed concepts, defined by Gilles Deleuze and Felix Guattari, which we considered to be more adequate to the analysis proposed. We tried to build a conceptual plan for the understanding of the problems which arose as a result of the appearance of the vi rtual envi ronment. The vi rtual envi ronment is more than just a set of abstractions, it establishes new concrete spaces, which open up new opportunities for the ~ducational field. From the virtual environment it originates an abstract machlne that creates deterritorializations and reterritorializations. From the virtual environment new creative escape routes may be derived but also escape routes which may paralyze the opportunities for transformation. The virtual environment abstract machine possesses semiotics systems which we should map and programs we should know, for it is overwriting other abstract machines, including the educational machine itself. It is important to be able to distinguish the technical plan from the technocratic program
Doutorado
Educação, Ciencia e Tecnologia
Doutor em Educação
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Fonseca, José Rosa da. « Tecnologia educacional aplicada na escola tecnica de ensino médio Rubens de Faria e Souza ». Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2014. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/18154.

Texte intégral
Résumé :
Made available in DSpace on 2016-04-29T14:23:31Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Jose Rosa da Fonseca.pdf: 7243755 bytes, checksum: be1ad685e94d0185a7d78596a8005141 (MD5) Previous issue date: 2014-09-15
This research studies the existing technologies that can be used in education and what these technologies are used in the Escola Técnica Estadual Rubens de Faria e Souza, located in Sorocaba-SP, in teaching technical courses in its curriculum. A study on the evolution of technology in education drawing on the work carried out by researchers and educators, which is explained the difference between the concepts of automating and computerizing education was developed. For better understanding of the research was developed in the history of computing in education in Brazil, using as a basis for this research Laws Guidelines imposed by government agencies. It is described on technical education, its history and its importance throughout the history of the country, and as the keeper of the chosen school operates within the State of São Paulo. The study done by the data collected, the Guidelines cited, the work carried out by researchers and educators, we can see that there is a line of thought with regard to the actual use of technologies that part of the teachers use them only as a means of improving the appearance of their classes, and not to increase the development of knowledge by students, and some reasons given for this situation is the lack of financial investment, the allegation of lack of time and stimulation to meet the actual use of these technologies by both institutions, as even some teachers. For more specific details on the use of technology within the technical school was chosen Mechanical technician course. Through the study of the lesson plans, the site content and other information gathered was made a qualitative and quantitative survey of technologies available and used for the course, in which we can conclude that the teachers use the resources available, but appropriately in the functions of these resources
Esta pesquisa estuda as tecnologias existentes que podem ser usadas na área da educação e quais dessas tecnologias são utilizadas na Escola Técnica Estadual Rubens de Faria e Souza, localizada em Sorocaba-SP, no ensino dos cursos técnicos no seu currículo. Foi elaborado um estudo sobre a evolução das tecnologias na área educacional usando como fonte os trabalhos realizados por pesquisadores e educadores, onde é explicada a diferença entre os conceitos de automatizar e informatizar o ensino. Para melhor entendimento foi desenvolvida dentro da pesquisa a história da informática na área educacional no Brasil, utilizando como base para esta pesquisa as Leis de Diretrizes instituídas pelos órgãos governamentais. É descrito sobre o Ensino Técnico, sua história e sua importância ao longo da história do país, e como a mantenedora da escola escolhida atua dentro do Estado de São Paulo. Pelo estudo feito através dos dados colhidos, das Diretrizes citadas, dos trabalhos realizados por pesquisadores e educadores, podemos ver que existe uma linha de pensamento no que se refere à verdadeira utilização das tecnologias, que uma parte dos professores as usa apenas como forma de melhorar a aparência de suas aulas, e não para aumentar o desenvolvimento do conhecimento por parte dos alunos, e que alguns motivos apresentados para essa situação é a falta de investimento financeiro, a alegação da falta de tempo e do estímulo para conhecer da verdadeira utilização dessas tecnologias, tanto por parte das instituições, como até mesmo de alguns professores. Para um detalhamento mais específico sobre o uso da tecnologia dentro da Escola Técnica foi escolhido o curso técnico de Mecânica. Através do estudo dos planos de aula, do conteúdo do site e outras informações colhidas foi feito um levantamento quali-quantitativo das tecnologias disponíveis e utilizadas pelo curso, nas quais podemos concluir que parte dos professores utilizam os recursos disponíveis, mas de forma adequada no que se as funções destes recursos
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5

Cimmino, Maria Chiara. « Ottimizzazione energetica degli edifici esistenti : lo sviluppo di schermature solari intelligenti e innovative in tecnologia tensegrity ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/3176.

Texte intégral
Résumé :
2015 - 2016
Sustainable building is one area where innovation is constantly being challenged. Innovation means offering something new or changing what exists in order to achieve new results. At present the hardest goal is transforming the current situation where the construction sector has the highest fossil fuel consumption, is the largest producer of non-reusable waste and the biggest polluter. In fact, the environmental impact of building design and construction is enormous: in Europe buildings are responsible, directly or indirectly, for approximately 40% of total primary energy consumption and for around 36% of CO2 total emissions. Sustainability criteria can minimize or eliminate negative environmental impacts through a conscious choice of design and constructive practices better than those commonly in use. This design approach allows a reduction in operating costs, an increase in market value and users' productivity. ... [edited by Author]
XXIX ciclo
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6

Teodosio, Giuseppe. « Tecnologia, modellazione meccanica e rinforzo strutturale con materiali innovativi di strutture curve in muratura ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2583.

Texte intégral
Résumé :
2015 - 2016
Parole chiave: Strutture in muratura, Algoritmo Genetico, Modello agli elementi finiti adattabile; Rinforzo, Materiali Compositi. Abstract: Gli edifici in muratura realizzati nei secoli scorsi costituiscono una parte significativa del patrimonio architettonico internazionale. Il progetto ottimale degli interventi di rinforzo di questi edifici rappresenta una priorità e richiede la valutazione del loro comportamento meccanico sotto carichi statici e dinamici. Sono disponibili in letteratura diversi modelli meccanici per lo studio di strutture murarie, basati sull'approccio in termini di analisi limite, come proposto da Heyman. Questi modelli non possono essere facilmente adottati nei codici FEM. In questo contesto, viene implementato algoritmo genetico (Genetic Algorithm; GA) accoppiato ad un software FEM commerciale nell’ambito di una modellazione elastico lineare di strutture curve mediante elementi shell a comportamento prevalentemente membranale. Il modello proposto ricerca, per una data volta in muratura, una superficie delle pressioni "sicura" all'interno di un dominio di progetto, riducendo al minimo il valore medio degli sforzi principali di trazione agenti sulla parte non rinforzata del materiale (funzione di fitness). Il dominio di progettazione coincide con il volume della volta, nel caso di elementi in muratura non rinforzati o con una zona esterna della volta in corrispondenza delle aree rinforzate, nel caso in cui siano stati applicati rinforzi in FRP o FRCM. La metodologia proposta consente di valutare la sicurezza strutturale della volta muraria e di definire un progetto ottimale dell’intervento di rinforzo. [a cura dell'autore]
Keywords: Masonry structures, Genetic algorithm, Adaptive finite element model, Strengthening, Composite materials Abstract. Masonry buildings realized in the last centuries are a significant part of the international architectural heritage. The optimal design of the retrofit interventions of these buildings represents a priority and requires the evaluation of their mechanical behavior under static and dynamic loads. Several mechanical models capable to study masonry structures are available in literature and are based on Heyman limit analysis approach. These models cannot be easily adopted within FEM codes. Within this context, a Genetic Algorithm is implemented within a refinement adaptive finite element model to computational mesh of shell surfaces. The proposed model researches a ‘safe’ thrust surface of a masonry vault within a design domain, by minimizing the mean value of the principal tensile stresses carried by the unreinforced portion of the material (fitness function). The design domain coincides with either the vault volume, in the case of unreinforced masonry members, or an external region of the vault in correspondence with the reinforced areas, in the case of the vault strengthened with either Fiber Reinforced Polymer or Fabric Reinforced Cementitious composites. The proposed methodology allows evaluating the structural safety of masonry vault and defining an optimal design of reinforcement pattern. [edited by author]
XV n.s. (XXIX)
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7

Lara, Paulo Jose Olivier Moreira. « Fragmentos das taticas da cultura : tecnica e politica dos usos de midia ». [s.n.], 2008. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/281424.

Texte intégral
Résumé :
Orientador: Renato Pinto Ortiz
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-08-14T07:48:18Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Lara_PauloJoseOlivierMoreira_M.pdf: 10066425 bytes, checksum: 362ae3d1320b13fae690c1eeba2d886f (MD5) Previous issue date: 2008
Resumo: Esta pesquisa verifica a adaptação do conceito de "tática" desenvolvido por Michel de Certeau e utilizado como fundação teórica de um movimento denominado Midia Tática. Com origens na Europa no final do século XX, este movimento herda modos de expressões culturais aliados à uma construção crítica do aparato tecnológico, notadamente das mídias eletrônicas e informáticas. Situamos a discussão sociológica a partir do conceito de racionalidade emergido no debate sobre recentes mutações na configuração do capitalismo e da tendências à novas formas de dominação que se erguem apoiadas no desenvolvimento tecnológico e na mudança das condutas erigidas das transformações do século XX. Para isso, situamos a Mídia Tática no contexto e discussões que deram origem a esta percepção e discutimos aspectos de recentes manifestações de oposição enquanto culturas que se utilizam desta noção em seus diferentes aspectos de intervenção. A intenção é observar os módulos de conflito e contradições que se dão quando o aumento das manipulações tecnológicas entram em contato com novas formações coletivas e padrões individuais e verificar os elementos políticos e culturais que resultam desta junção.
Abstract: This research verifies the adaptation of the concept of "tactic" developed by Michel de Certeau and its use as a theoretical foundation of a movement called Tactical Media. With it's origins in Europe at the end of the twentieth century, this movement inherits modes of cultural expressions allied to a critical construction of technological apparatus, especially the electronic and informatics media. We locate the discussion based on the sociological concept of rationality emerged at the debate on recent changes in capitalism's configuration and it's trends to new forms of domination which appear supported by technological development and changes of conducts erected by some of the transformations on the twentieth century. For this, we alocate the Tactical Media in the context and discussions that led to this perception and discuss aspects of recent demonstrations of opposition as cultures that make use of this concept in its various aspects of intervention. The intention is to look at the modules of conflict and contradictions that occur when the increase of technological manipulations join with new collective formations and individual patterns and check the political and cultural factors that results in this junction.
Mestrado
Sociologia da Cultura
Mestre em Sociologia
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8

CORPINO, HELGA. « Scienza, tecnica e alienazione del mondo nel pensiero politico di Hannah Arendt ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266668.

Texte intégral
Résumé :
In this thesis the science and technology subjects as developed by Hannah Arendt in The Human Condition are discussed. The underlying theme is the phenomenon of worldlessness, which refers to the existential condition of modern man, and manifests itself in the rejection of the world, conceived as Lebenswelt. The current technological advances and contemporary society are key in Arendt’s thought as they developed from worldlessness. Such topics give the measure of alienation, being the activities through which processes and actions are enfranchised, and whose consequences appear to be highly dangerous to mankind and its proximity. Arendt’s methodological approach can be described as ‘humanist’, therefore it focuses on humans and those implications due to the modern technological advances. Arendt’s point of view is that of the common man: she urges each individual to question their actions by investigating his naïves questions, and wondering if people are really aware of what they are doing in the name of scientific progress. Therefore, the ambivalent nature of scientific development – both creative and destructive – is criticised. Such criticism focuses on the interactive networks through which technicians and scientists contribute in constantly changing the world of life. This is in line with the main task of the aforementioned work, which is to develop the discussion within a semantic and decisional collective framework, politically responsible and democratically sustainable. Hence the need of a socio-anthropological investigation of a world that looks entirely determined by science and technology arises. These ensure that ‘objective’ truth and operational ability are given by universal, rather than natural and terrestrial laws. Consequently this kind of knowledge - acquired from a extra-terrestrial point of view, the Archimedean point – imposes itself on nature an human life, shading the differences between human and artificial.
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9

CANNAS, LEONARDO GIUSEPPE FELICE. « Tecnologia del recupero dell’architettura tradizionale : gestire la coesistenza tra conservazione e innovazione ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266846.

Texte intégral
Résumé :
The main aim of this PhD Thesis was to develop meaningful data and information on how to address the fundamental question related to rehabilitation technologies of traditional architecture: managing the coexistence between innovation and conservation, in order to restore the functionality of the building according to the contemporary standards of quality and, at the same time, not to alter the historical - cultural identity of the building technology. The present study is an analysis of good practices. The criteria applied to managing the coexistence between conservation and innovation of the building technology in some successful rehabilitation processes of historical city nuclei have been systematized. The main expected outcome is to fill a gap in literature concerning the evaluation of rehabilitation results by the technological point of view, in order to adjust the criteria of intervention on the basis of the results of earlier experiences. A qualitative and inductive research methodology has been applied, based on an evaluative-comparative strategy focused on case studies. Three rehabilitation processes of historical nuclei have been analyzed: Genova in Italy, Guimarães in Portugal and Santiago de Compostela in Spain. It has been systematically analyzed how windows, floors and roofs were processed, and it has been highlighted which traditional building technology characteristics were usually maintained and which were altered. The applied methodology has proved to be incisive in revealing the rehabilitation dynamics of the case studies. The findings show that in all cases the applied criteria were conceived in line with the Nara Document on Authenticity. The problematic coexistence of technological conservation and innovation was addressed by upgrading the traditional building technology thanks to the preservation of some building characteristics, that represent traditional building technology logic, and the implementation of all required innovations that do not contrast with the abovementioned traditional characteristics. The homogeneity of criteria among the three case studies represents a relevant fact in rehabilitation, as it demonstrates the existence of a common, well developed, rehabilitation methodology that is internationally shared among rehabilitation experts.
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10

Ligero, Eliana Luci 1968. « A separação da mistura etanol-agua atraves da tecnica de mudança de pressão e Adição de componente de arraste-economiade energia ». [s.n.], 1994. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/267292.

Texte intégral
Résumé :
Orientador: Teresa M. Kakuta Ravagnani
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Engenharia Quimica
Made available in DSpace on 2018-07-20T06:48:41Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Ligero_ElianaLuci_M.pdf: 5487684 bytes, checksum: e44b2ec46cf16157a223a9bf4c1362f6 (MD5) Previous issue date: 1994
Resumo: A técnica de destilação com mudança de pressão e adição de componente de arraste é aplicável à separação da ampla classe de azeótropos binários homogêneos insensíveis à variação de pressão. A principal vantagem desta técnica quando comparada às principais técnicas empregadas na separação de misturas azeotrópicas é o fato da integração térmica entre as colunas de destilação ser direta, uma vez que as colunas necessariamente operam a diferentes pressões. A técnica de destilação com mudança de pressão e adição de componente de arraste foi empregada na obtenção de etanol 99,8% molar, a partir de uma mistura diluída de etanol e água com 4,2% molar de etanol. A separação foi alcançada através do emprego de duas colunas de destilação operando nas pressões de 1 e 10 atm e da adição de acetona como componente de arraste. As colunas de destilação foram calculadas pelo método rigoroso de Naphtali e Sandholm e um programa gerenciador de unidades denominado GEMCS foi utilizado no cálculo simultâneo das colunas. Foi analisado o efeito da vazão do reciclo externo sobre os parâmetros operacionais das colunas de destilação, tais como o número de estágios e a razão de refluxo, sobre os perfis de temperatura e de composição resultantes nas colunas e sobre as energias envolvidas nos refervedores e condensadores... Observação: O resumo, na íntegra, poderá ser visualizado no texto completo da tese digital
Abstract: Not informed.
Mestrado
Mestre em Engenharia Química
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Matijevic, Ivica <1985&gt. « Deposizione e caratterizzazione di rivestimenti metallici della superlega Waspaloy ottenuti mediante la tecnica Cold Spray, applicati nel settore Aeronautico ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5657.

Texte intégral
Résumé :
La tecnica Cold Spray è un metodo di deposizione di rivestimenti con il quale delle polveri sottili e non fuse (di diametro solitamente compreso tra 1 – 50 micron) vengono accelerate fino a raggiungere le velocità comprese tra 200-1200 m/s in un gas supersonico ad alta pressione. Al momento dell'impatto con il substrato le particelle si deformano e legano sia con esso che tra di loro, con la seguente rapida crescita del rivestimento depositato. Tutto questo avviene al di sotto della temperatura di fusione dei metalli, da qui deriva il nome Cold Spray, ovvero spruzzatura a freddo. Ciò che principalmente caratterizza i rivestimenti ottenuti da processi di tipo Cold Spray è un ridotto livello di porosità interna e una limitata ossidazione. La superlega studiata ed utilizzata con questa tecnica è la Waspaloy, la sua composizione nominale è: Nickel 58%, Cromo 19%, Cobalto 13%, Molibdeno 4%, Titanio 3%, Alluminio 1.4%. Si ottiene dall'indurimento per invecchiamento austenitico di una superlega di Nickel, essa è tipicamente usata in applicazioni ad alta temperatura, fino a 1800 °C, ha una forza utile fino alle temperature di 760-870 °C, e una buona resistenza all'ossidazione in atmosfere di motori a turbina a gas fino a 870 °C, ovvero è adatta all'utilizzo nel settore aeronautico, in particolare nelle condizioni critiche rotanti. La tecnica Cold Spray si presenta come una alternativa per la riparazione dei vari componenti meccanici del settore aeronautico, grazie alla sua caratteristica di funzionamento a bassa temperatura non altera la struttura microscopica del componente da riparare.
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PICCININI, MASSIMO. « Studio in-situ con tecniche spettroscopiche avanzate di film di silice mesoporosa ottenuti tramite tecnica sol-gel ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/989.

Texte intégral
Résumé :
La possibilità di realizzare materiali mesoporosi sotto forma di film sottili è particolarmente interessante, grazie alle possibilità di avere allo stesso tempo un sistema con caratteristiche completamente controllabili e con le proprietà intrinseche dei film sottili. Inoltre, una grande varietà di sistemi inorganici o ibridi può essere ottenuta facilmente con metodi basati sull’evaporazione e possono essere studiati approfonditamente tramite tecniche in-situ. Il controllo delle variabili chimiche e di trattamento permette anche di realizzare e riprodurre facilmente una grande varietà di matrici di oggetti con pori funzionalizzati. In questo lavoro di dottorato, tecniche sperimentali ben assestate, come lo scattering di raggi X ad angolo radente (SAXS) e la microscopia elettronica in trasmissione (TEM), sono state utilizzate per caratterizzare con precisione la simmetria strutturale della fase mesoporosa di film sottili e membrane sia di silice che di ibridi organici-inorganici ottenuti con tecnica sol-gel, attraverso l’autoassemblaggio indotto per evaporazione (EISA) e deposizione per immersione (dip-coating). Per la prima volta, la spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (FTIR) risolta in tempo (rapid-scan) è stata usata in-situ per studiare la cinetica delle reazioni di policondensazione durante la formazione del film. La tecnica FTIR si è rivelata molto potente per comprendere in grande dettaglio i processi chimico-fisici che avvengono durante la formazione del film. È stata anche applicata in-situ simultaneamente alla tecnica SAXS per ottenere sia le informazioni strutturali che chimiche e ha permesso di stabilire l’importante ruolo dell’acqua e dell’etanolo nella formazione delle micelle e nell’organizzazione della mesostruttura nel tempo. Questi risultati ci hanno indotto a investigare in grande dettaglio i processi di evaporazione dell’acqua e dell’etanolo e come sono influenzati dalle condizioni ambientali (es. l’umidità), che giocano un ruolo fondamentale nelle proprietà finali dei film depositati. L’efficacia della tecnica infrarossa è stata confermata anche applicandola all’imaging FTIR risolto in tempo per studiare l’effetto “macchia di caffè” in un sistema puro solvente-soluto. Per ultimo, è stato dimostrato che è possibile realizzare matrici di oggetti mesoporosi funzionalizzati di dimensione e forma controllate, integrando la litografia deep X-ray e la scrittura dip-pen. È stato possibile controllare la qualità dell’intero processo produttivo tramite tecniche di caratterizzazione attualmente disponibili in una moderna facility di luce di sincrotrone. L’aver applicato con successo queste tecniche bottom-up e top-down permette di prevedere lo sviluppo di nuove tecnologie di fabbricazione di materiali mesoporosi con particolari funzionalità, come DNA nano-spotting e sistemi lab-on-a-chip.
The possibility of processing mesoporous materials as thin films is especially interesting, due to the combined properties of a thoroughly tailored pore system and the inherent features of thin films. Moreover, a wide variety of inorganic or hybrid frameworks can be easily obtained by evaporation-based methods and thoroughly studied by in-situ techniques. The control of chemical and processing variables also permits the easy creation and reproduction of an amazing library of functional-pore arrays. In this doctorate work, well assessed experimental techniques, as small-angle X-ray scattering (SAXS) and transmission electron microscopy (TEM), have been used to characterize thoroughly the mesophase symmetry of silica and hybrid organic-inorganic films and membranes obtained by sol-gel processing, through evaporation-induced self-assembly (EISA) and dip-coating. For the first time, time-resolved rapid-scan Fourier-transform infrared (FTIR) spectroscopy has been used in-situ to study the kinetics of polycondensation reactions during film formation. The FTIR technique has shown to be very powerful to understand in great detail the chemical-physical processes that take place during film formation. It has been applied in-situ also simultaneously with SAXS, to have both the structural and chemical information and it has allowed to establish the important role of ethanol and water related to micelle formation and mesostructure organization with time. These results have led us to investigate in great detail the evaporation processes of water and ethanol and how they are influenced by the environmental conditions (i.e., relative humidity), which play a fundamental role in the final properties of the as-deposited mesoporous film. The power of the IR technique has been confirmed also by its application as time-resolved FTIR imaging to study the “coffee-stain” effect in a pure solvent-solute system. Finally, it has been shown that it is possible to fabricate mesoporous functionalized arrays with controlled size and shape by integrating deep X-ray lithography with dip-pen writing. It has been possible to control the quality of the whole production process by means of characterization techniques currently available in a modern synchrotron facility. The successful application of these bottom-up and top-down techniques allows to envisage new fabrication technologies of functional mesoporous materials for applications, such as DNA nano-spotting or lab-on-a-chip devices.
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Novaes, Henrique Tahan. « Para alem da apropriação dos meios de produção ? : o processo de adequação socio-tecnica em fabricas recuperadas ». [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/286696.

Texte intégral
Résumé :
Orientador: Renato Peixoto Dagnino
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Geociencias
Made available in DSpace on 2018-08-05T11:50:50Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Novaes_HenriqueTahan_M.pdf: 775401 bytes, checksum: 80cc6107e929c845b959320c335e933d (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: Esta dissertação apresenta as conclusões e o percurso teórico metodológico de uma pesquisa financiada pela Fapesp realizada em 8 Fábricas Recuperadas (FRs) brasileiras, argentinas e uruguaias para identificar processos de Adequação Sócio-Técnica (AST). No plano teórico, iniciou-se pela avaliação da concepção, entre outras, da corrente principal do marxismo, que acredita que as forças produtivas seguem um caminho inexorável e podem ser usadas numa eventual sociedade socialista. Provavelmente por isso, os partidários da Economia Solidária acreditam que a tecnologia convencional, engendrada sob a égide das relações sociais de produção capitalistas para atender à lógica de acumulação das grandes empresas, pode ser usada sem significativas modificações nos empreendimentos autogestionários que preconizam. Baseado na visão daqueles que revisitando o enfoque da construção social da tecnologia argumentam no sentido antagônico, e nos estudos sobre aprendizagem técnico-econômica latino-americanos, concebemos o conceito de AST. Ele pode ser entendido como um processo inverso ao da construção sócio - técnica, em que um artefato tecnológico sofreria um processo de adequação aos valores e interesses políticos de grupos sociais relevantes, distintos daqueles que originalmente participaram de sua construção. Na pesquisa empírica, observamos que as FRs, apesar de inseridas no sistema produtor de mercadorias e tendendo a reproduzir as relações de trabalho herdadas, promoveram processos de AST nos âmbitos de a) software: mudanças de natureza cultural ligadas à repartição do excedente (i.e., retiradas mais próximas ou igualitárias), adequação parcial da fábrica aos interesses dos trabalhadores, apropriação do conhecimento do processo produtivo sem modificação da divisão do trabalho; b) orgware: apropriação do conhecimento do processo produtivo com modificação da divisão do trabalho; c) hardware: aquisição de maquinário, adaptações e repotenciamento. As FRs observadas, embora tenham promovido processos que se inserem na tipologia de sete modalidades de AST propostas na metodologia desenvolvida na pesquisa, parecem encontrar obstáculos devido: a) à naturalização da organização do processo de trabalho pelos cooperados, b) ao fetiche da tecnologia, que leva a que se acredite que a última tecnologia é sempre a melhor e se ignore seu caráter relacional, c) ao tempo necessário para uma transformação significativa das forças produtivas e da forma de repartição do excedente, d) aos constrangimentos impostos pelo mercado capitalista
Abstract: This dissertation presents the conclusions and the methodologica1 theoretica1 course of a research accomplished in eight Recovered Firms (FRs) from Brazil, Argentine and Uruguay to identify processes of Socio-Technica1 Adequation (STA). In the theoretica1 approach, we began by evaluating the conception, among other, of the marxism's mainstream that believes that the productive forces follow a relentless road and they can be used in an eventual socialist society. Probably for that reason, the supporting of the Solidary Economy believe that the conventional technology, engendered under the aegis of the capitalist social relations of production to promote the accumulation of capital of the great companies, can be used without significant modifications in the self management enterprises that they extol. Based on the vision of those that revisiting the focus of the social construction of the technology argues in the antagonistic sense, and in the latin-americans studies on techno-economical learning, we conceived the concept of STA. It can be understood as an inverse process of the socio-technical construction, in that a technologica1 artefact would suffer an adaptation process to the values and politica1 interests of relevant social groups, different from those that originally participated in it construction. In the empiric research, we observed that RFs, in spite of having inserted in the system producing of goods and tending to reproduce the work relationships inherited, promoted processes of STA in the leve1s: a) software: changes of cultural nature linked to the partition of the surplus (closer or equalitarian "wages"), partial adaptation of the factory to the workers' interests, appropriation of the knowledge of the productive process without modification of the division of the labour; b) orgware: appropriation of the productive process's knowledge with modification in the division of the labour; c) hardware: acquisition of machines, adaptations and recapacity. Although the observed firms have promoted processes that interfere in the typology of seven modalities of ST A proposed in the methodology developed in the research, they face obstacles related with: a) the naturalization of the labour process's organization for those cooperated, b) the fetish of the technology, that takes us to believe the last technology is always the best and ignore it relational character, c) the necessary time for a significant transformation of the productive forces and in the way of partition in the surplus, d) the impediments imposed by the capitalist market
Mestrado
Mestre em Política Científica e Tecnológica
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LAMPUGNANI, DAVIDE. « SMART CITIES E PROCESSI DI TRADUZIONE SOCIO-TECNICA. IL CASO DI TORINO SMART CITY ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6764.

Texte intégral
Résumé :
La tesi ha come oggetto lo studio del rapporto tra tecnologia e società all’interno del fenomeno delle smart cities. In particolare, facendo riferimento all’approccio dei Science and Technology Studies, il lavoro di ricerca si propone di indagare i processi di traduzione socio-tecnica dell’idea di “smart city” riferendosi empiricamente al campo italiano ed al caso della città di Torino. A livello concettuale e metodologico, si sottolinea la necessità di far dialogare ed integrare lo studio dettagliato dei processi socio-tecnici con il più ampio contesto storico entro cui questi si trovano inseriti. A livello storico, invece, la tesi traccia una traiettoria che, partendo dalla città reticolare moderna della metà dell’800 e risalendo fino ai movimenti delle intelligent cities e della smart growth degli anni ’90, arriva fino al rilancio globale della smart city nel biennio 2008-2009. Infine, a livello attuale, il lavoro pone in evidenza il rapporto ambivalente tra le narrazioni e le forme di traduzione socio-tecnica veicolate dagli attori imprenditoriali ed istituzionali internazionali e le narrazioni e le forme di traduzione sviluppate dalle città. Attraverso l’analisi del caso di Torino Smart City la tesi mostra le potenzialità insite nell’idea di “smart city” ed i rischi connessi alla riproduzione di forme di tecno-determinismo e tecno-utopismo.
The object of the thesis is the study of the relationship between technology and society within the phenomenon of smart cities. In particular, referring to the Science and Technology Studies approach, the research aims at investigating the processes of socio-technical translation of the “smart city” idea by empirically addressing the Italian field and the case study of the city of Turin. At conceptual and methodological level, we show the necessity of a dialogue and an integration between the thick description of socio-technical processes and the wider context within which these are embedded. At historical level, the thesis traces a trajectory that, starting from the modern networked city of mid ‘800 and continuing up to intelligent cities and smart growth movements of the 90s, reaches the global raising of the smart city in 2008-2009. Finally, at present, the work underlines the ambivalent relationship between narrations and forms of socio-technical translation pushed by entrepreneurial and international institutional actors and narrations and forms of translation developed by cities. By analyzing the case of Torino Smart City the thesis shows both the inherent potentialities of the “smart city” idea and the risks connected with the reproduction of forms of techno-determinism and techno-utopianism.
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LAMPUGNANI, DAVIDE. « SMART CITIES E PROCESSI DI TRADUZIONE SOCIO-TECNICA. IL CASO DI TORINO SMART CITY ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6764.

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Résumé :
La tesi ha come oggetto lo studio del rapporto tra tecnologia e società all’interno del fenomeno delle smart cities. In particolare, facendo riferimento all’approccio dei Science and Technology Studies, il lavoro di ricerca si propone di indagare i processi di traduzione socio-tecnica dell’idea di “smart city” riferendosi empiricamente al campo italiano ed al caso della città di Torino. A livello concettuale e metodologico, si sottolinea la necessità di far dialogare ed integrare lo studio dettagliato dei processi socio-tecnici con il più ampio contesto storico entro cui questi si trovano inseriti. A livello storico, invece, la tesi traccia una traiettoria che, partendo dalla città reticolare moderna della metà dell’800 e risalendo fino ai movimenti delle intelligent cities e della smart growth degli anni ’90, arriva fino al rilancio globale della smart city nel biennio 2008-2009. Infine, a livello attuale, il lavoro pone in evidenza il rapporto ambivalente tra le narrazioni e le forme di traduzione socio-tecnica veicolate dagli attori imprenditoriali ed istituzionali internazionali e le narrazioni e le forme di traduzione sviluppate dalle città. Attraverso l’analisi del caso di Torino Smart City la tesi mostra le potenzialità insite nell’idea di “smart city” ed i rischi connessi alla riproduzione di forme di tecno-determinismo e tecno-utopismo.
The object of the thesis is the study of the relationship between technology and society within the phenomenon of smart cities. In particular, referring to the Science and Technology Studies approach, the research aims at investigating the processes of socio-technical translation of the “smart city” idea by empirically addressing the Italian field and the case study of the city of Turin. At conceptual and methodological level, we show the necessity of a dialogue and an integration between the thick description of socio-technical processes and the wider context within which these are embedded. At historical level, the thesis traces a trajectory that, starting from the modern networked city of mid ‘800 and continuing up to intelligent cities and smart growth movements of the 90s, reaches the global raising of the smart city in 2008-2009. Finally, at present, the work underlines the ambivalent relationship between narrations and forms of socio-technical translation pushed by entrepreneurial and international institutional actors and narrations and forms of translation developed by cities. By analyzing the case of Torino Smart City the thesis shows both the inherent potentialities of the “smart city” idea and the risks connected with the reproduction of forms of techno-determinism and techno-utopianism.
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Versino, Mariana Selva. « Analise socio-tecnica de processos de produção de tecnologias intensivas em conhecimento em paises subdesenvolvidos : a trajetoria de uma empresa nuclear e espacial argentina (1970-2005) ». [s.n.], 2006. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/286781.

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Résumé :
Orientador: Hernan Eduardo Thomas
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Geociencias
Made available in DSpace on 2018-08-07T09:01:36Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Versino_MarianaSelva_D.pdf: 1141722 bytes, checksum: 48efd0a98f87631b89b1e0c3fa9989f4 (MD5) Previous issue date: 2006
Resumo: A tese analisa como tem sido possível o desenvolvimento de tecnologias intensivas em conhecimento bem sucedidas em termos comerciais, em países em que existe escassa relação entre pesquisa e produção e onde o usual é a manufatura de bens com pequeno valor agregado. O estudo focaliza-se em processos concretos de criação e incorporação de conhecimentos à produção, desde uma abordagem sócio-técnica que integra as dimensões sociais, econômica, política e ideológica, analisadas de forma isolada e como ¿fatores externos¿ à produção da tecnologia na literatura existente. A pesquisa analisa as estratégias desenvolvidas pelos diferentes atores (engenheiros, pesquisadores, técnicos, empresários, clientes, fornecedores, funcionários etc.) participantes dos processos de construção de tecnologias intensivas em conhecimentos.Para isso, se estuda a trajetória sócio-técnica de uma empresa Argentina de capital nacional, exportadora de tecnologia nos setores espacial e nuclear, com uma permanência no mercado há mais de uma descada, e que baseia sua vantagem competitiva no uso intensivo do conhecimento. Utilizam-se categorias teóricas da sociologia da tecnologia e da economia da inovação, a partir de uma triangulação conceitual e de uma análise crítica para a compreensão da realidade latino-americana. A metodologia do trabalho é qualitativa e histórica. Utiliza fontes secundárias além da realização de trabalho de campo com entrevistas na empresa. A tese leva a compreender os processos de aprendizagem, produção e utilização do conhecimento em países subdesenvolvidos e ao enriquecimento das ferramentas teórico-conceituais do campo Ciência, Tecnologia e Sociedade (CTS) para a análise dos processos de mudança tecnológica e inovação na América Latina. Ao mesmo tempo, os resultados da pesquisa são um insumo de interesse para o desenho e planejamento das políticas de C&T e de inovação nacionais e regionais
Abstract: The thesis analyzes how has been possible the development of knowledge-intensive technologies comercially suscessful, in countries where there is a weak relationship between research and production and where the usual is the manufacture of goods with small joined value. The study is focused in concrete processes of criation and incorporation of knowledge to production, from a sociotechnical approach that integrates the social, economical, political and ideological dimensions considered in an isolated way and as ¿external factors¿ to the production of technology in the existent literature. The research seeks to understand the strategies developed by the different actors (engineers, researchers, technicians, entrepreneurs, customers, suppliers, employees etc.) participants of the processes of construction of knowledge-intensive technologies. For that, it is studied the sociotechnical trajectory of an Argentinean company of national capital, technology exporter in the space and nuclear sectors, with a permanence in the market of more than one decade and that bases its competitive advantage on the intensive use of knowledge. Theoretical categories of the sociology of technology and the economy of innovation are used, based on a conceptual triangulation and on a critical analysis for the understanding of the Latin-American reality. The methodology of the work is qualitative and historical. It uses secondary sources besides the accomplishment of field work with interviews in the company. The thesis intends to understand the learning processes, production and use of knowledge in underdeveloped countries and contribute to the enrichment of the theoretical tools of Science and Technology Studies (STS) for the analysis of the processes of technological change and innovation in Latin America. At the same time, the results of the research are an interesting input for the drawing and planning of Science, Technology and Innovation national policies
Doutorado
Doutor em Política Científica e Tecnológica
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Pedro, Tomas Gustavo. « Eros em propagação : a proposta marcuseana de uma civilização não-repressiva e a questão da tecnica e da ciencia ». [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/278918.

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Résumé :
Orientador: Marcio Bilharinho Naves
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas
Made available in DSpace on 2018-08-04T16:54:51Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Pedro_TomasGustavo_M.pdf: 11950813 bytes, checksum: 9f94f88e10bc186c238a9360d541a358 (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: A presente dissertação de mestrado vem propor o estudo de uma hipótese, elaborada por Herbert Marcuse, de implementação de uma civilização não-repressiva, tendo em vista a importante problemática do progresso técnico científico como elemento que simultaneamente viabiliza e refreia a efetivação desta civilização. Marcuse partiu da asserção de Freud de que não pode haver civilização sem repressão, usando as próprias categorias (retomou a substância histórica destas) psicanalíticas do autor, para refutar tal sentença. Com o crescente desenvolvimento da tecnologia e da automação, Marcuse vê uma progressiva redução do tempo de trabalho humano necessário para a produção, o que torna a "mais-repressão" e o "princípio de desempenho" cada vez mais obsoletos. Eliminando-se a mais-repressão na sociedade industrial afluente, e por conseqüência, o trabalho alienado, os interesses de dominação não teriam mais espaço, o que, segundo Marcuse, abre o caminho para uma nova ordem não repressiva, organizada para a satisfação das necessidades de todos os indivíduos, no sentido de uma reconciliação entre o princípio de prazer e o princípio de realidade. O grande problema, entretanto, é que a própria automação da produção parece agir contra o espectro da libertação
Abstract: The current dissertation proposes working on a hypothesis elaborated by Herbert Marcuse, about foundation ot a non-repressive civilization from the freudian metapsychology, looking foward the view of the important dilemma of technician-scientific progress simultaneously viabilizing and retraining the effectivation of this civilization. Marcuse started from the Freud assertion that cannot exists civilization without repression, using the proper psychoanalistic categories (by retrieving his historical substance) ot the author in refuting such a sentence. From the ascending development of technology and automation, Marcuse see a progressive reduction of human working time needed to production, becoming the "surplusrepression" and the "performance principle" more and more obsolets. By eliminating the surplus-repression from the affluent industrial society, and consequently, the allienated work, the domination aims would not have yet space, thus, according Marcuse, opening path for a new non-repressive order, oriented to needs satisfaction of all individuais, in the mening of a reconciliation between of the pleasure principle and the reality principle. The big problem, however, is that the same production automations seams acts against the spectrum of liberty
Mestrado
Teoria Sociológica
Mestre em Sociologia
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Lopes, Daniel Gabriel. « Analise tecnica e economica da inserção da tecnologia de produção de hidrogenio a partir da reforma de etanol para geração de energia eletrica com celulas a combustivel ». [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/263838.

Texte intégral
Résumé :
Orientador: Ennio Peres da Silva
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Engenharia Mecanica
Made available in DSpace on 2018-08-12T18:33:39Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Lopes_DanielGabriel_D.pdf: 1342429 bytes, checksum: 07781c234da4ed70010b3d55a91f6986 (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: Este trabalho apresenta uma análise técnica e econômica da utilização do processo de reforma de etanol para produção de hidrogênio e da utilização deste hidrogênio para produção de energia elétrica em uma célula a combustível do tipo PEMFC de 5,0 kW. A análise técnica se fundamenta em dados experimentais, inéditos, obtidos do protótipo de um reformador de etanol desenvolvido a partir de uma parceria entre o Laboratório de Hidrogênio da UNICAMP e a empresa Hytron, levando-se em consideração as principais características do funcionamento real do que representa o estado da arte desta tecnologia no Brasil. A metodologia utilizada para realização da análise econômica foi desenvolvida para se determinar os valores de referência relativos ao custo do hidrogênio produzido (30,34 R$/kg) e da energia elétrica gerada (2,30 R$/kWh) e indicar metas para a inserção futura destas tecnologias. Os resultados obtidos permitiram que se concluísse que os atuais custos de geração do hidrogênio produzido pelo protótipo do reformador de etanol são economicamente competitivos, assim como o custo de geração da energia elétrica com utilização deste hidrogênio na célula a combustível quando comparado com a aplicação de outras tecnologias alternativas, mas não com os preços da eletricidade da rede de distribuição do Sistema Interligado brasileiro.
Abstract: This work presents a technical and economical analysis of the use of the technology of hydrogen production by the process of autothermal reforming of ethanol and the use of the hydrogen for the production of electric energy in a 5 kW PEMFC. The technical analysis is founded in unpublished experimental data obtained from the prototype of a ethanol reformer developed by the Hydrogen Laboratory at UNICAMP and by Hytron, taking into account the main characteristics of its real functioning which represents the state of the art of this technology developed in Brazil. The methodology applied for the economical analysis was developed in order to determine the reference values concerning the cost (30,34 R$/kg) of the hydrogen produced and the electric energy generated (2,30 R$/kWh), and to indicate the milestones for the future introduction of these technologies. The results led to the conclusion that the present costs of hydrogen production by the prototype of the ethanol reformer are lower than the present prices practiced in the market, and that the cost of the electric energy generation with the hydrogen in a PEMFC is lower than those obtained by the use of other alternative technologies, except when compared to grid-connected power system in Brazil.
Doutorado
Doutor em Planejamento de Sistemas Energéticos
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De, Francisci Gianluca. « Materiali e tecnologie ecocompatibili nei sistemi costruttivi a basso costo ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1259.

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Résumé :
L alta riciclabilità dei materiali naturali, che possono essere impiegati nelle costruzioni a basso costo come la terra cruda, la paglia, il bambù, il legno insieme a materiali di recupero come copertoni usati, bottiglie di vetro e plastica, carta riciclata ecc., associata alle tecniche costruttive semplici e tradizionali capaci di sfruttare i principi della bioclimatica per i fabbisogni energetici, ci consentono di realizzare costruzioni ecologicamente consapevoli e responsabili, capaci di rispondere alle diverse richieste esigenziali con l artificio delle forme e con la capacità tecnologica in un nuovo legame tra architettura e natura. La ricerca è stata orientata verso lo studio delle nuove tecniche per l impiego della terra cruda come materiale da costruzione, inteso come materiale semplice e tradizionale, applicate alle tipologie per scopi prevalentemente abitativi. Questo percorso di studio è stato intrapreso per affinare la conoscenza di questo antico materiale, la terra cruda, nei vari aspetti: compositivi, estetici, prestazionali, economici. Una ulteriore fase di ricerca è stata rivolta ad una analisi, comparativa di alcune realizzazioni contemporanee, sparse in varie parti del mondo, con la redazione di schede descrittive delle opere prese in esame. In alcuni casi, il materiale di studio è stato fornito dagli stessi autori degli interventi, che hanno messo a disposizione, ai fini della ricerca, una serie di documentazioni tecniche e fotografiche personali. La ricerca è stata conclusa con la progettazione e la realizzazione di un elemento edilizio di base, un blocco di terra cruda rinforzato con fibre ricavate dal fogliame della canna comune, un materiale naturale di scarto nella lavorazione per la preparazione di incannucciati e stuoie, e aggregato di sabbia vulcanica dell Etna, con un esempio di applicazione nella progettazione di un alloggio per residenza transitoria. Inoltre il manufatto è stato testato in laboratorio per la sua caratterizzazione, con prove e test previsti dalle normative neozelandesi, che hanno permesso di tracciare un primo quadro di accettabilità del blocco in terra cruda confezionato con materiali locali e a basso costo.
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Soares, Lodonha Maria Portela Coimbra. « Experiências de interação do Instituto de Biotecnologia da Universidade de Caxias do Sul com a comunidade ». reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 1998. http://hdl.handle.net/10183/2170.

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Résumé :
Este estudo tem a finalidade de analisar experiências de interação Universidade – Empresa, em projetos do Instituto de Biotecnologia - ( IB ) da Universidade de Caxias do Sul – ( UCS ), a qual, como Instituição produtora e disseminadora de conhecimentos, busca atuar ativamente na transformação tecnológica da Região Nordeste do Estado do RS. Procura-se analisar as experiências de interação entre os pesquisadores da área de biotecnologia da UCS, as empresas do setor produtivo e a comunidade, identificando possíveis mecanismos e problemas. O IB foi criado para que, através dos resultados de suas pesquisas, possa contribuir efetivamente com os anseios da Comunidade a qual está inserida. Este estudo se constitui na análise de múltiplos casos de interação em oito projetos desenvolvidos no IB. Os dados foram coletados através de entrevistas com os coordenadores dos projetos no IB e com os responsáveis pela interação nas organizações parceiras, num total de 16 entrevistas.O estudo evidencia que as interações ocorrem a partir de contatos informais, baseadas na amizade entre os parceiros e oriundas, principalmente, do esforço do pesquisador. Os entrevistados acentuam a necessidade de uso de mecanismos formais de interação para agilizar e viabilizar projetos conjuntos do IB com empresas do setor produtivo e a comunidade, através de parcerias consolidadas. Finalmente, considera-se que, para assegurar o crescimento da interação com a comunidade, é urgente possibilitar, através de mecanismos formais, que a pesquisa científica desenvolvida no Instituto de biotecnologia da UCS volte-se prioritariamente para a identificação de problemas regionais, buscando as respectivas soluções, na perspectiva do desenvolvimento integrado da Região.
This study aims to analyze the process of interaction in projects developed in partnership between the Biotechnology Institute ( IB ) of the University of Caxias do Sul ( UCS ) and enterprises of the productive sector , and community organizations. This study is the analysis of the interaction, mechanisms and problems in eight IB projects. Data was collected from interviews with project coordinators of IB and with the persons in charge of the interaction in the partner organization, in a total of sixteen interviews. The study shows that the interaction start with informal contacts made by the researchers, on the basis of previous relationships. The interviews stressed the need to use formal means to speed up the interactions and facilitate the develoment of joint projects involving the IB, the production sector and the community. Finally, it is suggested that also through formal means the scientific research developed by the IB of UCS must have, as a priority, the identification of regional problems, searching for solutions, in the perspective of the integrated development of the Region.
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MARCHIONE, FRANCESCO. « Application of adhesive joints on a tensegrity floor : verification of technology and mechanical performance ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2022. http://hdl.handle.net/11566/294871.

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Résumé :
Il lavoro svolto ha avuto come obiettivo la verifica l’applicabilità della tecnologia adesiva su componenti edilizi innovativi. L’impiego degli adesivi strutturali rappresenta la traduzione costruttiva del principio della “semplificazione tecnologica”, ovvero della possibilità di realizzare prodotti industrializzabili con elevate prestazioni ed un numero limitato di componenti, riducendo le emissioni ambientali nelle loro fasi di vita. In particolare, è stata verificata la fattibilità tecnico-costruttiva di un solaio tensegrale in acciaio e vetro, sviluppando l’idea brevettuale del brevetto n. 00014426973, inventore Prof. P. Munafò. L’attività di ricerca si è sviluppata con la sperimentazione di diverse tipologie di giunti adesivi con aderendi in acciaio, alluminio, vetro e adesivi sia dopo maturazione in condizioni di laboratorio che dopo invecchiamento artificiale accelerato. È stato poi definito costruttivamente il giunto adesivo tra sottostruttura in acciaio e l’impalcato in vetro per rendere strutturalmente collaborante l’impalcato con la sottostruttura tensegrale. Costruito il prototipo di solaio si è passati alla verifica delle prestazioni meccaniche con prove di carico. Parallelamente all’attività sperimentale sono state condotte analisi numeriche sull’elemento costruttivo, per verificare le ipotesi assunte. Il risultato ottenuto ha validato l’assunto alla base dell’idea brevettuale validando le previsioni dell’analisi numerica. In-fatti, dalle prove di carico si è riscontrato un significativo incremento della rigidezza del solaio grazie alla giunzione adesiva tra impalcato in vetro e sottostruttura tensegrale.
The aim of the present work was to examine the applicability of adhesive bonding technology to innovative building components. The use of structural adhesives represents the constructive implementation of the principle of “technological simplification”, that is, the possibility of assembling industrially manufactured products with high performance and a limited number of components, reducing environmental emissions during their life phases. In particular, the technical-constructive feasibility of a steel and glass tensegrity floor was verified, developing the idea of Patent No. 00014426973 (inventor Prof. P. Munafò). The research activity developed with the testing of different types of adhesive joints with steel, aluminium, glass, and adherends both after curing in laboratory conditions and after artificial accelerated ageing. The adhesive joint between the steel substructure and the glass deck was then determined by design to allow the deck to structurally cooperate with the tensegrity substructure. The prototype of the floor was assembled, and the mechanical performance was verified by load tests. In parallel with the experiments, numerical analyses were performed on the structural element to verify the hypotheses adopted. The results obtained confirmed the assumption underlying the patent idea by validating the predictions of the numerical analysis. In fact, the load tests showed a significant increase in the stiffness of the floor thanks to the adhesive joint between the glass deck and the tensegrity substructure.
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PACENTE, GIULIO. « ARCHITETTURA E INDUSTRIA 4.0 Smart manufacturing per la produzione di materiali innovativi in terra cruda ». Doctoral thesis, Università degli studi della Basilicata, 2022. http://hdl.handle.net/11563/158388.

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Résumé :
The environmental issue has recently been central to national and international multidisciplinary debates. The term ecology, has given rise to green culture. Various intellectuals and artists since the first industrial revolution have been palpating the discomfort of what mechanized labor has entailed. Today, both the European Community and the UN set goals for safeguarding the planet and finding answers to the climate and environmental crisis. These issues become central strategies for design disciplines, and as designers we must not underestimate the contemporary condition but rather make it an integral part of what the city of the future will be. Among the changes that can be implemented we identify the need for a paradigm shift in moving from linear production systems to dynamic models that use natural resources and also place attention on processes of disposal or reuse of discarded materials. Thus, a more sustainable doing, thinking, conceiving and designing is also looked at. In the research we set out to imagine a sustainable envelope that is able to meet technical, bureaucratic, administrative, legislative, and also aesthetic regulations. Making design choices fall on local and sustainable materials is one of the most effective solutions. Among the various materials that have come into disuse, in Italy, raw earth has been identified, precisely because of the high potential it possesses. The objective of the research is to study raw earth as a building material, both by analyzing its weaknesses and the dynamics that led to its abandonment, and by identifying the strengths that could promote its recovery. Unfired earth is one of the first materials used by human beings given its ease of processing. Earthen artifacts, in fact, are an integral part of the world's architectural heritage and are identified as powerful expressions of the human ability to create shelter through the resources that were available locally. Ancient artisans, exploited and knew the resources available in the immediate vicinity, an attitude that should be taken today to address the climate crisis currently underway. According to recent studies, earth as a building material has been used for more than eleven millennia, and even today, one-third of humanity lives in earthen buildings. UNESCO, in 2008, with the collaboration of the UN, established the World Heritage Program on Earthen Architecture (WHEAP), an action aimed at the preservation, restoration and enhancement of the properties of earthen architectures. The research took Chinese earthen architecture as paradigmatic of the role earth had and may have in the contemporary condition. In particular the earthen architectures of the Fujian region such as the Tulou, Tubao, and Zhuang Zhai. The comparison takes place with Italian earthen architectures in particular those found in the Lucanian territory, both for scientific interests and to rediscover this material also through cultural comparison with the Chinese context. As the final phase of the work project, the prototyping of an earthen housing module was sought. Freeing ourselves from the restrictive Italian regulations, an attempt was made to find a quick and effective solution to the need for emergency architecture, the research dealt with the study of intuitive and easily replicable construction solutions with dry installation techniques.
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LANZA, VOLPE Annalisa. « SISTEMI DI COPERTURE INNOVATIVE NEI CONTESTI ANTICHI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91148.

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Résumé :
La ricerca è indirizzata al tema delle coperture in vetro a protezione di siti archeologici. Tale scelta è stata influenzata dalle seguenti considerazioni: gli ultimi decenni sono stati caratterizzati da un incremento delle coperture trasparenti protettive; il tema delle strutture di copertura in contesti archeologici e ciò che riguarda la loro progettazione, è stato, e continua ad essere oggi, molto dibattuto tra gli esperti in tutto il mondo; la costante evoluzione tecnologica del vetro continua a incrementare le sue possibilità d’uso in architettura. Tale materiale presenta numerosi vantaggi come l’apparente leggerezza e la trasparenza ma in ambito archeologico pone problematiche che riguardano la protezione, la conservazione, la fruizione e la messa in valore. L’obiettivo della ricerca è stato quello di sviluppare alcuni criteri di base per la progettazione e la realizzazione di sistemi di coperture in vetro, verificando il rapporto fra natura dei reperti, soluzioni impiegate e condizioni microclimatiche.
This research tackles the issue of glass covering structures as protection for archaeological sites. The choice of this subject was influenced by the following considerations: the last decades have been characterized by an increase in protective transparent covering structures; the use of protective covering structures in archaeological contexts and what constitutes their design has been, and continues to be, a highly debated subject among experts around the world; constant innovation in glass continues to increase its possibilities in architecture. This material has many advantages such as apparent lightness and transparency, but in archeology it raises issues related to protection, preservation, enhancement of ruins and public use. The aim of the research was to develop some basic criteria for design and construction of glass covering structures, verifying the relationship between ruins, protective structures and microclimatic conditions.
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MELONI, ALESSIA. « Progetto e costruzione eco-responsabile. Processi, Strategie e Strumenti verso la Valutazione Ambientale in Architettura ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266533.

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Résumé :
How the building sector, one of the main culprits of environmental damaging impacts, can actively contribute on a local scale to reach the european purpose of energy efficiency in an eco-responsible way? This research: - analyses instruments, indicators and procedures for the environmental sustainability evaluation available in literature; - according to Agenda 21’s local goals in terms of sustainability and recovery of the existing material and immaterial heritage, identifies the implementing subjects and the operating instruments to promote ecoresponsible actions of intervention on building heritage there where there is still no local legislation to which to make reference, like in Sardinia; - tests and verifies environmental sustainability evaluation systems at urban and building scale by applying specific rating systems and procedures based on the Life Cycle Assessment approach using real case-studies, of which it presents methods and results. In light of the topical issues discussed, the research’s solutions intend to propose an hypothetical path towards the environmental assessment in architecture that could grow from a local to a wider scale.
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HUSSAIN, RADI RADI MOHAMMED ABDUL. « Structural construction and economic benefits for precast concrete high-rise housing buildings ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/242978.

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Résumé :
La tecnologia di prefabbricazione in calcestruzzo armato è considerata una delle soluzioni costruttive di maggior competitività per la realizzazione di edifici ad uso residenziale che usa supportare gli altri sistemi costruttivi. Gli aspetti di produzione a catena degli elementi costruttivi e delle tecniche di messa in opera degli stessi rendono tale tecnologia diversa e molto più appetibile rispetto alle soluzioni tradizionali in calcestruzzo gettato in opera. L’obiettivo di questa tesi è investigare le possibilità e le capacità dei sistemi strutturali prefabbricati in termini di performance sismica e costi di realizzazione, al fine di assicurare l’impiego ottimale di tale tecnologia per risolvere l’emergenza abitativa che affligge il Medio Oriente e le aree esposte a calamità naturali e guerre. Questo lavoro si articola in una prima indagine delle tipologie strutturali presenti nel mercato, svolta prendendo in esame applicazioni pratiche e progetti di edilizia abitativa, per poi valutare la performance sismica e gli aspetti di natura economica delle soluzioni strutturali competitive, scelte sulla base delle loro caratteristiche peculiari, delle regole e dei vincoli che le caratterizzano. I sistemi che si sono rivelati maggiormente impiegati per efficacia tecnica ed economicita' sono stati analizzati in maniera piu' approfondita scegliendo opportuni casi studio. Le analisi statiche non lineari si sono rivelate strumenti utili per la valutazione della perfomance sismica e quindi, insieme alla stima dei costi, per il confronto delle soluzioni strutturali. Dal confronto tra i vari sistemi studiati è emerso che i sistemi prefabbricati rappresentano una soluzione sismicamente efficiente ed economicamente conveniente anche per la realizzazione di edifici alti. Inoltre, i risultati mettono in luce come le soluzioni prefabbricate rappresentano una valida alternativa non solo nelle aree non sismiche, ma anche in quelle ad elevata sismicità.
Precast concrete technology is considered one of the greatest importance systems in multifamily housing buildings. The concept of manufacturing, production and construction makes this technology different from cast in place concrete and often more interesting and befitting. The objective of this thesis is to investigate the possibilities and capabilities of the precast concrete technology in terms of structural performance and construction cost of high-rise housing buildings, to ensure the optimal use of this technology to solve the housing crisis in the Middle East and the areas affected by natural disasters and wars. The study includes a review of the most widely systems used in this field such as the precast concrete frame systems and large panel system, which therefore have been studied intensively by considering real cases. The practical applications and experiences of housing projects and real case studies, additional to the codes, are considered the important parts of this thesis. Comparison between precast concrete systems are conducted to find out the suitable system; the comparison depends on the characteristics, rules and constraints for each system. In order to compare different precast structural housing systems for a number of case studies, the seismic performance and the construction costs are assumed as criteria for the assessment and selection of the system. The seismic performance is obtained with push-over non linear analyses, whereas the construction cost is estimated to total cost for each case study; the results obtained for various case studies are then compared. Precast concrete frame structural systems represent a suitable solution for the high rise housing buildings in terms of seismic performance and construction cost. Furthermore, the results showed that this system is a good economic alternative for the structural buildings not only in the non-seismic or low seismic areas but also in high seismicity areas.
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DAIDONE, SILVIO. « Essays in health economics and in development ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1234.

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How is medical technology affecting costs growth? Evidence from a panel of US hospitals. In questo articolo misuriamo l’impatto dell’innovazione tecnologica sui costi degli ospedali statunitensi. Le indagini campionarie dell’American Hospital Association (AHA) ci permettono di identificare la disponibilità di determinate tecnologie all’interno dei singoli ospedali, mentre dai rapporti di costo di Medicare reperiamo i dati di natura finanziaria. Definiamo un nuovo indice di disponibilità di macchinari, procedure e processi che permette di evitare l’assunzione di innovazioni tecnologiche egualmente distribuite fra tutti gli ospedali. Per mezzo di un semplice modello di variabili binarie, siamo in grado di identificare sia quelle innovazioni che provocano una riduzione o un incremento dei costi sia lo sviluppo temporale di tali effetti. Complessivamente le nostre stime confermano un fatto generale di publico dominio, che la tecnologia sta comportando un notevole aumento dei costi ospedalieri. Ten years of DRG reform. An empirical analysis of the influence of specialization, productive structure and ownership form on italian hospitals technical efficiency. In questo articolo studiamo come struttura produttiva e specializzazione influiscano sull’efficienza tecnica degli ospedali della regione Lazio, attraverso l’analisi di un campione longitudinale di durata pari a sei anni (2000/2005) derivato dalle schede di dimissione ospedaliera e dalla banca dati del Ministero della Salute. Adottiamo un approccio di funzioni distanza, implementato con tecniche di frontiere stocastiche atte a misurare il livello di efficienza tecnica. Dopo aver controllato per fattori "ambientali" e complessit`a ospedaliera, osserviamo che l'inefficienza è negativamente associata con il grado di specializzazione e positivamente con quello di capitalizzazione. Il più elevato rapporto capitale-lavoro risulta essere tipico delle strutture private, le quali in media fanno un uso meno efficiente delle risorse a loro disposizione rispetto agli ospedali pubblici e a quelli a loro assimilati. Infine, l’analisi delle elasticità di scala mette in evidenza la presenza di economie di scala non sfruttate, che sembra suggerire un intervento di centralizzazione / ristrutturazione delle operazioni. Within households effects of expanding rural nonfarm sector in a developing country. Questo articolo studia gli effetti all'interno delle famiglie dell'espansione del settore non agricolo rurale (RNF) in Ghana. Ci domandiamo se la crescita del settore RNF permetta economie di diversificazione/scopo all'interno delle aziende agricole e come questo influisca sulla domanda di input delle famiglie. Studiamo le connessioni all'interno delle famiglie tra attività agricole e non agricole rurali, dapprima assumendo mercati degli input e degli output perfettamente concorrenziali, e in secondo luogo ipotizzando fallimenti di mercato, in particolare del mercato del lavoro e del credito. Misuriamo queste connessioni attraverso una funzione distanza orientata agli input a livello delle famiglie. Esistono forti complementarietà di costo tra il settore agricolo e non agricolo rurale, soprattutto per le colture da sussistenza, nelle quali le famiglie più povere tendono a specializzarsi. L'espansione del settore RNF aumenta la domanda per la maggior parte degli input, incluso il fattore terra a scopi agricoli.
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Rodriguez, Gamero Jesus Enrique. « Polyhydroxyalkanoates (PHAs) production from lipids containing agri-food wastes ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3426238.

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Résumé :
In the last decades, economic and environmental concerns about oil shortage and fossil-based economy stimulated the need to shift from conventional plastics to bio-based options like polyhydroxyalkanoates (PHAs). PHAs are stored in many bacteria as intracellular carbon and energy source under limiting environmental conditions. PHAs have a great promise because of their material properties comparable to petrol-based plastomers. Although PHAs could have many applications, their replacement over the oil-based plastics is limited by their expensive production. Therefore, the selection of suitable resources as carbon feedstock for PHAs synthesis and extraction/recovery methods of PHAs are the main factors in the entire PHAs production chain, contributing up to 80% of the operating cost. Cheap and abundant biomass waste streams have been considered as renewable substrates for the production of polymers, fuels, enzymes and bulk chemicals. The use of industrial or agricultural by-products can be a strategy to decrease also PHAs price. It has been calculated that in the European Union (EU), the slaughterhouses produce around 500,000 tons/year of fatty discards, which could be used efficiently for the production of PHAs, unfortunately, no bacteria with high lipolytic capacity and at the same time ability to accumulate high amounts of PHAs have been found. Another bottleneck in the PHAs purification steps, is determined by the release of large amounts of chromosomal DNA that causes a dramatic viscosity increase and hampers the following filtration, centrifugation and PHAs recovery steps. High pressure homogenization (HPH) is one of the most widely known methods for large scale cell disruption. HPH is considered environmentally friendly since it does not need solvents to mediate an efficient microbial cells disintegration. After the HPH application, decrease of viscosity is generally achieved by the supplementation of hypochlorite, commercially available nucleases, or heat treatment. Although these methods may be applicable in small-scale fermentation systems, they are not environmentally and economically suitable for industrial PHAs manufacturing. Looking for a cost-effective solution to the lipolytic activity issue, lipolytic genes (lipH-lipC) from Pseudomonas stutzeri BT3 have been integrated into Cupriavidus necator DSM 545, a well-known PHAs producer. The lipolytic enzymes have been proficiently expressed in the recombinant strain, greatly increasing the PHAs production from the slaughterhouses fatty wastes, indicating that the engineered strain can contribute to increase the economic efficiency of future PHAs upstream processing. On the others hands, looking for a cost-effective solution to the viscosity issue, the staphylococcal nuclease gene nuc from Staphylococcus aureus has been integrated into the chromosomes of two efficient PHAs-producing bacteria, namely C. necator DSM 545 and Delftia acidovorans DSM 39. The viscosity of the lysates of C. necator recombinant cells was greatly reduced without affecting PHAs production, indicating that the engineered strain is expected to increase the economic efficiency of future PHAs downstream processing.
Negli ultimi decenni, le preoccupazioni economiche e ambientali in merito alla carenza di petrolio e all'economia basata sui fossili, hanno stimolato la necessità di passare dalla plastica convenzionale a opzioni convenzionali fondate su biomassa come i poliidrossialcanoati (PHAs). I PHAs sono sintetizzati ed immagazzinati intracellularmente per alcuni batteri come fonti di carbonio ed energia in condizioni ambientali limitanti. I PHAs, per le loro proprietà materiali paragonabili ai plastomeri a base di petrolio, sono promettenti per sostituire le plastiche sintetiche. Sebbene i PHAs possano avere molte applicazioni, la loro sostituzione sulla plastica a base di petrolio è limitata dalla loro costosa produzione. Pertanto, la selezione di risorse idonee come materia prima di carbonio per la sintesi e il metodi di estrazione/recupero dei PHAs, sono i principali fattori dell'intera catena di produzione che contribuiscono con l'80% ai costi operativi. Flussi di rifiuti di biomassa sono stati considerati come substrati rinnovabili per la produzione di polimeri, combustibili, enzimi e prodotti chimici. L'uso di sottoprodotti industriali o agricoli può essere una strategia per ridurre anche il prezzo di PHAs. È stato calcolato che nell'Unione europea (UE), i macelli producono circa 500.000 tonnellate/anno di scarti di materia grassa, che potrebbero essere utilizzati in modo efficiente per la produzione di PHAs, sfortunatamente, nessun batterio con elevate capacità lipolitiche e allo stesso tempo capacità per accumulare quantità elevate di PHAs è stato trovato. Un altro ostacolo nelle fasi di estrazione del PHAs è determinato dal rilascio di grandi quantità di DNA cromosomico che provoca un notevole aumento della viscosità e difficolta le seguenti fasi di recupero di filtrazione e centrifugazione. L'omogeneizzazione ad alta pressione (HPH) è uno dei metodi più noti per l'interruzione cellulare su larga scala. HPH è considerato rispettoso dell'ambiente in quanto non ha bisogno di solventi per mediare un'efficiente disintegrazione delle cellule microbiche. Dopo l'applicazione di HPH, la diminuzione della viscosità viene generalmente ottenuta mediante l'integrazione di ipoclorito, nucleasi commerciale o trattamento termico. Sebbene questi metodi possano essere applicabili nei sistemi di fermentazione su piccola scala, non sono idonei dal punto di vista ambientale ed economico per la produzione industriale di PHAs. Alla ricerca di una soluzione economicamente vantaggiosa al problema dell'attività lipolitica, i geni lipolitici (lipH-lipC) di Pseudomonas stutzeri BT3 sono stati integrati in Cupriavidus necator DSM 545, un noto produttore di PHAs. Gli enzimi lipolitici sono stati notevolmente espressi nel ceppo ricombinante, aumentando la produzione di PHAs dagli scarti grassi dei macelli, indicando che il ceppo ingegnerizzato può contribuire ad aumentare l'efficienza economica della futura elaborazione dei PHAs. Ad ogni modo, alla ricerca di una soluzione economica al problema della viscosità, il gene della nucleasi (nuc) dello Staphylococcus aureus è stato integrato nei cromosomi di due batteri efficaci produttori di PHAs (C. necator DSM 545 e Delftia acidovorans DSM 39). La viscosità dei lisati delle cellule ricombinanti di C. necator DSM 545 è stata notevolmente ridotta senza influenzare la produzione di PHAs, indicando che il ceppo ingegnerizzato potrebbe aumentare l'efficienza economica dei futuri processi di estrazione di PHAs.
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Lopes, Luara Landulpho Alves. « A Cooperação Técnica entre Países em Desenvolvimento (CTPD) da Agência Brasileira de Cooperação (ABC-MRE) : o Brasil como doador ». São Paulo : [s.n.], 2008. http://hdl.handle.net/11449/96298.

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Résumé :
Orientador: Henrique Altemani de Oliveira
Banca: Joaquim Racy
Banca: Reginaldo Carmello de Moraes
O Programa de Pós-Graduação em Relações Internacionais é instituído em parceria com a Unesp/Unicamp/PUC-SP, em projeto subsidiado pela CAPES, intitulado "Programa San Tiago Dantas"
Resumo: Não disponível
Abstract: Not available
Mestre
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PIEROTTI, FEDERICO. « Il film a colori in Italia (1930-1959) ». Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/2158/478858.

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Résumé :
La tesi di dottorato Il film a colori in Italia. 1930-1959 offre una ricognizione sui problemi fondamentali connessi allo sviluppo del colore nel cinema italiano dagli anni trenta ai primi anni cinquanta, cercando di evidenziare come lo studio della storia nazionale del film a colori debba essere affrontato in stretta connessione con il contesto tecnologico, economico, culturale e ideologico. Nel corso del trentennio esaminato, infatti, si delinea uno sforzo costante per tracciare una ipotesi di sviluppo tecnologico specificamente nazionale, dapprima nel contesto dell’indipendenza economica e dell’autarchia, e in seguito in quello dell’Italia della ricostruzione. Il quadro che ne deriva è quello di un sistema complesso di relazioni e interessi che coinvolge un arco cronologico di lungo periodo, durante il quale i cicli di innovazione non sono mai disgiunti da peculiari forme di promozione e discorsivizzazione della novità. A tale proposito, la ricostruzione storico proposta si avvale di un articolato ventaglio di fonti: i brevetti per le invenzioni realizzate negli anni trenta; i documenti di lavorazione, che testimoniano il travaglio produttivo dei primi lungometraggi a colori degli anni cinquanta; la pubblicistica di settore, che accompagna con le sue articolate prese di posizione l’intero trentennio di sviluppo tecnologico. Nello scorcio finale degli anni trenta, la comparsa dei primi sistemi esteri incentiva entro i confini nazionali le ricerche sul colore, che trovano un nuovo alleato nelle crescenti spinte autarchiche: un gran numero di inventori, stimolati dagli auspici istituzionali sulla nascita di un colore nazionale, cui non segue alcuna concreta azione di sostegno, propone in questi anni una serie di soluzioni originali e personali, talvolta immaginifiche, senza che nessuno di loro riesca a dar corso a una produzione regolare. Nel periodo successivo, dagli anni postbellici alle soglie del boom, è invece nella società nazionale Ferrania che si concretizza per il breve spazio di un decennio la possibilità di dar luogo a un colore italiano (Ferraniacolor, 1949-1959), con un aggiornamento del sogno autarchico al nuovo assetto politico e culturale. Nel quadro della ricostruzione e dell’Italia sovvenzionata dal Piano Marshall, l’alleanza strategica tra la società milanese, i settori tecnici e industriali del cinema italiano e i nuovi vertici politici crea le condizioni per un netto incentivo della produzione nazionale a colori, che viene sempre più a saldarsi con il desiderio di ripresa e di nuovi consumi che di lì a poco si sarebbe realizzato nel cosiddetto miracolo economico. Ampio spazio del lavoro è dedicato all’analisi di alcuni film ritenuti esemplari delle differenti tendenze retorico-stilistiche in atto negli anni cinquanta. Emergono tre tendenze principali che caratterizzano i film italiani a colori nei primi anni di diffusione della novità tecnologica. Un termine dialettico di riferimento sembra essere costituito dalle proposte stilistiche elaborate in seno al cinema hollywoodiano, che a loro volto sono fondate su un rapporto di tensione produttiva con il principio del color restraint, enunciato nel 1935 da Natalie Kalmus, direttrice del color control department della Technicolor (Nathalie Kalmus, Color Consciousness, «Journal of the Society of Motion Pictures Engineers», 2, August 1935, pp. 139-147). Per la Kalmus, il potere di distrazione del colore deve essere attentamente controllato, in modo da non impedire allo spettatore la comprensione della storia raccontata: la proposta della consulente per il colore è quella di un colore leggibile, drammatizzato e gerarchizzato, in grado di integrarsi al linguaggio hollywoodiano senza generare rivoluzioni formali. Nell’Italia degli anni cinquanta, in cui le pellicole hollywoodiane invadono gli schermi, i film in Technicolor costituiscono un termine di riferimento pressoché obbligato per chi intende percorrere la strada del colore. La prima tendenza che si manifesta è sulla stessa lunghezza d’onda delle proposte più euforizzanti del cinema d’oltreoceano (per esempio il musical). Sulla scorta della nozione di attrazione elaborata da Tom Gunning – che il lavoro propone di estendere a categoria formale valida per l’intera storia del cinema – questo uso del colore viene definito attrazionale: esso si manifesta essenzialmente nel dominio del film comico, del film rivista e del film musicale (Totò a colori, Steno, 1952; Aida, Clemente Fracassi, 1953). Sul piano formale, i film cercando di rispondere alla riduzione delle opzioni stilistiche imposte dalle restrizioni tecnologiche con una grande esibizione di colore. La seconda tendenza risulta maggiormente in simbiosi con i principi fondamentali del color restraint. Nei film che ad essa vengono ricondotti, l’analisi evidenzia un processo di limitazione del potere di distrazione del colore al fine di agevolare la leggibilità del racconto: per questa ragione, si può parlare di un uso narrativo del colore. Esso è più agevolmente verificabile nel genere della cosiddetta commedia italiana (Racconti romani, Gianni Franciolini, 1955), in cui si manifesta essenzialmente attraverso un processo di progressiva riacquisizione delle tecniche preesistenti del film in bianco e nero (ad esempio, gli effetti di chiaroscuro e la profondità di campo). La terza tendenza trova la sua piena manifestazione all’interno dei particolari interessi riflessivi e metalinguistici del cinema moderno: essa propone un uso poetico e critico-espressivo del colore. Indicata da Antonioni in un articolo del 1947 (Michelangelo Antonioni, Il colore e l’America, «Fiera Letteraria», 27 novembre 1947), che polemizza con l’uso del colore proposto dal cinema di Hollywood, questa tendenza si impone in maniera stabile negli anni sessanta (Il deserto rosso, Michelangelo Antonioni, 1964). Alcuni dei suoi tratti caratterizzanti possono essere rintracciati in alcuni film del decennio precedente, in particolare Senso (Luchino Visconti, 1954) e Giulietta e Romeo (Renato Castellani, 1954).
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Picchi, Taila. « Tecnicità tra politiche della vita e politiche della memoria. Un percorso nella philosophie de la technique di Simondon e la teoria critica della tecnologia di Marcuse ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1221137.

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Résumé :
Questa tesi nasce dall’esigenza di chiarire la maniera in cui Marcuse inserisce il pensiero di Simondon nella sua teoria critica della tecnologia e, al contempo, dalla frustrazione per un’assente elaborazione espressamente politica da parte di Simondon della questione della tecnica. Nonostante un apparente fraintendimento, l’elemento filologico della tecnicità permette di instaurare una genealogia sull’uso e le motivazioni dell’interesse di Marcuse nel MEOT, oltre alla critica alla tecnocrazia e la rivendicazione dell’importanza della tecnologia che accomunano i due autori. Tuttavia, il senso che assume la tecnologia in Simondon e Marcuse è differente e si fonda su due tradizioni storico-filosofiche diverse. Per questa ragione, prima di ricostruire la matrice della dialettica della tecnologia nella tecnicità simondoniana, è necessario mostrare il modo in cui la riflessione francese sulla tecnica, autonomamente dai marxismi ma anche dall’antropologia della tecnica di stampo tedesco, è connessa con la riflessione sulla vita. La prima parte si propone di fare una storia della nozione di tecnologia a partire da Beckmann, fondatore dell’omonima disciplina, Kapp iniziatore della cinematica, e la ricezione della tesi della proiezione organica di Kapp nella figura di Espinas. A partire dall’esigenza annunciata da Marx di una storia critica della tecnologia, come evoluzione dei prodotti tecnici e proiezione di organi e funzioni biologiche e cognitive, è possibile seguire l’articolazione di queste due nozioni – evoluzione di Darwin e proiezione di Kapp – lungo la peculiare riflessione francese sulla tecnica. Dopo aver tracciato la genealogia della pensée technique da Bergson fino alla scuola sociologica, gli anni ‘30 vedono l’entrata della tradizione marxista nel dibattito sulla tecnica, che a partire da questo momento si focalizza sulla tecnologia relativamente allo sviluppo del macchinismo industriale, avvalendosi del neologismo americano technocracy con quell’accezione neutra e strumentale della tecnica che sta all’origine di una rappresentazione negativa della tecnologia. La seconda parte quindi presenta la polarizzazione della tecnologia tra due rappresentazioni: come teoria della tecnica che segue l’evoluzione dei sistemi tecnici, oppure come dispositivo che orienta i mezzi in vista di un fine (non meglio specificato come la Cura di Heidegger, oppure politico come vorrebbe la teoria critica di Marcuse). La teoria critica della tecnologia di Feenberg (che prosegue quella di Marcuse, suo maestro) ci fornisce allora una schematizzazione che permette di inquadrare la contrapposizione tra il dispositivo del mimetismo macchinale che deriva dalla tesi della proiezione organica e dispositivo tecnopolitico di dominio della razionalità tecnologica. Analogamente al duplice senso della tecnologia, le concezioni del progresso si presentano anch’esse in base a una definizione polarizzata di tecnica (neutrale/valorizzata, autonoma/controllabile, normativa/normata) e in linea generale si dividono tra un’idea di sviluppo continuo e discontinuo, l’una privilegiando l’elemento proiettivo, l’altra l’elemento storico-evolutivo. Come uscire dal dispositivo del mimetismo macchinale che assorbe il meccanismo nel macchinismo? Questa è la questione cui Canguilhem cerca di dare risposta inserendo la tecnologia nell’organologia generale, in quella lettura biologizzante del macchinismo che ha caratterizzato la ricerca di una scienza delle macchine da parte di Lafitte. Si delinea perciò una corrente materialista vitalista che ripropone per altra via una concezione materiale della vita e della tecnica ma che neglige l’elemento storico-economico centrale del marxismo. Alla luce del materialismo vitalista sarà allora presentata la concezione simondoniana. La terza parte affronta più da vicino la riflessione simondoniana a partire dall’analisi del paradigma tecnologico della presa di forma che si sostituisce al dualismo forma-materia e diventa così uno strumento per comprendere non soltanto la genesi del vivente e dell’oggetto tecnico, ma anche processi morfogenetici propriamente sociali e collettivi. In questa prospettiva, la questione del governo è riletta da Simondon nei termini di regolazione culturale tra governanti e governati, ciò che gli permette di declinare la questione politica in vero e proprio progetto pedagogico. Un’epistemologia politica che si articola sulla possibilità di concepire una scienza delle società a partire dall’intrinseca metastabilità del reale e dall’idea che il sociale sia sempre un misto di biologico e tecnico, deve essere corredata da un’epistemologia storica in grado di comprendere il divenire anche e soprattutto alla luce delle trasformazioni introdotte dal progresso tecnologico. Di conseguenza, verrà speculativamente sondata la possibilità di una filosofia storica a partire dalla teoria simondoniana. Poi, nel tentativo di confrontarla e riscriverla in termini marxisti, una critica e rielaborazione del pensiero di Marx permetterà di seguire la concettualizzazione simondoniana della tecnicità, della concretizzazione e della peculiare teoria dell’alienazione, che invita a una rivisitazione della nozione di reificazione, come in Stiegler con il concetto di ritenzione terziaria e in Virno con l’interpretazione di una reificazione del preindividuale. La quarta parte, infine, ricostruisce il contesto culturale della ricezione di Simondon da parte di Marcuse. Su questa base, sarà analizzata la possibilità di pensare un vitalismo tecnologico diverso da quello emerso nella riflessione di Simondon, cioè dalla prospettiva ontologica, psicanalitica e politica che caratterizza il pensiero di Marcuse e del passaggio da una dialettica della vita a una dialettica della tecnologia. Ci volgeremo, quindi, a scritti anteriori all’Uomo a una dimensione: le Lezioni di Parigi che precedono di qualche e il periodo giovanile del cosiddetto marxismo heideggeriano al fine di ricostruire una genealogia della teoria critica della tecnologia attraverso le nozioni di storicità e vita. La questione che attraversa in filigrana questo lavoro concerne la possibilità di conciliare teoria critica della tecnologia con una rappresentazione della tecnica in continuità con la vita e dipendente ancora da essa. Perciò, in conclusione, mediante la distinzione tra politiche della vita e politiche della memoria come chiave interpretativa del pensiero di Simondon si proverà a costruire il paradigma di una continuità discontinua che permette di concepire la tecnica unitamente alla vita, secondo quella nozione di tecnicità che Marcuse mutua da Simondon e che, se distorta, porta alle conseguenze della società unidimensionale in cui prevale quella rappresentazione neutrale e negativa della tecnologia.
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Franco, Davide. « La costruzione dell'architettura tecnica a Berlino (1913-1928). Forme e sintassi del ferro-mattone ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11589/237358.

Texte intégral
Résumé :
La costruzione dell’architettura tecnica a Berlino subisce una grande trasformazione nel periodo tren- tennio compreso tra gli anni ’10 e gli anni ’40. In particolare, negli anni ’20 emerge uno stile della tecnica come spontaneo risultato ad una più profonda riflessione sul linguaggio dell’architettura di “scopo”. Que- sto modo di far coincidere forma e costruzione viene esibito in maniera particolare attraverso l’impiego di due materiali: il laterizio ed il metallo. Il primo costituiva un elemento di costruzione tradizionale e diffuso, prevalentemente utilizzato nella costruzione delle masse murarie; il secondo è l’elemento di novità che già dall’Ottocento si era affermato come nuovo materiale da costruzione, soprattutto negli ambiti tecnici e infrastrutturali. L’architettura industriale rappresenta un favorevole campo di sperimentazione di sintassi ibride in grado di adoperare il ferro come elemento strutturale e di costruire l’elemento in muratura in modo complementare. Si sviluppano diverse grammatiche, sintetizzate da quattro esperienze di progetto: l’AEG Großemaschinenhalle (1913) di Peter Behrens, lo Schaltwerk Hochhaus Siemens (1926) di Hans Hertlein, l’Umspannwerk “Kottbusser Ufer” (1924) di Felix Thümen e Hans Heinrich Müller, la Große Kraftwerk “G. Klingenberg” (1926) di Waltar Klingenberg e Werner Issel. Questi edifici emergono da un contesto in costante evoluzione teorica e pratica, in cui volumi teoretici, manuali e pubblicistica rappresentavano il principale veicolo di conoscenza dei progetti. Accanto a questo si sviluppano dinamiche di “progettazione collettiva”, con l’introduzione sempre più massiccia degli apparati di progettazione negli uffici tecnici. L’architettura tecnica viene smontata attraverso un sistematico lavoro di ridisegno critico degli impianti e dei singoli dettagli costruttivi, allo scopo di analizzare e comparare le tecniche. Ne emerge un significativo numero di esempi che riescono a chiarire il rapporto tra Kernform e Kunstform in un tipo di edificio in cui forma e struttura tendono a coincidere.
The construction of technical architecture in Berlin underwent a major transformation in the period from the 1910s to the 1940s. In particular, in the 1920s a technical style emerged as a spontaneous result of a deeper reflection on the language of ‘purpose’ architecture. This way of making form and construction coincide is exhibited in a parti- cular way through the use of two materials: brick and metal. The former was a traditional and widespread building element, mainly used in the construction of wall masses; the latter is the new element that had already established itself as a new building material in the 19th century, especially in technical and infrastructural areas. Industrial ar- chitecture represents a favourable field for experimentation with hybrid syntaxes capable of using iron as a structural element and building the masonry element in a complementary way. Different grammars developed, summarised by four project experiences: the AEG Großemaschinenhalle (1913) by Peter Behrens, the Schaltwerk Hochhaus Siemens (1926) by Hans Hertlein, the Umspannwerk “Kottbusser Ufer” (1924) by Felix Thümen and Hans Heinrich Müller, the Große Kraftwerk “G. Klingenberg” (1926) by Waltar Klingenberg and Werner Issel. These buildings emerged from a context of constant theoretical and practical evolution, in which theoretical volumes, manuals and publications repre- sented the main vehicle for knowledge of the projects. Alongside this, dynamics of “collective design” developed, with the increasingly massive introduction of design apparatus into technical offices. Technical architecture was dismantled through a systematic work of critical redesign of the systems and individual construction details, with the aim of analysing and comparing techniques. What emerges is a significant number of examples that succeed in clarifying the relationship between Kernform and Kunstform in a type of building in which form and structure tend to coincide.
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ZILIO, ALESSANDRO. « Less is more green ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1231445.

Texte intégral
Résumé :
In un contesto che tende a considerare la sostenibilità , in modo più o meno conscio, quale semplice aggettivazione piuttosto che elemento significante del progetto, questo lavoro si prefigge lo scopo di individuare un metodo in grado di adattarsi alle problematiche introdotte dal nuovo paradigma. La dissertazione oltre a dare una struttura teorica al rapporto tra minimo e sostenibilità, mira all'individuazione di una serie di modelli operativi e azioni progettuali tali da affrontare il problema della progettazione sostenibile nelle sue diverse declinazioni. “Less is more green”, lo slogan che dà il titolo allo studio, sintetizza una metodologia, quella del minimalismo sostenibile, nella quale il ricorso al concetto di minimo non è legato solo alla dimensione ecologica, ma ha radici più profonde che risiedono nella ricerca di significato all'interno di una complessità il cui aumento esponenziale rischia di trasformarsi da ricchezza in inutile e dannosa ridondanza. Il concetto di riferimento è quello di minimo inteso non nella sua accezione semplicistica, come mera riduzione delle caratteristiche esteriori, ma nella sua accezione più profonda come metodo che attraverso la tensione all’essenzialità permette la gestione della complessità. In ambito progettuale questo si traduce in una“ricerca dell’essenzialità intesa come razionalizzazione del progetto, atta a ridurre ed eliminare gli elementi superflui, tanto fisico-linguistici quanto spaziali-dimensionali, rispetto alle necessità che danno efficacia all’opera”. Un approccio al progetto che si basa sulla riduzione come tecnica e ricorre alla nozione di minimo per definire le componenti dell’essenzialità. Si tratta di una tendenza transdisciplinare la cui ricaduta architettonica non rappresenta solo la riduzione al minimo dei tratti formali, ma il segnale di un’aspirazione profonda all’indagine sul significato delle cose.
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